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ClaudioGentile

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di ClaudioGentile

  1. Speriamo bene, che la Saras abbia dei bei problemoni Io ci ho pensato proprio due giorni fa
  2. Questo quo sta sotto ricatto dei napolilli, nessuno me lo leva dalla testa. Non appena viene intervistato dalle radio napoletane subito fa il leccakulo del napule. PS: No, Mamozio non c'entra Stregone
  3. Campli dopo il teatrino su Verratti ci deve spiegare su sta sotto ricato di qualche napulillo. Perche' a me sta cosa qua mi sembra strana. Per la seconda volta
  4. Percio' che l'anno scorso non dovevamo cadere nella trappola dei giornalisti e menzionare la parola triplete. Dire semplicemente che se si vinceva anche la coppa campioni sarebbe stato bello e basta!
  5. Secondo me, se offrivamo gia' a luglio tipo 25-6 + 5 di bonus lo prendevamo.
  6. Se non c'e' la Juve coinvolta, la faccenda "non interessa" .asd
  7. Altri scandali, Serie A, Sistema Calcio CHI SISTEMA IL CALCIO? ottobre 16, 2015 Carmen Vanetti Si è fatto tanto parlare, da gazzettari, affini ed epigoni, di sistema Moggi, un sistema di cui peraltro non è MAI stata trovata alcuna prova: solo chiacchiere, un’associazione a delinquere basata su voci di corridoio, su sospetti dei vari Baldini, Zeman e Fabio Monti. Ci aspettavamo, dopo gli eventi di questi giorni, che fra l’altro sono solo una delle manifestazioni più evidenti di un malessere che ammala il nostro calcio da tempo e che solo chi si è foderato gli occhi di prosciutto avvolto nel cartone ha preteso di non scorgere, di veder campeggiare questa parola, nelle sue varianti col suffisso –poli, sulle prime pagine dei giornali, a caratteri cubitali. Invece no, al massimo qualche civetta, e tanta prudenza: la stessa che sarebbe stata doverosa nel 2006, ma quello aveva le stimmate dello scandalo mediatico e dunque via coi mostri in prima pagina. Adesso invece non siamo più di fronte ad un aborto giuridico, ma alla manifestazione di un cancro che da un paio di lustri sta erodendo il nostro mondo pallonaro, passato per vari stadi: traghettato per esempio attraverso Scommessopoli, finito in una bolla di sapone sul piano sportivo, dove si è dato credito a un Carobbio piuttosto che ad un Ilievsky, e dove le mele marce, quelle che si era giurato di voler cacciare dal mondo del calcio, pian piano stanno rientrando tutte. Una compravendita selvaggia di gare, tra personaggi che ora ne parlano con una disinvoltura degna di miglior causa, ammettendo candidamente, come ha recentemente fatto Gervasoni, che quella vita infarcita di cene, vacanze e locali era molto più adrenalinica di una partita di calcio, quasi rammaricandosi che sia finita. Una galleria di mercanti di partite che l’estate scorsa si è impreziosita del cammeo di Pulvirenti, presidente del Catania, assurto addirittura al ruolo di consigliere federale grazie al suo ruolo di commensale degli attuali padroni di Lega, il latinista alla vaccinara Lotito e il sempreverde geometra Galliani. Antonino il catanese è reo confesso di aver comprato partite, almeno 5, per salvare il suo club dalla retrocessione: più frode sportiva di così si muore e non è neppure stato radiato. E adesso come la mettiamo con la radiazione di Moggi? Niente paura, lo dirà Strasburgo. Il tutto è ben protetto da una cupola, questa sì sorretta da solidi pilastri e non da pile di carta rosa e cartone: i mastri stanno in Lega calcio, quella che, dice lo stesso Galliani in una recentemintercettazione, “è assolutamente schierata” e sovrintende a tutto: dai diritti tv, le cui vergogne via Infront sono ora nel mirino degli inquirenti, alle elezioni