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match preview [ Serie A Tim ] Juventus - Lazio 2-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Ah dimenticavo, non lo avevo ancora scritto: Sabato cerchiamo di rompere il Kulo alla Lazie, grazie! -
match preview [ Serie A Tim ] Juventus - Lazio 2-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Il Cagliari nei guai e l'esempio del presidente Giulini:"Niente alibi" "Mi assumo le mie responsabilità, imparo dagli errori e riparto. Niente alibi, arbitri, pali e cattiva condizione fisica". Parole di Tommaso Giulini, 37 anni, amico della famiglia Moratti, e da nemmeno un anno presidente del Cagliari. Parole che gli fanno onore: imparassero da lui altri presidenti (un nome a casa, De Laurentiis) che vedono congiure e cercano solo alibi per nascondere i loro errori. Giulini ha sbagliato: ha sbagliato a prendere Zeman (non era adatto), ha sbagliato a prendere Zola, cacciarlo e ripigliare Zeman. Il Cagliari forse retrocederà, dipende molto da chi gli sta davanti ma l'Atalanta è lontana ormai. Ma il Cagliari sta mettendo basi serie, solide. Giulini ascolti il suo vicepresidente, s. f., che è navigato ormai dopo tanti anni al fianco dei fratelli Moratti. A proposito, f. è stato appena nominato grande ufficiale della Repubblica (complimenti). Chi e' s. f.?????????? La strana storia del dottor f. Venerdì 02 Dicembre 2011 01:46 Un dettaglio del ricorso al TAR presentato dalla Juventus ha colpito l'attenzione dei più solerti interessati. Come rilevato anche da Massimiliano Nerozzi de 'La Stampa', che ha commentato aggiungendo "Cattivi pensieri?" dopo la notizia, un nome presente in quel ricorso attira l'attenzione: s. f.. Nelle ultime pagine del ricorso leggiamo: "La Società ricorrente […] ritiene necessario acquisire le seguenti fonti di prova testimoniale volte ad accertare le ragioni e le modalità del comportamento gravemente colposo ed illegittimo della F.I.G.C e dei suoi Organi coinvolti nella fattispecie in esame. In particolare, si richiede di escutere come testimoni o in sede di interrogatorio formale: [...] 10. il Sig. s. f., quale responsabile per la sicurezza della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a. All’uopo, si deducono i seguenti capitoli di prova testimoniali: [...] 9. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 fu dipendente o collaboratore della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a., in qualità di responsabile per la sicurezza”; 10. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 ha percepito un compenso notevolmente superiore a quello percepito nelle stagioni successive”. Oltre alle persone note cui la Juventus chiede di fornire spiegazioni in merito alle ben note vicende dell’assegnazione dello scudetto relativo alla stagione 2005-2006, in quanto ritenute responsabili anche di aver omesso prove e provvedimenti nel corso degli ultimi cinque anni, compare un nome nuovo. Quello di s. f., dipendente Inter che, ricorso alla mano, pare abbia percepito proprio nelle due stagioni “incriminate” 2004-05 e 2005-06 un “compenso notevolmente superiore” rispetto ai successivi. Cerchiamo di capire meglio di chi si tratta, senza voler lanciare accuse infondate, senza costruire castelli - abitudine che non ci appartiene e che lasciamo volentieri ad altri - ma facendo emergere le perplessità che hanno fatto storcere il naso ai legali stessi della società bianconera. Nato a Roma il 18 ottobre 1959, è laureato in Giurisprudenza ed ha iniziato la carriera in polizia: nel 1991 è stato inviato a Londra ad indagare sulla morte di Roberto Calvi. Nel 1992 è entrato nei quadri della Direzione investigativa antimafia. Nel 1995 il suo ritorno in Toscana, dove ha lavorato alla Digos, poi nel pool di poliziotti a disposizione di Pierluigi Vigna e indi alla squadra mobile di Lucca, che ha diretto. Sempre nel 1995, segue un corso in FBI. Nel 2000 è diventato inoltre Security manager del Comune di Firenze, voluto dal sindaco Dominici, e consulente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia. Quindi è ritornato a Roma, come Portavoce del Capo della Polizia De Gennaro. È docente ai Master di specializzazione presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università Cattolica di Milano, nonché consulente ONU per il programma IPO (organizzazione e sicurezza di grandi eventi) e, dal 30 marzo 2010, è il nuovo vice presidente incaricato per le Relazioni esterne, Comunicazione e Marketing dell' Associazione Industriali province della Sardegna meridionale. A Milano arriva il 26 novembre 2003, in qualità di responsabile sicurezza del gruppo Saras (la holding della famiglia Moratti) e, successivamente, come responsabile delle relazioni esterne. Alla carica di Direttore delle Relazioni Esterne che f. ricopre in Saras si è da subito affiancata quella di responsabile per la sicurezza e i rapporti istituzionali all’Inter, come si evince anche da questo articolo della giornalaccio rosa dello Sport datato 15 aprile 2005. Per l’Inter, dunque, prosegue l’abitudine al riciclo interno di dirigenti nelle varie aziende del gruppo. Il settore comunicazione e sicurezza, inoltre, si conferma strategico per la vecchia sede di via Durini: dopo gli anni di Calciopoli, anni caratterizzati da pedinamenti ai danni di tesserati FIGC e da intercettazioni telefoniche, e dopo la scomparsa di Giacinto Facchetti, arriva la promozione a Vice direttore Generale per il dottor f.. L’ex poliziotto, a partire dal 21 novembre 2006, va infatti ad affiancare il DG Ernesto Paolillo, con delega al coordinamento della Comunicazione Societaria e dell’Ufficio Stampa, alla Sicurezza ed alla Protezione del Brand (da fonte Saras, tuttavia, pare che la carica di Vice DG risalga all’anno stesso dell’assunzione da parte della società milanese). s. f., inoltre, a seguito dello stravolgimento dell’organigramma nerazzurro, si ritroverà persino a far parte del Comitato Strategico dell’Internazionale, organismo centrale che sottostà direttamente al solo CDA dell’Azienda milanese, al fianco dei Moratti (Massimo, Angelomario e Milly), di Ghelfi e di Paolillo. Nessun altro. Le sue competenze e la sua attività possono più facilmente essere prese in considerazione da parte dei quadri aziendali, le sue prestazioni hanno un peso nelle scelte decisionali dell’intera società. Un’ascesa sfavillante per un responsabile alla sicurezza, sebbene dal curriculum invidiabile. Che poi la domanda sorge spontanea: ma che diavolo ci fa un responsabile alla sicurezza in una società di calcio? E perché si occupa contemporaneamente di relazioni esterne? Probabilmente l’Inter voleva capire cosa accadeva intorno a sé, temeva qualche attacco, temeva di essere vittima di un intero sistema. Queste considerazioni sono analoghe a quelle fatte riguardo all’affaire Telecom: a cosa servivano quei dossier (Como, Ladroni, spionaggi di tesserati, ecc…)? La storia, del resto, fornisce un prezioso assist alle nostre deduzioni: attività Telecom dal 2002-2003, insediamento di responsabili alla sicurezza dal 2003 e… promozioni nel 2006! Inoltre: quante società calcistiche hanno analoghe cariche deputate alla sicurezza? Con tutta probabilità, per quello che sappiamo noi, l’Inter non solo era l’unica ad averle, ma è stata la prima società italiana a preoccuparsi di istituire un settore apposito. Ma restiamo alla cronaca, ché ancora molto resta da raccontare di questa faccenda. Sì, perché il dottor f., una volta giunto nel mondo del calcio non si è fermato alla Bicocca, il suo cuore lo ha riportato nella sua città natale: Roma. In data 11 luglio 2007, infatti, è stato nominato dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, coordinatore nazionale dei delegati alla sicurezza, grazie al suo notevole background nell’ambito dell’ordine pubblico. In pratica, è l’uomo che coordina l’attività degli stewards, come da accordi tra Ministero degli Interni, CONI e FIGC. Inoltre, f. è indicato nell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive come rappresentante FIGC, insieme ai vertici delle forze dell’ordine, dello sport e della protezione civile. Un ruolo non certo privo di implicazioni “politiche”, grazie ai possibili contatti con il palazzo e le istituzioni calcistiche e non; si può parlare di conflitto di interessi? f. può intervenire nelle decisioni relative alla sicurezza degli stadi, all’organizzazione dei match, e, contemporaneamente, lavora nella security nerazzurra, organo, come abbiamo visto, non defilato e marginale, ma assolutamente centrale nell’organigramma interista. Non è una novità che le "prese di potere" avvengano anche inserendo propri rappresentanti nei posti giusti, quelli che devono esercitare controlli e prendere decisioni. E il tutto all'oscuro di Moggi, che nel frattempo parlava con Baldas e Biscardi. Ma ora, direte voi, cosa c’entra Luciano Moggi con i fatti di quattro anni fa? C’è un episodio curioso, risalente al 2003, che riguarda - manco a farlo apposta - il dottor s. f.: per qualche mese è stato un membro dell’Ufficio indagine della Federcalcio. Nessuna prova su un ruolo attivo del signor f. nelle vicende note come “Calciopoli”, anche perché si è dimesso una volta giunto al cospetto di Moratti: questo atto, tuttavia, conferma il ruolo attivo, alle dipendenze del procuratore Stefano Palazzi, di un dirigente che di lì a poco avrebbe fatto parte dell'organigramma interista. Non conosciamo le reali motivazioni di tale provvedimento (celate dietro la necessità di integrazione di personale), ma la cronologia è curiosa: il 28 aprile 2003 è firmato l’accordo f.