Vai al contenuto

vanpeebles

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    1938
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    1

Tutti i contenuti di vanpeebles

  1. Sono assolutamente d'accordo. Credo che abbiano un serio problema di selezione della classe dirigente, aggravato da una crescita che li ha portati in sei anni da zero al 32%. Visto che non sono un dirigente 5s ma solo un cittadino italiano, mi sarei aspettato dai molti censori che affollano queste pagine (e non parlo di te) una preoccupazione non dico maggiore ma almeno uguale per: un ministro della salute senza laurea e senza esperienza un ministro dell'istruzione senza laurea e senza esperienza un ministro della giustizia senza laurea e senza esperienza un ministro del lavoro senza laurea e con esperienza molto parziale Discorso che ho già fatto qualche pagina fa, ma allora mi è stato risposto che la laurea non conta perché siamo di fronte a statisti e manager.
  2. Il mio punto è che il tizio con la terza media non ha ancora fatto danni né rubato, ma è già alla gogna, mentre i tizi che ho citato, ai quali aggiungerei qualche decina di democristiani e forzitalici e qualche leghista, oltre ad Amato, hanno fatto finora più danni della grandine, ma continuano ad essere trattati da grandi uomini politici o al massimo da "compagni che sbagliano". Beh, direi che qui è tutto un "e allora i 5s?". Il problema è che i 5s non hanno ancora fatto i disastri fatti dagli altri. v. sopra
  3. Invece di paragonarlo ad Amato, potremmo paragonarlo con questi Sposetti e le 56 casseforti dell’ex Pci La guerra sul patrimonio agita il Pd Le sedi dei circoli minacciate di sfratto da parte delle fondazioni diessine. Il tesoriere dei Democratici di sinistra: qualunque amministratore di condominio si comporterebbe allo stesso modo http://www.corriere.it/politica/16_agosto_21/sposetti-56-casseforti-dell-ex-pci-finanze-pd-sfratto-sedi-circoli-f4fe5692-670b-11e6-a871-4e65f9c31faf.shtml Chi è il tesoriere (moroso) del Pd Lo chiamano «Bonitaxi» perché, dal 2009 con Matteo Renzi, lo scarrozza in auto. Francesco Bonifazi, 37 anni, è il nuovo amministratore del partito. Ma da parlamentare non ha ancora versato i 30 mila euro promessi https://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/bonifazi-tesoriere-pd-renzi/ Il Pd licenzia i suoi dipendenti e il tesoriere neppure si presenta Polemiche nel Partito Democratico per come è stata gestita la cassa integrazione dei lavoratori. Che lamentano l'assenza di Francesco Bonifazi da tutte le trattative http://espresso.repubblica.it/palazzo/2017/10/16/news/il-pd-licenzia-i-suoi-dipendenti-e-il-tesoriere-neppure-si-presenta-1.312221 Poi uno rivaluta anche il tizio con la terza media Volendo, c'è anche lui Chi è Primo Greganti, arrestato di nuovo Breve storia del "compagno G.", famoso per aver rappresentato il coinvolgimento del PCI nelle inchieste di "Tangentopoli" e per averlo negato insieme https://www.ilpost.it/2014/05/08/primo-greganti/ che credo abbia al massimo la terza media, ma a quanto pare l'ha fatta fruttare.
