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andrea

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di andrea

  1. Nel calcio femminile è arrivata la Roma
  2. Questo art.43 penso si riferisca a squalifiche di mesi o anni, non ad ammonizioni o espulsioni
  3. Se anche la notizia non fosse vera pensa a che pressioni è sottoposto adesso Gravina: se non la concede gli danno del razzista
  4. Se concederanno la grazia sarà dopo la partita dell'Inter, perché prima di fare la pagliacciata devono essere sicuri che Lukaku non si infortuni
  5. La surreale giustizia sportiva La criptica decisione del Coni e il precedente Meani a favore della Juve Cataldo Intrieri La prudenza decisionale del collegio di garanzia non aiuta a fare chiarezza nella decisione sul caso plusvalenze. Ma la decisione presa nel 2006 a favore del Milan, otto punti di penalizzazione l’anno successivo, fa sperare la difesa bianconera La decisione del collegio di garanzia del Coni, definita «criptica» da uno dei difensori della Juventus, ha smentito certi facili ottimismi della vigilia, che pronosticavano il totale annullamento delle sanzioni ma anche le richieste dello stesso Procuratore generale del Coni, il quale aveva pur sempre richiesto la rivisitazione da parte di un nuovo giudice di tutta la sentenza, seppur limitatamente alle carenze della motivazione delle condanne inflitte dalla Corte Federale. Prudenza impone di rinviare ogni commento alla pubblicazione delle motivazioni, ma la particolare struttura del dispositivo emesso ieri dal collegio suscita una prima riflessione che poi andrà approfondita. Come tutti hanno sottolineato, il rigetto dei ricorsi di Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Federico Cherubini e Fabio Paratici cala il sipario sulle speranze di cancellazione degli addebiti legati all’accusa di slealtà sportiva (ex art. 4 del codice di giustizia sportiva), alla base della grave sanzione di 15 punti di penalizzazione inflitta al club. Le Sezioni unite, presiedute da Gabriella Palmieri Sandulli, hanno con certezza superato tutte le questioni legate alla legittimità del giudizio di revisione e della nuova contestazione di slealtà sportiva. In particolare, hanno ritenuto configurabile l’illecito previsto dall’art. 31 del medesimo codice, con riferimento alla contabilizzazione delle plusvalenze sportive nelle cosiddette «operazioni di compravendita a specchio», che sino a oggi anche diverse pronunce in sede di giustizia ordinaria hanno ritenuto prive di rilevanza penale. Sotto questi profili la decisione del collegio del Coni stabilisce un precedente innovativo e vincolante per il futuro, soprattutto in riferimento al principio di legalità e di prevedibilità delle conseguenze sanzionatorie riguardanti condotte pur non espressamente previste dalle norme, ma che ledono i principi decoubertiniani dell’ordinamento sportivo, in linea con la definizione formulata dal presidente della Corte federale Torsello, la cui sentenza è stata annullata. La definitività delle condanne dei vertici apicali della vecchia Juventus si riflette sicuramente sulla posizione della società a titolo di responsabilità oggettiva, giacché è pacifico che le condotte sleali siano state dei vantaggi per la società. Eppure, la formulazione generica e sibillina del dispositivo, al momento lascia spazio ad ampi margini di interpretazione. L’inaspettato e sorprendente fulcro della decisione, infatti, riguarda la separazione delle posizioni di Agnelli e dei suoi stretti collaboratori, da quella degli altri membri del board juventino, che dovranno essere nuovamente giudicati «in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A.». Ciò che vuol dire il collegio è che è necessario accertare l’eventuale responsabilità degli altri membri del Cda e specificamente se gli stessi fossero non solo a conoscenza, ma anche in grado di individuare gli illeciti commessi dai vertici. È la regola fissata nel diritto societario dalla Cassazione dell’agire informato degli amministratori, che possono rispondere dei reati societari solo nel caso ne siano stati informati (ecco spiegato il richiamo all’apporto causale). Sempre secondo il dispositivo, non chiarissimo, tale circostanza dovrà avere delle «eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della Juventus». In poche parole, se i vertici della società hanno agito all’insaputa degli altri membri del Cda e degli stessi organi di controllo interni, bisogna accertare se esista una responsabilità anche a titolo di negligenza di questi ultimi o se l’inganno fosse inevitabile. In quest’ultimo caso bisognerà valutare fino a che punto la società debba risponderne sotto forma di sanzioni. È noto che anche le società sportive sono sottoposte alla legge sulla responsabilità penale degli enti, la 231/01, sia pure limitatamente al reato di frode