-FIGC e a novembre viene assunto dall’Inter, nel pieno dell’attività presso la Procura federale. Sembra che la società di Massimo Moratti, tra il 2002 ed il 2003, sia stata particolarmente interessata alla propria sicurezza: dalla fine del 2002 si può collocare l'attività di Giuliano Tavaroli, altro responsabile della sicurezza, sponda Telecom, rivolto ai dossieraggi illegali di tesserati (come emerso dal processo Telecom in corso a Milano); poi, dalla fine 2003, un altro super-poliziotto giunge in società (f., appunto, sponda Saras-Inter). E ci si chiede come mai, non ancora Vice Direttore Generale nerazzurro, percepisse uno stipendio superiore a quello che avrebbe preso dopo la promozione. Questo è il "cattivo pensiero", citando Nerozzi, che potrebbe essere balenato nella testa dello staff legale bianconero? Se i sospetti si fermano qui, i dubbi e le perplessità avvolgono ogni tifoso di calcio che criticamente si interessa anche di quello che non è calcio giocato, ma che assume un’importanza assoluta se visto in un’ottica attuale fatta di poteri e di tavoli. Rivediamo la cronistoria sportiva di f., dopo la sua “scesa in campo”: - aprile 2003: Ufficio Indagini FIGC; - novembre 2003: responsabile sicurezza e relazioni esterne in Saras e Internazionale; - novembre 2006: promozione a Vice DG dell’Internazionale; - luglio 2007: coordinatore nazionale degli stewards. Vi immaginate cosa sarebbe successo se Moggi o il suo uomo di fiducia fossero stati scelti dalle strutture giudicanti della Federcalcio? Di cosa stiamo parlando ancora? Delle tre telefonate in croce che fanno sorgere dubbi sull’integrità morale dei dirigenti juventini? E su queste vicende non una parola che sia una. Un uomo che segue attivamente Saras, Confindustria, settore sportivo e dirigenziale dell’Inter, che ha rapporti con istituzioni, ruoli in FIGC e persino all’interno di organismi ministeriali. Se non è conflitto di interessi, poco ci manca. E pensare che la guida dovrebbe essere proprio la FIGC. Recita, infatti, lo statuto federale (art.3-m): “Al fine di promuovere e disciplinare il giuoco del calcio, la FIGC esercita, in particolare, le seguenti funzioni:[…] la disciplina delle situazioni di conflitto di interessi; ”. E, ancora, l’art.29 (requisiti e incompatibilità delle cariche federali): “5. Sono altresì incompatibili con la carica che rivestono e devono essere dichiarati decaduti coloro che vengono a trovarsi in permanente conflitto di interesse per ragioni economiche con l’organo nel quale sono eletti o nominati. Qualora il conflitto d’interessi sia limitato a singole deliberazioni o atti, il soggetto interessato non deve prendere parte alle une o agli altri. 6. I regolamenti federali disciplinano gli altri casi di conflitti di interesse e stabiliscono le relative conseguenze o sanzioni.”. Si verifichi il rispetto di queste norme, si verifichi il motivo dello stipendio stranamente elevato tra il 2004 ed il 2006, ma il problema etico rimane: l’etica è il modo di agire secondo coscienza, è il rispetto delle leggi, scritte e non, che dovrebbe essere alla base di ogni ordinamento e istituzione. Ed invece troviamo mani in pasta ovunque, in settori strategici dell’industria, della politica, del calcio, in quel settore, quello della sicurezza, al centro di vicende note, che solo la Federcalcio (si ricordino, a tal proposito, l’archiviazione di Palazzi e la censurabile risposta all’avvocato di Vieri) non ha voluto vedere. Perché, se le vedi, non puoi poi questionare sulle pagliuzze altrui. A proposito, in FIGC l’etica non si prescrive. Anch’essa è stata archiviata da tempo. http://www.ju29ro.co...r-f..html -
Il Film Su Calciopoli
ClaudioGentile ha risposto al topic di Antonio1897Juventus in Calciopoli (Farsopoli)
Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Il Cagliari nei guai e l'esempio del presidente Giulini:"Niente alibi" "Mi assumo le mie responsabilità, imparo dagli errori e riparto. Niente alibi, arbitri, pali e cattiva condizione fisica". Parole di Tommaso Giulini, 37 anni, amico della famiglia Moratti, e da nemmeno un anno presidente del Cagliari. Parole che gli fanno onore: imparassero da lui altri presidenti (un nome a casa, De Laurentiis) che vedono congiure e cercano solo alibi per nascondere i loro errori. Giulini ha sbagliato: ha sbagliato a prendere Zeman (non era adatto), ha sbagliato a prendere Zola, cacciarlo e ripigliare Zeman. Il Cagliari forse retrocederà, dipende molto da chi gli sta davanti ma l'Atalanta è lontana ormai. Ma il Cagliari sta mettendo basi serie, solide. Giulini ascolti il suo vicepresidente, s. f., che è navigato ormai dopo tanti anni al fianco dei fratelli Moratti. A proposito, f. è stato appena nominato grande ufficiale della Repubblica (complimenti). Chi e' s. f.?????????? La strana storia del dottor f. Venerdì 02 Dicembre 2011 01:46 Un dettaglio del ricorso al TAR presentato dalla Juventus ha colpito l'attenzione dei più solerti interessati. Come rilevato anche da Massimiliano Nerozzi de 'La Stampa', che ha commentato aggiungendo "Cattivi pensieri?" dopo la notizia, un nome presente in quel ricorso attira l'attenzione: s. f.. Nelle ultime pagine del ricorso leggiamo: "La Società ricorrente […] ritiene necessario acquisire le seguenti fonti di prova testimoniale volte ad accertare le ragioni e le modalità del comportamento gravemente colposo ed illegittimo della F.I.G.C e dei suoi Organi coinvolti nella fattispecie in esame. In particolare, si richiede di escutere come testimoni o in sede di interrogatorio formale: [...] 10. il Sig. s. f., quale responsabile per la sicurezza della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a. All’uopo, si deducono i seguenti capitoli di prova testimoniali: [...] 9. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 fu dipendente o collaboratore della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a., in qualità di responsabile per la sicurezza”; 10. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 ha percepito un compenso notevolmente superiore a quello percepito nelle stagioni successive”. Oltre alle persone note cui la Juventus chiede di fornire spiegazioni in merito alle ben note vicende dell’assegnazione dello scudetto relativo alla stagione 2005-2006, in quanto ritenute responsabili anche di aver omesso prove e provvedimenti nel corso degli ultimi cinque anni, compare un nome nuovo. Quello di s. f., dipendente Inter che, ricorso alla mano, pare abbia percepito proprio nelle due stagioni “incriminate” 2004-05 e 2005-06 un “compenso notevolmente superiore” rispetto ai successivi. Cerchiamo di capire meglio di chi si tratta, senza voler lanciare accuse infondate, senza costruire castelli - abitudine che non ci appartiene e che lasciamo volentieri ad altri - ma facendo emergere le perplessità che hanno fatto storcere il naso ai legali stessi della società bianconera. Nato a Roma il 18 ottobre 1959, è laureato in Giurisprudenza ed ha iniziato la carriera in polizia: nel 1991 è stato inviato a Londra ad indagare sulla morte di Roberto Calvi. Nel 1992 è entrato nei quadri della Direzione investigativa antimafia. Nel 1995 il suo ritorno in Toscana, dove ha lavorato alla Digos, poi nel pool di poliziotti a disposizione di Pierluigi Vigna e indi alla squadra mobile di Lucca, che ha diretto. Sempre nel 1995, segue un corso in FBI. Nel 2000 è diventato inoltre Security manager del Comune di Firenze, voluto dal sindaco Dominici, e consulente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia. Quindi è ritornato a Roma, come Portavoce del Capo della Polizia De Gennaro. È docente ai Master di specializzazione presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università Cattolica di Milano, nonché consulente ONU per il programma IPO (organizzazione e sicurezza di grandi eventi) e, dal 30 marzo 2010, è il nuovo vice presidente incaricato per le Relazioni esterne, Comunicazione e Marketing dell' Associazione Industriali province della Sardegna meridionale. A Milano arriva il 26 novembre 2003, in qualità di responsabile sicurezza del gruppo Saras (la holding della famiglia Moratti) e, successivamente, come responsabile delle relazioni esterne. Alla carica di Direttore delle Relazioni Esterne che f. ricopre in Saras si è da subito affiancata quella di responsabile per la sicurezza e i rapporti istituzionali all’Inter, come si evince anche da questo articolo della giornalaccio rosa dello Sport datato 15 aprile 2005. Per l’Inter, dunque, prosegue l’abitudine al riciclo interno di dirigenti nelle varie aziende del gruppo. Il settore comunicazione e sicurezza, inoltre, si conferma strategico per la vecchia sede di via Durini: dopo gli anni di Calciopoli, anni caratterizzati da pedinamenti ai danni di tesserati FIGC e da intercettazioni telefoniche, e dopo la scomparsa di Giacinto Facchetti, arriva la promozione a Vice direttore Generale per il dottor f.. L’ex poliziotto, a partire dal 21 novembre 2006, va infatti ad affiancare il DG Ernesto Paolillo, con delega al coordinamento della Comunicazione Societaria e dell’Ufficio Stampa, alla Sicurezza ed alla Protezione del Brand (da fonte Saras, tuttavia, pare che la carica di Vice DG risalga all’anno stesso dell’assunzione da parte della società milanese). s. f., inoltre, a seguito dello stravolgimento dell’organigramma nerazzurro, si ritroverà persino a far parte del Comitato Strategico dell’Internazionale, organismo centrale che sottostà direttamente al solo CDA dell’Azienda milanese, al fianco dei Moratti (Massimo, Angelomario e Milly), di Ghelfi e di Paolillo. Nessun altro. Le sue competenze e la sua attività possono più facilmente essere prese in considerazione da parte dei quadri aziendali, le sue prestazioni hanno un peso nelle scelte decisionali dell’intera società. Un’ascesa sfavillante per un responsabile alla sicurezza, sebbene dal curriculum invidiabile. Che poi la domanda sorge spontanea: ma che diavolo ci fa un responsabile alla sicurezza in una società di calcio? E perché si occupa contemporaneamente di relazioni esterne? Probabilmente l’Inter voleva capire cosa accadeva intorno a sé, temeva qualche attacco, temeva di essere vittima