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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Non capisco perché gli consentono di seguire ancora la Juve, essendo in pratica la buca delle lettere della procura
  2. Inchiesta Juve L’uomo dei conti: «Sugli stipendi il cda nascose tutto» Agnelli: «Dimesso per non pesare sul club» Massimiliano Nerozzi · 26 feb 2023 «Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati»: davanti alle domande sulle manovre stipendi, è quanto fa mettere a verbale Paolo Piccatti, 65 anni, presidente del collegio sindacale della Juve dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021, interrogato il 25 novembre dell’anno scorso dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal pubblico ministero Mario Bendoni, due dei tre magistrati che coordinano l’inchiesta sui conti del club. Il commercialista — indagato, ma la cui posizione è stata stralciata, in vista di una presumibile richiesta di archiviazione — pare cadere dalle nuvole anche a proposito della scrittura privata tra l’ex presidente Andrea Agnelli e l’allora capitano Giorgio Chiellini: «Mai vista», risponde, assistito dall’avvocato Luigi Giuliano. L’organo di controllo interno nulla avrebbe saputo anche della richiesta del capo dell’ufficio legale, Cesare Gabasio, di restituire le scritture di integrazione «without the date»: «Mai visto e mai sentito». Idem a domanda sulla seconda manovra stipendi, con gli accordi per 17 giocatori: «Assolutamente no. Noi non eravamo a conoscenza di nulla di tutto questo. Ho visto questi atti nel vostro fascicolo, tutto questo ambaradan non ci è stato comunicato. Se avessimo avuto conoscenza di fatti di questa natura, ci saremmo agitati non male». A un certo punto, i pm chiedono a Piccatti, che fa questo mestiere «da quasi 40 anni, in una trentina di società», se le manovre stipendi avrebbero dovuto essere oggetto di comunicazione al collegio sindacale: «Sì, certamente. Soprattutto dovevano essere eseguite e recepite in modalità totalmente differenti». Domandone finale, se ha rilievi da fare sul modo in cui si è comportato il cda, specie sulla manovra stipendi: «Confermo che sono scosso e arrabbiato». Al contrario, nessuna critica sull’altro filone d’inchiesta: «Il problema delle plusvalenze non è mai giunto alla nostra attenzione. Se posso osare, siamo andati anche a leggere la nuova relazione di Deloitte, che non effettua rilievi sul tema plusvalenze». Ha invece parlato al quotidiano olandese Telegraaf Agnelli: «La sospensione mi è stata imposta dalla Figc dopo aver studiato l’indagine» della Procura, «ma non sono stato ascoltato e non ho potuto difendermi». E ancora: «Non voglio che la Juve si faccia carico di questo peso per tutto questo tempo. Un nuovo cda può rappresentare meglio il club e non ha nulla a che fare con le accuse. Inoltre sono libero di difendermi in tribunale da qualsiasi accusa». Potrebbe tornare nel calcio: «Quello che riserva il futuro lo sa solo il futuro. Vedremo». Non cambia idea sulla Superlega: «Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander (Ceferin, ndr) e io», con «i top club di tutti i campionati», che «erano a favore di un sistema calcistico europeo rinnovato e migliorato». Lì però, quelli medi, alcune federazioni e dirigenti l’hanno vista «come una minaccia» e «per questo Ceferin si tirò indietro». E «quando l’Uefa ha messo i bastoni tra le ruote», si è avviato il progetto Superlega: «Se alla fine la cosa prenderà piede, dipenderà in parte dalla Corte di giustizia europea». Parole che non sono state prese bene dalla Uefa, con cui la (nuova) Juve ha aperto un canale diplomatico.
