Vai al contenuto

andrea

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    3788
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    1

Tutti i contenuti di andrea

  1. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/si-mette-malissimo-rsquo-inter-rsquo-atto-accusa-pm-contro-410078.htm
  2. https://x.com/JuventusFCBcn/status/1841592345445216605?t=xjhtAFCI64Pgyz3iGRV_MA&s=19
  3. https://x.com/MatthijsPog/status/1841613624185356589?t=byD24gJloxD8mDK4c_qSJA&s=19
  4. https://x.com/JuventuSenegal/status/1841587534209417246?t=6b4uSrPDLCITD8uCMKkS7A&s=19
  5. https://x.com/marcocento83761/status/1841597695418421308?t=BgOg0jZEMm0HE2ceioT5JQ&s=19
  6. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/zanetti-quot-rapporti-opachi-quot-boss-curva-interista-410031.htm
  7. Se non ci fossero stati anni di sottovalutazione, se non di insabbiamenti, forse non ci sarebbe scappati due morti
  8. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-piscitelli-mi-disse-io-sono-diabolik-risposi-quot-buonasera-410008.htm https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-quello-che-successo-curve-inter-milan-409993.htm
  9. Lo sapevamo, siamo onesti serve un esame di coscienza Ma San Siro non è il male Di Beppe Severgnini · 2 ott 2024 Smettiamo di chiamarli tifosi. Chi uccide non è un tifoso. Chi picchia, minaccia e ricatta non è un tifoso. Chi specula sulla passione di tanti ragazzi innamorati di una squadra non è un tifoso. È un delinquente, e alle sue colpe bisogna aggiungere questa: sporca un bellissimo romanzo popolare, capace di divertire e consolare tanta gente. Risse, pestaggi, estorsioni. Un omicidio, e non era il primo. Patti con i clan. Associazione per delinquere con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Diciannove arresti. Leggere le cronache del Corriere è impressionante, ma non sorprendente. Davvero non sapevamo che intorno al calcio, non solo a Milano, si muoveva questa melma? Certo che lo sapevamo. Ma era doloroso e lo abbiamo ripetutamente rimosso: è una specialità degli innamorati, in fondo. Ora, però, l’ultima illusione è caduta, a colpi di intercettazioni, immagini inequivocabili e capi di imputazione. Cosa dobbiamo fare? Rinunciare allo sport che amiamo e darla vinta ai delinquenti? Neanche per sogno. La risposta è l’onestà, e l’onestà passa da un esame di coscienza. Devono cominciare i tifosi di Inter e Milan: quelli veri, quelli per cui una squadra è sogni e ricordi, una comunità immaginata cui si resta fedeli per tutta la vita. Quante volte abbiamo considerato coreografico quello che era vietato, minaccioso e pericoloso? Abbiamo disciplinatamente tolto il tappo alla bottiglietta di acqua minerale entrando a San Siro (non sia mai che qualcuno la getti in campo!); e poi abbiamo visto, e magari applaudito, esplosioni paurose, fuochi accecanti, fumogeni che coprivano il campo. È accaduto anche al derby, pochi giorni fa. Quando lo storico capopopolo dell’inter — Vittorio Boiocchi, una lunga fedina penale — è stato assassinato sotto casa, due anni fa, i suoi luogotenenti hanno imposto agli spettatori di svuotare la curva Nord in segno di rispetto. Chi si è rifiutato è stato preso a sberle e a spintoni: davanti ai figli, magari. Era così difficile capire che lo stadio era diventato qualcos’altro? Un quartiere fuorilegge nel cielo di Milano. Non poteva restare appeso lassù. Un esame di coscienza devono farlo Inter e Milan. Intimorite, minacciate, ricattate: certo. Le conseguenze delle azioni dei tifosi durante le partite, per la norma della responsabilità oggettiva, ricadono sulle società. E il sostegno delle curve si sente, in campo: guai se manca. I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Paolo Storari e Sara Ombra, parlano di «atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza». Provo a tradurre: le società conoscevano il mostro, e hanno cercato di blandirlo. Ma i mostri si sfidano, blandirli non serve. La comprensione, per certa gente, è debolezza. Il compromesso, un’occasione per chiedere di nuovo e di più. Un esame di coscienza deve farlo la città di Milano. Le cellule malate del calcio arrivano dovunque. Ci sono bar, ristoranti e locali dove l’incrocio fra musicisti strafottenti e strafatti, sottobosco modaiolo, calcio e muscoli attira i deboli e li brucia. Prendersi certi personaggi come guardie del corpo (vero Fedez?), o posare insieme nelle fotografie (vero ministro Salvini?) significa normalizzare ciò che normale non è. Di questa finzione qualcuno è pronto ad approfittare: chiedendo comprensione quando c’è poco da comprendere; ridendo quando non c’è nulla da ridere. I delinquenti restano delinquenti anche se si ammantano del fascino popolare dello sport. Anzi, meritano più disprezzo: perché imbrogliano. Un esame di coscienza, serio e approfondito, deve farlo lo Stato italiano: le autorità sanno tutto, da anni, eppure hanno lasciato correre. Lo spiegamento di forze davanti agli stadi è un placebo e un’umiliazione collettiva: come se non avessero altro da fare, quei ragazzi e quelle ragazze in divisa. Le norme e le procedure sono inadeguate: fermi e daspo, per certa gente, sono onorificenze. Il sospetto è che tutti i governi, senza poterlo dire, pensassero: chiudiamo il problema nel catino di uno stadio, è il male minore. Errore madornale. Il male tracima, sempre. Quello che è accaduto potrebbe segnare una svolta? È possibile. A Milano — la storia lo ha dimostrato ripetutamente — partono le rivoluzioni italiane. Speriamo accada anche oggi. Perché San Siro non è il male, e il male non è concentrato a San Siro: violenza e malaffare volteggiano intorno a tutte le squadre in tutte le grandi città. Il governo di destra non verrà accusato d’autoritarismo, se prova a estirpare la criminalità dal calcio: gli elettori sono emotivi, ma non sono stupidi. Gli stadi potrebbero tornare a essere luoghi di festa e non covi di malavita: in Inghilterra ci sono riusciti, gli strumenti ci sono. Basta usare la tecnologia, introdurre poche norme intelligenti, applicarle e non girarsi dall’altra parte. Ogni tifoso vero, ogni dirigente serio, ogni tecnico perbene e ogni giocatore onesto non aspetta altro.
  10. https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/si-mette-male-rsquo-inter-ldquo-club-nerazzurro-incapace-409949.htm
  11. Immagino quelli di Oaktree chiedersi:"What's 'ndrangheta?"
  12. https://x.com/Laudantes/status/1841146184888381825?t=JtOlM7fxkQ3QfN4jouJNCQ&s=19
  13. https://x.com/GJustjuve/status/1841091399896186902?t=ypTAbacM7F7d1F4mptBsFA&s=19
  14. andrea

