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ClaudioGentile

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di ClaudioGentile

  1. Per me era indifendibile da subito dopo la partita con il Borussia M'Gladbach
  2. Ed e' per questo che merita l'esonero "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum."
  3. Carraro sta per tornare sulla scena. E come riconoscenza verso il "potere" che lo sta riciclando, ha logicamente attaccato su Radio RAi 2 Moggi e la Juventus. Che uomo di ***** Carraro e Geppy Cucciari e questo Lauro che non conosco altri due persone meschine che gli fanno le domande preparate sicuramente da qualcuno di Radio Rai 2. Sintesi: Carraro: «No, io non ce l’ho il dubbio. Io penso che non abbiamo fatto le cose scorrettamente, però penso che la Juventus e soprattutto Moggi, abbiamo sbagliato ed abbiano violato le regole. Per cui, da una parte è giusto che la Juventus sia stata sanzionata_d’altra parte è stata la Juventus stessa a riconoscerlo_ , dall’altra, se la Juventus si fosse comportata linearmente, avrebbe vinto sul campo quei campionati. Non dimentichiamo che il mondiale del 2006 è stato vinto con una squadra in cui la Juventus dava l’anima e dava la maggioranza dei giocatori». Luciano Moggi ‏@LucianoMoggi 2h2 hours ago #Carraro: «E’ stata la #Juventus a riconoscerlo» giulemanidallajuve https://shar.es/153Vct via @sharethis Retweets 2 Favorites 6 12:41 PM - 30 Oct 2015 · Details Farsopoli di P. CICCONOFRI del 30/10/2015 13:53:09 Carraro: «E’ stata la Juventus a riconoscerlo» Il 26 ottobre, Franco Carraro, è stato ospite della trasmissione radio “Un giorno da pecora” condotta da Lauro e Geppi Cucciari. Ovviamente si è parlato anche di calciopoli. Vi proponiamo di seguito il passaggio per esteso. Cucciari: «Ma lei fu il primo a dimettersi dopo lo scoppio dello scandalo che coinvolse la Juve e in particolare Moggi. Questo verbo: dimettersi … che in Italia la gente di solito non si dimette». Carraro: «Ma guardi io mi sono dimesso per una ragione semplicissima; io ero il presidente della Federazione e sapevo di essermi comportato correttamente; sapevo che la mia persona sarebbe stata messa in discussione, mi è sembrato che la mia permanenza alla federazione avrebbe potuto danneggiare il calcio, che aveva bisogno di chiudere rapidamente quella partita per iniziare tempestivamente il campionato 2006-2007. Mi è sembrato giusto fare così, non me pento affatto. Mi dispiace solo una cosa di quella vicenda, e cioè, molta gente, la stragrande maggioranza della gente, che non era abituata alle dimissioni, ha pensato che io mi dimettessi perché avevo delle colpe. E invece io sapevo che non era così e questo è. Perché tutti invochiamo le dimissioni di chi è messo in discussione, poi quando se ne va tutti a dire che è colpevole. Io mi sono comportato correttamente e sono una persona onesta; se è successo quello che è successo, chi è al vertice della Federazione, e ha una responsabilità di etica sportiva … Io non sapevo, ma il fatto di non sapere implica una responsabilità di politica sportiva per tanto è giusto. Io mi sono dimesso e non mi sono più ripresentato, allora ero avanti con gli anni …». Lauro: «Ma che idea si è fatto di quel periodo lì, guardando tanti anni dietro. Cioè, veramente Moggi e la Juve condizionavano gli arbitri?» Carraro: «Guardi, io penso che la Juventus avrebbe vinto il campionato anche se Moggi …» Cucciari: «Non avesse regalato orologi… » Carraro: «Che a Moggi piacesse esercitare un potere che andava al di là di quelle che fossero le regole mi sembra che lo abbiamo detto una serie di sentenze». Lauro: «Secondo lei qualche arbitro favoriva la Juve per il potere di Moggi?» Cucciari: «Non diciamo il potere, un po’ di più…» Carraro: «Io credo che agli arbitri facesse piacere parlare con Moggi perché pensavano che potesse facilitare le loro carriere». Lauro: «Poi li favoriva?» Carraro: «Non credo che li ha favoriti più di tanto». Lauro: «Un pochino si?» Carraro: «Forse in alcuni casi. Guardi, io penso che se c’è stato un campionato nel quale la Juventus ha avuto un vantaggio dall’arbitro quello in cui non diede il rigore a Ronaldo e perse l’Inter... » Lauro: «Chi era l’arbitro De Santis?» Carraro: «No, no: De Santis» Lauro: «Ceccarini era l’arbitro…» Carraro: «Non credo che Ceccarini l’abbia fatto in malafede nessuno lo può dire». Lauro: «Ma c’è mai stata della malafede degli arbitri secondo lei?» Carraro: «Io spero di no. Ovviamente tutti speriamo di no». Lauro: «Però il dubbio ce l’ha…» Carraro: «No, io