Vai al contenuto

ClaudioGentile

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    40693
  • Iscritto

  • Days Won

    1

Tutti i contenuti di ClaudioGentile

  1. Infatti, si deve svegliare e poi si deve decidere ad impiegare giocatori tipo Coman piu' spesso ma non all'88esimo pero'
  2. Al momento segnali che vanno in questa direzione qua non si vedono
  3. Esatto e da cio' che ho letto specie dai milanisti, questa di accontentarsi quando c'e' la possibilita' di staccare la diretta concorrente, e' una caratteristica tipica di Allegri
  4. La cosa che piu' mi fa incatzare della partita di oggi e' stato il nostro schieramento in campo, praticamente c'era un solco enorme tra difesa ed attacco. Ci mancava il ruolo di raccordo che fa Tevez ed Allegri non ha posto rimedio, inoltre il nostro modo di difendere nel secondo tempo anche e' stato ridicolo: praticamente li aspettavamo all'altezza della nostra area di rigore e li invitavamo a tirare da lontano, infatti brienza non si e' fatto pregare e alla seconda occasione ha segnato
  5. Se si considerano tutte queste occasioni che stiamo cominciando a mancare, cosi' sembra finora. Mi sa proprio che il punto debole di Allegri sara' il fatto che sembra che abbbia paura di motivare a dovere la squadra...
  6. Secondo me prima che ai rigori l'abbiamo persa una volta in vantaggio e per ben due volte. Cioe' non abbiamo mai giocato per chiudere la partita per difenderci
  7. Mi potete dire se il Llorente fosse netto? Se Lichtsteiner che ha cercato di togliere la mano per non fare rigore ci e' riuscito alla fine? E se il braccio di Ogbonna su Rodrigues, mi sembra, fosse regolare? Grazie
  8. Le mani di Infront sul calcio italiano: storia e attualità 14/02/2015 Questa è la storia di una società nata agli inizi degli anni '90, denominata "Media Partners Digital S.r.l.", fondata dai manager di area Fininvest, Marco Bogarelli, Andrea Locatelli, cui qualche anno dopo si aggiungerà un certo Giuseppe Ciocchetti. Società che si occupa di acquisto e gestione eventi sportivi, di vendita diritti televisivi di detti eventi e così via. In altri termini, una società creata appositamente per aggirare, da parte di Fininvest, i limiti antitrust, in materia di acquisizione di diritti televisivi di eventi sportivi. Ed invero "Media Partners Digital S.r.l.", diventa ben presto una società nella quale sbarcano persone d'area Mediaset, o d'area Milan, per gestire al meglio l'attività. La svolta avviene nel 2006, quando la società venne acquisita per incorporazione da una multinazionale di gestione eventi sportivi e diritti televisivi, denominata "Infront Sports & Media", presieduta da un soggetto il cui cognome vi ricorderà qualcosa, Philippe Blatter; vi sono anche altri nomi di rilievo, tra cui l'ex calciatore tedesco Günter Netzer, e naturalmente, nella società incorporante entra a far parte del C.d.A. il già citato Marco Bogarelli (tra parentesi fondatore del canale tematico "Milan Channel", tra le altre cose, e da sempre in ottimi rapporti anche lavorativi con Adriano Galliani). La società incorporata cambia denominazione e diventa "InfrontItaly S.r.l.", ed ha come scopo sociale, "la produzione, l'acquisto e la cessione di programmi televisivi in Italia e all'estero, l'acquisto, la vendita in Italia e all'estero dei diritti per lo sfruttamento commerciale e per la trasmissione radiotelevisiva di eventi sportivi, artistici e dello spettacolo, acquisto e vendita di diritti pubblicitari, sponsorizzazione, gestione di budget pubblicitari, acquisto e vendita di spazi pubblicitari". Uno straordinario business, con giro di denaro notevole, come potete rendervi conto. Bene, questa società, proprio dal 2006, e cioè quando ancora Adriano Galliani era presidente di Lega Serie A, ha ottenuto di essere "Advisor" (brutto neologismo, per coprire il più semplice significato di "consulente - mediatore per vendita di beni e servizi") della Lega Calcio per la commercializzazione di tutti i diritti media nazionali ed internazionali dei campionati italiani di calcio di Serie A e B, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Campionato