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andrea

Tifoso Juventus
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  1. Secondo il Corriere della Sera Motta non vuole Chiesa. La Juve vuole 25 milioni
  2. andrea

    Champions League 2024/25

    Il girone unico è una cagata pazzesca
  3. andrea

    Maurizio Sarri

    «In serie A non mi cercano vogliono allenatori giovani Troppi pregiudizi su di me» Sarri: «Due squadre adatte a me, potevano almeno ascoltarmi» Dalla nostra inviata Monica Scozzafava · 12 giu 2024  Le proteste Anche Guardiola si lamenta dei calendari Ma quando lo dicevo io scoppiava il finimondo FIGLINE VALDARNO Lazio-Bayern di Monaco in Champions League: vittoria dei biancocelesti per 1-0. Maurizio Sarri sceglie questa partita come manifesto del suo calcio, e tiene una lezione per gli allenatori, professionisti e dilettanti. Fase difensiva, catena, pressing, come arginare la qualità degli avversari: il metodo è simile ad ogni livello. Siamo a Villa Casagrande a Figline Valdarno, è casa per Maurizio. Una tre giorni organizzata dalla squadra di calcio locale, serie D, presieduta dal figlio Nicolé, che in queste settimane gli tiene compagnia. «Mi fa divertire» dice. Sarri, lei senza calcio proprio non sa stare… «Eh, no. Quando senti l’energia, la voglia di campo che cresce non puoi stare senza. Le prime settimane dopo aver lasciato la Lazio ho staccato completamente, avevo bisogno di riposo mentale e sono stato preso anche da problemi familiari. Adesso mi manca, e tanto». Col valzer degli allenatori in serie A a lei non sono arrivate telefonate? «Non da club italiani, purtroppo. E sinceramente un po’ mi spiace, c’erano panchine libere in squadre che immaginavo potessero fare per me. Non sono stato interpellato neanche per una chiacchierata. Sono i presidenti a decidere, ci mancherebbe. Ma meritavo di essere ascoltato almeno un quarto d’ora». Si riferisce, per esempio, a Milan e Fiorentina? «Erano due squadre adatte a me, certo». Si è dato una spiegazione? «Si punta sui giovani, e va anche bene. Ma l’esperienza resta un valore, non va cestinata. Basta vedere l’età degli allenatori che quest’anno hanno vinto Conference, Europa e Champions League: 63, 66 e 65 anni. Non è un caso. Poi, certo, se nessuno mi ha cercato probabilmente è stato perché ho sbagliato anche io qualcosa, una riflessione intima va fatta». E se fosse per le etichette che negli anni le sono state attribuite? Qualche lamentela di troppo… «Calendari affollati e terreno di gioco spesso non all’altezza? Sì lo ribadisco. Il punto è che lo hanno detto anche Klopp e Guardiola ma nessuno ha commentato, se è Sarri a lamentarsi e allora apriti cielo. Faccio io una domanda a lei: si farebbe operare da un chirurgo che ha il bisturi arrugginito? Bene, un calciatore non può giocare in un campo non idoneo». Al Napoli disse: abbiamo perso lo scudetto in albergo, e pure lì... «Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Interjuventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell’hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve». Due anni dopo va alla Juve e lo vince lì. «Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco». È l’errore su cui più recrimina? «Non c’è dubbio. C’erano buone basi per restare, ho commesso un grosso errore. Abbiamo vinto l’Europa League, il progetto era grande ma volevo tornare in Italia, purtroppo». Ha un rimpianto? «Forse il Milan, ci ero andato vicino vicino e poi non mi vollero. Venne il Napoli, l’esperienza più intensa della mia carriera». Senza vincere titoli… «Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si è vinto. Con De Laurentiis ho avuto un rapporto non sempre facile, ma lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Comprerò casa a Napoli». Conte è l’uomo giusto dopo una stagione così deludente? «Il Napoli dovrà fare un percorso, stravolgere il modo di giocare. La fortuna è che Conte è molto veloce in queste situazioni a trasmettere la propria mentalità. Non li vedo fuori dalle prime tre, il lato positivo dello scorso anno è che hanno perso terreno ma erano e sono una squadra forte». Lascia la Lazio e i soldi... «Ambiente appiattito, squadra intorpidita». Il suo calcio è identitario, la modernità va verso la flessibilità, come la mette? «Le mie squadre devono avere una fisionomia ma bisogna allenare i ragazzi anche rispetto agli avversari, sapersi adattare. Se così non fosse allenerei solo me stesso». Spalletti riuscirà a ridare lustro alla Nazionale agli Europei? «Spalletti è un ottimo allenatore ma ha poco tempo. Questo lo penso in generale: si dice che la Nazionale determini il futuro del calcio, ma si sta insieme poco per diventare veramente forti. Guarderò l’italia per affetto». Allenerebbe una Nazionale? «Fin quando sentirò l’energia per stare in campo tutti i giorni no». Il giocatore che l’ha resa più orgoglioso. «Nel Napoli quasi tutti, da Koulibaly a Mertens a Insigne. Al Chelsea Hazard: ci litigavo sempre, con me fece la sua migliore stagione». Oltre al Figline, cosa fa durante la giornata? «Studio». Mezzora insieme: una, due, cinque, otto sigarette. Non le farà male, Sarri? «Gli esami sono a posto».
  4. https://x.com/CalcioDatato/status/1800834389938684294?t=kyAlP2E04Zkm76ocO7CD7A&s=19
  5. https://x.com/SandroS1915/status/1800559579866231213?t=5ZUU2Q-93zDDwZUAAYe2Lg&s=19
  6. andrea

