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ClaudioGentile

Tifoso Juventus
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  1. Ah, infatti. Allora Coman Tevez Llorente in avanti
  2. Esclusiva con Pieri: Calciopoli è una ferita che sanguinerà sempre (di Maurizio Romeo) 01/04/2015 Sulle pagine di Juventibus abbiamo oggi il piacere di ospitare Tiziano Pieri, ora apprezzato moviolista di due storiche trasmissioni RAI come “90° minuto” e “Il Processo del Lunedì”, ma soprattutto un passato da arbitro di alto livello. Figlio d'arte, anche suo padre Claudio è stato un apprezzato direttore di gara internazionale, esordisce a 30 anni non ancora compiuti in serie A: il 16 settembre 2001 è infatti chiamato Fiorentina-Atalanta, la prima di 70 partite massima divisione. Nel gennaio 2006 acquisisce il badge FIFA, 4 impegni internazionali (Amichevole, qualificazioni Under 21, qualificazioni Champions e Intertoto) e poi… l’incubo. Viene tirato dentro il tritacarne di Calciopoli e per questo sospeso dall’AIA nel 2008 (da cui rassegnerà le dimissioni nel settembre 2013). Nel 2012 la corte d’Appello lo assolve per non aver commesso il fatto, decisione confermata solo pochi giorni fa dalla Corte di Cassazione. Una carriera promettente stroncata, una vita ribaltata, ma la voglia di lottare e di ottenere Giustizia non l’ha mai abbandonato. Alla fine dopo 9 lunghi anni ha avuto ragione, non senza aver pagato però un prezzo altissimo in termini di energie psicofisiche ed economiche, oltre a tanti rimpianti per quello che avrebbe potuto essere e purtroppo non è stato. Benvenuto Tiziano! Ci tengo a ringraziarti innanzitutto per la tua disponibilità, nella nostra chiacchierata affronteremo tre argomenti che hanno caratterizzato gli ultimi 10 anni della tua vita ovvero il mondo arbitrale, Calciopoli e la tuo nuova carriera come moviolista televisivo. Inizierei dall’ultima in ordine di tempo, anche perché ci trova “in linea” visto che proprio su questo sito mi occupo di analizzare i casi dubbi delle partite della Juventus… Il tuo lavoro di moviolista è molto apprezzato, soprattutto sui social network. La tua carta vincente è sicuramente quella di fare di un’analisi diversa per i casi arbitrali della giornata, quasi didattica: non analizzi solo il caso in maniera “televisiva” ma l’azione nel suo complesso, compreso posizionamento e visuale dell’arbitro. Una novità che rappresenta un taglio deciso rispetto al passato. Io credo che il ruolo del moviolista lo si possa interpretare in due modi: come un cecchino o come il “guardiano del faro”. Siccome non mi dimentico di essere stato un arbitro credo che la via migliore da scegliere sia la second. Preferisco infatti valutare tutto come farebbe un designatore, ovvero analizzare la prestazione dell’arbitro nel suo complesso e senza legare il mio giudizio all’interpretazione dei singoli episodi perchè non è l’episodio che fa la prestazione, ma è invece nelle piccole cose e nella gestione dalla gara che si vede se un arbitro è bravo o meno. Fino ad oggi era difficilissimo trovare in tv questo tipo di moviole. La mia forse “umanizza” di più l’arbitro provando a spiegare il perché di eventuali errori (posizionamento sbagliato, giocatori che coprono la visuale o altro) ovviamente con i limiti dei tempi televisivi. Ammettilo, ti sei ispirato alla mia micromoviola, vero? Ovviamente sto scherzando… Effettivamente il lavoro che facciamo si avvicina, anche perché a differenza di tanti moviolisti anche tu ti addentri in un’analisi più profonda delle azioni più importanti che si diversifica per l’approccio e l’interpretazione rispetto alle moviole cosiddette “classiche”, quelle che si limitano a dire se un arbitro sbaglia o meno, senza spiegare il perché di una decisione. Questo tipo di moviole a mio avviso sono quelle che portano le polemiche fini a se stesse. La tua micromoviola invece è molto simile a quella che è un’analisi arbitrale, quella che viene fatta nei raduni di Coverciano per far capire i lettori, e in fondo hai dimostrato che per analizzare bene una buona parte degli episodi, diciamo un 70-80%, non serve essere arbitri ma basta aver dato anche solo una sfogliata al regolamento e avere la voglia di guardare le immagini con occhio critico. Il vantaggio che poi hai tu è quello del tempo: io purtroppo in ‘90° minuto’ proprio per il format della trasmissione ne ho poco a disposizione, mentre posso approfondire un po’ di più in ‘Tempi supplementari’ o ne ‘Il processo del Lunedì’ senza però potermi dilungare troppo. Chi invece legge la tua micromoviola lo fa a prescindere che sia più o meno lunga, ben sapendo che si tratta di un approfondimento che va a toccare i vari aspetti dell’azione che dà una chiave di lettura della decisione dell’arbitro nel suo complesso e direi che tu non te la cavi per niente male. Sarebbe bello poter vedere un programma dedicato ad un’analisi più approfondita delle prestazioni arbitrali, magari con approfondimenti regolamentari. Ci hai mai pensato? Può essere certamente una bella idea quella di non fermarsi solo ai singoli casi da moviola ma anche di fare arrivare agli spettatori anche quelle sfaccettature regolamentari di solito poco conosciute, raccontando anche un po’ cosa voglia dire fare l’arbitro ad alti livelli e quanta concentrazione richieda. Insomma quello di cui sinora nessuno si è mai fermato a parlare. Da Rizzoli, Faverani e Stefani arbitri della finale mondiale al ritorno nel campionato italiano dove ogni pretesto è buono per dare addosso ai direttori di gara, spesso a torto. Ma ha davvero ragione il buon Nicola che in un’intervista a La7 ha detto che è più facile arbitrare all’estero piuttosto che in Italia? Sì, ha perfettamente ragione. All’estero è molto più facile per 2, forse 3 motivi. Il primo è sicuramente la differenza di ‘cultura sportiva’: qui in Italia siamo abituati alla caccia alle streghe, fuori dai nostri confini non c’è questa voglia di fare dietrologia. Il secondo punto è quello relativo ai precedenti: all’estero ti capita raramente di arbitrare più volte la stessa squadra e quindi c’è meno possibilità di avere attriti residui fra giocatori e arbitro o fra tifosi e arbitro, dovuti a decisioni passate che possono lasciare