andrea
Tifoso Juventus-
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Inzaghi ha già detto spiaze?
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NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
andrea ha risposto al topic di Bradipo76 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Ha detto che amava il calcio -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Questa era un'entrata antirazzista -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Pagliacci -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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@JU29ROTEAM Interessante articolo di Mario Seminerio sulla contabilità creativa della SEIF, società editoriale de il Fatto Quotidiano, testata con la quale collaborano noti fustigatori come Ziliani e Travaglio. La società avrebbe raggiunto l'utile solo grazie a una mega PLUSVALENZA per un'operazione tra parti correlate. Quindi grazie ad una operazione contabile di natura simile a quelle per cui la Juventus si è ritrovata con 15 punti di penalizzazione sul groppone nell'attuale campionato di Serie A. E questa operazione verosimilmente ha consentito, tra l'altro, di pagare lo stipendio ai succitati. Quando si dice predicare bene e razzolare male. https://phastidio.net/2023/04/05/la-mia-amica-cartomante-e-il-giorno-del-tarocco/… -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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“SE LA PRENDONO CON TUTTI PER NON PUNIRE SOLO LA JUVENTUS” – I TIFOSI DI ROMA E LAZIO SCATENANO IL PUTIFERIO DOPO L’INDAGINE SULLE PLUSVALENZE CHE HA COINVOLTO IL CLUB GIALLOROSSO E QUELLO LAZIALE – “I MANDANTI SONO GLI JUVENTINI. SE VANNO GIÙ LORO VOGLIONO PORTARSI TUTTI DIETRO” – L’AUTOIRONIA GIALLOROSSA: “SE CONTROLLANO I BILANCI E VEDONO CHE ABBIAMO PAGATO 42 MILIONI PER SCHICK, AL MASSIMO CI COMMINANO UN BONUS TENEREZZA” 06.04.2023 14:39 Estratto dell'articolo di Marco Juric per “la Repubblica - Edizione Roma” “Non possono punire solo la Juventus, per questo se la prendono con tutti”. Le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici di Roma e Lazio (oltre che in quelli della Salernitana) hanno scatenato un putiferio social da parte di entrambe le tifoserie. (...) Anche qui, il coro sui social è unanime, senza distinzioni di tifo: “ Sono loro ( gli juventini, ndr) i mandanti.Se vanno giù loro vogliono portarsi tutti dietro”. La rabbia è cieca, ma la paura di penalizzazioni è viva negli occhi dei tifosi di Roma e Lazio. Per una notizia che nessuno si aspettava, almeno in questi termini e a questo punto della stagione con ancora tutto in ballo. In attesa dello sviluppo delle indagini sui social è partita la guerra degli sfottò tra le due tifoserie, con il chiaro intento di allontanare i brutti pensieri. Andrea, un tifoso della Roma, predica tranquillità su Twitter: “È un semplice controllo, devono fare tutti gli accertamenti possibili.Ma troveranno tutto in ordine”. Anche Valentina, su Facebook non si fa prendere dall’ansia, anzi rilancia: “ Tutta polvere negli occhi. Semmai dalle perquisizioni di Lazio e Salernitana può uscire qualcosa di interessante”. Lucio su Twitter aggiunge un elemento, quello relativo all’uscita dalla Borsa della Roma a fine del 2022: “Ma la Consob glielo ha comunicato che aveva già controllato?”. C’è chi invece non ha interesse a parlare di tecnicismi finanziari o sfottò ai laziali. Gianluca su Facebook si lascia andare al fatalismo più estremo del tifoso giallorosso: “ Se controllano i bilanci e vedono che abbiamo pagato 42 milioni per Schick, al massimo ci comminano un bonus tenerezza”. I tifosi della Lazio invece si dividono in due fazioni. Chi difende la società con il vecchio adagio “ ci vogliono fermare, diamo fastidio”. (...) Chi invece quasi esulta alla notizia, come Antonio su Twitter: “ Se Akpa Akpro ci libera di Tare e Lotito gli costruisco personalmente la statua fuori Formello”. Seguito da Leonardo su Facebook: “ Società da cambiare, questi due personaggi non possono più rappresentarci”. E si è solo all’inizio delle indagini e ancora tutto deve avvenire. Con un campionato in pieno svolgimento e una squadra a dominare. Anche lei messa nel mirino dai tifosi di Roma e Lazio. “ A questo punto attendiamo però anche notizie da Napoli sulle cifre dell’affare Osimhen”. -
NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO
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Ma c'è qualche TV o giornale che ha parlato del pugno di Handanovic? -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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ma Cappuccetto Rosso quelle *****e dell'Uefa le querela? -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Se lo pagano torna -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Damascelli: "La Juventus che patteggia mette Agnelli contro Elkann" 05.04.2023 13:40 di Rosa Doro Nel suo pezzo per Il Giornale, Tony Damascelli ha parlato di uno scontro tra Agnelli e John Elkan: "Ultime da Torino: la nuova dirigenza sta cercando una soluzione morbida e diplomatica per uscire dallo tsunami che ha colpito il club. Il presidente Ferrero e l'amministratore delegato Scanavino hanno disegnato un piano, seguendo le indicazioni dell'azionista di riferimento John Elkann, nel tentativo di rendere meno afflittive le sanzioni che potrebbero colpire sia il club, sia la squadra, tra pesanti pene pecuniarie e clamorosi provvedimenti disciplinari. Il patteggiamento a livello italiano e poi europeo, con la nostra giustizia sportiva e con il tribunale dell'Uefa è, di certo, la via più logica per affrontare il prossimo futuro senza l'angoscia di una retrocessione o una forte penalizzazione, in questo torneo o nel prossimo campionato, oltre a sanzioni ultra milionarie su un quadro contabile già devastato. Ma questa nuova via politica e legale non sarebbe gradita all'ex presidente che la considera, ovviamente, una ammissione di colpe che lui, al contrario, continua a respingere, pur nell'evidenza di dati e di fatti che avevano portato lui medesimo, insieme con tutto il cda bianconero, a rassegnare le dimissioni evitando colpi di scena inauditi nel caso fosse stato reiterato il reato (si parlò di arresti)". -
. Ravezzani bacchetta stampa italiana: "Presidente Inter inseguito per debiti da Hong Kong a Milano e nessuno lo dice. Queste sono cose importanti" Presente negli studi di Top Calcio 24, il direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani, dice quello che quasi nessuno scrive (o ha il coraggio di scrivere) sui quotidiani italiani. Tuttojuve.com ha sintetizzato il suo intervento: "Io ho rilevato una mancanza di carisma di Inzaghi, in una società che ha enormemente bisogno di qualcuno che abbia carisma. Io ho detto che è una società allo sbando, ma la proprietà è allo sbando. Questo è un dato di fatto: c'è addirittura un presidente che è inseguito per debiti da Hong Kong fino a Milano, non possiamo pensare che questo sia normale. Poi nessuno lo dice, perchè noi siamo anche vittime di una cultura abbastanza ignorante come stampa sportiva italiana, come se fossero sempre cose poco importanti. Invece sono cose centrali. Avere una proprietà che non ha soldi, con un presidente inseguito per debiti da Hong Kong, non può essere considerato normale. Allora il problema è l'allenatore o una società che si sta sgretolando? Una proprietà che va avanti a prestiti con interessi sempre più alti, senza progettualità, se non quella di vendere un pezzo all'anno per cercare di tappare una falla che diventa sempre più grande. Questo è il vero problema dell'Inter".(sintesi a cura della nostra redazione, riproduzione del virgolettato consentita solo previa citazione della fonte Tuttojuve.com).
