![](https://www.tifosibianconeri.com/forum/uploads/set_resources_19/84c1e40ea0e759e3f1505eb1788ddf3c_pattern.png)
andrea
Tifoso Juventus-
Numero contenuti
3784 -
Iscritto
-
Ultima visita
-
Days Won
1
Tipo di contenuto
Profilo
Forum
Calendario
Tutti i contenuti di andrea
-
Più che altro vediamo chi lo prende in quel posto
-
Giuntoli non si ferma a Veiga Il prestito di Todibo avanza Contatti per Goglichidze Primo giorno alla Juve per il jolly ex Chelsea: «Conceiçao mi ha chiamato tutti i giorni» di Fabiana Della Valle TORINO 28 gen 2025 Un portoghese tira l’altro. Dopo Alberto Costa, acquistato dal Vitoria Guimaraes per 12 milioni di euro, ecco Renato Veiga, difensore del Chelsea che è arrivato a Torino con la formula del prestito. Per il ventunenne cresciuto nelle giovanili dello Sporting Lisbona la Signora pagherà 4 milioni di euro, comprensivi di stipendio, più 1,5 di bonus al raggiungimento di determinati obiettivi. Non c’è nessun obbligo legato al riscatto né cifre prestabilite per il diritto, ma questo non esclude che la dirigenza bianconera possa fare valutazioni diverse a fine stagione, legate al rendimento e anche alle condizioni di Gleison Bremer e Juan Cabal. Per il momento è una scommessa, un giocatore poco noto che il Chelsea ha acquistato l’estate scorsa dal Basilea per 14 milioni di euro ma che in Premier League finora non è riuscito a trovare molto spazio. Dovrà guadagnarselo pure alla Juventus, dove arriva per allungare la panchina soprattutto in un reparto, la difesa, tartassato dagli infortuni. Erede di Alex Sandro Veiga è atterrato a Caselle domenica sera e ieri ha sostenuto le visite mediche di rito. In serata è arrivata la firma sul contratto e l’ufficialità. Per la prima convocazione bisognerà attendere la gara di domenica prossima contro l’Empoli, perché come gli altri nuovi acquisti (Costa e Kolo Muani) non potrà giocare in Champions League non essendo nella lista Uefa per la prima fase. Gran fisico (190 centimetri), abile nel gioco aereo e nei contrasti, è un difensore tutto da scoprire, che all’occorrenza può fare anche il mediano. Centrale e terzino sinistro, piede mancino, in questa stagione ha messo insieme 18 presenze e 2 gol, ritagliandosi spazio soprattutto in Conference League (6 gettoni tutti da titolare). Con il Portogallo ha esordito in autunno in Nations League, alla Juventus indosserà la maglia numero 12 che è stata di Alex Sandro. «È una sensazione straordinaria essere in questo grandissimo club — le sue prime parole in bianconero —. Il mio ruolo principale è difensore centrale ma posso giocare anche a centrocampo e come terzino sinistro. Conceicao mi ha chiamato tutti i giorni da quando ha saputo che sarei arrivato». Avanza Todibo in prestito Veiga è il terzo colpo del mercato invernale e non è detto che sia l’ultimo. Alla Continassa, al netto di Cambiaso e della ricca offensiva del Manchester City che modificherebbe gli scenari (in quel caso, nuovo tentativo per Hancko del Feyenoord), inseguono almeno un altro rinforzo difensivo. Il nome in cima alla lista di Cristiano Giuntoli e Thiago Motta è quello di Jean-Clair Todibo, vicinissimo già in estate prima dell’improvviso trasferimento al West Ham. Il centrale si è trovato peggio del previsto in Premier League e negli ultimi giorni ha strizzato l’occhio alla Signora. Todibo in questo momento è infortunato. Ma se il West Ham dovesse aprire al prestito secco, i dirigenti bianconeri sono disposti ad ingaggiare l’ex Nizza e ad aspettare il suo rientro, atteso nel giro di circa 3-4 settimane. Restano vive le piste Lloyd Kelly del Newcastle (alternativo a Chukwuemeka per una questione di slot inglesi) e Kevin Danso del Lens. Intanto proseguono i contatti per Saba Goglichidze, 20enne rivelazione georgiana dell’Empoli, prossima avversaria della Juventus in campionato.
