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ClaudioGentile

Tifoso Juventus
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  1. :forza: :forza: Camionate di fango in arrivo per via politica e non in quel di milano :gogogo:
  2. Si ma non lo vogliono proprio capire. Anche a Report c'era Ghirelli che continuava a dire che Lotito=Moggi per il potere che hanno avuto.Ma non e' vero, Lotito ricatta i clubs minori e non per avere i voti, uguale consenso, con i soldi. Se tu mi fai avere il tuo voto, io ti faccio avere un finanziamento, altrimenti attaccati al tram. Moggi e' stato "scrutato" per anni, e cosa hanno trovato su di lui, sia come passaggi di soldi che come promozioni delle persone che avrebbero fatto parte del suo sistema? Nulla. Inoltre con questo nulla trovato su Moggi, alla sua ex societa', cioe' la Juventus, cosa le e' capitato? La perdita di due scudetti vinti regolarmente sul campo piu' la retrocessione in serie B. Alla societa' di Lotito, cioe' la Lazio, che invece tramite i soldi corrompe i presidenti delle altre squadre coinvolte, cosa e' successo? Nulla, un'emerita cippa. Ed e' questa la disparita' di trattamento che lamenta AA e la Juventus.
  3. shus, il 12 ott 2015 - 12:38 PM, ha detto: Allora se questo e' vero, Tavecchio deve denunciare Mediaset del suo amicone Galliani (e di Silvio) e chiedere i danni, giusto, funziona cosi'? Altrimenti, la Figc continua ad usare due pesi e due misure.
  4. Davvero ci hanno rotto il catzo. Le nazionali le devono far giocare tutte quando finiscono i campionati, cosi' si risolverebbe un bel problema sia per il clubs che per le nazionali stesse.
  5. Uèèèèèè... Chi siete? dove andate? cosa trasportate? quanti siete? ...un fiorino... :261:
  6. Allora hai deciso dove passare il uichende senza Juve? sefz
  7. Si come no, ne' Dybala ne' Morata. Ok se la societa' lo reintegra per Caceres, considerando che Allegri voglia risparmiare Barzagli per la Champions
  8. Calciopoli LA GIUSTIZIA DELLA FIGC NON È UGUALE PER TUTTI ottobre 8, 2015Massimo Sottosanti Lascia un commento L’avvocato Medugno che conferma le “anticipazioni” di Palombo, Tavecchio che si “indispettisce” per i contenuti della lettera inviata da Andrea Agnelli agli azionisti Juventus nel passaggio che riguarda le istituzioni, Tavecchio e la Federcalcio che per bocca dell’avvocato Medugno minacciano star “valutando un’iniziativa in chiave offensiva nei confronti della Juventus”: tutte situazioni che sembrano essere parto della fantasia di Eugène Ionesco, il Maestro del teatro dell’assurdo; invece l’assurdo sta nel fatto che stiamo parlando di una triste e squallida realtà tutta italiana e tutta legata allo sport italiano più diffuso, ancora più del calcio, che è l’occupazione del potere. In questi giorni abbiamo parlato delle minacce che la FIGC e il suo presidente Tavecchio stanno lanciando alla Juventus nell’approssimarsi della scadenza per presentare l’istanza di revisione del processo sportivo (art. 39); oggi, tanto per evitare di essere accusato di essere monotematico o particolarmente astioso verso chi governa il calcio italiano con mano ferma e estrema lungimiranza immobilista, ho deciso di cambiare argomento, rimanendo però sempre in tema, ho deciso di parlare di un caso di difformità di giudizio della giustizia domestica – e addomesticata- della Federcalcio. Tutti ricordiamo il caso Catania e il comportamento del suo presidente Antonio Pulvirenti, un caso emblematico, direi addirittura da manuale, su come opera e come vengano applicati metri diversi di giudizio da parte del procuratore Federale Palazzi e di tutto l’ambaradan degli organi di giustizia della Federcalcio. Inutile stare a raccontare nuovamente