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Sbicca

Tifoso Juventus
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  1. Non escludo che possa crescere come allenatore anche se penso che Thiago Motta abbia mostrato dei limiti che dovrà superare alla svelta se vuole fare un'ottima carriera da allenatore, ma vorrei sapere perché ritieni che sia una possibilità concreta. Nella mia visione dovrebbe essere aiutato a superarli anche da una dirigenza che ha fiducia in lui e che abbia veramente un progetto, ma per me siamo ancora nel campo delle ipotesi, lontane dall'essere concrete, come per tanti altri allenatori (del presente ma anche del passato) che poi non sono andati oltre alle buone annate fatte con squadre di medio/bassa classifica. Te lo chiedo solo per parlarne serenamente, perché concreta?
  2. Non ho detto questo. Non dico che Giuntoli abbia lasciato da parte il lato sportivo, dico che nella valutazione non puoi lasciarlo da parte. Visto che ha anche un peso economico estremamente rilevante. Dico che un dirigente va valutato sulla base del lato sportivo. Se poi la squadra ti fa perdere dei soldi con risultati non all'altezza, nella valutazione del lavoro di un dirigente ci finisce inevitabilmente anche questo. Ovvio, Motta è responsabile ed è giusto valutare anche questo. Non ho detto che Thiago Motta non ha responsabilità, ma che nella valutazione di un dirigente io terrei conto anche di queste situazioni. Se esplode la situazione tra giocatori e allenatore un dirigente deve intervenire, se c'è bisogno anche prendendo le parti dell'allenatore, mettendo in chiaro quali sono i ruoli e le responsabilità di chi lavora per la Juventus. Ovviamente deve anche essere convinto della scelta fatta, cosa di cui inizio a dubitare.
  3. Forse è un po' riduttivo però. Nel senso che non è che Elkann, Scanavino e Ferrero sono corpi estranei alla Juventus. Parliamo comunque di persone che hanno un ruolo alla Juventus che non è marginale. E una proprietà forte, con delle figure apicali forti, può incidere in positivo su molti aspetti, compreso quello sportivo. Banalmente perché avere ruoli chiari, con responsabilità chiare, ha un suo peso e salvo rare eccezioni a vincere sono sempre squadre dove non c'è confusione tra i vari ruoli. Poi concordo sul fatto che dal lato puramente sportivo la situazione può (e dovrebbe) essere gestita meglio e gran parte delle responsabilità sono attribuibili a Giuntoli. E il lato sportivo, come dicevo sopra in un altro intervento, ha comunque dei risvolti economici pesanti. Pensare che Elkann, Scanavino e Ferrero chiedano più o meno espressamente questi risultati e una gestione scellerata per me è incomprensibile, considerando che tra questi c'è anche chi sarebbe il primo a perderci economicamente. Ma è vero che ad oggi non si sono dimostrati all'altezza delle responsabilità che hanno al pari di chi hanno scelto sotto di loro. Forse, banalmente, sono più inadeguati che in malafede. La situazione attuale è, a cascata, responsabilità di tutti, chi più chi meno.
  4. Quello che critico soprattutto di Giuntoli sono i metodi di lavoro. Preso per regolare i conti e siamo d'accordo, ma il lato sportivo non puoi lasciarlo da parte, perché comunque ha un suo peso anche economico. Arrivare agli ottavi di Champions League avrebbe rappresentato un bel guadagno, così come arrivare in finale di Supercoppa, arrivare in finale di Coppa Italia e un grosso peso ce l'avrà arrivare quarti. Proprio per questo non possiamo scindere il lato economico da quello sportivo. Il regolamento di conti con Allegri dell'anno scorso è una sua responsabilità (e non solo di Allegri che ha sbroccato), essendo lui il direttore. Se ci sono problemi tra Motta e i giocatori, è anche sua responsabilità (e non solo di Thiago Motta) mettere un punto e non lasciar esplodere la situazione. Un dirigente deve saper gestire la situazione e farla rientrare, almeno fino a fine stagione. Invece per la seconda volta in due anni ci sono problemi simili, con crolli mentali apparentemente inspiegabili e obiettivi da rincorrere. Detto questo, hai centrato un punto fondamentale: la differenza è che stava al Napoli. Però se andiamo a guardare le 4 campagne acquisti che ha avuto, tolta quella estiva non c'è niente di esaltante. Durante quella estiva ha preso Koopmeiners, Conceicao, Nico Gonzalez a fine mercato, e strappando condizioni che non sono proprio favorevoli. Questo si aggiunge al mio dubbio, purtroppo ancora senza risposta, di come potrebbero coesistere in un 4-2-3-1 giocatori come Koopmeiners, Douglas Luiz, Thuram che, a inizio stagione, venivano dati come potenziali titolari. Poi è vero, anche alla luce di questi dubbi, non ero insoddisfatto del mercato estivo. Forse non ero così ottimista, ma neanche insoddisfatto. Però poi i giocatori devono essere funzionali a qualcosa e questo è ciò su cui vengono valutati dirigenti, allenatori e giocatori. E in questo senso il ruolo di un dirigente è centrale, quanto è centrale il ruolo di quello che poi li deve mettere in campo, e ha le sue responsabilità. Ce l'ha chi ha scelto di sacrificare giovani giocatori per puntare su certi profili. Per questioni di bilancio non si potevano comprare certi giocatori senza prima vendere ed è verissimo, ma non è che ha dovuto vendere i giovani esclusivamente per fare cassa, visto che poi ha investito anche belle cifre, anche per giocatori su cui non ha, nel pratico, il minimo controllo come Conceicao, Kolo Muani e Veiga. Ancora più banalmente, se scegli un allenatore, sposandone la filosofia, e poi va tutto a rotoli, le responsabilità ce l'ha anche chi quell'allenatore l'ha scelto, chi ha costruito la squadra per quell'allenatore, chi ha dato carta bianca a quell'allenatore. Thiago Motta è una sua scelta e con Thiago Motta ha pianificato il mercato estivo, quello invernale, e la stagione attuale in generale. Non basta scaricarlo a gennaio, febbraio o a fine stagione.
