Vai al contenuto

GabrielKoi

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    32459
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    30

Tutti i contenuti di GabrielKoi

  1. Io penso che cederebbero veloce anche su questo Ma, nel caso, ci vuole tanto a s*****arli pubblicamente? Il PD ha solo da guadagnare, è impossibile che non si capisca questo. Comportarsi proprio come i 5stelle, non serve a niente. Il PD che resta in disparte a guardare, perde solo visibilità e consensi. Poi per me possono pure andare sotto la soglia di sbarramento, godo anche eh.
  2. Renzi vorrebbe scambiarsi i posti e stare di là a sparare cagate a raffica su Di Maio, un vero politico di razza "Esci da questo blog" nella Top 5 delle battute meno riuscite della storia.
  3. Ma che Gigi sia ridicolo lo pensiamo tutti Questo è a favore del PD. Li incontri, ne discuti, metti sul tavolo qualche proposta che per te è indispensabile per fare un governo. Un buon politico se li mangerebbe ora (è bastato parlare di un'ipotesi di governo con il PD per fargli perdere consensi). Renzi sta dimostrando ancora una volta di essere solo una figura carismatica, ma un pessimo politico, che ha perso pure l'aura di "vincente". Davvero c'è qualcuno che crede che al PD basti stare a guardare Salvini e Di Maio giocare agli statisti, per riprendere consensi? Auguri.
  4. Hai ragione. E' il PD che ha comunque fatto un governo con Forza Italia (quello Letta), quello Renzi non aveva l'appoggio di FI. Per quanto Alfano sia comunque l'ex-delfino di Berlusconi Resta il fatto, al di là delle giuste correzioni, che Renzi non si è fatto problemi ad incontrare più volte Berlusconi e a cercare l'accordo (poi saltato) per la legge elettorale/riforma costituzionale. Mentre chiude assolutamente a qualunque tipo di accordo con i 5stelle, prima ancora di sedersi al tavolo. Tavolo a cui vorrebbe sedersi solo con lo streaming per sparare qualche cacata (praticamente proprio come Beppe Grillo nel 2014). I 5stelle sono sempre stati infamati perchè immaturi e incapaci di trovare accordi politici. Adesso è Renzi che manco vuole sentire cosa hanno da proporre.
  5. Matteo, basta E dunque ieri sera Matteo Renzi – quello che si era dimesso da segretario del PD, dopo la batosta elettorale – era in prima serata su Rai 1, intervistato da Fabio Fazio. Matteo Renzi, che in teoria nel suo partito non ricopre più nessun incarico, a Fabio Fazio non ha raccontato le sue avventure di senatore del collegio di Scandicci, ma ha spiegato che un confronto con Di Maio lo farebbe con lo streaming. Poche ore prima, sul Corriere, lo stesso Di Maio aveva pubblicato una letterina-ultimatum in cui i punti salienti di un eventuale accordo si leggevano con chiarezza: reintroduzione dell’articolo 18, assunzione di 10mila nuovi agenti di polizia, ridiscussione del trattato di Dublino, del Fiscal Compact, eccetera eccetera. Proposte senz’altro discutibili, probabilmente non tutte attuabili, ma in un qualche modo concrete. Matteo Renzi non le ha discusse: Matteo Renzi ha spiegato che gli piacerebbe di nuovo fare il gioco dello streaming. Quella deriva da reality show per cui, giustamente, una volta si ironizzava sui Cinque Stelle. E infatti loro hanno smesso: adesso hanno un altro tono, mettono proposte nero su bianco, insomma a loro modo stanno crescendo. Matteo Renzi invece vuole lo streaming. Probabilmente ha già preparato qualche frase memorabile, qualcosa di immediatamente hashtaggabile, come “Beppe esci da questo blog!” Forse ve lo ricordate. Forse no. Però continuiamo pure a fare ironia sul Movimento 5 Stelle perché è un partito che nasconde dietro gli streaming una struttura di potere sostanzialmente opaca. Mica come il Pd, un partito che elegge i suoi rappresentanti in modo autenticamente