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Ghost

Tifoso Juventus
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  1. Io non ho giudicato a priori, anche se una mezza idea di come andrà a finire me la sono fatta. Siccome leggo "hanno governato con Berlusconi" da più parti e si tira fuori questo accordo del nazzareno, ho messo il sunto di come è nato e cosa ha prodotto.
  2. Metti anche gli screenshot di Carla Ruocco e di Ferrari che ci facciamo due risate. Vedremo che fine faranno le querele, dal tribunale non si può scappare. P.S: La signora in questione e la sua famiglia, vivono da anni sotto scorta per le sue inchieste contro la mafia mentre qualcuno partecipava ad incontri con "imprenditori puliti"
  3. Si continua a parlare del patto del nazzareno. Facciamo un breve sunto di quel patto, tanto per essere precisi su cosa abbia portato. Dopo aver vinto le elezioni primarie del 2013, il neosegretario del Partito Democratico Matteo Renzi indicò come punti cardine della sua agenda politica una serie di riforme istituzionali, fra cui quelle inerenti al Senato e alla legge elettorale. Il 2 gennaio 2014, pubblicò poi sul suo sito web personale una lettera aperta alle principali forze politiche italiane[4] in cui proponeva tre diversi modelli di riforma del sistema elettorale su cui trovare un accordo per la modifica del cosiddetto Porcellum, dichiarato parzialmente incostituzionale dalla Consulta.[5] Lo stesso giorno Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, dichiarò di essere favorevole alla possibilità di incontri e consultazioni bilaterali con il PD,[6] mentre il Movimento 5 Stelle annunciò sul blog di Beppe Grillo che la legge elettorale non poteva essere approvata da un parlamento, a loro dire, «moralmente illegittimo», chiedendo invece lo scioglimento delle camere e nuove elezioni.[7] Il 15 gennaio, durante un'intervista televisiva a Le invasioni barbariche Renzi annunciò che l'incontro con Berlusconi si sarebbe svolto due giorni dopo nella sede del Partito Democratico, per discutere un piano comune sulle riforme. Alla consultazione parteciparono, oltre ai due leader, anche il portavoce della segreteria dei Democratici Lorenzo Guerini e il berlusconiano Gianni Letta;[8] al termine Renzi dichiarò di essersi trovato in «profonda sintonia» con Berlusconi su tre temi: riforma del titolo V della parte II della Costituzione con l'eliminazione dei rimborsi ai gruppi consiliari regionali, fine del bicameralismo perfetto trasformando Palazzo Madama in una "Camera delle autonomie" senza elezione diretta dei rappresentanti, e modifica della legge elettorale.[9] L'accordo sull'Italicum è stato discusso dalla direzione nazionale del PD il 20 gennaio e approvato con 111 voti a favore, 0 contrari e 34 astenuti, pur tra alcune obiezioni mosse da Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati.