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GabrielKoi

Tifoso Juventus
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  1. La Lega non è rimasta a galla, era sprofondata al 4%. Quella di Salvini non è manco più la Lega, adesso è legata indissolubilmente a lui e finirà con lui. Ne deduco che approvi le scelte politiche di Di Maio e del M5S perché lungimiranti e dal loro punto di vista vuol dire stare a galla. Il problema è che nonostante i risultati non si è ancora capito che il compromesso, le politiche che strizzano gli occhi a destra, non evitano il peggio, gli spianano proprio la strada.
  2. Io dico che Renzi ha affossato il PD insieme al suo stesso Governo, mica gli do la colpa della infinita crisi della sinistra, non credo di averlo mai scritto Alle ultime elezioni il PD era compattissimo intorno ai vari esponenti renziaziani, ai Minniti, Padoan ecc.. Il PD deve ripartire da zero, ma questo è un consiglio da esterno. Si, sicuramente si può anche contrastare la linea del partito dall’interno, però quando poi sei in parlamento e sei nella maggioranza, sei costretto a votare la fiducia su una sequela di decreti improponibili e contrari alle tue idee e addirittura al programma con cui ti sei presentato alle elezioni (programma che gli elettori delle primarie hanno dovuto firmare!). Chi è uscito dal PD è perché non era più disposto a mettere la faccia su quelle cose, a scendere a compromessi. E penso che ora se uno del M5S uscisse dal movimento perché costretto a votare la fiducia su porcate come il condono, legittima difesa o il decreto Salvini sull’immigrazione, verrebbe applaudito per la coerenza. O sbaglio? O si è coerenti solo quando si va contro a chi non ci piace? PS: molti fanno l’esempio dei dem americani o dei laburisti inglesi, dove ci sono i Sanders e i Corbyn, ma parliamo di parlamentari che hanno votato contro la linea della propria maggioranza per decenni senza avere ripercussioni e continuando ad essere candidati ed eletti nel proprio collegio. Guardatevi le liste con cui si è presentato il PD alle ultime elezioni.
  3. Mi sembra chiaro che il supportare un governo di centrodestra moderato, solo per la paura che poi possa arrivare quello di destra vera, non è un compromesso accettabile, o almeno per me non lo è. L’informazione prende veloce il puzzo del potere Ma al di là di questo è innegabile che i vari talk e i media abbiano tirato la volata ai gialli e a Salvini. A me piacerebbe che la sinistra contasse tanto da spostare milioni di voti, ma con il 3% continuo a dubitare che sia stata così determinante nel consegnare 5 milioni di voti ai gialloverdi. Alla fine la colpa è sempre degli altri, da buona tradizione italiana, come per i nuovi governanti. Io direi che sarebbe l’ora che il PD pensasse a fare pulito della propria dirigenza, invece che continuare a pensare a cosa si poteva fare e cosa non doveva fare la sinistra, ai bei tempi andanti ecc