  3. Vorrei sapere quante plusvalenze senza esborso di denaro sono considerate regolari dalla procura
  4. Agnelli: "Il monopolio della UEFA deve essere spezzato, nel 2019 ci eravamo accordati su un nuovo formato, poi Ceferin si è ritirato. Si sente potente come un re" 25.02.2023 10:15 di Giuseppe Giannone © foto di www.imagephotoagency.it Intervistato dai colleghi olandesi del "De Telegraaf", Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, torna a parlare della necessità di riformare il calcio europeo: "Il monopolio della Uefa deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. Un futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualificano una volta per le competizioni europee. Questo è un problema per qualsiasi club. Con una tale incertezza, non è possibile come club prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane. Ecco perché sono favorevole a un sistema di campionati nel calcio europeo di vertice, con maggiori opportunità finanziarie e sportive per ogni club". Agnelli, poi, parla anche del motivo scatenante della nascita del progetto Superlega: "Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander ed io. I top club di tutte le sottodivisioni dell'Eca (allora circa 130 club professionistici europei) si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato. Quando la Uefa ha deciso di bloccare il progetto, sono nati progetti esterni alla Uefa per organizzare un nuovo campionato con tutti i club dell'Eca. La possibilità che il progetto prenda il via dipenderà dalla Corte di giustizia europea… A livello interno è stata una guerra che non sono riuscito a vincere. Pur sapendo che il sistema attuale non offre un futuro ad Ajax, Anderlecht, Celtic, Benfica, Panathinaikos e Stella Rossa di Belgrado. Allora non si resta fermi, ma si prendono altre strade per arrivare a ciò che si vuole fare per il calcio europeo di club. Cosa non va nel calcio europeo? A parte la mancanza di stabilità finanziaria, in molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. L’Inghilterra è al primo posto in questo senso e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in maniera generosa nelle fasi finali dei tornei di coppe europee. La Spagna è subito dietro insieme ad alcuni club come il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco. Ma in una competizione sportiva è importante che ogni partecipante abbia la possibilità di vincere. Così anche Ajax, Feyenoord e Juventus. Come appassionato di calcio, sostengo fortemente una competizione internazionale di questo tipo. Al contrario delle federazioni internazionali. Non hanno alcun riguardo per i problemi dei club. Come governanti, vogliono mantenere tutto com'è. Si oppongono a qualsiasi cambiamento. Una Superlega è necessaria, perché se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio. Continueranno a seguire il calcio internazionale in Olanda se l'Ajax, il Feyenoord o il PSV non hanno mai la possibilità di vincere o di competere? Da qui l’idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione". Ceferin ed Infantino? Come europeo impegnato ho piena fiducia nel tribunale, ma non voglio speculare sull'esito, anche se spero che la sentenza cambi lo status quo. Si sa, questo è il calcio e il motto della Juventus è "fino alla fine". In altre parole, dobbiamo aspettare la Corte prima di poter completare il lavoro sul nuovo modello di campionato europeo. Nei nostri piani gli interessi di tutte le parti interessate, club, tifosi, giocatori, sono al primo posto. Non come adesso, dove la Uefa è al primo posto in tutto. Senza possedere nulla. Controlla tutto, tutte le condizioni finanziarie, commerciali, legali e sportive. Mentre la Uefa è di fatto responsabile solo della definizione della data e dei duelli nel contesto europeo. Sono i club a occuparsi dell'organizzazione vera e propria delle partite. Sono loro a fare tutto il lavoro. Non credo che la soluzione del 2019, in cui club e Uefa erano allineati sia possibile con Ceferin & co al timone. Inoltre, non è strano che ci sia un solo candidato alla presidenza sia della Uefa che della FIFA? In particolare quelli che sono già lì: Ceferin e Gianni Infantino. È una cosa sana? Ci si può aspettare un cambiamento da queste persone? Ceferin e Infantino faranno di tutto per rimanere al centro del potere. Per assicurarsi i loro privilegi. Avete visto cosa dice Ceferin nel documentario della Apple? Come presidente Uefa, si sente potente come un re e parla come un primo ministro dell'organizzazione delle competizioni".
