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andrea

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di andrea

  1. Questi vorrebbero mandarci un B, organizzare gli Europei e dovremmo concedergli pure lo stadio L'ITALIA CORRE VERSO GLI EUROPEI DEL 2032! VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE CULTURA DEL SENATO ALLA CANDIDATURA PER OSPITARE IL CAMPIONATO EUROPEO DI CALCIO - SAREBBERO STATE ANCHE INDIVIDUATE LE UNDICI CITTÀ IN CUI GIOCARE LE PARTITE DEL TORNEO (NON C'E' UDINE) – TRA I PRINCIPALI RIVALI, C’E’ LA TURCHIA DI ERDOGAN - LA SCELTA DEL PAESE OSPITANTE SARÀ FATTA TRA SETTEMBRE E OTTOBRE… Benedetto Saccà per “il Messaggero” L'Italia corre verso gli Europei del 2032. D'altronde, giusto ieri, la settima commissione del Senato ha approvato la risoluzione a sostegno della candidatura italiana per l'organizzazione della manifestazione nel Trentadue. In particolare il documento impegna il governo a sostenere la candidatura avanzata dalla Figc e prevede che sia assunta «ogni opportuna iniziativa di propria competenza che valorizzi l'interesse nazionale rispetto a tale evento e alle relative eredità». Sarebbero state anche individuate le undici città destinate a ospitare le partite del torneo: e si tratterebbe di Roma, Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo. Non troverebbe uno spazio Udine perché lo stadio ha una capienza inferiore a quella minima (di 30 mila spettatori) prevista dalla Uefa. Ma comunque. La Figc dovrà consegnare alla Uefa il dossier definitivo legato alla candidatura entro il 12 aprile e avrà la Turchia tra i principali rivali. La scelta del paese ospitante, poi, arriverà tra settembre e ottobre. All'inizio di Euro 2032 mancano ancora nove anni: sembra un tempo infinito, ma è un attimo, specie nel cammino di organizzazione di un evento simile.
  2. Veramente il Corriere dello Sport ha scritto che Chiné per gli stipendi chiederà una stangata
  3. Sento che tutti dicono che dobbiamo pensare alle coppe e non al campionato. Allora è inutile fare il ricorso per il meno 15
  4. Avevo letto per errore Ziliani invece di Zuliani e ho pensato:"Guarda sto str****, per lui 42 minuti sono stati troppo per condannarci"
  5. Una decisione che può costare centinaia di milioni presa in giornata, per decidere se Mourinho deve essere squalificato bisogna approfondire Se questi non sono pagliacci...🤡🤡🤡 ..
  6. Avv. Russo:” Abbiamo depositato presso il Coni un ricorso a supporto della Juventus” 03.03.2023 14:07 di Franco Leonetti Una notizia importante, un’esclusiva che vi proponiamo grazie al lavoro e all’opera di diffusione dell’Avv. Nicola Russo. L’avvocato di Taranto, per inciso interista di fede, esperto di diritto amministrativo e tributario, ci ha narrato del ricorso voluto e avviato dalla associazione Juventus Club della città pugliese, intitolato a Gigi Buffon, affiliato al Lizzano Official Fan Club, un ricorso che in termini tecnici viene denominato “ad adiuvandum” rispetto all’azione legale al Coni della Juventus Fc. Ecco il fedele resoconto della chiacchierata con l’Avvocato Russo, che, già in passato, curò il ricorso del Taranto Calcio presso il Tar. Avvocato, ci spieghi con precisione l’entità di questo ricorso voluto dallo Juventus Club di Taranto e da lei curato “Dopo la sentenza dei -15 punti inflitta alla Juventus, sono stato contattato dal club bianconero della mia città, per cercare di capire in quale modo fosse possibile aiutare e sostenere le ragioni della società Juventus. Il nuovo codice del Coni, previsto dall’articolo 58, 3° comma del recente codice di giustizia sportiva, prevede un intervento “di terzo ad adiuvandum” per l’ordinamento sportivo in generale, ovvero il sostegno, in questo caso, alla Juventus fornito dal club tarantino, un elemento rafforzativo delle tesi difensiva espresse nel ricorso dalla società bianconera. Il documento, di nove pagine è stato depositato nei giorni scorsi presso il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, e notificato alle parti, ovvero Juventus, Procura federale e Procura generale” Che idea si è fatto a riguardo del ricorso della Juventus in opposizione alla sentenza? “Lo ritengo semplicemente giusto ed esaustivo in ogni suo dettaglio, un ricorso che sconfessa una sentenza ingiusta, afflittiva, che ha comminato 15 punti di penalizzazione senza che esista una motivazione per delinearli. Come si è arrivati a definire quei 15 punti di penalità? Quel verdetto va semplicemente cancellato in base a un insieme di fattori, in primis perché le plusvalenze, come ben sappiamo, sono lecite e non normate e in più vanno a ledere l’aspetto puramente economico, regolato dalla Corte di Giustizia Europea, perché l’attività sportiva è anche attività economica, quindi soggetta al principio della concorrenza che si lega alle plusvalenze, addirittura già sancito su espressione della Corte di Cassazione. Lasciando all’imprenditore, in questo caso la società, la libertà e la valutazione di dichiarare il valore di un bene