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andrea

Tifoso Juventus
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  1. https://www.ultimouomo.com/movimenti-calciomercato-piu-assurdi-piccini-samuele-longo-milan-futuro/
  2. Analisi di Todibo https://x.com/alecro99/status/1812798382508806504?t=2Mu1eeAPhqpMezkN3uNPLA&s=19
  3. https://x.com/mike_fusco/status/1812764972406972563?t=6h5zzPoGQH4VOyApCqTgfQ&s=19
  4. https://x.com/juventusfans/status/1812600269739352180?t=bi9oO0Urw6FDoR9V0G9LiA&s=19
  5. Carica Yildiz tra rinnovo e l’idea della 10 Oggi saluterà Thiago Motta Il turco, operato al naso, sarà alla Continassa prima di tornare in vacanza di Fabiana Della Valle TORINO · 15 lug 2024 Le vacanze di Kenan Yidiz non sono ancora finite: il fantasista turco della Signora, uscito ai quarti al Mondiale di Germania, sarà uno degli ultimi a rientrare alla Continassa, insieme ai brasiliani. E’ atteso per la fine di luglio, quando la squadra tornerà dalla mini tournée tedesca, nel frattempo però ha fatto un pit stop a Torino per un intervento al setto nasale e ne approfitterà per un saluto a Thiago Motta, che lo considera centrale nel suo progetto. Così come la Juventus. che infatti sta lavorando sul rinnovo di contratto, con la possibilità di affidargli la maglia più prestigiosa, la numero 10. L’investitura Kenan ieri è stato dimesso dalla Clinica Santa Caterina da Siena e oggi sarà al centro sportivo bianconero per incontrare il nuovo allenatore. Nel frattempo proseguono i colloqui per il rinnovo: la Juventus vorrebbe prolungare fino al 2029, con un sostanziale adeguamento dell’ingaggio, per blindare il gioiellino e dargli uno stipendio più adeguato al nuovo ruolo. La trattativa ormai è entrata nel vivo e nei discorsi con il nuovo entourage si parlerà anche della numero 10, attualmente di Paul Pogba, che però è squalificato per doping. Yildiz non la chiederà, ma se la Juventus gliela offrisse non si tirerebbe indietro. E su questo sta ragionando il club, che vorrebbe farne il nuovo simbolo della Signora. Kenan piace tantissimo alla tifoseria, in particolare ai giovani che s’immedesimano molto in lui. Il ragazzo ha esordito in Serie A con la 15 e al primo gol (realizzato contro il Frosinone alla prima da titolare) ha esultato facendo la linguaccia in stile Del Piero, il suo idolo, che di lui ha detto: «Mi piacciono la sua intraprendenza e il suo coraggio e mi fa piacere che per le sue esultanze io venga accostato a lui». Yildiz è ambizioso e determinato ma anche sufficientemente umile per fare una richiesta così ambiziosa a soli 19 anni. Però si sentirebbe onorato a ereditarla e se la richiesta arrivasse dalla società non direbbe mai di no. La Juventus ci sta pensando seriamente, però non vuole caricarlo di troppe responsabilità: sicuramente è un’opzione forte per il futuro, ma non è escluso che possa accadere già dalla stagione 2024-25. Il talento in fondo va premiato e Yildiz ha già dimostrato di averne a sufficienza. La sua maglia è diventata in pochi mesi una delle più vendute, chissà che impennata se dal 15 passasse alla mitica numero 10.
  6. TODIBO La Juve ha fretta Grandi manovre con il club francese: dopo Thuram Junior si continua a trattare per il centrale che deve completare la difesa di Thiago MOTTA HA SCELTO VUOLE IL FRANCESE ORA L’ACCELERATA PER L’OK DEL NIZZA di Fabiana Della Valle TORINO · 15 lug 2024 Khephren Thuram e Jean Clair Todibo sono stati compagni di squadra fino a pochi giorni fa, perciò niente di strano che si parlino via social. Eppure il botta e risposta sotto l’ultima foto postata dal difensore francese è diventato per alcuni un indizio di mercato e per i tifosi l’occasione per spingerlo verso la Juventus. «Khephren portalo a Torino, convincilo a venire»: la maggior parte dei commenti andavano in questa direzione, corredati da cuori bianchi e neri. Probabile che Thuram Junior lo abbia già fatto, anche se non sembra che Todibo abbia bisogno di essere persuaso. Semmai bisognerà fare opera di convincimento sul Nizza, perché quello è lo scoglio da superare per Cristiano Giuntoli per regalare un nuovo difensore a Thiago Motta. Perso Riccardo Calafiori, pronto a misurarsi in Premier con l’Arsenal, la Juventus non vuole correre il rischio di farsi sfuggire anche il piano B. Per questo ha fretta e, incassato il sì del giocatore, punta a trovare una soluzione con il club francese, che chiede una cifra molto alta per il cartellino (40 milioni). Cercasi formula La volontà di Todibo è chiara: l’agente del giocatore ha già trovato un accordo con la Signora per il suo trasferimento a Torino, con uno stipendio di circa 2 milioni di euro a stagione (bonus esclusi). Il giocatore ha già comunicato al Nizza di voler andare alla Juventus, spingendo la sua attuale dirigenza a trovare un accordo per il suo cartellino. Il difensore centrale è stato a un passo dallo United, ma il trasferimento è saltato per colpa della Uefa: gli inglesi infatti hanno la stessa proprietà (Ineos) della società francese, con cui il prossimo anno condividerà la partecipazione all’Europa League. Operazione saltata, quindi, cosa che il giocatore non ha preso bene, essendo già con le valige pronte. Quei 40 milioni che il Manchester era disposto a pagare però sono considerati un investimento troppo alto per la Juventus, che punta ad abbassare il prezzo. Giuntoli ha provato a negoziare un prestito con riscatto, al momento rifiutato dal Nizza, e adesso sta valutando altre soluzioni per arrivare all’obiettivo. Idea giovani Per esempio, l’inserimento di una contropartita tecnica per abbassare la cifra e rendere l’affare più sostenibile per i bianconeri. Sul piatto il responsabile dell’area mercato della Signora potrebbe mettere Nonge Boende, talentuoso centrocampista belga classe 2006 che nella scorsa stagione ha esordito in Serie A (e di cui si è già parlato con i francesi nella trattativa per Thuram Junior) e Tarik Muharemovic, difensore bosniaco del 2003. Entrambi hanno completato il percorso in Next Gen e sono pronti per il calcio dei grandi. Se ne riparlerà nelle prossime ore, con Todibo che resta in attesa e spera di poter raggiungere al più presto l’amico Thuram a Torino. Todibo è destro, molto abile in marcatura e con un gran fisico. Nei piani di Thiago Motta, che lo vede accanto a Gleison Bremer nella linea a quattro bianconera, dovrebbe essere però il brasiliano a sganciarsi per impostare come faceva Calafiori nel Bologna. Todibo ha avuto un’esperienza al Barcellona, ma forse ci è arrivato ancora troppo acerbo per poter sfruttare al meglio l’occasione. A fargli posto nella rosa della Juventus sarà Daniele Rugani, a cui è già stato comunicato che non rientra nel progetto del nuovo allenatore. Rugani, che ha da poco rinnovato il contratto con la Juventus abbassandosi l’ingaggio, piace in Arabia Saudita ma potrebbe anche diventare una pedina di scambio per altre operazioni di mercato. Alternative Nel frattempo la Signora valuta anche altri profili. In ribasso le quotazioni di Jakub Kiwior dell’Arsenal, salgono invece quelle di altri due difensori francesi, Maxence Lacroix e Clément Lenglet. Il primo gioca nel Wolfsburg, è più giovane (24 anni) e ha un contratto in scadenza nel 2025. Il secondo è più esperto (29enne del Barcellona) e ha scadenza 2026.