non ce l’ho il dubbio. Io penso che non abbiamo fatto le cose scorrettamente, però penso che la Juventus e soprattutto Moggi, abbiamo sbagliato ed abbiano violato le regole. Per cui, da una parte è giusto che la Juventus sia stata sanzionata_d’altra parte è stata la Juventus stessa a riconoscerlo_ , dall’altra, se la Juventus si fosse comportata linearmente, avrebbe vinto sul campo quei campionati. Non dimentichiamo che il mondiale del 2006 è stato vinto con una squadra in cui la Juventus dava l’anima e dava la maggioranza dei giocatori». Casualmente, non appena partono le prime indiscrezioni di stampa su un possibile ritorno in seno al mondo del calcio di Carraro, ripartono le sue incursioni pubbliche. Diciamo non proprio casualmente, ma ancora una volta per proclamare, come avete letto, la sua assoluta correttezza e onestà. Ancora una volta l’argomento calciopoli viene affrontato in modo non corretto, gestito con leggerezza ironica, menzionando solo quella parte che per l’immaginario collettivo, deve restare esattamente così come è stata presentata dal primo momento. Sorvoliamo sulle uscite della Cucciari che richiama i Rolex (che non ha regalato Moggi, ma Franco Sensi, ex patron della Roma) o cerca di caricare le accuse verso l’ex DG juventino (Moggi aveva più potere …). A lei come a molti altri personaggi pubblici, è anche permesso dire scemenze senza essere chiamati ad una rettifica. Tralasciamo anche il richiamo di Lauro a De Santis che pensava avesse diretto la partita tra Inter e Juventus dello scontro Iuliano-Ronaldo. Magari potevano anche informarsi prima di fare l’intervista… Come sorvoliamo sul fatto che mai nessuno abbia mai voluto fare un quadro esaustivo della mappa del potere, più o meno marcio, di quel periodo, potere che permetteva i suddetti regali agli arbitri, dai Rolex ai tapis roulant Technogym, permetteva false fidejussioni, falsi passaporti, cambi delle regole in corso, il tutto sempre e solo a vantaggio delle avversarie della Juventus; parlare, poi, dell'archiviazione delle indagini del PM Maddalena a Torino è diventata eresia pura: nessuno aprirà mai bocca in merito. Si fa riferimento ad episodi che nulla hanno a che vedere con lo scandalo, come il richiamo ad una partita disputata in un campionato mai oggetto di indagine, solo perché è da effetto (la ricordano tutti) e rafforza la posizione colpevolista. Carraro pensa che gli arbitri siano stati in buona fede, pensa che la Juventus avrebbe comunque vinto il campionato, pensa che l’aiuto nelle carriere dei fischietti ci sia stato solo in alcuni casi, però è giusto che la Juventus abbia pagato, visto che lei stessa ha ammesso delle responsabilità. Lui si rende estraneo alla situazione dichiarando di non sapere quello che succedeva, anche se e sue intercettazioni noi le abbiamo ascoltate e contestualizzate, e così estraneo proprio non sembrava (“per carità di Dio, che non favorisca la Juventus” …). Nessun accenno al fatto che gli arbitri, dati alla mano, non solo non hanno fatto carriera ma, sbagliando a favore della Juve sono stati penalizzati. Ricordiamo anche che non esiste una intercettazione di Moggi con un arbitro (a differenza dell’Inter o del Milan, ad esempio), solo presunzioni legate alle schede svizzere rimaste sempre mute. Nessun riferimento ad un generale comportamento di tutto il mondo del calcio, caricato come scorretto solo sulle spalle degli ex dirigenti juventini. Nessun riferimento al fatto che altre società, coinvolte pesantemente, non hanno subito nessun provvedimento, pur avendo violando le regole … Siamo sempre al punto di partenza: il livello generale di conoscenza dello scandalo, rimane quello fortemente voluto dai colpevolisti. Tutti possono farlo proprio perché la Juventus ha accettato, condividendole, le accuse. Proprio per una certa indolenza della società bianconera, ancora oggi, nonostante le molte realtà emerse dal 2006, si può sputare sulla nostra storia senza nulla temere. Podcast di “un giorno da pecora” del 26.10.2015, ospite Franco Carraro
  4. Intendi Cuadrado Dybala Morata? Io giocherei come contro l'Atalanta dopo l'uscita di Pereyra (Alberino di Natale): 4 3 Dybala Pogba Morata
  5. Io invece credo proprio che i poteri massonici da Malago' in giu' ci stanno rompendo le palle e stanno mettendo pressione anche sui vertici arbitrali per affossarci (Rocchi che non ci arbitrava da un anno e dopo quel Juve-Roma e' un altro esempio dopo Gervasoni). Forse pure per via del fatto che il Presidente AA ha detto che proseguiva contro la Figc.
