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andrea

Tifoso Juventus
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  1. LA "VIE EN ROSE" DI YAKI – JOHN ELKANN HA FESTEGGIATO IL COMPLEANNO DELLA MOGLIE, LAVINIA BORROMEO, CON UNA GITA-LAMPO DI FAMIGLIA A VENEZIA: HA SFOGGIATO PANTALONI COLOR CONFETTO E I SOLITI OCCHIALONI OVERSIZE PIÙ ADATTI A SANKT MORITZ CHE ALLE CALLI DELLA LAGUNA – “CHI”: “IL SUO GUARDAROBA ULTIMAMENTE HA AVUTO UNA VIRATA FASHION VERSO IL COLOR BARBAPAPÀ, SULL'ONDA DELLE TENDENZE ‘GENDER NEUTRAL’. UN PO’ COME PABLO PICASSO, L'EREDE DELL'AVVOCATO SEMBRA AVER CHIUSO CON IL "PERIODO BLU" PER IMMERGERSI IN UN SOGNO DI FENICOTTERI” 29.03.2023 Estratto dell’articolo di Carola Uber per “Chi” JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 2 È una specie di appuntamento annuale quello che, ogni primavera, porta John Elkann a Venezia. […] La ragione dell’ultima gita nella Serenissima, due weekend fa, ha a che fare con una ricorrenza specifica: il 19 marzo non era solo la festa del papà ma anche il compleanno di donna Lavinia (46 anni), e il marito l’ha voluta festeggiare portando lei e la prole nella loro città del cuore. Una vera toccata e fuga: il manager di casa Agnelli […] è infatti arrivato in elicottero all’aeroporto Nicelli del Lido alle 11 di domenica mattina e da lì è ripartito con la famiglia nel tardo pomeriggio. […] un giro in motoscafo […], una passeggiata in piazza San Marco […] e un pranzo al ristorante QuadriAlajmo, locale stellato sopra l’omonimo Grancaffè. JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 6 Per loro, il tavolo migliore, […] ma anche il più spiato, sia dai nostri obiettivi che dai gabbiani, spettatori famelici dall'antipasto fino all'arrivo della torta di compleanno della festeggiata. Una torta rosa, tradizionalmente femminile ma anche en pendant con l'outfit di Elkann, il cui guardaroba ultimamente ha avuto una virata fashion verso il color Barbapapà, sull'onda delle tendenze "gender neutral". Un po’ come Pablo Picasso [...], l'erede dell'Avvocato [...] sembra aver chiuso con il "periodo blu" per immergersi in un sogno di fenicotteri. Basta pantaloni bianchi o blu e classici girocollo "Marchionne style" e adieu anche all'evoluzione un po' più eccentrica del genere marinaro, che ha raggiunto il culmine in un abbinamento sfoggiato proprio a Venezia l’anno scorso: pantaloni di un celeste elettrico, maglione cobalto, blazer blu di Persia e occhiali da sole oversize. Adesso John vede “la vie en rose”, in tutte le sue sfumature. Qualche mese fa l’avevamo sorpreso a New York portare con disinvoltura dei calzoni color confetto con scarpe fucsia e maglione multicolor, ma lì poteva essere l’atmosfera avanguardista modaiola del Meatpacking District; ora eccolo a Venezia con gli stessi pantaloni, scarpe da golf pink and black e una pashmina tinta salmone. E la Borromeo? Solitamente “matchata” al marito, per il suo compleanno ha preferito un look più classico, su cui per contrasto spiccava la Kelly di Hermès (forse regalo del marito). Rosa, per l’appunto. JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 4JOHN ELKANN E FAMIGLIA ARRIVANO A VENEZIA IN ELICOTTERO FOTO CHIJOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 3JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 1JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 8JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 5JOHN ELKANN CON LA MOGLIE LAVINIA BORROMEO E I FIGLI A VENEZIA FOTO CHI 7JOHN ELKANN E LAVINIA BORROMEO A VENEZIAJOHN ELKANN E LAVINIA BORROMEO A VENEZIAJOHN ELKANN E LAVINIA BORROMEO A VENEZIA 3JOHN ELKANN A VENEZIA
  2. Bosco a RBN: "Gravina ostile nei confronti della Juventus perché vuole un posto in UEFA" 28.03.2023 23:00 di Alessandra Stefanell Il giornalista Andrea Bosco ha parlato a Radio Bianconera nel corso di 'Cose di Calcio': "L’obiettivo di Gravina è dichiarato, se non sottoscritto da dichiarazioni ufficiali, ed è quello di trovare un posto in UEFA. L’ostilità che sta mostrando nei confronti della Juventus si è manifestata nel momento in cui ha deciso di nonc onsegnare le carte alla difesa. Da quando è in carica non ha fatto una sola riforma, neanche quelle più urgenti. Per ciò che riguarda l'udienza, vedo che si continua a perseverare in un errore di fondo: le due inchieste, quella Prisma e quella sportiva, devono essere separate. La giustizia sportiva ha fatto una cosa ignobile, penalizzando una squadra a campionato in corso. La mia sensazione è che il CONI deciderà in assoluta continuità della giustizia sportiva, cioè deciderà di non decidere".