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Febbre a 70... mila COME UNA FINALE DI CHAMPIONS CONNECTICUT RE DEI COLLEGE Tutto esaurito a Houston: gli Huskies col quinto trionfo eguagliano Duke e Indiana È la squadra di Napier, play di Milano, che nel 2014 vinse da mvp di Paolo Bartezzaghi · 5 apr 2023 La follia di marzo Nel torneo che ha eliminato tutte le teste di serie, domina la più forte delle quattro Le sorprese e tutta la follia si sono esaurite a marzo. La Final Four di aprile ha eletto la più forte delle quattro squadre che sono arrivate in fondo alla “march madness”, la follia di marzo in cui il torneo universitario ha stravolto ancora più pronostici del solito. Ha vinto Connecticut, l’unica delle quattro ad avere esperienza di Final Four. E l’unica che ha rispettato, almeno ad aprile, i pronostici di un torneo che ha eliminato tutte le prime tre teste di serie delle quattro parti in cui si divide il tabellone. Al primo turno una delle numero 1, Purdue, è stata mandata a casa dall’improbabile Fairleigh Dickinson in uno dei risultati più sorprendenti della storia. Anche perché ha fatto sì che, pronti via, nessuno dei milioni di bracket, i tabelloni con i pronostici compilati negli Stati Uniti e non solo, potesse essere azzeccato al cento per cento. È il fascino di un torneo a eliminazione diretta, in un mondo dello sport dove le partite “secche” sono sempre meno e quindi sempre più affascinanti. Quinta volta Lo Nrg Stadium di Houston, dove giocano i Texans di football, era ovviamente pieno. Succede sempre per le Final Four a prescindere da dove si giochi e da chi le giochi. Davanti a 72.423 spettatori, Connecticut ha battuto San Diego State 76-59. Nelle semifinali erano usciti due college della Florida, Miami e Florida Atlantic. Gli Huskies, nomignolo di Connecticut, hanno vinto le sei partite del torneo di oltre 10 punti e con una media di 20. E hanno conquistato il quinto titolo della loro storia. Una storia recente per i risultati cestistici maschili: i 5 successi sono arrivati dal 1999 in poi e senza mai perdere una finale. Il numero di titoli proietta il college di Storrs in un’élite della pallacanestro universitaria statunitense, alla pari di Duke e Indiana. Più in alto si entra nell’Olimpo: 11 di Ucla (come la Connecticut femminile di Geno Auriemma), 8 di Kentucky e 6 di North Carolina. Gli ex L’ultima volta che gli Huskies vinsero il torneo è stata nel 2014. Ad Arlington (Texas) battè Michigan State e il premio di miglior giocatore andò a Shabazz Napier, il playmaker ora a Milano. Ieri Napier ha preferito non parlare per lasciare che i meriti e i riflettori fossero tutti per la squadra di oggi. «Abbiamo il sangue blu? Gli orsi la fanno nei boschi? Certo che abbiamo il sangue blu», ha spiegato in modo anche più esplicito su Twitter aggiungendo: «Sì, ho vinto il mio bracket». A Houston c’erano anche altri ex Huskies che hanno fatto la storia non solo del college: Ray Allen, campione Nba con Boston e Miami di cui Connecticut ha ritirato la maglia numero 34; Emeka Okafor, campione nel 2004 e seconda scelta Nba pochi mesi dopo; Kemba Walker, miglior giocatore delle finali vinte nel 2011 e quattro volte All Star, vestito con maglia UConn e cinque anelli alle dita come i cinque titoli del college. Testimonianze, queste, di quanto profondo sia il legame di appartenenza dei giocatori con le proprie università. Chi c’era ma per ragioni di famiglia è Bill Murray. Il 72enne attore, tra gli altri anche in “Space Jam” con Michael Jordan nel 1996, è il padre di Luke, dal 2021 assistente di Dan Hurley, allenatore della squadra campione. Murray padre con il college ha una storia da film. Nel 1970 lasciò la Regis University di Denver, dove studiava medicina, per possesso di marijuana. Gliela trovarono degli agenti che lo perquisirono all’aeroporto quando sentirono il 20enne Bill scherzare con un amico: «Sai, ho due bombe nella valigia». Nel 2007 ricevette la laurea honoris causa dallo stesso college e andò a ritirarla in calzoncini corti da pigiama dalle mani del presidente, reverendo Michael Sheeran.