qualche strascico polemico. L’ulteriore questione è quella della lingua che limita di fatto le proteste dei giocatori: la lingua ufficiale dell’UEFA è l’inglese, ma capita che spesso sotto sforzo i giocatori non lo usino e rinuncino a protestare. Ovviamente a meno di casi clamorosi: in quei casi si va comunque aldilà dei problemi linguistici, perché in fondo tutto il mondo è paese. All’estero poi gli arbitri italiani partono avvantaggiati dal fatto che siano spesso accettati come i migliori al mondo e questo porta anche a un tipo di direzione diversa se si pensa che in ambito internazionale arrivino a fischiare il 20-30% di falli in meno rispetto alle competizioni nazionali. Premesso che non ho mai creduto alla sudditanza psicologica, ho una domanda cattivella: è più facile arbitrare un Milan-Roma o un Cagliari-Chievo? La domanda è giusta. Per un arbitro ormai esperto è quasi scontato che arbitrare una partita non di cartello sia più facile, perché ha un riscontro mediatico inferiore rispetto a un Milan-Roma, Roma-Juve, ecc. Quel tipo di partite ti danno una carica e un’emozione sicuramente diversa e di conseguenza hai un approccio alle partite molto più attento. Entrare in determinati stadi, in un contesto come può essere quello di un big match con lo stadio pieno, ti regala sempre emozioni nuove ma allo stesso tempo senti una responsabilità maggiore che ti spinge a concentrarti ancora di più per andare oltre il tuo massimo. Poi ci sono “derby” definiti minori come possono essere un Reggina-Messina o un Pisa-Livorno che anche se non sono derby di primo piano come Roma-Lazio, Milan-Inter o Genoa-Samp ti fanno provare le stesse sensazioni e hanno la stessa rilevanza. Alle prime esperienze è vero però che per un arbitro tutte le partite rappresentano la partita più importante della vita: quando raggiungi la serie A vuoi anche dimostrare di meritare quella categoria e di avere le qualità per restarci nel tempo. Le prime partite poi sono fondamentali, soprattutto per l’accettazione da parte della stampa, dell’opinione pubblica e soprattutto dei giocatori. Il primo 'termometro' infatti sono proprio i calciatori: se accettano la tua autorità già dalle prime volte che ti vedono di fatto certificano che tu sei uno di quelli che lì ci può davvero stare. Gli addetti ai lavori sono invece più soggetti a simpatie ed episodi, per me sono i giocatori quelli che ti fanno davvero capire se sei un arbitro all’altezza del suo ruolo. Fra gli arbitri di oggi in quali ti riconosci di più dal punto di vista di quello che è la prestazione arbitrale a 360°? Considerando il loro modo di arbitrare le partite e l’approccio alle stesse quelli che sento più vicini sono sicuramente Rocchi e Orsato, nelle loro direzioni rivedo alcune di quelle che erano le mie caratteristiche. Ognuno poi ha ovviamente le sue particolarità che trovo importante siano lasciate libere di esistere. L’errore che a volte fa l’AIA è quello di cercare di uniformare il modo di arbitrare, per me però anche il talento di un arbitro deve essere lasciato libero di esprimersi, proprio come accade per i calciatori. In fondo grandi giocatori come Baggio o Maradona hanno dato il loro meglio quando sono stati lasciati liberi e non sono rimasti chiusi nelle esasperazioni tattiche dei loro allenatori. Ti sei dimesso dall’AIA solo nel settembre 2013, a 10 mesi di distanza dalla sentenza di 2° grado che ti proscioglieva da ogni accusa, usando parole tue, per “poter difendere anche l’uomo ora che l’arbitro è stato assolto”. Tu ti senti però ancora arbitro dentro. C’è qualcosa che ti sentiresti di consigliare alla tua vecchia associazione? L’AIA si professa sempre una grande famiglia, purtroppo però per quella che è la mia esperienza non è affatto così. Ho visto come viene trattato un brutto anatroccolo: per il bene dei tanti quei pochi che si erano trovati coinvolti dovevano pagare a prescindere da quale fosse la realtà delle cose, anche se non per tutti è stato così e bisognerebbe capire perchè si siano fatti figli e figliastri. Dietro alle istituzioni però ci sono degli uomini che avrebbero dovuto, e dovrebbero, comportarsi come tali… Tornando alla tua domanda penso che sia ormai anacronistica un’associazione così chiusa nella comunicazione con l’esterno, trovo sia ormai diventato inaccettabile. Credo che gli arbitri con il loro silenzio facciano del male soprattutto a loro stessi. A mio avviso sarebbe utile avere un capo ufficio stampa con gli attributi, un grande comunicatore in grado di portare il mondo arbitrale ad aprirsi intelligentemente verso l’esterno, ovviamente a piccoli passi lungo la strada migliore da seguire per l’Associazione Italiana Arbitri. Non possiamo pretendere che il mondo parli la lingua degli arbitri se poi siamo i primi a parlarla solo al nostro interno. Credo sia fondamentale proprio essere noi per primi a esportare la ‘cultura arbitrale’, continuando però a rivendicare in maniera decisa il diritto di poter sbagliare, perché nessun direttore di gara purtroppo è infallibile. Bisogna evitare però di fare muro contro muro perché, diversamente da quello che si potrebbe pensare secondo il luogo comune, chi ama davvero il calcio non può essere contro gli arbitri che sono parte importante e integrante del gioco. Agire come si è fatto sino ad oggi dall’esterno fa sì che gli arbitri siano visti come una casta, mentre non c’è cosa più sbagliata! Nei campi gli arbitri sono spesso insultati, a volte anche aggrediti, un direttore di gara in fondo paga continuamente perchè a causa di un errore può essere sospeso o banalmente deve evitare di andare anche solo a prendere un caffè in un bar perché c’è chi lo potrebbe aggredire anche solo verbalmente. È ora quindi di aprirsi e parlare: spiegare non significa difendersi, ma semplicemente raccontare il proprio punto di vista, quello di chi deve prendere la decisione in meno di un secondo. Ovviamente non penso certo che la mia sia la soluzione perfetta, ma credo questa sarebbe la strada giusta da intraprendere per un’AIA più in linea coi tempi. Capitolo Calciopoli. Pochi giorni fa in Cassazione è arrivata la ratifica della tua assoluzione. Un incubo durato 9 anni che ha stroncato la tua promettente carriera proprio quando