Italiano Primavera: in altri termini ha nelle proprie mani la gestione di tutto il calcio nazionale sotto il profilo della vendita degli eventi e dei diritti televisivi. Questo ruolo di "Advisor", è stato rinnovato successivamente, nel 2009, grazie al voto determinante di Matarrese, Cellino e Lotito e il voto contrario della Juventus, del Torino e dell'Atalanta: solo che con questo secondo "mandato" il potere di InfrontItaly è diventato ancora più immanente sul calcio, dato che da semplice attività di mediazione lautamente retribuita si è passati ad una gestione sostanzialmente diretta del business "diritti tv" del calcio (leggi qui). Facciamo un piccolo passo indietro. Sul sito di InfrontItaly, all'epoca, si poteva leggere che "InfrontItaly gestisce i diritti marketing e advertising del Club più titolato al Mondo, l'AC Milan oltre a quelli di SS Lazio, Genoa CFC, US Città di Palermo e Cagliari Calcio... Fiore all'occhiello delle sue attività sono il ruolo di Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, nonché la gestione marketing e sponsoring di A.C. Milan, S.S. Lazio, U.S. Città di Palermo, Cagliari Calcio e Genoa CF". Successivamente altre squadre hanno stipulato rapporti commerciali con InfrontItaly, compreso quel Napoli di Aurelio De Laurentiis, originariamente ostile all'affidamento a questa società del ruolo di Advisor per la gestione dei diritti tv del calcio, e probabilmente sarà stato solo un caso che, coevamente alla stipula di questo rapporto commerciale, De Laurentiis abbandonò la cordata Abodi per la presidenza di Lega Serie A appoggiando la riconferma di Beretta. Ma tornando ad InfrontItaly, come abbiamo visto, è dunque società che gestisce i diritti marketing e advertising delle società calcistiche sue clienti, oltre ad essere Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, ma non sono solo queste le sue attività. Sempre sul sito di InfrontItaly (link) potrete leggere che: "InfrontItaly è in grado di offrire alle aziende clienti servizi tecnici di altissima tecnologia: ha creato uno dei più importanti centri italiani indipendenti per la produzione televisiva, con strutture di produzione e postproduzione TV, per la trasmissione dei segnali e i collegamenti satellitari da tutto il mondo." InfrontItaly in sostanza, opera in questo modo: tratta la vendita alle emittenti televisive dei diritti a trasmettere le partite di campionato, gli highlights, le conferenze stampa dopopartita, le interviste e via di seguito; ma al contempo offre alle società acquirenti le cosiddette "infrastrutture per realizzare il prodotto televisivo, ossia i cosiddetti centri di produzione e post produzione TV (ossia la distribuzione delle immagini realizzate), quindi attrezzature, impianti, regie televisive, e così via. Ne consegue dunque, che InfrontItaly, dalla gestione dei diritti televisivi, ci guadagna due volte, la prima nel suo ruolo di "advisor", ossia soggetto mediatore per la vendita, la seconda nel ruolo di produttore, per conto delle società calcistiche e/o delle emittenti televisive, delle immagini, e dunque di vero soggetto organizzatore delle strutture e delle attrezzature necessarie. Cosa che naturalmente si scontra, tra l'altro, con il fatto che la Juventus, essendo proprietaria dello stadio in cui gioca, ha pure realizzato un suo autonomo centro di produzione e post produzione TV che gestisce in proprio e sul quale InfrontItaly non può mettere le mani, anche se, da quanto risulta, ci ha anche provato: del resto avere tra le proprie strutture controllate anche il centro produzione e post produzione TV della squadra con il maggior numero di tifosi in Italia è un affarone sul piano economico, per cui non poter "entrare" nello Juventus Stadium come azienda che cura questa attività è un evidente "danno economico" per InfrontItaly. Il resto è cronaca di questi giorni. A chi scrive, rimane il rammarico che queste vicende erano chiare da anni, eppure pochi giornalisti hanno voluto vederci chiaro e, impegnati come erano a cercare le sim di Moggi o le griglie di Bergamo, hanno