[10] All'interno di Forza Italia non è stata effettuata alcuna votazione per l'accettazione dei contenuti delle riforme, nonostante diversi membri si siano dichiarati contrari. Nella bozza di accordo del 17 gennaio non erano inclusi i dettagli delle tre riforme, ma solo le principali linee guida; i particolari sono stati discussi di volta in volta in una serie di incontri tra esponenti democratici e forzisti. Inoltre, hanno in seguito avuto luogo altri due incontri tra Renzi – nel frattempo divenuto dal 22 febbraio anche presidente del Consiglio – e Berlusconi, il 14 aprile[11] e il 6 agosto[12]. I punti dell'accordo Riforma elettorale Lo stesso argomento in dettaglio: Italicum. Il primo punto del patto riguarda la modifica del sistema elettorale italiano, regolato fino a quel momento dalla Legge Calderoli di cui la Corte costituzionale aveva dichiarato l'illegittimità parziale il 15 gennaio 2014.[13] La nuova legge venne subito ribattezzata Italicum e presentata alla stampa da Renzi al termine dell'assemblea nazionale del PD del 20 gennaio seguente.[10] L'accordo iniziale prevedeva un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza del 15% nel caso una delle coalizioni superasse il 35% dei consensi, con vincolo massimo al 55%. Nel caso in cui nessuno avesse raggiunto la soglia del 35%, si sarebbe dovuto effettuare un turno di ballottaggio fra le due coalizioni più votate, per assegnare un bonus che consentisse alla coalizione vincente di superare il 50% dei seggi alla Camera. Erano inoltre previste due soglie di sbarramento per l'ingresso in parlamento: al 5% per i partiti in coalizione, e all'8% per le forze che si fossero presentate da sole. I collegi elettorali in questa prima stesura risultavano plurinominali medio-piccoli, in cui ogni partito presentava liste di tre-sei candidati. Non era prevista la possibilità per gli elettori di scegliere direttamente quale candidato votare (le cosiddette "liste bloccate").[14] A seguito delle numerose contestazioni ricevute dagli altri partiti di maggioranza, la proposta di legge venne modificata prima di essere presentata in parlamento. La seconda stesura, concordata telefonicamente dai due leader politici, prevedeva alcune correzioni sulle soglie ma non nella filosofia dell'impianto: la soglia di accesso al premio di maggioranza passava dal 35% al 37%, mentre la soglia di sbarramento per i partiti in coalizione scendeva al 4,5%.[15] La legge così formulata fu approvata a Palazzo Montecitorio il 12 marzo con 365 voti favorevoli, 156 contrari e 40 astenuti. La legge approvata dalla Camera non dettava norme per il Senato, nella prospettiva di una sua elezione indiretta.[16] La nuova versione dell'Italicum, tanto rivoluzionata rispetto alla prima da essere ribattezzata "Italicum 2.0", è stata approvata dal Senato il 27 gennaio 2015 con il sostegno determinante dei voti di Forza Italia dato che la minoranza del PD è uscita dall'aula. A febbraio, in seguito all'elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica e la conseguente fine del Patto del Nazareno ed a causa delle 17 richieste di modifica dell'Italicum di Renzi, Forza Italia ha definito l'Italicum una legge autoritaria ed incostituzionale ed ha annunciato il suo voto contrario nella terza lettura della stessa. Dopo aver superato tutti e tre i voti di fiducia alla Camera, la riforma elettorale è stata approvata in via definitiva il 4 maggio ed al momento del voto finale i partiti di opposizione sono usciti dall'aula in segno di protesta. La legge è stata infine promulgata da Mattarella due giorni dopo. da wikipedia. Quindi: Accordo durato poco più di un anno che non ha prodotto alcuna legge, decreto o altro e dal quale NON erano state escluse a priori alcuna forza politica.