  6. Per essere sicuro che non faccia decisioni positive per la Juve, semplice no? Gli arbitri stanno indirizzando il campionato verso uno scontro Roma/Napoli.
  7. Tutto giusto, ma Allegri non lo fara'. Mettera' di nuovo una formazione lenta, prevedibile, e svogliata
  8. Esatto, ma Allegri sta nel pallone, non fara' mai le cose semplici e logiche, le sue errate convinzioni (tipo avere per forza uno grosso come attaccante) stanno ammazzando lui e noi.
  9. Atalanta . Si puo' fare ia' domani: metti Lemina o Sturaro come mezzala sx e Pogba insieme a Dybala tra le linee con Morata punta unica. Se proprio vuole mettere Cuadrado, Allegri lo puo' provare come terzino dx
  10. Khedira Marchisio Lemina (Sturaro) Dybala Pogba Morata Ancora più interessante la situazione tattica dopo l’infortunio di Pereyra: Allegri forzava ancora di più il concetto inserendo non già Cuadrado, ma Asamoah, avanzando Pogba sulla linea di Dybala. Per mantenere in posizione interna il fuoriclasse francese era il set di movimenti offensivi a variare: la mezzala Asamoah, con un movimento dentro-fuori, forniva ampiezza e liberava spazi interni per Pogba. Il risultato era stato positivo: una Juventus finalmente in grado di occupare dinamicamente la zona cruciale alle spalle del centrocampo avversario, uno scaglionamento dei giocatori più efficace e la comparsa del gioco tra le linee. In aggiunta, il sistema adottato con l’Atalanta aveva riportato Pogba al centro del campo, dove il francese ha trovato la migliore prestazione stagionale, e non a caso vicino a Dybala, l’altro elemento tecnico della squadra. Proprio la scelta fatta da Allegri per la sostituzione forzata di Pereyra (e la sua insistenza sul tema iniziale) sembrava l’indizio di una decisione strategica del tecnico livornese. E invece a Sassuolo l’allenatore bianconero è tornato indietro, non tanto nell’adottare il vecchio modulo di gioco, quanto perché con l’interpretazione data a questo 3-5-2/4-4-2 è tornata una gestione del possesso ricca di difetti. - See more at: http://www.ultimouomo.com/sassuolo-juventus-torino-genoa/#sthash.EZXNlBN9.dpuf
  11. LIVE - 21 Convocati. Ci sono Marchisio e Caceres. Ultras a Vinovo. Domani spazio al 4-3-3. Padoin favorito per sostituire Chiellini. In attacco spazio a Cuadrado, Mandzukic e Morata15:14 - MARCHISIO DOVREBBE ESSERE TITOLARE - La Juventus, questa mattina, si è allenata a Vinovo in vista del derby di domani. La squadra adesso è in ritiro per proseguire la preparazione. Massimiliano Allegri, domani, si affiderà al 4-3-3: in porta giocherà Buffon. In difesa sulla destra Padoin è favorito Caceres, in mezzo ci saranno Barzagli e Bonucci, sulla sinistra agirà Evra. A centrocampo toccherà a Khedira, Marchisio e Pogba. In attacco, secondo Sky Sport, dovrebbe muoversi il tridente formato da Cuadrado, Mandzukic e Morata. Oggi, la fase finale dell'allenamento della Juventus è stato aperto ai tifosi presenti all'esterno di Vinovo. I sostenitori juventini non hanno assolutamente contestato la squadra, anzi hanno sostenuto i ragazzi di Allegri. http://www.tuttojuve.com/in-diretta-da-vinovo/live-21-convocati-ci-sono-marchisio-e-caceres-ultras-a-vinovo-domani-spazio-al-4-3-3-padoin-favorito-per-sostituire-chiellini-in-attacco-spazio-a-cuad-258576 PS: Deve mettere a Dybala al posto di Mandzukic, fuori Cuadrado dentro Sturaro o Lemina sulla sx e Pogba insieme a Dybala sulla trequarti con Morata punta centrale. Deve mettere la stessa formazione contro l'Atalanta dopo l'uscita di Pereyra. Ma non la vuole proprio finire di metterci lo zampino? Mandzukic NO catzo!