discusso di pagliuzze quando i mega affari che di fatto hanno condizionato il calcio italiano erano palesi e neppure tanto difficile era intuirne la portata. E adesso arriva pure la notizia dell'acquisto da parte di un gruppo cinese - Dalian Wanda - del gruppo Infront Sports, da cui dipende InfrontItaly, con la conferma tuttavia di Bogarelli nel suo ruolo, il tutto ad una cifra non proprio di mercato, direi inferiore, cosa che non dovrebbe destare sospetti, se non fosse che contestualmente lo stesso Bogarelli ci informa che Dalian Wanda ha interesse nella costruzione del nuovo stadio del Milan e ad entrare come socio di minoranza nell'A.C. Milan. Come dire, l'attacco di Galliani dopo Juventus-Milan appare maliziosamente come un segnale per far partire un'operazione economica garantendo dei risultati immediati: togliere ai "broadcaster", ossia alle emittenti che materialmente trasmettono le partite (nel nostro caso Sky, ma anche Mediaset) le regie degli eventi, ed affidarle a regie indipendenti e, quindi, affidare ai neo entrati Dalian Wanda questo lucroso affare fin da subito. Sarà questa la vera battaglia che si dovrà combattere negli anni a venire: impedire che qualcuno metta totalmente mano in maniera monopolistica sul calcio italiano, cosa nella quale si sta riuscendo grazie anche a quella formidabile arma di distrazione di massa, nel calcio, che è quella di sguinzagliare opinionisti vari a creare polemiche ad arte che distraggano dall'attenzione di questi strani ma inquietanti affari. Tanto parlare di Juventus che ruba, che vince per gli arbitri, è argomento efficace per il popolino credulone... http://www.juventibus.com/content/le-mani-di-infront-sul-calcio-italiano-storia-e-attualita.html
  9. Lo spero pure io, ma Allegri fara' giocare Llorente
  10. Prepariamoci con la partita con il cesena per le polemiche a go-go contro di noi. Dovranno "coprire" lo scandalo Lotito, Tavecchio, Macalli e tutte le istituzioni del calcio che conta.
  11. Prepariamoci con la partita con il cesena per le polemiche a go-go contro di noi. Dovranno "coprire" lo scandalo Lotito, Tavecchio, Macalli e tutte le istituzioni del calcio che conta.
  12. Prepariamoci con la partita con il cesena per le polemiche a go-go contro di noi. Dovranno "coprire" lo scandalo Lotito, Tavecchio, Macalli e tutte le istituzioni del calcio che conta.
  13. Delinquentis e la sua banda (Bigon in questo caso) chiagne e fotte come al solito.
  14. Immagina se ci fosse Moggi al posto di Lotito, ora. Ladri, mafiosi, etc etc. Ora che non c'e' la Juve coinvolta, anzi la Juve aveva gia' cercato di denunciare questo sistema schierandosi contro Lotito, Tavecchio e Macalli, scrivono che e' "la sconfitta di tutti". Anche quando non siamo coinvolti direttamente, alla fine con le cose negative centriamo sempre. Ma dire, Andrea Agnelli e la Juventus si erano opposti a questo sistema, proprio no eh? E che catzo
  15. Farsopoli di E. LOFFREDO del 12/02/2015 15.06.01 De Cillis è importante perché... Molti tifosi juventini ancora non comprendono appieno il peso specifico che ha avuto il "segmento De Cillis" nell'inchiesta calciopoli e perché sarebbe importante chiarire chi ce lo ha tirato dentro. Premessa: Moggi non ha mai negato di aver fatto uso di schede straniere. Il motivo era nelle esigenze di difesa dallo spionaggio industriale (si era infatti accorto che sui suoi obiettivi di mercato piombavano con sospetta tempestività i dirigenti di un'altra società italiana che guarda caso era strettamente legata al principale operatore telefonico nazionale). Moggi dunque compra le sim svizzere, le usa, ne regala una o due in una pubblica occasione (alla faccia della segretezza di un patto criminoso!) e provvede alle relative ricariche. Una sera Paolo Bergamo chiama il dg bianconero da casa sua su una di quelle utenze e le sim straniere entrano nell'inchiesta. I carabinieri dai tabulati di quella scheda risalgono ad altre che risultano attive in Italia. Fatto strano però è che gli inquirenti non riescono a risalire con certezza al o agli intestatari. Bisognerebbe attivare una semplice