  4. Ottimo! Esattamente il contrario di quello che dovremmo fare.
  5. Caso rifiuti Roma, i pm: “Archiviate Muraro”. L’assessore si dimise per l’indagine Nel dicembre del 2016, l’inchiesta per reati ambientali le costò l’incarico in Campidoglio, a sei mesi dalle elezioni. Ma per l’accusa non ci sono elementi per andare a processo
  6. A dire il vero, qui sembra che il casino l'abbiano fatto i PD http://www.repubblica.it/politica/2018/03/28/news/senato_questori_vicepresidenze-192448085/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S2.5-T2 I dem avevano a disposizione 54 voti che avrebbero permesso alla candidata M5s, Laura Bottici, di essere la più votata, divenendo quindi il questore anziano, cioè il presidente del collegio dei questori. Il tutto in cambio di un congruo numero di voti per il dem Gianni Pittella, a scapito di uno dei due candidati del centrodestra, cioè Antonio De Poli (NcI) e Paolo Arrigoni (Lega). Infatti ogni senatore ha a disposizione due voti, e mentre quelli del centrodestra votavano i propri due, M5s e Pd avrebbero potuto prestarsi reciproco soccorso. Ma così non è stato. Alla fine, nessun questore per il Pd mentre come questore anziani è stato eletto De Poli. In sostanza, se ho capito bene, i PD volevano i voti 5s senza dare i loro. Risultato, ognuno ha votato per i suoi e il PD è restato fuori.
  7. Sì, intendevo le modifiche per renderla generale e automatica. Altrimenti dovremmo immaginare un milione di persone/anno che fanno la stessa richiesta a Equitalia.
  8. Diciamo che questo è il momento peggiore per farlo. Non so se è necessario o meno modificare la legge di stabilità, ma in caso affermativo adesso il Parlamento non può legiferare. Se è sufficiente un decreto ministeriale, bisogna che il Governo lo consideri "ordinaria amministrazione", altrimenti non ha il potere di adottarlo. In ogni caso mi pare che l'argomento non interessi nessuno.
  9. Benissimo, si tratta di intendersi. Allora, i dati ISTAT tenevano conto del reddito/casa, quelli vecchi INPS no. Il problema è se parliamo di povertà virtuale o reale. Per essere chiari, finora, quando fai una dichiarazione ISEE, la casa in proprietà è considerata reddito. Se cambi i criteri (e sono d'accordo) devi aggiornare le stime sulla povertà in Italia. E quindi sono sbagliati i dati che abbiamo letto finora. Se invece lasci i dati come li hanno letti e raccontati gli ultimi governi, sbaglia Boeri. Per quanto mi riguarda, possiamo togliere il reddito/casa e avere dati più corretti (che sputtanano ancora di più chi ha governato finora). Però Boeri deve ancora spiegare i miliardi in più spuntati rispetto alle stime 2015. Non sono spiccioli. In effetti non c'è niente da ridere: ci sono evidenti problemi di calcolo (o di manipolazione dei dati) da parte di alcuni importanti enti pubblici. Finché i dati sono manipolati per ragioni elettorali da quei 4 cialtroni dei 5s, il problema è loro. Ma se i dati vengono taroccati da ISTAT o INPS o dal governo, la cosa è più grave.
  10. D'accordo, si poteva fare. Ci voleva poco, avrebbe anche avuto costi molto bassi. Però non si è fatto, e questo dà una misura dell'interesse degli ultimi governi per certe categorie. Conosco molte persone incappate nel meccanismo, tutte incazzate nere. Qualcuno (i meno previdenti) dovendo restituire, ha avuto problemi; altri semplicemente nel dubbio non hanno speso gli 80 euro. Era una misura fatta per aumentare il consenso e i consumi. La cialtroneria con cui l'hanno gestita ha fatto fallire entrambi gli obiettivi. Tutto qua.
  11. Questa è una delle cose peggiori del bonus: i datori lo mettono in busta paga sulla base del reddito che il dipendente presume di avere nel corso dell'anno successivo (ad es. perché guadagna più o meno quella somma da anni). Ogni mese prende gli 80 euro in busta paga. Quando, l'anno dopo, arriva il consuntivo, si torna qui: 960 euro annuali (80 euro al mese) ai lavoratori con reddito complessivo fino ai 24.600,00 euro; l’importo scende per chi ha un reddito compreso tra i 24.600 e i 26.600 euro; il bonus non è corrisposto ai lavoratori con redditi inferiori a 8.174 euro. Dunque, se hai guadagnato più di 26.600 o meno di 8.174 (ad es. perché ti hanno licenziato ) perdi il bonus e devi restituire i soldi. Inoltre, grazie alla pubblica amministrazione friendly dovuta alla riforma Madia, quello che ti hanno dato in 12 comode rate devi restituirlo tutto insieme. Puoi immaginare l'effetto che fa al licenziato di cui sopra, ma anche a chi ha guadagnato ben 27.000 euro l'anno prima (e magari quest'anno anche lui è a casa). Circa 1 milione e mezzo di persone si sono divertite quest'anno con il giochino della restituzione. Padoan nel 2017 aveva promesso la rateizzazione della restituzione, poi evidentemente aveva cose più importanti da fare.
