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▪Dylan▪
Tifoso Juventus-
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Ufficialmente Presentato Fernando Llorente Torres
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Fernando llorente 17 @@ -
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non ci entra nella macchinaaaa @@ -
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Mamozio euforico, fermatelo! @@ -
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emulava Moscardelli -
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Beppe Bozzo alèèèè Beppebozzo alèèèè Beppe bozzo alèèèèè -
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è con papà.mamma e la fidanzata -
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Ot è tornato Peppe Di Stefano @@ -
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c'è pure quello di mamozio da napule -
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Llorente: «Juve, arrivo! Sono molto contento» L'attaccante spagnolo su Twitter: «Aspettando per prendere l'aereo. Sono molto contento.Un abbraccio» Arriva Llorente Tabella mercato Seguici su Facebook TORINO - Llorente è in viaggio verso Torino. L'attaccante spagnolo non vede l'ora di iniziare la sua nuova avventura con la Juve e prima di imbarcarsi sul volo dell'Italia ha scritto su Twitter: "Aspettando per prendere l'aereo a Torino. Oggi é la mia presentazione come nuovo Giocatore della Juventus. Sono molto contento.Un abbraccio". In realtà Llorente sarà presentato domani pomeriggio alla stampa. Oggi svolgerà le visite mediche. Saranno comunque due giorni molto intensi. -
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A come Apache, P come... (di Daniele Amadasi) Non chiedetemi come e perché, ma nell’arrivo dell’Apache alla Malpensa mi è ritornato alla mente il film trash degli anni novanta “Attila flagello di Dio”, interpretato da Diego Abatantuono. Dalla fiumana di tifosi bianconeri all’aeroporto, alle rive del corso d’acqua laziale, dove un centurione romano chiese ad Attila “chi sei” e lui gli rispose facendo lo spelling del suo nome: Attila ! A come “atrocità”, doppia T come “terremoto e traggedia”, I come “ira di Dio”, L come “lago di sancue” e A come “adesso vengo e ti sfascio le corna" … e visto che il pensiero vola rapidamente, mi sono immaginato che un sostenitore bianconero chiedesse a Carlos Tevez, chi sei? Logicamente come risposta sarebbe arrivata quella di “Apache” e di un altro acrostico, tipo: A come “Apache”, P come “Putenzaaaaa”, A come “Adesso vengo li”, CH come “ch” E come “E segno” Dal film diretto da Castellano e Pipolo e prodotto dai fiorentini Mario e Vittorio Cecchi Gori, il milanista Diego Abatantuono partì da Segrate (Milano) interpretando Re Arduino per arrivare Roma con il nome di Attila, mentre nel film di ieri i due registi dell’operazione di mercato Marotta e Paratici hanno fatto sbarcare l’Apache a Malpensa per portarlo a Torino presentandolo come “Cavallo Pazzo”, seppure nella storia indiana questo soprannome è appartenuto ad un'altra tribù e popolazione degli indiani d’America, i Sioux. Perché Cavallo Pazzo? Semplicemente perché solo un “pazzo" e coraggioso si sarebbe permesso di presentarsi ai suoi nuovi tifosi sventolando la maglia bianconera con il suo nome ma con il pensantissimo numero 10 entrato nella Hall of Fame della Juventus grazie ad Alex Del Piero. Per cui ... bienvenido caballo loco, al secolo Carlos Tevez. - See more at: http://www.juventibus.com/pillole.php?pillola=A_come_Apache,_P_come...#sthash.YRgzMSWK.dpuf
