Vai al contenuto

GabrielKoi

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    32443
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    30

Tutti i contenuti di GabrielKoi

  1. Certo che non è poco. Ma quello che intendevo è se non si tratta solo di apparenza e percezione. Lo ribadisco, non riesco a capire in che modo una flat-tax vada in contro alle necessità delle fasce medio-basse della popolazione che si sono spostati in massa verso Salvini. Se una proposta simile fosse arrivata dal governo Renzi avremmo visto la gente in piazza con i forconi forse. Però basta che lo proponi dicendo che ti è venuta l'idea mentre accompagnavi i figli a scuola e ti fai un selfie salutando gli amici che ti danno la forza
  2. Che il centro-sinistra abbia perso di credibilità e debba ripartire da zero, siamo tutti d'accordo. Certo non può pensare di farlo inseguendo gli istinti più bassi dell'elettorato. Anche perchè ha già provato a farlo (alla fine Salvini al momento sta lavorando con quello che ha fatto Minniti, lui si limita alle mosse ad effetto) con pessimi risultati. Se sono d'accordo con Salvini, mi chiedo perchè votassero sinistra Sicuramente il csx ha perso voti nelle fasce più basse della popolazione, tra gli operai, che sono sempre state il suo bacino più importante. Però quando poi vedi queste masse spostarsi verso chi promette la Flat-Tax, mi chiedo se il problema è solo un problema di immagine e comunicazione.
  3. Poi le elezioni regionali non vanno mica di pari passo con quelle dei capoluoghi. Nel Lazio il PD non governa più una sega, però le regionali con Zingaretti le ha vinte Comunque Rossi è al secondo mandato, quindi lo saluta lo stesso Aspetta la pace fiscale, vai tranquillo.
  4. https://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/salvini_multe_spiaggia_ambulanti-3816236.html Queste sono le esigenze di chi ha sempre votato sinistra? Stangare chi compra dagli ambulanti (che non dico sia giusto, anzi). Mentre per chi evade o non paga le tasse, non solo AZZERATE le multe (a questo ci ha già pensato Renzi), ma si fa pari con il 10% del dovuto. Questo è il senso di "giustizia" e "certezza della pena" che vogliono gli italiani incollati alla realtà? Il senso di uguaglianza che esigono quelli che hanno sempre votato sinistra, è una flat-tax dove tutti pagano uguale e che favorisce i benestanti?
  5. Questo si che è un bel business da alimentare. E un bacione alle coop rosse Maloooooooox La costa dei lager: i centri di detenzione dei migranti in Libia, dove neanche l'Onu entra In Libia ce ne sono ormai dozzine. Ufficiali, gestiti da milizie vicine al governo. 
E segreti, in mano alle bande di trafficanti di armi e droga. Le tribù hanno capito che tenere i migranti sotto chiave è un guadagno 
proprio come farli partire. Il reportage dell'Espresso da Zawhia (Libia) di Francesca Mannocchi Zawhia? «Appartiene alla Libia solo sulla carta, ma in realtà ha le sue leggi, è uno stato a se stante». Mahmoud ha quasi quarant’anni, lavora per una società che si occupa della sicurezza delle aziende straniere a Zawhia, città nella parte occidentale della Libia, a circa 50 chilometri dalla capitale Tripoli. Siamo nella parte di paese solitamente indicata come “controllata dal governo di al-Sarraj”, quello riconosciuto internazionalmente, ma che invece è in mano a milizie contrapposte e bande armate che si spartiscono tutti i traffici illegali, compreso quello dei migranti. Anche per percorrere le cinquanta miglia che separano Tripoli da Zawhia è meglio andare in barca, via mare: in automobile è troppo pericoloso. La strada costiera, rimasta chiusa più di due anni per gli scontri tra milizie rivali, ora è di nuovo aperta, ma una delle tribù della zona, quella dei Warshafana, organizza check point improvvisati per rapire le persone - e naturalmente gli stranieri valgono di più. Quando arriviamo