  4. Cucù, la manovra del cambiamento non c’è più: alla fine rimane solo il condono fiscale Quota 100 rimandata. Flat tax congelata. Ilva, Tap, Tav dimenticati. Il Governo gialloverde ha promesso tanto e ha mantenuto il minimo, anzi il peggio E alla fine rimase solo il condono fiscale. È come i dieci piccoli indiani, la manovra del cambiamento del governo del popolo. Le ultime ad andarsene sono Quota 100 e le pensioni di cittadinanza, teoricamente finanziate - rispettivamente per 6,7 e 9 miliardi - praticamente spostate a gennaio, in due distinti decreti legge collegati. I cui tempi medi, osserva l’economia Giampaolo Galli su Twitter, è di circa 165 giorni al Senato e 95 alla Camera. Totale: otto mesi circa. A meno di non fare corse clamorose, non riusciranno a essere nemmeno campagna elettorale per le elezioni europee. Non lo sarà nemmeno la flat tax, del resto, rubricata prima a sistema a tre aliquote, poi a sconto fiscale per le partite Iva, con tanti saluti alla reaganomics e alla curva di Laffer. E nemmeno lo stop a Ilva, Tap e Tav, veri e propri cavalli di battaglia dei Cinque Stelle, trasformati in ridicola ammuina, tra dossier riaperti tra squilli di tromba e richiusi tra le pernacchie (Ilva) e penali immaginarie (Tap). E rischia di sparire pure il decreto sicurezza, se è vera la fronda dei pentastellati dissidenti, che di votare il giro di vite securitario e xenofobo di Matteo Salvini proprio non ne hanno nessuna voglia. Persino la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia non è passata indenne: l’aumento dell’Iva è scongiurato solo per il 2019, infatti. Per il 2020 e il 2021 invece è stata prevista una sterilizzazione solo parziale, in quanto la manovra prevede una riduzione “strutturale” del 1,5% dell’aumento dell’aliquota agevolata Iva, dal 10% all’11,5%. Rimane solo il condono, dicevamo, che ha resistito alle polemiche sulle manine e agli scambi di accuse tra Di Maio e Salvini. E non a caso, verrebbe da dire, perché è l’unica voce della manovra che prevede entrate, anziché uscite, l’unica copertura reale presente nel testo, deficit al 2,4% a parte. Ah, per la cronaca: rischia di saltare pure quello, e di scendere al 2,1% o al 2%, dicono i beninformati, per rasserenare i mercati ed evitare di dover ricapitalizzare le banche, vero spauracchio di Lega e Cinque Stelle, che contro quelli che davano i soldi alle banche ci hanno costruito la loro fortuna politica. E nulla si sa della fantomatica spending review da 13 miliardi che dovrebbe coprire il resto della manovra. Sparita pure quella, a quanto pare. Ed è un toccasana che gli italiani abbiano la memoria corta. Perché se i Cinque Stelle e la Lega governassero un Paese di elefanti - o gente che conserva i programmi elettorali, banalmente - dovrebbero spiegare dov’è finito il protezionismo à la Trump, dove l’Europa da combattere a cannonate, dove la rivoluzione verde dell'economia, dove gli asili nido gratuiti, dove gli aiuti alle famiglie e la battaglia campale contro le culle vuote, dove gli interventi radicali sull’edilizia scolastica, dove la legge che abolisce 400 leggi, dove il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari, dove l’acqua pubblica. Tutto scomparso, tutto dimenticato. Tutto perdonato? (https://www.linkiesta.it/it/article/2018/10/30/cucu-la-manovra-del-cambiamento-non-ce-piu-alla-fine-rimane-solo-il-co/39939/) Mi sa che a sto giro le scorte di Maloox (e Plasil) le deve fare qualcun altro
  5. Giustamente finanziamo quella scuola in cui siamo i numeri 1 al mondo, quella dei furbi.
  6. Se Adinolfi fa ironia sulle politiche per la natalità e sembra meno reazionario del governo, dobbiamo iniziare seriamente a preoccuparci.
