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Juventina_4ever

Tifoso Juventus
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  1. Che difesa che abbiamo comunque: montero,ferrara,cannavaro....
  2. È uscita la Lista ufficiale delle formazioni e zizou giocherà un tempo anche con noi
  3. Real Madrid Legends: Buyo, Illgner, Contreras, Chendo, Rojas, Roberto Carlos, Gordillo, Hierro, Pavón, Sabido, Cannavaro, Zidane, Helguera, Redondo, Iván Pérez, Butragueño, Alfonso, Dani, Morientes, Figo, Amavisca, Karembeu, Velasco and Fernando Sanz Juventus: Tacconi, Ferrara, Birindelli, Montero, Torricelli, Tudor, Davids, Nedved, Ravanelli, Jugovic, Kovacevic, Mirkovic, Cannavaro, Giannichedda, Porrini, Salihamidzic, Massimo Mauro and Nicola Amoruso. Cannavaro will play a part with Real Madrid Leyendas an another with Juventus
  4. TORINO - "Sono felice e convinto della scelta che ho fatto, la penso esattamente come l'anno scorso. Il mio percorso italiano si è chiuso con la Juve, non mi vedrà giocare con altre maglie". Lo ha detto Alessandro Del Piero durante la presentazione dei programmi di Sky Sport per la Confederations Cup, di cui l'ex capitano bianconero sarà protagonista. "Ho nostalgia dell'Italia, ma ora la mia vita si svolge in altro modo e con altri ritmi - ha aggiunto Del Piero -. Gioco in un campionato che mi permette di stare anche a Torino in alcuni periodi, spero di poter dare presto l'ufficialità del fatto che porterò il Sydney in ritiro qui in Italia. Tornerò così a giocare in Italia con la mia nuova squadra". Torni in Italia in una veste nuova: sarai protagonista di una miniserie prima delle partite di Confederations Cup in onda su Sky, in cui ci saranno i ricordi della tua carriera, ma anche da bambino. Ci puoi raccontare qualcosa di questo evento? «Sarà un qualcosa di diverso, ci auguriamo di emozionante, sperimentale di sicuro, perché vorremmo abbinare le cose che hai detto tu con quelli che sono dieci eventi fantastici della Confederations Cup che, mai come quest’anno è unica probabilmente, sia per le squadre che vi partecipano, sia per il fatto che viene giocata in Brasile, che è il Paese madre del calcio, non solo per i cinque Campionati del Mondo che ha vinto. Quindi creiamo questa miniserie alla quale stiamo lavorando e speriamo di offrire un prodotto di altissima qualità come è sempre stata Sky». Ci stai mettendo del tuo in questa produzione? «Sì, sceglieremo, in base alle partite, una nazione, dei giocatori, dei particolari o delle storie che contraddistinguono appunto la nazione di riferimento. Grazie alla collaborazione dei due Federico, Buffa e Ferri, anch’io sono chiamato a metterci del mio, non solo come voce, ma anche come autore, come suggerimenti, e cercherò di farlo al meglio, ovviamente. Immaginiamo prima di Italia-Brasile ci sarà un tuo ricordo da bambino di quel famoso 1982, quando avevi 8 anni? Sì, era il mio primo Mondiale in assoluto, il mio ‘esordio’, quindi ci sarà il racconto riferito a quei giorni lì, a quella partita e a quel Mondiale di per sé e al fatto che Italia-Brasile è una partita unica, sotto tutti gli aspetti». Sul ritiro estivo del Sidney in Italia «È decisamente molto più che probabile in questo momento; quelli che erano idee, pensieri e desideri miei, di poter tornare in Italia ad allenarmi e a giocare con il Sidney, si sta tramutando in realtà. Mi auguro quanto prima, magari nel giro di dieci, quindici giorni, di poter dare l’ufficialità del luogo dove passeremo del tempo in Italia per allenarci e, dopodiché, per disputare anche qualche amichevole, di cui stiamo già parlando. Ne sono particolarmente felice perché significa tanto, perché comunque l’Italia è casa mia». Che momento sta vivendo, secondo te, la Nazionale, anche rispetto al passato quando giocavi tu? Ci sono due campioni in prospettiva come Balotelli ed El Shaarawy: che momento ti sembra e quanto ti piace il lavoro che sta facendo Cesare Prandelli? «Parto dalla fine: il lavoro di Prandelli sicuramente è ottimo, perché il percorso che hanno fatto sia nell’Europeo sfiorando la vittoria, sia nella qualificazione per i Mondiali, è stato