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[ Serie A Tim ] Juventus - Parma 2-1
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Per completezza di informazione, posto un articolo molto interessante sui terreni dove dovrebbe sorgere lo stadio e sul costruttore (Parnasi). La fonte è Romapost.it ed è l'unico sito che da informazioni, già da un bel pò, circa "eventuali problematiche burocratiche" sull'operazione; tutti gli altri media sono muti sull'argomento. Stadio a Tor di Valle tra Campidoglio e tribunale Parnasi, che ha acquistato l'area per la nuova casa della Roma, è atteso dal giudice il giorno dopo la presentazione di mercoledì: servono garanzie economiche. Redazione lunedì 24 marzo 2014 14:43 di Adriano Stabile E' una settimana fondamentale per il primo reale passo verso lo stadio della Roma a Tor di Valle. Mercoledì alle 11, in Campidoglio, il presidente giallorosso Jim Pallotta presenterà finalmente i disegni del nuovo impianto, sotto gli occhi del sindaco Ignazio Marino, di numerose autorità istituzionali e fiancheggiato da Luca Parnasi, imprenditore incaricato di organizzare i lavori. Poi lo stesso Parnasi (o i suoi avvocati), il giorno successivo alle 10, sarà atteso in tribunale a Roma, sezione fallimentare, per mettere al sicuro l'acquisto del terreno di Tor di Valle, su cui pende il pericolo di fallimento della Sais di Papalia, che gli ha venduto l'area il 25 giugno. Un eventuale fallimento della Sais, come più volte spiegato da Roma Post, farebbe infatti saltare l'operazione di Parnasi mandando a monte il piano dello stadio romanista. Nelle ultime settimane però Parnasi, che ha siglato l'accordo d'acquisto per 42 milioni tramite la sua società Eurnova il 25 giugno, sembra aver fornito garanzie economiche (fideiussioni bancarie) più solide a copertura del denaro necessario all'operazione; denaro che andrà a costituire ossigeno vitale per la Sais di Papalia salvando l'operazione stessa. Importante è stato il coinvolgimento, a inizio febbraio, della Goldman Sachs, nota banca d'affari statunitense. Al contratto d'acquisto stipulato il 25 giugno scorso inoltre Parnasi e Papalia hanno aggiunto, nel corso dei mesi, tre "addendum" (integrazioni e modifiche, per intenderci, che danno maggiori garanzie economiche), sotto lo sguardo attendo del tribunale fallimentare di Roma a cui Papalia, il 26 giugno, ha fatto richiesta di concordato preventivo per evitare il crac e bloccare l'istanza di fallimento avanzata da due soggetti creditori (uno è Equitalia, che chiede oltre 9 milioni). Il giudice attende notizie positive. Proprio a causa di quell'istanza di fallimento nei confronti della Sais, Parnasi dovrà presentarsi giovedì 27 mattina in tribunale in quanto "terzo pignorato": in poche parole i soldi che sta versando a Papalia sono stati pignorati a garanzia dei creditori dello stesso Papalia. Giovedì quindi Parnasi e Papalia dovranno dimostrare che l'operazione Tor di Valle è in grado di sanare ogni debito. In questo modo Parnasi sbloccherà i suoi soldi e Papalia salverà la sua società e la vendita di Tor di Valle. Il giudice fallimentare ha volutamente e simbolicamente fissato l'udienza, in un primo tempo prevista per il 9 aprile, al giorno successivo alla presentazione in Campidoglio tanto che nel decreto di anticipazione, di cui siamo venuti in possesso, si legge che viene "considerata l'opportunità di acquisire dalla società debitrice, ove di rilievo per la procedura, informazioni sulle importanti iniziative immobiliari che sono state annunciate dai media". Il giudice, il 27, potrebbe prendere atto che è cessato lo stato di insolvenza della Sais salvando così i creditori e la vendita di Tor di Valle. Tra tre giorni conosceremo la verità: Pallotta, Parnasi, Papalia e tanti tifosi giallorossi sono con il fiato sospeso.
