▪Dylan▪

Ma in quale squadra vuole andare ???? mica s'è capito...

c'è anche questa...

è motto imbottante pe nui!

ahahah quando non si capisce una frase lo si dice in tono scherzoso ...ecco!

Vitti na crozza supra nu cannuni, fui curiusu e ci vosi spiari. Idda m'arrispunniu cu gran duluri: "Murivi senza toccu di campani". Sinni eru, sinni eru li me anni chiangennu sinni eru, cun gran duluri... ca' si putissi ancora chiuù nun vurria, cchiù nun vurria muriri chi pi amuri. ...Ah si putissi ancora, chiuù nun vurria, cchiù nun vurria muriri chi pi amuri.

Non iniziamo a offendere la famiglia però eh!

Mah è un quiss??? cit. mi pare che sia della banda dei sifoi?????

Moby Dick - Ecco perchè Conte punta su Borriello e Caceres. Sarà una Juventus di cavallette impazzite. Vacilla la posizione di Matri Nella nuova Juventus targata Antonio Conte, per assurdo, una mera addizione di campioni rischierebbe di produrre una sottrazione di gioco. Sì, proprio così. In un telaio per lo più socialista, fondato sul reciproco soccorso, immerso in un contesto assai meccanico e ripetitivo fondato sulla applicazione maniacale di schemi e sovrapposizioni, l’innesto di un talento anarchico, di un fuoriclasse senza fissa dimora, potrebbe persino ridurre anziché ampliare il potenziale di una formazione costruita attorno all’operosità dei propri interpreti. La ricerca sul mercato di giocatori adatti ad interpretare non soltanto il tatticismo ma anche lo spirito richiesto da Conte avrebbe così indotto Marotta a ridisegnare le strategia abbozzate nel corso del lungo autunno. Nel breviario della squadra perfetta, il direttore generale bianconero avrebbe inserito una discriminante assolutamente plausibile, legata alla capacità di abnegazione dei soggetti entrati nell'orbita sabauda. Meglio un giocatore di talento sul quale lavorare che un campione affermato con smanie da primadonna, meglio un legno pregiato sul quale lavorare che uno già intarsiato e poco elastico. Nel credo di Conte, ad esempio, un talento supponente oltre che tecnicamente discutibile del calibro di Felipe Melo, uno che per ammissione di Fabio Cannavaro “parlava agli angeli nello spogliatoio”, non avrebbe dimora nemmeno nel parcheggio antistante il centro di allenamento di Vinovo. Spazio e pigione inclusa, invece, per giocatori del calibro di Caceres, difensore sul quale a scommettere non è soltanto il tecnico bianconero bensì l’intera dirigenza, e Borriello. Reduce da una annata trascorsa fra infermeria e panchina, complice qualche screzio fuori programma con Luis Enrique anche a causa di un passaggio televisivo nel corso dello show di Fiorello “Il piu’ grande spettacolo dopo il week-end”, il bomber giallorosso rappresenta appieno la tipologia di giocatori considerati utili alla causa sabauda. In quanto concreto sotto porta, visibilmente italiano nei modi e nella ricerca intelligente della porzione di campo più opportuna da occupare, abile nel fraseggio e, soprattutto, desideroso di mettere a tacere le Cassandre dopo gli ultimi mesi passati ai margini. L’acquisto di Borriello potrà persino apparire irriverente agli occhi di chi, Quagliarella in primis, ha faticosamente atteso il proprio turno dopo mesi di snervante trafila. Il suo ingaggio appare tuttavia propedeutico considerando il valzer di cessioni che da qui a breve coinvolgerà tutte le prime punte in organico, Toni e Amauri, senza dimenticare Matri. Umanamente scosso dalla notizia piovuta a ridosso di un nuovo anno, il 2012, che avrebbe persino potuto regalargli una presenza fissa in Nazionale in ottica Europeo ed ora potrebbe persino esser foriero di notizie legate ad una imprevista cessione. Con l’arrivo del bomber divenuto zingaro più per necessità che per vocazione appare scontato un ripristino di antiche gerarchie all’interno della “rosa” bianconera. Nella banda di cavallette impazzite guidate da Conte il ritrovato Borriello andrà ad occupare il ruolo di boa atipica, in ragione di una innata abilità nel fraseggio e nella gestione del possesso palla che fanno del centravanti campano il perno potenziale di qualsiasi sistema di gioco. Purché fondato sulla corsa e sull’anticipo, sull’aggressività e sulla fisicità d’area di rigore. Con un inevitabile overbooking offensivo la Juventus, liberatasi di Amauri, metterà in soffitta i ricordi legati alle stagioni vissute in compagnia di Iaquinta, dirottando il centravanti calabrese in una nuova dimensione. Che sia a Firenze, sotto la guida di Delio Rossi, o in provincia, quella ruspante di Cesena o Novara, non fa poi differenza. Il ciclo di Iaquinta alla Juventus, fatto di infortuni e tante incomprensioni, è oramai giunto al termine. Ai titoli di cosa anche il breve documentario torinese di Krasic, giocatore sin troppo mediocre tecnicamente per poter rappresentare, in una squadra assemblata sul concetto estremo di possesso palla, il perno offensivo di qualsivoglia fascia. Perché, come cantava De Gregori, una Juventus senza ali sarebbe una Juventus senza rete… Tmw

Di Marzio: "Amauri non ha rifiutato il Genoa, ma ha preso tempo. Domani Preziosi dà l'assalto a Gila"

è portoghese?

Siamo proliglottidi ! cit. Se traduci vedrai che è un proverbio siciliano contro Gilly....

Diu ti scansi di lu malu vicinu, e di principianti di viulinu.

Ma non dovevano arrivare il 2-01-2012 ???

Ancora pochi giorni è poi sto strazio di calciomercato sarà finito!

è già rottamato di suo...

:haha: Super effetti speciali!!!!