  5. Repubblica - I pm manifestano dubbi sul trasferimento di Demiral al Sassuolo 25.02.2023 10:45 di Giuseppe Giannone Il Sassuolo è uno dei club ai quali si starebbe allargando l'inchiesta Prisma, che vede coinvolta la Juventus. Come riportato da "La Repubblica", la Procura di Torino avrebbe chiesto ai colleghi di Modena di indagare sulle modalità di acquisto di Merih Demiral da parte dei neroverdi. Il giocatore turco, adesso all'Atalanta, avrebbe infatti giocato 7 mesi a Sassuolo da giocatore della Juventus, senza che, però, il suo ingaggio da parte dei bianconeri fosse stato dichiarato. Demiral, secondo i pm, sarebbe stato acquistato dalla Juve, che, non avendo spazio per inserire in rosa giocatori extracomintari, lo avrebbe poi girato al Sassuolo. Sarebbe stata la stessa Juventus, nel gennaio 2019, a riscattare il cartellino del giocatore dall'Alanyaspor, che, contestualmente, lo ha poi ceduto ai neroverdi in prestito con obbligo di riscatto.
  6. Sportitalia - Preiti smonta l'inchiesta plusvalenze: "La Juve e gli altri club coinvolti hanno agito correttamente. Valore calciatori non dimostrabile" 24.02.2023 23.22 di Redazione TuttoJuve L'ex direttore sportivo del Parma Antonello Preiti si è espresso sul caso plusvalenze negli studi di Sportitalia. Tuttojuve.com ha sintetizzato il suo intervento: "Io ho dei dubbi su determinate situazioni, al di là della Juventus, dell'Atalanta o delle altre squadre che sono coinvolte. Qui parliamo sempre di plusvalenza, quando in realtà nessuno può dare un valore a un calciatore. Quindi io ritengo che sia la Juve sia le altre società coinvolte abbiano agito anche in maniera probabilmente corretta nei modi di fare. Chi è che può giudicare il valore di un calciatore, se vale 20, se vale 1 euro o vale 10 milioni? Sono anni che si sente parlare di plusvalenze, soprattutto quelle fittizie, non quelle reali, però il valore del calciatore non è dimostrabile, perchè un anno fa bene e può valere 20 milioni, l'anno dopo può valore un milione, per cui le società rischiano anche nel dare dei valori. Forse possono esagerare nel dare delle valutazioni, ma sono nelle regole del calcio. Per me è una cosa normalissima vedere delle valutazioni così sproporzionate con dei calciatori che ancora non hanno dimostrato nienteIo ci andrei cauto con questo marasma, soprattutto per quanto riguarda le plusvalenze. Alla fine credo rientri tutto nella norma".
  7. Nino Ori a RBN: "Disdette DAZN? Dalla prossima settimana riusciremo a vedere gli effetti e spero siano dirompenti" Intervenuto ai microfoni di Radio BiancoNera, Nino Ori ha parlato dei dati degli spettatori tv delle partite della Juventus: "Le disdette non ce le diranno mai. Da oggi si cominceranno a vedere gli effetti, perché sono iniziate un mese fa e c'è un mese prima del distacco ufficiale. Di certo c'è una cosa, alla 19esima giornata, a ridosso della sentenza, gli spettatori totali erano 6 milioni, la scorsa giornata 5 milioni. Quindi vuol dire che almeno un 20% della gente se n'è andato, che sia per disaffezione o altro. Gli effetti delle disdette le vedremo dalla prossima settimana e spero siano effetti dirompenti, in linea con gli atteggiamenti ingiustificabili della giustizia sportiva".