    Champions League 2024/25

    https://x.com/RidTheRock/status/1841216761905230095?t=_-EQbFYQgt2tmx6mXefq2g&s=19
  15. andrea

    Champions League 2024/25

    È penultimo nel campionato svizzero, beato chi se l'è preso nel sorteggio
  16. Le minacce a mio figlio, il rischio dei bulli (anche) nel calcio Di Aldo Serena · 1 ott 2024 Il mattino della domenica è luminoso e il prato del campo di periferia di un verde acceso. La brace è già pronta per il raduno culinario fra genitori e ragazzi della squadra allievi (quindici e sedici anni) per il post partita. Gli avversari sono tosti, smaliziati, giocano anche con espedienti quasi da professionisti. Io sono lì, in tribuna e penso: dai ragazzi, forza, un po’ di energia, di vigore! In area mio figlio quindicenne battibecca con il suo marcatore, un po’ troppo affettuoso. Viene spinto e poi gli sputano in faccia (i suoi compagni diranno che in precedenza mia moglie era stata oggetto di aggettivi non riportabili). Lui cade nel tranello e reagisce tirando un pugno. Hai sbagliato a reagire così, gli avrei detto nel dopo gara: «Stavano arrivando ad accerchiarmi», la sua risposta. In quattro lo assalgono, trattenendolo per le spalle con dinamiche consolidate e non improvvisate. Riesce a divincolarsi da solo, mentre l’arbitro (un coetaneo) lo espelle insieme a un solo avversario. Dopo la partita, qualche genitore o sostenitore dell’altra squadra nell’avvicinarsi si scusa per quello che ha visto in campo. I ragazzi invece, quando escono dagli spogliatoi fumando, con fare arrogante continuano a provocare anche noi adulti. Il padre del «capetto» (espulso anche lui nel secondo tempo) ferma il figlio, per convincerlo a chiedere scusa, ottenendo come risposta soltanto una minaccia: voglio l’indirizzo di quello lì, così poi lo andiamo a cercare. Lo sproloquio è continuato anche davanti agli allenatori. In sintesi: chi si mette contro di noi, la paga. Ho avuto un sentimento misto fra la malinconia e la pena per quel genitore gentile e pacato che cercava di convincere suo figlio a chiedere scusa. Lo guardavo e mi dicevo che aveva perso la sua partita. Io tanto tempo fa ho avuto una conversione, ho razionalmente voluto essere diverso, ma a volte il nocciolo duro si fa ancora sentire. Sono stato sul punto di chiedere a quel papà se volesse dargliela lui o gliela dovevo dare io una bella sberla. Forse avessi risposto al primo impulso, avrei fatto una cortesia a entrambi, ma sono cambiato e la mia parte zen mi ha aiutato. Nel nostro calcio, già pieno di problemi, ora c’è il rischio che si insinuino quei gruppi di bulli, il famoso branco che spesso terrorizza le serate degli adolescenti con furti, violenze o estorsioni. Penso che allenatori, dirigenti, genitori del calcio giovanile e dilettantistico (quello più vulnerabile) devono stare in allerta: cerchiamo di capire in tempo quando si sviluppano dinamiche come questa, e fermiamo questa deriva, prima che sia troppo tardi.
  17. https://x.com/Fabio_Wallys/status/1841124753882358268?t=hJz7WtChzNRDH0dTfw7TNw&s=19
  18. https://x.com/Avv_Bianco_Nero/status/1841001317961023802?t=Km3GcnHtvb-stc8utaACyg&s=19
  19. Marotta dice di essere tranquillo https://x.com/TuttoMercatoWeb/status/1841077351158812744?t=D3A_xy-8go6T2xNYF0Jx2g&s=19
  20. https://x.com/DataMB_/status/1840430039705264481?t=ppmz7uyRU5IXB8Fy4Jy-Bw&s=19
×
×
  • Crea Nuovo...