procedura di rogatoria internazionale per chiedere all'operatore svizzero di chi sono quelle schede, ma non viene fatto. Si preferisce cominciare ad attribuire presumibilmente le utenze e lavorare con carta e penna (metodo Di Laroni). A scandalo ormai scoppiato, nella ridente cittadina di Como (che per caso è la stessa località ove risiedeva Giacinto Facchetti e nella quale si erano consumati gli incontri tra il dirigente nerazzurro e l'arbitro in attività Danilo Nucini) un ristoratore racconta a un ufficiale dei Carabinieri che forse quelle sim le ha vendute suo fratello Teodosio che ha un negozio a Chiasso, in Svizzera. I carabinieri di Roma vengono informati e si recano a Como per sentire Teodosio De Cillis. Nell'incontro il rivenditore non esibisce documentazione. A questo punto la storia si ingarbuglia un po' e il racconto di De Cillis diverge da quello degli inquirenti di via In Selci. Secondo il negoziante l'elenco delle sim viene fornito via fax qualche giorno dopo. Contenuti di questo elenco su cui ritorneremo. Questa è l'escussione del teste De Cillis durante il rito ordinario del primo grado del processo di Napoli: Prioreschi: «Sono mai venuti a trovarla in Svizzera i carabinieri di Roma?» De Cillis: «No». Prioreschi: « Sicuro?» De Cillis: «Sì» Prioreschi: «Neanche il 7 giugno 2005 dopo l’esame sono venuti a Chiasso con lei?» De Cillis: «No» Prioreschi: «Tornando alle schede Ring…» De Cillis interrompe. «Quelle è una cosa molto difficile da ricostruire» Prioreschi: «Lei ha fornito un elenco delle schede Ring ai carabinieri?» De Cillis: «No» Prioreschi: «Cioè, lei non ha fornito un elenco di 385 sim Ring ai carabinieri?!» De Cillis: «No, no» Prioreschi: «Sicuro?» De Cillis: «Sì» Prioreschi: «Non sono venuti da lei i carabinieri a prendere questo elenco? Ci pensi bene…» Il testimone resta per qualche istante in silenzio, solo dopo che l’avvocato ricorda un’informativa dai carabinieri che riporta quell’elenco, il teste ipotizza che forse ha mandato un fax con l’elenco. Prioreschi: «Senta, dall’Italia venivano altre persone a comprare schede svizzere da lei?» De Cillis: «Vengono, vengono continuamente» Prioreschi: «Anche magari calciatori, personaggi famosi, attori…» De Cillis: «Io ho tanti, tanti clienti calciatori» Prioreschi: «Eh! Magari se ci dice» De Cillis: «schede a calciatori non ne ho mai vendute. Ho venduto telefonini» Prioreschi: «Quante schede Sun Rise vende all’anno?» De Cillis: «tra tutti i gestori svizzeri, una cinquantina alla settimana» Prioreschi: «Tremila l’anno. E di tutte le tremila, lei appunta regolarmente a chi le vende?» De Cillis: «No» Prioreschi: «Solo di queste?» Interviene il Presidente Casoria: «Avvocato tutte queste domande non sono pertinenti. Usare le schede svizzere di per sé non è reato. Nessuno dice che se uno usa una scheda svizzera commette reato». (Link) Secondo il maresciallo Nardone al termine del colloquio comasco insieme alla persona informata dei fatti (De Cillis) si mettono in macchina per andare in terra svizzera a prendere l'elenco. Questo l'esame del carabiniere nello stesso processo: Nardone: «Vennero fotocopiate.... mi scusi, faxate se non sbaglio. Perché noi andammo a sentire il De Cillis diciamo dopo un po' che era successo. Che ormai tutti i giornali parlavano di questa cosa perché il comandate provinciale del reparto operativo di Como chiamò i miei comandati e disse che c'era una persona che sapeva da dove venivano quelle schede di cui si parlava ma che ancora non erano state, diciamo, non era stato spiegato bene che cosa... quindi noi andammo a Como a fare questo servizio, a sentire sia il fratello del proprietario... perché mi sembra che questo qui era un ristoratore e avesse un ristorante sul Lago di Como dove il comandante provinciale andava a mangiare e quindi quando c'è stata questa cosa in TV, lui parlò col comandante provinciale e disse: “guardi mi sa che è mio fratello quello che ha venduto queste schede” e quindi noi da Roma siamo andati subito su a Como. Io e Della Ratta.» [...] Prioreschi: «Senta Maresciallo, nell'informativa del 19/04/2005, con