  8. Il gatto e la volpe Comunque Gravina aveva l'aria di un pugile suonato
  9. Tenetevi forte!!! Il Magnifico Rettore è Ziliani? 30Giuridicità delle regole del calcio, all’Università della Campania nasce la prima cattedra su calcio e diritto Inaugurazione il 6 marzo nel Dipartimento Giurisprudenza a Santa Maria Capua Vetere con il presidente Figc Gravina e presidente Lega Serie A Casini “Il fenomeno calcio negli ultimi anni da un lato ha assunto sempre maggiore rilevanza sociale e dall’altro ha coinvolto interessi economici sempre più ingenti ed il suo svolgersi presenta evidenti riflessi giuridici che debbono essere, perciò, analizzati, studiati e comunicati con serietà, rigore e trasparenza”. Così il giurista Guido Clemente di San Luca spiega la ratio e gli obiettivi della nascita della prima cattedra universitaria italiana specificamente dedicata alla “Giuridicità delle regole del gioco del calcio” che sarà inaugurata lunedì 6 marzo alle ore 11 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” a Santa Maria Capua Vetere. La lezione inaugurale della nuova cattedra, che nasce in seno all’indirizzo in Diritto e management dello sport del Corso di laurea triennale in Scienze dei Servizi giuridici dell’Ateneo campano, sarà costituita da un importante seminario di studi dedicato al “Regolamento del giuoco del calcio fra teoria e prassi”. L’incontro, finalizzato a delineare i confini generali del tema nel quadro dei rapporti fra ordinamento sportivo e ordinamento generale richiamando le principali caratteristiche della giustizia sportiva, sarà introdotto dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Unicampania, Raffaele Picaro, dal presidente del Corso di Laurea Triennale in Scienze dei servizi giuridici, Andreana Esposito e dal Pro Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, Gennaro Terracciano, e sarà coordinato da Emanuele Rizzi, responsabile della redazione sportiva di Adnkronos. Per discutere del regolamento del giuoco del calcio e della sua applicazione, ragionando anche su legalità e giustizia nel sistema del calcio, al tavolo dei relatori ci saranno il presidente della F.I.G.C, Gabriele Gravina e il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, insieme con Francesco Cardarelli, professore ordinario di Diritto pubblico all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” e Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del dottrine politiche all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (programma completo degli interventi su www.giurisprudenza.unicampania.it). “All’interno di un percorso di studi che si propone di formare i giovani giuristi alla professione di manager sportivo -sottolinea Guido Clemente di San Luca, autore di numerose pubblicazioni su calcio e diritto- l’insegnamento di Giuridicità delle regole del calcio, che avrà ad oggetto l’analisi critica di alcune fra le principali disposizioni contenute nel Regolamento del giuoco del calcio e nel Protocollo Var, è finalizzato a spiegare tali regole, che presentano tutti i caratteri delle norme giuridiche. In quanto tali esse sono soggette ad interpretazione. Così come i ‘concetti giuridici indeterminati’ da esse richiamate (si pensi ad esempio alla lealtà e al fair play, oppure all’imprudenza e alla vigoria sproporzionata in un fallo di gioco) sono, in sede di applicazione, soggetti ad una valutazione tecnico-discrezionale che pure deve seguire delle regole giuridiche”. “Con l’istituzione di questa cattedra -spiega Raffaele Picaro, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Unicampania- il nostro Ateneo si propone di offrire un’ulteriore occasione per aprire l’Università al territorio, consentendo la frequenza alle lezioni non soltanto agli studenti iscritti, ma anche a chiunque sia interessato ad approfondire, con rigoroso approccio tecnico-giuridico, questioni di applicazione regolamentare che riempiono normalmente le discussioni da ‘bar dello sport’. Fra gli altri, si pensi ai giovani arbitri alle prime armi, che abbiano cioè da poco iniziato la loro carriera”. L’inaugurazione della cattedra di Giuridicità delle regole del gioco del calcio sarà anche l’occasione per la presentazione dell’ultimo libro di Guido Clemente di San Luca “Calcio e diritto” (Editoriale Scientifica, 2023) uscito da pochissimi giorni. Un volume preceduto dall’altro dello stesso autore e con il medesimo editore “Arbitri non giudici” (2021), e ancor prima nel 2018 da “Campionato di calcio e stato di diritto” (a cura di Guido Clemente di San Luca sempre per Editoriale Scientifica). Quest’ultimo libro in particolare raccolse gli interventi di autorevoli giuristi al termine di uno dei campionati più controversi della storia calcistica della Serie A (quello del 2017/18 vinto dalla Juventus sul Napoli dei 91 punti e caratterizzato dall’ormai nota sparizione dell’audio tra il Var e l’arbitro Orsato in occasione di Inter-Juventus). “Fu proprio da quel momento -evidenzia Clemente di San Luca- che ha fatto ingresso nel dibattito pubblico e nelle aule universitarie l’esigenza non più rinviabile di spiegare che anche le regole del gioco del calcio debbono rientrare nelle regole di uno Stato di diritto”.
