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BigBear
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Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
BigBear ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
da Il Tempo.it http://www.iltempo.it/politica/2008/05/07/...plode_....shtml Nella Lega esplode il caso-Montezemolo. L'ex presidente di Confindustria non ? persona gradita nel ruolo di ambasciatore del made in Italy. ? Umberto Bossi in persona a dirlo. Il numero uno del Carroccio si aggira per i corridoi di Montecitorio a passo lento, con una schiera di giornalisti al seguito a caccia dell'ennesima ?sparata? o di un nome in pi? da infilare nel totoministri. Parla a bassa voce il Senatur: ?Tre domande e basta per favore?, dice prima di spiegare alla stampa il futuro di Roberto Calderoli. Del resto lui non ama giri di parole, va dritto al punto, come spiegano i suoi onorevoli colleghi. Ed ? difronte al ristorante della Camera che decide di bocciare la nomina extragovernativa fatta da Silvio Berlusconi: ?Luca Cordero di Montezemolo ambasciatore del made in Italy no. Non sono contento?. La Lega si schiera contro, Bossi non ci sta: ?Se va in giro per il mondo a vendere le sue Fiat e nelle sue Ferrari ben venga, ma ambasciatore di tutto il made in Italy proprio no?, spiega mentre s'infila nella sala da pranzo di Montecitorio. Dall'altra parte del Palazzo le votazioni per vicepresidenti, segretari e questori continua senza sosta. I sessanta deputati leghista entrano ed escono dall'Aula. Parlano molto tra di loro, sembrano una squadra vera. E anche il presidente dei deputati alla Camera, Roberto Cota, ? convinto che bisgona essere soddisfatti ?per Montezemolo che vende i suoi prodotti nel mondo. Ma ambasciatore del made in Italy...?. Da una poltroncina del Transatlantico si alza Stefano Stefani. L'onorevole della Lega spiega ?l'importanza di riportare i nostri prodotti sui mercati internazionali. ? una cosa molto seria - spiega Stefani - e non credo che Montezemolo sia la persona all'altezza del compito?. A dare questa delega al presidente uscente di Confindustria era stato proprio Berlusconi. Il premier in pectore l'aveva nominato il 30 aprile scorso, durante un pranzo di lavoro. Montezemolo ci aveva pensato s? un giorno intero, poi ha alzato il pollice: ?Accetto?. E Montezemolo fu incoronato ambasciatore del made in Italy con tanto di applausi da parte dei parlamentari del Pdl. Ma Berlusconi non aveva fatto i conti con la Lega che, spiegano i pi? vicini a Umberto Bossi, non ha mai avuto un ottimo rapporto con Montezemolo. La bocciatura del Senatur sembra dare sfogo a un pensiero diffuso tra i leghisti. Le critiche a Montezemolo sembrano arrivare da tutto il Carroccio. Il deputato Jonny Crosio ne parla con il collega Giacomo Chiappori nel cortile di Montecitorio. Gianpaolo Dozzo fa lo stesso in Trasatlantico con Sebastiano Fogliato: ?Ma ambasciatore di cosa? Montezemolo ? ambasciatore dei suoi interessi?. Poi rispunta Bossi, il pranzo ? finito. Si torna a parlare di totoministri. Su Montezemolo la Lega non scommette. luchino -
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mitico Lapo un uomo un perch? diceva qualcuno da notare i mocassini zebrati che, probabilmente, facevano pan-dan con il simbolo della Juve tatuato sull'avambraccio -
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COPERTINA http://www.repubblica.it/supplementi/af/20.../001kropea.html Elkan "blinda" la cassaforte Ifil di SALVATORE TROPEA Annunciato da tempo e costruito con la cautela e la diplomazia di Gianluigi Gabetti, collaudato tessitore di ingegnerie societarie e soprattutto grande conoscitore della galassia Agnelli, il passaggio generazionale ai livelli alti di Ifil ? ormai alle porte. A partire dall'assemblea di marted? 13 maggio e comunque entro il 2008 ogni giorno sar? buono per annunciare l'approdo di John Elkann alla presidenza della societ? attraverso la quale la Famiglia controlla la Fiat. Difficile dire se e quanto le vicende legate all'equity swap e alla contesa legale sull'eredit? dell'Avvocato possano avere rallentato questo processo ma ? certo che esso era scritto da anni cos? come ? certo che ora sta prendendo corpo in singolare concomitanza con una trasformazione in corso d'opera nelle strategie di Corso Matteotti. Sarebbe per? sbagliato pensare che questo cambiamento sia il risultato di scelte fatte negli ultimi mesi. Al contrario, si tratta di un percorso che ha inizio nell'inverno del 2006: esattamente nel febbraio di