immateriale quali sono i giocatori, senza dimenticare che anche dal punto di vista fiscale le plusvalenze sono lecite. E’ sempre una società a definire il prezzo di un giocatore a maggior ragione visto che non esiste una normativa a regolarle. Anche in materia penale il problema non sussiste, in base alle sentenze, che ho riportato nel ricorso, del Tar e della Corte Costituzionale. In base ai principi giuridici appena elencati, la sentenza dei -15 punti va assolutamente annullata perché attività lecita” La manovra stipendi come la vede? “Quella della presunta manovra stipendi appare una situazione più delicata, vedremo quali saranno gli sviluppi in sede di giustizia sportiva. L’auspicio è quello di assistere ad una giustizia che sappia essere giusta, basata sui cardini dell’equilibrio sportivo”
  7. L'IMBOSCATA - Spalleggiano l'accusa e oscurano la difesa: così i media orientano l'opinione pubblica. I tifosi si mobilitino. C'è un modo per mettere in imbarazzo Ceferin e Gravina. Il caso Giraudo e il diritto alla difesa (oltre il Coni) 03.03.2023 00:58 di Andrea Bosco di Andrea Bosco Io non so se la Juventus abbia commesso irregolarità tanto clamorose da arrischiare persino la retrocessione. Se le ha commesse dovrà necessariamente risponderne. In tutte le sedi competenti. Alla giustizia (ordinaria e sportiva), ai propri azionisti e ai propri tifosi. Non deve (e non dovrebbe) viceversa risponderne ai media. Per il semplice motivo che una parte consistente dei media si è fin da subito schierata: contro la Juventus. Facendo quanto una libera e seria informazione mai dovrebbe fare: i processi prima che vengano dibattuti in aula . E' un antico “peccato“ quello dell' informazione italiana di spalleggiare le procure. Di dare visibilità a quanto dalle procure esce. Nessuno osi “spiegare“ che ininfluenti cancellieri fanno uscire da quelle procure le carte degli interrogatori, i contenuti delle intercettazioni. Anche quando non siano state depositate e quindi rese “pubbliche“. Pubblicabili è un discorso che attiene all'etica di ogni giornale, ogni televisione, ogni radio. Per quanto riguarda il web è ancora un altro discorso. Perché il web è una cloaca dove l'etica viene sistematicamente stuprata. Non i cancellieri: “altri“ fanno uscire quelle intercettazioni che dovrebbero essere secretate. Altri: che hanno interesse ad orientare la pubblica opinione prima che i processi vengano celebrati. E' una barbarie che “quei“ contenuti, vengano divulgati. Ma pare che questa sia diventata una fetida prassi. I tifosi della Juventus invece di indignarsi per i “cinguettii“ pelosi di chi “sputtanatissimo“ conta un tubo, dovrebbero mobilitare la propria protesta verso quei giornali che non hanno dato conto del ricorso presentato al Coni dalla Juventus. Ma che anzi, nel giorno in cui le posizioni difensive ufficiali da parte della società bianconera erano state rese note, hanno preferito riempire le proprie pagine con il racconto (alla procura) di una ex dirigente della Juventus. “Omettere“, di fatto ha schierato il giornale. Io non so se – come qualcuno ha ipotizzato – l'ordine sia venuto dall'editore. Sarebbe terribile se un giornale si facesse fare la scaletta dall'editore. Non ci credo. Credo piuttosto che come nelle procure (e ovunque), anche (anzi, soprattutto) nei media i giornalisti siano anche dei tifosi. Qualcuno potrebbe dire: anche lei, signor Bosco. Non l'ho mai negato. Ma spero mi si riconosca l'onestà intellettuale di non aver mai nascosto le “magagne“ della Juventus. Spero si voglia tenere conto delle infinite critiche che alla società ho rifilato: senza sconti. Non mi paga la Juventus. Non ho mai chiesto favori alla Juventus. A Natale non ricevo gli auguri da parte della società. Questo, per chiarire. Ci sono media apparentemente più “indulgenti“. Organi di informazione che esaminano il “ricorso“ da un punto di vista oggettivo e non soggettivo. Salvo concludere che: “altra faccenda sarà il filone relativo agli stipendi, rispetto a quello delle plusvalenze. Lì, la Juventus non avrà scampo: serie B da non escludere“ . E spiegano che il problema sono le “intercettazioni“. Che magari sono state effettuate senza rispettare i crismi del codice penale. Ma che essendo state divulgate e rese pubbliche sui media, ora rappresentano la “verità“. Non importa se il contenuto di quelle intercettazioni, reso pubblico, sia magari decontestualizzato, monco, parziale. Il fatto di essere stato sbattuto in prima pagina, lo rende “vero“. Tutto il resto è relativo. Il “sonno“ profondo delle altre procure italiane, rispetto all'attivismo frenetico di quella Torinoì: scrivere 14.000 pagine è una fatica titanica. L'idea bizzarra che la Juventus abbia fatto le “plusvalenze“ con se stessa. L'idea oscena che la giustizia sportiva non debba essere “giusta“: solo veloce. Io non ho competenze giuridiche. E non ho letto le carte dell'inchiesta. Ma ho letto le motivazioni: fanno acqua da tutte le parti. E sono inique. Per quanto non hanno rispettato un principio