    Usa-Inghilterra 1-0

    L’uomo che non vide il suo gol Una rete storica per gli Usa, ma Gaetjens finì a faccia in giù nell’erba DI FABIO TAVELLI · 8 giu 2024 Con un colpo di testa, Joe sconfisse gli inglesi, ma i fotografi erano tutti dall’altra parte del campo Era il 29 giugno 1950 e quel giorno divenne famoso come “Il Miracolo di Belo Horizonte” Joe non vide mai il gol che aveva appena segnato. Non poteva per due motivi. Al 37esimo del primo tempo il suo compagno Walter Bahr dalla destra aveva provato un velleitario tiro in diagonale. Il portiere inglese Bert Williams sembrava tranquillamente in controllo della palla. Ma dal nulla Joe Gaetjens si era lanciato in un tuffo di testa e, sfiorando appena la palla, la indirizzò in rete alla sinistra dell’incredulo Williams, il cui slancio lo aveva portato nella direzione opposta. Gaetjens finì con la faccia piantata in giù nell’erba e non vide il cuoio muovere la rete. Era una sua specialità, quella del gol di testa in tuffo. O quantomeno del suo tentativo. Al punto che sua sorella Mirelle gli aveva costruito un’imbottitura da mettere sotto la maglietta per proteggerlo nella zona pettorale. Il secondo motivo che impedì a Joe di vedere il suo gol, almeno in foto, era che tutti i fotografi erano piazzati dietro la porta degli Stati Uniti. Certi che il loro lavoro avrebbero dovuto svolgerlo solo dietro il fin lì sconosciuto Frank Borghi. Altro eroe di Belo Horizonte, Franck. Lui come anche Charlie Colombo, ruvido difensore che riuscì a fermare Mortensen, con le buone ma non solo, e che secondo le scarne cronache del tempo: “Se tra gli avversari ci fosse stata sua madre, lui l’avrebbe stesa senza pietà”. Il 29 giugno del 1950 va in scena una delle più clamorose rivoluzioni nel mondo del calcio. I Maestri inglesi si erano finalmente concessi al resto del mondo per permettere anche agli inferiori di essere battuti da coloro che questo sport lo avevano inventato. Prima di allora si esibivano al massimo un torneo con le squadre delle altre Federazioni britanniche. Ma fuori dal Regno Unito, nemmeno per sogno. Il mondo stava iniziando a fare nuovamente pace con sé stesso e dopo le Olimpiadi di Londra del 1948 anche il calcio voleva dare il suo contributo alla rinascita con i primi Mondiali del secondo dopoguerra. Il Brasile, che era già di un livello altissimo, non era ancora riuscito a vincere un Mondiale e fece l’impossibile (anche attraverso un governo militare) per aggiudicarsi l’organizzazione. Il Mondiale del ’50 passerà alla storia per il Maracanazo e il miracolo dell’uruguay di Obdulio Varela. Ma prima di arrivare a quell’epilogo ci fu: “Il miracolo di Belo Horizonte”. Gli inglesi erano forti, ma forse non fortissimi. Avevano battuto a fatica il Cile 2-0 nella prima partita del girone e il secondo impegno era con questi malcapitati “che vengono dalle colonie”. Gli americani erano una squadra messa insieme in qualche modo. Senza un campionato vero di riferimento e con giocatori che in molti casi si erano conosciuti il giorno stesso della partenza per il Brasile gli yankees pescavano a piene mani nel serbatoio degli immigrati. Di Gaetjens si sapeva poco. Qualcuno scrisse che era belga. Ma Joe non lo era. Il suo nome suonava fiammingo. I fiamminghi sono la metà di lingua olandese del Belgio. Considerando la marea di immigrati fiamminghi che invase il Nord America nel 19esimo secolo, l’assunzione che Gaetjens fosse di discendenza belga aveva senso. Ma ricerche genealogiche mostrano che il bisnonno di Joe, Thomas, emigrò ad Haiti da Brema, nel nord della Germania, dove il nome Gaetjens è piuttosto comune. Thomas arrivò ad Haiti poco dopo il 1825 (quando la Francia riconobbe ufficialmente l’indipendenza di Haiti) e sposò Leonie Dejoie, il cui padre era un generale e aveva contribuito all’autodeterminazione di Haiti. Quella connessione aprì una via alla prosperità per la famiglia Gaetjens. Poi le cose andarono economicamente peggio e quando Joe fu scelto per la squadra nazionale degli Stati Uniti nel 1950 lavorava come lavapiatti al Rudy’s Cafe, che serviva cibo spagnolo