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andrea

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di andrea

  1. Poteva comprare una squadra del Sud invece della Fiorentina
  2. Ieri a Striscia la Notizia hanno mostrato Adl che insultava un giornalista ( vecchio filmato) Mia madre, che di calcio conosce solo qualche giocatore della Juve del passato, non sapendo chi fosse dice:"Chi è questo cafone?"
  3. Architetto Giuntoli Dal miracolo Carpi al tetto d’Italia di Vincenzo D’Angelo · 5 mag 2023 Mago del mercato L’arrivo di Osimhen primo passo per il progetto tricolore Kvara e Kim i colpi della rivoluzione Strategie Disciplina, talento e mentalità le chiavi del suo successo Micheli e Mantovani preziosi “assistenti” Dicono che quando arrivò la prima chiamata con la convocazione a Roma, Cristiano Giuntoli era convinto si trattasse di una possibilità per vendere una sua promessa del Carpi. Soltanto dopo capì l’essenza di quella telefonata: «Stiamo cercando il nuovo direttore sportivo per il Napoli». Appuntamento alla FilmAuro, negli uffici del presidente Aurelio De Laurentiis e alla presenza dell’a.d. Andrea Chiavelli. Eccolo il treno che Cristiano aspettava da una vita, l’occasione per portare il suo lavoro e la sua passione sui massimi livelli, con un progetto di respiro internazionale. Il Napoli era affascinato dalla storia di Giuntoli, artefice del miracolo Carpi, portato in pochi anni dalla D alla A, vincendo un campionato di B con un budget stipendi dell’intera rosa da 2,5 milioni lordi. Un capolavoro sportivo, un biglietto da visita da mostrare con orgoglio. Giuntoli all’incontro con il Napoli arrivò preparatissimo e convinto di potersi giocare le sue carte. Che furono vincenti: una conoscenza calcistica a 360 gradi, ovvio, ma soprattutto una capacità manageriale fuori dal comune. È cominciata così l’avventura azzurra di Giuntoli, nell’estate 2015. Otto anni dopo, è lui l’architetto del Napoli campione d’Italia: un rivoluzionario venuto dal nulla, che ha fatto la gavetta e ora si è preso riconoscimenti e scudetto. Rivoluzione A Napoli, Giuntoli ha saputo alzare sempre l’asticella, mantenendo in ordine i conti del club e ottenendo ogni anno un biglietto per l’Europa. Sei edizioni di Champions e due di Europa League, con lui al timone, non sono un caso ma il frutto di un lavoro scrupoloso. Giuntoli assalta il mercato con la tempistica dei fuoriclasse: si muove prima, nell’ombra, per anticipare la concorrenza, evitare aste e strappare il prezzo migliore. È andata così anche la scorsa estate, in barba a chi pensava a un nuovo anno zero del calcio a Napoli. Via Insigne, Mertens, Fabian Ruiz e Koulibaly e niente rinnovo anche per Ospina: il Napoli ha salutato cinque campioni che avevano scritto la storia recente del club, abbassando di netto il monte ingaggi, ma senza perdere ambizione e competitività. Così, mentre il resto del mondo azzurro si lamentava, Giuntoli ha cominciato a godersi la sua creatura, convinto di avere messo nelle mani di Spalletti gli uomini giusti per l’assalto allo scudetto. Facce nuove Kvaratskhelia è il volto della campagna acquisti vincente: il Napoli era sul georgiano da qualche anno, ma la richiesta del Rubin Kazan era sempre stata fuori portata. Il d.s. azzurro non ha perso fiducia, ha saputo aspettare il momento giusto e sfruttare anche le conseguenze sportive della guerra. E alla fine, quando Kvara ha lasciato la Russia ed è tornato in patria alla Dinamo Batumi, ha sferrato l’attacco decisivo, chiudendo l’affare per 10 milioni e con un ingaggio irrisorio visto il potenziale da fuoriclasse. Un colpo da Oscar per restare in tema di cinema tanto caro al presidente De Laurentiis, ma non l’unico. Perché nell’estate della rivoluzione sono arrivati anche Raspadori e Simeone, oltre a Ndombele e Kim Min Jae, altro semisconosciuto ai più capace di fare la differenza e di non far rimpiangere l’addio di un totem come Koulibaly. Lo scouting Da quando è a Napoli, Giuntoli è stato capace di garantire alle casse del club oltre 400 milioni di introiti dalle cessioni, mantenendo la squadra ai vertici. Disciplina, talento e mentalità: sono questi gli elementi imprescindibile per essere da Napoli. E il lavoro di scouting diventa fondamentale. Ecco perché lo scudetto del Napoli è stato un eccezionale lavoro di squadra. Dietro a Giuntoli c’è un team sempre in movimento, a partire dal suo vice Pompilio, braccio destro fidato. Ma sono Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani gli uomini ombra che aiutano a fare la differenza. Due d.s. aggiunti, che lavorano dietro le quinte per portare sulla scrivania di Giuntoli i profili perfetti per ogni necessità. Poi la scelta spetta al d.s., che accetta il rischio e ci mette la faccia. Con questa sinergia il Napoli è arrivato a prendere (tra gli altri) Osimhen, il primo pezzo del mosaico per l’assalto allo scudetto. Tre anni dopo, è festa per tutti.