  12. Deve giocare Dybala che Mandzukic e Mandzukic. Ma Allegri continua allora. Mandzukic e' deleterio e non si integra bene con Morata e che catzo. E' un paracarro.
  13. Perche' totojuve ha notato che poiche' tieni per un sacco di squadre in un modo o nell'altro riesci sempre a vincere .asd
  14. No, io intendevo come ha fatto la Juve contro l'Atalanta dopo l'uscita di Pereyra. Come sintetizzato da Fabio Barcellona Il modulo di gioco presentato contro l’Atalanta era in partenza una sorta di 4-3-3 asimmetrico con Pereyra che in fase offensiva si apriva a sinistra e Dybala che veniva dentro a giocare ai fianchi del mediano avversario. Il movimento di Pereyra liberava lo spazio centrale per Pogba che, da mezzala sinistra, aveva campo per entrare centralmente e alle spalle del centrocampo avversario. Ancora più interessante la situazione tattica dopo l’infortunio di Pereyra: Allegri forzava ancora di più il concetto inserendo non già Cuadrado, ma Asamoah, avanzando Pogba sulla linea di Dybala. Per mantenere in posizione interna il fuoriclasse francese era il set di movimenti offensivi a variare: la mezzala Asamoah, con un movimento dentro-fuori, forniva ampiezza e liberava spazi interni per Pogba. Il risultato era stato positivo: una Juventus finalmente in grado di occupare dinamicamente la zona cruciale alle spalle del centrocampo avversario, uno scaglionamento dei giocatori più efficace e la comparsa del gioco tra le linee. In aggiunta, il sistema adottato con l’Atalanta aveva riportato Pogba al centro del campo, dove il francese ha trovato la migliore prestazione stagionale, e non a caso vicino a Dybala, l’altro elemento tecnico della squadra. - See more at: http://www.ultimouomo.com/sassuolo-juventus-torino-genoa/#sthash.SRWgQTDD.dpuf
  15. Esatto (Avendo Rai Italia da allora ho assistito a molte partite commentate da Cerqueti e lui si e' adeguato benissimo ai Dopo i Fatti di Pechino. Come d'altronde si adeguarono alla DS Zazzaroni, logicamente, Civoli e Paola Ferrari. Comunque l'hai spiegato benissimo la propaganda antiJuve dei " dopo i fatti di Pechino". Esatto
  16. TATTICAMENTE PARLANDO - Senza certezze (di Davide Terruzzi) 29/10/2015 Aveva ragione la mamma di Forrest Gump: “la vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una Juventus già tagliata fuori dalla corsa scudetto a fine ottobre e con la qualificazione alla prossima Champions League come obiettivo massimo, un traguardo anch’esso diventato complicato da raggiungere. La sconfitta col Sassuolo non è un episodio grave ma isolato, una partita persa figlia delle decisioni di Allegri, degli errori degli attaccanti, delle scelte del pessimo e irritante Gervasoni. L’errore più grande che sta commettendo la Juventus va trovato nella presunzione di ripetere gli schemi della scorsa stagione: il Dybala trasformato in Tevez, l’ossessione per la gestione dei momenti della partita, la continua ricerca dell’uomo tra le linee, una mentalità poco aggressiva. Quello era un gruppo maturo che andava tranquillizzato, questa non è ancora una squadra. Ripartire dai successi clamorosi della scorsa stagione significava porre il gioco e la cultura del lavoro come leader indiscussi della Juventus; compito dell’allenatore è appunto quello di donare un’identità al proprio collettivo, costruire una struttura e un’organizzazione di gioco chiaramente identificabili e credibili. Tuchel in pochi mesi ha rivoluzionato il Borussia Dortmund, Sarri e Sousa in tre mesi hanno disegnato Napoli e Fiorentina, l’Italia è riconoscibile come creatura di Conte. La Juventus è invece una squadra degli individui, dipende eccessivamente dalle giocate dei propri calciatori ed è per queste ragioni che non è in grado di sopportare un eccesso di turnover. Ha quindi poco senso caricare di eccessive responsabilità il Lemina di turno (anzi, l’ex OM nelle partite in cui è stato chiamato in causa in precedenza aveva convinto), perché sono il gioco e una mentalità offensiva che latitano. Senza una convincente organizzazione si è in campo senza certezze, senza punti di riferimento: la struttura è lo scheletro, i principi la consapevolezza di quello che va fatto. Queste sono le principali responsabilità di Allegri. Poi ci sono quelle della società. Anche in sede di mercato si è peccato di presunzione: sono partiti leader tecnici ed emotivi, si è scommesso sulla crescita di Pogba e Morata, si è acquistato un centravanti che dipende dal gioco della squadra, non si è acquistato quel giocatore tecnico richiesto dal proprio allenatore. La Juventus senza Tevez resta una formazione priva di un calciatore in grado di fare reparto da solo e d’inventarsi la giocata. La squadra a disposizione di Allegri è però certamente tra le migliori - sulla carta è la migliore -, ma questa incredibile differenza tra potenza e atto è deprimente. Tutti responsabili, tutti in ritiro. Si dice in questo caso ricorrendo a uno dei classici luoghi comuni del calcio. Ci sono invece persone che hanno maggiori responsabilità e sono quelli che hanno la possibilità di rovesciare la situazione: ogni tifoso si augura riescano a farlo, ma la ragione in questo caso porta a essere pessimisti, perché queste considerazioni si facevano anche un mese fa: trenta giorni sono passati, miglioramenti dovuti specialmente al rientro dei centrocampisti ci sono stati, ma l’organizzazione e la mentalità restano lontani dal convincere. Anche i senatori hanno dei precisi compiti; quando Agnelli ha presenziato alla conferenza per il rinnovo di Marchisio ha indicato le responsabilità da parte di chi è alla Juventus da tempo: a oggi non stanno riuscendo a guidare la squadra. Non ci sono quindi alibi. Non vanno nemmeno cercati. Così come non è possibile consolarsi con alcune statistiche, con la considerazione delle poche occasioni concesse: stiamo navigando in acquee sconosciute, in terre inesplorate. Questa Juventus non ha certezze, se non la forza dei singoli, e non può darle: è inaffidabile. Non è quindi possibile affermare “le cose si sistemeranno, la squadra si risolleverà” perché non possiamo sapere come si comporterà nelle prossime partite. L’unica certezza che mi rimane è che bisogna presto archiviare la presunzione di essere la Juve della scorsa stagione: ora serve una formazione che lavori sull’organizzazione e sulla mentalità, in grado d’ imporre il proprio gioco, un gruppo convinto di quello che l’allenatore propone, una squadra in cui il leader è il collettivo e non il singolo giocatore. Altrimenti si dipenderà sempre dai singoli, sarà impossibile il turnover, ci saranno sempre difficoltà con squadre chiuse e agguerrite, sarà necessario proteggere in una sfera di cristallo gli undici titolari. Mi auguro Allegri riesca a farlo. Per lui e per la Juventus. http://www.juventibu...a-certezze.html
  17. Sassuolo – Juventus di Fabio Barcellona (@FabioBarcellona) In questo difficile avvio di campionato, e a maggior ragione dopo la sconfitta di Sassuolo, più che concentrarsi sui risultati altalenanti, la Juventus dovrebbe davvero chiedersi che direzione tattica vuole prendere la sua stagione. È una questione che investe direttamente Massimiliano Allegri. Dopo il pareggio casalingo contro il Borussia Mönchengladbach e la quarta partita consecutiva con quello che pareva essere diventato il sistema di gioco di riferimento, 3-5-2 offensivo/4-4-2 difensivo, il tecnico bianconero aveva deciso di passare a una sorta di 4-3-2-1 nel match contro l’Atalanta. Ma più che il cambio di modulo di gioco, la vera rivoluzione era stata nell’interpretazione data alla fase di possesso palla. Uno dei difetti più costanti dell’ondivaga Juventus 2015-16 è stato