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
La Uefa contro i ribelli REAL, JUVE E BARÇA DAVANTI A UN BIVIO BASTA SUPERLEGA O NIENTE CHAMPIONS I tre club fuori dall’Europa se non si dissociano La Signora rischia anche per plusvalenze e stipendi di Fabio Licari INVIATO A LISBONA · 5 apr 2023 Conto alla rovescia verso il caos. Conto alla rovescia verso la sentenza della Corte Ue sulla Superlega. Tutto può succedere, ma il parere dell’Avvocato generale sembra sbarrare qualsiasi strada ai sogni proibiti di Real Madrid, Barcellona e Juventus che rischiano di restare fuori dal calcio. Quel giorno potrebbe essere il caos: per questo l’Uefa spera che qualcosa succeda prima, per “recuperare” almeno la Juve. Altrimenti sarà pugno di ferro. Oggi a Lisbona, intanto, si celebra il Congresso con la rielezione di Aleksander Ceferin presidente fino al 2027 (e un altro possibile mandato fino al 2031). All’orizzonte anni complicati, tra spinte secessioniste, problemi giudiziari dei club, multiproprietà da conflitto d’interessi, clubStato invadenti e Fairplay finanziario da aggiornare continuamente. Superlega L’Uefa chiede alla Juve di rinnegare Agnelli È un momento di crisi per i tre club ribelli. La Juve a meno 15 in campionato e in attesa di processi. Il Barcellona accusato, in sintesi, di corrompere gli arbitri. E il Real Madrid che, per questo, ha interrotto i rapporti con i catalani. Ma la situazione della Juve è diversa: la nuova presidenza aveva illuso l’Uefa di una svolta. Invece, niente. Quando Agnelli ha fatto l’intervista al “Telegraph”, insistendo con la Superlega, è squillato il telefono di Nyon. Una telefonata privata della Juve per dissociarsi da quelle parole. Ma alla replica Uefa – «la vostra presa di distanza è pubblica?» - non è mai seguita risposta. Un silenzio rumorosissimo. Per Nyon un segno di continuità totale con la gestione Agnelli. Con tutte le conseguenze del caso. L’Avvocato Ue Champions vietata per i “superleghisti” La sentenza Ue è attesa a giugno. Un “no” della Corte obbligherà i ribelli. L’Avvocato generale Athanasios Rantos ha riconosciuto la possibilità di farsi una Superlega che però sarebbe incompatibile con la Champions League. Insomma: o fai l’una o l’altra. Juve, Real Madrid e Barcellona sarebbero probabilmente fuori dalla prossima edizione. Una tragedia per i bilanci dei club, un problema per la Champions, privata di tre club storici. Florentino è il promotore e non intende cedere. Il Barça va a ruota per i suoi conti da fallimento. La “nuova” Juve è a un bivio, perché Superlega e processi sono collegati a filo doppio. Qui, Torino Superlega, plusvalenze e stipendi: connesso Il problema per la Juventus è che le porte delle coppe rischiano di essere chiuse anche per stipendi e plusvalenze. L’Uefa indaga in parallelo con Figc e procura di Torino. Ha il potere di non ammettere nelle coppe un club per “antisportività” a prescindere dalle condanne. Inoltre, se le cifre del bilancio fossero false, salterebbe l’accordo sul Fairplay. Meglio non nascondersi una cosa: la sentenza Uefa sarà anche “politica”. Champions League out per una Juve ribelle, più comprensione per una Juve rientrata nel sistema. La Juve lo sa. E Nyon non accetterà pentimenti di comodo successivi alla sentenza. I nuovi ricchi Multiproprietà Fairplay a rischio C’è poi da sistemare il Fairplay finanziario. Il Chelsea s’è dato alle spese di mercato folli (oltre mezzo miliardo) spalmandole in dieci anni, come permette la legge britannica. Il limite in arrivo – cinque anni – metterà in difficoltà i Blues. Ancora più grave lo scenario del possibile acquisto dello United da parte di una società del Qatar. Il presidente Aleksander Ceferin ha sbagliato ventilando l’ipotesi di regole più permissive sulle multiproprietà, ma il problema è legale: in Qatar decide solo l’Emiro, ma formalmente non c’è prova di questo. Una società acquirente