all’angolo tra la 111esima strada e Lenox Avenue ad Harlem. Gaetjens, tuttavia, non era venuto a New York per guadagnarsi da vivere ai margini del mercato del lavoro, ma per studiare contabilità alla Columbia University. Gli Stati Uniti erano una delle sole quattro squadre della Confederazione Calcistica Nordamericana dell’epoca. Due di esse sarebbero andate al torneo in Brasile. Nel torneo di qualificazione del 1949 a Città del Messico, gli Stati Uniti persero 6-0 e 6-2 contro il Messico, ma batterono Cuba 5-2 e poi pareggiarono 1-1 ottenendo il pass (il Canada non partecipò). Gli Stati Uniti avevano preso parte alle Olimpiadi del 1948 a Londra, che si conclusero con una disastrosa sconfitta per 9-0 contro l’italia al primo turno. La stessa squadra continuò a perdere partite amichevoli contro Norvegia e Irlanda del Nord con punteggi di 11-0 e 5-0. Per evitare altre umiliazioni in Brasile, la Federazione statunitense si mise alla ricerca di nuovi e migliori giocatori. Il Belfast Telegraph aveva definito gli Stati Uniti una “banda di senza speranza”, e l’allenatore Bill Jeffrey, in quello che era o un eccellente posizionamento da sfavoriti o una genuina preoccupazione, aveva dichiarato la sua squadra “pecore pronte per essere macellate”. Forse i bookmakers lo dicevano meglio. Avevano dato alla squadra inglese favorita una probabilità di 3-1 di sollevare la Coppa del Mondo. Gli Stati Uniti erano quotati a 500-1. La partita di Belo Horizonte fu un tiro al bersaglio. Stanley Matthews, la stella degli inglesi, fu tenuto a riposo per evitargli fatiche inutili. Gli stessi inglesi quando videro le condizioni degli spogliatoi nello stadio se ne risalirono sul pullman e si fecero riportare in albergo. Si cambiarono lì e arrivarono di nuovo allo stadio già in pantaloncini e maglietta. C’erano inizialmente meno di 10mila spettatori. Che quasi raddoppiarono alla fine quando circolò la voce in città che stava accadendo qualcosa di sconvolgente. Frank Borghi parò qualunque cosa arrivasse a tiro dei suoi guantoni. Pali e traverse gli furono alleati. Quando l’arbitro italiano Generoso Dattilo fischiò la fine ci fu un’invasione di campo pacifica. Ma gli americani non erano sicurissimi si trattasse di festa e scapparono a gambe levate negli spogliatoi. Gaetjens fu invece bloccato e portato in trionfo non senza un po’ di sua incredulità. In un pomeriggio era tramontato il mito dei Maestri e ne stava nascendo un altro. Quello che in alcuni sport, il calcio tra questi, anche i più scarsi ogni tanto ribaltano i pronostici. Di giornalisti a vedere la partita non c’era nemmeno l’ombra. Il servizio dell’agenzia Reuters pubblicò correttamente il risultato di 1-0, ma la maggior parte dei giornali, immaginando che l’operatore del telex avesse fatto un errore, lo cambiò in 10-0 o 10-1. Per gli inglesi. L’inghilterra perse poi 1-0 anche contro la Spagna e non avanzò al turno successivo. Gli Stati Uniti persero la loro ultima partita contro il Cile, 52, e finirono ultimi nel Gruppo 2. Dopo la sua breve carriera professionistica in Francia, Gaetjens tornò a Haiti per diventare testimonial di aziende come Palmolive e Colgate. Quattordici anni dopo Belo Horizonte durante un pomeriggio a Port-au-prince Joe si trovò di fronte ad altri uomini che lo inseguivano. Come i tifosi brasiliani che lo avevano celebrato. Ma questi volevano solo prenderlo, e non per portarlo sulle loro spalle. Erano i tremendi Tonton Macoute, la sanguinaria milizia del dittatore François “Papa Doc” Duvalier, tiranno di Haiti. Lo fecero salire su un’auto e andarono via sgommando. Nessuno lo vide mai più. Come il suo, indimenticabile gol.
  7. https://x.com/Gazzetta_it/status/1800520603193032939?t=mZC1RuEl6jUNK6ByMx6TkA&s=19
  8. https://x.com/kaiojorge/status/1800528517417095411?t=8o-YvA3E1rSA7pEdY83Yuw&s=19
  9. https://x.com/mirkonicolino/status/1800560414515700053?t=JQaA4RcPmxbn7ZAgithEDQ&s=19
  10. https://x.com/fondazionejb/status/1800238898389434723?t=jfw7-KIbo1NmGYyQNTSTyw&s=19
  11. https://x.com/CalcioDatato/status/1800106042971639874?t=sj6ObFUOv7NLUDCT-gjFmQ&s=19
  12. andrea