  4. Federica Angeli, giornalista sotto scorta per le inchieste sugli spada ad ostia e sulla mafia del litorale romano.
  5. Penso che solo chi non "li vive" sulla propria pelle possa pensare che i 5s siano il nuovo. Questi sono i 5s a Roma: Ostia, e i balneari puntarono sui 5S per il lungomuro “Loro ci aiuteranno” Nelle intercettazioni Balini e Papagni tramavano per sabotare gli interventi di Sabella sui lidi abusivi nel 2015 di FEDERICA ANGELI 25 marzo 2018 Uno dei blitz anti dehors; l'operazione ebbe inizio nel 2015 per iniziativa di Alfonso Sabella A decretare le sorti politiche del X Municipio sono sempre e da sempre loro: quei poteri forti in combutta col malaffare attorno a cui ruotano i soliti appetiti ormai da anni. La virata sul Movimento 5 Stelle viene così decisa a tavolino già nel 2015 da due degli imprenditori balneari monitorati da tempo dalla procura. I telefoni del patron del porto Mauro Balini e quello del presidente dei balneari di Ostia Renato Papagni sono sotto controllo.Entrambi si lamentano in diverse conversazioni dell’operato di Alfonso Sabella, ex assessore alla Legalità in giunta Marino che ad aprile del 2015 sbarca a Ostia e comincia a mettere mano pesantemente al sistema degli abusi edilizi sulle spiagge e delle concessioni balneari irregolari. Il 1 giugno del 2015 Mauro Balini parla al telefono col fratello Fabio e gli spiega che "l’unica forza politica che ci può aiutare è il 5 Stelle" e che presto fisserà un incontro con Alessandro Di Battista a cui parteciperanno anche altri due importanti colossi della categoria dei commercianti di Ostia: la famiglia Ciotoli e Piero Morelli. "Così gli facciamo capire cosa sta succedendo sul litorale". Secondo il patron del porto quello che succede a Ostia è un “ omplotto” ordito dai renziani del Pd. "Orfini e Esposito devono tenere la candela accesa e il X Municipio è un banco di prova fortissimo, quindi i renziani non possono perdere a Ostia e cavalcano l’antimafia". In attesa di contattare i 5S Mauro Balini spiega come mettere i bastoni tra le ruote al lavoro per il ripristino della legalità di Sabella. Le strategie sono due: "Facciamo una campagna comprando pagine di giornale per rilanciare il turismo di Ostia"; e non appena qualcuno riceve la revoca della concessione, "si parte con i ricorsi al tar e le sospensive, ho detto a quelli del consorzio di farle singolarmente, uno per uno, così ingolfiamo la giustizia amministrativa". E intanto la stagione balneare passa. Il fratello gli chiede a quale sponda politica potersi ancorare per la strategia e Mauro Balini risponde: "Hai toccato un tasto fondamentale, per avere una copertura politica bisogna fare un salto di qualità e l’unica forza politica che potrebbe darci una mano sono i 5 Stelle". L’11 giugno Renato Papagni che ce l’ha messa tutta per negare l’esistenza della mafia a Ostia "per sopire – scrivono gli inquirenti – tutte le voci in tal senso puntando a favorire il progetto Waterfront che vedrebbe l’erogazione di proficui fondi pubblici da utilizzare per la riqualificazione del lungomare e un suo preciso tornaconto personale» è sicuro di vincere contro Sabella. "Non va da nessuna parte er sor Sabella,– confida sprezzante a una collaboratrice - perché non ha nessuno strumento, le carte non ce l’ha nessuno. Tanto polverone, ha messo paura a tutti…ma non va da nessuna parte". Il giorno dopo, è il 12 giugno, all’interno del polo natatorio di Ostia, Renato Papagni con una manciata di balneari incontra segretamente l’onorevole grillina Carla Ruocco e l’attuale capogruppo del 5 stelle Paolo Ferrara. Nessuno sa cosa si siano detti. L’incontro avvenne a porte chiuse. L’unico resoconto è arrivato all’indomani del rendez vous attraverso la bacheca Fb di Ruocco "Ieri sono stata ad Ostia, con gli attivisti del Movimento cinque stelle di Roma Municipio 10, per parlare con gli imprenditori onesti: quelli che non si sono mai piegati alla logica delle mazzette, quelli che portano avanti un’attività al meglio delle loro forze senza imbrogliare e senza mangiarsi la città". Il 21 luglio del 2015 Mauro Balini verrà arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e un anno dopo subirà il sequestro dei beni per 450 milioni. Per Renato Papagni è iniziato la settimana scorsa il processo per gli abusi edilizi sulle spiagge. Nel novembre del 2017, dopo due anni di commissariamento per mafia a Ostia ha vinto le elezioni Giuliana di Pillo del M5S.