del Qatar “stoppata” vincerebbe in tutti i tribunali. Serve una riforma, cominciando con il vietare anche l’uno per cento di un club a chi ha già una partecipazione in un altro, ma non basta. E per l’Italia una questione in più: l’Europeo del 2032 che rischia di sfuggire, con la Turchia in vantaggio grazie ai suoi stadi già costruiti, e noi dietro con impianti obsoleti e tanto disinteresse. -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Il Giornale - Caso stipendi, la Juve valuta il patteggiamento: Andrea Agnelli contrario 05.04.2023 10:00 La Juventus potrebbe valutare l'ipotesi del patteggiamento per quanto riguarda il processo per il caso stipendi: sarebbe questa, stando a quanto riportato da "Il Giornale", la direttiva che John Elkann avrebbe dato al presidente bianconero Ferrero e al dg Scanavino, al fine di chiudere velocemente la faccenda e scongiurare definitivamente l'ipotesi di retrocessione in Serie B. Contrario a questa ipotesi sarebbe invece l'ex presidente Andrea Agnelli, che giudicherebbe il patteggiamento un'ammissione di colpa: Agnelli vorrebbe una difesa a spada tratta delle posizioni della Juve, anche a costo di essere poi punito con la retrocessione. -
La città imbrattata di azzurro Ma chi pagherà per il degrado? Viaggio nei quartieri dove scale, muri e monumenti riverniciati attraggono i turisti stupiti Claudio Mazzone · 4 apr 2023 (Corriere del Mezzogiorno) «La città non può essere distrutta per lo scudetto». La voce di Mario, proprietario di un bar che si trova a cavallo tra via Chiaia e i Gradoni che introducono ai Quartieri spagnoli, esprime l’insofferenza di quei napoletani che stanno assistendo preoccupati alla nuova emergenza partenopea, quella dello scudetto. C’è il rischio, infatti, che il patrimonio monumentale di Napoli possa essere imbrattato per i festeggiamenti. Murales di dubbio gusto, scalinate storiche ridipinte con enormi scudetti, dissuasori e paletti riverniciati, monumenti e chiese imbrattate. Un’euforia incontrollata che, come ogni sbornia, avrà dai costi. «La vittoria finale degli azzurri — afferma ironico Michele, avvocato con studio in via Toledo — peserà sulle nostre tasche per rimettere in sesto la città dopo i festeggiamenti». D’altronde, a sborsare i soldi per far tornare Napoli ai suoi colori originali, dovrà essere il Comune, le cui casse già presentano una situazione finanziaria compromessa. L’idea paventata dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di addebitare le spese di ripristino a chi ha imbrattato può sembrare giusta, ma nei fatti diventa complicato rintracciare i veri responsabili. Intanto, attorno ai nuovi altarini per lo scudetto, si è creato un vero e proprio itinerario turistico affollato di visitatori entusiasti di poter immortalare la prova evidente che i luoghi comuni di Napoli non sono dicerie, ma perforano la stessa realtà. Tra i vicoli dei Quartieri spagnoli il cielo è coperto dai festoni tirati da un balcone all’altro, ogni scalinata è stata dipinta d’azzurro con al centro uno scudetto enorme con il numero 3. Una fiumana di turisti si aggira tra queste esplosioni di colori sfociando in via Emanuele de Deo, la strada che porta al tempio laico del murale di Maradona. «A Napoli — dice Pepe, entusiasta turista spagnolo — avete una passione per il calcio che è senza paragoni». Pepe, con altri amici, si avvicina al bazar abusivo, dove si vende ogni tipo di souvenir e t-shirt contraffatti e compra una maglia del Napoli. A poca distanza, la piazza della stazione della metropolitana di Montecalvario è stata completamente dipinta d’azzurro e sommersa dai festoni, gli stessi che il vento forte di ieri ha strappato in varie zone della città, colpendo i passanti come enormi fruste, tanto da rendere necessario l’intervento dei vigili del fuoco per rimuoverli. «È assurdo — sottolinea Maria, studentessa fuorisede residente ai Quartieri — questa piazza, abbandonata da anni e piena di spazzatura, è stata letteralmente occupata e nessuno ha detto nulla. I festoni li hanno attaccati anche al mio balcone, direttamente dalla strada, senza chiedere autorizzazioni». A Montesanto lo spettacolo è lo stesso. Anche qui le scalinate storiche sono state trasformate in enormi tappeti di vernice con tanto di scudetti. In uno dei vicoli è stato disegnato un murale che copre circa una decina di metri: un Vesuvio in eruzione con tre scudetti e affianco la maschera di Osimhen. Nonostante la zona sia fuori dai percorsi turistici, c’è chi si è spinto sin qui per scattare qualche foto. Del resto, c’è chi addirittura considera la vernice una sorta di evidenziatore del degrado se non un correttore cromatico. «Alla fine — riferisce Vincenzo, gestore di una salumeria — non hanno rovinato niente, qua era tutto già in rovina, e sta arrivando anche qualche turista, doveva farlo il Comune e invece ci ha pensato qualche tifoso e ha fatto bene" Nelle foto dei turisti si vedrà, però, pure il motorino rubato e scarnificato, con solo il telaio, adagiato accanto al Vesuvio di cartapesta. In Largo Parrocchiella è stato costruito un altro Vesuvio di cartone e tra le bandiere sventola anche uno striscione che chiede «Giustizia e Verità per Ugo Russo», il ragazzino di 14 anni ucciso mentre faceva una rapina. Il degrado e la tragedia di quella storia affluiscono verso un altro sbocco: nella sublimazione del dramma, fino a trasfigurarsi in un inno di riscatto legato alla vittoria finale del campionato di calcio. Nel quartiere Sanità, nella piazzetta dove la statua di Totò resta abbandonata, tra i cassonetti della spazzatura traboccanti e un gruppo di ragazzi che si sfida impennando con i motorini, svettano le bandiere e le scritte sui muri con i nomi dei calciatori azzurri. I visitatori anche qui si aggirano tra lo stupore per le bellezze antiche che prorompenti si affacciano dai sontuosi palazzi settecenteschi e quello per la disinvoltura con la quale le stesse storiche dimore vengono oltraggiate dall’incuria e ora persino dal clima festante che si prepara ai baccanali calcistici.
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
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Rummenigge: "Juve in difficoltà come club per via delle indagini, è grave il danno di immagine" 04.04.2023 Intervistato da "Sportmediaset", Karl Heinz Rummenigge, ex attaccante, tra le altre, dell'Inter, ed attuale dirigente UEFA, si sofferma ad analizzare, tra le altre cose, il momento della Juventus a livello societario: "Oggi la Juve è in difficoltà come club, la sua immagine è stata sporcata dalle indagini in corso: il -15 mette rende molto complicato la loro qualificazione in Champions, però è vero che sul campo stanno facendo bene. E' un peccato che sia successo quello che è successo: la Juve in Italia è come il Bayern in Germania, è un danno d'immagine grandissimo. Andrea Agnelli? Lo conosco bene, ma non ho capito che strada ha preso quando ha deciso di fondare la SuperLega". -
Scontri tra tifosi e col club Lo scudetto tra le tensioni Sciopero del tifo in curva, De Laurentiis contestato: la città si prepara, però l’ordine pubblico è a rischio di Maurizio Nicita NAPOLI · 4 apr 2023 La spaccatura La tifoseria estrema contesta il caro biglietti e le regole rigide imposte dentro lo stadio Lo scenario In Curva B il gruppo dominante cerca di imporre la sua legge. L’appello del sindaco Napule è mille culure, canta la voce immortale di Pino Daniele. E allora inutile cercare di catalogare una città così immensa, per storia e cultura, o semplificare il paradosso che si sta vivendo intorno al calcio con la pretesa di separare i buoni e i cattivi, bene e male. La linea di demarcazione è sottile, ma ci sono dei fatti da approfondire per spiegare perché dopo 33 anni di attesa, lo scudetto che si avvicina sia