eri diventato internazionale. So che la domanda può sembrare banale, ma sono sicuro che la risposta non lo sarà: cosa ti è rimasto dentro dopo questi 9 anni? Oggi mi sento svuotato, dentro non mi è rimasto niente, forse perché l’uomo ha preso il sopravvento. Un uomo che come altri suoi colleghi ha saputo lottare armato nonostante fosse solo di bastoni, se non a mani nude, e si battesse contro i cingolati e le bombe atomiche. Nonostante tutto però alla fine siamo riusciti a ridare la credibilità non solo agli uomini, ma anche agli arbitri e di conseguenza anche all’AIA. Praticamente tutti i direttori di gara a giudizio hanno rinunciato alla prescrizione, anche chi è stato condannato come Massimo De Santis, e credo quindi vada sottolineata la purezza d’animo di tutti noi. Nelle sentenze i giudici hanno poi riconosciuto colpevole il solo De Santis, anche se alla luce dei fatti trovo assurda questa decisione. Probabilmente anche Racalbuto se avesse rinunciato alla prescrizione sarebbe stato assolto, anche se di fatto non si può dire nemmeno che sia stato condannato perché la sopraggiunta prescrizione (che di certo è sembrato sia stato obiettivo dell’accusa più che degli imputati… ndr) non ha permesso di esprimersi nel merito della vicenda. Capisco però la sua scelta, se pensiamo infatti che chi ha scelto l’abbreviato, che dovrebbe garantire un giudizio più veloce ma allo stesso tempodà meno garanzie agli imputati perché azzera la possibilità della difesa perché si viene giudicati solo su ciò che presenta l’accusa, è stato giudicato in Cassazione insieme a coloro che hanno scelto l’ordinario… Penso basti questo per riflettere sul fatto che ci sia qualcosa che non va in una giustizia che va a mille velocità differenti c credo che il nostro caso sia più unico che raro... Tornando alla tua domanda: l’uomo pur se svuotato ora si sente forse più sereno, se così si può dire, perchè alla fine la giustizia ha trionfato, anche se con grandissimo in ritardo. Io però non ho vinto perchè all’arbitro invece è rimasto l’amaro in bocca perché c'è il rimpianto di non esser potuto crescere e di non aver potuto vivere fino in fondo il percorso che avevo iniziato. Sarei stato curioso di sapere cosa avrei potuto arbitrare, sin dove sarei potuto arrivare. Mi hanno rubato un sogno, mi hanno tolto ciò che di più amavo fare e questa è una cosa che purtroppo non tornerà più indietro… In questo periodo ci sarà stato sicuramente qualcuno che ti avrà sorpreso e qualcun altro che ti ha deluso… Sai, per certi versi mi ritengo una persona fortunata perché chi pensavo mi sarebbe stato sempre vicino alla fine non mi ha deluso, anzi! So però che non tutti però non hanno avuto la mia stessa fortuna. Come ti dicevo prima forse chi mi ha sorpreso di più, ma in negativo, è proprio l’AIA perché ha lasciato veramente da soli me e gli altri arbitri indagati. Per usare una metafora ti direi che ci ha abbandonato con un canotto, per di più bucato, in mezzo all’oceano... Nelle nostre sezioni ci hanno sempre raccontato di fare parte di una grande famiglia, ma nel nostro caso non è stato così: non ci sono stati vicini nel momento più importante, quello del bisogno. Ecco, forse la delusione più grande è arrivata dall’Associazione, da chi l’ha rappresentata e continua a rappresentarla e oggi fa finta che non sia successo nulla. Ti aggiungo una cosa non di poco conto: pensa che quando mi arrivò la contestazione relativa alle SIM svizzere, che peraltro non ho MAI posseduto, ho cercato di provare a ricostruire tutti i miei spostamenti. Ho subito pensato che la via migliore fosse quella di chiedere all’AIA le copie dei miei rimborsi spese (fatture alberghi, ristoranti, ecc.) perché puirtroppo io avevo buttato gli originali. Sai cosa mi hanno risposto? Che tutta la documentazione relativa a quella stagione era andata PERSA! Mi chiedo come si faccia a perdere le copie di una stagione intera! Considera che per ogni partita c’erano 5 rimborsi (Arbitro, Assistenti, IV uomo e Osservatore), moltiplicalo per 10 e per 38 partite, senza contare Coppa Italia e Supercoppa. Roba da riempire una stanza fino al soffitto!! Impossibile perderle tutte come si protrebbe perdere un foglio… La domanda è: perché sono sparite e chi le ha fatte sparire? Forse bisognerebbe chiederlo a chi ne aveva la responsabilità quell’anno. E questo è solo un altro dei punti oscuri di questa amara vicenda… Per dirla con una metafora calcistica ora la palla passa in un altro campo. Con il rinvio a giudizio di De Cillis per falsa testimonianza (su richiesta del tuo avvocato) si potrebbe aprire un nuovo capitolo. Speri che qualcuno paghi per tutto quello che vi ha fatto vivere senza una vera ragione? Su De Cillis ci tengo a dirti che oggi sono ancora più garantista di quanto lo ero in passato e quindi ritengo che abbia tutto il diritto di difendersi e per me sarà innocente fin quando non si formerà la prova in dibattimento e non ci sarà un giudizio. Se intendi invece nel complesso di tutta la storia, credo che ora qualcuno debba prendersi le sue responsabilità e rispondere di tutto quello che in questi 9 anni ci ha fatto vivere e che ci è stato negato. Sento e leggo persone che dicono la loro su Calciopoli dicendo che bisognerebbe ritenerlo un capitolo chiuso e bisognerebbe metterci una pietra sopra. Io però non sono di quest'avviso, anche perché credo che la VERA Calciopoli cominci ora. Qualcuno ci dovrà spiegare per quali ragioni degli innocenti abbiano dovuto vivere questo incubo che a tutti noi è costato tanto non solo in termini economici, ma soprattutto dal punto di vista psicofisico. Nessuno può capire davvero cosa voglia dire se non ci passa attraverso e ti posso dire che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico di vivere una situazione come quella che abbiamo vissuto noi. Non possono quindi chiederci di mettere una pietra sopra su tutto, è umanamente impossibile. Per me Calciopoli è una ferita che sanguina ancora e chissà se smetterà mai di farlo... http://mobile.juvent...era-sempre.html
