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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Vincono cani e porci, noi chissà
  2. Danilo sul mercato La Signora spinge per Silva e Hancko di Matteo Nava · 28 dic 2024 Nemmeno il capitano può essere certo di avere un posto sulla nave. Non su quella della Juventus, che di fatto ha indicato a Danilo la direzione per sbarcare lasciando dietro di sé una lunga e intensa fetta di carriera. Da una parte c’è un’intesa mai nata con l’allenatore, dall’altra il peso nel monte ingaggi di squadra in una fase di ferrea dieta dei conti. In tanti sono usciti, da Paul Pogba e Adrien Rabiot a Wojciech Szczesny e Federico Chiesa, ma lui è rimasto. E se la sua importanza in campo è ridimensionata, allora l’avvicinamento della sessione invernale di mercato assume le sembianze di uno scivolo verso l’addio. All’orizzonte Danilo sarà convocato contro la Fiorentina, ma sarebbe un errore darne per scontata l’inclusione nei match successivi. La Juventus gli ha infatti trasmesso il concetto che preferirebbe separarsi da lui, confidando in una presa di coscienza di quanto ostinarsi a continuare insieme non sia la migliore soluzione. Danilo ha uno stipendio da 5 milioni di euro netti a stagione, ma anche diversi estimatori: in primis Antonio Conte, che nel suo Napoli ha bisogno di un leader esperto in grado di sostenere e guidare la squadra. Certo, si dovrebbe trovare un accordo sul trasferimento e sull’ingaggio, ma l’impressione è che in casi simili alla fine si finisca per trovare una quadra. Doppio colpo Nel caso in cui Danilo partisse, l’emergenza di centrali alla Continassa si aggraverebbe: se ora lui si aggiunge ai soli Federico Gatti e Pierre Kalulu, Motta senza il brasiliano avrebbe due soli uomini schierabili alla luce dei seri infortuni di Gleison Bremer e Juan Cabal. Il direttore tecnico Cristiano Giuntoli ha ammesso che quella lacuna è la prima da colmare, di conseguenza servirebbero due innesti in caso di addio di Danilo. Il primo, confermato dall’agente Jorge Mendes, è il prestito oneroso di Antonio Silva dal Benfica che però deve convincere i portoghesi. Per il secondo nome nei radar c’è innanzitutto David Hancko del Feyenoord e negli ultimi giorni è emersa anmche l’idea Fikayo Tomori. Entrambi hanno una valutazione di 25-30 milioni, guarda caso simile a quella di Nicolò Fagioli, ma se per lo slovacco c’è da trovare un varco nel muro degli olandesi che non intendono perderlo a metà stagione, per l’inglese servirebbe invece una vera offerta per far vacillare il Milan, reduce dall’operazione Kalulu che ha già rinforzato la diretta rivale.
  3. Chine', quando non indaga la Juve, o ride o dorme
  4. https://x.com/Avv_Bianco_Nero/status/1872748944914022587?t=SpUWusyen9McJwFFrwE6Vw&s=19
  5. Marotta ha già smentito? https://x.com/mirkonicolino/status/1872742110354653362?t=TGeR4__k40Rp4aD0PxK4mw&s=19
  6. A fine mercato saremo "corti" in difesa: scommettiamo?
  7. https://x.com/a_crosta/status/1872389613605798354?t=TRKUOd2zbiTMkf1IwxP8iw&s=19
  8. https://x.com/mike_fusco/status/1872028648561365039?t=9ZoN2FqRLtFDgQx3X0d_eg&s=19
