SirJohn

Contro la Roma suppongo si faccia giocare Sturaro e Pogba adattato a mediano basso. Davanti il trio Cuadrado - Morata - Manzo l'altra ipotesi è che si vada col 4-4-2 con Sandro e Quadrado sulle fasce. Ma, per come la vedo io, sono due soluzione temporanee proprio in attesa di un giocatore che sappia giocare tra le linee.

E... se arrivasse DIO?

Ha 21 anni, si chiama Draxler e costa 30 milioni. Non stiamo parlando di Zidane. Non ancora.

Il Barcellona ha una opzione per la gamba destra. Al Chelsea abbiamo concesso quella per la sinistra. C'è un'altra opzione disponibile, se la contendono il City e il PSG...

Articolo abbastanza insulso. Draxler lo conoscono in pochi dice... ma il tizio ignora una cosa fondamentale: tra questi (pochi, lui dice) c'è Paratici.

Dopo la partita coi Lupi... Calma e gesso.

Esiste, mica come il Molise.

Dai, ormai è fatta...

Carina, ma dopo tanto faticare per arrivare alla firma bisogna star comodi.

Spero che Marry stesse trollando alla grandissima.

A meno che non ribecchiamo il City nelle eliminatorie non vedremo in chiaro partite contro di loro. TUTTE le ns. partite dei gironi saranno su Premium.

Toh... Messi ha vinto un premio.

Brutto girone. Ma noi siamo bravissimi a complicarci le cose anche avessimo pescato il Pro Oppido Lucano. Comunque questo è stato un semi-sorteggio visti i paletti per i diritti Tv aggiunto al fatto che ci sono nazioni che hanno 5 squadre.

Non ha il tempo della giocata, la visione di gioco e nemmeno un fisico adatto. E' un esterno offensivo che può giocare come seconda punta.

Giocatore bravino con del potenziale. Però 20 testoni oggi servirebbero eccome... P.S.= Thierry Henry non c'entra una ceppa di m*****a: quando venne da noi aveva già vinto il campionato col Monaco, raggiunto le semifinali di CL e soprattutto diventato Campione del Mondo nel '98 quando fu protagonista del torneo con tanto di 3 gol. Poi da noi fu vittima di un'infelice scelta dell'allora inesperto Ancelotti. Ma Henry era altra roba.

Mah… non so, non conosco i dettagli. Quello che posso dire è che anche se fosse vero che i costi sono aumentati, lo sono anche i ricavi e (cosa più importante) che è giusto fino ad un certo punto inquadrare l’amministrazione di una Società di calcio nella gestione economico-finanziaria di una normale azienda. Per carità i principi contabili restano gli stessi, ma la peculiarità delle grandi Società di calcio (per le piccole si può fare un altro discorso) è che non producendo nulla in termini di output i loro ricavi si devono esclusivamente alle sponsorizzazioni, ai ricavi inerenti gli eventi sportivi cui partecipano con annessi diritti tv, ai ricavi dello stadio e del suo indotto (nel ns. caso) ed infine al merchandising. Pare piuttosto ovvio che PIU’ una squadra è grande PIU’ vede aumentare la voce ricavi e se è vero l’assunto che una squadra è grande se è composta da grandi calciatori, significa che una volta raggiunta una posizione simile alla nostra bisogna scegliere la via da percorrere: provare ad arrivare al più presto ai 400 mln annui di fatturato facendo investimenti ORA e SUBITO (e dunque posticipando il break even point di un paio di stagioni) oppure restare in questo limbo e sperare che le magliette del buon Padoin vadano a ruba negli stores.

Ibra oggi non credo sia più quel mostro ammazzacampionati di qualche tempo fa. Nondimeno sarebbe oro colato per i meraviglioserrimi.

E dato che anche vent'anni fa la finale di CL fu in Italia...

Vabbuó... È tutto made in China.