al porto di Zawhia, intorno a noi il silenzio è irreale. Sul pontile ci sono una manciata di pescatori: puliscono le barche, rimettono in ordine le reti. Non c’è traccia della guardia costiera e non ci sono più i volti noti del contrabbando che qui era facile incontrare fino a poche settimane fa. Non c’è traccia nemmeno dei migranti africani, che prima affollavano il porto. Un uomo di Sabratha, città vicina e anch’essa tristemente nota per il traffico di uomini, sorride: «Se pensate che il traffico si sia davvero bloccato, siete solo illusi. I trafficanti si stanno solo riorganizzando. Molti di loro si stanno spostando nella zona di Garabulli, un centinaio di chilometri più a est. Alcuni stanno solo aspettando qualche settimana per riorganizzare i viaggi non più con i gommoni ma con le grandi navi di legno che contengono più migranti». Lungo la strada che porta al centro di detenzione di Zawhia, l’autista ha mille occhi, si guarda intorno come se fossimo sempre sul punto di incontrare le bande armate. Che hanno le mani su qualsiasi cosa e gestiscono il centro di detenzione illegale della zona. Quello inaccessibile: sia ai giornalisti sia alla polizia sia alle organizzazioni umanitarie. Nel centro di detenzione “ufficiale” sono rinchiuse circa 1.100 persone, quasi tutti uomini, divisi in gruppi da 100 o 200 persone per stanza. Una delle guardie apre il lucchetto della cella, e gli occhi dei ragazzi incrociano i nostri, in cerca di aiuto, in cerca di risposte. John è uno dei detenuti, viene dal Gambia. «Non viene mai nessuno qui, nemmeno le Ngo. Siamo completamente abbandonati. I libici ci trattano bene solo quando arriva qualche giornalista come voi, ma appena la porta alle vostre spalle si chiude noi torniamo ad essere meno che animali. E nessuno ci dice che ne sarà di noi, fino a quando staremo rinchiusi qui e perché». Accanto a lui c’è Alizar, 17 anni, eritreo, uno tra le centinaia di migliaia di minori che fuggono dai loro paesi da soli e restano incastrati nell’inferno libico. Alizar è orfano, non riesce a lasciare la Libia e comunque non potrebbe tornare nel suo Paese, perché in Eritrea la leva è obbligatoria anche per i ragazzi giovanissimi e lui ormai è un disertore. Se tornasse, sarebbe ucciso. Lasciamo Zawhia alzando gli occhi verso la raffineria sullo sfondo, il fumo, la fiamma, che sono simboli della ricchezza del paese, verso un’altra prigione di migranti, quella di Surman. Da Zawhia dista pochi chilometri, ma bisogna percorrere strade secondarie per evitare check point e sottrarci alle milizie di zona: ce ne sono decine, specializzate nell’assaltare e rubare i mezzi blindati o nei rapimenti i locali. E poi ci sono le milizie islamiche: sono poche, nascoste, tuttavia molto pericolose. Il centro di detenzione di Surman è un ammasso di cemento in mezzo al nulla. Dentro ci sono circa 250 tra donne e bambini. L’unica porta è chiusa a chiave da un lucchetto. In una stanza ci sono quattro donne stese a terra con quattro neonati: hanno tutte partorito nel centro di detenzione, nessuna di loro ha mai visto un dottore, nessuno le ha visitate, nessuno ha visitato i bambini. Non hanno niente: al posto dei pannolini usano delle coperte di lana, anche se è agosto, tenute addosso ai bimbi con dei pezzi di plastica. Due bambini sembrano denutriti. La scorsa settimana, ci dicono, è morta una donna che aveva partorito un mese prima: ora il suo corpo è nell’ospedale di zona e nessuno sa che farne. Oggi di suo figlio, Bright, si prende cura Happiness, una ragazza, anche lei nigeriana, che ha attraversato il deserto insieme alla mamma del bambino. «Mentre stava morendo le ho promesso che mi sarei occupata io di Bright, ma come posso fare?», ci dice Happiness con il bimbo in braccio. «Qui non c’è latte, non ci sono medici, non viene nessuno ad aiutarci». Un’altra donna ci dice di aver perso le tracce di suo