  9. Ieri sera l'avete rivisto "Una poltrona per due"?
  10. Difesa da rinforzare Hancko prima scelta Piace pure Tomori Giuntoli punta a fare due colpi: lo slovacco in pole ma costa, resistono Skriniar e Antonio Silva di Fabiana Della Valle TORINO · 24 dic 2024 Hancko è un bravo giocatore che stiamo seguendo da tempo, qualcosa faremo «Ci stiamo guardando intorno, è un bravo giocatore che stiamo seguendo da tempo, ma non è il solo. Siamo alla finestra in attesa che vengano scoperte le carte, siamo consapevoli che dietro dovremo fare qualcosa»: parole e musica di Cristiano Giuntoli, che nel pre partita di Monza ha parlato di mercato e in particolare di David Hancko, difensore slovacco 27enne del Feyenoord che l’uomo mercato bianconero spera di portare a Torino già a gennaio. La difesa, si sa, è una priorità per la Juventus, che ha perso Gleison Bremer e Juan Cabal. Un giocatore arriverà di sicuro, forse due soprattutto se Danilo (che è nel mirino del Napoli ma non solo, anche del Marsiglia e di alcuni club della Premier) dovesse andare via. Per questo la dirigenza della Signora si sta portando avanti per cercare di fare un’operazione all’inizio della finestra invernale e regalare a Thiago Motta il rinforzo di cui ha bisogno in tempo per poter fronteggiare il periodo impegnativo che aspetta i bianconeri tra campionato, Champions, Supercoppa e Coppa Italia. Hancko è il preferito dell’allenatore bianconero e anche della dirigenza, ma non è l’unico candidato. Tra i papabili c’è anche il milanista Fikayo Tomori, prossimo avversario della Juventus nella semifinale di Supercoppa italiana (in programma il 3 gennaio a Riad). La prima scelta L’obiettivo di Giuntoli è mettere a segno una doppietta: un rinforzo come investimento e un altro in prestito fino al termine della stagione. Uno da prendere subito e l’altro entro la fine di gennaio. In cima alla lista c’è Hancko, tuttofare mancino che può giocare sia al centro che sulla corsia di sinistra. Le grandi manovre sono già iniziate ma la trattativa non si annuncia semplice nonostante il sì del giocatore. Hancko infatti ha già dato il suo ok ad anticipare il trasferimento a Torino a gennaio: la Juventus aveva messo in preventivo di prenderlo in estate, ma gli infortuni l’hanno costretta a rivedere i suoi piani. Il problema sarà convincere il Feyenoord, perché per gli olandesi Hancko è titolare e per lasciarlo partire vogliono 30 milioni. Significa che per acquistarlo i bianconeri devono prima fare cassa. Tomori in prestito Per questo si valutano anche diversi piani B, tra cui ci sono Milan Skriniar, centrale del Psg ex Inter (che potrebbe partire in prestito) e Antonio Silva del Benfica, gestito da Jorge Mendes, stesso agente di Conceiçao. Piace anche Tomori, finito ai margini con Fonseca (2 minuti giocati in campionato nelle ultime 5 giornate), che il Milan valuta 20-30 milioni. Giuntoli punta a prenderlo in prestito per fare un altro affare alla Kalulu, ma i rossoneri non sembrano intenzionati ad aprire, almeno per il momento.
  11. andrea

    Michele Padovano

    Michele Padovano, l’innocente Quei 17 anni d’inferno, senza mai una debolezza, prima dell’assoluzione DI GIORGIA MECCA · 21 dic 2024 “Mia moglie non ha mai smesso di fare progetti, anche se io credevo che non sarebbe finita mai” La telefonata di Vialli alla famiglia dopo ogni visita in carcere: “Come sta Michele?” E ora, diciassette anni dopo, parliamo di calcio, del calciatore e basta. Parliamo di quel Pisa- Napoli del 1991 in cui “Diego sembrava Michele e Michele sembrava Diego, quel Diego”, delle parole con cui il presidente Ferlaino lo presentò al pubblico: “Che cosa volete che vi dica? Lo ha voluto Maradona”. E poi la Juve, il ritorno a casa, lui che si fa spazio nello squadrone di Vialli, Conte, Del Piero. È suo il gol del 2 a 0 contro il Real Madrid che vale la semifinale di Champions League, suo uno dei