riferimento alle sim svizzere, quelle Sunrise per intenderci, si da atto che viene svolta un'attività di indagine tramite gli uffici collegati svizzeri. Ora, lei è in grado di dire quale attività di indagine è stata svolta in Svizzera; se è stata svolta in Svizzera? Lei sa se e chi della polizia svizzera è stata contattata per cercare di individuare...» Nardone: «Non lo so» Prioreschi: «Senta, un'altra cosa. L'elenco delle sim svizzere che De Cillis Teodosio questa volta vi fornisce, come è stato acquisito?» Nardone: «Noi l'abbiamo sentito al comando provinciale di Como, che lui fu invitato dal comandante provinciale a venite lì al comando provinciale di...» Prioreschi: «Ho capito, ma dopo, voglio dire, questo elenco, lei ha svolto attività... Indagini in Svizzera ad esempio?» Nardone: «Diciamo che siamo arrivati lì, abbiamo sentito il De Cillis e lui ci ha detto che era lui che aveva venduto queste schede e poi con la macchina del De Cillis siamo andati al suo negozio, abbiamo acquisito la documentazione che ci serviva e poi però sul verbale abbiamo scritto che...» Prioreschi: «Non ho capito bene, siete andati nel suo negozio in Svizzera? Ad acquisire la documentazione relativa alle schede svizzere?» Nardone: «Si» Prioreschi: «Ah... quindi ai primi nove...» Nardone: «Che lui diceva che “erano 7 o 8 intestate a mio padre”, alla fine abbiamo dovuto controllare perchè...» Prioreschi: «Quindi siete andati con la macchina di De Cillis a c.so San Gottardo 27, Chiasso, cioè Svizzera» Nardone: «Si» Prioreschi: «Nel suo negozio. Quindi lui che ha fatto? Ha preso tutta la documentazione relativa...» Nardone: «L'abbiamo presa noi, abbiamo controllato e poi l'abbiamo acquisita.» Prioreschi: «Quindi avete acquisito i numeri delle sim» Nardone: «Delle sim, sì» (Link) È evidente che qualcuno non dice la verità. Allo stesso modo è pacifico che nessuna richiesta di rogatoria internazionale è stata presentata agli organi svizzeri. Torniamo ora sul contenuto dell'elenco. A precisa domanda dell'avvocato Prioreschi De Cillis ammette di vendere circa cinquanta schede a settimana (tra le duemilacinquecento e le tremila all'anno), ma fatto curioso ai carabinieri fornisce un elenco da sé stesso dattiloscritto in cui figurano appena nove utenze. Perché solo nove? E perché proprio quelle nove? C'è di più, rispondendo con reticenza all'avvocato Messeri De Cillis ammette che il suo negozio era frequentato tra gli altri dal fratello di Moratti e da Marco Branca (anche questa parte è nella deposizione De Cillis), che lavora per la medesima società di Facchetti, il quale viveva nella stessa città dove il fratello di De Cillis ha un ristorante e ha imbeccato i carabinieri. Chissà che proprio in quel ristorante non abbiano consumato uno dei loro caffè Nucini e Facchetti. A pensarci bene, uno dei dossier illegali confezionati su Moggi e gli arbitri era intitolato proprio "Como". Quando si dice il caso. Ma non è tutto. Qualche mese fa Nicola Penta ha diffuso l'elenco fornito da De Cillis ai carabinieri, che pare il repertato col numero 223. Quel foglio non pare faxato, non riporta infatti le caratteristiche righe di intestazione che avrebbe un fax ricevuto dai carabinieri. Si può ipotizzare quindi che sia stato consegnato brevi manu, e questo getta più di un'ombra sull'acquisizione di quel documento. A essere maliziosi poi, si potrebbe pensare che l'elenco non sia stato scritto in piena autonomia dal De Cillis, che addirittura potrebbe essersi limitato ad apporre il timbro e la firma. Ma la malizia in questi casi è un brutto peccato, chiedo venia. Tutto questo riguarda solo le sim svizzere, visto che per le schede di un operatore del Lichtenstein non ci sono discordanze nel racconto circa la trasmissione via fax dell'elenco. Processualmente la storia delle sim straniere è alquanto rabberciata sia nell'acquisizione, che nell'attribuzione. Su quest'ultimo aspetto basterebbe ricordare solo il “metodo Di Laroni” fatto di carta, penna e olio di gomito invece dei programmi certificati forensi; l'acquisizione invece pare essere davvero forzata, sembra che quell'elenco