del presidente federale, con un Tavecchio issato sul trono dal medesimo Lotito che aveva ri-messo il garante (forse degli interessi della lobby) Beretta al vertice di Lega. Stavolta la rete di alleanze e complicità si è sviluppata alla luce del sole, quasi sotto i riflettori, si può dire, con una esibizione addirittura sfacciata da teatro di burattini: nell’ombra sono rimaste le magagne, quelle su cui appunto si indaga ora, reati gravissimi che vanno dal riciclaggio all’ostacolo alla vigilanza per Preziosi, Lotito e il finalmente libero Paparesta, il tutto via la solita Infront, a sua volta accusata di turbativa d’asta per la vicenda dei diritti tv; per il sodale Galliani ci sarebbe l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta per l’acquisto del giocatore Paletta dal Parma a soli 2,5 mln di euro (a fronte di quotazioni di mercato ben più elevate): ma alle spalle c’è già il mistero di come sia stato possibile un caso Parma. Tutto purtroppo lascia supporre che gli scheletri nell’armadio siano tanti: nel momento in cui davvero qualcuno si decidesse a scardinarne i catenacci forse potrebbe iniziare una catarsi in grado di liberare il calcio italiano dai padri padroni che lo stanno soffocando. Far saltare questo malgoverno del calcio è però un’impresa che richiede non solo un livello di onestà intellettuale assolutamente elevato, in grado di prescindere dai conflitti di interessi, dalla mediaticità vista come valore, dalle camarille comunque colorate, ma anche una libertà d’azione che in questo viluppo di poteri concatenati e impegnati a sostenersi a vicenda sembra davvero difficile reperire o conquistare. http://juventusungra...tema-il-calcio/
  8. Altri scandali, Serie A, Sistema Calcio CHI SISTEMA IL CALCIO? ottobre 16, 2015 Carmen Vanetti Si è fatto tanto parlare, da gazzettari, affini ed epigoni, di sistema Moggi, un sistema di cui peraltro non è MAI stata trovata alcuna prova: solo chiacchiere, un’associazione a delinquere basata su voci di corridoio, su sospetti dei vari Baldini, Zeman e Fabio Monti. Ci aspettavamo, dopo gli eventi di questi giorni, che fra l’altro sono solo una delle manifestazioni più evidenti di un malessere che ammala il nostro calcio da tempo e che solo chi si è foderato gli occhi di prosciutto avvolto nel cartone ha preteso di non scorgere, di veder campeggiare questa parola, nelle sue varianti col suffisso –poli, sulle prime pagine dei giornali, a caratteri cubitali. Invece no, al massimo qualche civetta, e tanta prudenza: la stessa che sarebbe stata doverosa nel 2006, ma quello aveva le stimmate dello scandalo mediatico e dunque via coi mostri in prima pagina. Adesso invece non siamo più di fronte ad un aborto giuridico, ma alla manifestazione di un cancro che da un paio di lustri sta erodendo il nostro mondo pallonaro, passato per vari stadi: traghettato per esempio attraverso Scommessopoli, finito in una bolla di sapone sul piano sportivo, dove si è dato credito a un Carobbio piuttosto che ad un Ilievsky, e dove le mele marce, quelle che si era giurato di voler cacciare dal mondo del calcio, pian piano stanno rientrando tutte. Una compravendita selvaggia di gare, tra personaggi che ora ne parlano con una disinvoltura degna di miglior causa, ammettendo candidamente, come ha recentemente fatto Gervasoni, che quella vita infarcita di cene, vacanze e locali era molto più adrenalinica di una partita di calcio, quasi rammaricandosi che sia finita. Una galleria di mercanti di partite che l’estate scorsa si è impreziosita del cammeo di Pulvirenti, presidente del Catania, assurto addirittura al ruolo di consigliere federale grazie al suo ruolo di commensale degli attuali padroni di