rigori che il 22 maggio 1996 permettono ai bianconeri di alzare la Coppa. Michele Padovano oh oh: a 35 anni ancora da compiere decide di smettere, in carriera ha conquistato una Champions, uno scudetto, due supercoppe italiane, una coppa intercontinentale. E però quei diciassette anni ci sono stati e sono un pugno nello stomaco. Maggio 2006, dieci anni dopo la vittoria all’Olimpico, l’ex calciatore viene arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. La sua colpa? Quella di avere un amico di infanzia, un amico mai rinnegato come si fa con le persone che hai visto e ti hanno visto crescere e che accetti anche “quando combinano dei casini”, un amico, Luca Mosole, a cui l’ex calciatore ha prestato dei soldi per comprare un cavallo. Nel gergo del sottobosco “cavalli” è uno pseudonimo per indicare qualcosa di illecito, droga per esempio. Nel caso delle intercettazioni di Padovano cavallo voleva dire esattamente cavallo. Dieci giorni in una cella di isolamento a Cuneo, tre mesi nel carcere di Bergamo, e poi gli arresti domiciliari, i gradi di giudizio, le condanne, i ricorsi, la cassazione, infine l’assoluzione definitiva con formula piena, il 31 gennaio 2023 “per non avere commesso il fatto”. Il 9 luglio del 2006, la sera in cui l’italia vince i Mondiali, Padovano guarda la partita da una televisione del carcere di Bergamo. Comincia così, da una stanza di una casa circondariale: “Innocente. 17 anni senza libertà”, la nuova produzione originale di Sky Sport che andrà in onda in due puntate il 3 e il 10 gennaio 2025. A spiccare è proprio la prima parola che compone il titolo: Innocente, innocente e basta. Dopo, tenendo presente la sentenza della corte d’assise di Torino, arriva tutto il resto, la vicenda giudiziaria, calcistica e familiare. Il docufilm racconta la gloria e la caduta, quei gol sotto la curva e la notte in cui è stato fermato e ammanettato. Sua moglie Adriana non poteva andarlo a trovare in carcere perché indagata anche lei. Accompagnava suo figlio Denis, allora tredicenne, e rimaneva fuori dal cancello ad aspettare che il ragazzino ritornasse indietro per sentirsi raccontare come stava il suo papà, suo marito. Ogni volta che tornava da Bergamo arrivava la telefonata di Luca Vialli: “Michele come sta?”. E Michele come stava? Michele stava. Giocava a calcio ogni domenica con gli altri, quindici contro quindici e guai se non era lui a battere le punizioni. Aveva un compagno di cella (anche lui intervistato) che gli diceva di stare tranquillo, che sarebbe tornato presto a casa. Mai una frase di rabbia, mai un episodio di indignazione, mai un grido o un gesto fuori controllo. “Ora voglio ricominciare a vivere e dimenticarmi quello che è successo” racconta Padovano. Il pomeriggio in cui è uscito dal carcere, tre mesi dopo, c’era sua moglie ad aspettarlo all’uscita, lui aveva un sacco nero con tutte le sue poche cose, è salito in macchina e una volta arrivato a casa è andato in cucina e si è messo a preparare il pranzo. Come le famiglie normali, anche se di normale in questa storia non c’è nulla. Sono molte le testimonianze raccolte nel docufilm: Alessandro Del Piero, Antonio Conte, Ciro Ferrara, Luciano Moggi, il suo compagno a Cosenza Gianluca Presicci, Giacomo Francini e Michele Galasso, gli avvocati che lo hanno chiamato il 31 gennaio 2023 per dirgli che era arrivato anche per loro il momento di festeggiare. Quel giorno Padovano non era riuscito a presentarsi in tribunale, aveva preparato un borsone da portarsi dietro nel caso in cui lo avessero condannato. È rimasto lì. Sono proprio gli avvocati a raccontare che durante tutta la durata del processo il loro assistito ha sempre risolto ogni loro dubbio, a cominciare da quelle che sembravano frasi in codice e che invece erano le conversazioni di due amici di infanzia, uno criminale l’altro no. Migliaia di carte e migliaia di giorni, un unico