  5. Ma di progetto concreto non se ne è visto neanche uno. Hanno parlato di progetti, progetto Sarri, progetto Pirlo, progetto Allegri, progetto Thiago Motta ma alla prova dei fatti non hanno mai avuto idea di cosa volessero fare. L'unico che ha avuto tempo è stato ad Allegri che quel tempo se l'è di fatto "guadagnato" grazie ad un contratto fuori mercato. Ma la realtà dei fatti è che: 1) Sarri è stato messo a guidare una squadra costruita da altri, con caratteristiche (a parte alcuni, pochi, singoli) con il calcio di Sarri non avevano niente a che fare. Esonerato dopo una stagione e mai messo in condizione di lavorare. 2) Quella di Pirlo è stata una scommessa totale, figlia di una rottura tra chi aveva voluto Sarri e chi non ne era convinto. Squadra a fine ciclo, innesti che avrebbero avuto un senso se messi nelle mani di chi aveva qualcosa in più rispetto alla propria idea di calcio (esperienza da allenatore? un po' di pelo sullo stomaco per gestire uno spogliatoio simile, con gerarchie saltate) e null'altro. 3) Allegri preso per mettere una toppa ai danni fatti nei 2-3 anni passati. Una scelta fuori tempo massimo, fuori logica, nella convinzione che Allegri potesse sistemare una situazione simile, con un ingaggio folle e una squadra costruita male che prima ha dovuto far fronte ai capricci di Ronaldo, puntare su ripiegoni di mercato come ai bei tempi andati, e poi valorizzare giocatori in mezzo alle cannonate di FIGC e UEFA. Non è un alibi per Allegri, ma il tempo che ha avuto è a sua volta figlio delle situazioni (contratto pesante in una situazione finanziaria che non permetteva di fare un mercato all'altezza e con questioni extra-campo che hanno pesato oltremodo nel totale silenzio di proprietà e dirigenza). 4) Thiago Motta preso come "nuovo fenomeno" del calcio moderno, nominato leader maximo di una Juventus con pochi leader. Un piano di epurazione totale, con investimenti pesanti e una rosa rivoltata come un pedalino. Le uniche costanti della Juventus degli ultimi 5 anni sono il tempo che viene dato ai "progetti" che è pari a un anno (salvo quello di Allegri, che da progetto è diventato ben presto un tirare avanti in attesa di tempi migliori, senza costruire nulla) e la totale assenza di una difesa di quei progetti. Difendere ovviamente non significa organizzare un'intervista ad hoc in cui si dice che si ha totale fiducia nell'allenatore. La fiducia va dimostrata, se si crede in un progetto. Se si ha concretamente un progetto in testa. Quando Conte fu squalificato per la questione del calcioscommesse, la dirigenza ha dimostrato e difeso il suo allenatore e il progetto che c'era. C'erano i risultati, è vero, ma la difesa è stata totale. Quando nel 2014 Conte si dimise, la scelta di puntare su Allegri è stata difesa fin da subito e nel 2015/16 quando la squadra era in difficoltà la dirigenza ha difeso lo stesso Allegri, avendo poi ragione alla luce dei risultati ottenuti. All'epoca l'idea che avevano in mente i dirigenti era chiara e con essa la convinzione che per poter lavorare bene devi creare le basi, creare fiducia. Da quando è stato deciso l'esonero di Allegri nel 2019 non c'è stato più niente di tutto questo. Io, da tifoso, Thiago Motta l'avrei già esonerato, come avrei esonerato Allegri dopo la partita con il Maccabi o a gennaio dell'anno scorso. Ma avrei esonerato pure Conte dopo la partita col Galatasaray o l'eliminazione con il Benfica in Europa League. Ma una dirigenza deve avere chiaro non solo l'obiettivo ma il percorso che si vuole fare e le eventuali difficoltà. Ad oggi alla Juventus nessuno è al sicuro, perché l'ambiente è isterico ed estremamente umorale, con dirigenti che ragionano più da tifosi (anche occasionali) che da professionisti sportivi. Quando c'è un progetto questo deve avere dei punti fermi, tra cui anche la durata del progetto stesso, i punti fermi attorno ai quali costruire il progetto stesso, i ruoli dei protagonisti che operano nel progetto. Non vedo niente di tutto questo nel "progetto Thiago Motta" oggi, ma la colpa non è solo di Thiago Motta. Ha le sue colpe, ma ho come l'impressione che la dirigenza abbia già fatto la sua scelta, che stia aspettando solo il momento ritenuto opportuno per scaricare Thiago Motta dandogli piena responsabilità del fallimento della stagione. Esattamente come fatto l'anno scorso con Allegri. Una situazione di comodo, un po' vigliacca, che non è mai stata nello stile Juventus. Così diventa difficile anche trovare chi è disposto a venire ad allenare la Juventus se l'abitudine è quella di dare l'allenatore in pasto ai leoni da tastiera (o da poltrona) alle prime difficoltà per poi dare il benservito a fine stagione. Quanto fatto con Allegri l'anno scorso (non dico averlo esonerato, ma averlo prima abbandonato a se stesso e poi esonerato con certe modalità) è un precedente che non è compatibile con quanto rappresenta la Juventus e quest'anno siamo più o meno allo stesso punto: Thiago Motta, seppur con tutti i difetti che ha mostrato, è un allenatore che ha i giorni contati, che è stato portato al limite e lasciato a sé stesso, in balia degli eventi, dei giocatori. Una società seria non può assolutamente arrivare a questo punto. Per che cosa? Per salvare il quarto posto? E stamattina puntuali arrivano le voci, su Tudor traghettatore, su Gasperini, su de Zerbi, su Conte. L'anno scorso a questo punto erano già tutti (o quasi) concordi su Thiago Motta allenatore. Una dirigenza alla Juventus non può e non deve far uscire certe voci, altrimenti non ha minimamente capito cos'è la Juventus. Altrimenti è composta da gente che non ha ragione di stare alla Juventus. Tudor traghettatore? Ma veramente pensiamo che c'è chi si faccia prendere per il c**o da questi qui? Tudor è un allenatore che ha già qualche anno di esperienza come allenatore, che ha fatto anche bene in alcune piazze. Prenderlo per portare la squadra a luglio, consapevoli di salutarlo senza troppe seghe a fine stagione, sarebbe l'ennesima dimostrazione che l'attuale dirigenza non sa che pesci prendere. Tudor, anche per la sua storia con la Juventus, o lo prendi e lo metti al centro di un progetto, scommettendo su di lui, o non ha senso prenderlo. Questo qui già una volta è venuto a fare il secondo in un circo totale. Spero per lui che abbia la forza di mandarli a f****o qualora si presentino da lui con la proposta di traghettare la squadra fino a fine stagione. Sarebbe una soluzione? Non lo so. A me come soluzione non dispiace, perché quantomeno sarebbe uno dei pochi (forse l'unico) che avrebbe chiaro cosa significa lavorare per la Juventus, ma rimane una scommessa, una figura che andrebbe tutelata, supportata e protetta. Esattamente come Thiago Motta. La Juventus ha la forza e il coraggio di farlo? Gasperini? de Zerbi? Palladino? Se l'idea è quella di essere disposti ad abbandonarli per iniziare a guardarsi intorno a gennaio prossimo come fatto quest'anno con Thiago Motta, prepariamoci a rivivere quanto viviamo ciclicamente dal 2020 a questa parte. Conte? Per me sarebbe stata una buona soluzione quest'anno al posto di Thiago Motta, così come già in passato quando era chiaro che andava ricostruito qualcosa, a partire dall'identità. Siamo sicuri che in questo circo uno come Conte voglia venire? O che venga senza garanzie solide? E Gasperini? Altro bel rompipalle anche lui eh. Ad oggi venire ad allenare la Juventus significa mettersi, calcisticamente parlando, una pistola alla tempia, se la dirigenza non si mette in testa che un progetto deve essere qualcosa di concreto, non una parola buttata lì per dare l'idea di aver chiaro il compito che portano avanti.
  6. Erano le cose che più mi preoccupavano, ma perlomeno hanno dimostrato qualcosa in questo senso. Speriamo non sia solo un sussulto momentaneo. Va detto che l'avversario era quello che era, ma se si aggrappano alla continuità di risultati in campionato, alla possibilità di lavorare senza grosse pressioni e di lavorare in settimana senza partite infrasettimanali, c'è la possibilità di finire in crescendo e lavorare in ottica del prossimo anno. Serve intelligenza e umiltà da parte di tutti: dirigenza, allenatore e giocatori. L'obiettivo della qualificazione alla Champions League è alla portata, considerando anche il calendario delle altre, ma dovrebbe essere più che altro un momento per lavorare in ottica della stagione prossima (se c'è veramente la volontà di continuare con questo progetto).