  7. Mille minuti in più per i titolari inglesi La stanchezza peserà? Per i bianchi anche più possesso palla rispetto alla Roja, che è davanti alla voce “tackle” di d G. B. Olivero INVIATO A BERLINO · 14 lug 2024 Un giorno di riposo in meno, quattro tempi supplementari in più, la durissima stagione ddella Premier League sulle gagambe: stasera il serbatoio ddell’Inghilterra sarà meno ppieno di quello della Spagna e la nazionale di Southgate dovrà ququindi gestire con intelligenza i vavari momenti della finale. L’L’allungamento delle sfide con SlSlovacchia e Svizzera potrebbe ppesare, visto che i probabili tititolari di Southgate hanno gigiocato all’Europeo più di 1.1.000 minuti in più rispetto ai probabili titolari di De La FuFuente. E a livello di brbrillantezza e intensità, la SpSpagna è sempre apparsa in uuna condizione migliore ririspetto a un’Inghilterra che nnelle sue partite ha alternato mmomenti in cui ha tenuto il riritmo alto ad altri in cui ha rarallentato, senza mai dominare glgli avversari dall’inizio alla fine. Cinque dei primi sette giocatori dell’Europeo per chilometri ppercorsi fanno parte del grgruppo di Southgate: Rice (774,9), Foden (67,9), BBellingham (65,4), Walker (665,2), Kane (63,1). E il totale dice: 737 km per gli inglesi, 72724 per gli spagnoli. La fatica, ininsomma, può essere un fafattore. La tattica Ma l’Inghilterra nell’ultimo periodo ha cambiato ca il modo di giocare e dall’approccio tattico può arrivare un aiuto prezioso per amministrare le energie. Per quanto riguarda il possesso palla medio all’Europeo, è davanti alla Spagna: 58,8% contro 57,3%. Un dato spiegabile con la scelta di Southgate di gestire i ritmi e di salire con tanti uomini in attesa di trovare lo spazio per colpire. Anche nella precisione di passaggi gli inglesi (90,3%) sono leggermente davanti agli spagnoli (90%). I giocatori di De la Fuente rispondono con una maggiore propensione al tackle (74-70, specialità in cui però il primo calciatore è incredibilmente Bellingham con 19) e con un numero superiore di palloni recuperati (255-225, in questo caso è più normale che il migliore sia Rice con 41). È come se ciascuna delle due squadre si fosse fatta ispirare dall’avversario di stasera per completare il proprio bagaglio. L’antidoto più efficace contro la stanchezza, comunque, sono i cambi: Southgate ha attinto in modo decisivo dalla panchina più di De la Fuente, basta pensare all’assist di Toney con la Slovacchia o al gol di Watkins con la Svizzera generato da un passaggio di Palmer. La ricchezza di soluzioni stasera può davvero essere decisiva.
  8. Altro che America Alcol e solitudine hanno distrutto il genio di Deyna Oro ai Giochi ‘72 e gran Mondiale ‘74: a fine carriera il polacco andò negli Usa ed entrò in crisi. Nel 1989 lo schianto fatale in auto di Furio Zara · 14 lug 2024 L’incidente Il 1° settembre ‘89 a San Diego finì contro un camion Attore con Pelé Recitò in «Fuga per la vittoria» di John Huston Il declino Sperperò tutto, finì nel calcio indoor Era spesso ubriaco La Dodge Colt color sabbia ha il muso accartocciato, il cofano non esiste più, si è sgretolato al momento dell’impatto. Lo scheletro dell’auto, così deformato e incongruo, è lì a dare contezza di una fine. Quando poco prima delle due di notte arrivano i primi soccorsi, l’uomo ha il corpo reclinato in avanti, la testa piegata in maniera innaturale poggia sul volante. Viene immediatamente trasportato all’ospedale di San Diego, ma le ferite alla testa sono gravissime e il respiro della vita si è già allontanato da lui. Gli agenti della polizia locale identificano la vittima dalla patente di guida. È di nazionalità polacca, ha 42 anni, risulta essere nato in una città dal nome impronunciabile, Starogard Gdański. Si chiama Kazimierz Deyna. Un nome come un altro, che non desta alcuna curiosità. Anzi no, qualcosa c’è. Segnalazioni Il nome della vittima è già presente nello schedario della centrale di polizia. A suo carico ci sono quattro segnalazioni, tutte per guida in stato di ubriachezza. È stato anche condannato a sei mesi di prigione. Ha passato un paio di notti in galera, poi ha pagato la cauzione ed è uscito. Gli agenti notano che non c’è alcun segno di frenata sull’asfalto. La Dodge Colt è andata a sbattere sul camion senza provare a evitarlo. Il camion era parcheggiato ai bordi della Interstate 15 Nord, sulla Mira Mesa Boulevard di San Diego. È strano anche solo a immaginarlo, ma si direbbe che l’autista della Dodge abbia volutamente provato a centrare l’automezzo. Il sangue dell’uomo ha un tasso alcolico che è più del doppio del livello consentito. La dinamica dell’incidente prende allora contorni più chiari.i. L’uomoLuomo era ubriacoubri fradicio, forse si era addormentato, ha perso il controllo della Dodge, è andato come un proiettile a infrangersi contro la carrozzeria del camion. È venerdì 1 settembre del 1989 e per qualche ora il nome di Kazimierz Deyna viene scritto in un verbale di polizia, pronunciato da agenti e infermieri, certificato in un certificato dell’ospedale e quindi schedato; senza che nessuno - a quel nome, a quella faccia - riesca a dare una storia. Numero 10 E dire che quella di Kazimierz Deyna è una storia di gloria e di polvere, di trionfi e di solitudine. È la storia del più grande calciatore polacco di tutti i tempi, un centrocampista illuminato, elegante e potente, scaltro e fantasioso. Un numero 10 che ha reso orgoglioso il popolo polacco, guidando la nazionale alla vittoria dell’oro olimpico ai Giochi di Monaco del 1972 e al terzo posto due anni dopo al Mondiale di Germania. Sono anni d’oro per la Polonia di Gadocha e Lato, ma soprattutto di Deyna. La sua stella brilla di una luce speciale, il fuoriclasse polacco è sul terzo gradino del podio del Pallone d’oro del 1974. A precederlo Johan Cruijff e Franz Beckenbauer. Deyna ha giocato dodici anni nel Legia Varsavia, poi ha monetizzato la sua fama nel triennio in Inghilterra, al Manchester City. Ha messo su famiglia, ha avuto figli. Da sempre combatte con il demone dell’alcolismo. Tristezza Nello sguardo acquoso e nelle parole che ogni tanto inciampano e perdono il senso galleggia la tristezza, attecchisce il male di vivere, se ne sta acquattata quell’infelicità che gli altri non vedono, rapiti come sono dai colpi di classe, dai tiri improvvisi ed esplosivi, dalle giocate fuori catalogo. Nel 1981, a trentaquattro anni da compiere, Deyna si trasferisce in America. Naviga in cattive acque, ha dilapidato tutto quello che ha guadagnato con il calcio, in poco più di una settimana si è bevuto l’ingaggio che aveva ottenuto per la sua comparsata al film Fuga per la vittoria, arruolato assieme ad altri colleghi dal regista John Huston. Ha bisogno di soldi. Firma un contratto con il club di San Diego, ma il soccer ha già esaurito l’entusiasmo e la spinta propulsiva di qualche anno prima, quando da Pelé a Chinaglia, da Gerd Müller a Banks, da Beckenbauer a Carlos Alberto i grandi campioni sono partiti alla conquista dell’America, accolti dal frusciar di dollari, majorettes e paillettes. Quando la NASL, con i conti in rosso, fa calare il sipario, Deyna continua a giocare indoor. È un Bufalo Bill in pantaloncini corti che raccatta ancora l’applauso di qualche nostalgico. Ma l’alcol ha devastato il suo fisico. Il campione è appesantito, i lineamenti del viso si sono induriti, ogni movimento, in campo, risulta goffo. Passa le notti nei night di San Diego, spesso lo trovano appisolato al bancone di un bar. Vaga per la città fino all’alba, c’è sempre un ultimo giro di bevute che lo attende. La notte in cui muore, Kazimierz Deyna è stato avvistato in almeno due club di San Diego. Quando ubriaco imbocca l’Interstate 15, la morte si è già seduta al suo fianco.
