A distanza di anni torno a scrivere qui, grato a questa squadra di aver riportato al massimo, oltre ogni previsione, i colori bianconeri. Sono stati anni duri da mandare giù, nulla sarà come prima dopo la farsa del 2006, dopo i titoli rubati, la serie B. Nove anni duri. Sulla riva del fiume l'attesa è senza fine, come l'attesa dei tartari alla fortezza Bastiani. Ma la vittoria di ieri sera è una di quelle che si portano nel cuore per sempre, per quello che significa; non restituisce quello che è stato tolto ma dà l'orgoglio di mostrare la cicatrice permanente di una brutta ferita di guerra; l'orgoglio di essere ancora vivi, nonostante tutto, e pronti alla lotta; l'orgoglio di vedere restituita dal campo di gioco la gioia sottratta dai nemici nell'ombra. Ammetto che mi è dispiaciuto veder partire Conte, bandiera juventina, e ancor più veder arrivare Allegri. Io Allegri lo rispetto come uomo e come allenatore, tecnicamente lo apprezzo; capisco che da allenatore milanista si possa essere sbilanciato, anche troppo; fosse stato prudente nelle dichiarazioni, sarebbe stato meglio. Però spero che lui capisca cos'è questa ferita; che riveda la sua posizione sui 31, 32, 34 scudetti; proprio come tanti juventini -me compreso- oggi hanno rivisto l'opinione su Allegri. Non ci vorrebbe tanto, sarebbe bello, giusto, onorevole e utile. La squadra ha fatto il massimo, a questo punto si può solo chiedere di preparare la sfida di Berlino con tutto l'impegno, la concentrazione e la convinzione dei propri mezzi. Questa squadra ci sta regalando sogni proibiti... grazie Juve.