-
Quelli che non finiscono mai Da Reginaldo a Borja Valero, quando l’importante è giocare ancora DI MASSIMO M. VERONESE · 25 gen 2025 Tanti scelgono di chiudere giocando in un campionato minore e lo fanno anche a loro spese Anche Matri voleva provarci nel Graffignana, ma il regolamento glielo ha impedito Nell’era degli algoritmi, delle superleghe e delle costruzioni dal basso c’è ancora una squadra di romantici che sembra uscita dagli splendori e dalle miserie di Eduardo Galeano, anche se i suoi calciatori non giocano mai assieme: il calcio, come il tango, è figlio delle periferie, scriveva il Maradona degli scrittori, ed “era uno sport che non esigeva denaro e si poteva giocare senza null’altro che la pura voglia”. L’ultimo di questi sognatori si chiama Reginaldo Ferreira da Silva, o Reginaldo e basta, noto più per i sette mesi passati con Elisabetta Canalis che per i cinque campionati disputati in Serie A tra Fiorentina, Parma e Siena. A 41 anni è tornato a giocare in Prima Categoria con il Catona, periferia nord di Reggio Calabria, e nella sua prima partita, il derby con il Gallina, è andato subito in gol. Senza esigere denaro, per pura voglia, nella periferia del calcio. Benzema, così per dire, ha solo 4 anni meno ma prende 100 milioni l’anno per giocare in un campionato di plastica, senza campi dai ciuffi disordinati e dalle zolle gelate e magari pure controvoglia. Facile scegliere per chi tifare tra i due. Non è il solo, è solo l’ultimo. Borja Valero detto il Sindaco, che ha giocato nel Real Madrid, si è regalato un paio di stagioni al Centro Storico Lebowski, in Promozione; “È come ritornare bambino – disse – Qui ti rispettano, dicono è un piacere giocare con te, anche se poi ti entrano duro sulle caviglie”; il Profeta Hernanes, Lazio, Juventus, Inter, Brasile, ha rinnovato con il Sale, provincia di Alessandria, in Prima Categoria, a trenta chilometri dalla tenuta vinicola che gestisce con la moglie: “Educo i più giovani a dare tutto. In una partita casalinga sbagliai apposta un rigore per evitare di giocare tutta la partita in difesa. Volevo che i ragazzi tirassero fuori la grinta, lo hanno fatto e abbiamo vinto”; Maicon, dieci anni dopo il Triplete, giocò 17 partite nel Sona, Serie D, in provincia di Verona, a 77 euro a match come prevede il tetto salariale della Lega Dilettanti, lui che era uno dei giocatori più pagati dell’inter. Suoi compagni di squadra: rappresentanti di birra, montatori di condizionatori, studenti universitari. E se Lele Adani ha chiuso la carriera con la Sammartinese, Seconda Categoria, Domenico Marocchino con la Valenzana, Interregionale e Francesco Flachi con la Praese, Promozione, Alessandro Matri, ex Juve e Milan, invece è stato respinto: era pronto a firmare per il Graffignana, Seconda Categoria, ma se sei iscritto come lui all’albo degli allenatori professionisti non puoi giocare. “Tornare con i miei amici d’infanzia sarebbe stato divertente – si è lamentato su Instagram – Non voglio polemizzare ma è un peccato che esista una norma del genere”. In effetti ci mancava il divieto di tornare bambini. Alla squadra del paese ci arrivano quasi sempre perché abitano lì, per fare un favore a un vecchio amico, perché “dimostri molto meno degli anni che hai”. E perché hai ancora voglia di vivere, come diceva Nick Hornby, tanto per restare nelle citazioni, “quei pomeriggi fangosi e meravigliosamente scimuniti” delle serie minori. C’è molto Borgorosso Football Club in queste resurrezioni di provincia, c’è tanto il presidente Benito Fornaciari, cioè Alberto Sordi, che regala alla squadra “vivo, vegeto e in carne e ossa” Omar Sivori pensionato e poco importa se El Cabezon si addormenta durante una trasferta sull’autocarro per il bestiame trasformato in pullman della squadra. Il sogno comunque giustifica il sonno. Anche a quei tempi succedeva. Giorgio Chinaglia, a 43 anni, si presentò al campo di Villa San