di un intero sistema. Queste considerazioni sono analoghe a quelle fatte riguardo all’affaire Telecom: a cosa servivano quei dossier (Como, Ladroni, spionaggi di tesserati, ecc…)? La storia, del resto, fornisce un prezioso assist alle nostre deduzioni: attività Telecom dal 2002-2003, insediamento di responsabili alla sicurezza dal 2003 e… promozioni nel 2006! Inoltre: quante società calcistiche hanno analoghe cariche deputate alla sicurezza? Con tutta probabilità, per quello che sappiamo noi, l’Inter non solo era l’unica ad averle, ma è stata la prima società italiana a preoccuparsi di istituire un settore apposito. Ma restiamo alla cronaca, ché ancora molto resta da raccontare di questa faccenda. Sì, perché il dottor f., una volta giunto nel mondo del calcio non si è fermato alla Bicocca, il suo cuore lo ha riportato nella sua città natale: Roma. In data 11 luglio 2007, infatti, è stato nominato dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, coordinatore nazionale dei delegati alla sicurezza, grazie al suo notevole background nell’ambito dell’ordine pubblico. In pratica, è l’uomo che coordina l’attività degli stewards, come da accordi tra Ministero degli Interni, CONI e FIGC. Inoltre, f. è indicato nell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive come rappresentante FIGC, insieme ai vertici delle forze dell’ordine, dello sport e della protezione civile. Un ruolo non certo privo di implicazioni “politiche”, grazie ai possibili contatti con il palazzo e le istituzioni calcistiche e non; si può parlare di conflitto di interessi? f. può intervenire nelle decisioni relative alla sicurezza degli stadi, all’organizzazione dei match, e, contemporaneamente, lavora nella security nerazzurra, organo, come abbiamo visto, non defilato e marginale, ma assolutamente centrale nell’organigramma interista. Non è una novità che le "prese di potere" avvengano anche inserendo propri rappresentanti nei posti giusti, quelli che devono esercitare controlli e prendere decisioni. E il tutto all'oscuro di Moggi, che nel frattempo parlava con Baldas e Biscardi. Ma ora, direte voi, cosa c’entra Luciano Moggi con i fatti di quattro anni fa? C’è un episodio curioso, risalente al 2003, che riguarda - manco a farlo apposta - il dottor s. f.: per qualche mese è stato un membro dell’Ufficio indagine della Federcalcio. Nessuna prova su un ruolo attivo del signor f. nelle vicende note come “Calciopoli”, anche perché si è dimesso una volta giunto al cospetto di Moratti: questo atto, tuttavia, conferma il ruolo attivo, alle dipendenze del procuratore Stefano Palazzi, di un dirigente che di lì a poco avrebbe fatto parte dell'organigramma interista. Non conosciamo le reali motivazioni di tale provvedimento (celate dietro la necessità di integrazione di personale), ma la cronologia è curiosa: il 28 aprile 2003 è firmato l’accordo f.-FIGC e a novembre viene assunto dall’Inter, nel pieno dell’attività presso la Procura federale. Sembra che la società di Massimo Moratti, tra il 2002 ed il 2003, sia stata particolarmente interessata alla propria sicurezza: dalla fine del 2002 si può collocare l'attività di Giuliano Tavaroli, altro responsabile della sicurezza, sponda Telecom, rivolto ai dossieraggi illegali di tesserati (come emerso dal processo Telecom in corso a Milano); poi, dalla fine 2003, un altro super-poliziotto giunge in società (f., appunto, sponda Saras-Inter). E ci si chiede come mai, non ancora Vice Direttore Generale nerazzurro, percepisse uno stipendio superiore a quello che avrebbe preso dopo la promozione. Questo è il "cattivo pensiero", citando Nerozzi, che potrebbe essere balenato nella testa dello staff legale bianconero? Se i sospetti si fermano qui, i dubbi e le perplessità avvolgono ogni tifoso di calcio che criticamente si interessa anche di quello che non è calcio giocato, ma che assume un’importanza assoluta se visto in un’ottica attuale fatta di poteri e di tavoli. Rivediamo la cronistoria sportiva di f., dopo la sua “scesa in campo”: - aprile 2003: Ufficio Indagini FIGC; - novembre 2003: responsabile sicurezza e relazioni esterne in Saras e Internazionale; - novembre 2006: promozione a Vice DG dell’Internazionale; - luglio 2007: coordinatore nazionale degli stewards. Vi immaginate cosa sarebbe successo se Moggi o il suo uomo di fiducia fossero stati scelti dalle strutture giudicanti della Federcalcio? Di cosa stiamo parlando ancora? Delle tre telefonate in croce che fanno sorgere dubbi sull’integrità morale dei dirigenti juventini? E su queste vicende non una parola che sia una. Un uomo che segue attivamente Saras, Confindustria, settore sportivo e dirigenziale dell’Inter, che ha rapporti con istituzioni, ruoli in FIGC e persino all’interno di organismi ministeriali. Se non è conflitto di interessi, poco ci manca. E pensare che la guida dovrebbe essere proprio la FIGC. Recita, infatti, lo statuto federale (art.3-m): “Al fine di promuovere e disciplinare il giuoco del calcio, la FIGC esercita, in particolare, le seguenti funzioni:[…] la disciplina delle situazioni di conflitto di interessi; ”. E, ancora, l’art.29 (requisiti e incompatibilità delle cariche federali): “5. Sono altresì incompatibili con la carica che rivestono e devono essere dichiarati decaduti coloro che vengono a trovarsi in permanente conflitto di interesse per ragioni economiche con l’organo nel quale sono eletti o nominati. Qualora il conflitto d’interessi sia limitato a singole deliberazioni o atti, il soggetto interessato non deve prendere parte alle une o agli altri. 6. I regolamenti federali disciplinano gli altri casi di conflitti di interesse e stabiliscono le relative conseguenze o sanzioni.”. Si verifichi il rispetto di queste norme, si verifichi il motivo dello stipendio stranamente elevato tra il 2004 ed il 2006, ma il problema etico rimane: l’etica è il modo di agire secondo coscienza, è il rispetto delle leggi, scritte e non, che dovrebbe essere alla base di ogni ordinamento e istituzione. Ed invece troviamo mani in pasta ovunque, in settori strategici dell’industria, della politica, del calcio, in quel settore, quello della sicurezza, al centro di vicende note, che solo la Federcalcio (si ricordino, a tal proposito, l’archiviazione di Palazzi e la censurabile risposta all’avvocato di Vieri) non ha voluto vedere. Perché, se le vedi, non puoi poi questionare sulle pagliuzze altrui. A proposito, in FIGC l’etica non si prescrive. Anch’essa è stata archiviata da tempo. http://www.ju29ro.co...r-f..html -
Il Bar Sulla Riva Del Fiume - Parte Diciannovesima
ClaudioGentile ha risposto al topic di franca1000 in Calciopoli (Farsopoli)
Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Il Cagliari nei guai e l'esempio del presidente Giulini:"Niente alibi" "Mi assumo le mie responsabilità, imparo dagli errori e riparto. Niente alibi, arbitri, pali e cattiva condizione fisica". Parole di Tommaso Giulini, 37 anni, amico della famiglia Moratti, e da nemmeno un anno presidente del Cagliari. Parole che gli fanno onore: imparassero da lui altri presidenti (un nome a casa, De Laurentiis) che vedono congiure e cercano solo alibi per nascondere i loro errori. Giulini ha sbagliato: ha sbagliato a prendere Zeman (non era adatto), ha sbagliato a prendere Zola, cacciarlo e ripigliare Zeman. Il Cagliari forse retrocederà, dipende molto da chi gli sta davanti ma l'Atalanta è lontana ormai. Ma il Cagliari sta mettendo basi serie, solide. Giulini ascolti il suo vicepresidente, s. f., che è navigato ormai dopo tanti anni al fianco dei fratelli Moratti. A proposito, f. è stato appena nominato grande ufficiale della Repubblica (complimenti). Chi e' s. f.?????????? La strana storia del dottor f. Venerdì 02 Dicembre 2011 01:46 Un dettaglio del ricorso al TAR presentato dalla Juventus ha colpito l'attenzione dei più solerti interessati. Come rilevato anche da Massimiliano Nerozzi de 'La Stampa', che ha commentato aggiungendo "Cattivi pensieri?" dopo la notizia, un nome presente in quel ricorso attira l'attenzione: s. f.. Nelle ultime pagine del ricorso leggiamo: "La Società ricorrente […] ritiene necessario acquisire le seguenti fonti di prova testimoniale volte ad accertare le ragioni e le modalità del comportamento gravemente colposo ed illegittimo della F.I.G.C e dei suoi Organi coinvolti nella fattispecie in esame. In particolare, si richiede di escutere come testimoni o in sede di interrogatorio formale: [...] 10. il Sig. s. f., quale responsabile per la sicurezza della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a. All’uopo, si deducono i seguenti capitoli di prova testimoniali: [...] 9. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 fu dipendente o collaboratore della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a., in qualità di responsabile per la sicurezza”; 10. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 ha percepito un compenso notevolmente superiore a quello percepito nelle stagioni successive”. Oltre alle persone note cui la Juventus chiede di fornire spiegazioni in merito alle ben note vicende dell’assegnazione dello scudetto relativo alla stagione 2005-2006, in quanto ritenute responsabili anche di aver omesso prove e provvedimenti nel corso degli ultimi cinque anni, compare un nome nuovo. Quello di s. f., dipendente Inter che, ricorso alla mano, pare abbia percepito proprio nelle due stagioni “incriminate” 2004-05 e 2005-06 un “compenso notevolmente superiore” rispetto ai successivi. Cerchiamo di capire meglio di chi si tratta, senza voler lanciare accuse infondate, senza costruire castelli - abitudine che non ci appartiene e che lasciamo volentieri ad altri - ma facendo emergere le perplessità che hanno fatto storcere il naso ai legali stessi della società bianconera. Nato a Roma il 18 ottobre 1959, è laureato in Giurisprudenza ed ha iniziato la carriera in polizia: nel 1991 è stato inviato a Londra ad indagare sulla morte di Roberto Calvi. Nel 1992 è entrato nei quadri della Direzione investigativa antimafia. Nel 1995 il suo ritorno in Toscana, dove ha lavorato alla Digos, poi nel pool di poliziotti a disposizione di Pierluigi Vigna e indi alla squadra mobile di Lucca, che ha diretto. Sempre nel 1995, segue un corso in FBI. Nel 2000 è diventato inoltre Security manager del Comune di Firenze, voluto dal sindaco Dominici, e consulente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia. Quindi è ritornato a Roma, come Portavoce del Capo della Polizia De Gennaro. È docente ai Master di specializzazione presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università Cattolica di Milano, nonché consulente ONU per il programma IPO (organizzazione e sicurezza di grandi eventi) e, dal 30 marzo 2010, è il nuovo vice presidente incaricato per le Relazioni esterne, Comunicazione e Marketing dell' Associazione Industriali province della Sardegna meridionale. A Milano arriva il 26 novembre 2003, in qualità di responsabile sicurezza del gruppo Saras (la holding della famiglia Moratti) e, successivamente, come responsabile delle relazioni esterne. Alla carica di Direttore delle Relazioni Esterne che f. ricopre in Saras si è da subito affiancata quella di responsabile per la sicurezza e i rapporti istituzionali all’Inter, come si evince anche da questo articolo della giornalaccio rosa dello Sport datato 15 aprile 2005. Per l’Inter, dunque, prosegue l’abitudine al riciclo interno di dirigenti nelle varie aziende del gruppo. Il settore comunicazione e sicurezza, inoltre, si conferma strategico per la vecchia sede di via Durini: dopo gli anni di Calciopoli, anni caratterizzati da pedinamenti ai danni di tesserati FIGC e da intercettazioni telefoniche, e dopo la scomparsa di Giacinto Facchetti, arriva la promozione a Vice direttore Generale per il dottor f.. L’ex poliziotto, a partire dal 21 novembre 2006, va infatti ad affiancare il DG Ernesto Paolillo, con delega al coordinamento della Comunicazione Societaria e dell’Ufficio Stampa, alla Sicurezza ed alla Protezione del Brand (da fonte Saras, tuttavia, pare che la carica di Vice DG risalga all’anno stesso dell’assunzione da parte della società milanese). s. f., inoltre, a seguito dello stravolgimento dell’organigramma nerazzurro, si ritroverà persino a far parte del Comitato Strategico dell’Internazionale, organismo centrale che sottostà direttamente al solo CDA dell’Azienda milanese, al fianco dei Moratti (Massimo, Angelomario e Milly), di Ghelfi e di Paolillo. Nessun altro. Le sue competenze e la sua attività possono più facilmente essere prese in considerazione da parte dei quadri aziendali, le sue prestazioni hanno un peso nelle scelte decisionali dell’intera società. Un’ascesa sfavillante per un responsabile alla sicurezza, sebbene dal curriculum invidiabile. Che poi la domanda sorge spontanea: ma che diavolo ci fa un responsabile alla sicurezza in una società di calcio? E perché si occupa contemporaneamente di relazioni esterne? Probabilmente l’Inter voleva capire cosa accadeva intorno a sé, temeva qualche attacco, temeva di essere vittima di un intero sistema. Queste considerazioni sono analoghe a quelle fatte riguardo all’affaire Telecom: a cosa servivano quei dossier (Como, Ladroni, spionaggi di tesserati, ecc…)? La storia, del resto, fornisce un prezioso assist alle nostre deduzioni: attività Telecom dal 2002-2003, insediamento di responsabili alla sicurezza dal 2003 e… promozioni nel 2006! Inoltre: quante società calcistiche hanno analoghe cariche deputate alla sicurezza? Con tutta probabilità, per quello che sappiamo noi, l’Inter non solo era l’unica ad averle, ma è stata la prima società italiana a preoccuparsi di istituire un settore apposito. Ma restiamo alla cronaca, ché ancora molto resta da raccontare di questa faccenda. Sì, perché il dottor f., una volta giunto nel mondo del calcio non si è fermato alla Bicocca, il suo cuore lo ha riportato nella sua città natale: Roma. In data 11 luglio 2007, infatti, è stato nominato dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, coordinatore nazionale dei delegati alla sicurezza, grazie al suo notevole background nell’ambito dell’ordine pubblico. In pratica, è l’uomo che coordina l’attività degli stewards, come da accordi tra Ministero degli Interni, CONI e FIGC. Inoltre, f. è indicato nell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive come rappresentante FIGC, insieme ai vertici delle forze dell’ordine, dello sport e della protezione civile. Un ruolo non certo privo di implicazioni “politiche”, grazie ai possibili contatti con il palazzo e le istituzioni calcistiche e non; si può parlare di conflitto di interessi? f. può intervenire nelle decisioni relative alla sicurezza degli stadi, all’organizzazione dei match, e, contemporaneamente, lavora nella security nerazzurra, organo, come abbiamo visto, non defilato e marginale, ma assolutamente centrale nell’organigramma interista. Non è una novità che le "prese di potere" avvengano anche inserendo propri rappresentanti nei posti giusti, quelli che devono esercitare controlli e prendere decisioni. E il tutto all'oscuro di Moggi, che nel frattempo parlava con Baldas e Biscardi. Ma ora, direte voi, cosa c’entra Luciano Moggi con i fatti di quattro anni fa? C’è un episodio curioso, risalente al 2003, che riguarda - manco a farlo apposta - il dottor s. f.: per qualche mese è stato un membro dell’Ufficio indagine della Federcalcio. Nessuna prova su un ruolo attivo del signor f. nelle vicende note come “Calciopoli”, anche perché si è dimesso una volta giunto al cospetto di Moratti: questo atto, tuttavia, conferma il ruolo attivo, alle dipendenze del procuratore Stefano Palazzi, di un dirigente che di lì a poco avrebbe fatto parte dell'organigramma interista. Non conosciamo le reali motivazioni di tale provvedimento (celate dietro la necessità di integrazione di personale), ma la cronologia è curiosa: il 28 aprile 2003 è firmato l’accordo f.-FIGC e a novembre viene assunto dall’Inter, nel pieno dell’attività presso la Procura federale. Sembra che la società di Massimo Moratti, tra il 2002 ed il 2003, sia stata particolarmente interessata alla propria sicurezza: dalla fine del 2002 si può collocare l'attività di Giuliano Tavaroli, altro responsabile della sicurezza, sponda Telecom, rivolto ai dossieraggi illegali di tesserati (come emerso dal processo Telecom in corso a Milano); poi, dalla fine 2003, un altro super-poliziotto giunge in società (f., appunto, sponda Saras-Inter). E ci si chiede come mai, non ancora Vice Direttore Generale nerazzurro, percepisse uno stipendio superiore a quello che avrebbe preso dopo la promozione. Questo è il "cattivo pensiero", citando Nerozzi, che potrebbe essere balenato nella testa dello staff legale bianconero? Se i sospetti si fermano qui, i dubbi e le perplessità avvolgono ogni tifoso di calcio che criticamente si interessa anche di quello che non è calcio giocato, ma che assume un’importanza assoluta se visto in un’ottica attuale fatta di poteri e di tavoli. Rivediamo la cronistoria sportiva di f., dopo la sua “scesa in campo”: - aprile 2003: Ufficio Indagini FIGC; - novembre 2003: responsabile sicurezza e relazioni esterne in Saras e Internazionale; - novembre 2006: promozione a Vice DG dell’Internazionale; - luglio 2007: coordinatore nazionale degli stewards. Vi immaginate cosa sarebbe successo se Moggi o il suo uomo di fiducia fossero stati scelti dalle strutture giudicanti della Federcalcio? Di cosa stiamo parlando ancora? Delle tre telefonate in croce che fanno sorgere dubbi sull’integrità morale dei dirigenti juventini? E su queste vicende non una parola che sia una. Un uomo che segue attivamente Saras, Confindustria, settore sportivo e dirigenziale dell’Inter, che ha rapporti con istituzioni, ruoli in FIGC e persino all’interno di organismi ministeriali. Se non è conflitto di interessi, poco ci manca. E pensare che la guida dovrebbe essere proprio la FIGC. Recita, infatti, lo statuto federale (art.3-m): “Al fine di promuovere e disciplinare il giuoco del calcio, la FIGC esercita, in particolare, le seguenti funzioni:[…] la disciplina delle situazioni di conflitto di interessi; ”. E, ancora, l’art.29 (requisiti e incompatibilità delle cariche federali): “5. Sono altresì incompatibili con la carica che rivestono e devono essere dichiarati decaduti coloro che vengono a trovarsi in permanente conflitto di interesse per ragioni economiche con l’organo nel quale sono eletti o nominati. Qualora il conflitto d’interessi sia limitato a singole deliberazioni o atti, il soggetto interessato non deve prendere parte alle une o agli altri. 6. I regolamenti federali disciplinano gli altri casi di conflitti di interesse e stabiliscono le relative conseguenze o sanzioni.”. Si verifichi il rispetto di queste norme, si verifichi il motivo dello stipendio stranamente elevato tra il 2004 ed il 2006, ma il problema etico rimane: l’etica è il modo di agire secondo coscienza, è il rispetto delle leggi, scritte e non, che dovrebbe essere alla base di ogni ordinamento e istituzione. Ed invece troviamo mani in pasta ovunque, in settori strategici dell’industria, della politica, del calcio, in quel settore, quello della sicurezza, al centro di vicende note, che solo la Federcalcio (si ricordino, a tal proposito, l’archiviazione di Palazzi e la censurabile risposta all’avvocato di Vieri) non ha voluto vedere. Perché, se le vedi, non puoi poi questionare sulle pagliuzze altrui. A proposito, in FIGC l’etica non si prescrive. Anch’essa è stata archiviata da tempo. http://www.ju29ro.co...r-f..html -
K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -
ClaudioGentile ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Palazzi non risponde al generale e l'inchiesta Lotito è scomparsa... Niente da fare: il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, non ha alcuna intenzione di mandare le carte, passato e recente, del suo ufficio al superprocuratore Coni, il generale (in congedo) dei carabinieri Enrico Cataldi. Ci sono già stati due incontri fra le parti, l'ultimo esattamente un mese fase (il 12 marzo). Ci aveva assicurato, dalla Figc, che era tutto a posto e che i rapporti erano ottimi. Non era verso: Palazzi ha continuato a disattendere le disposizioni del nuovo codice di giustizia sportiva e a Palazzo H non è arrivata nemmeno una carta. Purtroppo, il codice ha una lacuna: non sono previste sanzioni, per cui Giovanni Malagò-almeno al momento-può fare ben poco. Il n.1 del Coni potrebbe cominciare a stancarsi di questa situazione, pur essendo di natura un buono. Gli altri procuratori federali, di tutte le Federazioni, sono collaborativi con il generale: non solo, alcuni hanno chiesto un aiuto. Solo Palazzi non ne vuole sapere: come mai? Bisogna forse cominciare a pensare male? Comunque, vediamo nel dettaglio: la superprocura Figc non funziona. Per un errore di notifica (numero di fax sbagliato) non è stato potuto giudicare Iodice che aveva insultato Macalli. Secondo: archiviato il procedimento su Lotito che aveva strapazzato Stefano Farina (designatore serie B, del tutto incolpevole), in tribuna autorità dell'Olimpica. La procura, ovviamente, non ha spiegato il motivo ma pare fossero scaduti i termini. Terzo: che fine ha fatto la famosa inchiesta su Lotito dopo l'audio di Iodice pubblicato da Repubblica. Vero che Palazzi dispone di 40 giorni, due deroghe (anch'esse di 40 giorni) ma non dovrebbe essere complicato indagare. A meno che preferisca nascondersi dietro l'inchiesta della Procura di Napoli e aspettare che finiscano prima loro. Ma la giustizia sportiva non doveva essere rapida? Il Cagliari nei guai e l'esempio del presidente Giulini:"Niente alibi" "Mi assumo le mie responsabilità, imparo dagli errori e riparto. Niente alibi, arbitri, pali e cattiva condizione fisica". Parole di Tommaso Giulini, 37 anni, amico della famiglia Moratti, e da nemmeno un anno presidente del Cagliari. Parole che gli fanno onore: imparassero da lui altri presidenti (un nome a casa, De Laurentiis) che vedono congiure e cercano solo alibi per nascondere i loro errori. Giulini ha sbagliato: ha sbagliato a prendere Zeman (non era adatto), ha sbagliato a prendere Zola, cacciarlo e ripigliare Zeman. Il Cagliari forse retrocederà, dipende molto da chi gli sta davanti ma l'Atalanta è lontana ormai. Ma il Cagliari sta mettendo basi serie, solide. Giulini ascolti il suo vicepresidente, s. f., che è navigato ormai dopo tanti anni al fianco dei fratelli Moratti. A proposito, f. è stato appena nominato grande ufficiale della Repubblica (complimenti). Chi e' s. f.?????????? La strana storia del dottor f. Venerdì 02 Dicembre 2011 01:46 Un dettaglio del ricorso al TAR presentato dalla Juventus ha colpito l'attenzione dei più solerti interessati. Come rilevato anche da Massimiliano Nerozzi de 'La Stampa', che ha commentato aggiungendo "Cattivi pensieri?" dopo la notizia, un nome presente in quel ricorso attira l'attenzione: s. f.. Nelle ultime pagine del ricorso leggiamo: "La Società ricorrente […] ritiene necessario acquisire le seguenti fonti di prova testimoniale volte ad accertare le ragioni e le modalità del comportamento gravemente colposo ed illegittimo della F.I.G.C e dei suoi Organi coinvolti nella fattispecie in esame. In particolare, si richiede di escutere come testimoni o in sede di interrogatorio formale: [...] 10. il Sig. s. f., quale responsabile per la sicurezza della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a. All’uopo, si deducono i seguenti capitoli di prova testimoniali: [...] 9. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 fu dipendente o collaboratore della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a., in qualità di responsabile per la sicurezza”; 10. “Vero che il Sig. s. f. nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 ha percepito un compenso notevolmente superiore a quello percepito nelle stagioni successive”. Oltre alle persone note cui la Juventus chiede di fornire spiegazioni in merito alle ben note vicende dell’assegnazione dello scudetto relativo alla stagione 2005-2006, in quanto ritenute responsabili anche di aver omesso prove e provvedimenti nel corso degli ultimi cinque anni, compare un nome nuovo. Quello di s. f., dipendente Inter che, ricorso alla mano, pare abbia percepito proprio nelle due stagioni “incriminate” 2004-05 e 2005-06 un “compenso notevolmente superiore” rispetto ai successivi. Cerchiamo di capire meglio di chi si tratta, senza voler lanciare accuse infondate, senza costruire castelli - abitudine che non ci appartiene e che lasciamo volentieri ad altri - ma facendo emergere le perplessità che hanno fatto storcere il naso ai legali stessi della società bianconera. Nato a Roma il 18 ottobre 1959, è laureato in Giurisprudenza ed ha iniziato la carriera in polizia: nel 1991 è stato inviato a Londra ad indagare sulla morte di Roberto Calvi. Nel 1992 è entrato nei quadri della Direzione investigativa antimafia. Nel 1995 il suo ritorno in Toscana, dove ha lavorato alla Digos, poi nel pool di poliziotti a disposizione di Pierluigi Vigna e indi alla squadra mobile di Lucca, che ha diretto. Sempre nel 1995, segue un corso in FBI. Nel 2000 è diventato inoltre Security manager del Comune di Firenze, voluto dal sindaco Dominici, e consulente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia. Quindi è ritornato a Roma, come Portavoce del Capo della Polizia De Gennaro. È docente ai Master di specializzazione presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università Cattolica di Milano, nonché consulente ONU per il programma IPO (organizzazione e sicurezza di grandi eventi) e, dal 30 marzo 2010, è il nuovo vice presidente incaricato per le Relazioni esterne, Comunicazione e Marketing dell' Associazione Industriali province della Sardegna meridionale. A Milano arriva il 26 novembre 2003, in qualità di responsabile sicurezza del gruppo Saras (la holding della famiglia Moratti) e, successivamente, come responsabile delle relazioni esterne. Alla carica di Direttore delle Relazioni Esterne che f. ricopre in Saras si è da subito affiancata quella di responsabile per la sicurezza e i rapporti istituzionali all’Inter, come si evince anche da questo articolo della giornalaccio rosa dello Sport datato 15 aprile 2005. Per l’Inter, dunque, prosegue l’abitudine al riciclo interno di dirigenti nelle varie aziende del gruppo. Il settore comunicazione e sicurezza, inoltre, si conferma strategico per la vecchia sede di via Durini: dopo gli anni di Calciopoli, anni caratterizzati da pedinamenti ai danni di tesserati FIGC e da intercettazioni telefoniche, e dopo la scomparsa di Giacinto Facchetti, arriva la promozione a Vice direttore Generale per il dottor f.. L’ex poliziotto, a partire dal 21 novembre 2006, va infatti ad affiancare il DG Ernesto Paolillo, con delega al coordinamento della Comunicazione Societaria e dell’Ufficio Stampa, alla Sicurezza ed alla Protezione del Brand (da fonte Saras, tuttavia, pare che la carica di Vice DG risalga all’anno stesso dell’assunzione da parte della società milanese). s. f., inoltre, a seguito dello stravolgimento dell’organigramma nerazzurro, si ritroverà persino a far parte del Comitato Strategico dell’Internazionale, organismo centrale che sottostà direttamente al solo CDA dell’Azienda milanese, al fianco dei Moratti (Massimo, Angelomario e Milly), di Ghelfi e di Paolillo. Nessun altro. Le sue competenze e la sua attività possono più facilmente essere prese in considerazione da parte dei quadri aziendali, le sue prestazioni hanno un peso nelle scelte decisionali dell’intera società. Un’ascesa sfavillante per un responsabile alla sicurezza, sebbene dal curriculum invidiabile. Che poi la domanda sorge spontanea: ma che diavolo ci fa un responsabile alla sicurezza in una società di calcio? E perché si occupa contemporaneamente di relazioni esterne? Probabilmente l’Inter voleva capire cosa accadeva intorno a sé, temeva qualche attacco, temeva di essere vittima di un intero sistema. Queste considerazioni sono analoghe a quelle fatte riguardo all’affaire Telecom: a cosa servivano quei dossier (Como, Ladroni, spionaggi di tesserati, ecc…)? La storia, del resto, fornisce un prezioso assist alle nostre deduzioni: attività Telecom dal 2002-2003, insediamento di responsabili alla sicurezza dal 2003 e… promozioni nel 2006! Inoltre: quante società calcistiche hanno analoghe cariche deputate alla sicurezza? Con tutta probabilità, per quello che sappiamo noi, l’Inter non solo era l’unica ad averle, ma è stata la prima società italiana a preoccuparsi di istituire un settore apposito. Ma restiamo alla cronaca, ché ancora molto resta da raccontare di questa faccenda. Sì, perché il dottor f., una volta giunto nel mondo del calcio non si è fermato alla Bicocca, il suo cuore lo ha riportato nella sua città natale: Roma. In data 11 luglio 2007, infatti, è stato nominato dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, coordinatore nazionale dei delegati alla sicurezza, grazie al suo notevole background nell’ambito dell’ordine pubblico. In pratica, è l’uomo che coordina l’attività degli stewards, come da accordi tra Ministero degli Interni, CONI e FIGC. Inoltre, f. è indicato nell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive come rappresentante FIGC, insieme ai vertici delle forze dell’ordine, dello sport e della protezione civile. Un ruolo non certo privo di implicazioni “politiche”, grazie ai possibili contatti con il palazzo e le istituzioni calcistiche e non; si può parlare di conflitto di interessi? f. può intervenire nelle decisioni relative alla sicurezza degli stadi, all’organizzazione dei match, e, contemporaneamente, lavora nella security nerazzurra, organo, come abbiamo visto, non defilato e marginale, ma assolutamente centrale nell’organigramma interista. Non è una novità che le "prese di potere" avvengano anche inserendo propri rappresentanti nei posti giusti, quelli che devono esercitare controlli e prendere decisioni. E il tutto all'oscuro di Moggi, che nel frattempo parlava con Baldas e Biscardi. Ma ora, direte voi, cosa c’entra Luciano Moggi con i fatti di quattro anni fa? C’è un episodio curioso, risalente al 2003, che riguarda - manco a farlo apposta - il dottor s. f.: per qualche mese è stato un membro dell’Ufficio indagine della Federcalcio. Nessuna prova su un ruolo attivo del signor f. nelle vicende note come “Calciopoli”, anche perché si è dimesso una volta giunto al cospetto di Moratti: questo atto, tuttavia, conferma il ruolo attivo, alle dipendenze del procuratore Stefano Palazzi, di un dirigente che di lì a poco avrebbe fatto parte dell'organigramma interista. Non conosciamo le reali motivazioni di tale provvedimento (celate dietro la necessità di integrazione di personale), ma la cronologia è curiosa: il 28 aprile 2003 è firmato l’accordo f.