  9. «Sarà la Juve, la vera anti Inter Douglas Luiz colpo scudetto» « Thiago Motta stupirà come a Bologna e può trionfare al primo colpo I brasiliani portano tecnica, ma è importante una base di italiani» L’attaccante campione del mondo: «Inzaghi ha Lautaro, che è il top. Occhio a Conte: ti sfianca, poi vince» Filippo Cornacchia · 14 lug 2024 «La Juve sarà la vera anti Inter». Parola di Vincenzo Iaquinta, ex attaccante bianconero campione del mondo con l’Italia 2006 di Marcello Lippi. «L’Inter – continua – resta la più forte, ma in agosto non ripartirà con il vantaggio tecnico con cui ha chiuso l’ultimo campionato, dominato e stravinto meritatamente». ► Thiago Motta, al debutto sulla panchina di una big, può vincere lo scudetto al primo colpo? «E perché no? Alla Juventus le pressioni sono diverse, però parliamo di un allenatore che la scorsa stagione ha centrato la qualificazione in Champions con il Bologna. Thiago ha fatto un’impresa e sono convinto che stupirà anche a Torino». ► Si aspetta una Juventus vincente o anche divertente? «Thiago Motta ha abbinato le due cose a Bologna: risultati e qualità del gioco. Mi aspetto lo stesso in bianconero, anche perché stanno arrivando rinforzi importanti». ► Il colpo scudetto di Giuntoli? «Douglas Luiz. È nazionale brasiliano e in Premier ha dimostrato di saper fare un po’ tutto. Centrocampista totale: organizza il gioco, si inserisce, fa assist e segna». ► Qualche tifoso un po’ scettico teme un Diego bis, suo compagno nella Juventus 2009-10… «Fidatevi di me: Diego era fortissimo, con la sua tecnica brasiliana ci lasciava a bocca aperta in allenamento. Purtroppo, dopo un ottimo inizio, non riuscì a mostrare tutto il talento che aveva alla Juventus. Ma il giocatore non si discute. A volte capita: mi viene in mente anche il portoghese Tiago, altro top che da noi non brillò ma giocò ad altissimo livello prima e dopo la parentesi alla Juventus. E anche Felipe Melo, tanto per citare un altro brasiliano, era un mediano di livello». ► Con Douglas Luiz, Danilo e Bremer è di nuovo una Juve brasiliana, come ai suoi tempi: vede similitudini? «Numericamente sì, poi vedremo in campo. Mi auguro che questa Juventus sia più vincente della nostra. I brasiliani portano allegria e tecnica, ma è sempre importante avere un blocco italiano. E purtroppo non ci sono più i Buffon e i Chiellini dei miei tempi. Vediamo come finirà il mercato. Sento dire che Chiesa può essere sacrificato: peccato, sarei stato curioso di vederlo con Thiago Motta. Oltre a Douglas Luiz, mi intriga anche Thuram, un centrocampista che “spacca” le linee avversarie». ► Vlahovic, grazie al gioco più offensivo di Thiago Motta, può arrivare a 30 gol la prossima stagione? «Se non 30, 29… (risata). È un grande centravanti e i gol sono la sua specialità. Di Dusan apprezzo lo spirito: dà sempre l’anima, come faceva anche Mandzukic. Mi rivedo nella loro grinta. Se i tifosi della Juventus mi vogliono ancora bene è proprio per questo. Io non mi risparmiavo mai, neppure in allenamento. Che scintille una volta con Chiellini». ► Racconti pure… «Giorgio era un altro come me, allenamenti o partita erano la stessa cosa. Una volta, durante una partitina, nel tentativo di anticipare Brazzo Salihamidzic mi fece una entrata durissima sulla caviglia. Quella volta litigammo di brutto, ma poi ci chiarimmo subito. Chiellini è una gran persona, un ragazzo intelligente: sarei contento di rivederlo alla Juventus come dirigente». ► Lei lasciò Torino nel 2011-2012, quando il ciclo dei 9 scudetti consecutivi stava per iniziare: se ripensa a Conte? «Antonio mi avrebbe voluto tenere e si era speso anche con la società per me. Purtroppo mi infortunai di nuovo e a quel punto fu inevitabile provare a cambiare aria per ripartire. Però non dimenticherò mai gli allenamenti dell’estate 2011 con Conte. Vedevi gente soffrire e vomitare dalla fatica. Quasi due ore in campo, sempre ai mille. Antonio ci controllava attraverso il cardiofrequenzimetro. Una fatica immane, poi però avete visto con quale intensità ha giocato la Juventus in quella stagione?». ► Anche il Napoli di Conte, come la Juve 2011-12, non avrà le Coppe europee… «Infatti dopo Inter e Juventus, vedo Conte come candidato per lo scudetto, il Napoli lo metto davanti al Milan». ► Perché considera Inzaghi favorito per il titolo? «L’Inter riparte con lo stesso allenatore e più o meno con la stessa squadra. Inzaghi si è dimostrato un top e davanti può contare sul miglior attaccante della Serie A: Lautaro». ► Intanto stasera si gioca la finale dell’Europeo: Spagna o Inghilterra? «Inghilterra, gol di Bellingham. Jude è fantastico, in certe movenze ricorda il miglior Pogba. Anche la Spagna ha tanti talenti: quello che mi ha sorpreso maggiormente è Dani Olmo». ► Un campione del mondo come lei che idea si è fatto sull’Europeo deludente dell’Italia? «La partita contro la Svizzera fatico ancora a spiegarmela. Con la maglia azzurra ho vinto e perso, però non ho mai giocato senza grinta. E vedere gli azzurri così passivi è stato davvero strano. Peccato per Buffon, con cui ho condiviso il trionfo di Berlino. E anche per Spalletti, che ho avuto come allenatore a Udine». ► Soltanto una questione di grinta o è mancato anche altro? «A parte Donnarumma, non vedo molti leader. Noi avevamo Buffon, Cannavaro, Nesta, Pirlo, Del Piero… Spalletti è un grandissimo allenatore, ma probabilmente ha avuto poco tempo e di conseguenza ha cambiato troppo in Germania».
  10. Opinione di Fabio Capello «In attacco Sancho mi intriga molto Ma perché mollare per forza Chiesa?» 14 lug 2024 Questo Koopmeiners s’ha da fare. Permettetemi una citazione dai Promessi Sposi, un po’ come lo sono l’olandese e la Juventus. Il perché è semplice: ai bianconeri serve un Rabiot con più gol nei piedi e il centrocampista dell’Atalanta risponde alla perfezione all’identikit. Koopmeiners sa fare tutto nelle due fasi e segna, sono i numeri a dirlo. Mentre la Juve della scorsa stagione ha fatto pochi gol e per questo non ha lottato per lo scudetto sino alla fine. Infatti, credo manchi qualcosa a Thiago Motta pure in attacco, specialmente in fascia, dovessero partire Chiesa e Soulé. Sancho può essere una bella “presa”, perché ha già dimostrato un potenziale notevole, pur non essendo riuscito a mantenere tutte le promesse di inizio carriera. A Torino potrebbe rilanciarsi ulteriormente, dopo la finale di Champions con il Dortmund. Fatemi però tornare un attimo su Chiesa: io sinceramente non capisco perché la Juve attuale, con i problemi che ha davanti, debba privarsi di un calciatore italiano di valore. Questioni economiche? Può essere, un po’ come per Soulé, altro talento che è un peccato perdere.