Sebastiano, frazione di Tagliacozzo, 727 abitanti, dove aveva casa, per giocare, il derby abruzzese di Seconda Categoria contro la Scurcola Marsicana. Segnò due delle tre reti e portò a casa il derby. A Piavon, frazione di Oderzo, Gianfranco Zigoni giocò la sua ultima partita, a 44 anni: era la sfida salvezza con il Musile di Piave, ultima di campionato, Seconda Categoria. Fini 5-4, quattro gol li segnò lui. Meno bene andò a George Best, perché anche all’estero succede: all’ultima con il Tobermore United, il paesino non arrivava ai 600 abitanti, ne prese sette dal Ballymena e retrocesse sepolto di gol. Socrates a 50 anni, barba grigia e un inizio di pancetta, si fece, si fa per dire, ingaggiare dai dilettanti inglesi del Garforth Town per giocare gli ultimi dodici minuti della sfida con il Tedcaster Albion. Disse solo: “Qui fa troppo freddo, mi è venuto persino il mal di testa”. E non si fece vedere più. La compagnia degli antieroi non teme il jet lag, passare dal calcio delle occupazioni degli spazi e della gestione delle seconde palle a quello dei rigori mai benedetti dal Var e delle partite risolte da un tiro di puntone in mezzo a una mischia nel fango. E fosse solo quello. Renato Cappellini, centravanti della Grande Inter, qualche sbandamento, nel tornare alle origini, al Soncino, la squadra del suo paese, lo aveva avuto: “Confesso che esordire in un oratorio dopo tanti anni di professionismo mi ha fatto un certo effetto – si lasciò scappare – Mentre giocavamo sentivo distintamente la musica che arrivava dai juke box…” Il suo compagno di squadra e di ruolo Peirò fece di più. Torno' a giocare per la sua prima squadra, quella del sobborgo Pueblo Nuevo di Madrid, quarta categoria spagnola, da dove ere partito. Zero ingaggio, anzi, era lui a pagare 25 pesetas al mese per maglie, palloni, varie ed eventuali. I portieri però sono i migliori anche quando cambiano mondo. Marco Ballotta si è diviso tra Calcarà Samoggia, San Cesario e Castelletto non come portiere ma attaccante: 24 gol in Prima categoria a 45 anni suonati. Lamberto Boranga invece dopo aver giocato nel Bastardo, nell’Ammeto, e nel Papiano a 75 anni firmò per un paio di stagioni con la Marottese, squadra marchigiana di terza categoria. Come si giustificò? “Il calcio è la mia vita”. Ecco spiegato tutto: il lieto fine è non finire mai.
-
Thiago Motta, mister X della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Speriamo che basti il quinto posto per la Champions -
https://x.com/JuventuSenegal/status/1883270289653703096?t=E6R_BSRsRzg48Q_yHlHyEQ&s=19
- 1505 risposte
-
Se gli rubano lo scudetto Conte lo senti, lui non porge l'altra guancia
-
Thiago Motta, mister X della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
https://x.com/CalcioDatato/status/1883227541902885086?t=FHi_bv7G55kJJRBZzZPLoA&s=19 -
https://x.com/CalcioDatato/status/1883107557377733110?t=O7Zt5KYV8t2GWq5SwI0xog&s=19
- 1505 risposte
-
Dusan Vlahovic: altra stagione al di sotto delle aspettative
andrea ha risposto al topic di dal1982 in Juventus Forum
I gol che avrebbe dovuto segnare con le occasioni che ha avuto -
Il cambio di regolamento https://x.com/Fabio_Wallys/status/1882783364064653793?t=zrIVB5FMI-cbxU57cAsi_w&s=19
-
Dusan Vlahovic: altra stagione al di sotto delle aspettative
andrea ha risposto al topic di dal1982 in Juventus Forum
Gli xG tra gli Under 24 nei maggiori campionati europei -
Dusan Vlahovic: altra stagione al di sotto delle aspettative
andrea ha risposto al topic di dal1982 in Juventus Forum
https://x.com/DataMB_/status/1882791768850334165?t=vG_8C71Iwpo8hDyOWwO8HA&s=19 -
Kolo Muani, il nuovo attaccante francese della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Se questo è un bomber: 11 gol in 54 partite con il Psg -