-FIGC e a novembre viene assunto dall’Inter, nel pieno dell’attività presso la Procura federale. Sembra che la società di Massimo Moratti, tra il 2002 ed il 2003, sia stata particolarmente interessata alla propria sicurezza: dalla fine del 2002 si può collocare l'attività di Giuliano Tavaroli, altro responsabile della sicurezza, sponda Telecom, rivolto ai dossieraggi illegali di tesserati (come emerso dal processo Telecom in corso a Milano); poi, dalla fine 2003, un altro super-poliziotto giunge in società (f., appunto, sponda Saras-Inter). E ci si chiede come mai, non ancora Vice Direttore Generale nerazzurro, percepisse uno stipendio superiore a quello che avrebbe preso dopo la promozione. Questo è il "cattivo pensiero", citando Nerozzi, che potrebbe essere balenato nella testa dello staff legale bianconero? Se i sospetti si fermano qui, i dubbi e le perplessità avvolgono ogni tifoso di calcio che criticamente si interessa anche di quello che non è calcio giocato, ma che assume un’importanza assoluta se visto in un’ottica attuale fatta di poteri e di tavoli. Rivediamo la cronistoria sportiva di f., dopo la sua “scesa in campo”: - aprile 2003: Ufficio Indagini FIGC; - novembre 2003: responsabile sicurezza e relazioni esterne in Saras e Internazionale; - novembre 2006: promozione a Vice DG dell’Internazionale; - luglio 2007: coordinatore nazionale degli stewards. Vi immaginate cosa sarebbe successo se Moggi o il suo uomo di fiducia fossero stati scelti dalle strutture giudicanti della Federcalcio? Di cosa stiamo parlando ancora? Delle tre telefonate in croce che fanno sorgere dubbi sull’integrità morale dei dirigenti juventini? E su queste vicende non una parola che sia una. Un uomo che segue attivamente Saras, Confindustria, settore sportivo e dirigenziale dell’Inter, che ha rapporti con istituzioni, ruoli in FIGC e persino all’interno di organismi ministeriali. Se non è conflitto di interessi, poco ci manca. E pensare che la guida dovrebbe essere proprio la FIGC. Recita, infatti, lo statuto federale (art.3-m): “Al fine di promuovere e disciplinare il giuoco del calcio, la FIGC esercita, in particolare, le seguenti funzioni:[…] la disciplina delle situazioni di conflitto di interessi; ”. E, ancora, l’art.29 (requisiti e incompatibilità delle cariche federali): “5. Sono altresì incompatibili con la carica che rivestono e devono essere dichiarati decaduti coloro che vengono a trovarsi in permanente conflitto di interesse per ragioni economiche con l’organo nel quale sono eletti o nominati. Qualora il conflitto d’interessi sia limitato a singole deliberazioni o atti, il soggetto interessato non deve prendere parte alle une o agli altri. 6. I regolamenti federali disciplinano gli altri casi di conflitti di interesse e stabiliscono le relative conseguenze o sanzioni.”. Si verifichi il rispetto di queste norme, si verifichi il motivo dello stipendio stranamente elevato tra il 2004 ed il 2006, ma il problema etico rimane: l’etica è il modo di agire secondo coscienza, è il rispetto delle leggi, scritte e non, che dovrebbe essere alla base di ogni ordinamento e istituzione. Ed invece troviamo mani in pasta ovunque, in settori strategici dell’industria, della politica, del calcio, in quel settore, quello della sicurezza, al centro di vicende note, che solo la Federcalcio (si ricordino, a tal proposito, l’archiviazione di Palazzi e la censurabile risposta all’avvocato di Vieri) non ha voluto vedere. Perché, se le vedi, non puoi poi questionare sulle pagliuzze altrui. A proposito, in FIGC l’etica non si prescrive. Anch’essa è stata archiviata da tempo. http://www.ju29ro.com/farsopoli/3631-la-strana-storia-del-dottor-f..html -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
ClaudioGentile ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Ormai fanno cosi' con noi da un po' di tempo, anche perche' JE non e' impegnato "direttamente" nella gestione della Juve. Vogliono che camminiamo da soli con le nostre gambe, pero' come societa' quotata in borsa ed appartenente ad Exor sono la' nel caso avessimo bisogno di un ombrello finanziario... -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
ClaudioGentile ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Intendi questa (non e' che ti voglia rubare il mestiero pero'... ) Exor offre 6,4 miliardi di dollari per l’americana PartnerRe La holding del gruppo Agnelli verso la conquista del colosso Usa delle riassicurazioni Exor, la holding del gruppo Agnelli, punta a conquistare la società americana di riassicurazione PartnerRe per 6,4 miliardi di dollari. La finanziaria, presieduta da John Elkann, ha inviato oggi al consiglio di amministrazione di PartnerRe una proposta scritta per acquistare in contanti il 100% delle azioni ordinarie al prezzo di 130 dollari per azione. Un’offerta che assegna nel complesso a PartnerRe un valore di 6,4 miliardi di dollari. La proposta di Exor comporta un premio del 16% rispetto al valore implicito delle azioni di PartnerRe di 112,53 dollari, riconosciuto dall’accordo di fusione tra PartnerRe ed Axis Capital Holdings. L’operazione tra PartnerRe e Axis era prevista carta contro carta. Operazione amichevole L’operazione proposta da Exor, scrive in una nota la holding della famiglia Agnelli, «è concepita su base amichevole e può essere conclusa in tempi rapidi». Rispetto all’operazione di fusione con Axis (che prevede esclusivamente un corrispettivo in azioni) - continua la nota di Exor - «riconoscerà agli azionisti di PartnerRe un valore superiore e maggiore certezza poiché è realizzata totalmente in denaro; inoltre dispone di tutte le risorse finanziarie necessarie, non richiede alcun aumento di capitale da parte di Exor né l’approvazione dei suoi azionisti». Il messaggio di Elkann «Abbiamo profonda stima per PartnerRe e le persone che vi lavorano - ha detto John Elkann - la nostra proposta offre agli azionisti di PartnerRe una valorizzazione superiore, ed ha la certezza di un’offerta in denaro. Inoltre offre al management ed ai dipendenti della società una grande opportunità per continuare a sviluppare le straordinarie potenzialità di una primaria società riassicurativa di livello globale come PartnerRe, grazie al nostro impegno di azionisti stabili. Siamo molto fiduciosi che il consiglio di amministrazione, i dipendenti e gli azionisti di PartnerRe sosterranno la nostra proposta, creando le condizioni affinché essa si concluda con successo e in tempi rapidi». Gli investimenti Exor ha realizzato investimenti nei settori assicurativo e riassicurativo per oltre due decenni, partecipando peraltro anche alla fondazione di PartnerRe nel 1993 in qualità di socio di minoranza. http://www.lastampa.it/2015/04/14/economia/exor-compra-lamericana-partnerre-per-miliardi-di-dollari-kmcBHa7Zio4IO2DyZqkQlJ/pagina.html -
Il Bar Sulla Riva Del Fiume - Parte Diciannovesima
ClaudioGentile ha risposto al topic di franca1000 in Calciopoli (Farsopoli)
Questo e' sicuro, l'ho notato pure io. La lobby ani-juve e' la piu' potente lobby italiana Comunque datti/datevi una lettura qua sotto La micromoviola del rigore su Morata (di Maurizio Romeo) 15/04/2015 @Mau_Romeo PREMESSA – Quella dell’arbitro ceco Královec non può essere considerata sicuramente una direzione perfetta, ma nemmeno la si può definire disastrosa. Seppur sia stata costellata di piccoli errori di valutazione qua e là, da ambo le parti, va detto che per tutta la partita ha cercato di mantenere un metro in linea con le precedenti direzioni europee: gioco interrotto il meno possibile, soprattutto per i falli veniali senza esagerare con le sanzioni disciplinari. Questo tipo di direzioni lo hanno portato dal gennaio della scorsa stagione a dirigere nella categoria Élite, ovvero la top class che raccoglie i 22 migliori arbitri appartenenti alle federazioni iscritte all’UEFA. Considerando le contestazioni seguite alla concessione del calcio di rigore in favore dei bianconeri per il fallo di Carvalho ho ritenuto quindi fosse giusto tralasciare tutti gli episodi minori per analizzare e spiegare tutte le difficoltà della decisione presa dal direttore di gara ceco con il decisivo supporto del suo assistente Slyško. Andiamo con ordine. IL FATTO – Non sono passati nemmeno 10 minuti dall’inizio della ripresa quando Pirlo, dopo aver ricevuto da Bonucci il pallone poco prima della linea di centrocampo, è bravissimo a leggere in modo perfetto il movimento di Morata che si incunea nelle maglie della difesa monegasca prendendola in contropiede. Lo segue Carvalho che, partito in ritardo rispetto all’avversario, utilizza la sua esperienza (come già visto nel caso Torosidis-Vidal