  12. Per me queste dichiarazioni dicono più cose su Boeri che sul reddito di cittadinanza o sui 5s: «Abbiamo fatto una stima dei costi del Ddl presentato dal M5S, che è la descrizione più accurata di cui oggi disponiamo su questo strumento. L'avevamo valutata già nel 2015 per 29 miliardi. Ora abbiamo rifatto queste stime alle luce dei dati più recenti, combinando le nostre informazioni con quelle dell'Agenzia delle Entrate, e riteniamo che possa costare tra 35 e 38 miliardi», ha spiegato Boeri al margine della presentazione dei dati sul Rei. Fatemi capire, questo nel 2015 parlava di 29 miliardi (e già allora stimava un costo quasi doppio rispetto alle stime ISTAT). Ora, a meno di 3 anni, con inflazione ferma e situazione economica in miglioramento (vero? ) aumenta le stime di altri 6-9 miliardi. Mi pare che ci siano solo tre possibilità: 1) i dati economici generali sui quali abbiamo ragionato finora sono falsi e Boeri è l'unico in possesso della verità 2) ha sbagliato nel 2015 3) sbaglia oggi
  13. Oppure questa. Nota: Firenze è un decimo di Roma e in più sarebbe una città "amministrata bene" Buche: l'asfalto sulle strade della città è un incubo Buche sulle strade: città colabrodo, incubo crateri / FOTO L'amministrazione comunale ha annunciato il massimo impegno, ma girare per le strade fiorentine è dura E. Benedetti 15 marzo 2018 15:29 Buche, dopo il gelo città colabrodo: "Ne tappiamo 100 al giorno" 12 marzo 2018 Viabilità: arriva il piano anti-buche 7 marzo 2018 Asfalto: buche in Piazza d' Azeglio, via Niccolini e via della Colonna 18 febbraio 2018 Buche, Nardella: “Nel 2018 asfaltiamo 69 km di strade” 15 dicembre 2017 Buche in strada: chi paga i danni del cittadino? 12 novembre 2017 Via Monti: asfalto inghiottito, spunta buca in mezzo alla strada / FOTO 7 novembre 2017 Buche, che incubo. E' proprio il caso di dirlo. Il gelo di un paio di settimane fa e le piogge di questi ultimi giorni hanno sicuramente accentuato il problema, che però in città è piuttosto costante. E' dura incontrare una strada senza buche, talvolta veri e propri crateri. Quello che vedete qua sotto non può che essere un piccolo campionario, rispetto alla vastissima gamma di buche presenti in città: l'amministrazione comunale ne avrebbe contate circa 2mila. “Ne stiamo tappando 100, 120 al mese”, ha detto l'assessore alla mobilità Stefano Giorgetti nell'ultimo consiglio comunale, lunedì scorso, anche se la pioggia in realtà rallenta e diminuisce il numero degli interventi. Le ditte incaricate, in attesa dei programmati interventi di riasfaltatura delle varie strade, intervengono per ora con delle 'toppe' di asfalto. Sulle buche le ditte gettano in questi giorni asfalto 'a freddo', quando le condizioni meteo miglioreranno inizieranno gli interventi 'a caldo', che garantiscono maggiore tenuta e durata nel tempo. Una cosa è certa: tante delle toppe che si incontrano per le strade sono in via di disfacimento. Nelle strade 'esaminate' oggi tra quelle messe peggio c'è sicuramente via Cavour, con una serie di buche a ripetizione. Via Cavour che, all'incrocio con piazza San Marco, diventa un vero colobrado (vedi foto sotto), dove anche gli autobus devono rallentare parecchio per non 'grattare' il fondo della carrozzeria. Toppe sgretolate e profonde buche anche sui viali Matteotti e Gramsci, pericolose per le auto ma molto di più per i motorini. Intanto la città attende il Global Service, il gestore unico che dovrà occuparsi del sistema della sicurezza stradale, della manutenzione e della programmazione degli interventi sull'intera viabilità cittadina. Palazzo Vecchio spera di far partire il servizio entro l'estate, con qualche mese di ritardo rispetto ai primi annunci. Il ricorso di una ditta esclusa dal bando potrebbe però ritardare il via. Nell'attesa, nel campionario di oggi non può mancare via Bolognese, con la buca all'altezza della prima fermata del bus: profonda almeno 10 centimetri e larga almeno mezzo metro.