pensiero: il primo appena sveglio e l’ultimo prima di dormire. Era un uomo ricco Michele Padovano, si era guadagnato il suo benessere, ha perso tutto per difendersi. Denis Padovano si ricorda benissimo quegli anni, suo papà che aspettava ore in una sala d’attesa per un colloquio di lavoro, ma chi offre un lavoro a un uomo accusato di essere a capo di una associazione a delinquere, la decisione di aprire un bar, tutte le mattine la sveglia prima dell’alba, tutto quello che era stato e che aveva vinto travolto da un’ombra. In pochi, pochissimi, non sono mai stati attraversati da un dubbio e sono proprio Denis e Adriana, il figlio e la moglie. “Per tutti questi anni mia moglie non ha mai smesso di fare progetti e pensieri rivolti al futuro. Anche quando io credevo che non sarebbe finita mai. Lei continuava a dire: ‘quando ti assolvono faremo, andremo, saremo’ “, racconta Padovano. Mai un tentennamento, mai il timore che suo marito fosse colpevole o almeno coinvolto. Intorno la cultura del sospetto e la solitudine, i tempi patologici del processo, alcuni titoli di giornale, l’ex calciatore diventato delinquente fino a prova contraria. Diciassette anni per dimostrare la verità. Per ritornare a vivere di calcio, a lavorare per il calcio, come commentatore nella squadra di talent di Sky Sport. Come ha detto Libero Tubino, medico della Juve, Michele Padovano è in credito con la vita. Lo sa anche lui ma non vuole farlo pesare a nessuno. “Non ho rancori. Ho subito un’ingiustizia, lunghissima, ma non sono arrabbiato. Se tornassi indietro sarei più cauto ma farei le stesse cose che ho fatto”. Al Delle Alpi nell’anno della Champions gli avevano dedicato un coro. I tifosi lo ricordano ancora oggi. La sua vicenda giudiziaria è un pugno sullo stomaco ed era giusto raccontarla. Per riuscire a ricordarsi chi è Michele Padovano. Ex calciatore. Innocente. E basta così.
  12. https://x.com/Fabio_Wallys/status/1870481262953247051?t=y1gUIFfNPrz3PFR5jczlqQ&s=19
  13. Vincono cani e porci, noi vedremo
  14. https://x.com/CalcioNews24/status/1870516099026133415?t=LUL8LiAUKXu_lBZRZg2Wvw&s=19
  15. Quest'anno ventitré gol, ventuno dei quali decisivi, secondo Caressa
  16. https://www.dagospia.com/cronache/rancore-violenze-religione-ortodossa-come-nasce-faida-margherita-i-suoi-418995
  17. GIUNTOLI SILVA E HANCKO TRA LA BEFANA E FINE GENNAIO SCATTA: I bianconeri vogliono rinforzare il muro e regalare a Motta due colpi: uno subito dopo la Supercoppa e l’altro a fine mercato di Filippo Cornacchia · 21 dic 2024 Un difensore nella calza della Befana, da inserire subito dopo la Supercoppa. E un altro entro fine gennaio. All’inizio del mercato mancano meno di due settimane e la Juventus è pronta a scattare sui pedali. Contatti, sondaggi e incontri proseguono. Il dt Cristiano Giuntoli ha gettato diversi ami e adesso aspetta di capire chi riuscirà a ingaggiare subito e chi soltanto più avanti, a ridosso della sirena di chiusura. I bianconeri puntano alla doppietta: un rinforzo come investimento e un altro in prestito fino al termine della stagione per riequilibrare il reparto dopo i gravi infortuni di Gleison Bremer e Juan Cabal. Le gerarchie sono chiare, ma le tempistiche dipenderanno anche dai club venditori. Il primo nome nei pensieri di Giuntoli e Thiago Motta è quello di David Hancko, jolly mancino del Feyenoord. Per l’altro tassello si valutano diversi centrali: Antonio Silva (Benfica) resta l’ipotesi più calda dopo il sorpasso delle scorse settimane su Milan Skriniar, in uscita dal Psg e sempre nei radar bianconeri. Il prescelto Alla Juventus sono tutti d’accordo: Hancko è il tassello che manca per il presente e meglio completerebbe il reparto per il futuro. Questione di caratteristiche: è mancino e può giocare sia centrale che terzino sinistro. La trattativa con il club di Rotterdam difficilmente sarà semplice e breve. Un po’ per le resistenze