  3. Aicardi (Azionista Juve): "La mia associazione non si costituirà parte civile, chi è vicino alla società non dovrebbe mettersi dalla parte dell'accusa" 27.03.2023 13.30 di Mirko Di Natale La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il presidente dei piccoli azionisti della Juventus, Paolo Aicardi, per parlare approfonditamente delle ultime vicende extra campo bianconere e non solo: Si vocifera che una trentina di azionisti si costituirà parte civile all'udienza preliminare per l'inchiesta Prisma. Come commenti questa indiscrezione? "Posso dire che l'associazione di cui sono presidente, al momento, non lo farà. Chi è vicino alla società, non dovrebbe mettersi dalla parte dell'accusa. La Juventus non è nemmeno rinviata a giudizio, il dubbio poi è che ci si può costituire parte civile soltanto dalla prima udienza. Il club, sulla manovra stipendi, non ha omesso di fare delle comunicazioni sociali. C'è ancora tutta una questione che dovrà essere definita, ovvero sull'applicazione del comma del criterio contabile internazionale. Tra l'altro, dal principio di gennaio, sono cambiati tutti i criteri contabili internazionali. Questo va ribadito". La questione da te citata, la possiamo approfondire già adesso? "E' una questione molto tecnica, dove si sfideranno pareri super esperti a livello mondiale. Non è un comportamento, a mio giudizio, fraudolento o distorsivo della realtà, è che una società ha deciso di muoversi in un modo o piuttosto in un altro alla luce del sole. Nessuno ha tenuto nascosto nulla, poi c'è difformità di giudizio anche tra Consob, Procura e altre parti coinvolte". Che cosa succederebbe in caso di condanna della Juventus? "Se dovesse venir condannata, innanzitutto bisognerà capire il perché. Difficilmente ci potrà essere una condanna penale per gli amministratori, penso più ad una sanzione pecuniaria. Se questo facesse emergere una condotta penalmente rilevante per la Juventus, il risarcimento che queste persone potrebbero richiedere sarebbe da parametrare alla perdita di valore del titolo. A meno che non sia formale, potrebbe essere anche simbolico come 1€, 100€, 1000€ da dare in beneficenza. E' una iniziativa che non mi appassiona particolarmente. C'è però una cosa che mi preoccupa". Cosa? "Sono preoccupato da cosa farà la giustizia sportiva rispetto a questo procedimento. Loro hanno questo mantra delirante di voler far presto a tutti i costi, rispetto a questa cosa non si può dire che la Juventus abbia violato i valori della lealtà sportiva. La giustizia sportiva dovrebbe aspettare che si pronunci quella ordinaria, qui non ci sono telefonate e principi assurdi come per la storia delle plusvalenze. Qualora dovessero anticipare il giudizio, senza approfondirlo come merita, lì sì che bisognerebbe far qualcosa: specialmente nel caso in cui la Juve dovesse esser assolta. E cosa succederebbe? Per me bisognerebbe chiedere i danni alla Lega e alla Federcalcio".
  4. C'è già in Off Topics
  5. Padovan: "Inchiesta Juventus, questa volta non finirà come con Calciopoli" 28.03.2023 Nel suo editoriale per Calciomercato.com, Giancarlo Padovan ha parlato della situazione della Juventus. Di seguito, un breve estratto. "Questa volta non finirà come con Calciopoli. Ovvero la Juve può essere condannata e perfino retrocessa dalla giustizia sportiva che, al contrario di quella ordinaria più che rapida sembra sbrigativa, ma comunque vada il ricorso al Tar è praticamente scontato. Non ho informazioni segrete da Torino, non conosco la nuova dirigenza, i rapporti con l'ex Real Casa o si sono raffreddati o sono antecedenti a John Elkann, fatto sta che "ci difenderemo con tutte le forze", un mantra del presidente Ferrero, significa una sola cosa: che la Juve, alla fine delle sentenze sportive, si rivolgerà alla giustizia amministrativa con la possibilità di far saltare il banco".