  10. Nerozzi è la buca delle lettere della procura: non capisco perché non venga allontanato dalla squadra
  11. Ma almeno c'è una plusvalenza che abbiamo realizzato e che non sia considerata in reato?
  12. Articolo di “Wall Street Journal” Gli atleti russi e bielorussi dovrebbero continuare a essere esclusi dagli eventi sportivi internazionali, comprese le Olimpiadi, fino a quando non ci sarà un modo per dimostrare che stanno gareggiando in modo indipendente dai loro governi, hanno dichiarato 34 potenti nazioni in una dichiarazione firmata da Regno Unito, Stati Uniti e Francia, che ospiteranno le Olimpiadi del 2024. Gli atleti russi e bielorussi sono stati banditi dai principali eventi sportivi dopo l'invasione dell'Ucraina, in un'azione intrapresa dalle federazioni sportive internazionali su richiesta del Comitato Olimpico Internazionale un anno fa. La Russia è stata bandita dalle recenti Olimpiadi come punizione per i programmi di doping sponsorizzati dallo Stato che il paese nega, ma i suoi atleti sono stati autorizzati a gareggiare sotto bandiere come "Comitato Olimpico Russo". Qualche mese fa il presidente del Comitato olimpico Thomas Bach ha iniziato a spingere pubblicamente affinché gli atleti tornino in tempo per i Giochi olimpici estivi del 2024 a Parigi, gareggiando di nuovo sotto una bandiera neutrale, affermando che gli sport globali non dovrebbero bandire gli atleti in base al loro passaporto. Alla fine dello scorso anno, il Comitato olimpico e paralimpico statunitense ha dichiarato di sostenere il tentativo di Bach di riammettere gli atleti russi. Ora, però, un nutrito gruppo di governi, guidato dal Regno Unito e comprendente anche gli Stati Uniti, si è scagliato contro i piani del CIO, a soli 17 mesi da Parigi 2024 – scrive il WSJ. Abbiamo forti preoccupazioni su come sia possibile per gli atleti olimpici russi e bielorussi gareggiare come "neutrali" - secondo le condizioni del CIO di non identificazione con il proprio Paese - quando sono direttamente finanziati e sostenuti dai loro Stati", si legge nella dichiarazione collettiva. "I forti legami e le affiliazioni tra gli atleti russi e le forze armate russe sono anch'essi fonte di chiara preoccupazione". La dichiarazione arriva dopo un incontro virtuale del 10 febbraio con i rappresentanti dei 30 Paesi, durante il quale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky li ha esortati a mantenere il divieto russo. Finché queste questioni fondamentali e la sostanziale mancanza di chiarezza e di dettagli concreti su un modello di "neutralità" praticabile non saranno affrontate, non siamo d'accordo che gli atleti russi e bielorussi possano tornare a gareggiare", conclude la dichiarazione dei Paesi. "Chiediamo con forza al CIO di affrontare le questioni individuate da tutti i Paesi e di riconsiderare la sua proposta di conseguenza. Notiamo inoltre che la Russia e la Bielorussia hanno la possibilità di spianare la strada per il pieno ritorno dei loro atleti nella comunità sportiva internazionale, in particolare ponendo fine alla guerra che hanno iniziato". Il CIO ha dichiarato di "apprezzare le domande costruttive" incluse nella dichiarazione, "pur notando" che non ha affrontato le "preoccupazioni sui diritti umani" relative al divieto di accesso agli atleti in base alla loro nazionalità. "Sono in corso consultazioni dettagliate con queste parti interessate per definire più in dettaglio questi principi", ha dichiarato il CIO. "In questo contesto, le domande costruttive espresse nella dichiarazione saranno prese in debita considerazione". La dichiarazione fa seguito a settimane di discussioni sulla questione, con alcuni dei