  6. Praticamente i 5s voteranno la forzista che fece assumere la figlia alla segreteria del ministero della sanità. Figura di alto profilo istituzionale. Bene così. [emoji23] Inviato dal mio SM-G935F utilizzando Tapatalk
  7. Il problema è che il finanziamento non te lo danno se prima non c'è la delibera di giunta nella quale deve essere riportato il piano economico finanziario dell'opera etc. Tu puoi fare tutti i dup che vuoi ma chi ti deve dare i soldi non te li da se non presenti un piano economico di investimenti. I soldi per il solo fatto che tu abbia scritto "voglio completare la metro c" (sto semplificando) non te li danno (o almeno, non te ki danno più). Inviato dal mio SM-G935F utilizzando Tapatalk
  8. Zero a zero ma c'era un rigore per noi. [emoji23] Inviato dal mio SM-G935F utilizzando Tapatalk
  9. Gli investimenti di cui si parla si riferiscono al triennio 2019 2021 (metro c) quindi ricadono negli obblighi previsti con la nuova normativa. Anche perchè un consiglio non credo possa approvare investimenti su fondi non ancora disponibili ma che saranno messi a disposizione in futuro dal CIPE. Inviato dal mio SM-G935F utilizzando Tapatalk
  10. Ed è infatti quello che chiede il CIPE: una delibera del consiglio per il triennio. Quanto approvato nel dup sembra non sia sufficente per il proseguo dei lavori. Inviato dal mio SM-G935F utilizzando Tapatalk
  11. Oddio ... quando rientra a casa non è che stia meglio eh.
  12. Si ma "giornalaccio rosa ufficiale" mi suona strano
  13. Quello che riporti è datato 2017, ad oggi la situazione è questa: Pubblicato in giornalaccio rosa Ufficiale il Decreto Ministeriale per la programmazione triennale dei lavori e per la programmazione biennale di servizi e forniture Con un ritardo di più di un anno e mezzo rispetto a quanto previsto dal comma 8 dell’art. 21 del Codice dei contratti pubblici è stato pubblicato sulla giornalaccio rosa Ufficiale della Repubblica Italiana il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 14 del 16 gennaio 2018 rubricato “Regolamento recante procedure e schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici, del programma biennale per l’acquisizione di forniture e servizi e dei relativi elenchi annuali e aggiornamenti annuali”. L’entrata in vigore del Decreto è prevista per il 24 marzo 2018 (quindici giorni dopo la sua pubblicazione in GURI). L’art. 21 del D.Lgs. 50/2016 aveva infatti – da una parte – confermato l’obbligo della programmazione triennale relativamente ai lavori pubblici di importo pari o superiore ai 100.00 euro mentre – dall’altra parte – aveva introdotto ex novo l’obbligo di programmazione con cadenza biennale per i servizi e le forniture di importo superiore ai 40.000 euro. Come ricordato, il comma 8 del medesimo articolo aveva tuttavia previsto che “con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, previo parere del CIPE, d’intesa con la Conferenza” venissero definiti una serie di criteri e di modalità per l’elaborazione della programmazione degli acquisti da parte delle pubbliche amministrativi, anche al fine di uniformarla considerato l’obbligo di pubblicazione della stessa sui siti istituzionali delle stazioni appaltanti. Le disposizioni contenute nel Regolamento dovranno essere prese in considerazione a partire dalla programmazione triennale 2019-2021 per i lavori e a partire dalla programmazione biennale 2019-2020 per i servizi e le forniture (vedi art. 9, comma 1, del Decreto). P.S. ma perchè ha cambiato il testo in "giornalaccio rosa"???
  14. A prescindere della credibilità dell'assessora che è un giudizio personale, un emendamento è una cosa una delibera del consiglio è un'altra. "né un semplice “emendamento al Dup e al Bilancio”, ritenendo anzi necessario - al fine di autorizzare lo spostamento dei fondi dalle tratte già ultimate a quelle ancora da realizzare - una delibera consiliare di approvazione del piano pluriennale di spesa." (cit.) Si dovrebbe cominciare a capire che si sta amministrando una città come Roma e non un condominio. Ed enti terzi che DECIDONO stanziamenti di risorse economiche non lo fanno sulla base della bella faccina della sindaca. Ci vogliono atti formali e di impegno pluriennale. O al prossimo bilancio approviamo un emendamento che prevede con quei soldi le margherite in tutte le aiuole? e per completezza sulle "capacità" di amministrazione di Roma: Atac, il Tribunale boccia il concordato «Inidoneo, progetti generici e lacunosi» Documentazione carente e perizie superficiali. I giudici bacchettano il piano proposto dall’azienda. «Inattendibile» anche la valutazione degli immobili. Il 30 maggio è fissata l’udienza al civile
  15. Io non do per scontato che abbia ragione Repubblica, do per scontato che abbia ragione il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica, cioè ... l'ente che delibera in merito agli investimenti) . E non credo sia sufficente dire al cipe "si, lo famo", ci vuole, appunto, una delibera che impegni il comune anche negli anni a seguire e a prescindere da chi sarà il sindaco.