  3. Esclusiva con Pieri: Calciopoli è una ferita che sanguinerà sempre (di Maurizio Romeo) 01/04/2015 Sulle pagine di Juventibus abbiamo oggi il piacere di ospitare Tiziano Pieri, ora apprezzato moviolista di due storiche trasmissioni RAI come “90° minuto” e “Il Processo del Lunedì”, ma soprattutto un passato da arbitro di alto livello. Figlio d'arte, anche suo padre Claudio è stato un apprezzato direttore di gara internazionale, esordisce a 30 anni non ancora compiuti in serie A: il 16 settembre 2001 è infatti chiamato Fiorentina-Atalanta, la prima di 70 partite massima divisione. Nel gennaio 2006 acquisisce il badge FIFA, 4 impegni internazionali (Amichevole, qualificazioni Under 21, qualificazioni Champions e Intertoto) e poi… l’incubo. Viene tirato dentro il tritacarne di Calciopoli e per questo sospeso dall’AIA nel 2008 (da cui rassegnerà le dimissioni nel settembre 2013). Nel 2012 la corte d’Appello lo assolve per non aver commesso il fatto, decisione confermata solo pochi giorni fa dalla Corte di Cassazione. Una carriera promettente stroncata, una vita ribaltata, ma la voglia di lottare e di ottenere Giustizia non l’ha mai abbandonato. Alla fine dopo 9 lunghi anni ha avuto ragione, non senza aver pagato però un prezzo altissimo in termini di energie psicofisiche ed economiche, oltre a tanti rimpianti per quello che avrebbe potuto essere e purtroppo non è stato. Benvenuto Tiziano! Ci tengo a ringraziarti innanzitutto per la tua disponibilità, nella nostra chiacchierata affronteremo tre argomenti che hanno caratterizzato gli ultimi 10 anni della tua vita ovvero il mondo arbitrale, Calciopoli e la tuo nuova carriera come moviolista televisivo. Inizierei dall’ultima in ordine di tempo, anche perché ci trova “in linea” visto che proprio su questo sito mi occupo di analizzare i casi dubbi delle partite della Juventus… Il tuo lavoro di moviolista è molto apprezzato, soprattutto sui social network. La tua carta vincente è sicuramente quella di fare di un’analisi diversa per i casi arbitrali della giornata, quasi didattica: non analizzi solo il caso in maniera “televisiva” ma l’azione nel suo complesso, compreso posizionamento e visuale dell’arbitro. Una novità che rappresenta un taglio deciso rispetto al passato. Io credo che il ruolo del moviolista lo si possa interpretare in due modi: come un cecchino o come il “guardiano del faro”. Siccome non mi dimentico di essere stato un arbitro credo che la via migliore da scegliere sia la second. Preferisco infatti valutare tutto come farebbe un designatore, ovvero analizzare la prestazione dell’arbitro nel suo complesso e senza legare il mio giudizio all’interpretazione dei singoli episodi perchè non è l’episodio che fa la prestazione, ma è invece nelle piccole cose e nella gestione dalla gara che si vede se un arbitro è bravo o meno. Fino ad oggi era difficilissimo trovare in tv questo tipo di moviole. La mia forse “umanizza” di più l’arbitro provando a spiegare il perché di eventuali errori (posizionamento sbagliato, giocatori che coprono la visuale o altro) ovviamente con i limiti dei tempi televisivi. Ammettilo, ti sei ispirato alla mia micromoviola, vero? Ovviamente sto scherzando… Effettivamente il lavoro che facciamo si avvicina, anche perché a differenza di tanti moviolisti anche tu ti addentri in un’analisi più profonda delle azioni più importanti che si diversifica per l’approccio e l’interpretazione rispetto alle moviole cosiddette “classiche”, quelle che si limitano a dire se un arbitro sbaglia o meno, senza spiegare il perché di una decisione. Questo tipo di moviole a mio avviso sono quelle che portano le polemiche fini a se stesse. La tua micromoviola invece è molto simile a quella che è un’analisi arbitrale, quella che viene fatta nei raduni di Coverciano per far capire i lettori, e in fondo hai dimostrato che per analizzare bene una buona parte degli episodi, diciamo un 70-80%, non serve essere arbitri ma basta aver dato anche solo una sfogliata al regolamento e avere la voglia di guardare le immagini con occhio critico. Il vantaggio che poi hai tu è quello del tempo: io purtroppo in ‘90° minuto’ proprio per il format della trasmissione ne ho poco a disposizione, mentre posso approfondire un po’ di più in ‘Tempi supplementari’ o ne ‘Il processo del Lunedì’ senza però potermi dilungare troppo. Chi invece legge la tua micromoviola lo fa a prescindere che sia più o meno lunga, ben sapendo che si tratta di un approfondimento che va a toccare i vari aspetti dell’azione che dà una chiave di lettura della decisione dell’arbitro nel suo complesso e direi che tu non te la cavi per niente male. Sarebbe bello poter vedere un programma dedicato ad un’analisi più approfondita delle prestazioni arbitrali, magari con approfondimenti regolamentari. Ci hai mai pensato? Può essere certamente una bella idea quella di non fermarsi solo ai singoli casi da moviola ma anche di fare arrivare agli spettatori anche quelle sfaccettature regolamentari di solito poco conosciute, raccontando anche un po’ cosa voglia dire fare l’arbitro ad alti livelli e quanta concentrazione richieda. Insomma quello di cui sinora nessuno si è mai fermato a parlare. Da Rizzoli, Faverani e Stefani arbitri della finale mondiale al ritorno nel campionato italiano dove ogni pretesto è buono per dare addosso ai direttori di gara, spesso a torto. Ma ha davvero ragione il buon Nicola che in un’intervista a La7 ha detto che è più facile arbitrare all’estero piuttosto che in Italia? Sì, ha perfettamente ragione. All’estero è molto più facile per 2, forse 3 motivi. Il primo è sicuramente la differenza di ‘cultura sportiva’: qui in Italia siamo abituati alla caccia alle streghe, fuori dai nostri confini non c’è questa voglia di fare dietrologia. Il secondo punto è quello relativo ai precedenti: all’estero ti capita raramente di arbitrare più volte la stessa squadra e quindi c’è meno possibilità di avere attriti residui fra giocatori e arbitro o fra tifosi e arbitro, dovuti a decisioni passate che possono lasciare qualche strascico polemico. L’ulteriore questione è quella della lingua che limita di fatto le proteste dei giocatori: la lingua ufficiale dell’UEFA è l’inglese, ma capita che spesso sotto sforzo i giocatori non lo usino e rinuncino a protestare. Ovviamente a meno di casi clamorosi: in quei casi si va comunque aldilà dei problemi linguistici, perché in fondo tutto il mondo è paese. All’estero