  14. Questa fa ridere di più https://left.it/2017/03/01/siete-poveri-restituite-gli-80-euro/ Siete poveri? Restituite gli 80 euro GIULIO CAVALLI1 MARZO 2017 OPINIONIPOLITICASOCIETÀ0 COMMENTI Eppure l’avevamo scritto in tempi non sospetti che gli 80 euro di Renzi sarebbero stati utili come un paio di doposcì in un fine settimana nel mezzo del Sahara: oggi i dati (ufficiali, eh) dicono che nel 2016 438000 italiani hanno dovuto restituire il “bonus” che il governo Renzi ci aveva rivenduto come “motore di uguaglianza”. E sapete perché li hanno dovuti restituire? Perché sono troppo poveri. Sembra una barzelletta, lo so, ma in realtà è il risultato di un provvedimento che non solo tradisce il principio costituzionale della progressività fiscale ma soprattutto che escludeva tutti coloro che guadagnavano meno 7.500 euro considerandoli probabilmente poco interessanti per la mancetta elettorale. Anche il meccanismo di restituzione è curioso: il ministro Padoan aveva promesso che “modalità per alleviare la restituzione”. Promessa mancata: gli 80 euro vanno ridato allo Stato in un’unica soluzione. Punto. Chissà se ora qualcuno reciterà il mea culpa riconoscendo che i “bonus” in qualunque forma sono un brutto modo di fare politica puntando sul rastrellamento del consenso a breve termine rilasciando poi scorie nel tempo. Chissà se Renzi, ad esempio, comincerà a capire che il problema non è nella sua “antipatia” ma in una considerevole serie di riforme che puntualmente si sono rivelate sbagliate. Chissà se davvero gli elettori smetteranno di lamentarsi di non avere una classe dirigente con lo sguardo lungo e proveranno ad allenare il proprio sguardo lungo, per cominciare. Perché la foto dei troppo poveri in coda per restituire i soldi alle casse dello Stato, ecco, dovrebbe bastare per raccontare dove siamo arrivati. Buon mercoledì.