quell'anno, quando Carlo Sant'Albano ? stato chiamato a Torino per ricoprire il ruolo di amministratore delegato dell'Ifil al posto di John Winteler trasferito alla guida di Alpitour. L'attenzione della famiglia Agnelli a quell'epoca era concentrata sulla Fiat e su come fare per conservarne il controllo dal momento che, in presenza di un prestito convertendo delle banche per 3 miliardi di euro, il rischio era quello di una diluizione dell'azionariato che minacciava di mettere in discussione un assetto societario ultrasecolare. Gabetti, assieme a Franzo Grande Stevens, era impegnato nella ricerca di una strada che consentisse di evitare questo rischio ma gi? allora, anche per sua ammissione, si sapeva che comunque aveva messo in conto un cambio della guardia. Nell'attesa Sant'Albano aveva annunciato un programma di investimenti che conteneva alcune novit? rispetto alla tradizionale strategia di Ifil. Il suo progetto si basava essenzialmente sul monitoraggio di alcune grandi aree del mondo, come la Cina e gli Stati Uniti allo scopo di individuare opportunit? di investimenti che allora sembravano localizzati nel settore turistico. Poi per? si ? prodotta una svolta rispetto a quell'orientamento ed ? questa la novit? sulla quale, sempre sotto la regia di Gabetti si ? esercitato Sant'Albano in stretta collaborazione con John Elkann, che intanto era stato ufficializzato come futuro presidente di Ifil. Con la ritrovata disponibilit? di risorse finanziarie, Sant'Albano e John Elkan hanno aggiustato la rotta orientandosi verso un business in qualche misura inedito per Corso Matteotti rispetto alla diversificazione anticiclica verso la quale s'erano gi? mossi. Questa strada ? stata imboccata con l'acquisto da parte di Ifil del 70 per cento della societ? di trading immobiliare americana Cushman & Wakefield. L? si ? capito che Corso Matteotti aveva deciso di sperimentare nuove possibilit? di investimento e di sviluppo. E non ? un caso che appena tre settimane fa la C&W ha acquisito il suo partner storico in Turchia ovvero la P&D Real Estate Consultant. Operazione alla quale quasi contemporaneamente si ? aggiunto l'investimento di 58 milioni di euro per la sottoscrizione di un prestito obbligazionario che permetter? a Ifil di diventare entro cinque anni azionista di una quota pari al 40 per cento di Vision Investment Management, uno dei pi? importanti ?alternative asset manager? dell'area asiatica con sede a Hong Kong e facente capo a Jerry Wang. Servizi finanziari (ingresso in Banca Leonardo e nella Perella Weinberg Partners di New York) ma anche servizi alle imprese e per il commercio. E' questo il terreno sul quale, sempre con l'aiuto dell'esperienza e delle conoscenze del ?patriarca? Gabetti, ha scelto di misurarsi Ifil e ha potuto farlo anche grazie a una liquidit? che oggi, al netto del piano di buy back in corso da settimane per complessivi 150 milioni di euro, ammonta a 600 milioni. Dopo aver destinato un terzo della sua liquidit? all'acquisto di azioni proprie secondo il piano approvato il 18 febbraio, Ifil ha dunque puntato decisamente su un meccanismo finalizzato all'opportunit? di fare finanza per l'economia nel medio termine: un meccanismo basato sull'intercettazione di talenti finanziari, possibilmente giovani, con i quali fare un percorso di medio termine da 5 a 10 anni operando nel campo dei servizi. ? questa la scommessa da parte della nuova generazione insediata in Corso Matteotti e che ? destinata ad avere sempre maggiore potere. Perch? sulla strada di Ifil, accantonata per il momento l'idea di realizzare un accorciamento della catena di controllo che secondo alcuni avrebbe dovuto portare alla scomparsa di Ifi, ci sono a breve scelte che ridisegnano l'assetto di comando della societ?. Se ne parla da tempo, almeno sin da quando lo stesso Gabetti ha annunciato la sua intenzione di aprire la porta alle nuove generazioni. Quel passaggio, in parte avviato, ? ora destinato a subire un'accelerazione. Inutile dire che l'emergente predestinato ? John Elkan, forte della sua posizione in seno alla Giovanni Agnelli & C Sapa che a sua volta, attraverso il controllo totale di Ifi, detiene il 69,9 per cento di Ifil. Partito in sordina, il nipote (figlio di Margherita Agnelli e di Alain Elkann) scelto dall'Avvocato come ?delfino?, a 32 anni, ha forse fatto meglio del nonno, avendo messo assieme una serie di ruoli di tutto rispetto. Anche se all'ombra di personaggi e manager autorevoli che continuano ad aiutarlo a non fare passi falsi. Vicepresidente