  6. dicono che Varriale andrà in pensione in autunno praticamente vuole una trasmissione per poter festeggiare il terzo scudetto sventolando un bandierone del Napoli negli studi Rai?
  7. Ma quale super partes, Grasso è un granata antijuventino scusate il pleonasmo è un granata
  8. il cervo ha detto che è seduto sulla riva del fiume ad aspettare
  9. «Er gol de Turone», una sorta di cold case del calcio italiano Aldo Grasso · 28 mar 2023 Il 10 maggio 1981 al Comunale di Torino si affrontarono la Juventus e la Roma, una partita scudetto. Finì 0-0. Un punto fondamentale per la Juve che vinse poi il 19° titolo. Nel finale, Bruno Conti trova Pruzzo che di testa anticipa Prandelli e allunga il pallone, Turone si fionda, colpisce di testa e insacca: 1-0 per la Roma. L’arbitro Bergamo convalida, il guardalinee — il signor Sancini di Bologna (oggi con capelli tinti) — alza la bandierina. Fuorigioco, gol annullato. Con moltissimi dubbi. Il documentario «Er gol de Turone era bono» di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet cerca di ricostruire un «buco nero» della storia mitologica del calcio italiano: quel non-gol è la madre di tutte le polemiche arbitrali, tanto che l’espressione diventa proverbiale per indicare un’ingiustizia (Rai1). «Er gol de Turone» è una sorta di cold case italiano, di tragedia senza fine, per la tifoseria romanista è una indelebile macchia che si tramanda di padre in figlio. Ma è anche un tuffo nel passato della tv italiana: «Il processo del lunedì» del 1981 (ideato da Enrico Ameri, che conduce due edizioni affiancato da Carlo Nesti), i corrispondenti da Torino Beppe Barletti e Andrea Boscione, la telecronaca di Nando Martellini, il commento della partita a «90° minuto» di Beppe Viola, la «Domenica sportiva» condotta da Tito Stagno, il commento di Gian Paolo Ormezzano, la disputa perenne tra Giorgio Martino (tifoso romanista) e Carlo Sassi, il commentatore della moviola. A distanza d’anni, Martino sostiene che il «telebeam» (la prima applicazione elettronica alle immagini) dimostrò poi che il gol era valido; Sassi è per il fuorigioco: «Hanno un po’ acchittato quel macchinario pro domo propria. Ma Turone era in fuorigioco». Benedetto sia il Var! Turone l’ho incontrato nel 1966, allo stadio Valerio Bacigalupo di Savona, finali regionali juniores. Avrei dovuto marcarlo, invano. Turone fu il migliore in campo, segnò e fece vincere il Genoa. Al termine della partita mi mostrò la palla, prima di consegnarla all’arbitro, per dirmi: finalmente la vedi. Da quel giorno ho smesso di giocare a calcio perché sul campo si è giudicati solo per quello che si fa. Per il resto c’è sempre un signor Sancini.
  10. Juve: piccoli azionisti e Consob parte civile, non c’è la Figc Simona Lorenzetti Massimiliano Nerozzi 28 mar 2023 L’attesa discussione sulla competenza territoriale — a Torino, come sostiene la Procura, a Milano (o Roma) come chiedono le difese — ci sarà il 10 maggio. Ieri, già all’ora di pranzo, il gup Marco Picco aveva infatti esaurito il menù della prima udienza per l’inchiesta sui conti della Juve: ovvero, la citazione del club e della società di revisione Ernst&Young come responsabili civili, su richiesta di alcuni piccoli azionisti (una cinquantina in tutto). «Ci sono persone — spiega Tiziana Sorriento, legale del Codacons — che hanno perso dai cinque ai diecimila euro, e anche chi ha patito un danno di 50 mila». L’indagine della guardia di finanza, coordinata dall’aggiunto Marco Gianoglio e dal pm Mario Bendoni, accusa gli ex vertici Juve, e la società stessa, di manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali per i bilanci 2019/2020/2021, ostacolo agli organi di vigilanza e false fatturazioni. Ha depositato la costituzione di parte civile anche la Consob, che nel luglio 2021 avviò un’ispezione sulle plusvalenze; non l’ha invece fatto l’Agenzia delle Entrate, benché nel capo d’imputazione si parli di circa 400 mila euro di Iva evasa. Assente la Federcalcio, che s’è così chiamata fuori dalle questioni penali per portare avanti le proprie accuse di fronte alla giurisdizione sportiva. Nell’ambito della quale, a giorni, si attendono le conclusioni del procuratore federale Giuseppe Chiné per l’istruttoria sulla manovra stipendi. Nessun segnale dai legali di Dybala e Ronaldo, che pure avanzano richieste per i soldi non ancora ricevuti dalla seconda manovra stipendi: almeno stando alla ricostruzione degli investigatori e alle mosse dei loro avvocati. L’attaccante della Roma ha detto di rivolere circa 3 milioni di euro, mentre CR7 avanzerebbe sui 19 milioni. Rivendicazioni che, nel caso, saranno fatte valere in sede civile. Sempre con il rischio però di finire nel mirino della giustizia sportiva, come parte in causa per gli accordi integrativi sul recupero delle mensilità posticipate, sottoscritti ma mai depositati in Lega calcio.