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Tevez: «Ero una testa calda. Ma ora sono cambiato» «Non amo molto i doppi allenamenti e non sono un affamato di gol, preferisco aiutare il gruppo e fare assist. Certo, se mi capita so come si tira in porta...» Tutto sulla Juve Facebook Ts Twitter Ts © LaPresse TORINO - Chi è veramente Carlitos Tevez ? Un genio, un pazzo o tutte e due le cose insieme? Un ribelle o un uomo squadra? Se lo chiedete a lui - e tanti lo hanno fatto in questi anni - la sua risposta sarà secca e affilata: «Sono semplicemente sincero». Ha cercato di spiegarlo, non sempre con successo, agli inglesi che per raccontarlo sono raramente andati oltre al classico repertorio del sudamericano sregolato. Un po’ perché Tevez è sicuramente un personaggio fuori dalle righe e un po’ perché l’icona precotta del fuoriclasse scapestrato funziona da dio nei titoli, e non solo quelli dei vituperati tabloid. Un maradonino da scaldare nel microonde di qualche polemica e servire per cena. BABELE - Per carità, lui stesso ha ammesso: «All’inizio della mia carriera in Inghilterra ero una testa calda. Se l’allenatore mi sostituiva imprecavo e lo insultavo. Ora non sono più così, ho imparato a comportarmi». Eppure è recentissimo il clamoroso litigio con Mancini in occasione della partita con il Bayern Monaco, avvenuto perché dopo averlo fatto scaldare a lungo, Mancini aveva deciso di non farlo entrare al posto di Dzeko . «In tv è sembrata più grande di quella che è stata. Quando l’allenatore ha deciso di togliere Dzeko e di mettere dentro un difensore ci sono rimasto male e mi sono rimesso in panchina deluso. Ma in quel momento, chi era veramente arrabbiato era Dzeko che ha iniziato a insultare Mancini in bosniaco, Mancini gli rispondeva in italiano, era una scena surreale, io stavo lì tranquillo a parlare con Zabaleta e quando Mancini si è girato e mi ha visto seduto si è infuriato, ma perché era furibondo per il litigio con Dzeko». VEDO DOPPIO - Il rapporto con il Mancio, però, non è mai stato so come si tira in porta...serenissimo. «Ma c’è sempre stato grande rispetto», sottolinea Tevez, che tuttavia aveva iniziato a fare scintille con il tecnico jesino proprio pochi mesi dopo il suo arrivo al posto di Hughes . «Non capisco tutti questi doppi allenamenti», aveva detto Tevez in una rumorosa intervista al Daily Mail: «Siamo alla fine di una stagione faticosa, abbiamo giocato tante partite molto dure e ci alleniamo due volte al giorno. Non capisco questo metodo, i giocatori sono molto scontenti...». Non esattamente i concetti da ripetere in presenza di Antonio Conte , ma probabilmente gliel’hanno spiegato nei giorni scorsi, quando sono riusciti anche a fargli togliere quell’orecchino un po’ troppo kitsch anche per la Juventus del postbonipertismo . TRIDENTE - Molto meglio se a Conte ribadisce le sue idee sul ruolo di attaccante: «Non sono un affamato di gol, preferisco il lavoro per la squadra, il perfezionare l’azione, la confezione di un assist per il compagno. Certo, se mi capita l’occasione so come si tira in porta... E mi piace segnare, ma non sono egoista». Già, Tevez ha uno strano rapporto con i gol, pragmatico fino ad apparire distaccato: «Non ho un mio gol preferito. Sono gol. Sono tutti uguali per me. E’ gol quando la palla entra, no? L’importante è che entri». Eppure, in un’altra occasione, quando gli hanno chiesto quali sono le reti che lo hanno fatto godere di più, ha sorriso beffardo all’obiettivo della tv del Manchester City e ha sibilato: «Tutti quelli che ho segnato allo United». Un rapporto controverso quello con il club di Sir Alex Ferguson , che lo aveva adottato e poi lo ha disconosciuto, ma che per un certo periodo è riuscito a schierare un tridente con lui, Rooney e Cristiano Ronaldo . «Niente male, eh?», sorride Tevez quando glielo ricordano. E poi, senza peli sulla lingua, spara: «Ma il mio tridente ideale sarebbe con Rooney e Messi . Loro sono giocatori che mi fanno sognare, Ronaldo no». Il difensore che vorrebbe sempre evitare è, invece, Nemaja Vidic : «Tremendo», lo etichetta. Guido Vaciago
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Tevez
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avremmo dovuto usarla per il kun e invece ... @@
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Anche Agnelli si rivaluta in sua presenza
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Lo manda Devis @@
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@@
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è tutto vero @@