marito, arrestato con lei sulle coste di Zawhia. Un’altra racconta di aver viaggiato da sola nel deserto: ricorda la sete feroce, e di aver bevuto la sua pipì per sopravvivere. E ricorda di aver visto, lungo il cammino, scheletri di chi al deserto non è sopravvissuto. Questo è il destino cui sono condannati le centinaia di migliaia di migranti intrappolati in Libia. In quasi tutti i centri di detenzione libici le organizzazioni umanitarie e i funzionari internazionali delle Nazioni Unite non possono arrivare per ragioni di sicurezza. Non arrivano dottori, non arrivano assistenti. Non arriva nessuno. In una spiaggia lungo la costa tra Zawhia e Sabratha incontriamo un uomo che chiameremo Khaled: parla volentieri, qui lontano da orecchie indiscrete, ma preferisce non rivelare la sua identità per ragioni di sicurezza. «Tutto ha un prezzo qui in Libia, tutto si paga», dice. «I migranti erano un affare quando i trafficanti dovevano organizzare i gommoni per farli arrivare in Italia e sono un affare anche oggi che devono essere trattenuti qui con la forza. Parliamo di milioni di dollari. Secondo voi i trafficanti libici interrompono le partenze perché il ministero dell’interno italiano blocca le navi umanitarie lungo le coste? I trafficanti interrompono le partenze solo in cambio di soldi». Khaled riferisce poi di un incontro segreto tra alcuni uomini dell’intelligence italiana e i capi delle principali milizie di Zawhia e Sabratha: per la “sicurezza delle coste” le milizie avrebbero chiesto cinque milioni di dollari, e nella trattativa la milizia Anas Dabbashi, che già controlla la sicurezza del compound Mellitah Oil e Gas, avrebbe chiesto un hangar proprio a Mellitah dove basare il proprio quartier generale. Altre fonti ben informate di Tripoli, riferiscono di numerosi incontri nella parte orientale della capitale libica tra i servizi italiani e le milizie che gestiscono la sicurezza della città, Nawasi e Tajouri. Le milizie avrebbero chiesto di garantire il blocco delle partenze, dietro il pagamento di una quota giornaliera a migrante. La situazione economica nella Libia “di Serraj” del resto è al collasso. Un dollaro al cambio ufficiale vale un dinaro e mezzo, al mercato nero nove dinari, anche dieci. I libici non possono prelevare più di duecentocinquanta dinari ciascuno, al mese. Poco più di venticinque dollari. Anche le banche sono in mano alle milizie, sono le bande a decidere chi può avvicinarsi ai bancomat. Subito dopo la rivoluzione i nuovi deboli apparati statali avevano cercato di smobilitare e contemporaneamente premiare i combattenti che avevano rovesciato il regime: così anziché dissolversi le milizie hanno conquistato autonomia, potere e i soldi e le armi libiche sono diventate un piatto ricco, cui le bande più potenti hanno attinto indiscriminatamente. Nella capitale, Tripoli, i gruppi armati si dividono tra chi sostiene e chi si oppone al governo di Sarraj. Tra i primi, le milizie più potenti sono le forze Rada, gruppo salafita di Abdel Rauf Kara, che ha il quartier generale nell’aeroporto di Mitiga, le milizie Nawasi che si occupano della sicurezza del primo ministro e la Brigata dei rivoluzionari di Tripoli, la più grande nella capitale, guidata da Haitham Tajouri. Questo Tajouri è un signore della guerra, ha interessi economici enormi in città, i libici raccontano che quasi tutte le filiali delle banche della capitale siano controllate dai suoi uomini. Lo scorso maggio Tripoli è stata teatro di violenti scontri tra milizie rivali per il controllo del mercato nero della valuta. Negli scontri tra le brigate Nawasi, in possesso degli uffici della società Libyana (poste e telecomunicazioni) nella parte ovest della città, e la brigata Ghazewy, presente nella città vecchia è morta una donna e diversi sono stati i feriti. Le milizie non dominano solo la vita economica del paese: ne determinano