di sim straniere debba entrare nell'inchiesta per una misteriosa forza del destino (chiamiamola così) e che vi debba entrare a quel punto, quasi che non si possa aspettare i tempi per esperire una rogatoria internazionale... Eppure con una rogatoria (e forse anche senza) si potrebbero intercettare quelle sim e avere la scena del crimine. Ma si preferisce diversamente. Su questo punto però aleggiano le parole del carabiniere pentito del nucleo di via In Selci che ha confidato che le sim furono effettivamente intercettate ma che rimasero mute. È la stessa storia del filmato e dell'audio dell'incontro (in luogo pubblico e aperto al pubblico) di Villa La Massa tra i Della Valle e i designatori. E pare la stessa storia del video dei sorteggi arbitrali, video sparito e sostituito con foto con un ordine temporale invertito. Fare chiarezza sulla presunta falsa testimonianza di De Cillis significa chiarire la questione dell'acquisizione delle sim e su come in effetti si sia formata quella prova (architrave molto poco solida). Altrimenti potranno continuare a circolare anche quelle ipotesi che vogliono che le sim attribuite agli arbitri siano state acquisite (tramite gente di Como?) da dirigenti di altre squadre e affidate a persone che in una stretta marcatura a uomo seguivano le giacchette nere per far agganciare le schede alle celle delle zone dove si trovavano i direttori di gara.
  16. Infront, quel centro di potere che ora dà l'assalto alla Nazionale È la società di consulenza che ha fatto sua la serie A. Presentata da Matarrese nel 2008, in sei anni ha preso il controllo di marchi, stadi e intere squadre. Soprattutto grazie a Lotito, Galliani e adesso anche a Thohir ROMA - Per capire le cose, come sempre, è bene partire dai soldi. Sui 2,3 miliardi di euro di entrate delle 20 squadre del massimo campionato, circa 1,1 miliardi (987 milioni dai diritti tve 150 da diritti di marketing e sponsorship) arrivano attraverso Infront. Tanto. Ancor più se si calcola che il giro d' affari del campionato comprende 417 milioni di plusvalenze. Al netto di questa voce, ogni 100 euro che entrano nelle tasche dei club, 60 arrivano da Bogarelli & C. L'advisor della Lega - che ha chiuso il 2013 con 11 milioni di profitti, più di tutte le squadre della A - gestisce pure marketing e pubblicità di Inter, Milan, Udinese, Genoa, Sampdoria, Lazio, Palermo e Cagliari. E chi ha in mano il rubinetto di questa liquidità - visto che il football tricolore è in rosso per 202 milioni - ha in pugno la sopravvivenza stessa del pallone. I BURATTINAI - Il rapporto di dipendenza economica, funzionale e politica tra i clienti (i presidenti dei club) e chi garantisce loro l'ossigeno dei diritti tv sarebbe fisiologico e legittimo. Meno fisiologico, è il ruolo che il sistema che ruota attorno a Bogarelli - forte del suo strapotere economico sul pianeta calcio - ha finito per ricoprire all'interno del pallone. Il denaro, in questo caso, è lo strumento. Ma il vero collante, in Italia accade spesso, sono le relazioni. I grandi burattinai della Serie A le hanno costruite dal nulla: quando nel 2008 Antonio Matarrese si è presentato in Lega calcio con la cartellina "Infront" sottobraccio, erano in pochi a pensare che quella società avrebbe potuto vincere la gara per diventare advisor della Confindustria del calcio. Pochi ma buoni, evidentemente. Il fratello dell'ex numero uno del Bari si è alleato a Claudio Lotito, patron della Lazio e Massimo Cellino, presidente del Cagliari (che da Infront avrebbe incassato una penale da 10 milioni per rescissione contratto appena prima della cessione della squadra). Insieme hanno iniziato a tessere la tela del consenso portando dalla loro parte la serie B e un altro po' di pesci piccoli. I grandi club, come al solito, sono rimasti a guardare, distratti da chissà cosa. Roma e Juventus sono rimaste all'opposizione. Galliani - l'unico che Infront la conosceva bene, vedremo poi perché - non si è esposto troppo. Ha lasciato lavorare Lotito, ammiccato alla Juve, tenuto i piedi in tutte le scarpe pronto a festeggiare. E poi ha festeggiato. L'ASSIST