Lega, il latinista alla vaccinara Lotito e il sempreverde geometra Galliani. Antonino il catanese è reo confesso di aver comprato partite, almeno 5, per salvare il suo club dalla retrocessione: più frode sportiva di così si muore e non è neppure stato radiato. E adesso come la mettiamo con la radiazione di Moggi? Niente paura, lo dirà Strasburgo. Il tutto è ben protetto da una cupola, questa sì sorretta da solidi pilastri e non da pile di carta rosa e cartone: i mastri stanno in Lega calcio, quella che, dice lo stesso Galliani in una recentemintercettazione, “è assolutamente schierata” e sovrintende a tutto: dai diritti tv, le cui vergogne via Infront sono ora nel mirino degli inquirenti, alle elezioni del presidente federale, con un Tavecchio issato sul trono dal medesimo Lotito che aveva ri-messo il garante (forse degli interessi della lobby) Beretta al vertice di Lega. Stavolta la rete di alleanze e complicità si è sviluppata alla luce del sole, quasi sotto i riflettori, si può dire, con una esibizione addirittura sfacciata da teatro di burattini: nell’ombra sono rimaste le magagne, quelle su cui appunto si indaga ora, reati gravissimi che vanno dal riciclaggio all’ostacolo alla vigilanza per Preziosi, Lotito e il finalmente libero Paparesta, il tutto via la solita Infront, a sua volta accusata di turbativa d’asta per la vicenda dei diritti tv; per il sodale Galliani ci sarebbe l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta per l’acquisto del giocatore Paletta dal Parma a soli 2,5 mln di euro (a fronte di quotazioni di mercato ben più elevate): ma alle spalle c’è già il mistero di come sia stato possibile un caso Parma. Tutto purtroppo lascia supporre che gli scheletri nell’armadio siano tanti: nel momento in cui davvero qualcuno si decidesse a scardinarne i catenacci forse potrebbe iniziare una catarsi in grado di liberare il calcio italiano dai padri padroni che lo stanno soffocando. Far saltare questo malgoverno del calcio è però un’impresa che richiede non solo un livello di onestà intellettuale assolutamente elevato, in grado di prescindere dai conflitti di interessi, dalla mediaticità vista come valore, dalle camarille comunque colorate, ma anche una libertà d’azione che in questo viluppo di poteri concatenati e impegnati a sostenersi a vicenda sembra davvero difficile reperire o conquistare. http://juventusungra...tema-il-calcio/
  9. Ecco, gli scandali non esistono piu' infatti. Percio' tutto tace
  10. Quindi se le parole sono queste qua, Barzagli ha detto per il 95% tutta un'altra cosa
  11. Qualcuno che ha twitter, puo' denunciare a sto stronso? Bang ‏@RenniBaselli 6h6 hours ago @juventweet l'idiota è femmina, ha quasi 40 anni e sta su Twitter invece di essere ingravidata da qualche maniaco, hai capito vero? ciaociao 2:34 AM - 14 Oct 2015 · Details
  12. Moggi e' stato l'agnello sacrificale per mettere tutti d'accordo, secondo me. JE ed AA con Moratti e Tronketto e via discorrendo. Per restare a cio' che hai scritto tu, credi che sia andato proprio cosi': qualcosa ha combinato; faceva ( anche ) i c***i suoi; sfruttava il ruolo per fare i c***i suoi. Sempre per quanto riguarda Moggi, JE a novembre del 2006, in un'intervista con Crosetti, la pensava cosi': Voi avete allontanato Moggi, però ve lo ritrovate a sere alterne in televisione come opinionista. Scrive pure su un giornale e quasi sempre parla di Juventus. "È umano che non si accetti il tramonto, soprattutto quando uno crede di essere il sole. Però, Moggi che pontifica durerà poco. Credo sia quasi arrivato al punto di usura". Forse per questo sara' che Moggi e Giraudo siano gli unici che finora hanno pagato. http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/sport/calcio/elkann-juve/elkann-juve/elkann-juve.html