universale, valido (teoricamente) persino nelle dittature. E vale a dire che a un imputato sia garantita la possibilità di difendersi. Prima o dopo il Tribunale di Strasburgo (che ha accettato di discuterlo) dovrà esaminare il ricorso di Antonio Giraudo, che a quel “foro” ha lamentato (ai tempi di Calciopoli) di aver visto violati i propri “diritti umani“. Con un processo troppo celere per potersi difendere. E sviluppatosi a senso unico. Come ammise, del resto, uno dei giudici di quel collegio: “giudicammo sull'onda del sentire popolare“. L'ipotesi di reato contestata a Torino (dalla giustizia ordinaria), quella di “falso in bilancio“ è viceversa, talmente grave che se, assodata, la Juventus difficilmente potrà evitare di finire all' Inferno. Ma quel giudizio sarà emesso successivamente a quelli sportivi. E vale la pena rammentare che in Italia, i gradi di giudizio sono tre: primo, appello, cassazione. Ci vorranno anni prima di arrivare a conclusione. Non così la giustizia sportiva che si reputa una “enclave“ intangibile. Dove giudici, non infrequentemente “tifosi“ e che magari non si sono mai occupati di contabilità, emettono giudizi (e pene) a campionato in corso. Antica infamia: al pari del cambiamento in corsa delle regole (Nakata chi era costui?). Per capirci: la procura federale ha decurtato dopo sommaria analisi (leggendo, con i razzi nel fondoschiena, le 14.000 pagine inviate dalla procura di Torino) i punti in classifica della Juventus. Ma il ricorso della società bianconera, verrà discusso, solo ad aprile. Con il campionato ormai agli sgoccioli. Ergo, dal punto di vista sportivo, la Juventus (attualmente al settimo posto in classifica) e lontanissima dalla zona Champion's, ha solo una alternativa per far sfarinare alla Figc e all'Uefa, la tela del ragno nella quale (anche per proprie responsabilità) è stata avviluppata: vincerle tutte. Vincere in Italia e vincere l'Europa League. Il Napoli non è raggiungibile e con merito vincerà il titolo. Ma il quarto posto è (sulla carta) raggiungibile. E benché l'Arsenal sembri destinato ad incamerare l'Europa League, la Juventus recuperando Pogba e Chiesa, con i suoi Di Maria, Vlahovic, Kostic. Cuadrado, con i suoi giovani, potrebbe davvero fare filotto. Mettendo in fortissimo imbarazzo Ceferin e Gravina. La protesta dei tifosi che hanno disdetto gli abbonamenti (e che stanno facendo preoccupare il Palazzo) ha una ratio che, personalmente, non condivido. Meno abbonati significa anche, riduzione dei posti di lavoro. Dovesse mettersi male, la Juventus potrebbe giocarsi il ricorso al Tribunale Regionale. Non credo che stavolta si appaleserebbe un Luca Cordero di Montezemolo a “consigliare“ ( Blatter dixit ) di non “adire al Tar“. Era il 2006: sempre meglio ricordare come andarono le cose. Dopo la vittoria (di nervi, di fisico, anche di qualità) nel derby , la Juventus è chiamata a ripetersi a Roma. Dove Josè Mourinho ha già biecamente “ preparato“ il terreno. Imbufalito per l'ennesima sconfitta, ha fatto di tutto per farsi espellere. Salvo chiamare in causa il quarto uomo (il Serra che clamorosamente sbagliò la scorsa stagione penalizzando il Milan) insinuando. “Non voglio dire, ma Serra è di Torino...“. Vecchia tattica di un uomo che “non è un pirla“ ma neppure quel gentleman accreditato dai suoi adoratori.. La storia del portoghese è zeppa di espulsioni, di provocazioni, di vergognose insinuazioni, di risse verbali con gli avversari: Mourinho è un provocatore. Tecnica collaudata per distogliere l'attenzione dalle deludenti prestazioni delle sue squadre. Volete saperlo? Esaminando la “querelle“, spiegando che “l'atteggiamento di Serra con le mani in tasca“ non sarebbe piaciuto alla Federazione, un grande giornale italiano non ha scritto una riga sulle insinuazioni di Mourinho nel post Cremonese- Roma. Sulla graticola (un altro quotidiano ha chiesto che le due giornate di squalifica al portoghese , vengano cancellate) più che il linguacciuto don Josè, è finito il quarto uomo, Serra. E poi si meravigliano se i giornali risultano in crisi di vendite. In ogni caso, di peggio ha fatto la procura federale. Che - film già visto- ha avviato una inchiesta. In fondo materiale ce n'è. Giuseppe Pecoraro, cuore partenopeo, avviò da procuratore federale una inchiesta per sapere per quale motivo un arbitro (casualmente in un Cagliari – Juventus) non avesse fischiato un fuorigioco. O forse perché lo avesse fischiato. Le cose surreali tendo a dimenticarle. Non esiste un audio per Cremonese- Roma . Ma pare ci siano immagini con il labiale del quarto uomo. Quelle relative a Mourinho? Se ci sono, potrebbero sparire. Come i filmati del sorteggio arbitrale (prove dell'accusa) al tribunale di Napoli nel processo contro Luciano Moggi. Evaporati, quando la difesa di Moggi, chiese di esaminarli. Sostituiti dai pm Beatrice e Narducci, senza un filo di vergogna, con delle diapositive. Ah: Gabriele Gravina dovrebbe dimettersi . Il perché , i lettori dell'” Imboscata “ lo conoscono. Non serve mi ripeta.