  7. Ma è così da anni. Lotte interne, scontri con la società (quando era una società vincente, ma mai quando era una società assente), e un'organizzazione che è andata disgregandosi... La cosa triste è quella di avere uno stadio e strutture all'avanguardia e poi vedere spalti freddi e distaccati. Tifoseria, cori e coreografie che sarebbero degne di una squadra di serie C dove tanto ci sono tifoserie ben più calde e organizzate. Questo indipendentemente dal credere o meno allo scudetto. Ci sono tifoserie, anche di grandi squadre, che sono uno spettacolo pure nelle stagioni peggiori. Guai a farlo notare però, vedi Marchisio ultimamente che si è preso insulti per aver detto praticamente un'ovvietà.
  8. Gatti insostituibile perché i difensori sono contati. Ma non dimentichiamoci neanche che Gatti e Locatelli se fossero arrivate offerte in estate sarebbero partiti come tutti gli altri che sono stati venduti al miglior offerente. Erano voci, d'accordo, ma tra i sacrificabili c'erano pure loro. McKennie era praticamente all'Aston Villa e oggi è insostituibile. Cambiaso buttato sul mercato a gennaio come carne da macello. Quelli usciti dalla next gen spediti rapidamente a chi si presentava con i soldi. Le epurazioni di Szczesny, Danilo e ci aggiungo anche Rabiot con cui a questo punto immagino non sia neanche stato proposto di mettersi ad un tavolo per valutare un potenziale rinnovo, chi le ha decise e perché? In un contesto simile mi sembra complicato creare un ambiente sereno e di fiducia reciproca. Mettici poi scelte discutibili da parte dell'allenatore, che spesso mette fuori giocatori dopo buone prestazioni e altri che non ne beccano una da settembre partono sempre titolari... Ripeto più o meno quanto ho scritto stamattina, come si può legittimare il lavoro di un allenatore e renderlo credibile agli occhi dei giocatori con una gestione così? Dopo aver silurato Allegri nel modo in cui l'hanno silurato. C'è un quadro chiaro per quanto riguarda le responsabilità alla Juventus? Chi decide cosa? Chi decide chi è fuori e chi è dentro? Chi se ne assume la responsabilità. Non c'è più un capitano, ma la fascia itinerante. C'è un allenatore che (a marzo?) scopre che c'è nello spogliatoio chi pretende senza dare. C'è un allenatore che ha veramente la fiducia della dirigenza? I prossimi epurati chi saranno? Dipende da chi sarà il prossimo allenatore? Dal seguire o meno le direttive di questo che c'è ora? Chi sarà il prossimo che finisce sul mercato indipendentemente dal progetto, dal rendimento e da quella che è la sua volontà? Chi sarà il prossimo a cui diranno: sei fuori, vogliamo rescindere il contratto? Ribadisco, non saranno cime i giocatori, ma non serve essere cime per farsi certe domande. Hanno procuratori pagati anche per questo. Non dico che debbano esserci intoccabili o che alcune figure, in campo e fuori, vanno fatte sentire intoccabili, ma almeno un minimo di fiducia. Un minimo di meritocrazia, sia in campo che fuori. E in questo se in dirigenza non hanno le idee chiare un allenatore con personalità prova quantomeno a prendere la situazione in mano finché ha un ruolo. Non può tirare fuori a marzo che c'è chi pretende e non rende. Perché quel problema va risolto a settembre, se non già ad agosto. E se c'è chi pretende e non rende, è giusto che non veda il campo. Com'è giusto però che chi rende lo veda, perché non mi pare che valga più nemmeno questo.
  9. Ieri Motta ha tirato fuori dei problemi che non penso puoi trascinarti a lungo. Ma è frutto di un modo di lavorare che si è palesato già l'anno scorso. A gennaio sono iniziate a circolare le voci di un possibile esonero di Allegri e dell'arrivo di Motta, solo voci, ma che via via si sono fatte più consistenti fino a diventare dei fatti. A gennaio eri lì a giocarti il campionato, con partite poco brillanti ma tutto sommato solide, con la squadra che sembrava essere sulla stessa lunghezza d'onda dell'allenatore. Da gennaio in poi la Juventus ha staccato clamorosamente la spina, arrivando a vincere una Coppa Italia più di rabbia che per altro. Ora indipendentemente dalle dinamiche, Giuntoli s'è dimostrato un bugiardo di quelli peggiori, andando a confermare col sorriso l'allenatore ad ogni intervista per poi farlo fuori con una resa dei conti mai vista nella storia della Juventus. Di bugiardo dei peggiori, perché non è che stai bluffando su una trattativa per un giocatore, stai palesemente prendendo per il c**o l'allenatore davanti a tutti, giocatori compresi. Giocatori che non saranno cime, ma che vivendola dall'interno su certe cose ci sono arrivati prima anche di certi giornalisti che iniziavano a lanciare le indiscrezioni. Indiscrezioni che da qualche parte uscivano, volutamente o meno. In un contesto simile chiunque arriva, sa che non può instaurare un rapporto di fiducia se un dirigente si comporta così. Sia esso un giocatore (vedi tutti quelli fatti fuori senza fronzoli, nonostante dichiarazioni di stima), sia esso un allenatore o un collaboratore (Manna messo da parte, pur rimanendo nello staff dirigenziale praticamente per un anno). Se può aggrapparsi a tutto per farti fuori, dal momento che ha deciso di farti fuori. Se è disposto a mandare allo sfascio una stagione per tirare dritto per la sua strada, se è convinto che continuare a fare il bello davanti alla telecamera prendendo tutti per scemi sia un atteggiamento che paga. Sono giochetti che vanno bene al Napoli, dove la scena la prende De Laurentiis che fa il padrone, non alla Juventus. Non sono proprio compatibili con la storia e quello che rappresenta la Juventus. Allegri andava cambiato? Sì, lo penso anche io. Forse andava cambiato anche un anno prima, se ci fosse stata la forza di farlo. Alcuni giocatori andavano cambiati? Ovvio che sì, ma c'è modo e modo. E dal modo in cui fai certe scelte influenzi il comportamento (e la fiducia che ripone in te) di chi lavora e di chi lavorerà con te. Giuntoli per me ha dimostrato di non essere un dirigente da Juventus il 15 maggio 2024 e quest'anno l'ha confermato ampiamente. Dopo due anni direi che se devo tirare le somme, per me può anche andarsene stamattina. Anzi, fossi io il proprietario della Juventus, stamattina già gli avrei comunicato che il nostro rapporto di lavoro sarebbe chiuso qui, salutandoci a giugno giusto per tirare avanti fino a fine stagione l'ordinaria amministrazione. Motta in questo contesto si sta dimostrando inadatto, non tanto compatibile con l'ambiente, ma soprattutto mi sembra rassegnato al suo destino. Non ne sono contento, perché onestamente ci speravo e credevo potesse fare meglio. Poi i suoi limiti sono venuti fuori tutti, in 8 mesi. Non mi aspettavo fosse così fermo sulla sua idea di gioco (idea, non idee), non mi aspettavo di vedere un'involuzione rispetto al passato per alcuni aspetti, non mi aspettavo di vedere errori che vedo da 5-6 anni a questa parte. Ma sarebbero venuti fuori i limiti di tanti. Di Italiano, di Palladino, di Gasperini, di de Zerbi e di tutti quei guru del pallone che vengono portati