degli olandesi e un po’ perché Giuntoli ha bisogno di fare cassa con almeno una cessione (Mbangula, Douglas Luiz, Fagioli o Danilo) per tentare l’assalto a Hancko. Le mediazioni sono al lavoro, però alla Continassa sono obbligati a valutare anche un piano B a livello temporale. Tradotto: ingaggiare un difensore in prestito subito, tra l’Epifania e il match di gennaio contro il Torino (11 gennaio), prendendosi tutto il mese per la corsa ad Hancko. Le valutazioni Se il 27enne slovacco è un pallino, la griglia dei “rinforzi in affitto” può variare in base alle situazioni e alle varie opportunità che si possono aprire da un momento all’altro. La Juve nei mesi scorsi è partita da Skriniar, compagno di nazionale di Hancko finito ai margini sotto la Tour Eiffel, ma poi nelle ultime settimane si è fatta ingolosire dall’occasione Antonio Silva, centrale che abbina la fisicità (187 centimetri) a una discreta velocità. Il difensore portoghese è quasi sempre in panchina nel Benfica e il suo agente Jorge Mendes - lo stesso di Francisco Conceiçao – è al lavoro per trasferire il suo giovane assistito fino a giugno. La Juventus resta in prima fila, ma i pochi minuti di Antonio Silva (994 in tutto) hanno aperto degli interrogativi alla Continassa. La pista resta concreta, intanto però i bianconeri si guardano intorno nell’eventualità che si possa aprire anche qualche altra possibilità per un prestito di qualità e rapido, da concretizzare preferibilmente al ritorno dalla Supercoppa in Arabia Saudita. Il fattore tempo non sarà un dettaglio. Motta da novembre si sta arrangiando come può per fronteggiare l’emergenza e adesso Giuntoli vuole andare in soccorso al tecnico il prima possibile, anche numericamente. Aggiungere un difensore consentirebbe all’allenatore di gestire meglio forze e rotazioni già a inizio 2025. Mentre per l’altro colpo – Hancko – probabilmente Giuntoli avrà bisogno di tutto il mese per spuntarla con il Feyenoord e trovare un possibile compromesso economico. I rapporti sono buoni, molto dipenderà dalla stagione degli olandesi attardati in campionato (-7 dalla capolista Psv, domani lo scontro diretto) e con 10 punti in classifica ancora in corsa per il playoff di Champions: Bayern e Lilla le ultime due tappe. I bianconeri continuano a valutare anche un rinforzo in attacco a prescindere dal recupero di Milik, atteso a gennaio. Il sogno in prestito resta Joshua Zirkzee (Manchester United), seguito a ruota da Giacomo Raspadori del Napoli, che potrebbe rientrare in un discorso più allargato con Danilo e Fagioli. Completano la lista Kolo Muani (Psg) e Schick (Leverkusen).
  18. andrea

    Dean Huijsen

    «Io volevo restare ma zero rimpianti Premier magica» L’ex difensore di Roma e Juventus, ora al Bournemouth «Kenan è felice di essere il 10 di un club così prestigioso» di Filippo Cornacchia TORINO · 20 dic 2024 Motta e il club mi hanno detto: dobbiamo fare cassa con te Sono qui grazie a Tiago Pinto: siamo una mina vagante Domenica sfido Zirkzee a Old Trafford, un sogno Che effetto mi fa Roma 12ª, ma salirà con Soulé Allegri mi chiamava “mangia-dormi”. E Mou... C’è una giovane-vecchia conoscenza del calcio italiano nel Bournemouth sesto in classifica e rivelazione della Premier League. Dean Huijsen, 19enne ex difensore di Juventus e Roma, si è tolto lo sfizio di segnare al Tottenham e domenica sfiderà il Manchester United dall’alto verso il basso: «È un sogno andare a giocare in uno stadio storico come Old Trafford», racconta l’Under 21 spagnolo cresciuto nel vivaio bianconero e in questa stagione a quota 11 presenze con gli inglesi. ► Domenica, a Old Trafford, ritroverà De Ligt e Zirkzee: sensazioni? «De Ligt l’ho incrociato alla Juventus e ci scriviamo ancora. Zirkzee l’ho affrontato lo scorso anno, quando era al Bologna: è forte e intelligente, speriamo di fermarlo». ► Qual è il vero segreto della Premier League? «C’è