  4. Gli sfottò e gli insulti in tribuna stampa, per non parlare del resto... Da Udine attaccano: "Serata gestita malissimo, ai napoletani hanno lasciato fare tutto quello che volevano. Il prefetto-tifoso si assumerà responsabilità?" Duro attacco della testata Tuttoudinese.it dopo quanto avvenuto ieri alla Dacia Arena. L'editoriale di Stefano Pontoni: " "Gli hanno permesso di fare tutto ciò che volevano, in casa nostra, nel nostro "Friuli". Strappare le reti, portarsi via le zolle, fare un autentico disastro in tutti i setttori dello stadio... Passino i festeggiamenti (lo scudetto sul campo è più che meritato) ma non le becere provocazioni, gli insulti e gli sfottò (anche in tribuna stampa dove la professionalità dovrebbe essere d'obbligo). Abbiamo visto tutti cosa è successo, è evidente, assolutamente non interpretabile: i tifosi napoletani vanno sotto la Curva Nord a provocare dopo che i "nostri" erano rimasti fermi, immobili per abbondanti minuti ad osservare quel che stava accadendo in campo. Non bastava l'invasione (vietata da regolamento e arrivata perfino prima del triplice fischio dell'arbitro, vedremo come si comporterà la Lega, le autorità. Vedremo se e quanti Daspo verrano dati), non bastava tutto quel che è successo per 90 minuti (fumogeni, petardi, gente senza biglietto che entrava scavalcando la recinzione ecc. ecc). No, bisognava andare oltre, in quella che a parole tutti volevano fosse una serata di sport all'insegna della lealtà e della correttezza. E invece è stata, fin dal principio, una serata gestita malissimo e salvata in parte soltanto dall'intelligenza dei tifosi bianconeri, ancora una volta dimostratisi corretti e fin troppo accomodanti (comportati così a Bergamo o a Verona e vediamo cosa succede). Eppure ora l'Italia intera, i grandi media (andate a leggere quel che scrive giornalaccio rosa, come ci apostrofa Mentana) ci dipingono come dei violenti, puntano il dito soltanto contro di noi. Provo immensa vergogna, ribrezzo mentre leggo queste cose. Per me che sono friulano, che conosco perfettamente la Curva per averla a lungo frequentata, che so quali sono i valori del tifoso bianconero. Siamo stati il primo stadio in Italia senza barriere, non è un caso. Udine è una piazza tranquilla, rispettosa, amichevole ma a tutto c'è un limite. No, non possiamo essere soltanto noi la causa di quel che è successo. Non lo posso accettare. Aggressori perché non accettiamo la festa del Napoli? Questa versione non rappresenta assolutamente la realtà dei fatti. A parti invertite cosa sarebbe successo? Sapevo sarebbe finita così, l'ho scritto ieri e mi sono preso fin troppi insulti. Chissà se qualcuno domani si assumerà le proprie responsabilità per quanto accaduto (magari il Prefetto tifoso, che poteva risparmiarsi certe interviste visto il ruolo che ricopre, oppure la società che ha permesso - in cambio di un incasso record - che anche questa sera - come è ormai prassi quando a Udine arrivano le big - si giocasse in trasferta; le Forze dell'Ordine che hanno consentito liberamente l'invasione finale preoccupandosi di marcare stretti soltanto i "facinorosi" friulani). È stata un'assoluta vergogna, in tutti i sensi. In casa nostra, davanti a milioni di persone che per una notte ci guardavano. Per fortuna è andata bene, tutto si è risolto in un limitato scontro (va sottolineato che la tifoseria organizzata partenopea è rimasta nel proprio settore e che sono stati alcuni ignoranti, provenienti dai Distinti e dalla Tribuna a scatenare il putiferio). Poteva andare peggio. Questo testo soltanto per una cosa: difendere la mia gente. Qualcuno non lo capirà, mi attaccherà, mi insulterà ma per me era un dovere. Onore alla Nord, ai friulani, all'Udinese per quel che ha dimostrato in campo, per la partita che ha fatto e testa alla prossima sfida perché della festa degli altri (Spalletti in primis) non me ne frega assolutamente niente".
  5. Questa mattina erano di nuovo esposte in concessionaria
  6. Arbitri permettendo https://m.tuttonapoli.net/in-evidenza/adl-frecciatina-alla-uefa-vogliamo-la-champions-arbitri-permettendo-539482
  7. Chissà chi è il somaro che ha avuto questa idea
  8. Qualche giorno fa, come ho postato, ha detto che da piccolo era juventino...
  9. Oppure vincono Inter, Milan, Roma
  10. È inutile chiedersi cosa possono fare legalmente, ma cosa vogliono fare a livello di porcate
  11. Vierchowod: " Gatti? Forte fisicamente, ma non è umile e non sa stare in campo" 03.05.2023 Vierchowod, poi, dà un parere anche su Federico Gatti, difensore classe 1998 arrivato alla Juve in questa stagione dal Frosinone: "Gatti avrebbe bisogno di qualcuno che gli insegni come stare in campo, fisicamente è forte, di testa è forte, sbaglia un po’ i posizionamenti e dovrebbe essere un po’ più umile. In Italia ci sono tanti difensori talmente scarsi però che ci può stare anche lui".
  12. L'oracolo delle uova ha detto che l'Inter vincerà la Champions battendo il City
  13. Ho sentito Allegri dire che non si sa il prossimo anno che coppa giocheremo Queste sono cose da non dire, anche se sono vere Comunicazione Juve ridicola
  14. Quel genio di Tebas era contrario alle quattro squadre per nazione in Champions
  15. Grandi festeggiamenti a Frosinone oggi, 3 maggio, è pure santa Fregna
  16. "Da piccolo tifavo Juventus" (Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli)
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