poi gli arbitri italiani partono avvantaggiati dal fatto che siano spesso accettati come i migliori al mondo e questo porta anche a un tipo di direzione diversa se si pensa che in ambito internazionale arrivino a fischiare il 20-30% di falli in meno rispetto alle competizioni nazionali. Premesso che non ho mai creduto alla sudditanza psicologica, ho una domanda cattivella: è più facile arbitrare un Milan-Roma o un Cagliari-Chievo? La domanda è giusta. Per un arbitro ormai esperto è quasi scontato che arbitrare una partita non di cartello sia più facile, perché ha un riscontro mediatico inferiore rispetto a un Milan-Roma, Roma-Juve, ecc. Quel tipo di partite ti danno una carica e un’emozione sicuramente diversa e di conseguenza hai un approccio alle partite molto più attento. Entrare in determinati stadi, in un contesto come può essere quello di un big match con lo stadio pieno, ti regala sempre emozioni nuove ma allo stesso tempo senti una responsabilità maggiore che ti spinge a concentrarti ancora di più per andare oltre il tuo massimo. Poi ci sono “derby” definiti minori come possono essere un Reggina-Messina o un Pisa-Livorno che anche se non sono derby di primo piano come Roma-Lazio, Milan-Inter o Genoa-Samp ti fanno provare le stesse sensazioni e hanno la stessa rilevanza. Alle prime esperienze è vero però che per un arbitro tutte le partite rappresentano la partita più importante della vita: quando raggiungi la serie A vuoi anche dimostrare di meritare quella categoria e di avere le qualità per restarci nel tempo. Le prime partite poi sono fondamentali, soprattutto per l’accettazione da parte della stampa, dell’opinione pubblica e soprattutto dei giocatori. Il primo 'termometro' infatti sono proprio i calciatori: se accettano la tua autorità già dalle prime volte che ti vedono di fatto certificano che tu sei uno di quelli che lì ci può davvero stare. Gli addetti ai lavori sono invece più soggetti a simpatie ed episodi, per me sono i giocatori quelli che ti fanno davvero capire se sei un arbitro all’altezza del suo ruolo. Fra gli arbitri di oggi in quali ti riconosci di più dal punto di vista di quello che è la prestazione arbitrale a 360°? Considerando il loro modo di arbitrare le partite e l’approccio alle stesse quelli che sento più vicini sono sicuramente Rocchi e Orsato, nelle loro direzioni rivedo alcune di quelle che erano le mie caratteristiche. Ognuno poi ha ovviamente le sue particolarità che trovo importante siano lasciate libere di esistere. L’errore che a volte fa l’AIA è quello di cercare di uniformare il modo di arbitrare, per me però anche il talento di un arbitro deve essere lasciato libero di esprimersi, proprio come accade per i calciatori. In fondo grandi giocatori come Baggio o Maradona hanno dato il loro meglio quando sono stati lasciati liberi e non sono rimasti chiusi nelle esasperazioni tattiche dei loro allenatori. Ti sei dimesso dall’AIA solo nel settembre 2013, a 10 mesi di distanza dalla sentenza di 2° grado che ti proscioglieva da ogni accusa, usando parole tue, per “poter difendere anche l’uomo ora che l’arbitro è stato assolto”. Tu ti senti però ancora arbitro dentro. C’è qualcosa che ti sentiresti di consigliare alla tua vecchia associazione? L’AIA si professa sempre una grande famiglia, purtroppo però per quella che è la mia esperienza non è affatto così. Ho visto come viene trattato un brutto anatroccolo: per il bene dei tanti quei pochi che si erano trovati coinvolti dovevano pagare a prescindere da quale fosse la realtà delle cose, anche se non per tutti è stato così e bisognerebbe capire perchè si siano fatti figli e figliastri. Dietro alle istituzioni però ci sono degli uomini che avrebbero dovuto, e dovrebbero, comportarsi come tali… Tornando alla tua domanda penso che sia ormai anacronistica un’associazione così chiusa nella comunicazione con l’esterno, trovo sia ormai diventato inaccettabile. Credo che gli arbitri con il loro silenzio facciano del male soprattutto a loro stessi. A mio avviso sarebbe utile avere un capo ufficio stampa con gli attributi, un grande comunicatore in grado di portare il mondo arbitrale ad aprirsi intelligentemente verso l’esterno, ovviamente a piccoli passi lungo la strada migliore da seguire per l’Associazione Italiana Arbitri. Non possiamo pretendere che il mondo parli la lingua degli arbitri se poi siamo i primi a parlarla solo al nostro interno. Credo sia fondamentale proprio essere noi per primi a esportare la ‘cultura arbitrale’, continuando però a rivendicare in maniera decisa il diritto di poter sbagliare, perché nessun direttore di gara purtroppo è infallibile. Bisogna evitare però di fare muro contro muro perché, diversamente da quello che si potrebbe pensare secondo il luogo comune, chi ama davvero il calcio non può essere contro gli arbitri che sono parte importante e integrante del gioco. Agire come si è fatto sino ad oggi dall’esterno fa sì che gli arbitri siano visti come una casta, mentre non c’è cosa più sbagliata! Nei campi gli arbitri sono spesso insultati, a volte anche aggrediti, un direttore di gara in fondo paga continuamente perchè a causa di un errore può essere sospeso o banalmente deve evitare di andare anche solo a prendere un caffè in un bar perché c’è chi lo potrebbe aggredire anche solo verbalmente. È ora quindi di aprirsi e parlare: spiegare non significa difendersi, ma semplicemente raccontare il proprio punto di vista, quello di chi deve prendere la decisione in meno di un secondo. Ovviamente non penso certo che la mia sia la soluzione perfetta, ma credo questa sarebbe la strada giusta da intraprendere per un’AIA più in linea coi tempi. Capitolo Calciopoli. Pochi giorni fa in Cassazione è arrivata la ratifica della tua assoluzione. Un incubo durato 9 anni che ha stroncato la tua promettente carriera proprio quando eri diventato internazionale. So che la domanda può sembrare banale, ma sono sicuro che la risposta non lo sarà: cosa ti è rimasto dentro dopo questi 9 anni? Oggi mi sento svuotato, dentro non mi è rimasto niente, forse perché l’uomo ha preso il sopravvento. Un uomo che come altri suoi colleghi ha saputo lottare armato nonostante fosse solo di bastoni, se non a mani nude, e si battesse