in un recente Roma-Juve) e corre verso il centro e cerca di tagliargli la strada, un’espediente furbescamente utilizzato da molti difensori per fingere involontarietà in caso di contatto e evitare così eventuali sanzioni disciplinari. (Come raccontato dall’ex difensore Bergomi in fase di telecronaca proprio nel caso sopramenzionato). Il difensore del Monaco colpisce l’attaccante bianconero dapprima su un piede e successivamente appoggia il braccio sulla schiena dell’avversario che già in equilibrio precario viene accompagnato a terra. Il direttore di gara non ha dubbi sul fatto che vi sia stata azione fallosa, ma non si dirige subito verso il dischetto perché dalla sua posizione non ha la certezza sul fatto che il contatto sia avvenuto all’interno dell’area di rigore. Decide quindi di consultarsi con il suo primo assistente e l’addizionale posizionato in prossimità della porta monegasca, entrambi più vicini di lui al punto incriminato. Dopo qualche secondo allunga il braccio verso il dischetto: a giudizio dei suoi colleghi il fallo è avvenuto all’interno dell’area e pertanto assegna il calcio di rigore in favore dei bianconeri. Non sono convinti i giocatori della compagine monegasca che non negano il fallo, ma cercano di richiamare l’attenzione di arbitro e assistente indicando chiaramente che a loro avviso lo stessoè avvenuto all’esterno dell’area, anche se in 3 indicano altrettanti punti differenti. Carvalho indica un punto ad 1 metro dalla linea, Fabinho uno a 20 cm e Moutinho (che qui cerca di intercettare lo sguardo del direttore di gara) un terzo a 30... Ricostruendo gli eventi, ai fini della decisione appare quindi decisiva l’indicazione del primo assistente Slyško. IL RUOLO DELL’ASSISTENTE – Questo tipo di comportamento fa parte infatti dei compiti indicati all’interno delle linee guida per gli arbitri in appendice alla Regola 6 (Gli assistenti dell’arbitro), a pag. 83 del Regolamento Ufficiale del gioco del calcio. Guardando quindi l’azione nel suo complesso ci si rende conto come questa situazione rientri fra quelle indicate al secondo capoverso. Al momento del lancio Pirlo è posizionato a circa 6 metri dalla linea di centrocampo, mentre Morata è si trova a una trentina di metri circa di distanza sulla trequarti campo avversaria. L’attaccante spagnolo è in posizione regolare, tenuto sicuramente in gioco da 3 difensori del Monaco. In questo istante l’arbitro si trova correttamente posizionato sulla sua diagonale per quello che è l’evolversi del gioco (c’è un giropalla difensivo), così come l’assistente che è in linea con l’ultimo difensore della squadra di Jardel. La velocità dell’azione però sembra sorprenderlo e, nell’ultima immagine in cui appare (poco prima del primo contatto fra Carvalho e Morata) risulta leggermente in ritardo rispetto ai due calciatori e ritardo difficilmente colmato negli istanti successivi con conseguente possibilità di errori di parallasse in fase di valutazione. I CONTATTI – Il primo contatto fra i due giocatori, forse il meno evidente a velocità normale, avviene a circa 2 metri dalla linea dell’area di rigore quando il n°6 del Monaco modifica leggermente la sua direzione di corsa e la tibia della sua gamba destra colpisce la gamba sinistra dell’attaccante spagnolo. Il contatto di per se non è da considerarsi già come falloso perché non produce subito il suo effetto. Il direttore di gara si trova lontano una ventina di metri dai due giocatori, così come l’assistente (il posizionamento è presunto calcolando le velocità di corsa) che però ha una prospettiva decisamente meno “schiacciata”. La gamba sinistra di Morata, spinta da quella di Carvalho nel precedente contatto, termina sul suo polpaccio destro e causa un autosgambetto… …in questo istante però il n°6 monegasco sta già furbescamente sbilanciando l’avversario con una spallata sulla schiena… Il contatto in questo momento sembra avvenire ancora fuori dall’area: se l’assistente si trovasse però fosse ancora (come è presumibile) in leggero ritardo nella sua corsa, per un errore di parallasse potrebbe collocarlo proprio in prossimità della linea. LA CONCRETIZZAZIONE DEL FALLO – A questo punto è utile fare un’analisi ancora più approfondita, regolamento alla mano, dell’azione anche grazie ad alcuni replay più ravvicinati che ci permettono di apprezzare ulteriori dettagli. L’immagine successiva mostra il momento in cui le gambe dei due calciatori vengono a contatto con Morata sembra rallentare leggermente la sua corsa per stoppare il pallone, mentre Carvalho si affida all’esperienza: accorgendosi dell’impossibilità di anticipare l’avversario considerata la traiettoria del lancio, si concentra maggiormente sul tentare di rallentare la corsa dell’avversario. Il primo contatto fra le gambe appare pressoché casuale perché i due giocatori guardano il pallone (anche se il n°6 del Monaco sente dove si trova l’avversario son il suo braccio sinistro). La furbizia di Carvalho è più evidente nell’immagine successiva che mostra come il braccio sinistro sia già appoggiato al costato dell’attaccante della Juve. Allargando l’immagine si vede che questo è l’istante preciso in cui Morata si autosgambetta. Segno dell’atteggiamento volontario del difensore del Monaco è il fatto che allarghi contestualmente il braccio e costringa così a una torsione l’avversario che si trovava già in equilibrio precario. Spinta che ne forza di fatto la caduta… ..con il contatto che non sembra interrompersi, ma anzi prosegua anche con la spalla fin all’interno dell’area di rigore. A questo punto per comprendere ulteriormente la decisione arbitrale è di aiuto la linea guida 22, in appendice alla regola 12 (Falli e scorrettezze) a pag. 139: Questo esempio relativo alle trattenute, viene infatti esteso ad altri tipi di fallo: se due giocatori iniziano a spingersi all’esterno dell’area di rigore ma la spinta ha effetto dentro l’area viene punito il punto dove si concretizza il fallo. Considerando che la carica irregolare di Carvalho (fallo negligente) inizia poco prima dell’istante in cui si concretizza il fallo precedente, si può tranquillamente affermare che vi sia continuità fra i due interventi a livello arbitrale. Per completezza di informazione va anche detto che considerando la velocità dell’azione è però probabile che il primo contatto (quello fra le gambe) non sia stato colto né dall’arbitro né dai suoi collaboratori che presumibilmente si sono concentrati su quello più evidente (braccio/schiena). http://www.juventibus.com/content/la-micromoviola-del-rigore-su-morata.html -
match talk [ Uefa Champions League ] Juventus - Monaco 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
La micromoviola del rigore su Morata (di Maurizio Romeo) 15/04/2015 @Mau_Romeo PREMESSA – Quella dell’arbitro ceco Královec non può essere considerata sicuramente una direzione perfetta, ma nemmeno la si può definire disastrosa. Seppur sia stata costellata di piccoli errori di valutazione qua e là, da ambo le parti, va detto che per tutta la partita ha cercato di mantenere un metro in linea con le precedenti direzioni europee: gioco interrotto il meno possibile, soprattutto per i falli veniali senza esagerare con le sanzioni disciplinari. Questo tipo di direzioni lo hanno portato dal gennaio della scorsa stagione a dirigere nella categoria Élite, ovvero la top class che raccoglie i 22 migliori arbitri appartenenti alle federazioni iscritte all’UEFA. Considerando le contestazioni seguite alla concessione del calcio di rigore in favore dei bianconeri per il fallo di Carvalho ho ritenuto quindi fosse giusto tralasciare tutti gli episodi minori per analizzare e spiegare tutte le difficoltà della decisione presa dal direttore di gara ceco con il decisivo supporto del suo assistente Slyško. Andiamo con ordine. IL FATTO – Non sono passati nemmeno 10 minuti dall’inizio della ripresa quando Pirlo, dopo aver ricevuto da Bonucci il pallone poco prima della linea di centrocampo, è bravissimo a leggere in modo perfetto il movimento di Morata che si incunea nelle maglie della difesa monegasca prendendola in contropiede. Lo segue Carvalho che, partito in ritardo rispetto all’avversario, utilizza la sua esperienza (come già visto nel caso Torosidis-Vidal in un recente Roma-Juve) e corre verso il centro e cerca di tagliargli la strada, un’espediente furbescamente utilizzato da molti difensori per fingere involontarietà in caso di contatto e evitare così eventuali sanzioni disciplinari. (Come raccontato dall’ex difensore Bergomi in fase di telecronaca proprio nel caso sopramenzionato). Il difensore del Monaco colpisce l’attaccante bianconero dapprima su un piede e successivamente appoggia il braccio sulla schiena dell’avversario che già in equilibrio precario viene accompagnato a terra. Il direttore di gara non ha dubbi sul fatto che vi sia stata azione fallosa, ma non si dirige subito verso il dischetto perché dalla sua posizione non ha la certezza sul fatto che il contatto sia avvenuto all’interno dell’area di rigore. Decide quindi di consultarsi con il suo primo assistente e l’addizionale posizionato in prossimità della porta monegasca, entrambi più vicini di lui al punto incriminato. Dopo qualche secondo allunga il braccio verso il dischetto: a giudizio dei suoi colleghi il fallo è avvenuto all’interno dell’area e pertanto assegna il calcio di rigore in favore dei bianconeri. Non sono convinti i giocatori della compagine monegasca che non negano il fallo, ma cercano di richiamare l’attenzione di arbitro e assistente indicando chiaramente che a loro avviso lo stessoè avvenuto all’esterno dell’area, anche se in 3 indicano altrettanti punti differenti. Carvalho indica un punto ad 1 metro dalla linea, Fabinho uno a 20 cm e Moutinho (che qui cerca di intercettare lo sguardo del direttore di gara) un terzo a 30... Ricostruendo gli eventi, ai fini della