tutta la storia del caso Catania/Pulvirenti, basti ricordare che Antonio Pulvirenti, appena beccato con le mani nella marmellata, ha subito confessato di aver “comprato” cinque partite nel tentativo di salvare il suo Catania e dalla retrocessione dalla B alla Lega Pro. Il reo confesso Pulvirenti ammettendo di avere “comprato” cinque partite ammette implicitamente che c’è stato uno scambio di denaro, denaro pagato dal Catania ad altri Clubs o a persone appartenenti ai clubs che hanno accettato di “vendere” le partite in questione. La giustizia domestica di Via Allegri ha fatto il suo corso e ha già emesso le sentenze, sentenze che, se non fosse perché regolarmente depositate e applicate, definire bizzarre è poco. La giustizia sportiva infatti ha condannato Antonio Pulvirenti a cinque anni di inibizione, cinque anni di inibizione per avere pagato denaro, perché di questo si tratta, per falsare il risultato di cinque partite; la stessa giustizia di Via Allegri ha bellamente ignorato i soggetti o i clubs che hanno intascato denaro per aver venduto queste partite. Oggi Tavecchio, la FIGC, il loro portavoce Palombo e il loro Bollettino – di Cresenzago – Ufficiale, l’avvocato di fiducia Medugno hanno il coraggio, perché bisogna avere coraggio ed averne tanto, di minacciare di chiamare in causa per danni la Juventus. Se non fosse, come credo, il coraggio della disperazione, ci sarebbe da chiedersi che razza di personaggi siano questi. Ricordiamo che nel ricorso della Juventus al TAR del Lazio, Corso Galfer chiede un risarcimento di 443 mil per i danni provocati dalla difformità di giudizio della giustizia sportiva per le sentenze di Calciopoli, una richiesta più che giusta e giustificata se si pensa che nel 2006 furono ignorati, dalla giustizia domestica di Via Allegri, tutti i fatti e i misfatti imputabili all’Inter di Moratti e Facchetti; e il (solerte) procuratore Palazzi quando, obtorto collo, ha dovuto prendere atto delle prove schiaccianti che inchiodavano l’Inter, Moratti e Facchetti davanti alle responsabilità di aver commesso il reato di “illecito” lo ha fatto solo a termini di prescrizione salva-Inter scaduti. Se nel 2006 si sono chiusi tutti e due gli occhi e tappate le orecchie per salvare l’inter, il comportamento dei giudizi ad personam da parte di Palazzi e della giustizia di Via Allegri è continuato e si è confermato con il caso Pulvirenti. La Juventus è minacciata di poter essere oggetto di “un’iniziativa in chiave offensiva”, quando la Juventus stessa è sempre stata assolta in tutti i processi relativi a Calciopoli, ma soprattutto va ricordato che nessun PM, nessun Tribunale e tanto meno la Corte Suprema hanno mai dimostrato né tanto meno provato che Moggi o Giraudo abbiano mai, e ribadisco mai, falsato il risultato di una partita; non esiste uno straccio di prova che la Juventus o i suoi Dirigenti messi sotto accusa abbiano mai falsato i risultati di un campionato. La cosa più grave è che Moggi e Giraudo siano stati condannati dal Tribunale – dei veleni- di Napoli per associazione a delinquere quando non è stato pagato mai nessuno per comprare una partita. Oggi, dopo la sentenza Pulvirenti, Palazzi e la giustizia sportiva certificano che comprare una partita non è tanto grave da giustificare la radiazione di chi compie questo illecito; cosa altrettanto grave è che per Palazzi e tutto l’ambaradan di Via Allegri, vendere una partita non è illecito visto che chi intasca soldi per vendere una partita è coperto da immunità assoluta. A volte la disperazione porta a dire o fare cose senza senso, sperando che si tratti solo di disperazione, come quelli che nelle ultime settimane hanno messo in campo la Federcalcio e il suo presidente. Se