  11. Chiesa, prima le nozze poi permesso e Continassa Non andrà in Germania Dal Chelsea allo United: il futuro di Fede sembra sempre più lontano dalla Juventus di Filippo Cornacchia TORINO · 14 lug 2024 Il conto alla rovescia sta per finire: sabato prossimo Federico Chiesa sposerà la sua Lucia. La cerimonia è in programma a Grosseto, ma poi il “viaggio di nozze” di Fede non proseguirà in Germania con la Juventus. Il club bianconero ha concesso qualche giorno di permesso matrimoniale all’attaccante. L’azzurro non sarà alla Continassa il 20, quando i bianconeri partiranno per il ritiro tedesco, e quasi certamente non raggiungerà il gruppo a Herzogenaurach successivamente. La Juventus resterà nella città dell’Adidas fino al 25 e il giorno successivo (il 26) disputerà la prima amichevole a Norimberga contro la squadra allenata dall’ex laziale Miroslav Klose. Visti i tempi stretti – Chiesa è in permesso fino al 22,23 luglio – l’azzurro comincerà ad allenarsi direttamente a Torino – e non in Germania - assieme agli altri bianconeri che resteranno alla Continassa. Distanza I motivi logistici temporali sono oggettivi e si intrecciano alla strana estate che sta vivendo Chiesa. Federico, dopo la delusione vissuta all’Europeo con l’Italia, ha capito di non essere più centrale nel nuovo progetto bianconero. Ma prima di prendere in considerazione una nuova avventura, Chiesa vuole toccare con mano quello che ha iniziato a intuire a distanza. Non è un mistero, infatti, che l’azzurro sia considerato sacrificabile tanto da Thiago Motta quanto dalla società, che non vuole rischiare di perderlo fra dodici mesi a parametro zero. Il prolungamento di contratto (quello attuale scade nel 2025) è segnalato in salita e senza una nuova intesa la separazione sarà inevitabile. Può succedere ancora di tutto, ma la sensazione è Chiesa e la Juventus non siano mai stati così lontani. Federico non è considerato fuori dal progetto tecnico, come ad esempio i vari McKennie, Milik, Kostic..., però per svariate ragioni (anche economiche) alla Continassa sono entrati nell’ordine delle idee di sacrificare anche il figlio d’arte per rifinire la squadra progettata con Motta. Non a caso la Juventus sta sondando molte ali sul mercato: da Adeyemi (Borussia Dortmund) a Sancho (Manchester United) fino alle novità del Porto: Francisco Conceicao e Galeno (brasiliano con passaporto portoghese). E l’impressione è che neppure il sacrificio di Soulé, dato per imminente, possa cambiare i piani della Juventus su Chiesa. Occhio alla Premier Federico, nei giorni del corteggiamento della Roma di Daniele De Rossi, ha preso tempo per concentrarsi sul matrimonio, valutare la situazione al rientro alla Continassa e per guardarsi intorno, soprattutto all’estero. Lo scambio con Jadon Sancho del Manchester United resta un’ipotesi: a Old Trafford stanno ragionando sulla possibilità. In Premier si sono informati anche il Tottenham e il Chelsea. La Juventus parte da una valutazione di 20-25 milioni più bonus.
  12. DUE ALI per volare ADEYEMI SUBITO CON I SOLDI DI SOULÉ SANCHO IN PRESTITO LAST MINUTE Giuntoli ha l’ok del tedesco ed è pronto a trattare col Borussia. Alternative: Galeno e Conceiçao Di Filippo Cornacchia TORINO · 14 lug 2024 Almeno due ali, probabilmente tre. Una in tempi brevi dopo la cessione di Matias Soulé, con Adeyemi in pole. Le altre a fine mercato, quando anche Federico Chiesa potrebbe aver già lasciato la Signora: Sancho più un altro prestito. Il progetto è tanto ambizioso quanto difficile e soprattutto è legato alle cessioni. Provarci, non significa sempre riuscirci nel mercato. La Juventus, dopo la ristrutturazione del centrocampo, vuole ridisegnare anche l’attacco a immagine e somiglianza di Thiago Motta. Il nuovo allenatore bianconero intende ripartire dal 4-2-3-1/4-3-3 rinfrescando il reparto. Accanto a Dusan Vlahovic e all’intoccabile Kenan Yildiz, potrebbe cambiare quasi tutto da qui al 30 agosto. Se Moise Kean è già stato venduto alla Fiorentina, tanto Arek Milik quanto Filip Kostic non sono nei piani di Motta. E Chiesa sembra sempre più lontano dalla Juve. Così il dt Cristiano Giuntoli da un lato sta cercando sistemazione ai giocatori considerati in uscita e dall’altro sta proseguendo nei sondaggi e nelle trattative per gli obiettivi concordati con Thiago. La formula sarà la stessa: uno esce e uno entra. L’addio più imminente è quello di Matias Soulé. Se il Leicester è pronto a rilanciare, superando i 30 milioni richiesti dalla Juventus, West Ham e Roma studiano un possibile inserimento. Motta avrebbe voluto tenere l’argentino, anche per questo Giuntoli preferirebbe una cessione all’estero. Ma alla fine saranno i soldi a fare la differenza. I bianconeri, una volta ceduto Soulé, proveranno a regalare subito il sostituto a Thiago. Giuntoli si muoverà su più tavoli, a partire da quello di Karim Adeyemi del Borussia Dortmund. Alternative del Porto La Juventus ha già registrato la disponibilità del jolly tedesco. L’incasso di Soulé servirà per provare a tentare i vice campioni d’Europa, che hanno ricevuto dei sondaggi anche dal Chelsea per l’ex Salisburgo. Tutto può succedere, ma difficilmente il Borussia Dortmund ascolterà proposte inferiori ai 30-40 milioni più bonus. Più o meno gli stessi soldi che il Porto potrebbe chiedere per Galeno (brasiliano con passaporto portoghese), finito nei radar bianconeri assieme al compagno di squadra Francisco Conceiçao, il figlio dell’ex laziale Sergio. Tutte ali di qualità, ma ovviamente alternative tra loro per una questione di prezzo. La Juventus partirà da Adeyemi e da Dortmund, ma è pronta a virare dalle parti di Oporto. Seconda ala E Sancho? L’inglese è sempre in cima ai pensieri della Juventus, ma alla Continassa hanno capito che servirà un po’ di pazienza per ingaggiarlo in prestito. A maggiore ragione adesso che il Manchester United ha reintegrato l’ex Borussia Dortmund. Giuntoli ha il sì di Sancho, a un passo da Torino a gennaio, e salvo sorprese positive spera di chiuderlo al momento dei saldi... che di solito si presentano intorno a Ferragosto. Sancho in prestito escluderebbe Mason Greenwood, lui sì ancora fuori rosa a Old Trafford e in trattativa con Napoli, Marsiglia e Lazio. Questione regolamentare, non tecnica: la Juventus ha occupato i due slot extracomunitari (Adzic e Douglas Luiz) e adesso può ingaggiare soltanto un giocatore inglese/albanese. Il prescelto è Sancho e il suo arrivo in prestito non escluderebbe quello di Adeyemi (o Galeno). Due ali al prezzo di uno. Vice Vlahovic Ma in realtà, in caso di cessione di Chiesa e Milik, i bianconeri potrebbero rivoluzionare completamente l’attacco ingaggiando un altro esterno offensivo e non un centravanti come vice Vlahovic. A quel punto, in assenza del serbo, Thiago Motta è pronto a giocare con un’ala come falso 9, assetto già sperimentato anche a Bologna. Per tutti questi motivi, nella lista bianconera figura ancora il nome di Domenico Berardi, retrocesso in B con il Sassuolo e in fase di recupero dall’infortunio.