  16. Mi riferivo alla parte in grassetto, non alla presenza o meno dell'assessora
  17. Per Pomezia non ero ironico. La giunta si è dimessa in contrasto con il sindaco (vorrebbe ripresentarsi alle elezioni con una lista civica) in quanto è già al secondo mandato.
  18. A Pomezia mi dicono che abbiano fatto bene ... infatti la giunta si è dimessa in blocco.
  19. Ciò che però la Meleo non spiega è come mai la rimodulazione del quadro economico della linea C fosse stata inserita nell’ordine dei lavori del pre-Cipe in programma martedì 20 marzo, ma è poi sparita dall’elenco delle infrastrutture approvate dal Cipe il giorno successivo. Cosa è accaduto nell’arco di 24 ore? Oltretutto, come risulta dai numerosi solleciti inviati per iscritto al Dipartimento Mobilità del Campidoglio, a partire dal primo agosto 2017, il ministero dei Trasporti ha chiesto espressamente alla giunta Raggi non un generico “impegno a realizzare il progetto” né un semplice “emendamento al Dup e al Bilancio”, ritenendo anzi necessario - al fine di autorizzare lo spostamento dei fondi dalle tratte già ultimate a quelle ancora da realizzare - una delibera consiliare di approvazione del piano pluriennale di spesa. Atto che la giunta ha sempre rifiutato di varare. Limitandosi a una memoria, che tuttavia non produce alcun effetto autorizzatorio Mi pare abbastanza chiaro.
  20. Puoi uno non si dovrebbe incazz ... alterare : Roma, Meleo assente: slittano i fondi per la metro C L’assessora non si presenta alla riunione preparatoria del Cipe: finanziamento rinviato di GIOVANNA VITALE 22 marzo 2018 L'assessora Linda Meleo non si presenta all'incontro deci sivo per sbloccare le risorse sull'ultima tratta della metro C e ora i cantieri da San Giovanni al Colosseo rischiano di fermarsi. Altro che "talpe meccaniche" già al lavoro per scavare il tunnel verso la stazione dell'Amba Aradam, come da sopralluogo della titolare dei Trasporti e del presidente di Commissione Enrico Stefàno. Il blackout, adesso, è molto più di un'ipotesi di scuola. Era stata fissata per l'altro ieri pomeriggio alle 16, in uno degli uffici del Tesoro in via della Mercede, la riunione preparatoria del Cipe che avrebbe finalmente dovuto rimodulare il quadro economico della linea verde, consentendo di trasferire sulle tratte ancora da ultimare alcuni finanziamenti già erogati ma non spesi per le tratte già completate. O almeno questo prevedeva l'ordine dei lavori al punto e) - " Approvazione varianti alla tratta T3" - trasmesso a tutti i componenti del Comitato interministeriale. Un'operazione di routine che tuttavia si può perfezionare solo con l'ok di tutti e tre gli enti finanziatori: Stato, Regione e Comune. I primi due in regola fin da luglio, l'ultimo renitente da mesi. In fondo a un lungo braccio di ferro tra il ministero dei Trasporti e l'amministrazione grillina ( che fatica a prendere posizione su una questione spinosa come i fondi da riconoscere ai costruttori della metropolitana) si era allora addivenuti a un accordo. Poiché la giunta Raggi non ha voluto autorizzare la rimodulazione del quadro economico con una delibera di giunta, limitandosi ad approvare una semplice memoria, giudicata però insufficiente dai tecnici del governo, il compromesso voleva che l'assessora alla Mobilità Linda Meleo intervenisse al pre- Cipe di martedì per dare il via libera formale allo spostamento delle poste già finanziate ma immobilizzate. La