La mia DEA «Ecco lo stile Atalanta parliamo chiaro ai giocatori Così è stato con De Ketelaere gli abbiamo detto: fidati di noi» Di Daniele Dallera Fabio Finazzi e Riccardo Nisoli · 24 gen 2025 Gasperini È arrivato a Bergamo grazie a Preziosi, le tensioni si superano perché ci vogliamo bene Koopmeiners Ha sbagliato, volevamo restasse. Poi ci ha detto che gli dispiaceva, ma questo non cambia nulla Le 800 partite Vorrei rivivere il 3-0 contro il Liverpool e poter rigiocare l’ultima contro il Napoli Il primo assegno, Antonio Percassi, 71 anni, non lo ha staccato ma lo ha ricevuto dall’Atalanta. Prima di diventarne due volte presidente e di raggiungere martedì sera in Champions, grazie alla goleada (5-0) con lo Sturm Graz vista Barcellona, l’invidiabile record di 800 partite e 350 vittorie, è stato, non ancora ventenne, a libro paga del club: arcigno difensore, tutta la trafila nelle giovanili, esordio in prima squadra. «Era un assegno di 700 mila lire. A me sembrava una cifra pazzesca. Presi il pullman per tornare da Bergamo a Clusone, in Val Seriana, dove sono nato. Ero terrorizzato dalla paura di perderlo. Arrivato a casa mia mamma mi gelò: “Cós’ét facc? L’ét robàt?” (cosa hai fatto? L’hai rubato?). Mi fece piangere. Era spaventata. Non parliamo dei miei fratelli, tipici muratori bergamaschi, sani e forti. Come, arriva qui il ragazzino, l’ultimo della famiglia, con tutti questi soldi? C’è qualcosa che non va…». Eh sì, ma il bello doveva ancora venire. Antonio racconta in Sala Albertini, al Corriere della Sera: ha accettato di ripercorrere, in un’intervista collettiva a tutto campo, questa incredibile storia che lo ha portato alla guida della holding Odissea, 12 mila dipendenti in tutto il mondo, e dell’Atalanta, arrivata a vincere e a farsi ammirare in tutta Europa. Al suo fianco il figlio Luca, amministratore delegato del club. Insieme formano un ticket unico, anche nella governance: socio di maggioranza americano, il gruppo di Stephen Pagliuca, e gestione in piena autonomia rimasta nelle mani dei Percassi. Con tanto di scintillante stadio all’inglese appena ristrutturato a km zero: «Ci hanno lavorato solo aziende bergamasche». Ormai Percassi vuol dire Atalanta, come Armani vuol dire moda: siete una griffe. Interviene Luca: «Tutto è cominciato quando fu ceduto al Cesena. Ha conosciuto Luciano Benetton e, giovanissimo, ha smesso di giocare. Se penso a dove è arrivato… Ha fatto cose straordinarie, papà: dove ora c’è Oriocenter, per dirne una, c’erano solo campi incolti». Antonio sorride divertito: «Siccome non ero un fuoriclasse e mi rompevo le scatole a fare il difensore, perché allora con certi avversari dovevi picchiare anche duramente, decisi di fare l’imprenditore. Benetton mi propose di aprire un negozio. Si chiamava Tomato, fu un successone. Anche perché regalai le magliette con la scritta Tomato a tutti i giocatori dell’Atalanta…». Il suo primo esperimento di marketing. Quanto l’esperienza del calciatore ha aiutato quella dell’imprenditore? «Tantissimo: nel settore giovanile c’erano persone che prima di tutto mi hanno educato, avviato alla vita. È lo stesso metodo che usiamo oggi con i ragazzi. Le famiglie che vengono da noi lo sanno e si fidano». Quindi esiste uno stile Atalanta? «Sì. E oggi Luca ne è il principale artefice». Bene Luca, allora ci dica cosa fa quando arriva un calciatore che non capisce lo stile Atalanta. «I principi sono quelli di Zingonia: rispetto e dedizione al lavoro. Vale prima di tutto per i ragazzi, anche se le dinamiche sono sempre più complesse: sono assediati dai procuratori fin da piccoli. Ma vale anche per la prima squadra». Ci faccia un esempio. «Ne faccio uno in positivo: Charles De Ketelaere. Ha avuto un impatto perfetto già dal primo giorno. È arrivato all’alba e fino alle 5 del pomeriggio ha avuto intorno una miriade di agenti e consulenti: ne abbiamo contati 13, una cosa mai vista. Lui stava zitto e ascoltava. Finché gli abbiamo detto: “Charles ti fidi di noi?”