  13. L’argentino dice sì al Leicester Si aspetta il rilancio di Fabiana Della Valle TORINO · 13 lug 2024 LA SITUAZIONE Per l’esterno è pronto un contratto da circa 3 milioni di euro a stagione, ma gli inglesi devono alzare l’offerta sopra ai 30 milioni Matias Soulé sta trascorrendo i primi giorni di ritiro alla Continassa sapendo che il suo futuro potrebbe essere altrove. L’esterno argentino, che ha passato l’ultima stagione in prestito al Frosinone, è tornato con la speranza di restare ma anche con la consapevolezza che di fronte a un’offerta importante sarebbe stato ceduto. Quell’offerta non è ancora stata messa nero su bianco ma potrebbe arrivare presto, perché il Leicester fa sul serio ed è pronto a formalizzare una proposta da 25 milioni più 5 di bonus, che però ancora non bastano per convincere la Juventus. La pista però è calda e se gli inglesi rilanceranno, superando quota 30 (premi inclusi) ci si potrà stringere la mano. Nel frattempo il giocatore ha dato il suo ok a trasferirsi in Premier League. L’occasione è ghiotta e lo stipendio pure: potrà mettersi in mostra in uno dei campionati più importanti del mondo andando a triplicare il suo ingaggio (che sarà intorno ai 2,5-3 milioni di euro). Idea Roma Il suo procuratore in questi giorni è a Torino ed è in costante contatto con il Leicester e con Giuntoli, per seguire l’evolversi della situazione. Sulle tracce di Soulé ci sono anche altre squadre, tra cui la Roma, con cui però ci sono state solo chiacchiere informali. I giallorossi hanno preso informazioni sull’argentino nell’ambito dei discorsi su Federico Chiesa (che si è preso tempo per decidere il suo futuro) ma ritengono la valutazione di Giuntoli (35-40 milioni) troppo elevata. Altri club hanno mostrato interesse, ma nessuno in maniera così decisa come il Leicester. Aspettando Koop Il sacrificio di Soulé servirà per poter tornare sul mercato. Dopo gli acquisti di Di Gregorio, Douglas Luiz e Thuram Junior, i bianconeri intendono puntare forte su un altro centrocampista/ trequartista, individuato in Teun Koopmeiners, che però costa parecchio. Per questo Giuntoli, che dopo aver venduto Kean e Kaio Jorge ed essere vicino alla cessione di Nicolussi Caviglia (al Venezia) sta incontrando difficoltà a piazzare gli altri esuberi (Milik, Kostic, De Sciglio, McKennie, Rugani e Arthur), ha preso sul serio la proposta inglese. Di sicuro Thiago Motta, che avrebbe voluto testare Soulé nel 4-2-3-1 come esterno destro, non sarà troppo felice, però era consapevole che sarebbe potuto accadere. No all’Arabia Soulé è reduce da una buona stagione personale con il Frosinone, sebbene si sia chiusa con la retrocessione in B dei ciociari. Ha avuto la possibilità di giocare con continuità (36 presenze in Serie A) segnando 11 reti. Ecco perché il Leicester (e non solo) ha messo gli occhi addosso all’estroso argentino. Che a gennaio aveva rifiutato una ricca offerta dall’Arabia Saudita perché alla sua età (21 anni) non se l’è sentita di fare una scelta «di soldi». La Premier però è tutta un’altra cosa.
  14. Mi Juve manda papà CONCEIÇAO JR SCATTA CON SANCHO E PER LA DIFESA TIAGO SANTOS di Filippo Cornacchia TORINO · 13 lug 2024 Dopo Thuram, i bianconeri pensano a un altro figlio d’arte per il post Soulé. Attesa per l’inglese, tornato ad allenarsi con il Manchester Utd È l’estate dei figli d’arte. Dopo l’acquisto di Khephren Thuram, spunta Francisco Conceiçao per la Juventus. Se il centrocampista francese si allena già alla Continassa con Thiago Motta, il portoghese del Porto è una delle ali nel mirino della Signora per il post Matias Soulé, sempre più vicino al Leicester. Il nome di Chico, classe 2002 e quarto dei cinque figli dell’ex Lazio, Parma e Inter, è spuntato nei recenti colloqui tra Cristiano Giuntoli e Jorge Mendes, il manager che nel 2018 portò a Torino un certo Cristiano Ronaldo. Il d.t. juventino si è informato su Tiago Santos del Lilla, il terzino destro preferito per rinforzare la difesa di Motta, e poi la chiacchierata si è allargata ad altri giocatori rappresentati dall’agente portoghese. Tra questi Conceiçao Jr, reduce da un buon Europeo e dal gol pesantissimo segnato al 93’ contro la Repubblica Ceca durante la fase a gironi. Francisco è una idea affascinante, di quelle che Giuntoli coltiva sottotraccia in attesa di capire quanti soldi riuscirà a incassare dalle cessioni e quali incastri di mercato si potranno verificare. Conceiçao Jr si aggiunge a Karim Adeyemi del Borussia Dortmund, a Mason Greenwood del Manchester United (al momento in trattativa con Napoli, Lazio e Marsiglia) e soprattutto a Jadon Sancho (sempre dello United), che ha già aperto ai bianconeri. I due Red Devils sono alternativi tra loro. La Juventus, occupati entrambi i posti extracomunitari con il montenegrino Adzic e con il brasiliano Douglas Luiz, adesso può ingaggiare soltanto un inglese. Se su Greenwood, reduce dal prestito al Getafe, c’è sempre più traffico, Jadon Sancho ha ripreso ad allenarsi con il Manchester United provando a mettere da parte le ruggini del passato con il tecnico Ten Hag. Il divorzio Sancho-United resta sempre possibile. Piuttosto potrebbero cambiare tempistiche e condizioni. La Juventus punta al prestito dell’ex Dortmund e così, in attesa di nuovi sviluppi, si guarda intorno e prosegue nei sondaggi. Giuntoli cerca un colpo d’ala, due con l’addio di Soulé. Il figlio d’arte L’ultima pista porta a Francisco Conceiçao, mancino tutto scatti, dribbling e fantasia. Il 21enne esterno d’attacco è nato a Coimbra, in Portogallo, ma è cresciuto a Milano quando il padre giocava nell’Inter. E soprattutto ha debuttato in Champions League con la maglia del Porto proprio contro la Juventus (2021). Chico, dopo l’Erasmus ad Amsterdam con l’Ajax del 2022-23, nell’ultima stagione è decollato al Do Dragao: 43 presenze, 8 gol e 8 assist. Prestazioni che hanno attirato le attenzioni della Signora. Conceiçao padre, a differenza di Lilian Thuram, non ha mai giocato nella Juventus. I due, però, sono stati compagni nel Parma 2000-01. A distanza di più di vent’anni, adesso potrebbero essere i due figli – Khephren e Chico – a dividere lo stesso spogliatoio. Dipenderà dalle richieste del Porto a dall’evolversi delle varie trattative. A partire dalle cessioni che riuscirà a realizzare la Juventus. Tra i giocatori a rischio addio c’è un altro figlio d’arte: Federico Chiesa. Il terzino del Lilla Giuntoli, in questa fase concentrato sulle priorità Koopmeiners (Atalanta) e Todibo (Nizza), ha chiesto al manager portoghese di tenerlo aggiornato su Francisco Conceiçao. Thiago Motta ha bisogno di un paio di ali per il 42-3-1 e Chico è un profilo che intriga per età, qualità e costi. La ristrutturazione delle fasce probabilmente sarà più corposa. Tanto che alla Continassa tengono le antenne dritte anche sui terzini. Non a caso il contatto Giuntoli-Mendes è partito da Tiago Santos. Il 21enne laterale destro è esploso la scorsa stagione con Paulo Fonseca, il nuovo allenatore del Milan. Un altro Tiago, sempre portoghese e del Lilla come Tiago Djalò, in bianconero da gennaio. Quella francese non è una bottega da sconti, ma sicuramente i rapporti con i bianconeri sono ottimi grazie alle operazioni degli ultimi dodici mesi. Già, perché prima di Djalò, la Juventus aveva acquistato anche Timothy Weah dal Lilla. Al feeling con la società transalpina si aggiunge quello tra Giuntoli e Jorge Mendes, agente anche di Tiago Santos. Alla Continassa, cessioni permettendo, vorrebbero rifinire la difesa con il connazionale di Conceiçao.