  8. Plusvalenze Juve, l'avvocato Camera: "Quel verdetto viola i principi costituzionali!" Il commento del cassazionista del foro milanese: "Anche nello sport devono valere. Solo multe con l’articolo 31, pena non equa, difesa Juve impedita" Guido Camera è un avvocato cassazionista del foro milanese ed esercita la propria attività nel settore del diritto penale. Svolge anche un’intensa attività didattica ed è autore di numerose pubblicazioni, oltre a essere il presidente dell’associazione “Italia, Stato di Diritto”, sulla cui piattaforma ha recentemente organizzato il webinar “Juve -15 il diritto non indossa maglie”. «Di solito contrattiamo argomenti sportivi, ma credo che questa sentenza meriti l’attenzione di un’associazione come la nostra, perché qualunque contenzioso che riguardi beni importanti sotto il profilo economico e così rilevanti per milioni di persone, debba rispettare i principi di uno Stato di Diritto, anche in ambito di giustizia sportiva, che non può sfuggire alle regole del giusto processo». Camera ha anche scritto un articolo sulla sentenza e ha letto le conclusioni del ricorso con attenzione: «Credo che ci siano molti temi forti. Quello sulla sanzione è eclatante, per spiegarmi in modo molto semplice: come si fa a infliggere 15 punti di penalizzazione quando esiste una norma specifica, mi riferisco all’articolo 31, per la quale il legislatore ha previsto solo una multa. E nell’utilizzo dell’articolo 4, non corretto, c’è comunque una sproporzione che non rispetta il principio di equità della pena, che deve essere garantito tanto quanto quello dell’afflittività. Il giudice non può andare oltre il legislatore e farlo con una penalizzazione così pesante». Altro punto forte del ricorso è il cambio del capo di imputazione: «In un caso di revocazione non può essere cambiato lo scenario, cosa che qui è avvenuta, oltretutto non consentendo alla Juventus di difendersi sulla base dei nuovi articoli che le venivano contestati. Qui si violano i principi costituzionali del giusto processo che sono ampiamente garantiti anche nella giustizia sport E poi rimane, elefante nella stanza, l’assenza normativa. «Nella sentenza con la quale la Corte d’Appello Federale assolveva tutti i deferiti dalla procura federale, si sottolineava come non esistessero norme né criteri per punire la condotta. Cioè non c’era una norma sulle plusvalenze, né un criterio per calcolare l’eventuale supervalutazione dei giocatori. Cosa è cambiato? Nulla. Siamo ancora senza norma e senza criterio. Quindi il punto di caduta giuridico non esiste. Non ci può essere una violazione di un principio generico, dimenticando il punto di caduta giuridico. E non può rappresentare una violazione il reiterare una condotta lecita e non vietata da una legge». C’è, infine, il discorso del modello di organizzazione: «Se la responsabilità oggettiva è un grosso onere per le società, la società può anche alleviare questo peso dimostrando di avere un modello organizzativo adeguato, ovvero delle procedure interne pensate proprio per evitare di commettere violazioni». Tutta questa vicenda, tuttavia, merita una riflessione finale, che l’avvocato Camera inizia partendo dal difficile compito del Collegio di Garanzia, che verrà chiamato a decidere in un clima di grande pressione, con una grande aspettativa di condanna, alimentata nell’opinione pubblica dalle ripetute pubblicazioni di stralci dell’inchiesta torinese: «I giudici dovranno essere impassibili e giudicare nella totale autonomia. Il diritto non può avere una maglia, il tifo non può entrare nelle vicende giudiziarie in nessun modo. Piuttosto sarebbe il caso che vengano pensate regole chiare, perché anche nella giustizia consociativa, il consociato - la Juventus in questo caso - deve avere chiarissime quali sono le conseguenze delle sue azioni, anche per togliere qualsiasi alibi. Dall’altra parte il rito deve offrire più garanzie per chi si difende. Io ho sempre avuto esperienze di giudici sportivi che applicano grande attenzione e dedizione al loro lavoro, ma credo che il rito necessiti delle implementazioni». Ricorso Juve: ecco su co sempre con te Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime. Sempr
  9. Avv. Sperduti a RBN: “Il -15 si può cancellare. Il nodo manovra stipendi. Inchiesta Uefa? Niente ricatti per la Superlega” 02.03.2023 Tra un mese il Collegio di Garanzia dello Sport dovrebbe fissare l'udienza per il ricorso sulla vicenda plusvalenze. I bianconeri chiedono l'annullamento della penalizzazione di 15 punti. Poi sarà la volta della manovra stipendi sull'inchiesta Prisma. Resta da capire cosa deciderà la Uefa e se in questo senso avrà un peso la Superlega. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Matteo Sperduti, avvocato di Diritto sportivo. Sperduti è convinto che sil -15 si possa ribaltare: “Continuo ad essere ottimista sull'esito di questa vicenda. Come ho sempre detto, l'errore è stato nell'accogliere la revoca della sentenza. Il primo punto del ricorso della Juve parla proprio dell'impugnazione di questo elemento. Non esisterebbero fatti nuovi. Dalla pubblicazione della sentenza la società bianconera è in fase di attacco anche perché l'opinione pubblica è dalla sua parte. Come il sottoscritto, tanti giuristi hanno visto che in quel verdetto le norme non sono state applicate in modo corretto”.