principali comitati olimpici europei che hanno dichiarato di essere combattuti tra il desiderio che i Giochi abbiano una competizione pacifica tra le nazioni e il loro orrore per la guerra. A poche ore dalla pubblicazione della dichiarazione, i firmatari hanno dato interpretazioni diverse di ciò che aveva detto e di ciò che volevano vedere accadere ora. Il Segretario alla Cultura del Regno Unito Lucy Frazer, il cui dipartimento ha guidato gli sforzi per riunire i Paesi a sostegno del mantenimento del divieto, ha dichiarato che "qualsiasi piano per consentire agli atleti russi e bielorussi di partecipare a Parigi non è credibile". "Con la prospettiva che i carri armati del Regno Unito, degli Stati Uniti e dei partner europei arrivino in Ucraina nelle prossime settimane e che il Presidente Zelenskyy esprima serie preoccupazioni sull'imminenza di un'offensiva di primavera da parte della Russia, invitiamo il CIO a riconsiderare la sua posizione". Il Dipartimento di Stato americano, invece, ha dichiarato che gli Stati Uniti vogliono risposte dal CIO sui parametri e sui meccanismi di applicazione per la partecipazione neutrale degli atleti russi e bielorussi. L'Assistente Segretario di Stato per gli Affari Educativi e Culturali Lee Satterfield, che ha firmato per gli Stati Uniti, ha detto che si trattava di "chiedere un'azione tempestiva da parte del Comitato Olimpico Internazionale per fornire chiarezza sulla definizione di neutralità, come riguarda qualsiasi potenziale partecipazione a competizioni internazionali da parte di atleti di Russia e Bielorussia". Un portavoce del Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti ha fatto eco alla dichiarazione di Satterfield e ha affermato che il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti è "allineato con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti... mentre entrambi attraversiamo questo scenario incredibilmente complesso e in evoluzione". I comitati olimpici statunitensi e britannici sono indipendenti dai rispettivi governi. Alla fine dell'anno scorso, il Comitato olimpico statunitense aveva indicato di appoggiare il CIO nel suo desiderio di far tornare gli atleti russi e bielorussi e di farli gareggiare sotto una bandiera neutrale; l'allora presidente del comitato Susanne Lyons aveva dichiarato al Wall Street Journal: "Anche se questo lascia un amaro in bocca, il fatto che sembri che si stia facendo marcia indietro su questo punto, è davvero essenziale per il movimento". Nelle scorse settimane, tuttavia, il nuovo presidente del consiglio di amministrazione dell'USOPC, Gene Sykes, aveva dichiarato che c'era una "preoccupazione molto reale, persino scetticismo" sulla possibilità di un "gioco sicuro e corretto". Amélie Oudéa-Castéra, Ministro dello Sport e dei Giochi Olimpici e Paralimpici, ha firmato per la Francia. Un portavoce del ministro ha dichiarato che "la Francia rispetta la neutralità del movimento sportivo e la decisione sovrana del CIO, ma dobbiamo capire quale sarebbe un modello di neutralità. Oggi abbiamo più domande che risposte". Un portavoce del presidente francese Emmanuel Macron ha rifiutato di commentare se la Francia permetterà agli atleti russi e bielorussi di entrare in Francia per i Giochi. La Francia ha una certa influenza sulla partecipazione degli atleti russi e bielorussi ai Giochi olimpici estivi di Parigi del 2024, perché potrebbe negare loro il visto. Una delle ragioni addotte dai funzionari olimpici per la loro precedente decisione di impedire la partecipazione di atleti russi e bielorussi alle competizioni internazionali era il divieto di ingresso imposto dai Paesi che organizzano gli eventi.
