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Tiger Jack

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di Tiger Jack

  1. Eh...niente, non vogliono capire che la Roma è solo il cavallo di troja per avere il benestare per un'operazione ben più vasta e complessa del "semplice" diritto di una società di calcio di costruire il suo stadio
  2. Intanto si stanno mobilitando le truppe riommiche...per domani è prevista un'adunanza di tifosi davanti al Campidoglio
  3. Non bisogna confondere il giusto diritto di un imprenditore di fare "business" con voler fare una speculazione...ed i.motivi per cui questa è solo speculazione sono stati ampiamente discussi in 200 pagine del topc, per cui non ci torno sopra
  4. Gli mancava solo la lavagna e il cappello a punta con le orecchie d'asino
  5. Troppo giro palla lento e prevedibile, dobbiamo provare qualche imbucata in più e 1 contro 1 Dai caxxo!
  6. Bonucci in tribuna seduto da solo su uno sgabello...gli manca solo il cappello a punta con le orecchie d'asino
  7. Gli inglesi vogliono "cacciarci" dal 6 nazioni perché siamo delle pippe...beh...non è che hanno tutti i torti
  8. Ad ulteriore supporto di quanto ampiamente e molto dettagliatamente è stato più volte chiarito in questo topic, con dati oggettivi e reali, quali sono le vere ragioni che hanno determinato il progetto "Stadio della Roma" e del perchè della scelta dei terreni di Tor di Valle. Stadio Roma, Parnasi e quei debiti da 450 milioni lasciati a Unicredit (Il Sole 24 ore 7.2.2017) Mentre divampa la polemica politica fra il Campidoglio e i sostenitori del nuovo stadio della As Roma, dopo un primo stop al piano, la macchina finanziaria del progetto a Tor di Valle non si ferma. Anzi, secondo le indiscrezioni, gli advisor della As Roma e del gruppo Parnasi, cioè Goldman Sachs e Rothschild, starebbero continuando a cercare investitori e finanziatori esteri per i tre grandi nuclei architettonici: cioè le due strutture a carico del club (lo stadio e l’area retail) e quella dove dovrebbe sorgere il Business park di Parnasi. Rothschild, advisor del costruttore romano già noto per aver seguito il «financing» dello Juventus Stadium e dell’Emirates Stadium dell’Arsenal, avrebbe avuto colloqui di recente. I costi del progetto sono definiti: per il business park sarà necessario poco meno di un miliardo per la struttura e 300 milioni per le infrastrutture. Goldman, che ha già finanziato con 30 milioni la progettazione, sta invece cercando 1,6 miliardi per lo stadio e l’area retail, di cui 440 milioni per le opere pubbliche. Tra gli investitori dello stadio ci potrebbe essere Starwood Capital (che è già socio di James Pallotta nella As Roma) e tra le banche secondo alcuni rumors Unicredit, finanziatore dell’Allianz Arena del Bayern Monaco . Ovvio che i nodi restano tanti: non solo l’iniziale parere negativo del Campidoglio che sembra più un gioco delle parti che una vera bocciatura. Ma ci sono dubbi ulteriori sul futuro del Business park: non solo sulla cubatura della struttura, ritenuta eccessiva, ma anche sull’identità dei futuri inquilini dei nuovi uffici. Si tratta di una scommessa vitale per i soggetti coinvolti: non solo per il club capitolino che vede nel nuovo stadio un importante volano per il futuro fatturato. Ma anche per il gruppo Parnasi che ha una chance di riscossa, dopo che la capogruppo, la storica Parsitalia, è di fatto finita a gambe all’aria. La gran parte degli asset con la zavorra degli ingenti debiti è finita sotto il cappello di UniCredit, il principale finanziatore della famiglia di immobiliaristi che è arrivata ad avere un'esposizione per 450 milioni. Dietro UniCredit altro grande creditore è Mps seguito da Aareal bank. Parnasi con la sua Parsitalia era sommerso da più di 600 milioni di debiti prima della capitola zione, con UniCredit che è subentrato nel 2015 tramite il veicolo Capital Dev e che si è assunto le attività e con esse tutto il debito. Una storia che ricorda da vicino il salvataggio da parte delle banche della Risanamento di Zunino. Anche nella vicenda Parsitalia, le banche (in questo caso UniCredit) sono subentrate dopo l’accordo di ristrutturazione del debito. È stato creato il veicolo Capital Dev, oggi guidato dallo stesso Claudio Calabi che sta cercando di portare a buon fine la lunga ristrutturazione di Risanamento. Dovrà tentare di valorizzare le attività delle sei società eredità di Parsitalia e con il ricavato restituire il debito contratto con UniCredit. In questo momento Parnasi e la sua vecchia Parsitalia sono tra gli incagli più grandi di Piazza Cordusio. La parabola di Parsitalia prima dell’accordo di salvataggio di UniCredit è emblematica. Negli anni dal 2013 al 2015 ha cumulato perdite per oltre 180 milioni di euro e si è ritrovata con un patrimonio netto negativo per 20 milioni: un crac evitato dall’intervento di UniCredit, il suo principale finanziatore. A Luca Parnasi subentrato nella gestione dopo la scomparsa del padre, resta poco. Un progetto di sviluppo a Montalto di Castro, e la parte di servizi e progettazione. L’asset vero è oggi Eurnova, la società posseduta al 100% da Luca Parnasi che possiede appunto i terreni di Tor di Valle, su cui dovrebbero sorgere lo stadio e il maxi-progetto delle Torri. Ora se il piano passasse, dovrà appunto trovare i finanziatori. Sempre che il passato di cattivo debitore non intralci il nuovo corso.
  9. Ma quindi ora le Torri gemelle non potranno essere alte più di una palazzina di 3-4 piani? Vabbè invece di farne solo 3 alte 100metri l'una, ne faranno 30 alte 10m
  10. Non bestemmio quasi mai, quella sera credo che ne ho dette di più (soprattutto verso Evra) che in tutta la mia vita
  11. D'accordo, è giusto avere rispetto di qualsiasi avversario, però con il Porto dobbiamo passare...non ci sono scusanti
  12. Dunque, sintetizzando, se non si fa lo "stadio" saltano gli americani, se saltano gli americani salta pure la Roma visto che continua a vivere con versamenti, più o meno a fondo perduto, degli azionisti (senza contare il mega prestito di 200mln concesso dalle banche rinegoziato due anni fa e da restituire entro il 2020)
  13. Spero questa volta, se fanno qualche porcata, che la Magistratura faccia il suo corso regolare e non sia il solito "Porto delle nebbie" quando c'è di mezzo l'as Parte Lesa spa
  14. Il "nuovo" progetto rivisto dovrebbe prevedere una riduzione del 20% delle cubature, sostanzialmente si tratterebbe di una "sforbiciata" di una decina di piani dei tre grattacieli. Naturalmente, in ogni caso, va fatta una variante al Piano Regolatore. Sono poi curioso di capire con quale motivazione manterranno la qualifica di "pubblico interesse" dell,operazione
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