anche la vita politica. Lo scorso maggio la brigata Nawasi ha attaccato il ministero degli esteri del governo Sarraj, accusando il ministro Mohamed Taher Sayala di aver rilasciato una dichiarazione troppo amichevole nei confronti del nemico Haftar. Sempre gli uomini della brigata Nawasi meno di un mese fa hanno fatto irruzione nell’ufficio del capo della sicurezza della Guardia Costiera Libica, Tareq Shanboor, accusato di aver criticato le decisioni italiane in Libia. Shanboor stava lavorando come ogni giorno, quando una decina di uomini armati è entrata nel suo ufficio dicendo: vattene per sempre e senza ribellarti, da oggi l’ufficio sarà gestito sotto la nostra autorità. Hisham - un impiegato di una banca di Tripoli - ci spiega che ha impedito alla figlia maggiore di andare all’università: ha paura che gli uomini delle milizie la rapiscano. Solo a giugno e nella capitale i rapimenti sono stati più di cento, quasi duecento le rapine a mano armata. «Non guardate questa città da lontano, come fosse una cartolina», ci dice Hisham. «Se la guardate da lontano la vita sembra scorrere normalmente, ma qui la sicurezza è un miraggio, viviamo nel terrore, siamo tutti sotto il ricatto delle milizie. Tutti, cittadini e governo. La rivoluzione è stata una bolla, un’illusione. Il prezzo del pane e della frutta è cinque volte quello di pochi mesi fa, la gente non sa più cosa vendere. Ormai tutto è in mano a bande armate». Questa è la Libia in cui l’Europa e l’Italia cercano di bloccare i migranti. «I trafficanti fermeranno le partenze per un mese, forse due. Hanno chiesto soldi, ne chiederanno ancora. È il prezzo che i vostri paesi pagano per non accogliere migranti», ci dice il nostro accompagnatore Mahmoud, mentre guarda il mare. E a voce bassa aggiunge che al posto di Gheddafi, ora ci sono centinaia di piccoli Gheddafi. Durante il regime del dittatore la vita era come anestetizzata, senza gioia e senza odore. Oggi, invece, nel regime delle milizie, la vita puzza e basta.
  6. Maloooooox Vabbè allora godetevi la luna di miele, lo dico da papà, bacioni
  7. Di Renzie, ovviamente. E di chi ha governato negli ultimi 10 anni, tipo la Lega. Chissà sotto quale governo la disoccupazione giovanile è passata dal 20 al 35% in 3 anni Niente si risolve in 14 giorni e neanche in 3 mesi, neanche qualunque cosa sull'immigrazione. A volte neanche in 5 anni, gli anni in cui al Ministero dell'Interno abbiamo avuto leghisti. E l'immigrazione cresceva e i rom giravano tranquilli anche se "censiti" Come ho detto anche Renzi è stato premiato lautamente per la sua buona volontà.
  8. La piana fiorentina resiste eroicamente. Qui non si passa Comunque non capisco come si continuino a considerare "Toscana" posti come Massa e Pisa
  9. Ma è al Governo da 2 settimane Renzi dopo 2 mesi di Governo ha portato il PD al 40% La verità è che basta lasciare in mare 500 neri per percepire una stretta sull'immigrazione, anche se poi ne arrivano altri 600 tra il giorno prima e quello dopo. Secondo me a qualcuno sembrano già più sicure le città Poi oh, probabile che agli italiani basti questo, anche se poi l'economia continua a stagnare e se la disoccupazione giovanile resta al 40%.
  10. Che poi pensavo fosse andato dal Castellucci a mangiare e invece manco quello
  11. Ci mancherebbe anche che il ministro non sia scortato Ma non sono io che faccio insinuazioni su come sono spesi i soldi degli italiani e poi mi faccio seguire da 20 uomini di scorta e 10 camoniette di celerini per fare mezz’ora di comizio nel buco del c**o della piana Fiorentina (mi risulta che fossero due gatti, anche perché era alle 14 di venerdì ) Si oh, però non mettiamo sullo stesso piano chi è minacciato dalla malavita per le sue denunce e chi viene contestato per le bestialità che dice (tra cui minacciare appunto un giornalista di togliergli la scorta solo perché lo critica).