. “Sì”. “Allora firma se no non arriviamo mai in fondo”. E lui ha firmato. Ecco, noi abbiamo bisogno di ragazzi così». Con Koopmeiners però non è stato un gran finale… Antonio e Luca, quasi in coro: «Koop ha sbagliato proprio atteggiamento. Pensare che a inizio stagione avevamo l’ambizione di confermare tutti i top. E lui ha scansato perfino la finale di Supercoppa Uefa con il Real. Non c’era bisogno che arrivasse a tanto. Quando abbiamo incontrato la Juve è venuta a dirci che era dispiaciuto. Sì, però gliel’abbiamo detto chiaro: hai sbagliato! È anche un fatto di gratitudine». Gasperini è il miglior interprete dello stile Atalanta? Antonio: «Gli anni parlano per lui, ha battuto tutti i record». Stabiliamo una verità storica: fu veramente sull’orlo dell’esonero il primo anno? «Non era una situazione facile. Perse le prime 4 partite su 5. Aveva contro tutta la città e i tifosi. A un certo punto decisi di parlare alla squadra: “Non azzardatevi a pensare che mandiamo via lui. Lui è qui e continuerà a starci. Vedete di darci retta, altrimenti mandiamo via voi”. Guarda caso vinciamo la partita con il Crotone... E da lì inizia la risalita». Perfetto esempio di sliding doors… «Beh, anche il suo ingaggio fu un po’ particolare. Ci chiama Preziosi e insiste per vederci a cena. Lo portiamo da Vittorio e per tutta la sera non capiamo dove vuole andare a parare. Prima di congedarsi ci dice: ho un allenatore della Madonna da proporvi! Era Gasperini, ancora sotto contratto con il Genoa. Il dubbio ci venne: questo vuole tirarci un pacco. E Pozzo, a cose fatte, ci prendeva in giro: bell’amico Preziosi. Invece lo abbiamo dovuto ringraziare». Ha avuto proposte serie in questi anni? Luca: «La Roma ha avuto ambizioni importanti». E il Napoli? «Mah, è sembrata più un’operazione mediatica». Gasperini, calcisticamente parlando, è un genio, non ci piove. Ma non ha un carattere facile… Ci sono momenti faticosi? Antonio: «Ormai ci conosciamo. Sono situazioni che capitano in una famiglia. Ci vogliamo bene e le superiamo». Luca, sorridendo: «Sì, ma tu hai la fortuna di venire solo il giorno del pre-partita quando è tutto bello, tutto tranquillo…». Antonio, ridendo: «Già e la settimana magari è stata un po’ vivace…». Resterà ancora a lungo. Ma prima o poi dovrete affrontare il «dopo-gasperini». L’idea vi spaventa? Antonio: «No». E Luca chiosa: «In fondo un giorno, è inevitabile, ci sarà anche un dopo-Percassi». Lei è vicepresidente della Lega: com’è il clima? «Io penso che dovremmo puntare a stare più uniti e valorizzare il calcio italiano, secondo solo alla Premier. Tra l’altro possiamo contare sulle eccellenze del Paese più bello del mondo. Sapete che certe squadre, durante il sorteggio Uefa, sperano di venire a Bergamo perché offriamo il catering di Vittorio (tre stelle Michelin, ndr)? Quando è arrivato il Real Florentino Pérez ha detto ad Ancelotti: “Carletto, si mangia da Vittorio”. E lui: “Il miglior ristorante d’italia”. Si è creato una tale empatia con mio papà che Florentino gli ha tenuto la mano stretta tutto il tempo». Mercato di gennaio: se intervenite, in quale reparto? «In attacco, come chiede Gasperini. Ma deve valerne la pena». A fine stagione come farete a trattenere Lookman? «Faremo di tutto. Ma non deve restare controvoglia. In fondo abbiamo sostituito Zapata, Muriel, Gomez...». Presidente, la parola scudetto abbinata alla Dea si può pronunciare? «Io penso che porti pure un po’ sfortuna. Al massimo si può dire: speriamo che…». Certo che 800 partite sono tante: quale, a parte Dublino, vorrebbe rivivere e quale vorrebbe rigiocare? «Vorrei rivivere il 3-0 di Liverpool, una partita fantastica in uno stadio incredibile. Uscendo dal campo i tifosi avversari hanno applaudito a lungo i nostri ragazzi, vi rendete conto? Mi sono detto: ecco, questa è la vera essenza del calcio. La partita che vorrei rigiocare invece è molto recente: il 2-3 con il Napoli. Meritavamo almeno il pareggio. Ma certi errori si pagano… Proprio non mi è andata giù».