  13. Dicono che al Barcellona ci pensa la UEFA, bisogna vedere se è vero. A noi per la cosiddetta manovra stipendi ci massacreranno
  14. È la quota aggiornata dopo la partita di ieri sera
  15. Intanto il Napoli è la quarta favorita quotata a 8
  16. 'edizionae digitale di Tuttosport Scaegli l'abbonamento su misura per te Sempre con te, co Il legale bolognese, esperto di diritto sportivo e tifoso dell’Inter, solleva più di una obiezione dopo aver analizzato le motivazioni della sentenza Marina Salvetti Bolognese, esperto anche di diritto sportivo, collaboratore dell’Ufficio indagini e della Procura federale nel biennio 2006-2008: l’avvocato Giorgio Spallone, tifosissimo dell’Inter, solleva più di una obiezione, dopo aver analizzato le motivazioni della Corte Federale d’Appello, sulla sentenza di revocazione e ritiene che la Juventus abbia più di una freccia per il ricorso davanti al Collegio di Garanzia «che si riunirà al 99% a Sezioni Unite perché la vicenda rientra fra le controversie aventi profili di particolare rilevanza e di principio. Sarà una decisione che farà scuola». Che cosa contesta della sentenza della Corte Federale d’Appello? «In sede di revocazione non è ammissibile la modifica del capo di incolpazione con, come nel caso, la triplicazione delle responsabilità delle società, aggiungendo a quella propria anche quella diretta ed oggettiva per il comportamento dei dirigenti. Non è un giudizio nuovo ma il prosieguo di un iter che aveva già visto due sentenze, del Tribunale Federale Nazionale e della Corte Federale d’Appello, conformi di rigetto del capo di incolpazione mosso nell’originario atto di deferimento del Procuratore Federale, cioè la violazione dell’articolo 31 primo comma. Norma che ha per oggetto illecito in materia gestionale ed economica e che per le società prevede come unica sanzione l’ammenda con diffida, non penalità in punti. Coerentemente il Procuratore Federale in sede di dibattimento avanti il Tribunale Federale e la Corte d’Appello aveva richiesto la sanzione pecuniaria dell’ammenda, di 800 mila euro per la Juventus e, a scalare, per le altre società. Richieste poi rigettate in entrambi i gradi di giudizio. In sede di revocazione appaiono evidenti due profili di illegittimità che hanno reciso il “cordone ombelicale” con l’oggetto del deferimento iniziale. Il nuovo capo di incolpazione non ha più riguardato la valutazione economica e la legittimità di una o tutte le singole operazioni cd “plusvalenze”, ma l’asserito “fatto nuovo” che consisterebbe in un “sistema” finalizzato ad intervenire in maniera simulatoria sui bilanci della società, con inammissibile - in questa sede, perché del tutto nuovo ed estraneo all’iter precedente - addebito alla società della violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza di cui all’art. 4 Cgs Figc da parte dei propri dirigenti. Ciò pur in presenza di una norma specifica, l’art. 31 primo comma, che punisce le società per responsabilità propria, con sanzione pecuniaria». A PARTIRE DA€ 2, edizione digitale di Tuttosbbonamento su misura per te Sempre con te, Ma c’è un altro passaggio che lei contesta, quello sull’«illecito disciplinare sportivo»... «Vero, nel corpo della motivazione viene evocata un paio di volte una dizione molto singolare sul comportamento della società Juventus in base alle intercettazioni. Si legge di «illecito disciplinare sportivo», ma questa definizione rievoca l’articolo 30 Cgs, che ha ad oggetto il tentativo di modifica del risultato sportivo che è tutt’altra cosa, cioè il più grave dei comportamenti attribuibili a qualunque società e/o tesserato. Articolo 30 che, però, non viene mai espressamente né contestato, né nominato in tutto l’iter processuale, a partire dall’iniziale deferimento. Dalle tesi accusatorie del Procuratore Federale si evince soltanto l’addebito dell’illecito amministrativo e che con questo sistema la società Juventus avrebbe modificato i bilanci attraverso i cd scambi “a specchio” che producono un