una qualità assurda, é una magia la Premier: ogni weekend puoi vincere o perdere contro chiunque. È un campionato meno tattico della Serie A, ma più veloce, intenso. E trovi campioni ovunque. Ma nessuno mi ha impressionato più di Haaland del Manchester City e di Son del Tottenham». ► Se ripensa all’addio di luglio dalla Juventus? «Sinceramente, io non sarei mai voluto andare via. Non è stata una mia scelta. Durante i primi giorni di preparazione alla Continassa, la dirigenza e Thiago Motta mi hanno detto che avevano bisogno di fare cassa con la mia cessione e che avrei dovuto trovare una soluzione». ► Aveva diverse offerte in tutta Europa, ma ha scelto il Bournemouth, che ha investito 15 milioni più bonus: c’è un motivo particolare? «Il direttore sportivo Tiago Pinto mi aveva già ingaggiato in prestito alla Roma lo scorso gennaio e in estate mi ha convinto a raggiungerlo qui spiegandomi il progetto ambizioso del Bournemouth. Tutto quello che mi ha detto a luglio si sta verificando. Non mi sono pentito, anzi… Sono sempre più felice al Bournemouth. E non sono stupito del nostro sesto posto in Premier, siamo una mina vagante. Abbiamo un ottimo allenatore come Andoni Iraola e tanti giocatori con potenzialità enormi: penso a Kluivert, Semenyo, Zabarnyi, Kerkez…». ► Che sogno avete? «Se sogno, io penso alla Champions. Ma vista la concorrenza, già qualificarsi per una delle Coppe europee sarebbe un risultato straordinario. Il prossimo anno mi piacerebbe andare in Europa e trovare Juve o Roma, che seguo sempre». ► La Juventus, dopo i gravi infortuni di Bremer e Cabal, punta a ingaggiare due difensori a gennaio. Non pensa mai: se fossi rimasto a Torino… «Non è stata una mia decisione, ma non ho rimpianti: ogni giorno sono più soddisfatto della mia avventura al Bournemouth». ► Cosa le manca della Juventus? «Il mio amico Kenan Yildiz». ► Consiglierebbe una avventura in Premier League a Yildiz? «Parliamo spesso e lo sento molto contento alla Juventus, è innamorato dei tifosi bianconeri. Non faccio fatica a credergli. Kenan è diventato meritatamente il numero 10 di uno dei club più importanti del mondo e rappresenta bene lo stile Juve. Oltre a essere speciale nei dribbling, nei passaggi e nei tiri, è un gran lavoratore». ► É in contatto con altri ex compagni? «Svilar e Pisilli della Roma. E anche con Lukaku». ► È più stupito di vedere la Juventus al sesto posto in classifica o la Roma al dodicesimo? «Fa più effetto la Roma così indietro, ma conosco gran parte dei giocatori e sono convinto che i giallorossi torneranno presto in alto». ► Ha sentito anche Soulé, suo compagno ai tempi della Juventus? «Ogni tanto ci scriviamo io e Matias. Non è facile decollare in una situazione così complicata, ma il talento di Soulé non è certo in discussione e riuscirà a mostrarlo anche nella Roma». ► Dei tanti nuovi acquisti bianconeri, chi la sta impressionando maggiormente? «Conceiçao. Punta sempre i difensori e spesso li salta in dribbling. È uno che ti fa venire il mal di testa: quando lo guardo penso a quanto sia difficile da marcare». ► La rivedremo alla Juventus, alla Roma o comunque in Serie A in futuro? «In Italia sono stato bene e nel calcio... mai dire mai. Ma adesso sto bene al Bournemouth». ► La sua esultanza stile cagnolino dopo il gol al Tottenham ha fatto il giro del mondo: come è nata? «Era uno scherzo con dei miei amici, non mi sarei mai immaginato che potesse diventare così virale». ► Se ripensa ad Allegri? «Mi viene in mente il soprannome che mi aveva dato: mi chiamava “mangia e dormi” perché la mia vita a Torino era allenarmi, mangiare e andare a letto. Sarò sempre grato ad Allegri, mi ha fatto debuttare con la Juventus in Serie A». ► Mourinho e De Rossi li ha più sentiti? «Sì. Devo tanto ad entrambi». ► Cosa non dimenticherà mai di Mourinho? «Quando mi chiamò perché mi voleva alla Roma. Ma Mou ti stupiva sempre».