  11. Lo potranno fermare soli i problemi al fegato o allo stomaco
  12. Pizza, birra e tiramisù?
  13. La dieta da 6000 calorie di Erling Haaland: no a zuccheri, sale e olio, sì all'acqua filtrata Alla base delle straordinarie prestazioni del centravanti del City, c’è (anche) un rigido regime alimentare. Scopriamola Fisico notevole elastico, potente: madre natura ha fatto la sua parte, ma Erling Haaland lo gratifica ogni giorno con una cura maniacale fatta di allenamenti e non solo. L’attaccante norvegese è in un grandioso stato di forma. A parte le sue immense qualità fisico-tecniche, sembra che le eccezionali prestazioni dipendano anche dal suo stile di vita e dalla sua dieta: Haaland è rigoroso nell’alimentazione. Le regole? Le ha rivelate lui stesso nel documentario Haaland: The Big Decision. Per raggiungere le calorie richieste, 6000 al giorno, il giocatore consuma di tutto: pasta, pollo, pesce, verdure, frutta, verdura, banditi però olio e sale e carne bovina; il cibo deve essere di assoluta qualità, il più locale possibile, predilezione per cuore e fegato bovino. Una dieta attenta anche ai liquidi: acqua filtrata, niente bevande zuccherate, niente alcool. Per uno sportivo d’élite come Haaland, fenomeno definito “alieno”, che fa yoga prima di dormire, si celano tantissimi sacrifici e una routine alimentare finemente organizzata. “Consumare circa 6000 kcal al giorno non è cosa semplice, soprattutto in termini di bilanciamento dei macronutrienti – spiega Gaia Gottardi, biologa, nutrizionista-. Ogni individuo necessita di una dieta cucita sulle proprie esigenze, personalizzata. Un calciatore professionista si sottopone a svariate sessioni di allenamento, sia in campo sia in palestra: sarà necessario introdurre una quantità di cibo adatta a sostenere tutte le attività svolte, oltre alle opportune integrazioni”. PER ERLING HAALAND DIETA SENZA OLIO E SALE — “Diminuire il quantitativo di grassi dato dai condimenti può contribuire a bilanciare la quota lipidica a fronte di un consumo di cibi di provenienza animale che altrimenti diventerebbe eccessiva - precisa l'esperta -. Senza però dimenticare che una quantità giornaliera di olio extravergine di oliva per noi comuni mortali conserva una potente attività antiossidante data dai polifenoli presenti al suo interno. In particolare riducono i livelli di radicali liberi proteggendoci dallo stress ossidativo e inibiscono l’attivazione di processi infiammatori. Inoltre sono utili nel contrastare la formazione della placca aterosclerotica e insieme alla vitamina E hanno risvolti positivi sulla pressione arteriosa, dati dal miglioramento dell’elasticità à dei vasi sanguigni. Eliminare il sale, più nello specifico il sodio all’interno del cloruro di sodio, può aiutare su più livelli. Il quantitativo giornaliero di sale deve essere inferiore ai cinque grammi circa; due grammi di sodio e un eccesso di sale può portare a problematiche di ipertensione, con conseguente aumento del rischio cardiovascolare e renale. Eliminare o abbassare il quantitativo di sale riduce il gonfiore addominale dato da una minor ritenzione dei liquidi, il rischio di calcolosi renale, osteoporosi e cancro allo stomaco". 27 marzo 2023