conteso in città, come fosse il Palio a Siena con contrade pronte a menarsi per far prevalere il proprio cavallo, meglio ancora se scosso. Meglio fuori casa Con i tifosi che vivono al nord Domenica sera al Maradona si è giocato in un clima surreale. Quando Napoli-Milan era iniziata da pochi minuti, a qualche centinaio di persone la partita interessava poco. Perché la sfida che gli ultrà stanno combattendo è quella contro il presidente Aurelio De Laurentiis e le forze di polizia. E così insulti al presidente e anche zuffe e cazzotti per chi non sottostava al diktat del gruppo dominante (scene viste anche a Francoforte nel settore ospiti sempre fra napoletani) in curva B. Insomma la squadra che sta dominando il campionato per una sera va in difficoltà e una parte di tifosi non pensa minimamente di venire allo stadio per sostenerla. Vediamo di capire da dove arriva questa profonda spaccatura, che consente alla capolista di trovare affetto e supporto su tutti i campi d’Italia - dove la sostengono i tanti tifosi che risiedono al nord - decisamente meno al Maradona. Le ultime trasferte a Reggio Emilia, Empoli e Sassuolo sono state delle feste con un tifo spontaneo, magari poco organizzato ma comunque caloroso, e con i cori che piace a tutti i partenopei cantare insieme. I gruppi ultrà oggi contestano il caro biglietti, soprattutto in Champions, e il regolamento d’uso dello stadio, troppo restrittivo e che toglie loro libertà di tifare. Le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis contro ogni forma di illegalità, all’indomani dei gravi scontri nel centro storico il giorno di Napoli-Eintracht, hanno scatenato il mondo ultrà. Che non accetta regole, visto che tamburi e striscioni sono consentiti previa regolare richiesta per tempo come hanno fatto domenica, per esempio, i tifosi del Milan. Una discrasia notevole fra l’aria che si respira in una città che già pregusta la festa e si è vestita d’azzurro in tutti i suoi quartieri e questo stadio dove se provi a tifare per la tua squadra nel posto sbagliato, rischi di beccarti qualche sberla. Il sindaco Manfredi ha provato con un discorso ecumenico: «Penso che dobbiamo ricomporre un’unità nel tifo e trovare una forma di partecipazione inclusiva e popolare perché questo deve essere un periodo di festa e non di contrapposizione». Ora preoccupa la probabile festa per lo scudetto, perché c’è chi ha intenzione di impossessarsi delle piazze come fosse un rito tribale. “Napoli siamo noi” Tutti i motivi di una frattura De Laurentiis non ha privilegiato il rapporto con la tifoseria, manco con quella associazionistica dei Napoli club. In città non esiste una sede della società e nemmeno un ufficio di rappresentanza. Questo negli anni ha portato incomprensioni e antipatie che neanche la fantastica stagione in corso riesce a far passare in secondo piano. L’estate scorsa, quella della rifondazione e di un mercato risultato il migliore fra le concorrenti, la contestazione degli #A16 (l’autostrada che porta a Bari, invito a De Laurentiis a lasciare Napoli) è stata anche violenta. La cavalcata dei ragazzi di Spalletti sembra esser servita a poco da questo punto di vista. Sullo sfondo in atto uno scontro pseudo culturale il cui nocciolo è tutto dietro lo slogan “Napoli siamo noi” degli ultrà. Loro vogliono prendersi la città convinti di essere gli unici rappresentanti. De Laurentiis ha un suo modello imprenditoriale competitivo e che dà lustro alla città. E gran parte dei napoletani glielo riconosce, e infatti domenica la maggioranza dei tifosi sugli spalti ha fischiato i cori contro il presidente. Però Napoli è anche piena di problemi e c’è pure tanta gente che ama questi colori ma non urla e soprattutto allo stadio non può andare perché non trova i soldi per farlo. Una sorta di maggioranza silenziosa che vorrebbe festeggiare in maniera popolare e serena. Vedremo se potrà accadere.