  15. Per non dimenticare http://www.lastampa.it/2017/01/19/italia/politica/voli-di-stato-gentiloni-scongela-il-megajet-voluto-da-renzi-e-chiude-un-caso-paradossale-G9ubzEdqdxgZ5BFxQmmrTL/pagina.html?zanpid=2413715948923507712 Voli di Stato, Gentiloni “scongela” il mega-jet voluto da Renzi e chiude un caso paradossale Un anno e mezzo fa Renzi, dopo aver annunciato l’uso di un nuovo aereo e stipulato un contratto di leasing con Etihad aveva preferito lasciare il velivolo negli hangar. Per timore delle polemiche anti-Casta?0 Pubblicato il 19/01/2017 Ultima modifica il 20/01/2017 alle ore 15:21 FABIO MARTINI La “timidezza” finora dimostrata da palazzo Chigi nell’uso del mega-jet - preso in leasing e poi lasciato muffire negli hangar - è finita: nel viaggio che lo ha portato da Roma e Berlino e viceversa, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha utilizzato e “scongelato” l’Airbus 340. Si chiude così una delle vicende più paradossali della presidenza Renzi. Tutto era iniziato nel luglio del 2015, quando il presidente del Consiglio aveva annunciato ai giornalisti: «Ad ottobre andremo in Sudamerica con un aereo più grande, con il wi-fi, l’abbiamo già ordinato...». Nulla di più se ne seppe allora, l’unica certezza riguardava l’arrivo di un aereo destinato a mandare in pensione un anziano A319 in servizio da molti anni e che, per le tratte più lunghe, costringeva i voli dei presidenti del Consiglio ad uno scalo tecnico. Nel giro di qualche settimana si scoprì che l’aereo scelto da palazzo Chigi era l’A340, un mega-jet preso in leasing da Etihad che porta abitualmente più di 300 passeggeri e ha una larghezza di 60 metri, appartiene alla stessa tipologia del Boeing 747 ma è al livello di quelli a disposizione di alcuni dei capi di governo di altri Paesi del G20. In tempi di grande sensibilità per tutto quello che riguarda Casta e spese facili, l’annuncio del premier aveva fisiologicamente alimentato retroscena giornalistici e politici sulla presunta “grandeur” renziana: tanto era bastato per bloccare il battesimo del mega-jet. Certo, al blocco avevano contribuito anche problemi legati all’equipaggio e al contratto di leasing, sta di fatto che da allora Renzi ha continuato ad usare il vecchio aereo. Nulla era bastato a far cambiare idea al presidente del Consiglio, persino un incidente (sul quale nulla si è saputo) subito dall’anziano A320, al quale si era rotto in volo il finestrino della cabina di pilotaggio. Le ragioni di tanta “resistenza” non hanno mai avuto una spiegazione ufficiale ma si po’ immaginare che abbia giocato il timore per polemiche sul fronte anti-Casta e dunque la decisione di Renzi di non rivendicare una precedente scelta. Nella speranza di contendere almeno una parte di elettorato ai Cinque Stelle. Il risultato paradossale di tanta “timidezza” era stata una immobilizzazione forzata del super-jet, con molteplici inconvenienti funzionali e finanziari, a cominciare dal fatto che il contratto con Etihad nel frattempo “corre”. Ora il nuovo presidente del Consiglio ha deciso di sbloccare l’aereo, sfruttandone appieno gli elevati standard tecnologici e di sicurezza.
  16. La proposta di Richetti, ma anche quella dei 5s, era di ridurre anche le pensioni già erogate in eccesso rispetto al contributivo. L'articolo linkato diceva "La proposta Richetti avrebbe riguardato circa 2.600 ex parlamentari che ricevono in tutto 193 milioni di euro netti di vitalizio ogni anno. Non riguarda invece gli attuali parlamentari, che al raggiungimento dell’età pensionabile (per i parlamentari è tra i 60 e i 65 anni) non ha più diritto a un vitalizio, ma a una pensione calcolata in maniera molto simile a quella di tutto gli altri dipendenti pubblici. La proposta prevedeva di ricalcolare con il metodo contributivo l’importo dell’assegno pensionistico per gli ex parlamentari che sono andati in pensioni con regole molto più generose delle attuali". Sui ricorsi, certamente ci saranno, ma non è detto che vincano. Negli ultimi anni la Corte costituzionale ha "salvato" praticamente tutti i tagli retroattivi. Ad es. sent. n. 16/17, salva la retroattività dei tagli agli incentivi sul fotovoltaico "la tutela dell’affidamento non comporta che, nel nostro sistema costituzionale, sia assolutamente interdetto al legislatore di emanare disposizioni le quali modifichino sfavorevolmente la disciplina dei rapporti di durata". sent. n. 250/17: legittimo il blocco della perequazione delle vecchie pensioni. sent. n. 13/16: legittimo il taglio retroattivo dei compensi per gratuito patrocinio