  14. Juventus, oggi prima udienza l’obiettivo: cambiare tribunale La difesa del club chiederà di portare gli atti a Milano o Roma, la Procura si oppone Di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi · 27 mar 2023 Quasi due anni di indagini e oltre quattro mesi di intercettazioni, finiti in 18 faldoni di inchiesta sui conti della Juve, arrivano stamattina davanti al gup di Torino Marco Picco, per l’inizio dell’udienza preliminare: secondo l’ipotesi della Procura, con la contabilizzazione delle plusvalenze (quelle giudicate «artefatte o fittizie») e le manovre stipendi, gli ex vertici del club avrebbero sostanzialmente alterato i bilanci; per le memorie difensive, invece, ci potrebbero essere tuttalpiù «profili di non conformità, ma nessuna falsità bilancistica, come rilevato dalla Consob». Gli accertamenti della guardia di finanza, coordinata dall’aggiunto Marco Gianoglio e dal pubblico ministero Mario Bendoni, si sono concretizzati in quattro capi d’accusa: false comunicazioni sociali di società quotata (per i bilanci 2019/20/21), ostacolo agli organi di vigilanza, false fatturazioni e manipolazione del mercato. Ed è su quest’ultima imputazione che s’annuncia la prima battaglia, per decidere su quale campo (giudiziario) giocare: i legali dei bianconeri chiederanno di portare gli atti a Milano o, in subordine, a Roma; con un’istanza che già era stata avanzata alla Procura generale della Cassazione. E dichiarata inammissibile solo perché l’allora richiesta di rinvio a giudizio dei pm aveva chiuso la fase procedimentale. Ora deciderà la corte di Cassazione, dove il gup — anche di propria iniziativa — dovrebbe spedire la questione. «In adesione all’univoca giurisprudenza di legittimità e di merito sul tema — sostiene la difesa — il contestato reato più grave si è consumato a Milano». Poiché lì, tramite il sistema informatico Sdir, diventerebbero pubbliche le comunicazioni a Borsa e investitori. Con la concretizzazione della manipolazione del mercato. Oppure sarebbe competente Roma, dove si trova il server del service. Di opposto avviso la Procura, che depositerà memoria: i comunicati furono emessi alla Continassa, e da quando viene premuto il tasto invio, sono immodificabili. Un reato istantaneo. Gli imputati sono 12: l’ex presidente Andrea Agnelli, l’allora vicepresidente Pavel Nedved, l’ex ad Maurizio Arrivabene e l’ex ds Fabio Paratici (oggi al Tottenham), più altri ex manager e componenti del vecchio cda (Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano) e alcuni revisori dei conti (Stefania Boschetti, Roberto Grossi). Sott’accusa anche Cesare Gabasio, capo dell’ufficio legale, considerato dagli investigatori «l’ideatore» delle manovre stipendi. Imputata la stessa Juve, chiamata in causa come società. Tutto era partito nella primavera-estate del 2021, quando era iniziata anche l’ispezione della Consob: proprio questa fece intrecciare decine di telefonate tra i dirigenti, ignari di essere ascoltati dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle. C’è chi spera di «supercazzolare» gli ispettori della Consob e chi, al ristorante, confida: «La situazione è davvero delicata. Io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa invece ce la siamo creata noi». Conversazioni che però — avvertono i legali, tra i quali gli avvocati Luigi Chiappero, Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio, Paola Severino — devono essere contestualizzate e lette nella loro completezza. Alcuni piccoli azionisti chiederanno di costituirsi parte civile.