democratico. Ma insomma, ieri sera Matteo Renzi – quello che un mese fa aveva detto che sarebbe rimasto zitto per due anni – è andato in prima serata e in sostanza ha fatto a pezzi qualsiasi speranza di un accordo tra M5S e Pd. Certo, la decisione non spetta a lui, ma al massimo alla direzione del partito, che si deve ancora democraticamente riunire perché è gente che lavora e doveva organizzarsi per il ponte (così ha spiegato il presidente del Pd, Orfini). In realtà la direzione avrebbe dovuto riunirsi più di una settimana fa, ma i renziani hanno fatto democraticamente saltare l’appuntamento non si sa bene perché: si sa solo che il senatore Matteo Renzi ha chiesto al reggente Martina di farla posticipare. Tutto questo accade forse perché Matteo Renzi pensa che dopo aver detto no a Fico e Di Maio non si potrà che tornare alle urne: e nelle urne lui non sa cosa potrebbe succedere. Perlomeno, a Fazio ha spiegato così. Ovvero, di sondaggi ne sono stati pubblicati parecchi, e benché sia necessario sempre premettere che in Italia non ci beccano mai, bisogna dire che sono tutti concordi su un fatto: Lega e M5S stanno crescendo, anche se litigano. L’unico momento in cui il M5S è apparso in flessione è quando per un attimo è sembrato credibile un accordo di governo con il Pd. I sondaggi sono concordi, ma il senatore di Scandicci Renzi non è così sicuro. Magari se si rivota a ottobre vince lui, o magari non va così male come l’ultima volta. Cosa ha da perdere in fondo, riproviamo. Nel frattempo si va avanti a canzonare il M5S, continuando a prospettarlo come un movimento guidato da improvvisatori che non capiscono quanto sia grave la situazione, quanto sia pericoloso rimanere in questo orizzonte di instabilità. Ieri sera Matteo Renzi, probabilmente a titolo personale, ci ha spiegato che tutto questo non sarebbe successo se gli italiani non gli avessero ammazzato la riforma costituzionale col referendum: ed effettivamente ora avremmo 21 sindaci in Senato, il Cnel sarebbe stato chiuso, le province sarebbero state cancellate dal testo costituzionale, e poi? Sempre ieri sera Matteo Renzi ci ha spiegato per l’ennesima volta che secondo lui bisognerebbe eleggere un governo come si eleggono i sindaci: col ballottaggio. In una sola affermazione in sostanza Renzi ha dimostrato: Che non ha ancora smesso di rimproverare gli italiani per non aver capito il referendum del 4 dicembre del 2016; Che insiste a confondere la riforma costituzionale (che non prevedeva il ballottaggio) con la legge elettorale, l’Italicum, che non gli è stata bocciata dagli italiani col No al referendum, ma dalla Corte Costituzionale; Che non ha ancora capito che se la Corte Costituzionale si è pronunciata, c’era qualcosa di profondamente sbagliato nell’Italicum; che se la tua idea di democrazia è attribuire un cospicuo premio di maggioranza a chi vince un ballottaggio a livello nazionale, la tua idea di democrazia è il presidenzialismo; e non ci sarebbe neanche niente di male: salvo che l’Italia è una repubblica parlamentare. Può una repubblica parlamentare diventare presidenziale? Alla Francia per esempio con De Gaulle è successo, ma c’è voluto un mezzo colpo di Stato. Non è che puoi semplicemente introdurre la cosa con una legge elettorale e lamentarti perché gli italiani non ti capiscono. In questo caso, più che gli italiani, sono stati i giudici della Consulta: Matteo Renzi, in tv, finge di non essersene accorto. Matteo Renzi, in prima serata, se ne va due anni dopo a spiegare che secondo lui bisognerebbe eleggere il Sindaco d’Italia. Matteo Renzi, segretario dimissionario di un partito allo sbando, rifiuta di capire che in Italia il Presidente del Consiglio, e il Consiglio intero, lo nomina il Presidente della Repubblica, e che questa semplice