sicuramente ottimo, non solo per quanto riguarda i risultati, ma per quello che, almeno dal di fuori, traspare come clima all’interno della squadra. Queste sono le premesse ideali per poter affrontare non solo la Confederations Cup di adesso, ma qualsiasi partita disputeranno. Hai fatto i nomi di due ragazzi ma ce ne sono anche altri, di molto giovani, che si affacciano, o per lo meno, sono molto giovani per le competizioni europee, che stanno assaporando sempre di più cosa significa competizioni a livello internazionale. Quindi, può essere anche, non dico una fase di passaggio, ma sicuramente una fase di crescita e devono giocare bene queste carte, sia Prandelli che la squadra, per poter crescere ancora di più, tramite le partite della Confederations Cup, tramite le partite di adesso, cioè fare in modo che tutti questi impegni possano dargli qualcosa in più, perché poi quando si affronta una fase come quella dei Mondiali diventa tutto più impegnativo e quindi sarà molto importante essere ben preparati». Parlando dei Mondiali, pensi sarà questa la squadra che li giocherà, con un attacco guidato da Balotelli ed El Shaarawy? «Anche se non conosco bene le scelte di Prandelli, diciamo che, tradizionalmente parlando, tutti gli allenatori arrivano a un anno dall’evento del Mondiale con le idee molto chiare per quanto concerne l’ossatura della squadra. Quindi, molto probabilmente, non cambierà molto. È chiaro che poi, in base ai pensieri dell’allenatore e all’esito del campionato, può sempre uscire qualcosa all’ultimo: può uscire la maturazione di un giocatore, l’infortunio di un altro e quindi l’inserimento di giocatori all’ultimo secondo, che possono in qualche modo avere e dare qualcosa in più». Balotelli è stato coinvolto in varie polemiche, ultima quella legata alla vicenda di droga: tu che consiglio ti senti di dare a un giocatore, a un ragazzo che vive queste situazioni? «Un po’ ha già risposto: ognuno è fatto a modo suo, per cui deve seguire inizialmente quelli che sono i propri istinti e le proprie cose per fare al meglio. Di sicuro quello che reputo importante per ognuno di noi è cercare di migliorarsi, cercare di fare meglio le cose, cercare di vedere chi le fa meglio di te e imparare. Aver voglia di imparare e aver voglia di migliorarsi è fondamentale nella vita in genere, ma in qualsiasi settore, anche nello specifico, nel tuo sport che è passione, dove pensi magari di aver raggiunto un livello di un certo tipo, dove pensi di essere il migliore. Quindi, queste due cose le ritengo fondamentali per lui, per me, ma per chiunque». JUVENTUS ALESSANDRO DEL PIERO / TORINO - Intervenuto a 'Sky' per annunciare la sua presenza come commentatore alla prossima Confederations Cup, Alessandro Del Piero ha parlato del suo ritorno a Torino e dell'affetto dei tifosi bianconeri che, anche nell'avventura australiana, non l'hanno mai abbandonato: "A parte il tempo va tutto bene a Torino. Ero abituato bene in Australia. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'affetto dei tifosi bianconeri nei miei confronti durante la festa scudetto. Un affetto che vivo quotidianamente e non è mai sceso. Ho sempre vissuto e seguito con molta attenzione quello che succedeva qui ed il rapporto con il popolo juventino è rimasto unico. Sono molto felice di questo".
  5. http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?17805 il tapiro a del piero
  6. L'inviato di Striscia La Notizia, Valerio Staffelli, ha consegnato un Tapiro d'oro ad Alessandro Del Piero. Secondo il programma satirico, infatti, l'ex capitano bianconero era attapirato per non essere stato invitato alla Festa Scudetto. "Hanno rivinto lo scudetto e non l'hanno invitata alla festa. Come mai?", ha chiesto Staffelli all'ex capitano della Juve. E Alex se l'è cavata con grande classe: "Ho salutato i miei compagni dopo la festa e questa è la cosa più importante: aver mantenuto questo splendido rapporto con loro. Diciannove anni è chiaro che non si dimenticano. Sono felice per loro, hanno fatto un grande anno. In Australia? Purtroppo niente playoff: ecco, lì un po’ di Tapiro ci sta!”, ha concluso Pinturicchio.