  15. Il primo oggi è già a ventuno tweet e la giornata è ancora lunga
  16. De Paola su Sportitalia.com: “Il 19 aprile capiremo se ha ancora senso la giustizia sportiva” 26.03.2023 Paolo De Paola su Sportitalia.com: "Giustizia sportiva, Nazionale e calcio italiano sono argomenti legati da un comune denominatore. Hanno un vertice dirigenziale clamorosamente inadeguato. Gravina e Mancini sono le due facce della stessa medaglia. Una medaglia di plastica rispetto a quella di metallo puro che stanno mostrando i nostri club in Europa. Possibile non rendersi conto dello stridore fra due realtà così diametralmente opposte? Mentre le nostre squadre fanno tremare l’Europa in tutte le manifestazioni, la Nazionale arranca e continua a perdere anche dopo una vergognosa eliminazione dal Mondiale. Le mancate dimissioni di Gravina e Mancini rappresentano un peccato così gigantesco da scatenare una malinconica crisi di rigetto nei confronti della nostra rappresentativa più amata. Crisi che coinvolge spettatori e giocatori. Mentre un cambio avrebbe rappresentato linfa vitale verso un miglioramento, la stagnazione deprime ogni slancio di rinnovamento. Ricordiamo che Abete e Prandelli ebbero la dignità di dimettersi dopo il deludente mondiale in Brasile del 2014 ma almeno erano arrivati fin lì e comunque Prandelli aveva raggiunto una finale europea due anni prima. Insomma il calcio è momento, non è storia. Il calcio è privo di riconoscenza. Il calcio è scoperta. La memoria riempie gli albi d’oro, non aiuta a vincere le partite. Per ottenere risultati bisogna scegliere il meglio che c’è in un dato periodo e saperlo mettere in campo. Senza far prevalere l’orgoglio personale come nel caso Zaccagni che fa a pugni con la pazienza dimostrata invece nei confronti di Balotelli. Mancini è un formidabile allenatore e nessuno può dimenticare l’Europeo vinto, ma dopo l’eliminazione dal Mondiale la sua strada è diventata drammaticamente in salita e avrebbe dovuto capirlo da tempo. La Nazionale non ride, ma la giustizia sportiva piange. Se, e ribadiamo se, il Collegio di Garanzia del Coni, il 19 aprile, dovesse cancellare (per motivazioni insufficienti o vizi di forma) la decisione del meno quindici comminata dalla Corte d’Appello alla Juventus, il presidente federale non avrebbe più scampo: dovrà dimettersi prendendo atto dell’evidente inadeguatezza degli organismi disciplinari da poco riformati dallo stesso Gravina. Non ci sembra normale che in prima istanza ci sia una sentenza, in seconda un’altra e in terza ancora un’altra. E non sarebbe la prima volta. Tutti ricorderanno il papocchio fra Napoli e Juve durante la pandemia: si passò da uno 0-3 a tavolino, a partita da rigiocare con intervento delle ASL campane. Sempre con sentenze diverse in ogni grado di giudizio. Comprendiamo la necessità della giustizia sportiva di essere celere ma in questo modo non si capisce nulla e soprattutto si trasmette un sentimento di profonda ingiustizia. Che senso avrebbe togliere quindici punti a una squadra per poi restituirglieli tutti o quasi a campionato in corso? Se togli, momentaneamente, a qualsiasi club la possibilità di raggiungere un obiettivo neghi, alterandola, la natura stessa della competizione. Come se non bastassero i guai in casa si mette anche l’Uefa di Ceferin e degli sceicchi a condurre battaglie contro chiunque si frapponga sul loro cammino per risollevare i club dalla crisi e per uscire da un’egemonia antistorica e indegna che ha prodotto quel bel pateracchio del Mondiale in Qatar. E non parliamo solo di Juventus: sentito De Laurentiis di recente? Per carità, non chiamatela Superlega, ma un modo diverso di concepire le competizioni deve pur esserci. E ricordiamo che il periodo d’oro per il calcio cominciò proprio in quel 1986 al quale fa riferimento il presidente del Napoli quando il campionato era a sedici squadre, si giocava di meno, ma l’attesa di qualsiasi avvenimento era vissuta e narrata in altro modo. Oggi, nel nome di un consumismo sfrenato non si apprezza più nulla e si bruciano in un lampo milioni e campioni. C’è ancora un grande desiderio di calcio e le nostre squadre in Europa stanno dimostrando di tenere testa a squadroni con ben altre risorse, ma è tempo di cambiare a tutti i livelli.