    Mondiale per club 2025

    I pulcinella rideranno
  13. Se arriviamo ad agosto senza sponsor le offerte saranno al ribasso
  14. https://fondazionejb.com/quando-il-pressappochismo-porta-anche-le-cheerleader-a-dare-i-numeri/
  15. https://x.com/GnocchiGene/status/1799144495029555338?t=vWf8oNYXmWzuECoM8YNsBA&s=19
  16. https://x.com/RidTheRock/status/1799071430023446692?t=nfqel09P5oegwwh8e_y_zw&s=19
  17. Comunque il polacco all'interno dello spogliatoio ha tutto un altro peso rispetto a De Gregorio
  18. Mercato Juve secondo Zazzaroni https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/thiago-motta-vuole-ribaltare-quot-signora-quot-ndash-koopmeiners-397564.htm
  19. https://x.com/capuanogio/status/1799041557397688401?t=wNvTR5M3HiDrKR6FdcFxuA&s=19
  20. Sembra che ci vogliono ancora un paio di anni per la sentenza
  21. https://x.com/FabRavezzani/status/1798995557421310157?t=tUk4hCWXwoJSvC62zaZEfA&s=19
  22. https://www.giornalaccio rosa.it/Nba/06-06-2024/boston-dallas-finali-nba-sfida-tra-mondi-opposti.shtml
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