  7. Il ritorno della Juventus al vertice del calcio europeo, dopo la buona partecipazione all'ultima Champions League conclusa ai quarti di finale per mano del Bayern Monaco, "assolutamente non è impossibile" anche se bisogna fare qualcosa di "eccezionale". A leggere così il futuro internazionale dei bianconeri è Alessandro Del Piero, storico capitano della Signora, intervenuto all'IT Forum in corso al Palacongressi di Rimini per un faccia a faccia con l'amministratore delegato di Banca Generali, Piermario Motta. Atteso da centinaia di persone e stretto da un abbraccio caloroso - la Romagna è da sempre feudo juventino - Del Piero, ha spaziato dalla sua attuale esperienza australiana al recente secondo tricolore consecutivo vinto dalla Juventus, il primo senza 'Pinturicchio' in campo, fino alla prossima finale di Champions League tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Per il titolo vinto da Conte e dai suoi ragazzi "festeggiato da tifoso", Del Piero si è detto "molto felice". Nei giorni scorsi, l'ex capitano ha avuto modo di incontrare i vecchi compagni, con i quali ha mantenuto "ottimi rapporti" e ha ricordato, in particolare, Claudio Marchisio, "visto crescere dalle giovanili fino alla prima squadra". Quanto alla finale di Londra per la Coppa dalle grandi orecchie - sfida tutta tedesca tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund - del Piero, si è detto "imparziale" nel tifo, ha sottolineato i diversi modelli di crescita seguiti dalle due squadre e ha ricordato come il calcio tedesco abbia fatto "passi da gigante" negli ultimi anni, non solo sul rettangolo di gioco ma anche nell'organizzazione e negli stadi. Del Piero - in campo a Rimini, sei anni fa per la prima gara di Serie B, nell'anno post Calciopoli - è stato ospite dell'incontro 'Talento senza confini. Alex del Piero in campo con Banca Generali' che ha messo al centro dell'attenzione le esperienze sportive e le sfide professionali in diversi Paesi del Mondo, tra talento e professionalità.
  8. Intervistato da Sky Sport 24, Alessandro Del Piero ha rilasciato una lunga intervista riguardo i temi juventini passati e presenti. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com. Hai finito il tuo intervento dicendo che ci saranno altre mostre, per dare un'idea cosa è questo nuovo spazio multimediale... "Sono temi che speriamo di raccogliere e regalare emozioni. Avremo lo sport, con il calcio mia prima passione ma anche arte e musica. Abbiamo passioni e siamo pronti per ogni evenienza. Oggi abbiamo inaguruato con il percorso fotografico "Giochiamo ancora" sulla mia vita calcistica e non". C'è una foto che ricorda la tua festa d'addio allo Juventus Stadium. Pechè non c'eri contro il Cagliari per la festa? "Non vorrei entrare in discorsi strani. Sono felice, la Juve ha vinto lo scudetto e il fatto che non c'ero è stato un bene, i protagonisti sono i miei ex compagni. Sono sempre stato al loro fianco, li ho incontrati allo J-Museum, siamo sempre al fianco della Juve". Oggi c'era Marchisio alla tua mostra. Per come si comporta e tutto sembra il tuo erede ma la 10 è ancora vacante... "Non mi hanno ancora contattato, tranquilli... Scherzi a parte Claudio era qui come amico ed ex compagno. Lui si è costruito il suo personaggio a parte, ha qualità straordinarie ma ognuno di noi è a suo modo. Non tengo a paragoni, avendo fatto le giovanili della Juve lui sicuramente rappresenta tanto per questi colori". Quest'anno potrebbe arrivare il top-player. Higuain, Tevez e Jovetic sono degni del 10 bianconero? "Sono tre grandi giocatori, ma nessuno gioca con la 10. Forse preferiscono per questioni numeriche altro, però sono convinto che farebbero sicuramente bene come hanno fatto finora in carriera". In questo anno australiano, c'è stato un momento in cui riguardando le foto in bianconero ti è salito il magone? "Certamente. Diciannove anni vissuti con tale intensità non possono svanire così, quello che è avvenuto qua resterà per sempre nel mio cuore. Non è retorica ma realtà dei fatti, dal rapporto con la gente a tutto il percorso anche nella vita vissuto qui non potrò mai cancellarlo. E' chiaro che l'attitudine, la volontà e il pensiero per il presente deve essere più forte, ma le cose possono convivere benissimo assieme". Su Twitter dispensi complimenti a Totti e a Di Natale. Vedendo i loro record non hai pensato di poter essere ancora protagonista in A? "Sì...". Con la maglia della Juve? "Ovviamente. Per una serie di motivi non potrei giocare con altre italiane, pur ringraziando chi mi ha corteggiato in passato ho scelto l'estero". La tua maglia del Sydney però fa furore anche in Italia, ti seguono in tanti... "Sì molti sono anche venuti a trovarmi in Australia. E' bello questo fatto, mi rende felice". Domenica Rolando Bianchi ha dato addio al Torino, amareggiato verso la società e l'allenatore. Non è un caso simile al tuo? C'è riconoscenza nel calcio? "Se vuole venire da noi un posto lo trovo a Rolando... Però è talmente forte che troverà squadra in Italia, ha fatto tanti gol. Sulla riconoscenza se n'è parlato tanto, gli consiglio di vivere bene e pensare al proprio futuro in modo lucido, nonostante l'amarezza. Farà bene e troverà il suo destino". Tu però sapevi già ad ottobre 2011 che non saresti stato più alla Juve a differenza di Bianchi... "Può darsi, ma non conosco la storia di Rolando nei dettagli. A me restano ricordi bellissimi del 2011/12, siamo tornati a vincere lo scudetto dopo sei anni da imbattuti. Poi l'ultima in casa con l'Atalanta è stata oltre la mia immaginazione, non ho pensieri negativi. Sono molto sereno e si va avanti".
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