cosa non se l’è inventata un D’Alema cattivo, ma sta scritta nella Costituzione. È l’articolo 92: non era tra quelli toccati dalla riforma Boschi. Però diciamo pure che i grillini non capiscono la Costituzione, loro: volevano introdurre il vincolo di mandato! Invece Renzi, in tv, dopo aver perso le elezioni, ci ha spiegato in prima serata che il Pd non può entrare in un governo perché il governo lo devono fare i partiti che vincono. Il che ci costringe a rileggere tutta la storia della repubblica italiana sotto una luce diversa: com’è possibile che il Partito Liberale entrasse nelle maggioranze col 3% mentre il Partito Comunista restava fuori col 30%? O non avevano capito come funzionava la democrazia parlamentare, o non lo ha capito Matteo Renzi. È un vero peccato che non fosse già in circolazione ai tempi per insegnare il mestiere a De Gasperi, ad Aldo Moro. Nel frattempo i suoi sostenitori si sbracciano su Twitter con l’hashtag #SenzaDiMe. Non solo i semplici attivisti: anche sottosegretari. Durante una complessa trattativa per formare un governo, lanciano gli hashtag. Ma prendiamocela pure con il M5S perché tutte le proposte le vuole far votare mediante quella buffa piattaforma Rousseau. Ironizziamo su di loro anche perché Fico si ostina ad andare a piedi invece che in auto blu; certo, Renzi quando andò al governo le auto blu le vendeva su eBay. Denunciamo ad alta voce il pericolo che costituisce per la democrazia un partito-azienda gestito da una srl, senza nessuna garanzia di democrazia interna: un partito che fornisce ai suoi adepti un kit di attrezzi e appena sgarranno li epura senza pietà, sicché è sempre rimasto saldamente in mano alla famiglia che lo ha fondato. Come si fa ad allearsi con un partito del genere, si domanda Matteo Renzi, che nel 2014 formò un governo con Forza Italia, il partito-azienda di Silvio Berlusconi? Può darsi che al Pd non convenga davvero sostenere un governo col M5S. Può darsi che finirebbe in breve per ritrovarsi come il partner più ragionevole di una coppia instabile: quello che cerca di far quadrare i conti, di prevenire i casini, e quando non ci riesce deve prendersi tutte le responsabilità. Fino a qualche settimana fa ne ero convinto. Ma hashtag dopo hashtag, teatrino dopo teatrino, onestamente comincio a chiedermi se il Pd sarebbe davvero, in una coppia del genere, il partner più ragionevole. Un partito che si ostina a farsi dettare la linea, in tv, da un segretario dimissionario che continua a levarsi, in tv, i sassolini di una campagna referendaria che ha perso ormai due anni fa. Non era semplice far sembrare Di Maio e Fico, per contrasto, due statisti. Non era semplice, ma qualcuno si sta davvero impegnando. (DI Leonardo Tondelli https://thevision.com/politica/renzi-basta/)
  6. “Le lotte interne del PD non interessano ai cittadini” Poi si presenta in Tv a smentire il proprio segretario avvisando che i propri senatori non voteranno mai niente del M5S
  7. Sono giochini dal vecchio democristiano del c**** che è, perché se no dimettersi non ha alcun senso (la direzione PD sarebbe tra 2 giorni..) Lui sta affondando da tempo, senza alcun cenno di ripresa da 2 anni, e sta portando il PD con se.
  8. Credo che questo l’avessero pensato anche milioni di persone che mai avrebbero pensato di votare PD per governare con il centrodestra
  9. Vorrei anche vedere. Renzi si è dimesso dopo due fiamme elettorali prese nel muso. E pensa di continuare a dettare la linea del partito in prima serata da “semplice senatore”. Le regole del partito valgono solo quando sono a proprio favore. Aggiungo che sta solo pensando al proprio interesse personale, perché al PD in caso di voto, non basterà aver mantenuto la posizione “abbiamo perso quindi niente governo” per riconquistare voti.