  7. Che fine hanno fatto i rimborsi M5S? Da mesi i grillini non rendicontano né restituiscono nulla La senatrice Elena Fattori, rispondendo ad alcuni militanti grillini che l’accusavano di non voler votare il Decreto Sicurezza in Parlamento per andarsene dal M5S e tenersi tutto lo stipendio parlamentare, ha svelato: “In realtà nessuno di questa legislatura sta restituendo lo stipendio come invece abbiamo fatto tutti noi in quella precedente”. Una nuova polemica rischia di scuotere il Movimento 5 Stelle. A distanza di mesi dallo scandalo "Rimborsopoli", che evidenziò come alcuni parlamentari pentastellati "taroccassero" i bonifici per la restituzione dello stipendio al fondo per le microimprese, si torna a parlare di mancate rendicontazioni e mancati rimborsi per gli onorevoli grillini. A sollevare il caso è stata la senatrice Elena Fattori su Facebok. Come spiega Next Quotidiano, la senatrice Fattori, rispondendo ad alcuni militanti grillini che l'accusavano di non voler votare il Decreto Sicurezza in Parlamento per andarsene dal M5S e tenersi tutto lo stipendio parlamentare, ha svelato: "In realtà nessuno di questa legislatura sta restituendo lo stipendio come invece abbiamo fatto tutti noi in quella precedente". In effetti, andando a guardare il sito TiRendiconto.it appare evidente come tutte le rendicontazioni e restituzioni siano ferme alla passata legislatura. "In nome della trasparenza però questo gli elettori non lo sanno. Sanno invece che a fine giugno il MoVimento 5 Stelle aveva emanato il nuovo regolamento sulle rendicontazioni e sui rimborsi. In base a quel regolamento nuovi eletti e vecchi portavoce della XVII legislatura erano tenuti a versare una cifra forfettaria rispettivamente per il periodo da marzo a giugno e da gennaio a marzo. Sempre in quel documento era scritto che “a partire da luglio 2018” sarebbero state applicate le nuove modalità di rendicontazione", spiega Next. Proseguendo, Fattori ha spiegato che a parte la prima restituzione forfettaria e il versamento obbligatorio dei 300 euro al mese destinati a Rousseau "non stiamo più restituendo né rendicontando". Anche la senatrice Giulia Lupo ha confermato la versione della senatrice Fattori, spiegando che teoricamente nulla è cambiato nel M5S in relazione a restituzioni e rendicontazioni, ma che gli onorevoli stanno aspettando (da luglio) un nuovo sistema di rendicontazioni. L'effetto di questa attesa? Nessun parlamentare da quattro mesi sta più rendicontando o restituendo nulla. E anche su questo punto, una bella riga. Dei loro principi cardine cos'è rimasto? Le piste ciclabili?
  8. Nomine Rai, per i gialloverdi prova del fuoco. O del cuoco Come prima più di prima. 5 Stelle e Lega si spartiscono i direttori dei Tg. Le testate appese all’autore di Isoardi. Il dem Anzaldi: «Per la prima volta nella storia nemmeno un Tg alle opposizioni» Un passo per volta, perché la lottizzazione non è roba da principianti, soprattutto quando si milita sotto le insegne del «cambiamento». E così tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio l’accordo sulle nomine Rai c’è, ma solo per la prima tranche, quella che riguarda i telegiornali. Lo schemino della spartizione è stato consegnato all’amministratore delegato Fabrizio Salini al quale la legge affida il compito di avanzare la sua proposta al cda e che quindi ha subito rigirato al consiglio (bisogna farlo con 24 ore d’anticipo) le scelte dei partiti. Oggi il cda voterà e non si prevedono sorprese: per bocciare le proposte servono i due terzi dei no. DUNQUE, ALLA DIREZIONE del Tg1 arriva Giuseppe Carboni in quota M5S. Giornalista del Tg2, si è conquistato i galloni sul campo dopo essersi occupato proprio dei 5 Stelle, dal 