  17. Plusvalenze per 400 milioni, così partì l’inchiesta sulla Juve Dai giornali il fascicolo K e il 25 maggio 2021 la prima delega alla Guardia di finanza Simona Lorenzetti Massimiliano Nerozzi · 26 mar 2023 Tutto inizia da diversi articoli di giornale, che evidenziavano plusvalenze record della Juve: «Dal 30 giugno 2018 al gennaio 2021 ne sono emerse per 416.933.597 euro», scriverà la Guardia di finanza. Così, la Procura apre un fascicolo «modello K», ovvero «atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono eventualmente richiedere approfondimenti». E il 25 maggio 2021, l’aggiunto Marco Gianoglio e il pm Mario Bendoni firmano la prima delega d’indagine alle Fiamme gialle. Tutto inizia da diversi articoli di giornale che sottolineavano plusvalenze da record da parte della Juve: «Dal 30 giugno 2018 al gennaio 2021 — scriverà nella prima annotazione la Guardia di finanza — ne sono emerse per 416.933.597 euro, conseguenza delle operazioni di cessione dei diritti relativi a 71 calciatori». Così, a primavera del 2021, la Procura di Torino apre un fascicolo «modello K», ovvero «atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti». Succede non di rado negli uffici inquirenti, e la maggior parte delle volte il tutto finisce archiviato, senza che nessuno ne sappia alcunché. In questo caso, l’indagine è relativa «a bilanci ed oscillazioni del titolo di società quotata». Non ci sono ipotesi di reato e ancor meno persone indagate. È il 25 maggio dello stesso anno quando, con una paginetta a firma del procuratore aggiunto Marco Gianoglio e del pm Mario Bendoni, la Procura delega i primi accertamenti al nucleo di polizia economico finanziaria di Torino delle Fiamme gialle. Così scrivono i magistrati: «In relazione al procedimento in epigrafe — all’epoca ancora un fascicolo modello K, numero 3160/2021 — si prega di visionare gli atti e di approfondire le operazioni di trasferimento di calciatori poste in essere, in entrata e in uscita, dalla Juventus negli esercizi chiusi al 30 giugno 2018, 2019, 2020, nonché nell’esercizio in corso». In particolare si chiedevano accertamenti sui «valori dei cartellini», sugli «stipendi», e sulla «disciplina contabile e fiscale delle plusvalenze». Al momento, si tratta di approfondire la vicenda, «attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso alla guardia di finanza e delle fonti aperte». Il mese successivo arriva la prima annotazione dei militari — 34 pagine che riassumono l’attività di due marescialli della sezione Reati societari e fallimentari e del capitano Vincenzo Piccolo, che la dirige — firmata dal comandante del gruppo Tutela mercato capitali, il tenente colonnello Mauro Silvari. All’ultimo paragrafo c’è la conclusione: «Si vogliano valutare eventuali ulteriori approfondimenti, anche nella prospettiva della configurabilità di possibili ipotesi di reato di false comunicazioni sociali delle società quotate». Nel documento si sottolineavano le operazioni «a specchio» e l’ipotesi che «la società potrebbe aver indicato nei bilanci valori di cessione superiori a quelli effettivi al fine di compensare le perdite di esercizio o, comunque, influire sulle stesse». Come pure si osservava un «costante incremento» di perdite e ammortamenti, e una parallela crescita delle plusvalenze. Il 12 luglio 2021 — emerse nella relazione finanziaria — la Consob avviò poi una verifica ispettiva sul club: tre giorni più tardi, iniziarono le intercettazioni della Finanza.
  18. I tormenti di papà Kean «Sfrattato per debiti ho fatto tanti errori ma Moise non mi aiuta» Simona Lorenzetti · 25 mar 2023 ” Il sindaco di Fossano Assurdo che il figlio non lo aiuti, basterebbero 10 mila euro all’anno... «Ho sbagliato, nella mia vita ho commesso tanti errori. Ho chiesto scusa e vorrei solo che i miei ragazzi mi perdonassero». Biorou Jean Kean, 62 anni, è il padre dell’attaccante della Juventus Moise. Sa di non essere stato un papà perfetto, tutt’altro. Ma ora vorrebbe provare a rimediare e riannodare un filo spezzato più di quindici anni fa. Oltre che di Moise e del fratello maggiore Giovanni, Biorou Jean Kean è padre di altri tre figli, nati dal suo secondo matrimonio, che vivono con lui a Fossano, in provincia di Cuneo: «I ragazzi si conoscono, ma non si frequentano. Comincio a invecchiare e vorrei tanto rivedere la mia famiglia unita. Tutti i giorni prego perché possa accadere». Qualche settimana fa l’uomo si è trovato improvvisamente in mezzo a una strada: «Siamo stati sfrattati perché avevamo 13 mila euro di debiti di spese condominiali. Il padrone di casa aveva le sue buone ragioni e non si capacitava che non riuscissimo a pagare. Forse pensava fossi ricco perché lo è mio figlio. Ma non è così». Lui e la sua famiglia ora sono ospiti in una struttura a spese del Comune e il sindaco di Fossano Dario Tallone sta cercando di dar loro una mano. «Come farei per qualunque fossanese in difficoltà — spiega il primo cittadino della città piemontese —. Nell’ottobre scorso gli abbiamo riconosciuto la cittadinanza italiana. Ed entro aprile gli verrà assegnato un alloggio». Tallone conosce bene la storia di Biorou Jean: «Mi sembra assurdo che il figlio non lo aiuti economicamente. Bastano 10 mila euro l’anno per un affitto». Insomma, questione di soldi e di sentimenti. «Ogni tanto gli mando qualche messaggio. A volte neanche mi risponde, altre si limita a inviarmi un “Ciao”». Da genitore riconosce i propri sbagli, come la decisione di tornare in Africa dopo il divorzio e di lasciare che la moglie se la cavasse da sola con due bambini piccoli: «Hanno sofferto molto per causa mia e mi dispiace». Ma ricorda anche di aver assecondato il talento calcistico dell’attaccante: «Lo portavo alla scuola calcio ad Asti e poi a quella del Toro. Fino alla Juventus. Vederlo giocare e segnare mi riempie di orgoglio e vorrei poter esultare con lui».