  17. "Voi" mi sembra eccessivo. Io rappresento solo me stesso. Poi, secondo me le soluzioni ci sono. Magari non piaceranno a PD, LEU e FI, ma ci sono. Basta guardare i sondaggi se si dovesse votare di nuovo. A proposito di sparire. Poi, se proprio volessimo interrogarci su chi ha fatto che cosa, potrebbe bastare un video di 30 secondi
  18. Per esempio quella di Richetti (PD) che il suo partito non fece approvare 3 mesi fa qui chiarimenti https://www.ilpost.it/2017/12/12/vitalizi-richetti/
  19. Posto che la dignità di Mastella l'abbiamo già misurata negli ultimi 40 anni, e che Mastella finora ha governato con tutti tranne i 5s, vorrei capire una cosa. Ho già sentito decine di volte, da altri, l'argomento che porti. Ma secondo te cosa avrebbero dovuto fare? Perché a sentire anche solo i politologi del forum, se votano contro sono i soliti che "tirano M***A peggio delle scimmie", se votano a favore si sono venduti per una poltrona. Capisco che secondo te non dovrebbero esistere, ma dato che esistono, riesci ad immaginare una cosa che secondo te avrebbero potuto fare senza scatenare i tuoi sberleffi? Così, per andare un po' oltre il livello di Lercio...
  20. Certo, non è al livello di Lercio, ma oggi il Corriere metteva anche questo. Magari aiuta a capire, avendone voglia. 5 Stelle, la Camera come campo di battaglia: dai vitalizi alla «ghigliottina», ecco perché A Montecitorio i Cinque Stelle hanno il 36% dei deputati (oltre 225). A Palazzo Madama, invece, vantano «solo» 112 senatori. Il calcolo degli equilibri di Emanuele Buzzi Tre indizi non fanno una prova, ma forse spiegano meglio le motivazioni che hanno spinto i Cinque Stelle a puntare sulla presidenza di Montecitorio. Anzitutto, anche se può sembrare scontato, ci sono i numeri: la truppa pentastellata alla Camera è numerosa, pari — come ha detto Luigi Di Maio — al 36% (oltre 225) dei deputati. A Palazzo Madama, invece, i Cinque Stelle vantano «solo» 112 senatori, una percentuale lievemente inferiore (35,5%) ma in un quadro più frastagliato — anche internamente — dove il Movimento avrebbe qualche difficoltà in più a far sentire il proprio peso. In secondo luogo, suonano molto eloquenti le parole di Roberto Fico, che nel suo discorso di insediamento ha ricordato: «Niente scorciatoie». Ossia, se Fico riuscirà a dar seguito alle sue intenzioni, addio alla cosiddetta «ghigliottina», uno strumento parlamentare che i pentastellati hanno ferocemente combattuto nella scorsa legislatura. E uno strumento che di fatto stronca la discussione, aiutando l’esecutivo. Passo decisivo Così, una eventuale maggioranza che fosse senza il Movimento al suo interno, dovrebbe scontrarsi con il muro dell’ostruzionismo d’Aula. E qui tornano in gioco i numeri del gruppo pentastellato, in grado con soli 90 voti d’appoggio di spostare gli equilibri. Se il blocco sarà granitico potrebbe diventare invalicabile nelle discussioni a Montecitorio. Non solo, c’è un altro doppio binario. Secondo gli articoli 23 e 24 del regolamento, il presidente della Camera cura l’organizzazione dei lavori, convocando la Conferenza dei capigruppo e predisponendo, in caso di mancato raggiungimento della maggioranza prescritta dal regolamento, il programma e il calendario. Un passo decisivo per un Movimento che vuole incidere da subito e che cercherà di porre all’attenzione quanto prima il taglio dei vitalizi, una delle battaglie su cui i pentastellati si sono spesi di più nella scorsa legislatura e sfumata (anche) per questioni di calendarizzazione. Insomma, se i Cinque Stelle riuscissero a portare subito avanti alla Camera il discorso sui vitalizi e (eventualmente) su altri tagli ai costi della politica sarebbe quasi un passo d’obbligo per il Senato incanalare l’iter. E forse, unendo tutti questi indizi, si intuisce con chiarezza anche l’orizzonte prossimo venturo già definito da Fico. «Il mio impegno come presidente della Camera sarà ispirato a tre principi: garantire un alto livello qualitativo della discussione parlamentare, rispettare maggioranza e opposizioni e soprattutto interpretare lo spirito di cambiamento che i cittadini hanno espresso nelle ultime elezioni», ha annunciato. Per il Movimento è il gong di una nuova battaglia. Probabilmente la più importante tra quelle combattute finora.