nell'olimpo da una narrazione di un certo tipo, che li mette su un piedistallo per la loro idea di calcio, inflessibile, granitica e integralista, e che poi non se ne cura del botto che fanno quando si scontrano con una realtà che è più complessa. Con un mondo in cui se non sei flessibile puoi andar bene per la mediocrità che dilaga nel campionato italiano di oggi, ma come il livello si alza un po' diventa complicato competere. Puoi andare bene per una piazza, per una stagione, magari due, forse quattro o cinque, ma poi i nodi vengono al pettine e non è con l'integralismo che si vince per 10 anni e oltre. Vale per tutti, per Mourinho e Allegri, ma vale pure per questi. Primo, perché banalmente ci sono anche gli avversari, e quando non sono poca roba, non stanno lì a farti imporre il tuo gioco solo perché lo dice Adani, Trevisani, Cassano o Zazzaroni. Secondo, perché ci sono piazze che non si accontentano di una Champions League giocata bene fino ai quarti di finale, di una Conference League vinta, di un'Europa League vinta, di un campionato finito al quinto posto. Ci sono piazze, e la Juventus era e dovrebbe ancora essere tra queste, in cui la singola vittoria conta ma fino a un certo punto, che se non dai continuità alle vittorie, che se vinci un campionato o una coppa Italia ogni 10 anni, non sei in linea con la storia che la Juventus. Non è questione di gioco o di non gioco, ma di mentalità, di predisposizione, di capacità di capire le diverse situazioni e i diversi momenti. Una partita come quella di ieri, o come quella col PSV o come quella col Milan in Supercoppa, non sono giustificabili. Nell'atteggiamento, negli errori, nella passività con cui vengono anche accettati certi risultati. Poi il momento che vive oggi la Juventus ha permesso di abbassare gli standard, porta a dover fare per forza di necessità virtù, che dovrebbe significare che l'unico modo per sfruttare un momento del genere è provare a migliorare. Il problema di Motta è proprio questo: non si vede un miglioramento tangibile, al netto di alcuni momenti buoni. Ma quelli li aveva la Juventus di Sarri, quella di Pirlo e persino quella di Allegri. Non ci si può attaccare al primo tempo di quella partita, al secondo tempo di quest'altra, a quelle due partite di fila, se poi si torna sempre a commettere gli stessi errori. Si sta costruendo qualcosa? Non sembra, o quantomeno non è così chiara la direzione che si è intrapresa e in questo senso l'allenatore ha le sue grosse responsabilità. Ma il clima che ha attorno non l'ha di certo aiutato, su questo gliene andrebbe dato atto. Non aiuta lavorare con gente che probabilmente sta già lavorando per capire chi mettere al tuo posto e come farti fuori all'occorrenza. Non aiuta un ambiente isterico in cui gioverebbero risultati immediati. Tuttavia, mi rattrista vederlo quasi rassegnato. Non ha la forza di difendere convintamente l'idea che ha in mente. Oltre, cosa ancora più grave, a non avere la forza di ripensare la sua idea. Forse, essendo stato dall'altra parte, poteva aspettarselo ma penso che ancora ne deve fare di strada per avere quel pelo sullo stomaco che l'anno scorso ha portato Allegri a mandare a f****o Giuntoli e compagnia cantante in diretta TV mentre si preparavano a fare la sfilata con una coppa Italia vinta senza i loro meriti. Per quanto visto in campo, per quanto mi trasmette ciò che ruota attorno alla squadra, penso proprio che al momento la Juventus sia un ambiente tossico in cui lavorare. Non ne ha né il coraggio, né la volontà, né la forza. Come dico sopra, il modo di lavorare è questo, non è trasparente. Giuntoli ha atteso mesi per far fuori Allegri, per sfruttare il momento per una resa dei conti. Ha atteso pur consapevole di correre il rischio di non finire in Champions League e di mandare all'aria una stagione. Ha lavorato sotto traccia in maniera goffa, facendo uscire notizie e indiscrezioni (volutamente o meno non mi interessa), minando la fiducia della squadra e dello staff. Ha passato mesi a prendere per il c**o tutti, quando lui la scelta l'aveva già fatta e stava lavorando in quel senso. Ha atteso un anno per formare la sua squadra dirigenziale, facendo piazza pulita degli altri e del loro lavoro. Ripeto, c'è modo e modo per fare anche la cosa giusta. Esonerare Motta oggi sarebbe una diretta ammissione di responsabilità. Darebbe ragione a chi, come Danilo, parla di progetto inconsistente. Lui ha la faccia di andare a parlare in TV prima delle partite, parlando per frasi fatte, giocando a fare il Moggi della situazione convinto com'è di prendere per il c**o tutti senza che nessuno se ne accorga, ma poi lascia altri a prendersi le critiche. Si va a prendere quel poco di rendita che ancora gli rimane da quanto fatto a Napoli, ma poi lascia gli altri nella M***A. Non ha la personalità né lo spessore di prendersi le proprie responsabilità, di mettere la faccia in certe scelte. Lui, come chi l'ha messo lì.
  10. Partita oscena. Essere fuori da tutto a febbraio è grave, averlo fatto senza vedere complessivamente un miglioramento sostanziale lo è ancora di più. Ma dovrebbero esserne consapevoli società, dirigenza, staff tecnico e giocatori. La realtà è che a parte dichiarazioni di facciata a molti di loro la cosa tange fino a un certo punto. Detto questo il campo ad oggi dice che la Juventus ha un allenatore che deve dimostrare ancora molto e che ad oggi ha dimostrato di non essere all'altezza della Juventus, senza dover riesumare i nomi di chi con la Juventus ha vinto, che ha un centravanti totalmente fuori da quelli che erano gli standard minimi della Juventus, che ha un numero 10 che ad oggi non è all'altezza della maglia che indossa, che a parte pochi elementi (che tra l'altro cominciano a non reggere più la baracca che reggono da ottobre) la squadra non ha né capo né coda, e che chi l'ha allestita è un altro che ad oggi ha dimostrato di non essere all'altezza della Juventus. Il problema è che tempo per lavorare ce n'è stato per tutti.
  11. Yerry Mina ha fatto un errore clamoroso, ma è stato bravo Vlahovic a pressarlo. Un buon passaggio per Yildiz e un paio di passaggi precisi qua è là, ma rimane poca roba per uno che gioca nella Juventus ed è il più pagato della rosa. Poi comunque i soliti errori. I miglioramenti si dovevano vedere prima, ma anni prima. Invece Vlahovic è questo qui, con tutti i suoi limiti. Sul rigore non dato, ad esempio, viene lanciato in profondità, suo marchio di fabbrica, e riesce a essere goffo, non sfruttando i 4 metri di vantaggio che ha sul difensore per poi incartarsi per aver avuto la palla sul destro. Questi sono gli errori che pesano, perché poi ecco, un rigore che non ti danno e si corre il rischio di rimanere beffati di nuovo. Vale anche per Yildiz, che con la 10 della Juventus dovrebbe essere un po' più concreto soprattutto sotto porta, ma onestamente per Vlahovic non vedo margini, ormai anche per una questione ambientale, per tutte le pressioni che ha addosso e che ha dimostrato di non essere minimamente in grado di reggere.