poi prendiamo in esame quello che ha scritto Ruggiero Palombo sulla rosea viene da dubitare dello stato della memoria o dell’informazione di questo “giornalista” che, accecato dal suo disprezzo nei confronti della Juventus e di Moggi e Giraudo, passa, sulle colonne del quotidiano che ha la pretesa di essere il primo quotidiano sportivo italiano ed un riferimento internazionale per chi segue il calcio italiano, informazioni assolutamente di parte e omette di dare un panorama completo dei fatti affinché chi legge possa farsi un’opinione in merito agli stessi. Di cosa stiamo parlando, dr. Tavecchio, avv. Medugno e dr. Palombo? Spiegateci di cosa stiamo parlando, stiamo parlando di una giustizia domestica e addomesticata, stiamo parlando di condanne emesse non in base alla gravità degli illeciti commessi ma in base a chi è l’imputato da giudicare perché se sul banco degli imputati siede Antonio Pulvirenti poco importa che abbia pagato per comprare delle partite; cosi, se si devono giudicare i comportamenti illeciti dell’Inter di Moratti e Facchetti, si minimizzano colpe gravi e provate, se invece si deve giudicare la Juventus, Moggi e Giraudo allora si scrivono nuove regole ad hoc inventandosi illeciti inesistenti. Com’è possibile che Tavecchio il suo avvocato e la Federcalcio abbiamo il coraggio di minacciare la Juventus quando la difformità di giudizio della giustizia domestica di Via Allegri è tanto palese e tanto radicata nel sistema. “L’amministrazione dell’ingiustizia è sempre nelle mani giuste.” Cit. Stanislaw Jerzy Lec Massimo Sottosanti http://juventusungrandeamore.com/2015/10/08/la-giustizia-della-figc-non-e-uguale-per-tutti/
  9. Esatto: Che disparita' di trattamento sia allora, che la va o la spacchi! .rulez :sventola:
  10. Per gli scettici e le scettiche (tra cui molti tifosi/e bianconeri/e) e' scritto qua sotto, dall'abile Carmen Vanetti, il perche' della disparita' di trattamento lamentata dalla Juventus. Sotto la lente - Palazzo o Palazzi? 09.10.2015 01:00 di Carmen Vanetti Twitter: @@carmenvanetti1 Le parole di Andrea Agnelli sullo sfascio del calcio italiano, afferma una velina uscita dal Palazzo di Vetro, hanno toccato i nervi scoperti e stuzzicato gli appetiti del presidente Tavecchio, che avrebbe (ma forse il condizionale è superfluo, tenendo conto di quanto le talpe del Palazzo di vetro rosa siano pappa e ciccia con gli ambienti del potere) dato mandato ai legali della Figc di studiare come far causa per danni. Certi rapporti non rappresentano certo una novità, accadeva anche nel pre-Calciopoli, quando da un’intercettazione proprio tra Ruggiero Palombo e il designatore Bergamo sappiamo dei colloqui del gazzettaro con Carraro nonché dei suoi tentativi di influire sulla composizione delle griglie, con una modalità che, singolarmente, riflette quella adottata da Giacinto Facchetti: blindare le griglie in modo tale che il sorteggio sia ‘obbligato’, ossia nella realtà non sia più tale, sia solo una sceneggiata. Fatto questo che mai si è potuto addebitare a Luciano Moggi, che si limitava a scambi di pareri senza mai il minimo tentativo di forzatura o di richiesta. Eppure dalla Giustizia penale e sportiva è uscito bollato come promotore di un’associazione a delinquere, definita addirittura iperbolicamente come ‘assimilabile alla mafia e alla P2’: una cupola che in realtà sappiamo non esisteva, visto che tutti parlavano con tutti, e che “il piaccia o non piaccia” di Narducci era in realtà un bluff scientifico, costruito su una scelta delle telefonate che avevano puntato dritto sull’obiettivo ‘Moggi’ ed escludevano, per esempio, quelle assai ben più gravi dell’Inter. E quando il pool messo in piedi da Luciano Moggi (che si era persino dovuto far carico di comperare le intercettazioni) e capitanato da Nicola Penta aveva disseppellito i gravi peccati nerazzurri, la Figc aveva dovuto prenderne atto; ne aveva però neutralizzato gli effetti nefasti con eccezionale tempismo: appena i rintocchi dell’orologio del circolo della caccia avevano suonato l’ora della prescrizione, il procuratore Stefano Palazzi aveva prodotto la sua relazione in cui stigmatizzava le colpe dei salvati, calcando particolarmente la mano, in base a quello che si evinceva dalle telefonate ‘sfuggite’, sull’Inter, accusata di illecito sportivo; cosa che, lo ripeteremo sino alla nausea, per la Juventus NON era mai accaduta, al punto che, per spedirla in B, si era dovuto ricorrere ad ‘inventarsi’ letteralmente ed esplicitamente una nuova forma di peccato, l’illecito strutturato, derivante dalla somma di più art.1 (slealtà sportiva). La sentenza della Cassazione non apporta fieno fresco all’ipotesi di revisione, ma è anche vero che quanto portato in dibattimento dalla difesa di Luciano Moggi ha stravolto il quadro che avevano disegnato gli inquisitori del circolo della caccia, il quadro di una cupola fondata sull’unicità dei rapporti con i designatori: la stessa ripresa da Auricchio (che per tenerla in piedi ha ‘dovuto’ scartare le telefonate scottanti ancorché beffeggiate), poi dal ‘piaccia o non piaccia’ di Narducci e infine dagli ermellini (sarà solo un caso che l’estensore delle motivazioni sia tale Grillo, che nel 2005 era membro della Commissione Disciplinare della LND, allora in pugno a Tavecchio, e poi aduso alla frequentazione di con tutto il gotha del cucuzzaro). E se restano le sentenze, restano anche gli elementi nuovi (rispetto a quelli presi in esame dalla giustizia sportiva) dal 2006, sdoganati dall’essere stati parte, seppur negletta, del procedimento penale di Calcopoli e soprattutto del recente processo per diffamazione intentato da Gianfelice Facchetti contro Luciano Moggi, nel cui ambito il giudice Oscar Magi ha sentenziato che “le intercettazioni telefoniche prodotte” dalla difesa di Moggi e “recuperate dal processo di Napoli” contengono “con certezza una buona dose di veridicità” e danno prova del "rapporto 'preferenziale' che il Facchetti manteneva con i designatori arbitrali dell'epoca”: niente cupola moggiana dunque. Ed ecco dunque che il panorama si rovescia: non è certo la Juve ad aver danneggiato la Figc (non dimentichiamoci che negli stessi giorni in cui il circolo della caccia si apprestava a distruggere la Juve i giocatori bianconeri portavano l’Italia sul tetto del mondo) perché la responsabile della distruzione dell’immagine della Figc è della Figc stessa, un ambiente popolato di personaggi che, proprio a partire dai vertici, non si son fatti mancare niente: dal poltronissimo Carraro che abbiamo visto intervenire pesantemente non sulle griglie ma, tramite il designatore, sul direttore di gara, all’ineffabile Abete Giancarlo ‘non dico niente ma parlo’, al bonario anzi no temerario Tavecchio degli Optì Pobà ventriloquato, al pari di Beretta, dal tentacolare dominus alla vaccinara Lotito. A squalificare le condanne della giustizia sportiva su Calciopoli fu proprio uno dei cinque membri della Corte Federale, il professor Mario Serio (direttore del dipartimento di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo) che, dopo la sentenza, si dimise bollandola come “un’aberrante sentenza adottata sull’onda del sentimento popolare”, preceduto, peraltro, dall’avvocato Giuseppe Benedetto che già il 15 luglio 2006, all’indomani della sentenza di primo grado, aveva rassegnato le dimissioni da giudice sportivo del settore giovanile; avrebbe poi dichiarato: “Da vecchio