  21. Allora. Il DUP è, come il bilancio, un atto programmatico e di previsione. Il DUP ha cadenza triennale a scorrere: tutti i comuni italiani nel 2017 hanno approvato quello del triennio 2018-2020. Entro il luglio 2018 approveranno il 2019-21. Il consiglio di regola approva investimenti su fondi che ancora non ci sono, perché è l'organo di indirizzo. E' la giunta che, quando arriva il finanziamento, lo gestisce (sulla base delle delibere del consiglio). Nel DUP ci devi mettere (e mettere nel bilancio di previsione) tutte le opere che ritieni di fare e i relativi stati di avanzamento (es. I° lotto nel 2018, II° lotto nel 2019). Per quanto riguarda i fondi indichi se ce li hai già o come intendi recuperarli (tasse, fondi speciali, mutui). Di solito non ce li hai già, perché non sarebbe indice di buona amministrazione avere i soldi prima di avere in programma le opere. Nel bilancio iscrivi le entrate previste e le giri nella corrispondente voce delle spese. Se poi non ti danno il mutuo o il finanziamento (es. CIPE), nel successivo bilancio e DUP correggi la previsione.
  22. Il DUP è deliberato dal consiglio comunale ed è triennale. Per definizione.
  23. Come riporti tu stesso, questo decreto entra in vigore domani. E' ovvio che i comuni hanno dovuto approvare il bilancio e il DUP con la vecchia normativa. Quella che segnali si applicherà da domani. Nel frattempo i comuni hanno dovuto approvare il DUP entro il 31 luglio e il bilancio entro il 31 dicembre 2017. Tutto quello che è arrivato dopo tali date deve entrare nel bilancio e nel DUP, ma non puoi ri-approvare quegli atti. Devi approvare con delibera di consiglio gli emendamenti agli atti già approvati. Quello che è successo (anche) a Roma.
  24. Purtroppo è un po' più complicato e riguarda non solo Roma, ma tutti i comuni. Qui http://www.upel.va.it/wp-content/uploads/Le-opere-pubbliche-nel-dup.pdf un articoletto che spiega i termini della questione e le inadempienze del governo verso i comuni Qui http://www.comune.pisa.it/uploads/2017_08_9_10_42_59.pdf una delibera del Comune di Pisa che emenda il DUP per inserire nuove opere pubbliche nel piano triennale. In premessa sono indicati gli atti non emanati dal governo che non consentono la puntuale applicazione delle norme in materia. Pisa non è un condominio ed è pure amministrata dal Pd.
  25. Quando l'assessore dice "l’Assemblea con apposito emendamento al DUP e al Bilancio ha fissato gli obiettivi e stanziato le risorse necessarie per il proseguimento dell’opera" dice proprio che c'è una delibera di modifica sia del bilancio che del DUP, che è il documento di programmazione economica triennale. Dice che hanno già deliberato e trasmesso. Ma lei non è credibile, il CIPE sì. Forse il problema sta in questo.
×
×
  • Crea Nuovo...