  12. Dopo i 120' minuti con il PSV ieri non mi aspettavo diversamente. Però sì, da un certo punto in poi, la Juventus inizia a soffrire terribilmente. Ieri non ha rischiato molto perché il Cagliari è davvero poca roba, ma il problema rimane. Spesso coincide con i cambi, soprattutto quando esce Locatelli. Non è per tirare la croce a Motta, ma penso che molto dipenda proprio dal centrocampo. Locatelli è l'unico che riesce a dare equilibrio a centrocampo, dando una mano in difesa e facendo ripartire l'azione. Da un po' di tempo Thuram e Locatelli sono diventati alternativi, ma Thuram ad oggi non fa il lavoro che fa Locatelli. Men che meno lo fa Douglas Luiz. Questo forse può essere sopperito con un modulo diverso, non saprei, ma da un certo momento in avanti la squadra non ha più equilibrio. Il possesso palla, già sterile di suo, diventa ancora più sterile e prevedibile. La fase difensiva è quasi tutta sulle spalle dei difensori che ieri hanno retto, con il PSV no ad esempio, fatta eccezione per Thuram che però spesso deve fare 40 metri all'indietro perché lui si spinge più avanti rispetto a Locatelli, anche quando viene messo al posto di Locatelli stesso. Un calo simile, non lo ricordo quando c'erano insieme Locatelli e Thuram dall'inizio, o perlomeno non ricordo tanto disordine. In fase offensiva invece l'azione fatica a partire anche quando gli avversari sono sbilanciati, con la costante che uno degli esterni sale con il pallone e non viene praticamente seguito da nessuno, deve far girare il pallone all'indietro che puntualmente arriva a Di Gregorio e si riparte dal basso con la squadra avversaria schierata. Anche questo diventa più frequente quando esce Locatelli. Ad onore del vero ieri per quel poco che ha giocato Douglas Luiz è riuscito a far tornare la palla agli attaccanti in situazioni simili, ma in generale da un certo punto in poi si finisce sempre per interrompere la ripartenza e tornare indietro fino ai difensori (da qualche partita a questa parte addirittura il pallone torna a Di Gregorio, come dicevo sopra). Non so se sia questo il problema principale, è una mia chiave di lettura. Ma mi sembra che da un certo punto in poi la squadra vorrebbe tenere il pallone ma manchi chi si prende la responsabilità di ripulire il pallone, di smistarlo di nuovo, di cercare una soluzione. Di sicuro la condizione fisica non è ottimale, ma questo non giustifica il fatto che la Juventus da un certo punto in avanti rischi di sparire dalla partita.
  13. Non ne sarei così sicuro. Nel senso che non è così scontato che ci sia la fila per comprare la Juventus, per il semplice fatto che la Juventus è una società italiana, che gioca in serie A e che è immersa in un movimento che oltre a fare acqua da tutte le parti è totalmente contro la Juventus stessa. Per scoraggiare investitori il campionato italiano è quanto di meglio si possa trovare al mondo: il sistema di tassazione italiano, i meccanismi di divisione dei diritti dettati da una federazione che punta a mantenere a galla società fallite, campionati che si stanno livellando verso il basso, strutture fatiscenti (non la Juventus, ma poi tu devi portare la tua squadra a competere con chi non ha intenzione di fare ciò che ha fatto la Juventus), una federazione che ti remerà contro a prescindere in quanto proprietario della Juventus, un sistema che vorrà fare le pulci, pelo e contropelo alla nuova proprietà andando a cercare anche scontrini non pagati quando per altre squadre si nasconde la polvere sotto il tappeto e potremmo continuare... In questo contesto cinesaglia e pezzenti vari sono quelli che hanno investito perché altrove non avrebbero avuto molte possibilità, anche perché il campionato italiano tutela proprio la cinesaglia e i pezzenti vari. Poi oh, ben venga un cambio di proprietà e acquirenti seri e di buona volontà.
  14. Sì, ci può stare. Ma anche qui, se un allenatore ha personalità e carisma, emergente o meno, certi paletti riesce a metterli, altrimenti dopo i primi colloqui si alza e se ne va senza firmare. Se vuoi giocatori esperti che ti diano una mano (da tenere in rosa, da ingaggiare) lo metti in chiaro durante le trattative, se hai le idee chiare ovviamente. Hanno fatto il trappolone a Thiago Motta vendendogli fumo per poi rimangiarsi tutto? Mi auguro di no, altrimenti sarebbe il punto più basso raggiunto da una dirigenza Juventina, anche peggio di come gestivano Blanc e Secco. Perché poi diciamocelo, a prendere critiche è principalmente sempre l'allenatore. La carriera se la brucia 9 volte su 10 l'allenatore, ancor prima del dirigente che lo ingaggia. Glielo devono spiegare a Thiago Motta che è nel calcio professionistico da oltre 20 anni? Tudor è arrivato allo scontro con Lotito per questo. Ora si può discutere Tudor come allenatore, ma in quanto a personalità direi proprio di no. Se volevano uno che accettasse serenamente le scelte della dirigenza, facendo le nozze anche coi fichi secchi se necessario, con il pelo sullo stomaco da accettare ogni condizione, l'allenatore giusto forse ce l'avevano già (e non è una critica ad Allegri, anzi...).
  15. Giocatori come Koopmeiners, Nico Gonzalez o Douglas Luiz quando li compri devono trovare in squadra dei leader che siano in grado di guidarli, almeno inizialmente. Altrimenti, come sta accadendo, li carichi di responsabilità e pressione che potrebbero non reggere. E non stanno reggendo, infatti. Non è un alibi, ma è anche compito di allenatore e dirigenti quello di provare a mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili. Sono pochi i leader nati, che arrivano in una squadra e nessuno deve spiegargli niente e sono sempre più rari e questo in un certo senso secondo me rende ancora più grave quanto stia facendo la Juventus in questo momento. Non a caso i Del Piero, i Pirlo, i Buffon, i Chiellini hanno fatto la differenza anche in nazionale, giocando con e contro i migliori al mondo. E non è un caso che l'Italia non si è qualificata agli ultimi 2 mondiali. Dirigenza e allenatore ci ha messo del loro comunque, con scelte concordate. Motta ha deciso (o a avallato la scelta) di far fuori Szczesny, di non rinnovare Rabiot, di silurare Rugani e Danilo. Non stiamo parlando di Buffon, Pirlo, Chiellini e Del Piero (e non ci sarebbe neanche bisogno di sottolinearlo), ma erano gli ultimi rimasti insieme a Perin di una Juventus che era in grado di giocarsi qualcosa di importante. Erano giocatori che calati nel contesto attuale della Juventus e nel livello attuale della serie A potevano dare una mano in un processo di cambiamento. Il problema a monte è stato arrivare a doversi aggrappare a loro (e su questo possiamo essere tutti d'accordo), ma a un certo punto devi pure fare di necessità virtù e lavorare con quelli che hai. Potevano essere una risorsa, pur non essendo più centrali nel progetto, pur avendo ben chiaro che nel giro di 1/2 anni li avresti portati a scadenza o venduti per rimpiazzarli, si spera, con qualcuno che avrebbe rappresentato un upgrade. Pur con i loro limiti, ad oggi non mi pare di vedere giocatori migliori di quelli nella rosa della Juventus, forse solo Thuram tra i nuovi acquisti. Tirare la croce a Locatelli (non sto dicendo che tu lo stia facendo, parlo in generale), così come farlo con Gatti, non mi piace perché a conti fatti in questo contesto mi sembrano gli unici, insieme a Perin, a mettere (o provare a mettere) personalità in campo e fuori. Locatelli, Gatti e Perin che se fossero arrivate offerte in estate probabilmente sarebbero stati impacchettati. In una Juventus ideale sarebbero delle riserve che garantirebbero il loro apporto sempre, senza fare polemica e senza pretendere nulla e ci starebbero anche (ah, che belli i tempi in cui si criticavano i rinnovi di Khedira e Mandzukic...). Se sono i leader di questa squadra non è colpa loro. Mi pare stiano provando ad aiutare l'allenatore e la dirigenza, ma non mi pare si possa dire il contrario. Per il resto vedo una squadra di giocatori che se potesse vorrebbe uscire dal campo, che ha paura di tirare, che ha paura di fare un intervento o un contrasto, che ha paura di affondare, che ha paura di provare ad anticipare l'avversario, che a paura a mettere la testa nei calci piazzati. Quindi sì, certi giocatori servono e hai pienamente ragione. Ma vanno cercati, presi e non mandati via. Thiago Motta non è stato preso a giugno con un'operazione a sorpresa. La stagione è stata pianificata, mercato compreso, con scelte concordate. Inoltre servirebbe anche un bel bagno di umiltà e un pizzico di intelligenza di capire che non puoi prescindere dall'idea di avere dei leader in campo autoproclamandoti leader di una squadra dopo 7 mesi che la stai allenando. Non si diventa leader perché ci si definisce tali, altrimenti Bonucci sarebbe presidente degli Stati Uniti.