  19. LO SLOVACCO CHIEDERÀ AL FEYENOORD DI ESSERE CEDUTO Positivi gli ultimi contatti tra i bianconeri e il difensore, in pressing sul club olandese per il via libera. Giuntoli tratta di Filippo Cornacchia TORINO · 20 dic 2024 La Juventus e David Hancko si avvicinano a suon di telefonate. Torino e Rotterdam non sono mai state così vicine come negli ultimi giorni. La coppia GiuntoliMotta ha scelto il difensore jolly del Feyenoord da tempo ed è sempre più convinta dell’affare. I primi contatti risalgono ad ottobre, ma subito dopo il grave infortunio di Juan Cabal (novembre) i colloqui tra le parti si sono intensificati con l’obiettivo di anticipare a gennaio quello che inizialmente era un colpo programmato per l’estate 2025. Tra la Signora e il mancino slovacco, c’è ancora la resistenza del club olandese. Hancko non ha paura di perdere il treno bianconero, però non vuole aspettare giugno o luglio e punta a trasferirsi a Torino già all’inizio del nuovo anno solare. È deciso, David. E soprattutto è pronto chiedere in prima persona al Feyenoord di agevolare la trattativa per il suo passaggio alla Juventus. Dopo una serie di messaggi indiretti, la prossima settimana si alzerà il pressing del difensore sulla società di Rotterdam. Domenica il Feyenoord chiuderà il 2024 con il big match contro la capolista Psv e fino ad allora Hancko non intende farsi distrarre da altro. Ma da lunedì, ogni giorno puòò diventare quello buono per un confronto più de-deciso con la dirigenza.genza. E sarà così per tutto gennaio,naio, quando riprenderà il campionatompionato olandese e il mercato entreràrerà nel vivo. L’operazione La Juventus aspetta il semaforo verde del gio-giocatore e del suo entourage per iniziare a costruire un puzzle difficile, ma non impossibile,impossibile, anche dal punto di vista economico. I punti di partenza sono due: la richiesta degli olandesi attorno ai 30 milioni e l’esigenzasigenza del dt Cri-Cristiano Giuntoli didi fare cassa con qualche cessione per finanziare l’assalto a Hancko: da Fagioli (Marsiglia, Napoli o Premier) fino a Douglas Luiz ( West Ham, Fulham) o Mbangula. Il Feyenoord non è un club da grandi sconti. E se in campionato è in ritardo (-7 dal Psv), in Champions ha 10 punti e si giocherà l’accesso ai Playoff nelle restanti due sfide contro Bayern e Lilla. Alla Continassa contano soprattutto sui buoni rapporti con i dirigenti olandesi per strappare condizioni favorevoli. A partire da un prestito oneroso con riscatto estivo scontato e blindato. Un po’ come quello che, a parti inverse, vede protagonista Facundo Gonzalez, giovane difensore mancino della Signora in prestito a Rotterdam. Il Feyenoord riscatterà l’uruguaiano per 6 milioni e alla fine l’assegno per Facundo potrebbe rivelarsi una parte dell’acconto per Hancko. Calafiori 2.0 Le valutazioni economiche si intrecciano con quelle tecniche. Se Giuntoli è convinto dello slovacco è anche per il suo passato alla Fiorentina, che ne faciliterebbe l’inserimento in Italia a metà stagione, e per le buone referenze sul ragazzo anche a livello caratteriale. Il dt bianconero conosce molto bene Francesco Calzona, assistente di Maurizio Sarri ai tempi del Napoli e adesso ct di Hancko nella Slovacchia. Il resto Giuntoli lo ha appurato di persona durante il blitz a Manchester dello scorso mese, quando ha seguito dal vivo il 3-3 tra City e Feyenoord con gol finale proprio dell’obiettivo di mercato. Hancko non è nuovo a segnare, ma Giuntoli e Thiago Motta sono intrigati più dalle altre qualità dell’ex viola: dalla duttilità (gioca centrale o terzino sinistro) al mix di tecnica, velocità e abilità in costruzione. Tanto da ricordare un po’ Riccardo Calafiori, l’allievo prediletto di Motta a Bologna. Tutti motivi che scaldano l’affare. «Partiamo da un difensore», il ritornello di Giuntoli. Alla fine potrebbero essere due: un investimento (Hancko) e un prestito come Antonio Silva del Benfica.
  20. https://x.com/DataMB_/status/1862104243169091935?t=Q9UjFDNNh0tDNNzh-E5TrQ&s=19
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