  10. Ma poi lo immagini Alvino che legge?
  11. «Attaccata, quasi sbeffeggiata Cda Juve, la tempesta perfetta» Zoppo, collegio sindacale: una escalation difficile da capire Di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi · 2 mar 2023 L’urgenza «Loro volevano spingere per arrivare subito a deliberare e approvare il bilancio» TORINO Una volta si è sentita «quasi sbeffeggiata», altre «colpita e attaccata, per qualcosa che Juventus stessa aveva fatto», pur di svolgere al meglio l’attività di controllo da componente del collegio sindacale: Maria Cristina Zoppo, 51 anni, in carica dal 29 ottobre 2021 fino alle dimissioni del 5 gennaio scorso, per oltre cinque ore racconta ai pm che indagano sui conti del club mesi di riunioni e discussioni fino alla delibera della Consob, sulla non conformità del bilancio al 30 giugno 2022. «Era la tempesta perfetta». L’incipit: «Da settembre in poi c’è stata un’escalation di momenti di gestione societaria su cui io non riuscivo più a capire perché ci si volesse incanalare in un processo di valutazione di poste di bilancio oggettivamente poco condivisibile». Spuntavano guai all’orizzonte: «Noi eravamo venuti a conoscenza dell’esistenza delle carte della Procura che evidenziavano un breach nei sistemi di controllo (side letter)»; ma il cda approva comunque un progetto di bilancio «senza avere contezza dell’esito dell’attività del revisore», che presenterà rilievi. Motivo? «Perché accettare questi rilievi, è una mia conclusione, avrebbe potuto sgonfiare tutta la linea difensiva in sede penale». Il consiglio vuole spostare l’assemblea, ma «senza alcun impegno o previsione» di rivedere i conti: «su questo punto è iniziato lo scontro, il challenge con il cda». C’era il rischio di eventuali sanzioni sportive: «Al collegio sindacale non interessava nulla questo, perché se un bilancio è non corretto, è non corretto». Altra anomalia: «Non mi è capitato che gli avvocati avessero un peso così significativo». Dunque, i sindaci chiedono di modificare il bilancio, per le manovre stipendi («trovino diverso trattamento»). Sulle plusvalenze invece: «Abbiamo parlato con il revisore e abbiamo ritenuto che il metodo da lui utilizzato conducesse ad esiti non irragionevoli». La sera del 25 novembre riceve la telefonata di Daniela Marilungo, amministratore indipendente: «Mi chiama e, piangendo, mi dice: “Ho dato le dimissioni”». Il cda di tre giorni dopo sarà tesissimo: Zoppo domanda più volte che venga letta la lettera di dimissioni di Marilungo, come dalla stessa richiesto, ma non viene ascoltata: «Loro volevano spingere ad arrivare subito alla deliberazione, approvare il bilancio». Prende la parola: «Permettete al revisore di pronunciarsi». Lì, con i sindaci collegati da remoto, per 50 minuti «viene interrotto l’audio della riunione». Protesta: «Quanto ci mettete a fare la traduzione di due pagine?». Domanda dei pm: di fatto vi hanno estromesso dal consiglio? Risposta: «Eh». Alla ripresa, i sindaci vengono sottoposti a una serie di domande, con un senso: «Metterci in cattiva luce e crearci una forte sensazione di disagio. Anche Forte (altro sindaco dimessosi, ndr) era in difficoltà. Questa è stata una mitragliatrice». E ancora: «Abbiamo denunciato a Consob che mancavano al 23 dicembre 2022 (e che mancano tutt’ora, 9 gennaio) i verbali del 24 e del 28 novembre, anche il 20 lo abbiamo solo in bozza». Cosa le hanno riferito i suoi legali? «Di comportamenti aggressivi». Ha esperienza di altissimo livello — è nel cda di Intesa Sanpaolo e di Newlat Food — ma non restavano che le dimissioni: «Preciso che non sono una persona che lascia, è la prima volta in tanti anni di carriera».
  12. Che fantastico campionato che è la serie A, nonostante magistrati che dicono di odiare la Juve... De Siervo: "La nostra Serie A vanta giocatori stellari come Di Maria 01.03.2023 15:05 di Alessandra Stefanelli Fonte: ANSA (ANSA) - ROMA, 01 MAR - "Da oggi parte il road show della Lega Serie A che durerà sei mesi e toccherà 5 continenti in vista del prossimo ciclo di vendita dei diritti audiovisivi". L'ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, è intervenuto questa mattina al "Leaders Sport Business Summit" ad Abu Dhabi, uno dei più influenti e importanti summit mondiali dell'industria sportiva e del calcio. "A pochi metri da qua - ha spiegato De Siervo, parlando dal palco del summit - abbiamo aperto la nostra nuova sede; dopo New York nello scorso mese di maggio viviamo un altro momento storico e fondamentale per la nostra media company, per crescere e lanciarci nel futuro". "Quando siamo arrivati in Lega Serie A avevamo 3 sponsor da oltre 20 anni e in soli 3 anni i partner sono diventati 10 - ha proseguito -, brand che hanno raddoppiato il nostro fatturato, testimoniando la fiducia e l'interesse nel nostro prodotto. In questi anni abbiamo lavorato con i club della Lega serie A in maniera costruttiva e collettiva per valorizzare i loro asset, ovvero i calciatori, con una crescita maggiore di contenuti e visibilità. Il nostro calcio può vantare brand globali e star come Di Maria, Ibrahimovic, Leao, Osimhen, Dybala, Immobile, Lukaku e Lautaro. Abbiamo anche costituito e spingeremo il progetto Leggende, Ambassador internazionali come Totti, Del Piero, Vieri, Cannavaro, Kaka' e Shevchenko". "Per essere leader nel mondo dobbiamo vincere a livello internazionale e mai come in questo momento il calcio italiano sta diventando importante in Europa", ha poi sottolineato De Siervo, parlando di "una specie di All in con il Napoli che sta battendo ogni record. Il nostro è il campionato più difficile del mondo per tattica, ma è anche quello più avvincente con quattro differenti squadre che potrebbero aggiudicarsi il titolo in quattro anni, a differenza di Bundesliga e Ligue 1". "Il futuro passa anche da qui - ha concluso De Siervo -. Stiamo lavorando con tutte le istituzioni sportive locali, mentre distribuiamo le nostre partite con la piattaforma OTT Starzplay e la TV lineare Abu Dhabi Media. Amplifichiamo il nostro calcio con la piattaforma Kooora, digital leader in lingua Araba". (ANSA).