  16. Ecco, anche questo. Moggi e Giraudo avevano una visione globale, direi una visione di impresa, che nessun dirigente ha mai avuto nel calcio italiano.
  17. Di Moggi ce n'è stato solo uno e non credo ci saranno più dirigenti come lui. Parliamo di un fuoriclasse nel suo ruolo. Detto questo ci sono dirigenti che con poco hanno fatto bene. Uno di questi è stato Marotta, che ha creato valore, ma ha dimostrato di saper lavorare anche mantenendo i costi. Tare (che non mi entusiasma) alla Lazio ha fatto un ottimo lavoro con Lotito che non è che abbia le mani bucate. Berta all'Atletico Madrid (e che ora è anche libero, tra l'altro...). Massara al Milan ha fatto bene per poi essere silurato senza ancora sapere il perché (e i risultati si vedono). Sartori tra Atalanta e Bologna ha fatto un gran lavoro. Nessuno di questi è e sarà mai Moggi, ma hanno tutti più o meno dimostrato di saper allestire una squadra senza grosse risorse da spendere. Giuntoli stesso credevo fosse un ottimo dirigente. Però poi quando arrivi alla Juventus devi dimostrare anche altro, oltre al saper spendere e vendere (cosa che Giuntoli in due anni non ha dimostrato...) e dove mi ha deluso di più è stata proprio la gestione. Gestione della situazione di Allegri (con il teatrino durante e dopo la finale di Coppa Italia a fare da ciliegina sulla torta), gestione dei giocatori che ha trovato in rosa, gestione di Thiago Motta e della campagna acquisti fatta per allestirgli una squadra. Moggi non avrebbe mai gestito (e non ha mai gestito) situazioni delicate come ha fatto Giuntoli e non si può dire che Moggi sia uno che non sapeva essere fermo e severo nelle sue decisioni.
  18. Ma si era visto qualcosa che nei precedenti mesi non si era visto, ovvero la voglia di vincere quelle partite e un po' di intensità nell'arco dei 90' (e non i "primi tempi" buoni solo a giustificare l'ingiustificabile). Niente di eclatante, ma dopo mesi di partite anonime poteva essere qualcosa a cui aggrapparsi. Averle vinte, aver avuto un briciolo di continuità e non aver tratto fiducia e forza da quei risultati, arrivando a farsi mettere sotto dal PSV sia sul piano del gioco (il famoso gioco, il famoso possesso palla, ieri è stato sempre in mano al PSV) quanto sul piano dell'intensità è la palese dimostrazione di quanto dici tu. Speravo servissero quelle vittorie, così come speravo servissero le sconfitte. Il problema è che al momento alla Juventus non sembra giovare niente. Si vivacchia di episodi, anche grazie al fatto che il campionato italiano è di una pochezza imbarazzante, come negli ultimi 5-6 anni. Non l'ha capito Motta, ma non l'ha capito neanche Giuntoli cos'è la Juventus e che tipo di giocatori servono alla Juventus. Giocatori che hanno paura a tirare in porta, a chiamare la palla in area piccola, a mettere cattiveria in un contrasto non sono da Juventus. Non che mi aspettassi di andare oltre gli ottavi, sia chiaro. Ma se i giocatori non capiscono l'importanza di certe partite e ci mettono personalità, prendendosi anche delle responsabilità, allora siamo di fronte ad un problema. Non è tanto diverso da quando si usciva ai giorni perdendo con il Maccabi o con il Galatasaray. Fermo restando che come dici tu, il progetto sta fallendo, anche perché l'idea di puntare tutto sui giovani non paga, e non paga neanche in ottica futura se quei giovani non imparano da altri cosa significa giocare per vincere certe partite. In questo senso trovo incomprensibile la gestione della rosa negli ultimi due anni (ci metto, a questo punto, anche l'acquisto di Alcaraz e Tiago Djalo dell'anno scorso a gennaio, dopo che in estate non era praticamente stato fatto mercato a parte l'acquisto di Weah).