apparente beneficio economico immediato, anche se poi si ripercuotono negativamente in termini di ammortamenti futuri. Non si può, dunque - come invece è dato leggere nella motivazione - parlare di “illecito disciplinare sportivo” perché questo modifica - in termini a mio avviso inammissibili - l’impianto accusatorio». Lei si è già confrontato con il Collegio di Garanzia, a ottobre ha difeso gli arbitri Morganti e Giacomelli: come pensa che si orienterà? «Il Collegio di Garanzia ha tre possibilità decisionali: rigettare, accogliere il ricorso con rinvio - il che avviene molto spesso, cioè rimanda il procedimento alla Corte Federale d’Appello affinché, in diversa composizione, con membri differenti, riesamini il caso, con l’obbligo di attenersi al principio di diritto stabilito dal Collegio stesso - oppure, se ritiene la decisione viziata da un profilo di illegittimità pregiudiziale, può annullare la delibera della Corte Federale d’Appello». Non ultimo, il discorso sulla penalizzazione con il passaggio dai -9 richiesti ai -15 inflitti... «Un altro, a mio avviso, motivo di censura della decisione è il vizio, se non addirittura l’inesistenza di motivazione al riguardo. Nel Cgs non esiste una norma che determini e stabilisca un criterio di graduazione numerica dei punti di penalizzazione che possono essere comminati alla società. Il tutto è lasciato alla discrezionalità dei giudici. In questo caso, la penalizzazione di 15 punti non è supportata da idonea, se non addirittura minima, motivazione. Il che costituisce l’unica ipotesi di sindacato nel merito da parte del Collegio di Garanzia che, come la Corte di Cassazione, decide solo dal profilo della legittimità. Nel testo della delibera della Corte Federale d’Appello, infatti, troviamo tre righe, nelle quali non è rinvenibile alcuna motivazione logica e giuridicamente supportata dell’aumento della sanzione, dai 9 punti di penalità richiesti dal Procuratore Federale, ai 15 discrezionalmente comminati in dispositivo». PARTIRE DA€ 2,9 Hai già
  17. Da querelare, lo sanno tutti che i più onesti siamo noi interisti
  18. “QUALCOSA DI BUONO ALLEGRI HA COMBINATO NEGLI ULTIMI VENTI MESI: HA CENTRATO L’ALLENATORE PER IL NAPOLI” – ZAZZARONI DIFENDE, NUMERI ALLA MANO, IL TECNICO DELLA JUVE E RACCONTA CHE E’ STATO MAX A CONVINCERE DE LAURENTIIS A PRENDERE SPALLETTI DOPO AVER DETTO AD AURELIONE CHE AL NAPOLI NON SAREBBE PIU’ ANDATO: "PRENDA LUCIANO, E' BRAVISSIMO" - ANCHE L'INTER CERCO "allegri" PER SOSTITUIRE CONTE... 21.02.2023 13:03 Estratto dell’articolo di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport «Prenda Luciano, è bravissimo». Dopo aver detto a Aurelio De Laurentiis che al Napoli non sarebbe più andato (erano arrivati ai contratti) Allegri ebbe parole di stima per Spalletti che il presidente aveva bloccato da molto tempo. In quel periodo Max, che veniva da due anni di stop e aveva ritrovato forti motivazioni, sentiva l’interessamento del Real Madrid sempre più concreto e si godeva la fase del corteggiamento plurimo al punto che, la sera prima di farsi convincere da Andrea Agnelli, accompagnato da Giovanni Branchini andò a cena con Marotta e Ausilio: gli offrirono la panchina lasciata libera da Conte. Dunque, qualcosa di buono Allegri ha combinato negli ultimi venti mesi: ha centrato l’allenatore per il Napoli. Già, perché da quel che sento e leggo, da settembre 2021 sembra che non ne abbia infilata una e che la Juve si sia affidata a un incapace, privo di qualsiasi nozione tattica, poco aggiornato e oltretutto sfaticato (queste, sì, sono cazzatissime). I sei scudetti? Piovuti dal cielo. Straordinario semplificatore e campione italiano di metafore alla livornese - di un ex calciatore che aveva tentato la strada della panchina disse «ha iniziato a fare l’allenatore, durava più sott’acqua» - Allegri s’è fatto scivolare tutto addosso ma poi, carico di tensione e pressioni, in particolare nel post-sentenza, ha sbroccato.
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