Mi mancherà… e non posso farci nulla. Certo, ho la fortuna di essere Juventino e di aver visto, in momenti diversi, molti tra i migliori giocatori della storia del Calcio. Da Platinì in poi è stata una goduria protratta nel tempo per chi, come il sottoscritto, predilige un certo tipo di calcio interpretato da un certo tipo di calciatori. Ed ognuno di essi aveva qualcosa che li rendeva unici. E c’era questo individuo che invidiavo ai miei amici milanisti, questo tipo schivo, antidivo che fino ad un certo punto della sua carriera aveva avuto difficoltà a mostrare il suo enorme talento anche a causa di un fisico in antitesi con quel calcio fatto dai mastrolindi preponderante nei campi nostrani. Certo, fino ad allora giocava nella squadra sbagliata di Milano. Fu solo grazie ad un’intuizione di Mazzone perfezionata da Carlo Ancelotti che il mondo ebbe la fortuna di veder sbocciare quello che sarebbe diventato il miglior regista italiano mai apparso su un campo di calcio. Lo invidiavo ai milanisti, dicevo… Mi era capitato solo altre due volte di desiderare che un loro giocatore vestisse i nostri colori (Maldini e Van Basten avrei pagato di tasca mia per vederli in bianconero!) e quando negli ultimi anni in maglia rossonera sentivo qualcuno di questi amici che si lamentava del fatto che era arrivato alla frutta, che non era più indispensabile, allora prendevo a sfotterli: “Perché non lo date a noi?” Mai avrei creduto che ce l’avrebbero dato davvero, invece nell’estate del 2011 eccolo col suo n. 21 sulle spalle, a guidare la nostra rinascita e prendere per mano quella che due mesi prima non era nemmeno una squadra facendola diventare quello che sappiamo dalla storia recente. E la storia la sapete tutti, inutile scriverne, racconta di inspiegabili arabeschi in campo, di finte e controfinte, di letture anticipate, di palloni fatti passare attraverso corridoi invisibili nell’istante esatto da cogliere gli avversari di sorpresa: il concetto di spazio e tempo applicato al calcio con una velocità di pensiero unica. Il tutto, ovviamente, con quell’espressione da eterno appena-svegliato e il suo modo di incedere quasi come se ti stesse facendo un favore. Ecco… tutto questo mi mancherà. E mi mancheranno gli indescrivibili momenti che precedevano un suo calcio di punizione dal limite: il suo fare apparentemente scazzato, la sua barba alla Chuck Norris, le occhiate alla vittima di turno, i compagni già pronti per esultare, sugli spalti i tifosi preparati ad immortalare l’ennesima magia coi cellulari e quell’attimo sospeso nel tempo tra la rincorsa, il tiro e l’inevitabile inquadratura del portiere con la faccia tra il rassegnato ed il fatalista subito dopo. Chiedere a Padelli (solo per citare l’ultimo sventurato) se esiste il senso di impotenza, probabilmente sarà d’accordo nel sostenere che stare al di qua di una barriera quando quel n. 21 è sul pallone significa firmare un atto di fede. Oppure chiedere all’inglese Hart (che pure fu fortunato!) cosa si prova ad essere spiazzati da un tiro che è partito trenta metri lontano. Era un rito che si ripeteva, ogni volta sapevi che stava per succedere qualcosa, che era quasi come un rigore e se quel bastardo di Cakir o come cavolo si chiama avesse dato quel fallo al limite chissà… la storia avrebbe avuto la sua giusta conclusione. Ma anche così, che storia che è stata! Mi mancherà davvero, Andrea da Brescia. Ma sono contento di essermelo goduto fino all’ultimo. Grazie Maestro, ad majora.

In effetti si poteva anche citare l'INTERA partita con i greci, quella da dentro o fuori, quella in cui lui ci portò in vantaggio e poi ci rimise in corsa con il pallone per Llorente. Col Dortmund? Fino a quando rimase un campo all'andata era il migliore dei nostri per distacco, poi si fece male... Ma si sarebbe potuto citare anche la partita a Madrid dove la palla scottava, e persino la finale giocata discretamente soprattutto nella ripresa. Certo non poteva essere ai livelli degli anni precedenti, ma se si esclude l'andata coi greci, dire che Pirlo abbia sofferto in CL quest'anno è raccontare una barzelletta.

MOSTRO!

Grazie, Maestro.

Dovessi puntare 2 euri, direi che il croato prenderà il 17 che ha in Nazionale.

Ma volesse il Cielo...