PER ARCORE - Infront è diventata così advisor della Lega. E il cerchio magico di alleanze consolidato in quell'occasione - Bogarelli, Lotito, Cellino e, di sponda, Galliani - ha iniziato da allora a tirare le fila di ogni decisione importante del calcio tricolore. Ultima in ordine di tempo, il ribaltone dell'asta per i diritti tv della Serie A, dove Sky, malgrado un'offerta nettamente superiore a quella di Mediaset, è stata costretta a venire a patti con il sistema. Accettando il compromesso - regista, ovviamente Infront - che ha rimesso in gioco il Biscione: Bogarelli ha convinto la Lega - non è stato difficile viste le relazioni - ad accettare meno soldi pur di tenere vivo il mercato televisivo garantendosi due concorrenti, riaprendo così le porte ad Arcore. Un assist straordinario alle pay-tv di Berlusconi che rischiava il crac senza Serie A. LE CAMBIALI - Per imprese titaniche come queste servono gli uomini giusti al posto giusto, Quelli che al momento buono sanno onorare le "cambiali" in scadenza. E i sistema Infront, anche su questo fronte, ha giocato bene le sue carte. Alla presidenza della Lega che ha fatto il regalo a Mediaset, per dire, c' è Maurizio Beretta. Eletto nel 2010 - a proposito di cambiali - con i voti dei soliti Lotito e Cellino - più, ça va sans dire , Galliani - contro le sette grandi (in teoria) sorelle del calcio italiano, che pure rappresentano il 70% dei tifosi. Difficile dire che Davide ha sconfitto Golia. A muovere il consenso, come al solito, sono infatti i soldi: "Il giochino è semplice - spiega un osservatore interno ai fatti della Lega che chiede di restare anonimo -. Infront negli anni ha comprato i diritti commerciali delle società che non riescono a vendere gli spazi commerciali dentro i propri stadi, sovrastimandone sistematicamente di qualche milione il valore. La cifra pagata in eccesso è il prezzo pagato per il voto in lega del presidente del club". Una lettura maliziosa? Può darsi. Di certo il copione è andato in replica quest' estate in fotocopia con l'elezione al vertice della Figc- alla faccia dei fuochi d' artificio su Optì Pobà - di Carlo Tavecchio. A eleggere l'impresentabile sono stati i club della scuderia Bogarelli seguendo il solito schema: grandi elettori Lotito e Galliani a guidare la folta schiera. Contro, solo Juve e Roma, che hanno chiesto un passo indietro a lui e a Demetrio Albertini con una lettera firmata da Cagliari, Cesena, Empoli, Fiorentina, Sampdoria, Sassuolo e Torino. IL DEJA VU - La partita si giocava sul filo del voto. Fino a quando la scuderia Infront ha sparigliato le carte. "Devo annà a prendè er Cesena" ha annunciato Lotito alla vigilia del voto. La missione è finita con un trionfo: perché non solo ha preso il Cesena (che a metà luglio aveva siglato un accordo con Bogarelli, nel cui bilancio risultano versati 520mila euro ai romagnoli come anticipi per diritti di prelazione). Ma anche la Sampdoria, anch' essa cliente Infront. Un deja vu: i soldi comprano il potere, il potere garantisce i soldi. E non a caso appena al Milan ha iniziato a salire la stella di Barbara Berlusconi (e a tramontare quella di Galliani), Infront- temendo di perdere un alleato chiave - è corsa ai ripari garantendo un contratto d' oro all'Inter del neo arrivato Thohir, che alla vigilia dell'elezione di Tavecchio - la società nerazzurra ha votato per lui - ha firmato un accordo molto ricco per la gestione commerciale di San Siro. L'aspetto meno gradevole delle cambiali è che, a un certo punto, scadono. E quelle di Tavecchio ("un uomo che ha molte cambiali", parola del presidente del Coni Giovanni Malagò) potrebbero arrivare a maturazione in tempi strettissimi. Questo almeno temono i competitor della Infront che hanno partecipato all'asta della Figc per l'advisor commerciale della nazionale di calcio, fino ad oggi Rcs Sport. La scelta del nuovo è attesa a giorni e la candidatura di Infront per un contratto che vale intorno ai 60 milioni di euro (56 nel quadriennio 2011-2014) è considerata la favorita. Si vedrà. "Diciamo che se sull'appalto si dovessero accettare scommesse, i