contro i cingolati e le bombe atomiche. Nonostante tutto però alla fine siamo riusciti a ridare la credibilità non solo agli uomini, ma anche agli arbitri e di conseguenza anche all’AIA. Praticamente tutti i direttori di gara a giudizio hanno rinunciato alla prescrizione, anche chi è stato condannato come Massimo De Santis, e credo quindi vada sottolineata la purezza d’animo di tutti noi. Nelle sentenze i giudici hanno poi riconosciuto colpevole il solo De Santis, anche se alla luce dei fatti trovo assurda questa decisione. Probabilmente anche Racalbuto se avesse rinunciato alla prescrizione sarebbe stato assolto, anche se di fatto non si può dire nemmeno che sia stato condannato perché la sopraggiunta prescrizione (che di certo è sembrato sia stato obiettivo dell’accusa più che degli imputati… ndr) non ha permesso di esprimersi nel merito della vicenda. Capisco però la sua scelta, se pensiamo infatti che chi ha scelto l’abbreviato, che dovrebbe garantire un giudizio più veloce ma allo stesso tempodà meno garanzie agli imputati perché azzera la possibilità della difesa perché si viene giudicati solo su ciò che presenta l’accusa, è stato giudicato in Cassazione insieme a coloro che hanno scelto l’ordinario… Penso basti questo per riflettere sul fatto che ci sia qualcosa che non va in una giustizia che va a mille velocità differenti c credo che il nostro caso sia più unico che raro... Tornando alla tua domanda: l’uomo pur se svuotato ora si sente forse più sereno, se così si può dire, perchè alla fine la giustizia ha trionfato, anche se con grandissimo in ritardo. Io però non ho vinto perchè all’arbitro invece è rimasto l’amaro in bocca perché c'è il rimpianto di non esser potuto crescere e di non aver potuto vivere fino in fondo il percorso che avevo iniziato. Sarei stato curioso di sapere cosa avrei potuto arbitrare, sin dove sarei potuto arrivare. Mi hanno rubato un sogno, mi hanno tolto ciò che di più amavo fare e questa è una cosa che purtroppo non tornerà più indietro… In questo periodo ci sarà stato sicuramente qualcuno che ti avrà sorpreso e qualcun altro che ti ha deluso… Sai, per certi versi mi ritengo una persona fortunata perché chi pensavo mi sarebbe stato sempre vicino alla fine non mi ha deluso, anzi! So però che non tutti però non hanno avuto la mia stessa fortuna. Come ti dicevo prima forse chi mi ha sorpreso di più, ma in negativo, è proprio l’AIA perché ha lasciato veramente da soli me e gli altri arbitri indagati. Per usare una metafora ti direi che ci ha abbandonato con un canotto, per di più bucato, in mezzo all’oceano... Nelle nostre sezioni ci hanno sempre raccontato di fare parte di una grande famiglia, ma nel nostro caso non è stato così: non ci sono stati vicini nel momento più importante, quello del bisogno. Ecco, forse la delusione più grande è arrivata dall’Associazione, da chi l’ha rappresentata e continua a rappresentarla e oggi fa finta che non sia successo nulla. Ti aggiungo una cosa non di poco conto: pensa che quando mi arrivò la contestazione relativa alle SIM svizzere, che peraltro non ho MAI posseduto, ho cercato di provare a ricostruire tutti i miei spostamenti. Ho subito pensato che la via migliore fosse quella di chiedere all’AIA le copie dei miei rimborsi spese (fatture alberghi, ristoranti, ecc.) perché puirtroppo io avevo buttato gli originali. Sai cosa mi hanno risposto? Che tutta la documentazione relativa a quella stagione era andata PERSA! Mi chiedo come si faccia a perdere le copie di una stagione intera! Considera che per ogni partita c’erano 5 rimborsi (Arbitro, Assistenti, IV uomo e Osservatore), moltiplicalo per 10 e per 38 partite, senza contare Coppa Italia e Supercoppa. Roba da riempire una stanza fino al soffitto!! Impossibile perderle tutte come si protrebbe perdere un foglio… La domanda è: perché sono sparite e chi le ha fatte sparire? Forse bisognerebbe chiederlo a chi ne aveva la responsabilità quell’anno. E questo è solo un altro dei punti oscuri di questa amara vicenda… Per dirla con una metafora calcistica ora la palla passa in un altro campo. Con il rinvio a giudizio di De Cillis per falsa testimonianza (su richiesta del tuo avvocato) si potrebbe aprire un nuovo capitolo. Speri che qualcuno paghi per tutto quello che vi ha fatto vivere senza una vera ragione? Su De Cillis ci tengo a dirti che oggi sono ancora più garantista di quanto lo ero in passato e quindi ritengo che abbia tutto il diritto di difendersi e per me sarà innocente fin quando non si formerà la prova in dibattimento e non ci sarà un giudizio. Se intendi invece nel complesso di tutta la storia, credo che ora qualcuno debba prendersi le sue responsabilità e rispondere di tutto quello che in questi 9 anni ci ha fatto vivere e che ci è stato negato. Sento e leggo persone che dicono la loro su Calciopoli dicendo che bisognerebbe ritenerlo un capitolo chiuso e bisognerebbe metterci una pietra sopra. Io però non sono di quest'avviso, anche perché credo che la VERA Calciopoli cominci ora. Qualcuno ci dovrà spiegare per quali ragioni degli innocenti abbiano dovuto vivere questo incubo che a tutti noi è costato tanto non solo in termini economici, ma soprattutto dal punto di vista psicofisico. Nessuno può capire davvero cosa voglia dire se non ci passa attraverso e ti posso dire che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico di vivere una situazione come quella che abbiamo vissuto noi. Non possono quindi chiederci di mettere una pietra sopra su tutto, è umanamente impossibile. Per me Calciopoli è una ferita che sanguina ancora e chissà se smetterà mai di farlo... http://mobile.juventibus.com/content/esclusiva-con-pieri-calciopoli-e-una-ferita-che-sanguinera-sempre.html Grande Tiziano Pieri per la precisione e la pacatezza con i quali racconta i dettagli della moviola, di farsopoli e dei problemi che ha avuto con l'Aia. E per aver denunciato De Cillis. Grande Maurizio Romeo che ha fatto proprio una bella intervista!
  4. intendi che sarebbe pure ora che qualcuno dei suoi innumerevoli e prestigiosi avvocati lo faccia pure assolvere pienamente su qualche fatto che sta a cuore a lui ed anche a noi tifosi invece di parlare solamente e poi in fin dei conti non concludere niente?