  13. Oggi sarebbe il giocatore più odiato dai granata, ma per sua fortuna Bayeye ha scambiato la maglia con Pogba
  14. Il loro idolo è Giagnoni che tiro' un pugno a Causio
  15. Agnelli in pressing «No, io mi dimetto Troppo il disagio» Daniela Marilungo, ex del cda Juve, racconta ai pm Di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi · 1 mar 2023 TORINO Per dire della tensione di quei giorni, ricorda le parole del suo avvocato: «Non approvare nulla, non approvare questo bilancio altrimenti vai dritta verso le conseguenze che tu vuoi evitare». Daniela Marilungo, 52 anni, membro indipendente del cda Juve dal 23 ottobre 2015, parla per otto ore come persona informata sui fatti davanti al procuratore aggiunto Marco Gianoglio, al pm Mario Bendoni e a tre militari della guardia di finanza, che stanno indagando sui conti bianconeri. Fu lei la prima ad andarsene, ancor prima che crollasse tutto il cda: «Mi sono dimessa con e-mail e raccomandata il 25 novembre 2022». Ricorda quel giorno, iniziato alle 7.30, con una telefonata di due ore al suo avvocato: «La decisione la stavo meditando ma non era proprio nell’aria; a fronte dell’ultimo cda, dopo una notte insonne, mi sentivo a disagio». Il giorno precedente «sia Andrea Agnelli che John Elkann, ci avevano comunicato a noi consiglieri indipendenti che Laurence Debroux e Suzanne Heywood (consiglieri non indipendenti, ndr) avevano preannunciato a loro volta le dimissioni». Pausa: «Questa notizia fa scattare il timing delle mie dimissioni» e a sera, «mi faccio un bel pianto liberatorio». È solo l’inizio, perché le vengono chiesti i contatti del suo legale, che però respinge i civilisti che seguono la Juve: «Parlo solo con i penalisti». Il clima si scalda ulteriormente, poiché nei giorni successivi Marilungo continua a ricevere mail di convocazione, al che l’avvocato chiama quelli bianconeri dicendo che «se Juventus non rettifica questa cosa, va subito in Procura e denuncia tutti». Però, il tempo stringe: «La Juventus ha anche delle altre attività di vigilanza, per cui il motivo di queste tempistiche accelerate era che se il consiglio non depositava il bilancio non ci potevamo iscrivere ai campionati». Di più: «La spada di Damocle che tutti ci rappresentavano (il direttore finanziario Cerrato, il capo dell’ufficio legale Gabasio, Agnelli) era questa dell’iscrizione alle varie competizioni sportive». Spuntano anche delle slides, racconta la testimone: senza presentazione del bilancio si rischiava o la mancata iscrizione o dei punti di penalizzazione. «Prima la deadline doveva essere a novembre poi venne fuori che si poteva fino a giugno 2023». Insomma, la situazione si fa ingarbugliata: «La nostra preoccupazione aumenta, ci hanno più volte rappresentato come queste conseguenze sportive potessero impattare sulla continuità aziendale». Domanda dei pm: chi nel cda propugnava la tesi di andare avanti con il progetto di bilancio approvato il 23 settembre? «Il presidente Agnelli, in maniera chiara». Subito prima del cda del 24 novembre, Agnelli incontra i consiglieri indipendenti: «Il succo era: “Voi dovete decidere in o out; è difficile capisco ma ci sono tutte le premesse per arrivare a una decisione positiva”». E la stessa cosa, prima della pausa pranzo, avverrà davanti a Elkann, che aveva «atteggiamento soft e collaborativo». La descrizione di Agnelli era stata «più tranchant: “Hanno paura di essere indagate”», riferito alle due consigliere non indipendenti. Insomma, «una situazione surreale». Durante una pausa, parla con Spada, presidente del collegio sindacale: «Guarda che queste due si sono dimesse. Lui rimase colpito». E ancora: «Noi abbiamo richiesto questi documenti (della Procura, ndr) in varie forme e a più riprese. Io non ho mai visto alcuna documentazione». Piuttosto riceve una battuta: «Sono migliaia di pagine, vuoi leggerle tutte?». Però: «Delle side letter sono venuta a saperlo a fine ottobre». Si fece domande: «Dal momento in cui professionisti della società dicono A e Deloitte B, per me, le cose sono iniziate a cambiare». Si discuterà anche di un ricorso al Tar contro la delibera della Consob, ma alla fine si votò per evitare il «muro contro muro».