  15. Dicono che Motta lo terrebbe, ma che per motivi di bilancio lo venderanno
  16. https://x.com/BI_1897/status/1811815414571081817?t=y9N5SfGglyXNSzDiADi9Fw&s=19
  17. IL LEICESTER VUOLE MATIAS E GIUNTOLI PREPARA IL TRIS Gli inglesi offrono 25 più 5, sopra ai 30 si può chiudere. Poi partirà l’assalto a Todibo, Koopmeiners e Sancho di Fabiana Della Valle TORINO · 12 lug 2024 Ecco i tre principali obiettivi del club bianconero Thiago Motta non la prenderà bene, ma poi si consolerà con il mercato in entrata. Ci sono sacrifici che a volte diventano necessari per sbloccare altre situazioni: è quello che toccherà alla Juventus con Matias Soulé, gioiellino argentino 21enne appena rientrato dal prestito al Frosinone. Mercoledì, giorno di visite mediche alla Continassa, i tifosi erano tutti per lui, con una sola specifica richiesta: «Non te ne andare». Il problema è che non dipende né da lui né dal suo allenatore — che lo ha appena conosciuto e se lo terrebbe molto volentieri perché lo vede molto bene schierato a destra nel suo tridente — ma dal mercato, perché Soulé ha offerte importanti al contrario degli altri giocatori considerati in uscita da Thiago Motta e dal club (Kostic, Milik, Rugani, De Sciglio, Arthur e McKennie). E può portare un bel gruzzoletto nelle casse della Signora, che servirà per finanziare i prossimi colpi della Signora, ovvero Koopmeiners, Todibo e Sancho. Un trequartista, un difensore e un esterno d’attacco per completare il nuovo puzzle bianconero. Soulé piace a tanti ma il Leicester è la squadra che sta facendo più sul serio. Gli inglesi sono pronti a formulare un’offerta scritta da 25 milioni più 5 di bonus, anticipata a voce, che ancora non soddisfa Cristiano Giuntoli. Se gli inglesi si spingeranno fino a 30 (più premi) allora l’affare si può fare. Koop senza fretta Il dt ha promesso a Thiago Motta che Soulé verrà sacrificato solo per una cifra importante e 35 milioni sarebbero difficilmente rifiutabili. Una volta incassati, i bianconeri dovranno decidere come muoversi. La priorità resta Teun Koopmeiners, centrocampista olandese dell’Atalanta che ha saltato l’ultimo Europeo per un infortunio ed è già in ritiro con la Dea. La Juventus non ha fretta, perché ha già incassato il sì del giocatore (accordo di massima per circa 4 milioni di euro a stagione, bonus esclusi). Anche Koop è tranquillo, perché lui vuole solo la Signora e un’estate fa ha ottenuto dall’Atalanta la promessa che lo avrebbe liberato se fosse arrivata una big. La Dea ha fissato il prezzo a 60 milioni e si sta muovendo sul mercato per rimpiazzare il centrocampista (Brescianini e il danese O’Riley i due nomi che piacciono di più), ma le offerte dei top club inglesi (Liverpool su tutti) che si erano interessati nei mesi scorsi ancora non sono arrivate. I bianconeri lo valutano 40-45 milioni e non sono disposti ad andare oltre, a breve potrebbe esserci un contatto tra l’entourage di Koop e la dirigenza della Dea per ribadire il suo desiderio di trasferirsi a Torino. Il made in France I tempi potrebbero essere lunghi, perciò i soldi incassati da un’eventuale cessione di Soulé potrebbero essere dirottati su Jean-Clair Todibo, difensore centrale del Nizza che la Juventus ha messo nel mirino dopo aver capito che non sarebbe più riuscita ad arrivare a Riccardo Calafiori, il preferito di Motta con cui è esploso al Bologna, valutato 50 milioni (troppi per la Juventus) e sempre più vicino all’Arsenal. Anche Todibo, come Koop, si è promesso alla Signora, che adesso dovrà trattare con il Nizza per trovare un accordo economico. Non i 40 milioni chiesti dal club, ma magari una formula fantasiosa con un prestito con diritto/obbligo di riscatto, soluzione che al momento non è gradita dai francesi. L’altra strada è l’inserimento di una contropartita, da Rugani a Milik fino a Djalò, che Thiago valuterà in ritiro ma potrebbe finire in prestito. Caccia all’esterno Giuntoli sta lavorando anche sull’esterno offensivo e il nome che intriga di più è quello di Jadon Sancho, inglese dello United che ha trascorso gli ultimi mesi in prestito a Dortmund, dove si è rilanciato. Sancho, che già a gennaio aveva dato l’ok al trasferimento a Torino (poi bloccato da Allegri, perché poco funzionale al suo 35-2), può essere una soluzione in prestito (con taglio dell’ingaggio, perché guadagna 8,5 milioni di euro) oppure potrebbe entrare in uno scambio con Federico Chiesa (già proposto allo United, ma il tecnico Erik ten Hag si è preso tempo per riflettere). Se partiranno Soulé o Chiesa (che Motta non vede titolare) servirà anche un altro esterno. Tutto però dipende da Matias, che può far ripartire il mercato bianconero.