quello di una circolazione del pallone eccessivamente perimetrale, causata dalla difficoltà a sorpassare le linee avversarie con un passaggio. Errate spaziature, movimenti poco sincronizzati e conduzioni di palla troppo prolungate costringevano la Juve a una manovra orizzontale e incapace di disordinare le linee difensive avversarie. Il modulo di gioco presentato contro l’Atalanta era in partenza una sorta di 4-3-3 asimmetrico con Pereyra che in fase offensiva si apriva a sinistra e Dybala che veniva dentro a giocare ai fianchi del mediano avversario. Il movimento di Pereyra liberava lo spazio centrale per Pogba che, da mezzala sinistra, aveva campo per entrare centralmente e alle spalle del centrocampo avversario. Ancora più interessante la situazione tattica dopo l’infortunio di Pereyra: Allegri forzava ancora di più il concetto inserendo non già Cuadrado, ma Asamoah, avanzando Pogba sulla linea di Dybala. Per mantenere in posizione interna il fuoriclasse francese era il set di movimenti offensivi a variare: la mezzala Asamoah, con un movimento dentro-fuori, forniva ampiezza e liberava spazi interni per Pogba. Il risultato era stato positivo: una Juventus finalmente in grado di occupare dinamicamente la zona cruciale alle spalle del centrocampo avversario, uno scaglionamento dei giocatori più efficace e la comparsa del gioco tra le linee. In aggiunta, il sistema adottato con l’Atalanta aveva riportato Pogba al centro del campo, dove il francese ha trovato la migliore prestazione stagionale, e non a caso vicino a Dybala, l’altro elemento tecnico della squadra. Proprio la scelta fatta da Allegri per la sostituzione forzata di Pereyra (e la sua insistenza sul tema iniziale) sembrava l’indizio di una decisione strategica del tecnico livornese. E invece a Sassuolo l’allenatore bianconero è tornato indietro, non tanto nell’adottare il vecchio modulo di gioco, quanto perché con l’interpretazione data a questo 3-5-2/4-4-2 è tornata una gestione del possesso ricca di difetti. Contro il 4-3-3 di Di Francesco la Juventus ha avuto, in situazioni di parità numerica, enormi difficoltà a portare il pallone nella trequarti del Sassuolo. Con i neroverdi che si compattavano al di sotto della propria linea di metà campo (molto basso il baricentro medio della squadra, 48 metri), l’inizio dell’azione della Juventus era sempre messo in difficoltà. I bianconeri non riuscivano a concretizzare la superiorità numerica in zona centrale in fase di costruzione. Il Sassuolo si schierava con Floccari a schermare Lemina e Berardi e Sansone a “mezza via” tra il centrale e l’esterno della Juventus. Con questa contrapposizione tattica gran parte dell’efficacia dell’azione offensiva passava per le scelte dei giocatori più liberi, i centrali laterali: Barzagli, che infatti è stato il giocatore che ha effettuato più passaggi in tutto il match (69) e Chiellini, oltre che dai movimenti degli altri calciatori sul possesso palla dei compagni più arretrati. Su questa situazione strategica la Juventus non è mai riuscita a creare superiorità posizionale e a smarcare efficacemente un uomo ai fianchi del mediano Magnanelli e alle spalle delle mezzali del Sassuolo. Chiellini è libero in possesso palla. I tre centrocampisti della Juventus sono in linea, annullando quindi ogni differenziazione nelle possibili linee di passaggio e permettendo alla linea di centrocampo del Sassuolo di rimanere ordinata. Alex Sandro è troppo alto per potere essere servito da Chiellini (Berardi chiude la linea di passaggio) e troppo basso per impegnare il terzino del Sassuolo. In questa maniera Berardi riesce a “marcare” due giocatori: Chiellini e Alex Sandro. Nessun centrocampista della Juve si muove alle spalle del centrocampo avversario, anzi, Pogba va incontro a Chiellini, chiudendo linee di passaggio e facilitando