-
Preso il portoghese Ora assalto a Kelly e rispunta Todibo Domani il difensore del Chelsea farà le visite. Per Thiago un altro centrale: piacciono pure Christensen, Hancko e Danso di Matteo Nava · 24 gen 2025 Un tris infonde una certa fiducia, certo, ma è il poker quello che ti dà la vera spinta per puntare in alto, per essere ambizioso. Dopo Alberto Costa e Randal Kolo Muani - ieri ufficiale -, tra le dita del direttore tecnico ora c’è anche il jolly Renato Veiga, in arrivo dal Chelsea con un prestito secco da 4,5 milioni di euro (ingaggio compreso). Come auspicato in casa Juventus, nella giornata di ieri è andato a buon fine l’affondo decisivo per il terzino-centrale portoghese e nelle prossime ore il 21enne è atteso a Torino: se non ci saranno ritardi, le visite mediche saranno eseguite già prima di Napoli-Juventus di domani (ore 18) e a quel punto dal match successivo Thiago Motta avrà finalmente un uomo in più per dare fiato alla coppia composta da Federico Gatti e Pierre Kalulu. Ormai da settimane e settimane, i due sono costtretti agli straordinari visti i seri infortuni che hanno stroncato le stagioni di Gleison Bremer e Juan Cabal. La mano giusta Il poker, si diceva. Da stratega qual è, il d.t. Giuntoli è ben consapevole che il tempo è un fattore da utilizzare con furbizia e, dopo gli sprint per portare a Torino i primi tre innesti della sessione invernale di calciomercato, ora è il momento di concedersi un profondo respiro mentre si studia lo scenario. La quarta carta vincente che manca ai bianconeri è un altro difensore per ripristinare la necessaria profondità del reparto arretrato, ma con Costa, Kolo Muani e Veiga decade l’urgenza che ha caratterizzato queste prime tre settimane di 2025. Di fatto l’uomo mercato della Signora si prenderà il fine settimana per valutare i candidati alla quarta operazione, proseguirà nei sondaggi e nei contatti e poi la prossima settimana sceglierà su chi stringere. Il nome più caldo resta Lloyd Kelly, che tra tutti è peraltro quello per cui Giuntoli è andato più a fondo nei discorsi con il club che ne detiene il cartellino, il Newcastle. Al momento per il 26enne dei Magpies i bianconeri non possono andare oltre un prestito secco o con diritto di riscatto, ma anche per questa formula ci sono dettagli da definire e cifre da limare. Mentre restano illuminate le strade che portano a Kevin Danso del Lens e a Andreas Christensen del Barcellona, nelle scorse ore è tornato a circolare il nome di Jean-Clair Todibo, tormentone estivo prima dell’arrivo di Kalulu. Fino ad agosto il centrale francese ancora di proprietà del Nizza è stato a lungo corteggiato dai bianconeri fino alla scelta di accasarsi al West Ham United. Dopo cinque mesi la sua esperienza in Premier League non è però ancora davvero decollata - una sola titolarità tra dicembre e gennaio - e così Giuntoli resta vigile. Il gradimento per l’ex Barcellona non è svanito in metà stagione, ma in questo momento - ovviamente - sarebbe un’opzione percorribile esclusivamente in prestito. Da valutare però anche le sue condizioni fisiche, con il club inglese che oggi lo sottoporrà a esami strumentali per valutarne lo stiramento. Fattore C Ovviamente sulle strategie di mercato della Juventus continua ad aleggiare l’ombra del Manchester City, intenzionato a portare in Inghilterra Andrea Cambiaso per soddisfare le richieste di Josep “Pep” Guardiola. Anche per questo motivo è logico un momento di respiro prima del quarto colpo, perché un tesoro - ben più che tesoretto - per il terzino darebbe risorse nuove per il colpo previsto e per l’eventuale sostituto dell’azzurro. Dalla Premier League si parla di un’offerta da 65 milioni di euro e la Juventus valuta il suo jolly 80 milioni, ma qualsiasi sfumatura di aroma tra i due estremi avrebbe comunque l’intenso e seducente profumo delle abbondanti sterline d’oltremanica. A una settimana dal mese di febbraio la rivoluzione bianconera è ancora nel pieno della sua espressione, con i tifosi impazienti di vederne la sua forma definitiva e, ovviamente, anche i frutti. Che magari non abbiano il sapore dei pareggi: ma per questa missione, sabato, Motta dovrà fare a meno sia di Veiga che del famigerato quarto colpo.