sportiva (mentre non sono contemplati gli illeciti del codice sportivo) per cui sono tenute a darsi modelli organizzativi di efficace controllo e prevenzione contro gli illeciti commessi dai suoi legali rappresentanti, in presenza dei quali possono attenuare (se non escludere) le conseguenze sanzionatorie legate ai reati commessi dagli amministratori. È da ricordare come gli azionisti di riferimento della Juventus abbiano imposto immediatamente le dimissioni dell’intero board, procedendo alle correzioni di bilancio richieste dalla Consob e anche come processualmente il club abbia distinto la propria posizione da quella degli ex amministratori con diversi difensori. Questo sarà il punto dirimente del nuovo giudizio. Sotto tale profilo esiste un importante precedente, familiare ai tifosi milanisti di buona memoria: il canone Meani. Costui era un ristoratore a cui il Milan di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani aveva delegato eufemisticamente i rapporti con gli arbitri durante l’epoca Calciopoli. Alcune sue eloquenti telefonate portarono il Milan sull’orlo della serie B durante il processo, ma la Corte federale, anch’essa presieduta da uno dei tanti Sandulli (Piero) che popolano il panorama del diritto pubblico italiano, stabilì che il Milan venisse retrocesso al quarto posto (dal secondo) in campionato e dunque “condannato” ad affrontare il turno preliminare di Champions League e a una sanzione di otto punti da scontare l’anno successivo. Il Milan vinse la Champions, e quel precedente resta.
  6. La Lega ricalcola i diritti tv «Il campionato vale di più» Casini: «Come negli anni 90»; De Siervo: «Altro che torneo “decadente”» Monica Colombo · 22 apr 2023 Dopo mesi in cui si è dibattuto dell’Italia assente al Mondiale, ci si è lamentati della penuria di attaccanti e turbati per le inchieste che hanno travolto la squadra più blasonata del Paese, alla fine ci siamo risvegliati con cinque club nelle semifinali europee. «Sembra di essere tornati indietro nel tempo, agli anni Novanta» esclama Lorenzo Casini, il presidente della Lega, cioè l’associazione che promuove nei confini nazionali e internazionali il prodotto serie A. L’improvviso rinascimento del calcio italiano lucida l’immagine del campionato, tanto più che a breve dovrà essere licenziato il nuovo bando dei diritti televisivi. Si inizia lunedì 24 quando i presidenti dovranno approvare la cornice normativa, ovvero il documento di 80 pagine che contiene le linee guida dell’invito a offrire. «Festeggiamo un risultato storico che ci godiamo con soddisfazione» esulta Luigi De Siervo, l’ad di via Rosellini, il gran tessitore delle relazioni con i broadcaster. «Da un lato sul piano sportivo siamo al primo posto in Europa tra tutte le Leghe, dall’altro speriamo che la ritrovata competitività delle nostre formazioni serva ad accrescerne il valore sul mercato domestico e su quelli internazionali. Questo fatto riporterà in cima al mondo il nostro calcio». L’auspicio dei vertici della Lega è richiamare l’attenzione di quelle tv a forte vocazione internazionale — come Amazon Prime ad esempio — che finora hanno guardato a distanza la serie A preferendo investire su altri campionati. Eppure siamo gli unici ad aver collezionato così tante partecipanti alle semifinali di coppa. La celebrata Premier ne ha due — Manchester City in Champions e West Ham in Conference —, come la Liga con il Real Madrid e il Siviglia, prossimo avversario della Juve in Europa League. «Il nostro resta un torneo vivace e competitivo» osserva De Siervo. «La serie A è l’unico campionato in Europa dove negli ultimi quattro anni vincono quattro squadre diverse: è questo che ci ha portato in un quadriennio avanti in Europa». Non altrettanto si può dire di altri tornei a cui Casini & De Siervo mirano a rosicchiare, con la vendita dei diritti tv esteri, fette di pubblico. La corsa in questo momento è sul calcio spagnolo, in declino rispetto alle precedenti stagioni. Con il Barcellona in difficoltà finanziarie e travolto dagli scandali, la Liga ha nel Real Madrid l’unico grande testimonial sul mercato internazionale. «Tutti coloro che hanno provato ad approfittarsi del calcio “decadente” dovranno prendere atto che il valore adesso è aumentato» rimarca De Siervo, pronto a illustrare nella futura riunione del 5 maggio i pacchetti delle partite in vendita. Intanto però una piccola rivoluzione è alle porte. I presidenti lunedì dovranno ratificare l’assegnazione dei diritti a Rds, la radio individuata per diventare partner della Lega e trasmettere il racconto del campionato. Andranno in onda 12 ore di trasmissione al giorno non solo alla radio ma anche sul canale video di Rds. Per la Lega è una mossa storica. Producendo i programmi su Rds in pratica compie il primo passo sulla strada del canale. Il futuro, in fondo, non è così lontano.