  12. A proposito di scorte pagate con i soldi degli italiani.. mezz’ora di comizio a Campi Bisenzio
  13. In Italia i musulmani sono tra il 2 e il 4%. Le percezioni, quelle realistiche.
  14. “Da papà prima che da ministro” La sua frase preferita Che pena. Comunque è un lercio unto in tuta.
  15. Di Maio: "Otto ore gratis di lavoro a settimana per il reddito di cittadinanza" Il vicepremier parla davanti alla platea della Uil della misura chiave dei 5Stelle: "Non daremo soldi per stare seduti sul divano". Parole che sembrano una risposta alle obiezioni della Lega. In cambio di un reddito, saranno previsti lavori di pubblica utilità nei Comuni. http://www.repubblica.it/politica/2018/06/22/news/di_maio_reddito_cittadinanza-199702708/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1 Ma continuiamo pure a chiamarlo reddito di cittadinanza
  16. Andare in giro a fare campagna elettorale? Matteo Salvini‏Account verificato @matteosalvinimi 19 giu In diretta con gli amici di http://Skuola.net , Matteo Salvini‏Account verificato @matteosalvinimi 20 giu Se riuscite a stare svegli, verso le 23.30 sono da Bruno Vespa su Rai 1, credo proprio vi piacerà! #portaaporta Matteo Salvini‏Account verificato @matteosalvinimi 21 giu Verso le 8.10 sarò in diretta su @RaiTre ad #agorarai. Chi mi fa compagnia? Buongiornissimo!! (e sono solo gli ultimi 3 giorni )
  17. Ovvio che Salvini vuole tornare a votare Prima deve fare la diretta facebook dell'espulsione di qualche tunisino e andare a mostrare il pene eretto in Europa
  18. Non capisco cosa ci sia da commentare E' un ottima analisi e sinceramente non mi sembra dare torto ai buonisti radical-chic™ A parte insinuare che chi salva vite in mare possa essere un traghettatore. Questo famoso "pull-factor" non è mai stato provato in alcun modo dai fatti/dati. Tant'è che la prima missione del Governo Italiano (Mare nostrum) è nata proprio a seguito di un naufragio con 368 morti quando non c'era nessuna ONG pakatadaSoros ad invogliare i migranti a buttarsi in mare. Posso solo aggiungere (o meglio ribadire, perchè l'ho scritto 8 volte) che il partito del nostro Ministro dell'Interno si è rifiutato di ridiscutere in commissione il Trattato di Dublino. E che sta mettendo l'Italia (che come la Grecia è il paese che si è fatta carico di tutto il flusso) nello schieramento di paesi reazionari come Ungheria, Austria, Polonia ecc che si oppone al sistema di cui NOI avremmo più bisogno: il ricollocamento. Giusto per dire, mentre facciamo la guerra alla Germania: Per quanto riguarda le domande di asilo rifiutate. Anche qui siamo su un terreno scivoloso e burocratico che secondo me andrebbe totalmente rivisto con regole europee. Per esempio si considera migrante economico anche chi scappa da carestie e desertificazione. E si considera un paese sicuro verso cui rimpatriare (anche minori) pure l'Afghanistan. Le stesse domande di asilo di richiedenti dello stesso paese, vengono arbitrariamente rifiutate/accettate in numeri estremamente diversi nei vari stati UE. Il richiedente viene tempestato di domande attraverso un interprete, basta un tentennamento, una piccola contraddizione a cui attaccarsi per rifiutare l'asilo.
  19. LOL E' il leader di un partito con il 30% che è al governo ed è vicepremier. L'altro alleato minaccia di togliere la scorta ad una persona perchè lo critica. E niente non è di sua competenza.
  20. Ma manco su questo è riuscito a prendere una posizione?
  21. "Legalizzazione della cannabis? Sono personalmente contrario: sarei per la legalizzazione e la regolamentazione della prostituzione, perché fino a prova contraria il sesso non fa male, la cannabis sì" Indovina chi è Mentre Deep Mayo firmò il documento per la legalizzazione di Della Vedova. Chissà chi la spunterà Liberalizziamo armi e troie, che laggente ne ha bisogno. FERMIAMO LA TTDROGGA che uccide i nostri figli!
×
×
  • Crea Nuovo...