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Juve, tempi più lunghi I nuovi deferimenti per gli stipendi dopo l’udienza sul -15 di Valerio Piccioni ROMA · 4 apr 2023 Il Collegio di garanzia diventa il bivio cruciale anche per l’altro filone E il processo può chiudersi dopo la fine del campionato Itempi si allungano. I “pre deferimenti” della Juve e dei suoi ex dirigenti non arriveranno nel giro di poche ore, ma potrebbe essere necessario qualche giorno in più. L’orientamento della procura federale non è in discussione con la decisione di andare avanti sul fronte del club e dei suoi ex dirigenti, la segnalazione dei procuratori coinvolti alla Commissione federale agenti e il non luogo a procedere per i calciatori. Ma è chiaro che l’atto di chiusura dell’istruttoria del caso stipendi, di fatto un «abbiamo indagato su di te/voi ed è emerso questo, questo e quest’altro e ci sono diverse ipotesi di reati sportivi, avete la possibilità ora di essere sentiti o di inviarci memorie» deve essere scrupolosamente compilato perché sarà di fatto il testo che governerà l’eventuale e probabile processo. Possibile che arrivi tutto prima di Pasqua, ma c’è anche l’ipotesi che avvenga immediatamente dopo. A questo punto è facile immaginare che i deferimenti scattino dopo il 19 aprile, il giorno più lungo del processo plusvalenze, l’udienza del Collegio di garanzia presso il Coni che deve decidere sul meno 15 in classifica e le maxi inibizioni per gli ex dirigenti juventini, da Andrea Agnelli a Pavel Nedved. Nuovi tempi Dopo aver ricevuto quello che formalmente è la consegna dell’atto di chiusura indagini, i potenziali incolpati potranno disporre di 15 giorni per le loro difese. E quindi è chiaro che siamo fuori tempo massimo perché la procura guidata da Giuseppe Chiné studi i documenti e deferisca (o, ipotesi improbabile, archivi) prima del 19 aprile. Quindi, il campo centrale della storia, il bivio cruciale, resta quello del Collegio di garanzia. Non è solo una questione di conferma del meno 15, sua cancellazione, o ritorno al mittente della sentenza chiedendo alla Corte d’appello federale di rimotivarla e valutando la rimodulazione della sanzione, le tre strade che possono prendere i giudici del grado di “legittimità”. C’è dell’altro. Patteggiamento? E questo «altro» si chiama patteggiamento. Questa storia della manovra stipendi, delle side letter, degli accordi con i calciatori che secondo l’accusa (e i pm dell’indagine «Prisma» di Torino) non furono depositati nei canali preposti in Lega e in Federcalcio, può concludersi senza un processo ma con una sanzione «rideterminata» proposta dalla stessa procura federale? Lo scenario esiste, la decisione del Collegio di garanzia potrebbe in qualche modo spingerla. Ma non è così facile. Una cancellazione del meno 15 potrebbe ammorbidire la Juve, portandola magari a voler chiudere tutta la partita con un danno decisamente inferiore a quello attualmente fotografato dalla classifica. Per la procura federale sarebbe esattamente il contrario, la cancellazione renderebbe improbabile l’adesione alla richiesta di patteggiamento, la sua conferma produrrebbe invece uno scenario opposto, nel senso di una maggiore disponibilità al dialogo. Ma questo approdo è tutto da verificare, anche perché bisognerebbe vedere in termini sanzionatori quale sarebbe il punto di caduta: una multa importante? Una penalizzazione ridotta? Anche su questo il confronto fra accusa e difesa sarebbe complicato. Rischio ingorgo Lo spostamento dei tempi per l’itinerario predeferimento-memorie difensivo-deferimento (o archiviazione)-processo sportivo potrebbe mettere a rischio la conclusione dell’iter giudiziario sportivo entro la fine del campionato (l’ultima giornata è in calendario per il 4 giugno) o comunque della stagione (30 giugno). Ma anche qui, sarà la giornata del 19 aprile lo spartiacque. Un ritorno del fascicolo plusvalenze alla Corte d’Appello federale creerebbe una sorta di ingorgo dei giudizi sportivi, che sarebbero tutti concentrati nel mese di maggio. Proprio nel pieno della volata Champions... -
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Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Comunque è evidente che Gravina ha venduto l'anima per avere gli europei del 2032 -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Voglio l'ufficio stampa del Barcellona e magari anche i legali -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Attaccano duramente Tebas e parte dei media spagnoli, parlando di linciaggio mediatico. Invitano Tebas a presentarsi in pubblico per replicare -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
Questo sì che è un comunicato! se penso ai nostri... -
Caso Plusvalenze, Penalizzazione di 10 punti. A giugno procedimento sul caso stipendi.
andrea ha risposto al topic di Sabaudo in Il nostro forum
"Vedremo se anche il terzo ha qualcosa" parla come il cervo