  16. Due miliardi li possono tirare fuori solo un arabo o un fondo americano
  17. Juventus, manovra stipendi "segreta"? Beh, mica tanto... I termini del piano sono sempre stati noti: Tuttosport scriveva già nel marzo 2020 che ci sarebbero stati "accordi individuali" Guido VaciagoLunedì 27 Febbraio 2023 «Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati». Dai non esattamente impermeabili faldoni dell’inchiesta Prisma è scivolata un altro documento: le parole sono quelle di Paolo Piccatti, presidente del collegio sindacale della Juventus dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021, contenuti nel verbale del suo interrogatorio del 25 novembre ‘22 a proposito della “manovra stipendi”. Parole che alimentano quello che si potrebbe definire il filone della “segretezza” e del “mistero” che nelle ricostruzioni dei pm ammantano la vicenda. Ora, senza entrare nel merito delle eventuali irregolarità di bilancio (che sono un’altra storia), il fatto che i termini della manovra stipendi fossero ignoti è piuttosto lontano dal vero. E basta consultare l’archivio di qualsiasi quotidiano, a partite da Tuttosport. Il 28 marzo 2020, a pagina 3, si legge: «Se invece si dovesse tornare in campo, i giocatori riceveranno i soldi... ...ma non immediatamente, bensì più avanti. Tra questa ipotesi e quella del taglio a prescindere di un mese e mezzo, ne è stata individuata un’altra: ossia la rinuncia da parte delle squadra a due mesi dei prossimi quattro (da marzo a giugno) se la Serie A dovesse essere sospesa definitivamente; o a un mese su quattro se invece si dovesse riuscire a portare a termine il campionato», che è esattamente come è andata. La Juventus e le due manov stipendi sp La mediazione fra Chiellini e Agnelli Il giorno dopo, 29 marzo, a pagina 2 viene esplicitamente scritto di una mediazione fra Giorgio Chiellini e Andrea Agnelli, viene riportato il comunicato e poi viene aggiunto: «Quanto alla formula, le indiscrezioni riferiscono di una rinuncia netta a un mese e mezzo, mentre per i restanti due mesi e mezzo si troveranno appunto accordi individuali con vista sui prossimi anni». Accordi individuali con vista sui prossimi anni: il 29 marzo 2020, prima di qualsiasi indagine, il quadro della manovra stipendi era chiaro, compreso il fatto che ci sarebbero stati accordi individuali. Nessuno aveva sbirciato le chat di whatsapp della squadra, ma le notizie pubblicate erano state diffuse da società e giocatori con relativa trasparenza. Verità? Meglio la velocità...Torsello sconcertL'edizioneedizione digitale di Tuttosport Scegli l'abbona su misura per te Sempre con te, come v I due ombrelli Tant’è che qualche mese dopo, quando attraverso il bilancio di Exor si riescono a capire i primi numeri di quello della Juventus (che verrà pubblicato un mese dopo), c’è un articolo di Tuttosport che sembra anticipare di anni ciò che negli ultimi mesi è stato “svelato” dall’inchiesta. Il 4 settembre 2020 a pagina 2 si legge che la Juventus si è protetta dagli effetti del Covid «grazie a due ombrelli. Uno è stato l’accordo con i giocatori sulla sospensione degli ingaggi durante il periodo del lockdown, che ha permesso di risparmiare ben 90 milioni sul bilancio al 30 giugno 2020. Non risparmiare in assoluto, perché la società gli stipendi ai calciatori dovrà pagarli e dunque andranno ad appesantire i prossimi bilanci, ma intanto non hanno affondato quello già gravato dall’effetto Covid. L’altro ombrello è stato quello delle plusvalenze, tra cui spicca quella da 42 milioni realizzata attraverso la cessione di Miralem Pjanic al Barcellona nello scambio con Arthur». Concetto ribadito il 12 settembre quando Tuttosport scrive che le perdite sono state arginate dalle «plusvalenze di mercato (166 milioni) e l’accordo raggiunto da Fabio Paratici e i dirigenti bianconeri con la squadra per risparmiare 90 milioni di ingaggi (20 in modo effettivo, 70 solo dal punto di vista contabile, visto che sono stati spalmati sulle prossime tre stagioni)». Insomma, le eventuali responsabilità della Juventus e dei suoi dirigenti saranno accertate dai vari tribunali, ma per scoprire certi dettagli non servivano le chat di squadra, bastava leggere Tuttosport. A PARTIRE DA€ 2,99 € 0,99/m Hai già un a digitale del giornale, sempre con te Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabelli formazioni, ante
  18. Sentenza scritta con i piedi, dice Criscitiello Criscitiello su Sportitalia.com: “Juve, al CONI giochi in casa” Michele Criscitiello su Sportitalia.com: La Juventus se dovesse fare punti nel derby sarebbe seconda sul campo. E' in semifinale di Coppa Italia e agli ottavi di Europa League. Nel disastro generale Allegri rischia di salvare sempre le sue stagioni. Ovviamente cambierà tutto tra fine marzo e inizio aprile quando sapremo se il -15 resterà o sarà abolito. Questo non dipende da Allegri. Ricordiamo anche la terza opzione: il collegio di garanzia del Conicontesta alla Corte federale le motivazioni e chiede di riformulare la pena. Ecco che quel -15 potrebbe diventare anche -5, ad esempio. La Juventus punta tutto sul Coni e politicamente ha fatto i passi giusti. Il Coni può ribaltare tutto perché la sentenza della Corte Federale è stata scritta con i piedi. Lo sanno anche in Federazione. Aggiungiamo: Angelo Clarizia è spesso Avvocato del Coni in cause al Tar e al Consiglio di Stato. Questa volta, invece, difenderà la Juventus nel suo stesso Coni. Si gioca in casa. Cambia solo la maglia da difendere.