  18. Motta saprà come farli rendere al massimo, dicono
  19. Thuram Jr è solo il primo Si scalda l’asse col Nizza E Todibo resta in pole Il figlio d’arte: «La Juve era il mio sogno da bimbo, papà dice che sono nel miglior club del mondo» di Filippo Cornacchia TORINO · 11 lug 2024 La Signora non ha finito di fare spese a Nizza. L’affare Khephren Thuram ha rafforzato il feeling tra la Juventus e il club della Costa Azzurra. Così i bianconeri, dopo i 20 milioni investiti per il figlio d’arte, insistono per l’ex compagno Jean-Clair Todibo. Il d.t. Cristiano Giuntoli si è già assicurato la disponibilità del difensore. L’accordo con il Nizza non c’è ancora, ma un buon compromesso alla fine potrebbe fare comodo a tutti. Anche al club transalpino. Un anno fa il Nizza ha garantito a Todibo che lo avrebbe ceduto in questa sessione di mercato e adesso l’ex Barcellona vuole essere accontentato. Le mediazioni sono al lavoro per trovare un punto di incontro tra le iniziali richieste del Nizza (35-40 milioni) e la volontà della Juventus di ingaggiare il giocatore attraverso un prestito con diritto/obbligo di riscatto. I rossoneri per il momento non sembrano intrigati né dall’opzione affitto, né dall’inserimento di una contropartita: da Rugani a Milik. I contatti, però, proseguono e la fiducia resta intatta. Soprattutto perché Todibo, ora come ora, ha la Juventus come priorità e sembra disposto a pazientare. Tutt’altro che un dettaglio per Giuntoli che, prima di affondare, ha bisogno di mettere a segno qual Mi manda papà Todibo aspetta il suo turno e spera di raggiungere presto Thuram Jr, ieri in campo per il primo allenamento con la Juventus. «Hai tutto ciò di cui c’è bisogno. Adesso non ti resta che giocare», ha detto Thiago Motta al 23enne centrocampista juventino. Il resto, a Khephren, lo aveva già spiegato papà Lilian, che ha indossato la maglia della Juventus dal 2001 al 2006: «Papà mi ha spiegato che la Juve è un grande club, il più grande d’Italia e per lui il più grande del mondo. Mi ha detto che quando giochi qui lo fai per vincere, sempre. Essere alla Juve è una cosa che sognavo fin da piccolo». Nel caso di Thuram Jr è davvero così visto che a Torino ha vissuto i primi anni della sua vita e la Juventus è la prima squadra per cui ha tifato: «Mi ricordo quando papà giocava qui, al Delle Alpi. Mio fratello ed io vivevamo a Torino. Ibrahimovic era il miglior giocatore del mondo quando ero piccolo». Adesso toccherà a lui conquistare la Juventus a suon di prestazioni: «Sono un giocatore a cui piace correre con il pallone, difendere, attaccare. Mi piace il calcio, essere sul campo con i compagni e vincere».
  20. MOTTA Siete fuori UNA JUVE AI SALUTI THIAGO HA SCELTO DA ARTHUR A MILIK IN 6 CON LA VALIGIA di Fabiana Della Valle TORINO · 11 lug 2024 Ieri primo allenamento con pochi big, il tecnico ha parlato di persona con chi considera fuori dal progetto Partiti. La Juventus 2024-25 ha iniziato la stagione, anche se a ranghi ridottissimi. In mattinata la passerella al J Medical per le visite di rito, nel pomeriggio, quando il caldo afoso di questi giorni è diventato un pochino più sopportabile, il primo allenamento agli ordini di Thiago Motta e il suo staff. C’erano molti volti noti (Locatelli, Rugani, De Sciglio, Miretti, Perin, Pinsoglio, Nicolussi Caviglia, Djalò), due su tre dei nuovi acquisti (Di Gregorio e Thuram, quest’ultimo ufficializzato ieri) e i giocatori rientrati dai prestiti (Soulé, Huijsen, Arthur), oltre a un nutrito gruppo di giovani della Next Gen. Mancavano tutti i big, che rientreranno alla spicciolata nelle prossime settimane in base a quando sono usciti da Europeo e Coppa America, ma per Thiago Motta è stata comunque l’occasione per farsi conoscere dai suoi e mettere in chiaro subito alcuni concetti, di gioco e non solo. Per esempio chi è funzionale al suo progetto e chi no: il nuovo allenatore è un decisionista e non si fa problemi a dire le cose esattamente come stanno. Da Arthur a McKennie fino a Rugani, Milik, Kostic e De Sciglio, Thiago ha già una lista dei giocatori che sono sul mercato e che faranno meglio a trovarsi un’altra squadra se non vogliono finire ai margini. Fine corsa Ieri il tecnico ha potuto affrontare di persona l’argomento con chi era presente alla Continassa, ovvero Arthur Melo, Daniele Rugani e Mattia De Sciglio. Niente di personale nei loro confronti, semplicemente Motta non li ritiene funzionali al suo calcio. Arthur è appena rientrato dal prestito alla Fiorentina e il suo procuratore, Federico Pastorello, è già al lavoro per trovargli una sistemazione: ci sono diverse squadre interessante (Everton e Newcastle) ma al momento nulla di concreto. Rugani ha appena rinnovato con la Juventus fino al 2026, abbassandosi l’ingaggio, ha richieste in Arabia oppure potrebbe essere utile come pedina di scambio per arrivare a giocatori che piacciono alla Signora. De Sciglio, reduce dall’infortunio al crociato e da una stagione in cui ha giocato pochissimo, punta a ritrovare un po’ di continuità e sa che alla Juventus sarebbe impossibile. Le cessioni più difficili Con gli altri “esuberi” Thiago Motta ha già parlato per telefono oppure lo farà nei prossimi giorni, ma il messaggio è già arrivato forte e chiaro a tutti da parte della società. A Weston McKennie, per esempio, ha comunicato già da tempo che non lo vede nel suo centrocampo. Il texano, che ha il contratto in scadenza nel 2025, non ha trovato l’accordo con l’Aston Villa ma sa che il suo futuro non sarà a Torino. Stesso discorso per Arek Milik e Filip Kostic: il primo ha saltato l’Europeo per infortunio ma non è ancora pronto (ne avrà ancora per un paio di settimane); il secondo si è fatto male in Germania nella prima partita con l’Inghilterra e rientrerà alla fine della prossima settimana insieme a Vlahovic e Szczesny. Soulé e Huijsen Diversa la situazione di Matias Soulé, che Thiago vorrebbe trattenere perché lo vede bene nel tridente ma in caso di offerte importanti sarà sacrificato per poter finanziare altri acquisti. Lo vogliono in tanti, ma nessuno finora si è spinto fino ai 35-40 milioni che chiede Cristiano Giuntoli. Ieri l’argentino è stato il più acclamato dai tifosi, che gli ripetevano «Non te ne andare», ma il suo futuro non dipende da lui. Sulla lista dei partenti c’è anche Dean Huijsen, di rientro dal prestito alla Roma: c’è l’interessamento del Psg oltre che di club inglesi e tedeschi, la Juventus aspetta l’offerta da 2530 milioni.