avvocato penalista capii che c'era qualcosa che non andava. Era evidente che quello non poteva essere un processo e dunque non poteva esserci un giudizio. Lo capii dal metodo, dai tempi, dalle nomine, è stata una giustizia tribale”. Fu una pseudogiustizia che, pur di fare giustizia sommaria ignorò quello che Francesco Saverio Borrelli, l’ex capo del pool di Mani Pulite chiamato a guidare l’Ufficio indagini al posto del dimissionario Italo Pappa, scrisse il 19 giugno del 2006 nella relazione che consegnò al procuratore Stefano Palazzi: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire… I plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche”. Dunque Palazzi ‘non poteva non sapere’, tanto per usare una dicitura che questa stessa sgangherata giustizia domestica usa quando le fa comodo: e questa indagine monca tale è rimasta anche a causa dell’ignavia di Palazzi che, una volta avuta notizia delle nuove intercettazioni, avrebbe dovuto agire per lo meno con la stessa solerzia usata nel 2006; invece le ha tenute nel cassetto sino ad intervenuta prescrizione; e questa disparità di trattamento è quella che lamenta la Juventus. Se la giustizia non fosse stata sommaria, la cupola, crollata la sua architrave fondamentale, quella della esclusività dei rapporti, si sarebbe schiantata al suolo prima ancora di giungere a compimento. Nessun art. 6 (al netto di invenzioni), nessuna serie B, che semmai sarebbe toccata (dopo regolare processo, s’intende) a chi l’art. 6 l’aveva sul groppone, ovvero all’Inter. Quindi si legittima la richiesta danni della Juve, quella dei famosi 443 mln di euro: a questo è spuntata sui quotidiani una singolare, direi addirittura stramba se non si trattasse si un legale della Federazione, dell’avv. Medugno, che sostiene che il danno di immagine deriverebbe anche dalla causa per danni intentata dalla Juve, fatto che avrebbe anche costretto la Figc a creare una riserva straordinaria in bilancio, cosa che peraltro dai bilanci sinora pubblicati non risulta. Roba mai vista. Invece di dimostrare di non aver causato danni (ma le intercettazioni ‘sfuggite’ e le testimonianze rilasciate a Napoli e a Milano sono macigni pesantissimi), la Figc fa l’offesa. Senza contare che, ancora una volta, si bada solo a correr dietro ai (molto presunti) peccati della Juve (parafrasando la dott. Casoria) e non sfiora nemmeno la mente dell’esimio avvocato l’idea che marchiati (poi anch’essi prescritti) in Calciopoli sono stati anche i dirigenti di altre società. Ma nemmeno loro, a quanto pare, interessano più: il piatto forte è solo e sempre la Juve. Forse perché le parole di Andrea Agnelli, quelle che tanto hanno indispettito il ragioniere brianzolo hanno colto nel segno: il calcio italiano è allo sfascio perché chi lo governa è impegnato solo ad alimentare le proprie posizioni di potere a 360°: i dinosauri del 2006, fattisi camaleonti, “hanno saputo con scaltrezza ‘generare’ il consenso di un sistema autoreferenziale”, con le solite dinamiche figlie di un mercanteggiare su posizione. Con questo andazzo gli anni di Tavecchio scorreranno nello stesso solco di quelli degli ultimi due lustri: le riforme verranno solo chiacchierate, ma poi istantaneamente bloccate perché andranno scalfire il ‘particulare’ dei gattopardi e della loro corte dei miracoli. Il calcio italiano è morto nel 2006 e sono in troppi ad avere interessi che non risorga, che resti un vuoto simulacro. http://www.tuttojuve...-palazzi-255864
  11. Immaginate ora che si dimette Marino. Cosa succedera' con lo stadio dei galattici piu' galattici dei galacticos?
  12. Sara' l'ispettore generale il grande Montero allora .asd
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