2013. Non un nome fortissimo, per il telegiornale dell’ammiraglia, ma va detto che le bio di Carboni segnalano anche che è «uno dei pochi giornalisti che parlano con Grillo». Il che, in tempi difficili per il Movimento, forse potrebbe tornare utile anche a Di Maio. Al Tg2, in quota Lega ma anche Forza Italia (del resto è grazie a Berlusconi che Salvini ha ottenuto l’elezione di Marcello Foa alla presidenza di viale Mazzini) sarà nominato Gennaro Sangiuliano, un passato da militante del Fronte della gioventù, vicedirettore di Libero con Vittorio Feltri, vicedirettore del Tg1 dal 2009. Tra i sui saggi, Quarto Reich – come la Germania ha sottomesso l’Europa (scritto con Feltri); Putin. Vita di uno zar, e Trump. Vita di un presidente contro tutti. A SORPRESA AL TG3 arriva Giuseppina Paterniti, per anni solida giornalista economica della stessa testata (ha fatto anche parte del cdr) e poi corrispondente da Bruxelles, successivamente passata alla vicedirezione della Tgr. A lungo impegnata con il sindacato Usigrai, arriva alla guida del Tg3 in quota 5 Stelle ma non troppo (secondo i 5 Stelle). Per lei si era parlato della direzione del Tg1, ma la Lega ha detto no: troppo «europeista». L’attuale direttore del Tg3 Luca Mazzà (voluto da Matteo Renzi ma ritenuto non ostile da Salvini) trasloca alla radio mentre la Lega conquista anche un pezzo da novanta come la Tgr (i tiggì regionali) con Alessandro Casarin. Da definire le direzioni di RaiSport, Rainews e Rai Parlamento. PIÙ COMPLICATO, a quanto pare, il puzzle delle reti. Complicazioni – secondo i rumors incessanti – non solo politiche. Matteo Salvini infatti si sarebbe impuntato per assegnare la guida di Raidue (ma si è parlato anche dell’ammiraglia) a Casimiro Lieto. A fine maggio alcuni siti riportavano questo scambio su twitter. Anonimo: «Casimiro Lieto approda a La Prova del Cuoco…Che fine sta facendo la Rai…». Replica di Elisa Isoardi: «Sciacquati la bocca prima di parlare di Casimiro. Guarda i dati, i numeri parlano. Bubu settete. Manco la faccia hai il coraggio di mettere». Come è noto Elisa Isoardi ha preso il posto di Antonella Clerici alla Prova del Cuoco dove l’ha seguita – diventando capo autore – proprio Lieto, suo autore di fiducia già nel precedente programma, Buono a sapersi («pensato e scritto a misura per me da Casimiro», sottolineava allora la conduttrice). Insomma in Rai, ma a quanto si dice anche nella Lega oltre che nei 5 Stelle, il forte odore di conflitto d’interessi avrebbe fatto tirare il freno a mano – di qui il rinvio delle nomine per le testate – , essendo Elisa Isoardi la compagna di Matteo Salvini (anche se il gossip su una crisi tra i due impazza). LASCIANDO DA PARTE il presunto conflitto di coppia, su quello d’interessi si è concentrata l’attenzione del dem Michele Anzaldi: «Se Salini non smentisce, saremmo di fronte a un conflitto di interessi da far impallidire i tempi dei ’nani e ballerine’. Peraltro Lieto sta trascinando una trasmissione di successo verso uno dei peggiori flop di ascolti della sua storia, dal 16% della scorsa stagione ai picchi negativi dell’11 di queste settimane». Lieto è tra l’altro un esterno Rai e andrebbe assunto dall’azienda. Delle reti il cda si occuperà tra almeno una settimana. Per Raiuno è circolato anche il nome di Carlo Freccero (che è in pensione e quindi non potrebbe avere incarichi in aziende pubbliche), ma lui si chiama fuori. A Raitre potrebbe restare Stefano Coletta e a Rainews (ma a tempo) Antonio Di Bella. A Rai parlamento Fi potrebbe spedire Antonio Preziosi. Nell’attesa, sempre Anzaldi segnala: «Per la prima volta nella storia le opposizioni non hanno neanche un direttore di Tg». "Via i partiti dalla RAI" (cit.)