  7. Caso Juve, si vuole fare in fretta E cresce l’ipotesi patteggiamento Se si chiude il filone plusvalenze, il club può puntare a un accordo sugli stipendi Arianna Ravelli · 22 apr 2023 Provare a prefigurare come andrà a finire il caso Juventus è un esercizio spericolato: la vicenda è complessa, così tanto che ieri il ministro dello Sport Andrea Abodi ne ha preso spunto per chiedere una «riforma della giustizia», convinto che «qualcosa bisogna modificare perché la tempistica sia rispettosa della reputazione della competizione» (anche se è difficile individuare un iter processuale diverso che non avesse effetti sul campionato, questo o il prossimo). Ma proviamo a disegnare uno scenario possibile, con tanto di spoiler del finale: penalità per le plusvalenze tale da escludere la Juve dalla Champions, patteggiamento per il secondo filone manovre stipendi e plusvalenze bis. Dal primo dipende il secondo. Letto il dispositivo, l’attesa è per quello che stanno scrivendo la presidente Gabriella Palmieri Sandulli e gli altri membri del Collegio nelle motivazioni: nelle loro pagine si troveranno le basi dei prossimi passi. Decisivo non sarà solo il cosa scriveranno, ma anche il quando perché i tempi sono fondamentali per determinare le penalità. Andiamo con ordine. Dopo la condanna per l’articolo 4, ovvero la mancata lealtà, dei dirigenti apicali della Juventus (Agnelli, Arrivabene, Cherubini e Paratici, che proprio ieri ha dato le dimissioni dal Tottenham) confermata dal Collegio, appare molto difficile che la Juventus possa non essere condannata per la slealtà. I dirigenti configurano una responsabilità diretta del club e, se resta la slealtà, resta la penalizzazione in punti. Che poi saranno magari ricalcolati dalla Corte d’Appello federale con il criterio dell’afflittività. Ora i tempi: il Collegio ha 30 giorni per scrivere le motivazioni, anche se indiscrezioni parlano di due settimane. Si vuole fare di tutto per concludere l’iter (compreso eventuale ritorno al Collegio di garanzia) in modo che la penalità sia afflittiva su questo campionato. In teoria, perché questo accada, c’è tempo fino al 30 giugno anche se entro i primi giorni di giugno bisogna comunicare all’Uefa le squadre italiane qualificate per le Coppe. E attenzione: come già fu per Calciopoli questo è un tema cruciale perché se si iscrive una squadra che poi può venir esclusa dall’Uefa, il rischio è che resti il buco e in Coppa vada un club straniero. Ulteriore motivo per fare in fretta. I tempi stretti potrebbero tradursi in un incentivo per la Juventus per chiedere il patteggiamento per il secondo filone (entro il 27 aprile le difese devono mandare le memorie, poi scatteranno i probabili deferimenti, ma è chiaro che la fine sarebbe il prossimo anno), in modo da risolvere tutte le pendenze questa stagione. Nessuno lo ammetterà mai, ma gli abboccamenti ci sono già stati. Difficile? Gli spazi per riuscirci non mancano, così come i legali in grado di usare anche gli strumenti del diritto penale molto sfruttati in ambito disciplinare. Si può fare mettendo «in continuazione» tutte le violazioni, dimostrando che gli illeciti rientrano nello stesso «disegno criminoso»: in fondo lo scopo di tutte le infrazioni sarebbe stato «l’abbellimento» dei bilanci. Così potrebbe essere superata anche l’obiezione che non si può patteggiare in caso di recidiva visto che nel secondo filone la contestazione è sempre dell’articolo 4 e a maggior ragione se il patteggiamento intervenisse prima del passaggio in giudicato del caso plusvalenze. Dalle motivazioni dipende tutto il resto.