  19. La proprietà non è degna di questa Juventus e questo credo sia ormai appurato vista la totale assenza della società se non quando c'è da sollevare un trofeo, la passività con cui reagisce agli attacchi che riceve. Queste sono tutte cose che hanno un loro peso, tuttavia non penso che vogliano buttare centinaia di milioni così. Su questo rientra la responsabilità della gestione sportiva. Gestione sportiva che ad oggi, dopo quasi 2 anni di lavoro, ha ottenuto come unico risultato un'epurazione dello staff tecnico guidato da Allegri e di quasi tutti quelli che erano dalla sua parte. La squadra ad oggi non ha né capo né coda, è stato accontentato un allenatore alla prima esperienza su una panchina di peso sul mercato, hanno monetizzato con giovani che avrebbero dovuto essere valorizzati sul campo. Non c'è personalità, non c'è continuità e non c'è crescita. L'idea era tagliare i costi? Il diktat della proprietà era quello? D'accordo, ma poi la gestione sportiva deve essere quantomeno fatta con criterio. Si può tagliare anche lavorando bene, creando valore. Ad oggi la gestione Giuntoli non ha creato alcun valore. Ha monetizzato sul lavoro fatto da altri. Altri che sono stati mandati via come fossero appestati o lasciati andar via a cuor leggero (non parlo di Paratici e Cherubini, ma dei vari Tognozzi, Manna). Capitolo giocatori: la personalità è poca. Questi giocatori li ha scelti questa dirigenza, in totale sintonia con l'allenatore. A gennaio è stata puntellata la squadra acquistando un terzino destro che ancora non abbiamo visto, una riserva del Newcastle, Veiga in prestito secco, Kolo Muani in prestito secco. Kolo Muani ha obiettivamente dato qualcosa, ma per il resto i problemi sono rimasti gli stessi. Con il senno di poi si può dire che epurare Szczesny, Danilo, Rugani, Rabiot e aver anche accarezzato l'idea di poter vendere giocatori come Bremer, Gatti e Locatelli è stato un errore. Non tanto per il valore stesso dei giocatori, ma perché in questo contesto erano tra i pochi insieme a Perin (portiere di riserva) e Cambiaso (di fatto sul mercato se arriva l'offerta irrinunciabile) ad avere esperienza e un minimo di personalità. Le scelte fatte sono nella direzione di totale discontinuità con il passato, e questo ragionamento me lo aspetto da un tifoso, non da dirigenti che sono nel calcio da oltre 20 anni. Perché questo ha tutto il sapore di un regolamento di conti. Yildiz, che ritengo un ottimo prospetto, con la maglia n.10 della Juventus ieri è entrato con il piglio del sesto nella partita a calcetto del giovedì, Koopmeiners scende in campo in stato confusionale senza mai prendersi una responsabilità, Nico Gonzalez ha avuto un approccio orrendo, Di Gregorio prende un gol con dei rimpalli in area piccola senza neanche provare a metterci la mano, e potremmo continuare trovando qualcosa per ognuno di quelli scesi in campo ieri, nella partita più importante della stagione, contro un avversario alla portata sul piano tecnico, ma di un altro spesso sul piano della personalità, dell'esperienza e della cattiveria agonistica. Hanno paura di tirare in porta, di mettere la gamba nei contrasti, di mettere il piede per fermare un tiro, di tenere una posizione. Su questo la proprietà non può essere un alibi. Ovvio che serviva qualcosa di diverso, ovvio che con Allegri non si poteva più continuare, ma c'è modo e modo per fare le cose. Arrivare alla rottura con chiunque è stato coinvolto con la storia recente della Juventus, alcuni dei quali anche con l'ultima Juventus vincente, così, quasi per partito preso è una cosa che si vedeva in circhi quali l'Inter di Moratti, il Palermo di Zamparini, il Perugia di Gaucci. Non si costruisce la Juventus con salti nel buio. Tutto questo per dire che d'accordo sulle colpe della proprietà, ma dirigenti, staff tecnico e giocatori devono capire che sono alla Juventus, che anche in un periodo di difficoltà rimane la Juventus e che in qualche modo devono creare valore, non fare guerre intestine,
  20. La dimostrazione palese è quando al gol di Weah fa rimettere in panchina Mbangula e Thuram pronti, per poi fare il cambio dopo un quarto d'ora e mettere Yildiz anzinché Mbangula e mettere anche Savona a sinistra, fuori ruolo, dove ha dimostrato di essere in difficoltà ogni volta che ci ha giocato. Io non so se sarai mai o meno da grande squadra, ad oggi, dopo 7 mesi di Juventus penso abbia molto su cui dover lavorare. Compreso il fatto che lui, come tantissimi altri allenatori e commentatori, dovrebbe capire che esistono anche gli avversari che non sempre ti lasciano fare il tuo gioco, che le partite vanno preparate e interpretate anche in funzione degli avversari, oltre che dei giocatori che hai a disposizione. Detto questo, la squadra è troppo fragile, anche mentalmente. Dopo 3/4 vittore in cui avevi fatto vedere cose buone, in cui eri riuscito a portare a casa risultati importanti, non puoi presentarti così in una partita da dentro o fuori. Su questo si deve vedere la mano dell'allenatore, altrimenti siamo punto e a capo. Ora a fino a giugno per lavorare in funzione della prossima stagione, speriamo faccia vedere qualcosa di buono e che questa sconfitta sia davvero servita a lui e a molti dei giocatori scesi in campo ieri.
  21. Mai come questa sera, in questa stagione, l'ha persa principalmente l'allenatore. Ha sbagliato la formazione iniziale, ha sbagliato i cambi, ha sbagliato la gestione... Scelte cervellotiche, zero flessibilità, mancanza di coraggio. Buttare via quel minimo di continuità trovata in queste ultime settimane così è abbastanza grave, e dire che cominciavo ad essere ottimista. Detto questo a dover migliorare sono in tanti, dal DS in giù. Ora hanno 4 mesi senza coppe, non hanno più scuse, neanche gli infortuni che fanno parte del gioco e che rappresentano un ulteriore problema che va affrontato. Dovrebbero capire, molti giocatori e allenatore, che per stare alla Juventus serve ben altro, non la paura di tirare in porta o di prendere un pallone nella propria area, il timore di caricarsi un minimo di responsabilità e giocare di conseguenza...
  22. Con una rimessa laterale hanno guadagnato quasi 20 metri di campo senza che nessuno, tranne Thiago Motta, dicesse niente. Falli ridicoli dati all'Inter e contrasti con la stessa dinamica non dati alla Juventus. Un fallo su McKennie e uno su Conceicao nella loro trequarti neanche fischiati e nessuno della Juventus che dice nulla, nonostante fossero palesemente interventi irregolari. Loro stavano cercando di dire qualcosa anche sul gol dove, per le regole abbastanza ridicole che hanno introdotto in questi casi, ci sarebbe stato un fallo su Kolo Muani che prende un pestone da Acerbi mentre gli sposta la palla. Come dici tu, serve anche quel carisma che in episodi dubbi porta l'arbitro a stare dalla tua. Poi ovvio, come fa l'Inter è una roba oscena, ma lo fanno da anni, in ogni occasione. Non dico di fare come faceva a suo tempo Bonucci, ma avere giocatori che vanno dall'arbitro senza frignare ma con convinzione di sicuro aiuterebbe.
  23. Il calo dell'Inter era comunque prevedibile e sono stati bravi a sfruttarlo, non dico mettendoli sotto, ma quantomeno giocando un buon secondo tempo. Chalanoglu e Mkhitaryan possono fare la differenza, ma non hanno 90' nelle gambe e ieri la Juventus è stata brava a mantenere una buona intensità per tutta la partita, anche per far sì che calino gli avversari. La differenza l'hanno fatta lì. Poi ci sta la sofferenza, perché Savona fuori ruolo è in difficoltà (e non sono uno di quelli che ritiene uno scandalo vederlo giocare, perché a destra ha fatto buone partite), perché a centrocampo avevamo 4 giocatori per 3 posti e soprattutto perché è un periodo denso di partite, per il valore degli avversari che comunque restano una squadra forte. Ma rispetto ad altre partite mi è piaciuto che abbiano mantenuto una buona intensità per tutta la partita, finendo forse anche in crescendo. Sulla confusione sono d'accordo con te in parte, perché almeno si arriva a tirare in porta. Va comunque detto che una cosa che accomuna le ultime partite è la capacità di arrivare al tiro, cosa che fino a poco più di un mese fa era un limite enorme di questa squadra. L'Inter è una squadra che centralmente crea molta densità, considerando che ha 3 difensori centrali, 3 centrocampisti e che gli esterni spesso si accentrano per dare una mano. In questo senso, molte squadre con loro fanno confusione e la Juventus è già confusionaria di suo ma ultimamente vedo un po' più di ordine. Su questo, penso che molto dipenda dal lavoro che sta facendo Kolo Muani, che riesce a legare meglio il gioco rispetto a Vlahovic, che riesce a creare spazi per i compagni e che, soprattutto, non perde né palloni né tempi di gioco. Ad essere onesto le ultime partite mi danno un po' di fiducia sotto diversi aspetti, uno su tutti è che vedo una squadra meno isterica, che a parte il black out nel secondo tempo con il Napoli ha cercato sempre di mantenere alta tanto l'attenzione quanto l'intensità e i risultati dovrebbero dare una mano in questo senso. Un mese fa le quattro vittorie consecutive sarebbero state 4 pareggi, senza grosse reazioni e con la squadra ad impantanarsi in un palleggio sterile con un misto tra rassegnazione e frustrazione senza provare neanche a tirare in porta.