  9. Ho scritto 16 volte "purtroppo" Deve essere tra gli effetti indesiderati del Malooooooox
  10. Però così fate un po' come i fans del governo del cambianiente. Se non se ne parla, non esiste A Ottobre sono sbarcati più di 1000 migranti, abbiamo raggiunto la percentuale più alta di morti e dispersi in mare (una media di 8 al giorno, era 11 quando sbarcavano 500 persone AL GIORNO), ma non se ne parla più. Quindi la politica di Capitan Papà ha vinto (in realta sono gli stessi numeri, purtroppo, di febbraio e marzo scorsi con Minniti). Il fatto che in prima pagina leggiamo solo le dichiarazioni di confindustria, bankitalia, esponenti dell'UE ecc.. abbinata alla risposta del vice-co*****e di turno, è una chiara scelta editoriale. Ormai interessa solo sto grottesco botta e risposta continuo (come era invece quello tra Renzi e i gufi a suo tempo). Tutti gli esponenti della sinistra parlamentare ed extraparlamentare si oppongono fortemente a questo governo, pure in piazza. E votano contro (al contrario del PD che ha votato a favore su 2 articoli della nuova legge sulla leggittima difesa). Si, purtroppo non c'è alcun esponente di interesse che accentri l'attenzione. Non abbiamo un Salvini che con il 4% viene invitato in tutte le trasmissioni h24, perchè ogni sparata che fa sui musulmani, sui clandestini, sulla pulizia etnica, sulle ruspe, poi viene rilanciata su tutti i media e su internet (anche da chi si indigna). Io ho proposto di mandare in giro un tizio con dei baffi posticci e un sobrero da messicano, sono sicuro che avrebbe la giusta dose di retweet e hashtag per rilanciarci PS: noto che tra le righe si vuole far passare ancora il messaggio che sia stata anche il remare contro della sinistra ad affossare Renzi, curioso che purtroppo tutti sti seguaci che pendono dalle labbra di D'Alema, Bersani, Landini ecc in cabina elettorale poi non si presentino.
  11. Ma Alessandro Proto non ha smesso con sta truffa di pagare siti ridicoli per associare il suo nome a quello di famosi miliardari che devono investire?
  12. Vabbè loro ti rispondono con Savona che è ugualmente un economista accademico, che ti dice che redistribuisce la ricchezza con i condoni (che poi è anche vero, li redistribuisce da le persone oneste agli evasori).
  13. https://media.giphy.com/media/Z1CgNmEJj5aec/giphy.gif
  14. Scende di cavallo come la mi nonna dal motorino
  15. Solo quando c'è da sbocciare con i rimborsi dell'Europarlamento. Poi quando tornano sobri si ricordano rispettivamente che devono schifare qualcuno che abita più a sud.
  16. La Lega la spunta al Senato, primo ok a legittima difesa Salvini esulta,ora fatti. Fi-FdI con maggioranza.Scintille Pd-LeU L'Aula del Senato approva a larga maggioranza la riforma della legittima difesa: una norma tradizionalmente cavallo di battaglia della Lega, approvata non solo dalla maggioranza gialloverde, ma anche dai senatori di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Contrari, seppure con toni diversi, Pd e LeU. Un ennesimo successo politico che il leader leghista Matteo Salvini si annette su twitter, esultando subito dopo il voto favorevole del primo articolo della legge. "La difesa è sempre legittima! Dalle parole ai fatti", cinguetta il vicepremier e ministro dell'Interno. Il testo, che passa all'esame della Camera, di fatto sancisce che "chi compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere", recita l'articolo 1, "agisce sempre in stato di legittima difesa". Quindi, l'articolo 2, esclude la punibilità di chi ha agito per la salvaguardia della propria o altrui incolumità "in condizioni di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto". Su questo articolo ha votato a favore anche il Pd: un sostanziale via libera che ha di fatto accelerato l'iter d'Aula, visto che è stata annullata una capigruppo e il voto finale, previsto domani, è stato anticipato a stasera. La decisione dei Dem di non contrastare più di tanto il progetto di legge leghista dipenderebbe dal precedente della legge Ermini. Nel 2017, infatti, venne approvata dalla Camera (con 255 si, 166 no e 11 astenuti) la proposta di legge messa a punto dal renziano Davide Ermini (Pd) che parlava appunto di "turbamento" psichico se l'aggressione avveniva di notte. La Lega allora votò contro, ma oggi è un "precedente", visto che l'articolo 2 del provvedimento ora al Senato parla proprio di "grave turbamento" come giustificazione della legittima difesa. Ancora non hanno mica capito una sega.
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