-
https://x.com/JPeppp/status/1882715537563865326?t=aL2V6vO8RWaOTlDHZ0Rtvg&s=19
-
https://x.com/OlyFans_/status/1882354050651562102?t=pIhhRwHXyEbNzll7F5o1sA&s=19
-
Thiago Motta, mister X della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Annamo bene! https://x.com/CalcioDatato/status/1882384022619169052?t=g5Ff00S0H85gXwZBbbNZIw&s=19 -
UFFICIALE - Renato Veiga firma con la Juventus
andrea ha risposto al topic di wannabe in Juventus Forum
https://x.com/a_crosta/status/1881293712061546763?t=zeeaJm7tyrwCPB5f49hDiw&s=19 -
https://x.com/a_crosta/status/1881293712061546763?t=l6CoaoCF2tQQhWlygTn1DA&s=19
-
Solo Liverpool e Real possono fermare l'Inter
-
Giuntoli, doppia missione: Kelly e Veiga di Fabiana Della Valle INVIATA A BRUGES (BELGIO) · 22 gen 2025 Missione difensore, anzi due. Cristiano Giuntoli è impegnatissimo sul mercato in questi giorni, tanto che ha raggiunto la squadra a Bruges solo per la partita. L’obiettivo è portare a Torino due giocatori entro la fine della sessione. Le trattative proseguono serrate con l’Inghilterra per Lloyd Kelly del Newcastle e Renato Veiga del Chelsea. Giuntoli è stato a Londra per cercare di sbloccare la situazione, ci sono stati passi avanti per l’inglese ma manca l’accordo sulla cifra. Kelly ha il vantaggio di poter giocare sia terzino che centrale, il Newcastle ha aperto al prestito con diritto ma i bianconeri non vogliono superare una certa cifra. Chelsea su Douglas Si tratta anche con il Chelsea per il portoghese e nei discorsi è emerso il nome di Douglas Luiz, che gli inglesi vorrebbero in affitto mentre Giuntoli punta a monetizzare. Non è escluso che i difensori possano arrivare entrambi se per uno dei due si riuscirà a strappare un prestito. Resta in corsa Kevin Danso del Lens. Nel frattempo i bianconeri attendono che si sblocchi la questione Kolo Muani. «Credo che tutto si risolverà a breve - ha detto Giuntoli - stanno facendo gli ultimi documenti, domani al massimo dovremmo esserci». Poi sulle possibili cessioni di Vlahovic e Douglas Luiz: «Non vogliamo fare mercato in uscita, ma implementare la rosa. Per la difesa punteremo su ragazzi che potranno dare una grande ma no. Abbiamo cominciato un percorso, cambiando tanti giocatori, e siamo convinti di tornare competitivi a breve». Danilo al Flamengo Mancano ancora gli ultimi dettagli per la risoluzione contrattuale di Danilo. L’ex capitano, corteggiato dal Napoli, ha scelto la sua destinazione: dopo l’avventura in bianconero tornerà in Brasile per ragioni affettive (non voleva indossare un’altra maglia in Italia): in pole c’è il Flamengo anche se il Santos è in corsa.
-
Nico González, l'attaccante argentino della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Mi ha ricordato Pacione contro il Barcellona -
Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta
andrea ha risposto al topic di frankeffe in Juventus Forum
E' morto il noto critico d'arte Luca Beatrice https://x.com/mirkonicolino/status/1881742931629142508?t=32130YXNE3HHrKrzl-ZonA&s=19