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Entro nove mesi l'inizio dei lavori. Visibilmente emozionato Luca Parnasi, project manager dello stadio, che ha acquistato il terreno di Tor di Valle tramite la società Eurnova srl. L'assessore alla riqualificazione urbana Giovanni Caudo, invece, ha spiegato la tempistica iniziale: "Il progetto parte oggi. Tra un 15-20 giorni con la presentazione formale. La legge vuole che entro i 90 giorni venga dato l'interesse pubblico, non possiamo dismettere il ruolo che l'amministrazione pubblica deve avere. Abbiamo l'esigenza di fare in modo che questo progetto venga assunto dalla città". Parnasi entra nello specifico: "Quando il progetto verrà autorizzato speriamo che i tempi saranno quelli che la legge sugli stadi prevede: nove mesi al massimo come termine ultimo per avere l'ultimo progetto, dopodichè il permesso finale equivale al permesso di costruire quindi si dovranno portare le ruspe e le gru per iniziare i lavori. Idealmente entro la fine dell'anno si potrebbe partire". Pallotta è fiducioso: "Timore della burocrazia? Sono cresciuto a Boston, Roma non mi spaventa", mentre il sindaco Marino garantisce che non sarà costruita una cattedrale nel deserto: "La riposta è semplice: lo stadio non si aprirà senza completare le infrastrutture. Forse non si è capito, abbiamo cambiato pagina"
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Luca Pancalli parla del nuovo stadio della Roma Luca Pancalli, Assessore allo sport di Roma Capitale, è stato intervistato da Rete Sport per parlare del nuovo stadio della Roma. Ecco l’intervista riportata da Il Romanista: SULLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO STADIO “Sarà una giornata storica. Ho già visto una parte del progetto ma adesso sarà svelato al grande pubblico e sarà sicuramente un’idea più grande di quella che abbiamo immaginato. Sarà uno stadio all’altezza, forse il migliore in Europa. E’ un giorno importante non solo per i tifosi ma per tutta la città”. SULLE GARANZIE IN MERITO AL PROGETTO “Ci sono tutti i presupposti perchè si possa fare bene, è un progetto avveniristico. Ovviamente per far partire il tutto bisognerà prima confrontarsi con le norme vigenti mettendo ad un tavolo tutti gli interlocutori. Spero che venga realizzato molto velocemente”. SULL’INAUGURAZIONE IN DUE ANNI “Non sono così ottimista ma nel momento in cui si comincia a lavorare è possibile farlo in maniera giusta e veloce. Vanno approfonditi alcuni aspetti riguardo alle opere di urbanizzazione, ai vincoli. Superati gli aspetti burocratici e amministrativi si potrà lavorare celermente”. SUL DEPURATORE IN ZONA ROMA SUD COME OSTACOLO “Verrà valutato anche con l’assessore Caudo, competente all’urbanistica. Io dal mio punto di vista posso valutare positivamente quest’idea. Sarebbe il secondo club dopo la Juventus a realizzarlo con risorse private. Bisogna mettere insieme ipotesi progettuali con le varie norme”. SUL MILIARDO PER IL PROGETTO “Mi risulta, mercoledì ci sarà svelato pure questo”. SUL NOME “Non posso dire tutto ora, mercoledì lo sapremo”.
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In guerra contro il nuovo stadio. Italia Nostra: “No a Tor di Valle” A cinque giorni dalla presentazione in Campidoglio del nuovo progetto del presidente della Roma, James Pallotta, l'associazione per la tutela del patrimonio: “Allarma l’enorme sistema infrastrutturale che dovrebbe essere attivato per rendere agibile quell’area ai tifosi” E' il tormento dei costruttori, la spina nel fianco di chi progetta la nuova città del cemento e l'incubo del Comune di Roma. L'ennesima battaglia di Italia Nostra, la storica associazione che difende la città dalle costriozni invasive apre ufficialmenre la guerra contro il nuovo stadio di Calcio del'As Roma. E anche la data della discesa in campo non è casuale: cinque giorni prima che il presidente della Roma, Pallotta, presenti in Campidoglio il nuovo progetto. Tutta da legere la dichiarazione di guerra di Italia Nostra: "Il concerto dei Rolling Stones si farà al Circo Massimo. Nel tentativo vano di dare una soluzione alternativa, sulla stampa, compare l’ipotesi di spostare il concerto dei Rolling Stones al Foro Italico nello stadio Olimpico. Ma è proprio lo Stadio Olimpico al Foro Italico che non ha più ragione di essere in un’area fortemente urbanizzata come il Flaminio - Tor di Quinto. Italia Nostra Roma propose, già nel 2007, nell’obiettivo della tutela del complesso monumentale del Foro Italico ridotta a 'sgabuzzino delle scope', che lo stadio o gli stadi fossero delocalizzati in altre aree della città e liberare così il Foro Italico e le sue preziosità da funzioni che lo devastano". E a porposito di Tor di Valle: “L’individuazione dell’area doveva essere fatta con procedure chiare e non ambigue. L’ipotesi dello Stadio della Roma a Tor di Valle non sembra praticabile: non è classificata come zona esondabile, è vero, ma è l’unico pregio di quell’area - prosegue la nota - Infatti, secondo il Prg ci sono vincoli di in edificabilità lungo la fascia riparea di 9 ettari, vincoli di inedificabilità di 11 ettari per la presenza, ingombrante, del depuratore Roma Sud, altri vincoli ancora gravano su quell’area: paesaggistici, idrogeologici e altro ancora. Ma al di là di tutto ciò, che pure è di grande rilievo, quello che allarma, nella scelta, è l’enorme sistema infrastrutturale che dovrebbe essere attivato per rendere agibile quell’area ai tifosi. Costi mostruosi per collegamenti viari, stazioni della metro, svincoli sul Gra per garantire afflusso e deflusso dei turisti, enormi parcheggi a raso etc, etc,. Tutto a carico dell’AS Roma? Sembra poco credibile. Oppure, con i soliti metodi opachi e irragionevoli, prima o poi tutto uscirà dalle tasche dei cittadini romani? Non è possibile che in tutta Roma non si riesca a trovare uno spazio completamente idoneo senza dover immaginare il fiume Tevere sovrastato o sottopassato da infrastrutture viarie degne degli Emirati Arabi. Italia Nostra Roma ha proposto, come sempre inascoltata, l’Area di Tor Vergata già definita cittadella dello Sport e altre aree di proprietà pubblica”. La conclusione è lapidaria: “Tor di Valle e i suoi svincoli autostradali ci sembra improponibile". affaritaliani.it