  24. Qualsiasi paragone col passato non regge, anche a livello di leadership. Neanche con la Juventus che arrivava settima per due anni di fila. Va tenuto conto di due aspetti: 1) nella Juventus il problema è esasperato, ma anche grandi squadre non hanno abbondanza di leader come avveniva anni fa, 2) l'età media molto bassa della Juventus attuale, che di sicuro incide. Detto questo, dirigenza e staff tecnico hanno in mente chi potrebbe formare lo "zoccolo duro" e come formarlo? Inteso come quei giocatori da cui ripartire, da investire di responsabilità. Li ha individuati? Ha idea di chi, tra quelli che sono gli obiettivi di mercato, potrebbe essere adatto in questo senso? Perché in quel caso andrebbe tracciata una linea e quei giocatori andrebbero messi al centro del progetto (il che non significa che debbano per forza essere titolari inamovibili, vedi Perin). Invece uno come Cambiaso che potrebbe essere uno adatto a formare quel gruppo ristretto di giocatori è sacrificabile. A questo va aggiunto che Danilo è stato spedito altrove, Szczesny trattato come un esubero, Rugani mandato in prestito come l'ultimo dei pivelli. Non parliamo di fenomeni, ma questi c'erano e questi erano gli ultimi rimasti di una squadra in grado di vincere (anche con loro, anche come riserve). Inoltre a questa va aggiunta la volontà, ribadita e dimostrata più volte da Giuntoli, di non ingaggiare giocatori con esperienza anche a condizioni favorevoli. Gente come Sergio Ramos, dico un nome a caso e tra l'altro è uno che non mi è mai andato a genio, a questa squadra sarebbe servita eccome. Uno che ti rientra nelle rotazioni, che ha esperienza, che sa cosa vuol dire vincere, che se deve rimettere in carreggiata dei compagni sa come fare, che se deve parlare con l'allenatore non ha paura di farlo, che se deve protestare in campo ha il suo peso. Già avere 2-3 giocatori di quel calibro, di carisma, in rosa potrebbe fare la differenza, soprattutto in un processo di crescita. Alla Juventus ci sono dei potenziali leader attualmente, non leader. Tant'è che quando la squadra crolla, crolla tutta, non ce n'è uno che spicca e si carica la baracca sulle spalle, anche solo per quei 10 minuti che fanno rifiatare gli altri e riprendere coraggio. E il momento che vive la Juventus da qualche anno a questa parte non aiuta certo a velocizzare questo processo, anzi mi pare si corra il rischio di fare l'esatto contrario.
  25. I vari Trevisani, Adani e compagnia cantante, sono l'esatto specchio di quello che si vede ovunque. L'espressione della volontà e della capacità di polarizzare ogni concetto, che porta Allegri ad essere un incapace totale o un fenomeno, Motta ad essere un predestinato o un impreparato, Cristiano Ronaldo ad essere un fenomeno o un giocatorino e via dicendo, a seconda di chi scrive o apre la bocca. La via di mezzo non c'è, non è ammessa, ci sono giocatori fenomenali o pippe colossali, allenatori illuminati o fossili di un calcio che non esiste più. C'è una mancanza di equilibrio, attorno alla Juventus in particolare, che mi disturba... Mi viene da ridere solo a pensare a scuse simili per non ammettere che ci si era sbagliati un po' su Motta. Non pretendo mica che dicano che Motta è scarso, perché obiettivamente non lo è, ma che non è il fenomeno che dipingevano fino allo scorso anno. Perché dopo una stagione pazzesca al Bologna non si può parlare di predestinato. Gli stessi alibi l'anno scorso, giustamente, per Allegri non c'erano, così come non c'erano due anni fa, ma neanche nel 2019. La Juventus è esplosa perché la differenza con il Napoli c'è, e c'era anche negli ultimi 2/3 anni. Così come c'è differenza anche tra Motta e Conte. Banalmente anche solo per una questione di esperienza, oltre che per ragioni caratteriali. La realtà è che arrivati a febbraio, oltre agli alibi e a sprazzi di quello che si voleva vedere, ci sono anche le difficoltà, che spesso sono le stesse degli anni scorsi. Anche a fronte di spese importanti sul mercato. Ma magari il problema non è solo la gestione dell'allenatore, ma è una questione più profonda, a livello di struttura societaria, in cui rientra anche l'allenatore. Cambiare allenatori nella speranza di trovare, prima o poi, quello giusto, come qualcuno spera, come si è fatto con Allegri nel 2019, poi con Sarri nel 2020, poi con Pirlo nel 2021 ha portato a dilapidare un vantaggio tecnico nel giro di pochissimi anni con 3-4 squadre che in serie A erano molto indietro rispetto alla Juventus. Se ad oggi a questa Juventus togli Cambiaso, che era uno su cui l'allenatore puntava, che era uno dei giocatori centrali nel progetto tecnico e che oggi è sacrificabile perché non ci sono incedibili, è evidente che lo stesso progetto tecnico è un concetto abbastanza aleatorio (e cito Cambiaso non in quanto nuovo fenomeno del calcio mondiale, ma perché in questa Juventus era uno dei pochi che garantiva buone prestazioni con continuità almeno fino a un mese fa). In un contesto simile sfido a trovare innanzitutto un allenatore che abbia la voglia e il coraggio, oltre che il talento, di venire ad allenare la Juventus (e no, non vale più il discorso che quando chiama la Juventus si risponde presente, e non vale neanche quando vieni da un filotto di risultati ottimi come nel 2014 e nel 2019, figuriamoci adesso dove le cose non vanno bene da anni). Ci sono punti fermi in questa Juventus? Ci sono punti fermi in questo progetto triennale di cui si parla? Perché se non ci sono, siamo punto e a capo e ragionare sul reale peso dell'allenatore diventa complicato. Quindi l'allenatore ha un suo peso, certo, che però dipende da tante variabili, prima su tutte i giocatori che ha a disposizione. Che non devono essere solo forti, ma anche compatibili tra loro, funzionali all'idea di gioco che ha l'allenatore e al progetto tecnico che hanno in mente i dirigenti. Se tu hai un progetto senza capo né coda, come alla Juventus dal 2020 in poi (io direi 2018, ma c'è la variabile pandemia in mezzo, che ha avuto sicuramente un peso), il peso dell'allenatore diventa una variabile impazzita: può salvarti una stagione, può farti respirare, o rendere tutto più complicato, ma sul lungo termine diventa difficile per chiunque fare la differenza. Questo valeva per Allegri, valeva per Conte, valeva per Sarri e Pirlo, vale per Motta.
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