  5. Avv. D'Onofrio: "Gli scudetti vinti sono stati legittimamente conseguiti dalla Juventus sul campo" Avvocato Paco D'Onofrio, esperto in diritto sportivo, sarà ospite al workshop organizzato dalla Roitalia il 16 maggio a Torino presso lo Juventus Stadium. Intervistato da TuttoJuve.com, l'avv. D'Onofrio ha parlato dell'assoluzione dell'ex ds della Juventus Luciano Moggi deliberata nella Cassazione e degli scudetti revocati ai bianconeri risalenti alle stagioni 2004/05 e 2005/06. Con la sentenza della Cassazione cosa cambia per Calciopoli? "Cambia molto, quasi tutto, perchè l'originario impianto accusatorio non ha retto all'urto delle prove prodotte dalla difesa di Luciano Moggi e gli altri imputati; la c.d. Cupola per intenderci, è stato dimostrato che non è mai esistita nei termini ipozzati, quale sistema collaudato attraverso il quale, con la correità di decine di arbitri, si potevano condizionare interi campionati". La Juventus sente gli scudetti revocati come suoi, ma ora, secondo lei, ci sono i presupposti per richiederli indietro? "I presupposti ci sono sempre stati, perchè in nessuno dei tre gradi di giustizia penale è mai emersa una benchè minima prova a supporto della tesi sostenuta dalla Procura federale prima e penale poi: gli scudetti vinti e poi revocati sono stati correttamente e legittimamente conseguiti dalla Juventus sul campo. Parlando di calcio giocato, la Juve è prima in campionato e si trova ai quarti di Champions League contro il Monaco: che partita sarà secondo lei e a cosa potranno puntare i bianconeri? "La Juventus mantiene inalterato nel tempo quello spirito guerriero e combattivo che la gestione Moggi-Lippi seppe infondere. E' una Società nata e strutturata per vincere, il destino che accomuna solo i grandi, insomma. Immagino, dunque, una partita di forza fisica ed intelligenza tattica: il superamento del turno è alla portata della Juventus". Crede che la Juventus di mister Allegri sia più forte anche di quella di Conte? "Due modi diversi di vincere e motivare la Squadra. Certo che con questi fantastici interpreti dei valori sportivi, ogni allenatore riuscirebbe ad esprimere al meglio le proprie idee". Il 16 maggio 2015 è stato invitato da Matteo Sassano a presenziare al workshop organizzato dalla R.O.I. Italia sullo scouting proprio allo Juventus Stadium. Che argomenti tratterà al cospetto dei partecipanti? "Ritengo questa materia molto importante per lo sviluppo del calcio in Italia, perchè si tratta di una professione nuova, poco disciplinata ancora, ma che consentirà di sviluppare professionalità sempre più progressivamente indispensabili. Pertanto, per quanto mi riguarda, fornirò quegli stumenti utili per intraprendere e gestire questo percorso professionale cosi interessante, certo del riscontro che una tale eccellente iniziativa saprà riscuotere sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i giovani che intendono confrontarsi con nuove prospettive". http://www.tuttojuve...ul-campo-229108
  6. Avv. D'Onofrio: "Gli scudetti vinti sono stati legittimamente conseguiti dalla Juventus sul campo" Avvocato Paco D'Onofrio, esperto in diritto sportivo, sarà ospite al workshop organizzato dalla Roitalia il 16 maggio a Torino presso lo Juventus Stadium. Intervistato da TuttoJuve.com, l'avv. D'Onofrio ha parlato dell'assoluzione dell'ex ds della Juventus Luciano Moggi deliberata nella Cassazione e degli scudetti revocati ai bianconeri risalenti alle stagioni 2004/05 e 2005/06. Con la sentenza della Cassazione cosa cambia per Calciopoli? "Cambia molto, quasi tutto, perchè l'originario impianto accusatorio non ha retto all'urto delle prove prodotte dalla difesa di Luciano Moggi e gli altri imputati; la c.d. Cupola per intenderci, è stato dimostrato che non è mai esistita nei termini ipozzati, quale sistema collaudato attraverso il quale, con la correità di decine di arbitri, si potevano condizionare interi campionati". La Juventus sente gli scudetti revocati come suoi, ma ora, secondo lei, ci sono i presupposti per richiederli indietro? "I presupposti ci sono sempre stati, perchè in nessuno dei tre gradi di giustizia penale è mai emersa una benchè minima prova a supporto della tesi sostenuta dalla Procura federale prima e penale poi: gli scudetti vinti e poi revocati sono stati correttamente e legittimamente conseguiti dalla Juventus sul campo. Parlando di calcio giocato, la Juve è prima in campionato e si trova ai quarti di Champions League contro il Monaco: che partita sarà secondo lei e a cosa potranno puntare i bianconeri? "La Juventus mantiene inalterato nel tempo quello spirito guerriero e combattivo che la gestione Moggi-Lippi seppe infondere. E' una Società nata e strutturata per vincere, il destino che accomuna solo i grandi, insomma. Immagino, dunque, una partita di forza fisica ed intelligenza tattica: il superamento del turno è alla portata della Juventus". Crede che la Juventus di mister Allegri sia più forte anche di quella di Conte? "Due modi diversi di vincere e motivare la Squadra. Certo che con questi fantastici interpreti dei valori sportivi, ogni allenatore riuscirebbe ad esprimere al meglio le proprie idee". Il 16 maggio 2015 è stato invitato da Matteo Sassano a presenziare al workshop organizzato dalla R.O.I. Italia sullo scouting proprio allo Juventus Stadium. Che argomenti tratterà al cospetto dei partecipanti? "Ritengo questa materia molto importante per lo sviluppo del calcio in Italia, perchè si tratta di una professione nuova, poco disciplinata ancora, ma che consentirà di sviluppare professionalità sempre più progressivamente indispensabili. Pertanto, per quanto mi riguarda, fornirò quegli stumenti utili per intraprendere e gestire questo percorso professionale cosi interessante, certo del riscontro che una tale eccellente iniziativa saprà riscuotere sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i giovani che intendono confrontarsi con nuove prospettive". http://www.tuttojuve...ul-campo-229108