il compito di Missiroli, che non deve scegliere tra seguire il francese o uscire sulla conduzione palla del difensore bianconero. Anche qui, un uomo del Sassuolo ne marca due. Alle spalle del proprio centrocampo, la squadra di Di Francesco può rimanere ordinata con 4 difensori più il mediano Magnanelli impegnati solo da Mandzukic e Dybala, in ampia superiorità numerica. Ancora una volta la circolazione del pallone è stata estremamente periferica, centrata sulle ricezioni larghe di Cuadrado e i suoi isolamenti (7 i dribbling tentati dal colombiano, di cui ben 5 con esito negativo) e pochissimi sono stati i palloni ricevuti tra le linee, con le ricezioni di Pogba spostate di 10 metri a sinistra rispetto alla partita contro l’Atalanta. Le cose migliori, nemmeno troppo casualmente, la Juve le ha fatte vedere quando è rimasta in 10. I bianconeri si sono sistemati con un 4-3-2, abbassando Sturaro in posizione di terzino destro. L’inevitabile disorganizzazione derivante da un modulo di gioco improvvisato e la necessità di coprire più campo ha tolto rigidità alla squadra e creato connessioni improvvisate tra i giocatori. Ma non è bastato a recuperare la partita. Si è visto anche Cuadrado in posizione di regista. Di Francesco ha ancora una volta mostrato la sua crescita dai tempi dell’esordio in Serie A con il Lecce prima e con il Sassuolo due anni fa. Quella neroverde è una squadra molto organizzata, sia in fase di possesso palla, che, soprattutto, in quella di non possesso, vero e proprio tallone d’Achille delle prime versioni di Di Francesco in Serie A. Con palla agli avversari il suo 4-3-3 si tramuta in un compattissimo 4-5-1 che concede pochi spazi tra i giocatori e presenta una linea difensiva molto attiva e precisa nei movimenti a elastico in risposta a situazioni di palla giocabile/non giocabile. A testimonianza di ciò, nella partita contro la Juventus, pur con un baricentro che come visto è stato molto basso, la linea difensiva del Sassuolo è riuscita a mettere in fuorigioco per ben 6 volte i giocatori della Juventus, in posizione piuttosto alta (25.9 m). Sull’altra panchina, oggi molto più scomoda, Allegri deve decidere cosa deve essere la Juventus di questa stagione. Per una squadra chiaramente in costruzione tattica e a oggi distante dalla lotta per lo scudetto, è fondamentale trovare delle linee e dei principi di gioco chiari e condivisi e lavorare per perseguirli senza cercare di volta in volta soluzioni diverse in funzione degli undici titolari. Le carenze più evidenti risiedono nella fase di costruzione e finalizzazione della manovra e hanno origine dall’incapacità di trovare soluzioni efficaci di passaggio che consentano all’azione di progredire e di disordinare la difesa avversaria. Allegri deve concentrarsi sulla soluzione di questo enorme problema della Juventus: la promettente strada percorsa con l’Atalanta non è stata nuovamente esplorata col Sassuolo, sebbene la ritrovata centralità di Pogba e l’occupazione efficace della cruciale zona tra le linee avversarie sembravano suggerire al tecnico il contrario. Molte domande sono aperte ed esigono una risposta netta: questa Juve poco fluida può permettersi un giocatore dalle caratteristiche di Cuadrado, che ferma il pallone e basa il proprio gioco sulla soluzione personale in dribbling? Questa Juve che presenta ampi problemi nella circolazione del pallone, può permettersi un attaccante che non partecipa attivamente alla manovra come Mandzukic, rinunciando a un altro paio di piedi disponibili ad associarsi a quelli dei compagni? Dalle risposte a queste domande e dalle scelte di Allegri passa il futuro di questa indecifrabile Juventus 2015-16. - See more at: http://www.ultimouomo.com/sassuolo-juventus-torino-genoa/#sthash.2Cy0HwOL.dpuf
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