  10. In diretta televisiva nazionale, nella trasmissione di Fabio Fazio (quella che vorrebbe farci la predica invitando spesso i bulli trattandoli come indispensabili moralizzatori), è stato ospite quel Matteo Renzi che il 23 marzo del 2018 aveva dichiarato «ora starò zitto per due anni». È durato fino al 29 aprile. Del resto si sa che una delle qualità migliori delle trasmissioni di Fazio è proprio quella di essere “aperta” a tutti, come ospiti, mica solo quelli di una cerchia ristretta. Quindi, quello che aveva dichiarato (anzi, che aveva promesso, per calmare gli animi dopo la sconfitta) di voler essere un senatore semplice, ha parlato a lungo della crisi politica di queste settimane usando il «noi» come lo userebbe chi si ritrova a guidare un partito, mica come un dimissionario convinto. Del resto se è vero che in molti nel Pd chiedono che venga consultata la base, è anche vero che a Renzi è bastato un giro in bici nei giorni scorsi per sapere cosa pensa la gente con la solita umiltà di chi ritene il proprio punto di vista come unica realtà possibile e accettabile. Ha insistito ancora sul referendum costituzionale (che è la batosta che più gli brucia, sembra ancora di più della pesante sconfitta elettorale) insistendo nel dire che accetta il risultato degli elettori, che però secondo lui è sbagliato, ovvio. Ha detto di avere cominciato a fare politica per andare contro il partito-azienda di Berlusconi (infatti ci si è solo alleato, e che diamine), ha detto che gli italiani hanno votato per mandare il Pd all’opposizione (degradando, se possibile, ancora di più i suoi elettori che sono sempre meno), ha collegato la mancata riforma costituzionale alla pessima legge elettorale di cui è padre politico (e invece la sentenza della Consulta dice tutt’altro, come eroicamente tenta di spiegare Lorenzo Pregliasco da giorni qui) e infine ci ha tenuto a dirci che il caso della colf pagata in nero (forse) dalla compagna di Roberto Fico diventerà il Watergate italiano (e fa niente che i genitori di Renzi, nel frattempo, siano stati indagati in un’inchiesta di fatture false). Non era in diretta. Era in differita dal 2014. Ma quando si tratta di intossicare un po’ il clima è sempre tra i migliori. Lui e Silvio. Buon lunedì. (Giulio Cavalli, Left)
  11. Appena l'hanno messo da parte 5 minuti, s'è tolto il completo, infilato la felpa e giù a ricavalcare l'onda
  12. Perchè un partito al 30% ottenga la maggioranza, ci vuole solo una legge scritta a pene di segugio come l'Italicum
  13. Dissero ai padri di Di Maio e del Dibba quando facevano i giovani camerati fascisti.....
  14. Mi immagino qualcosa di grande fantasia e simpatia come "fino al confine"
  15. Hanno pure chiesto il contributo di esimi professori per partorire 10 punti di nulla, che possono valere per chiunque? Peggio dell'oroscopo. "Si affaccia un periodo con alti e bassi, soprese sul lavoro, tieni aperta la porta in amore, segui i tuoi sogni"
  16. Repubblica si è ridotto veramente di M***A. Per due giorni ha capeggiato in prima pagina l'articolo "La Finlandia boccia il reddito di cittadinanza", basandosi sullla voce che avessero sospeso la sperimentazione (oggi smentita). Ma la cosa più bella è che nel video-reportage che correlava l'articolo, c'erano solo pareri positivi da parte degli intervistati (Giusto per info, parliamo di un vero reddito universale, non quella sorta di sussidio di disoccupazione ultra-burocratico proposto dai 5stelle) Oggi riportano un virgolettato di Renzi "La base non vuole l'accordo" inventato come quelli del Papa Aggiungiamo un pizzico di editorialisti bolliti, una dose abbondante di video clickbait, ed il livellamento verso il basso è completato.
  17. Con sti lavori, c'è il verso di perderlo sul serio
  18. Ma che è sta roba? Queste scene me le aspetto in eccellenza. Mi chiedo anche perchè a sta gente venga permesso di accerchiare un giocatore prima degli allenamenti, se quando sei sotto l'hotel a chiedere una foto i celerini ti pigliano per il gozzo
  19. Renzi per ora ha dimostrato solo di essere un bollito e un leader sopravvalutato. Perché un politico un minimo lungimirante o quantomeno sveglio, avrebbe previsto la scelta miope del chiudere qualunque porta il 5 marzo. Ora potrebbero spaccare il M5S e fargli ricadere addosso un minimo di responsabilità. Però ormai si sono giocati già un bel pezzo di credito (anche dei media).
×
×
  • Crea Nuovo...