  7. Avv. D'Onofrio: "Gli scudetti vinti sono stati legittimamente conseguiti dalla Juventus sul campo"Avvocato Paco D'Onofrio, esperto in diritto sportivo, sarà ospite al workshop organizzato dalla Roitalia il 16 maggio a Torino presso lo Juventus Stadium. Intervistato da TuttoJuve.com, l'avv. D'Onofrio ha parlato dell'assoluzione dell'ex ds della Juventus Luciano Moggi deliberata nella Cassazione e degli scudetti revocati ai bianconeri risalenti alle stagioni 2004/05 e 2005/06. Con la sentenza della Cassazione cosa cambia per Calciopoli? "Cambia molto, quasi tutto, perchè l'originario impianto accusatorio non ha retto all'urto delle prove prodotte dalla difesa di Luciano Moggi e gli altri imputati; la c.d. Cupola per intenderci, è stato dimostrato che non è mai esistita nei termini ipozzati, quale sistema collaudato attraverso il quale, con la correità di decine di arbitri, si potevano condizionare interi campionati". La Juventus sente gli scudetti revocati come suoi, ma ora, secondo lei, ci sono i presupposti per richiederli indietro? "I presupposti ci sono sempre stati, perchè in nessuno dei tre gradi di giustizia penale è mai emersa una benchè minima prova a supporto della tesi sostenuta dalla Procura federale prima e penale poi: gli scudetti vinti e poi revocati sono stati correttamente e legittimamente conseguiti dalla Juventus sul campo. Parlando di calcio giocato, la Juve è prima in campionato e si trova ai quarti di Champions League contro il Monaco: che partita sarà secondo lei e a cosa potranno puntare i bianconeri? "La Juventus mantiene inalterato nel tempo quello spirito guerriero e combattivo che la gestione Moggi-Lippi seppe infondere. E' una Società nata e strutturata per vincere, il destino che accomuna solo i grandi, insomma. Immagino, dunque, una partita di forza fisica ed intelligenza tattica: il superamento del turno è alla portata della Juventus". Crede che la Juventus di mister Allegri sia più forte anche di quella di Conte? "Due modi diversi di vincere e motivare la Squadra. Certo che con questi fantastici interpreti dei valori sportivi, ogni allenatore riuscirebbe ad esprimere al meglio le proprie idee". Il 16 maggio 2015 è stato invitato da Matteo Sassano a presenziare al workshop organizzato dalla R.O.I. Italia sullo scouting proprio allo Juventus Stadium. Che argomenti tratterà al cospetto dei partecipanti? "Ritengo questa materia molto importante per lo sviluppo del calcio in Italia, perchè si tratta di una professione nuova, poco disciplinata ancora, ma che consentirà di sviluppare professionalità sempre più progressivamente indispensabili. Pertanto, per quanto mi riguarda, fornirò quegli stumenti utili per intraprendere e gestire questo percorso professionale cosi interessante, certo del riscontro che una tale eccellente iniziativa saprà riscuotere sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i giovani che intendono confrontarsi con nuove prospettive". http://www.tuttojuve.com/primo-piano/esclusiva-tj-avv-d-onofrio-gli-scudetti-vinti-sono-stati-legittimamente-conseguiti-dalla-juventus-sul-campo-229108
  8. Il pm Ramondini chiede una condanna pecuniaria per MoggiIl pm di Milano Elio Ramondini ha chiesto una condanna pecuniaria di diecimila euro per Luciano Moggi, reo, in alcune trasmissioni televisive, di aver diffamato l'ex presidente dell'Inter Giacinto Facchetti. Secondo il pm, che ha spiegato come la sentenza definitiva su “Calciopoli” dei giorni scorsi, abbia riconosciuto il “sistema Moggi”, l’ex dg bianconero ha usato contro Facchetti una «strategia» premeditata. Il fatto risale al 25 ottobre del 2010 quando, nella trasmissione Notti Magiche, rivolgendosi a Javier Zanetti, capitano dell'Inter, affermò: "Quello che emerge dal processo di Napoli e che emergerà ancora: le telefonate del tuo ex presidente che riguardano le griglie e la richiesta ad un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari, e l’arbitro era Bertini. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini, i pedinamenti, le intercettazioni illegali e anche i passaporti falsi e quindi sta zitto Zanetti, è meglio per te ed è meglio per l’Inter". http://www.tuttojuve.com/calciopoli/il-pm-ramondini-chiede-una-condanna-pecuniaria-per-moggi-229110 Che motivazione stupida e pretestuosa.Uno non puo' nemmeno riportare quello che scrive il capo ufficio indagini della FIGC se qualche magistrato di parte non e' d'accordo Povera Italia! Quindi io per non farmi derubare, rubo prima io, la magistratura dice che va bene perche' cercavo di difendermi?
  9. Sto stronso di pistocchio si sta allargando sempre di piu' Maurizio Pistocchi ‏@pisto_gol La sbirraglia al soldo del pregiudicato si scatena contro i giudici e le persone per bene ( meglio libero Barabba)
  10. Trovato la chiave di volta per riavere gli scudetti 28 & 29. Avete letto cosa ha detto Tavecchio su JE? Antonio Conte minacciato di morte. Lo ha detto il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio ai microfoni di Radio Rai: "L'ho visto stamattina scosso, dopo le polemiche di ieri ha ricevuto minacce di morte su internet. Elkann? Non ho intenzione di replicare alle sue parole, la Juve ha fatto la storia del calcio italiano". http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/tavecchio-minacce-di-morte-a-conte-non-replico-a-elkann-228853 Se e' cosi' allora il 28 & 29 li facciamo chiedere direttamente a JE, visto che la Juve ha fatto la storia del calcio ad una tale richiesta stravecchio non potrebbe dire no
  11. Trovato la chiave di volta per riavere gli scudetti 28 & 29. Avete letto cosa ha detto Tavecchio su JE? Antonio Conte minacciato di morte. Lo ha detto il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio ai microfoni di Radio Rai: "L'ho visto stamattina scosso, dopo le polemiche di ieri ha ricevuto minacce di morte su internet. Elkann? Non ho intenzione di replicare alle sue parole, la Juve ha fatto la storia del calcio italiano". http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/tavecchio-minacce-di-morte-a-conte-non-replico-a-elkann-228853 Se e' cosi' allora il 28 & 29 li facciamo chiedere direttamente a JE, visto che la Juve ha fatto la storia del calcio ad una tale richiesta stravecchio non potrebbe dire no
  12. No qualcuno della Juve sicuramente sara' stato stai tranquillo: hanno messo il processo su farsopoli dopo silvio per placare gli italiani noti sentimentali popolari e poi una volta fatti sfogare gli italiani per la non assoluzione di Moggi e Giraudo hanno assestato il colpo sollecito-knox ben consci che gli italiani si erano placati a volonta' con farsopoli, ma che se ne andassero tutti a fankulo facciamo sempre da cuscinetto noi
  13. Intanto la stessa corte di Cassazione che ha assolto il puttaniere Silvio e dopo poco tempo ha prescritto Moggi e Giraudo, oggi ha assolto Sollecito e Knox da omicidio. Alla fine paghiamo sempre e solo noi, ma V********O anche alla Corte di Cassazione va. Omicidio Meredith, assolti Amanda Knox e Raffaele Sollecito La sentenza della Cassazione. Dopo le arringhe dei difensori, lunga camera di consiglio dei giudici. Il giovane ha atteso il verdetto a casa sua. L'americana è stata condannata per calunnia nei confronti di Lumumba, è in Usa. L'esultanza in casa del ragazzo, il disappunto dei familiari della giovane uccisa
  14. l'ho messo a posta per dimostrare che poi riescono a tirare dentro anche chi sta dalla nostra parte per poi dire: Avete visto che siete dalla parte del torto, anche una persona come Zoff lo ha detto...
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