decisione appare quindi decisiva l’indicazione del primo assistente Slyško. IL RUOLO DELL’ASSISTENTE – Questo tipo di comportamento fa parte infatti dei compiti indicati all’interno delle linee guida per gli arbitri in appendice alla Regola 6 (Gli assistenti dell’arbitro), a pag. 83 del Regolamento Ufficiale del gioco del calcio. Guardando quindi l’azione nel suo complesso ci si rende conto come questa situazione rientri fra quelle indicate al secondo capoverso. Al momento del lancio Pirlo è posizionato a circa 6 metri dalla linea di centrocampo, mentre Morata è si trova a una trentina di metri circa di distanza sulla trequarti campo avversaria. L’attaccante spagnolo è in posizione regolare, tenuto sicuramente in gioco da 3 difensori del Monaco. In questo istante l’arbitro si trova correttamente posizionato sulla sua diagonale per quello che è l’evolversi del gioco (c’è un giropalla difensivo), così come l’assistente che è in linea con l’ultimo difensore della squadra di Jardel. La velocità dell’azione però sembra sorprenderlo e, nell’ultima immagine in cui appare (poco prima del primo contatto fra Carvalho e Morata) risulta leggermente in ritardo rispetto ai due calciatori e ritardo difficilmente colmato negli istanti successivi con conseguente possibilità di errori di parallasse in fase di valutazione. I CONTATTI – Il primo contatto fra i due giocatori, forse il meno evidente a velocità normale, avviene a circa 2 metri dalla linea dell’area di rigore quando il n°6 del Monaco modifica leggermente la sua direzione di corsa e la tibia della sua gamba destra colpisce la gamba sinistra dell’attaccante spagnolo. Il contatto di per se non è da considerarsi già come falloso perché non produce subito il suo effetto. Il direttore di gara si trova lontano una ventina di metri dai due giocatori, così come l’assistente (il posizionamento è presunto calcolando le velocità di corsa) che però ha una prospettiva decisamente meno “schiacciata”. La gamba sinistra di Morata, spinta da quella di Carvalho nel precedente contatto, termina sul suo polpaccio destro e causa un autosgambetto… …in questo istante però il n°6 monegasco sta già furbescamente sbilanciando l’avversario con una spallata sulla schiena… Il contatto in questo momento sembra avvenire ancora fuori dall’area: se l’assistente si trovasse però fosse ancora (come è presumibile) in leggero ritardo nella sua corsa, per un errore di parallasse potrebbe collocarlo proprio in prossimità della linea. LA CONCRETIZZAZIONE DEL FALLO – A questo punto è utile fare un’analisi ancora più approfondita, regolamento alla mano, dell’azione anche grazie ad alcuni replay più ravvicinati che ci permettono di apprezzare ulteriori dettagli. L’immagine successiva mostra il momento in cui le gambe dei due calciatori vengono a contatto con Morata sembra rallentare leggermente la sua corsa per stoppare il pallone, mentre Carvalho si affida all’esperienza: accorgendosi dell’impossibilità di anticipare l’avversario considerata la traiettoria del lancio, si concentra maggiormente sul tentare di rallentare la corsa dell’avversario. Il primo contatto fra le gambe appare pressoché casuale perché i due giocatori guardano il pallone (anche se il n°6 del Monaco sente dove si trova l’avversario son il suo braccio sinistro). La furbizia di Carvalho è più evidente nell’immagine successiva che mostra come il braccio sinistro sia già appoggiato al costato dell’attaccante della Juve. Allargando l’immagine si vede che questo è l’istante preciso in cui Morata si autosgambetta. Segno dell’atteggiamento volontario del difensore del Monaco è il fatto che allarghi contestualmente il braccio e costringa così a una torsione l’avversario che si trovava già in equilibrio precario. Spinta che ne forza di fatto la caduta… ..con il contatto che non sembra interrompersi, ma anzi prosegua anche con la spalla fin all’interno dell’area di rigore. A questo punto per comprendere ulteriormente la decisione arbitrale è di aiuto la linea guida 22, in appendice alla regola 12 (Falli e scorrettezze) a pag. 139: Questo esempio relativo alle trattenute, viene infatti esteso ad altri tipi di fallo: se due giocatori iniziano a spingersi all’esterno dell’area di rigore ma la spinta ha effetto dentro l’area viene punito il punto dove si concretizza il fallo. Considerando che la carica irregolare di Carvalho (fallo negligente) inizia poco prima dell’istante in cui si concretizza il fallo precedente, si può tranquillamente affermare che vi sia continuità fra i due interventi a livello arbitrale. Per completezza di informazione va anche detto che considerando la velocità dell’azione è però probabile che il primo contatto (quello fra le gambe) non sia stato colto né dall’arbitro né dai suoi collaboratori che presumibilmente si sono concentrati su quello più evidente (braccio/schiena). http://www.juventibus.com/content/la-micromoviola-del-rigore-su-morata.html -
Il Bar Sulla Riva Del Fiume - Parte Diciannovesima
ClaudioGentile ha risposto al topic di franca1000 in Calciopoli (Farsopoli)
L'arbitro ha visto la spinta con il braccio sull'area di rigore, non lo sgambetto fuori area e catzo, che qualcuno lo faccia notare ai giornalai. Guardate il fermo immagine sotto voi stessi. https://twitter.com/...091407224668160 -
match talk [ Uefa Champions League ] Juventus - Monaco 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
L'arbitro ha visto la spinta con il braccio sull'area di rigore, non lo sgambetto fuori area e catzo, che qualcuno lo faccia notare ai giornalai. Guardate il fermo immagine sotto voi stessi. https://twitter.com/Mau_Romeo/status/588091407224668160 -
match talk [ Uefa Champions League ] Juventus - Monaco 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Stasera in studio a mediaset dopo la telecronaca da rosicone di cravero hanno detto una cosa giusta. C'era anche Tacchinardi. Hanno detto che molto probabilmente dopo che Cavallo! sbilancia Morata prima dell'area di rigore poi all'interno dell'area di rigore, l'arbitro vede anche la spinta con il braccio su Morata ed e' per questo che fischia il rigore... -
match preview [ Uefa Champions League ] Juventus - Monaco 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Puo' sempre servire, non si sa mai. -
match preview [ Uefa Champions League ] Juventus - Monaco 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Luciano Moggi retweeted Juventusclub Cercola @JuveclubCercola · 7h 7 hours ago @juventibus @juventusfc @LUCIANOMOGGI @nicolanegro @Mau_Romeo @francescoceccot @Superfly_Video stiamo arrivando https://www.facebook.com/video.php?v=954835591213967 … Juventus Club Cercola Quasi a casa e molto carichi Fino alla fine #cercolapresente Video del viaggio in bus con inno https://www.facebook.com/video.php?v=954835591213967 -
Essere Bianconeri a Torino
ClaudioGentile ha risposto al topic di LeRoi in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
Civoli sono gia' alcune settimane che chiede ai responsabili del topino che ha in studio di batterci -
match talk [ Seria A Tim ] Parma - Juventus 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Esatto, totalmente d'accordo con te! Anche cio' che hai scritto e' piu' che giusto! -
match preview [ Serie A Tim ] Parma - Juventus 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Speriamo che alla fine giochi Coman al posto di Morata... -
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ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Mica e' confermata la formazione? -
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ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Esatto, mi sono confuso, volevo scrivere contro il Monaco -
Esatto, come si fa a definire un'associazione a delinquere per un intero campionato avendo condannato un solo arbitro? E come catzo li avrebbero alterati i risultati delle varie partite? Secondo te, cio' che ha detto il PG della Cassazione e cioe' lui chiedeva la conferma dell'associazione a delinquere, la Cassazione potra' scrivere nelle sentenze che era uno schifo di associazione a delinquere, partita con 41, tra arbitri e collaboratori, ed arrivata a condannare 1 arbitro ed un'altro prescritto, solo perche' nel processo di appello non aveva rinunciato alla prescrizione?
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Io non ho mai pensato che quelle vere associazioni a delinquere siano mai state stupide, come hai scritto tu sono in malafede all'ennesima potenza. E giusto, se Moggi avesse fatto comodo a qualcuno loro stessi avrebbero gia' smontato tutto nel 2006. Come stanno facendo ora Lega Calcio e Figc con Lotito . Il quale Lotito e' davvero il capo di una vera e propria cupola: promette finanziamenti a chi gli da' i voti in federazione. Se non e' associazione a delinquere questa, allora quale e' l'associazione a delinquere?
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match preview [ Serie A Tim ] Parma - Juventus 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
questa formazione sarebbe molto bella, mi sembra che gia' te l'ho scritto ieri...Potremmo usare anche meglio Llorente con cross dalla destra (Pepe) e penetrazioni di Coman con relativo scarico su Llorente dalla sinistra -
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ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Martedi' ha un appuntamento molto importante in quel di Monaco -
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ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Secondo me questa qua sarebbe un'ottima formazione per valorizzare il tipo di gioco di Llorente e far giocare Coman e Pepe quando i titolari devono riposarsi per un impegno come quello di martedi' prossimo -
match preview [ Serie A Tim ] Parma - Juventus 1-0
ClaudioGentile ha risposto al topic di FeroceSaladino in Stagione 2014/2015
Speriamo di no pero': O Coman con Matri o con Llorente!