titolare dei Trasporti però, sebbene attesa, ha deciso all'ultimo momento di disertare. Preferendo - per sommo della beffa - un sopralluogo al cantiere di via Sannio da dove sono partite le Tunnel boring machine ( Tbm), le cosiddette " talpe meccaniche" che scaveranno il tunnel verso la futura stazione di Amba Aradam. Le prime che il Consorzio Metro C rischia di fermare per mancanza delle risorse necessarie a proseguire i lavori. La prova? Al Cipe di ieri la questione delle varianti alla tratta T3 della metropolitana non è stata neppure affrontata. Espunta perfino dall'ordine del giorno. Come era già accaduto, nei mesi scorsi, almeno altre tre volte. L'ennesimo schiaffo della giunta Raggi. Eppure "stiamo monitorando giorno per giorno lo stato di avanzamento delle operazioni per dare un aggiornamento puntuale sulle attività messe in campo " , ha dichiarato ieri Meleo a proposito dei lavori in corso sulla linea verde. "Crediamo nello sviluppo delle infrastrutture su ferro e, grazie alle attività di collaborazione che abbiamo portato avanti in questi mesi con il ministero dei Trasporti, abbiamo ricevuto oltre 30 milioni per l'acquisito di quattro nuovi treni per la metro C. Per la città significherà usufruire di un servizio puntale e più frequente". Ancora più entusiasta il presidente della Commissione Mobilità Stefàno che dopo il sopralluogo ha parlato di "un altro piccolo passo verso la realizzazione di un progetto che significherà più corse e collegamenti veloci ". Il passo del gambero. Oggi l’assessora Meleo ha tuttavia precisato di non essere stata mai invitata a partecipare alla riunione pre-Cipe, né ufficialmente, né informalmente. E che la giunta capitolina ha sottoscritto nero su bianco l’impegno a realizzare il progetto e l’assemblea con apposito emendamento al DUP e al Bilancio ha fissato gli obiettivi e stanziato le risorse necessarie per il proseguimento dell’opera. Ciò che però la Meleo non spiega è come mai la rimodulazione del quadro economico della linea C fosse stata inserita nell’ordine dei lavori del pre-Cipe in programma martedì 20 marzo, ma è poi sparita dall’elenco delle infrastrutture approvate dal Cipe il giorno successivo. Cosa è accaduto nell’arco di 24 ore? Oltretutto, come risulta dai numerosi solleciti inviati per iscritto al Dipartimento Mobilità del Campidoglio, a partire dal primo agosto 2017, il ministero dei Trasporti ha chiesto espressamente alla giunta Raggi non un generico “impegno a realizzare il progetto” né un semplice “emendamento al Dup e al Bilancio”, ritenendo anzi necessario - al fine di autorizzare lo spostamento dei fondi dalle tratte già ultimate a quelle ancora da realizzare - una delibera consiliare di approvazione del piano pluriennale di spesa. Atto che la giunta ha sempre rifiutato di varare. Limitandosi a una memoria, che tuttavia non produce alcun effetto autorizzatorio.
  21. Lascio sempre indicazioni sui miei spostamenti a casa ... non si sa mai!
  22. Spero non sparirci dentro Solo questa mattina nel percorso da casa all'ufficio (14 km circa) 3 macchine ferme a bordo strada per ruote rotte. Queste sono foto che ho fatto in via di vigna murata (zona laurentina) la scorsa settimana in 400 mt di percorso: Credimi, è puro c**o non sfasciare la macchina se vai in giro per roma.
  23. Vivendo a Roma io questa curiosità me la sono già tolta, purtroppo!
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