  19. Rivoluzione Bayern Che botto a Monaco Fuori Nagelsmann e squadra a Tuchel di Pierfrancesco Archetti · 24 mar 2023 I rossi superati domenica dal Dortmund ma il tecnico paga anche per il carattere Quando al Bayern sentono puzza di bruciato, e basta anche un secondo posto per far scoppiare un incendio, agiscono in maniera drastica: Julian Nagelsmann, allenatore campione di Germania in carica, è stato licenziato. La società non ha ancora ufficializzato il divorzio, dovrebbe farlo oggi, ma i media tedeschi lo già hanno annunciato e Nagelsmann è stato informato ieri sera dal club. La decisione è clamorosa, visto che la squadra è in corsa su tre fronti. E’ seconda in campionato, sorpassata di un punto dal Borussia Dortmund e con lo scontro diretto in programma alla ripresa del campionato. Ma i bavaresi sono anche nei quarti di Champions, dopo aver eliminato il Psg: si scontreranno con il Manchester City dell’ex Guardiola. E anche in Coppa di Germania, il Bayern è ai quarti, se la vedrà con il Friburgo il 4 aprile. Il Triple, come lo chiamano in Germania, è ancora possibile. Arriva Tuchel Il posto di Nagelsmann sarà preso da Thomas Tuchel, vincitore della Champions 2021 con il Chelsea e licenziato dai Blues lo scorso 7 settembre. Tuchel, ex Borussia Dortmund ma anche ex Psg, con cui perse la finale di Champions 2020 proprio contro il Bayern, vive a Monaco e già nei giorni scorsi ha avuto contatti con la dirigenza. Lunedì dovrebbe dirigere il suo primo allenamento a Saebenerstrasse. Già nel passato Tuchel era stato vicino al Bayern: nel 2018 il Psg bruciò sul tempo Hoeness e Rummenigge. L’allenatore tifoso Nagelsmann, 35 anni, più giovane del suo capitano Manuel Neuer, era arrivato alla squadra di cui era tifoso da bambino nella scorsa stagione. Per strapparlo al Lipsia, al Bayern avevano dovuto pagare 15 milioni al club della Red Bull, con bonus a salire che avrebbero potuto far lievitare la cifra di altri 10 milioni. Per far quadrare la spesa, lo stesso Nagelsmann aveva rinunciato a una parte d’ingaggio, pur di far parte della squadra dei suoi sogni. Ma nel primo anno al Bayern, l’allenatore bambino ha vinto “soltanto” il titolo di Bundesliga, il decimo consecutivo. In Champions era stato eliminato ai quarti dal Villarreal; in Coppa di Germania era uscito perdendo 5-0 con il Gladbach. «Lo so che dovevo fare di più, dal Bayern si attendono tutti il massimo» disse tirando il bilancio annuale. Rimontato dal Borussia La situazione attuale è diventata complicata per lui perché dalla ripartenza del campionato il Borussia Dortmund ha mangiato 10 punti al Bayern, arrivando domenica al sorpasso dopo la sconfitta dei campioni a Leverkusen. Il Bayern però ha passato il turno in Champions eliminando il Psg, vincendo entrambe le gare, come del resto ha vinto tutte le altre sei di questa competizione, in stagione. Ma domenica a Leverkusen il ds Hasan Salihamidzic aveva sbottato: «Questo non è il vero Bayern. Senza mentalità vincente, durezza nei contrasti, senza forza, voglia di imporsi. Una cosa del genere l’ho vissuta raramente». L’allenatore in questi giorni di sosta è andato in vacanza in montagna per cercare di rilassarsi e tenersi lontano dai veleni. Inutile. Nagelsmann paga anche un carattere particolare: l’ultimo scontro con Neuer dopo il licenziamento del preparatore dei portieri. Non che Tuchel sia uno tenero, però a Monaco sono abituati a questi spettacoli, non per niente il Bayern ha come soprannome Fc Hollywood.
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