  13. Aligi Pontani: "L'inchiesta che non piace a Tavecchio" Parla il giornalista. 12.10.2015 21:30 di Alessandro Vignati articolo letto 3985 volte © foto di Daniele Buffa/Image Sport Attraverso la propria rubrica su Repubblica.it, il giornalista del quotidiano romano Aligi Pontani, nella sua rubrica "Tempo Scaduto" ha analizzato la situazione del calcio italiano. Con un'inchiesta avviata: "Dopo qualche mese di sensato silenzio sulle faccende serie, Carlo Tavecchio è tornato vittima della tentazione: parlare di faccende serie. Che lo faccia per piacere o per dovere, per narcisismo o per ruolo non è dato sapere. Si sa, invece, quanto ha dichiarato all'agenzia Ansa che lo intervistava a proposito dell'inchiesta sulla gestione dei diritti tv del calcio, aperta dalla procura di Milano: "Noi come Federcalcio siamo rispettosi dell'Autorità e dell'Antitrust, ma intervenire sull'unica fonte di denaro nel nostro calcio sarebbe come crearsi in casa il problema più importante". Non bastasse a rendere l'idea, Tavecchio ha poi concluso a modo suo, sagacemente: "Inutile girarci intorno: se viene a mancare il miliardo e duecentomila euro proveniente dai diritti tv qui salta il banco". Come possa il presidente di una federazione sportiva, finanziata anche con soldi pubblici, lasciarsi andare a un messaggio del genere è facilmente spiegabile con il personaggio Tavecchio e i suoi robusti precedenti in materia di gaffistica, l'unica scienza in cui davvero si è sempre dimostrato il numero 1. Ma se si perde un minuto a riflettere sulle sue parole - non smentite e dunque da considerare come ufficiali - su una materia così delicata come un'inchiesta giudiziaria appena cominciata, si capisce che dietro la gaffe c'è ben altro. Nessuno sa cosa abbiano in mano i magistrati milanesi, innescati forse dall'istruttoria con cui l'Antitrust ha scoperchiato il problema delle troppe ombre che da anni affliggono la materia calcio e tv, tra sospetti di posizioni dominanti e cartelli illeciti nella spartizione della torta. Non lo sa neppure Tavecchio, naturalmente, che però è preoccupato solo da una cosa: che le indagini scoprano qualcosa che possa far venire meno i soldi. Il presidente non è dunque turbato dalla possibile illegalità, l'ennesima, che avrebbe inquinato lo sport che governa. Teme piuttosto che facendola venire alla luce i magistrati rompano il giocattolo. Facciano saltare il banco, dice, come in una roulette dove al verde resterebbero i club che hanno puntato tutte le fiches al tavolo sbagliato. Il cuore del pensiero del presidente è tutto in quell'avversativo, il "ma" con cui raccorda il dovuto rispetto "per l'Autorità" e il giudizio sul suo operato: se toccano i diritti tv ci rovinano, anzi, "creano in casa" i presupposti della rovina. Come se un magistrato, di fronte all'ipotesi di un reato, possa porsi il problema di cosa succederà quando scoprirà i delinquenti. Tavecchio, invece, si pone quel problema, e solo quello. Di come vengano spartiti quei mille e duecento milioni di euro, di chi abbia favorito l'ascesa irresistibile di operatori e mediatori, di come si siano comportati i grandi club, di chi e come abbia guadagnato cifre enormi sui contratti, del rispetto delle regole civili e penali, a Tavecchio evidentemente importa poco. "Oh, qui salta tutto", dice l'uomo che promette di riformare il pallone. Forse pensando: oh, ma non è stavolta salto pure io?". http://www.tuttojuve...avecchio-256264 Domanda mia: La Fifa, l'Uefa, Le interrogazioni parlamentari, Renzi, Cantone, Alfano e Malago' cosa fanno nel frattempo, cosa dicono, tutto bene cosi'?