  21. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/poco-calcio-molti-calci-colombia-va-finale-coppa-america-401456.htm
  22. Signora un altro tris GIUNTOLI NON SI FERMA INSISTE PER KOOP HA IL SÌ DI SANCHO E TODIBO PRESSA di Filippo Cornacchia TORINO · 10 lug 2024 In difesa Si scalda il centrale francese, ma per ora il Nizza non fa sconti sul prezzo: cessioni decisive Dopo Douglas Luiz, Thuram e Di Gregorio, la Juve vuole rifinire la rosa: priorità all’olandese, si riapre lo scambio tra l’inglese e Chiesa Una tripletta per rinfrescare la Signora e una per rifinirla. Il mercato è fatto di fasi e la Juventus ha vissuto quella iniziale da grande protagonista. Dopo Douglas Luiz (Aston Villa) e Michele Di Gregorio (Monza), ieri a Torino è sbarcato Khephren Thuram (Nizza). Cristiano Giuntoli non si è portato a casa il pallone, come succede ai bomber che segnano tre reti nella stessa partita, ma farà di tutto per regalare a Thiago Motta altri tre rinforzi. Un difensore, un centrocampista di qualità e almeno un’ala. Le richieste del nuovo allenatore, condivise dalla dirigenza, sono chiare. E nitidi sono anche gli identikit tracciati nelle riunioni delle ultime ore alla Continassa. Se il prescelto per completare la rivoluzione del centrocampo è sempre Teun Koopmeiners dell’Atalanta, Jadon Sancho del Manchester United ha rafforzato la pole position come esterno d’attacco. Dietro, invece, Jean-Clair Todibo (Nizza) ha sfruttato l’uscita di scena di Calafiori (diretto all’Arsenal) e adesso è il candidato che più convince la Juventus per rinforzare il reparto. Provarci, non significa sempre riuscirci nel mercato. Ma dagli ambienti bianconeri, cessioni permettendo, filtra un cauto ottimismo. Dietro la fiducia della Juve, c’è la volontà dei diretti interessati. Tanto Koopmeiners quanto Sancho e Todibo hanno già dato la loro disponibilità alla Signora. Non basta ancora per arrivare al traguardo, ma è un ottimo punto di ripartenza. Koop aspetta Giuntoli in un mesetto ha dato una prima scossa: dall’arrivo di Thiago Motta al tris Douglas Luiz-Di GregorioThuram. Tripletta controbilanciata dalle cessioni di Kaio Jorge al Cruzeiro, Kean alla Fiorentina, Barrenechea e Iling all’Aston Villa. La formula della Juventus resterà la stessa. Uno esce e uno entra. La differenza, un po’ come succede quando nei videogiochi si passa da un livello all’altro, è la difficoltà. Che nel mercato spesso è sinonimo di tempi più lunghi. Dopo aver sparato una raffica di colpi ravvicinati, adesso la Juventus dovrà armarsi anche di un pizzico di pazienza in più per portare a termine il piano. Il primo a esserne consapevole è Giuntoli. Il dirigente toscano ha puntato il mirino su Koopmeiners da dicembre. Ma prima di affondare, i bianconeri hanno l’esigenza di mettere a segno una nuova cessione: da Huijsen a Chiesa, con il rischio di dover sacrificare anche Soulé. Movimenti necessari per rilanciare l’offerta per l’olandese, che per il momento sembra voler aspettare la Juventus. Alla Continassa non vorrebbero spingersi oltre quota 45 milioni di euro più bonus. A Bergamo, invece, aspettano un assegno da 55-60 milioni. Le mediazioni sono al lavoro per avvicinare le parti. Contatti con lo United Alla Juventus arriverebbe di corsa anche Jadon Sancho. L’ala inglese è fuori dai progetti di Ten Hag, fresco di rinnovo a Old Trafford. Così nelle ultime ore, dopo il raffreddamento della pista RomaChiesa, i soliti intermediari hanno riaperto il canale Juventus- Manchester United rinnovando l’idea di qualche settimana fa. Scambiare Chiesa con Sancho (o Greenwood, adesso però in trattativa con il Marsiglia) facendosi un piacere reciproco. Lo United si liberebbe di un problema e la Juventus in un colpo solo risolverebbe il caso del rinnovo e accontenterebbe Motta, che considera l’azzurro sacrificabile e sugli esterni preferirebbe Soulé e uno tra Sancho, Adeyemi (Borussia Dortmund) o El Shaarawy (Roma). A differenza di qualche tempo fa, adesso a Old Trafford riflettono. Pressing Todibo Da Manchester a Nizza, nell’ultimo periodo città preferita per lo shopping. Dopo Thuram, la Juventus si è mossa per Todibo. Il difensore francese, forte di una promessa di cessione da parte del club, perso il treno dello United, vuole salire su quello della Signora. Todibo ha i bianconeri in testa ed è in pressing sul Nizza.
  23. https://x.com/erclab_tweet/status/1810737821671723456?t=Ny8vK7e2x9afEDVTwLIjqA&s=19
  24. https://x.com/unfair_play/status/1810752818695000468?t=svrAt7LYyEC5WNjhc6mhPQ&s=19
  25. L’INTER RESTA AVANTI DAL MILAN ALLA JUVE TROPPI CANTIERI APERTI di FABIO CAPELLO · 9 lug 2024 Ai rossoneri serve più di un buon centravanti, mentre Koopmeiners potrebbe non bastare per Motta. Napoli: Kvara deve rimanere La caccia all’Inter è ufficialmente aperta. Ieri, infatti, la prima tra le cosiddette “contender” dei nerazzurri, il Milan, ha dato il via alla stagione 2024-25, con la presentazione del nuovo allenatore Paulo Fonseca. Il tema caldo in casa rossonera resta, però, sempre quello del centravanti. Salutato Olivier Giroud, chi arriverà? Il tecnico portoghese ha detto «un 9 capace di giocare soprattutto negli ultimi 30 metri, anche senza spazi». Una risposta un po’ ambigua, perché si presta a tante interpretazioni. Di sicuro nell’ultimo terzo di campo sia Alvaro Morata che Romelu Lukaku, i profili più chiacchierati per il mercato del Milan, sanno il fatto loro. Lo spagnolo ha qualche dote associativa in più, mentre il belga ha una fisicità importante in area di rigore. Entrambi, comunque, hanno gol nei piedi e abitudine a vestire maglie importanti come quella rossonera. È presto, però, per dire che il Milan sarà all’altezza dell’Inter solamente con l’acquisto di un ottimo centravanti. Le squadre sono ancora in costruzione, alcune hanno cambiato la guida tecnica, altre non si sa ancora di preciso come si muoveranno sul mercato. Nel caso del Milan, che non ha ancora annunciato acquisti, entrambe le cose. Il paradosso è che il discorso vale un po’ per tutte le pretendenti, ma non per i campioni d’Italia. L’Inter ha cambiato proprietà, ma la garanzia si chiama Beppe Marotta, che è diventato ora presidente del club. Una mossa, quella di Oaktree, che mi è piaciuta molto e garantisce continuità alla conduzione tecnica, oltre che economica, della squadra. In più, mi pare che Inzaghi possa già contare su qualche rinforzo: Taremi, Zielinski, Martinez... Magari presto pure Kim dal Bayern Monaco. Ecco, l’Inter è forse l’unica tra le grandi a essere fatta e finita già al 9 luglio e non è cosa da poco. Si sta muovendo molto da subito la Juventus, che ha già aggiunto Di Gregorio, Douglas Luiz e Khephren Thuram. Credo che il portiere sia stata una richiesta esplicita di Thiago Motta: Di Gregorio è più bravo con i piedi di Szczesny e mi pare la conferma che il tecnico italobrasiliano voglia partire spesso e volentieri dal basso. Ma è soprattutto a centrocampo che la nuova Juve deve cambiare passo, aggiungendo qualità e... gol. Ben vengano Douglas Luiz e il piccolo dei Thuram, adesso mi aspetto l’arrivo di un calciatore totale come Koopmeiners. Ecco, l’olandese dell’Atalanta porterebbe in dote parte dei gol che sono mancati la scorsa stagione. Basterà per competere con l’Inter? Calma. Io credo che serva comunque qualcosa in più in attacco, anche alla luce della situazione di Chiesa che non mi pare ancora chiarissima. C’è poi una considerazione da fare su Rabiot: il francese da qualche giorno non è più un calciatore della Juve e se non dovesse tornare a esserlo nelle prossime settimane, i bianconeri perderebbero un centrocampista in grado di coprire tanto campo come pochi altri in Europa. L’abbiamo visto anche con la Francia all’Europeo, Rabiot ha fisicità e presenza, ha un certo peso in mediana. Un cantiere aperto è anche il Napoli di Antonio Conte. Tutto ruota intorno a Osimhen: andrà davvero via? E chi prenderà il suo posto? Lukaku è la soluzione più semplice, per il suo rapporto con il tecnico, costruito ai tempi dell’Inter. Penso possa essere un degno erede di Osimhen, ma sullo sfondo c’è anche la questione Kvaratskhelia: mi pare che Conte abbia detto chiaro e tondo che il georgiano debba rimanere, senza se e senza ma. Mi auguro possa essere accontentato. Ancora più difficile dare un giudizio sulla Roma: De Rossi ha buone idee, ma la squadra va praticamente ricostruita e la speranza è che la società lavori in sintonia con l’allenatore, assecondando le sue richieste.
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