bookmakers non darebbero le quote", scherzano in Lega. In realtà c' è poco da scherzare. I concorrenti, oltre a Rcs (con Img) la svizzera Swissone assieme a Wpp, minacciano ricorsi alla magistratura. Il discorso vale ancora di più per quello che viene individuato dai pochi oppositori del "sistema Infront" come il vero buco nero del calcio italiano. La vendita dei diritti internazionali. A gestire questa fetta della grande torta del pallone c' è un'altra realtà vicinissima a Infront: la Mp&Silva di Riccardo Silva, e che acquistando come si dice "vuoto per pieno" i diritti a una cifra (120 milioni circa) li rivende in giro per il mondo a talmente tanti soggetti e per talmente tante vie che è difficile sapere quanto sia l'incasso esatto, né - dicono i maligni che immaginano indicibili retrocessioni agli uomini chiave del sistema - i reali beneficiari. Unica certezza: il business è una gallina dalle uova d'oro: la cassaforte irlandese di Silva ha chiuso gli ultimi due anni con 67 milioni di utili (su 200 di ricavi, buona parte dei quali generati presumibilmente dai diritti del calcio italiano). E ha staccato per i suoi fortunatissimi soci che si perdono nei paradisi fiscali fino all'isola di Tortola dividendi per 88 milioni. Un affare che fa gola a molti. E non a caso in questi giorni le società di serie A si stanno scannando sull'asta per il rinnovo del contratto. Le formazioni in campo sono sempre le stesse: Roma e (timidamente) Juventus fiancheggiate da Napoli, Fiorentina e pochi altri da una parte a chiedere più tempo per la decisione, Lotito e resto del mondo dall'altra. La scadenza delle offerte, alla fine, è stata posticipata a ieri, e il 20 la Lega deciderà. Ma pochi dubitano sul fatto che si vada verso il rinnovo alla MP & Silva. I GALLIANI BOYS - Il motivo? La storia professionale di Riccardo Silva e i suoi intrecci con quella di Bogarelli. Un quadro che aiuta bene a capire chi sono da sempre gli uomini dietro il sistema Infront. I due, oltre alla passione per il calcio e i diritti tv, hanno in comune importanti trascorsi in Fininvest Silva ha il 95% di Milan Channel. Sono amici, i due. Mp&Silva, l'hanno fondata insieme (con loro c' era anche un altro manager del biscione, Andrea Locatelli). La "Mp" del brand sta per Media Partners, una società del gruppo, della quale faceva parte anche l'allora giovanissimo e promettente manager Andrea Abodi, oggi presidente della Lega di Serie B e vice presidente della Figc, già uomo chiave nella corsa di Tavecchio alla Figc. Tutti figli di Galliani, per dirla con un'espressione usata più volte nelle conversazioni ristrette dallo stesso manager milanista. Che, quando vide affacciarsi sulla soglia del palazzo del pallone la truppa agguerrita di Bogarelli & co. - si racconta - fece una smorfia ambigua e poi, respingendo le prime ipotesi di conflitto d'interessi, esclamò: "Figuratevi se farò gestire un miliardo di euro ai miei ex ragazzi allievi in Mediaset: parteciperò ad ogni operazione nell'interesse della mia società". Nessun dubbio, finora l'ha fatto benissimo. http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2015/02/10/news/infront_centro_di_potere_che_ora_da_l_assalto_anche_alla_nazionale-106965698/?ref=HREC1-8 Scommettete che i prossimi due a firmare, dopo Thohir , saranno Delamentis e l'uomo con la valigetta?
  17. Poi ci pensera' il Sig. Geometra con Infront pero' ad integrare i contributi nel caso glieli dovessero togliere.
  18. Spaventoso quello che il Sig.Geometra e credo Lotito stanno mettendo in atto. Un vero e proprio monopolio. quell'uscita di Galliani sul gol di Tevez, che pareva così improvvida e penosa, altro non era che un assist, con uno scopo ben preciso: sollevare il problema (problema?) di una produzione e gestione unica delle immagini del calcio, da vendere poi a Sky e Mediaset, le grandi mucche che nutrono tutti. Infront è già pronta. Svizzera o cinese che sia la proprietà mondiale, poco conta. In Italia Bogarelli è sicuro di restare. E questo basta e avanza.
  19. Morata e Coman, visto che Coman e' il sostituto di Tevez
×
×
  • Crea Nuovo...