  8. https://twitter.com/mike_fusco/status/1649447860314820615?ref_src=twsrc^tfw|twcamp^tweetembed|twterm^1649447860314820615|twgr^444fce2a910b4af08e02d28398ff4336eaff02d7|twcon^s1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.********************%2Findex.php%3Fapp%3Dcoremodule%3Dsystemcontroller%3Dembedurl%3Dhttps%3A%2F%2Ftwitter.com%2Fmike_fusco%2Fstatus%2F1649447860314820615%3Fs%3D20
  9. Lukaku ha sbagliato a non truccare una fattura con la biro
  10. Comunque la De Stefano nel ciclismo è un fenomeno, di calcio ne sa quanto mia nonna
  11. Guarda che lo so che adesso non si può ricorrere al Tar Che vuol dire ectutyo?
  12. Abodi: "Caso Juve? Non entro nel merito della sentenza, ma questa precarietà non aiuta. Farò la mia parte per una riforma della giustizia sportiva" 21.04.2023 Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha parlato della sentenza del CONI in merito al ricorso della Juventus. Di seguito, le parole riprese da Calcio e Finanza. “Farò la mia parte, di concerto eventualmente con i miei colleghi di governo e ascoltate le parti, affinché ci sia una riforma della giustizia sportiva. Caso Juve? Non entrerò mai nel merito della sentenza, ma questa precarietà non aiuta: dove c’è competizione, la certezza della pena va composta con gli interessi generali. Qualcosa bisogna modificare perché le decisioni siano comprensibili e la tempistica rispettosa della reputazione della competizione”.
  13. Gli orsi trentini ricorrono al Tar, noi?
  14. Mi interessa così tanto l'Europa League che ieri ho saputo che la Roma aveva vinto 4-1, ma solo oggi a mezzogiorno ho saputo dei supplementari
  15. Juve ai supplementari La Cassazione del Coni toglie i 15 punti di penalizzazione, ma la partita è tutt’altro che chiusa Umberto Zapelloni · 21 apr 2023 Milano. La Juve ha vinto la partita più importante dell’anno, quella da 15 punti, ma dovrà andare a giocarsi tutto ai tempi supplementari. E non è assolutamente detto che riesca a chiudere l’incontro in vantaggio. Il Collegio di garanzia dello sport del Coni ha rinviato alla Corte federale d’appello il verdetto sul processo per le plusvalenze bianconere. L’appello è stato parzialmente accolto, i 15 punti temporaneamente restituiti (con la Juve che sale al terzo posto spedendo le milanesi fuori dalla zona Champions), ma adesso toccherà alla Corte d’appello pronunciarsi con i tempi che si allungheranno almeno fino a maggio, rischiando di andare ad accavallarsi con l’altro processo che attende la società bianconera, quello sugli stipendi. ll Collegio di Garanzia del Coni ha fino a un massimo di 30 giorni di tempo per pubblicare le motivazioni della sentenza, le prime indiscrezioni raccontano che se ne prenderà solo 15. Dal momento della pubblicazione, la Figc dovrà entro 15 giorni fissare la data della nuova udienza alla Corte d’appello federale. La Juve non ha vinto come avrebbe voluto, perché puntava all’annullamento della sentenza, ma ha comunque segnato un gol importante che potrebbe portare alla rivalutazione della penalizzazione, ma anche alla conferma. Il dispositivo dice: “Il Collegio di garanzia a sezioni unite rinvia alla Corte federale di appello perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.P.A”. Il Collegio ha confermato le condanne per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, mentre anche le posizioni di Vellano, Nedved, Garimberti, Grazioli-venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio tornano alla Corte d’appello. La penalizzazione di 15 punti non è stata cancellata. Non bisogna assolutamente leggere la decisione del consiglio come un’assoluzione. Il passaggio fondamentale è quello in cui si chiede alla Corte d’appello federale di “rinnovare la sua valutazione”. Penalizzazione non cancellata, ma in realtà neppure sospesa, più correttamente da rivalutare, anche se la classifica della Juve oggi è decisamente più confortante. Ma il fatto che le posizioni di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, con le condanne ricevute in prima istanza, non vadano riviste, non può lasciare troppo tranquilli i tifosi bianconeri: significa che le loro responsabilità restano tutte e che quindi la Juve proprio innocente non è. Non va poi mai dimenticato che una pena, per essere tale, deve essere afflittiva e quindi i punti di penalizzazione potrebbero anche non essere 15, ma quanti ne basteranno per escludere la società dalle coppe europee se la società bianconera verrà giudicata colpevole di slealtà sportiva. Insomma