  19. andrea

    Introspezione

    Mi dà fastidio all'estero Dei cercopitechi italiani non mi interessa nulla
  20. Plusvalenze Juve, il professor Napoli: "Nessuna legge vieta di cedere a prezzi più alti" Intervista al docente di Diritto processuale tributario alla Luiss: "Al momento non esiste un criterio per determinare il giusto valore di un giocatore. Non essendoci reato, le intercettazioni non hanno rilievo" Guido Vaciago Buongiorno professor Napoli, il tema delle plusvalenze fittizie è diventato cruciale nel dibattito calcistico. Come si stabilisce la veridicità o la falsità di un valore di un calciatore? «In generale, la cessione di un calciatore è paragonabile alla cessione di un bene immateriale (da ultimo, Corte di Cassazione sentenza n. 2376/2023) e non può esistere una norma che vieti di cedere un bene a un prezzo più alto, anche se sovrastimato, ove concordato tra le parti in seno ai contratti inerenti al pagamento dei diritti di trasferimento. A differenza di qualsiasi bene, anche di natura immateriale, il valore economico di un giocatore è qualcosa di più complesso che si sviluppa in una condizione di libero mercato ed è fissato attraverso criteri influenzati dalla soggettività delle situazioni delle singole società interessate all’affare, nonché da valutazioni prospettiche e discrezionali sul talento dell’atleta, sulle sue caratteristiche specifiche e su profili tecnici e caratteriali che rendono tale valutazione unica nel suo genere». Plusvalenze, l’avvocato Spallone: “Perché la Juve ha più di una frecc per il ricor Insomma, non esiste il cosiddetto “fair value”, ovvero il “giusto prezzo”? «Sì, allo stato, non esiste un “fair value” del calciatore universalmente riconosciuto e, dunque, nessun parametro può eventualmente essere preso a riferimento per sostenere la presenza di alterazioni contabili, poste in essere mediante valutazioni false, che assumano rilievo in rapporto al reato di “Falso in bilancio” (ex artt. 2621 e 2622 c.c.). A tale riguardo, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (ponendo fine alla situazione d’incertezza giuridica che si era creata a seguito della novella legislativa del 2015), con la sentenza n. 22474/2016, dopo un’approfondita e rigorosa disamina, ha subordinato la punibilità del cd. “Falso valutativo” al consapevole scostamento da criteri di valutazione normativamente stabiliti (o tecnici generalmente accettati), senza darne informazione nel bilancio e in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari delle informazioni stesse. Inoltre, tali criteri devono essere connotati da un grado di dettaglio e chiarezza tale da escludere ogni incertezza interpretativa». Sarà mai possibile stabilire un fair value delle prestazioni di un giocatore per avere quella certezza interpretativa? «Si tratta sicuramente di un’operazione molto complessa, confermata dall’assenza ad oggi di tali criteri. Peraltro, ogni eventuale valutazione dovrebbe essere sviluppata a livello internazionale, coinvolgendo gli organi tecnici della Uefa e della Fifa. Personalmente, considero la definizione economica del valore di un giocatore, un’operazione utile solo se necessaria a impedire fattispecie illecite, diverse quindi, da operazioni regolarmente esposte in bilancio e oggetto di pagamento (anche mediante compensazione)». Juve, inchiesta Prisma: Mandragora dopo Dybala, edizione digitale di Tuttosp Scegli l'abbonamento su misura per te Sempre con te, come vuoi ABBONATI OR In assenza di criterio oggettivo per stabilire un fair value, si può pensare di legiferare sull’argomento? «Ripeto, solo ove si ritenga che l’ingiustificata sovrastima del calciatore possa generare un “ingiusto profitto”, potrebbe procedersi all’approvazione da parte degli enti competenti di specifiche disposizioni tese a stabilire criteri oggettivi di valutazione dei calciatori. Gli interventi normativi recentemente proposti dal Governo, non riguardano tali questioni, ma si riferiscono soltanto ad aspetti pratici connessi al mero trattamento fiscale della plusvalenza, non alla sua natura». Un’intercettazione nella quale si discute dell’eventuale supervalutazione di un giocatore può essere la prova del falso valutativo o in mancanza di parametri oggettivi non è possibile stabilirlo? «Quello delle intercettazioni è uno strumento di ricerca della prova dei reati legittimamente azionabile dalla magistratura e dagli organi inquirenti. È evidente che se non c’è un reato perseguibile, il contenuto delle intercettazioni non deve avere alcun rilievo». Ci sono casi particolari in giurisprudenza sull’argomento che potrebbero essere tenuti in considerazione in questa vicenda? «Il tema delle plusvalenze nel calcio è un tema risalente nel tempo. La giurisprudenza, sia di merito, sia di legittimità, si è occupata spesso, in passato, di tali questioni mettendo in evidenza importanti profili di interesse ai fini della nostra analisi. Una attenta rilettura di tali arresti giurisprudenziali potrebbe far emergere utili elementi di valutazione ai fini di cui stiamo parlando». Che impatto hanno le plusvalenze sotto il profilo fiscale? «Le plusvalenze non hanno nessun impatto negativo sul piano fiscale. Il diritto alla prestazione sportiva dell’atleta (costo del “cartellino”) va iscritto tra i beni immateriali del bilancio. La cessione di tale diritto genera plusvalenze o minusvalenze classificabili tra i componenti ordinari della società sportiva ed è rilevante ai fini impositivi. Il problema, dunque, non è certamente di natura fiscale dal momento che l’eventuale plusvalenza generata dalla sovrastima del valore di un calciatore è sicuramente intercettata. E ciò vale anche per le cosiddette plusvalenze “a specchio”, ove, come noto, le società coinvolte nell’operazione si scambiano i calciatori, compensando i relativi valori con eventuali conguagli in denaro in presenza di differenze di prezzo». Insomma, alla fine, ci pagano sempre e comunque le tasse. In definitiva, che vantaggio può dare una plusvalenza “fittizia” a una società che ne fa uso? «Nell’immediato rispettare le regole del fair play finanziario, evitando di chiudere il bilancio in perdita». A PARTIRE DA€ Hai già un abbon
  21. Il "Daily Mirror" contro Agnelli: "Caduto in disgrazia, vuole distruggere la Premier League" 26.02.2023 11:00 di Giuseppe Giannone Il progetto Superlega, si sa, non ha molti estimatori in Inghilterra: il "Daily Mirror", uno dei giornali inglesi più importanti si è decisamente schierato contro l'intervista rilasciata ieri da Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, al "Telegraaf", definendolo "caduto in disgrazia". A detta dei colleghi britannici, l'intento della Superlega sarebbe soltanto quello di "distruggere" la Premier League, campionato che, ad oggi, può essere considerato il più bello e ricco del mondo.
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