  14. Aligi Pontani: "L'inchiesta che non piace a Tavecchio" Parla il giornalista. 12.10.2015 21:30 di Alessandro Vignati articolo letto 3985 volte © foto di Daniele Buffa/Image Sport Attraverso la propria rubrica su Repubblica.it, il giornalista del quotidiano romano Aligi Pontani, nella sua rubrica "Tempo Scaduto" ha analizzato la situazione del calcio italiano. Con un'inchiesta avviata: "Dopo qualche mese di sensato silenzio sulle faccende serie, Carlo Tavecchio è tornato vittima della tentazione: parlare di faccende serie. Che lo faccia per piacere o per dovere, per narcisismo o per ruolo non è dato sapere. Si sa, invece, quanto ha dichiarato all'agenzia Ansa che lo intervistava a proposito dell'inchiesta sulla gestione dei diritti tv del calcio, aperta dalla procura di Milano: "Noi come Federcalcio siamo rispettosi dell'Autorità e dell'Antitrust, ma intervenire sull'unica fonte di denaro nel nostro calcio sarebbe come crearsi in casa il problema più importante". Non bastasse a rendere l'idea, Tavecchio ha poi concluso a modo suo, sagacemente: "Inutile girarci intorno: se viene a mancare il miliardo e duecentomila euro proveniente dai diritti tv qui salta il banco". Come possa il presidente di una federazione sportiva, finanziata anche con soldi pubblici, lasciarsi andare a un messaggio del genere è facilmente spiegabile con il personaggio Tavecchio e i suoi robusti precedenti in materia di gaffistica, l'unica scienza in cui davvero si è sempre dimostrato il numero 1. Ma se si perde un minuto a riflettere sulle sue parole - non smentite e dunque da considerare come ufficiali - su una materia così delicata come un'inchiesta giudiziaria appena cominciata, si capisce che dietro la gaffe c'è ben altro. Nessuno sa cosa abbiano in mano i magistrati milanesi, innescati forse dall'istruttoria con cui l'Antitrust ha scoperchiato il problema delle troppe ombre che da anni affliggono la materia calcio e tv, tra sospetti di posizioni dominanti e cartelli illeciti nella spartizione della torta. Non lo sa neppure Tavecchio, naturalmente, che però è preoccupato solo da una cosa: che le indagini scoprano qualcosa che possa far venire meno i soldi. Il presidente non è dunque turbato dalla possibile illegalità, l'ennesima, che avrebbe inquinato lo sport che governa. Teme piuttosto che facendola venire alla luce i magistrati rompano il giocattolo. Facciano saltare il banco, dice, come in una roulette dove al verde resterebbero i club che hanno puntato tutte le fiches al tavolo sbagliato. Il cuore del pensiero del presidente è tutto in quell'avversativo, il "ma" con cui raccorda il dovuto rispetto "per l'Autorità" e il giudizio sul suo operato: se toccano i diritti tv ci rovinano, anzi, "creano in casa" i presupposti della rovina. Come se un magistrato, di fronte all'ipotesi di un reato, possa porsi il problema di cosa succederà quando scoprirà i delinquenti. Tavecchio, invece, si pone quel problema, e solo quello. Di come vengano spartiti quei mille e duecento milioni di euro, di chi abbia favorito l'ascesa irresistibile di operatori e mediatori, di come si siano comportati i grandi club, di chi e come abbia guadagnato cifre enormi sui contratti, del rispetto delle regole civili e penali, a Tavecchio evidentemente importa poco. "Oh, qui salta tutto", dice l'uomo che promette di riformare il pallone. Forse pensando: oh, ma non è stavolta salto pure io?". http://www.tuttojuve...avecchio-256264 Domanda mia: La Fifa, l'Uefa, Le interrogazioni parlamentari, Renzi, Cantone, Alfano e Malago' cosa fanno nel frattempo, cosa dicono, tutto bene cosi'?
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