la Juve ha vinto la partita, ma è meglio aspettare a stappare lo champagne perché all’orizzonte restano parecchie nuvole. La sensazione è che il Collegio non se la sia sentita di confermare a scatola chiusa la sentenza spettacolo che aveva condannato la Juve con 15 punti di penalizzazione, andando addirittura oltre alle richieste dell’accusa che aveva chiesto un meno 9. Che in quella prima sentenza ci fosse qualcosa di stonato era balzato immediatamente agli occhi, come se quella condanna fosse stata comminata non perché a quelle conclusioni portavano le prove raccolte, ma perché fuori c’era la piazza che gridava “al rogo, al rogo”. Quando la giustizia vuole fare spettacolo il rischio di finire fuori strada è altissimo. Condannare solo per ricevere un applauso della folla adorante è quanto di più ingiusto possa esserci in un tribunale. Ma non se l’è neppure sentita di cancellare totalmente quella sentenza spettacolo, rinviando il giudizio alla Corte d’appello federale che potrebbe confermare o ribaltare il tutto. Rivalutare, giudicare con più calma senza cercare la sentenza spettacolare a tutti i costi. Di certo c’è che la Juve andrà a processo per la terza volta per lo stesso reato. Che qualcosa non funzioni nella giustizia sportiva è sotto gli occhi di tutti. Già la Juve un anno dopo essere stata assolta era stata condannata sulla spinta della sollevazione popolare, arrivata dopo la pubblicazione delle intercettazioni richieste dalla giustizia ordinaria. Ora la condanna viene congelata e ne viene chiesta la rivalutazione tre mesi dopo esser stata comminata. Tutte cose che non fanno bene al calcio. Da rivedere non c’è solo il processo alla Juve. C’è qualcosa di molto più grande.
  16. Calvo: «Soddisfatti, ma speriamo che questi punti rimangano» di Monica Colombo · 21 apr 2023 Francesco Calvo, direttore finanziario dei bianconeri, non nasconde il sollievo dopo il pronunciamento del terzo grado di giudizio della giustizia sportiva. «C’è soddisfazione perché la classifica non è più sub iudice e fornisce certezze a noi e a chi compete con noi per un posto tra le prime quattro. Ora ci aspettiamo che i punti che ci hanno ridato restino per sempre». Forse è presto per prefigurare uno scenario del genere. Quali sono le tappe del nuovo giudizio? Il Collegio di garanzia ha a disposizione trenta giorni per pubblicare le motivazioni della sentenza (ma secondo i rumors di ieri potrebbero bastare due settimane). Da quel momento la Figc dovrà entro quindici giorni fissare la data della nuova udienza della Corte d’Appello federale: va ricordato che la decisione potrebbe essere di nuovo impugnata davanti al Collegio entro i trenta giorni successivi. Con i tempi strettissimi, esiste il rischio concreto che l’iter processuale non arrivi a compimento prima del 30 giugno, data ufficiale di conclusione della stagione 2022-2023, e perciò l’eventuale sanzione comminata possa essere scontata nella prossima stagione. «Oggi è prematuro immaginare i tempi di conclusione della vicenda processuale — sottolinea Calvo — : fare delle ipotesi senza leggere le motivazioni è impossibile». Del resto parallelamente a tale procedimento scorrono le inchieste relative alla manovra stipendi e alla partnership con altre società. Dopo la notifica della chiusura indagini, il 27 aprile prossimo scadranno i termini per la consegna delle memorie difensive dei bianconeri. A quel punto il procuratore dovrà scegliere fra l’archiviazione (difficile) o il rinvio a giudizio. In caso di sentenza soft sulle plusvalenze, la Juventus potrà percorrere la via del patteggiamento negli altri due filoni di inchiesta? «Noi siamo innanzitutto convinti di aver operato nel giusto e questa convinzione permane al netto della decisione del Collegio — prosegue Calvo — . Da gennaio continuiamo ad avere con le istituzioni un atteggiamento di dialogo e di massimo rispetto». Alessandro Del Piero, che oltre ad essere una bandiera bianconera potrebbe in futuro rivestire un ruolo dirigenziale, si auspica una rapida conclusione dell’iter processuale: «Mi auguro si possa decidere il prima possibile e sapere di che morte morire — sottolinea l’ex campione, ora opinionista di Sky Sport — : un conto è sapere di finire in Champions, un conto è non esserci. E questo riguarda anche le altre squadre. È un buon segno che per le motivazioni si deve attendere quindici giorni, questo è un trend positivo per avere in fretta tutto chiaro».
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