della Fiat sotto l'ala protettiva di Luca Cordero di Montezemolo e alla scuola di Sergio Marchionne. Presidente da poco del quotidiano La Stampa, vicepresidente della Fondazione Agnelli e dell'Accomandita, John Elkann ? da un anno presidente di Ifi con sette di anticipo rispetto all'et? in cui suo nonno era approdato a questo ruolo. E' anche vicepresidente vicario di Ifil e ora si appresta a scalare il vertice di una holding la cui importanza ? molto superiore a quella che aveva quando ne aveva assunto il comando Umberto Agnelli, aiutandola a diventare in parte quello che ? oggi. Scontato quanto si vuole questo passaggio non si annuncia come mossa isolata. Esso fa parte di una stagione nella quale sono previsti altri innesti nei consigli della stessa Ifil, di Ifi, dell'Accomandita. In attesa di vedere che cosa accadr? tra un anno al vertice della Fiat con la scadenza della presidenza Montezemolo. Non ufficializzato, l'obiettivo degli avvicendamenti, soprattutto nell?accomandita, dovrebbe essere anche quello di riequilibrare il potere dell'Ingegnere, come viene chiamato John in famiglia. E forse evitare di acuire il dissenso aperto sul fronte legale con Margherita. O almeno provarci. -
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Attualit? - Chivasso - 05/05/2008 Festa bianconera per aiutare i bambini A cura di Annarita Scalvenzo Oggi, luned? 5, e mercoled? 7, Chivasso si trasforma in capitale Bianconera per un?iniziativa di solidariet? che mira a sostenere i bambini e le strutture ospedaliere pediatriche preposte per le loro cure e che punter? sulla presenza in citt? di grandi personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, di comprovata fede Bianconera. L?evento, che unisce la passione calcistica alla solidariet? verso i pi? piccoli, nasce da una collaborazione dell?Amministrazione, con il sindaco, Bruno Matola, l?Assessore allo Sport e alle Politiche giovanili, Giorgio Tappero, il vice sindaco e Assessore alla Cultura e Manifestazioni, Alessandro Germani, insieme all?Associazione Italia Bianconera. Questa sera, luned? 5 maggio alle 20.30, presso il campo comunale ?Paolo Rava?, in via Gerbido 2, si svolger? la partita: Juventus vs Torino, ?Derby d?Altri Tempi?, dove vecchie glorie bianconere e granata, vip, amministratori e locali tifosi delle due squadre si ?sfideranno? in una derby di beneficenza con ingresso ad offerta libera. ?Avremo in campo grandi nomi della Vecchia Signora ?- annuncia l?Assessore allo Sport, Giorgio Tappero ?: Stefano Tacconi, Fabrizio Ravanelli, Antonio Conte. Non pu? che essere un onore e un piacere ospitare a Chivasso calciatori di tale calibro, ma ? ancora pi? importante ricordare lo scopo della manifestazione agonistica: un impegno di beneficenza, da sempre una tradizione juventina. Prima per l?ospedale Gaslini di Genova, oggi per il Sant?Anna di Torino e l?Ospedale pediatrico di Monza. Desidero anche ricordare l?appuntamento di domenica 11 maggio, alle 15, al campo ?Paolo Rava?: in quell?occasione i ragazzi della Juventus Soccer School si incontreranno con i loro coetanei del Chivasso e, infine, nella nostra citt? sta sorgendo uno Juventus Fans Club?. La solidariet? prosegue nella serata di mercoled? 7 maggio, alle 20.30, con il Gran Gal? e l?Asta di Beneficenza di Italia Bianconera: la cena si svolger? presso il ristorante ?I Cacciatori?, in Frazione Rolandini di Verolengo con ospiti d?onore quali Lapo Elkann, Andrea Agnelli e Gianluca Pessotto. Prevista anche la partecipazione di alcuni giocatori della Juventus F.C.: Buffon, Nedved, Palladino, Molinaro, Legrottaglie, Marchionni e personaggi del mondo dello spettacolo: Alba Parietti, Franco Neri e Max Pisu, che avranno il compito di bandire all?asta oggetti, cimeli, opere d?arte, magliette di alcuni giocatori, palloni autografati e omaggi forniti dagli sponsor e da importanti aziende piemontesi impegnate ad offrire il loro aiuto per questa occasione. La partecipazione alla cena ? di 50 euro per gli adulti e 25 per i ragazzi al di sotto dei 10 anni. ?Ringrazio Tappero e Germani che hanno seguito questa importante iniziativa, portando a Chivasso un tale evento e un?opportunit? di forte richiamo grazie anche alla disponibilit? e alla simpatia dei professionisti coinvolti. Chivasso si vedr? coniugata con un evento a scopo benefico, dando un senso pieno al momento di aggregazione che tutta la citt? potr? vivere?. ?La nostra speranza ? di riproporre questo evento ? ha sottolineato Germani -: oggi l?Amministrazione ha scelto di sostenere un progetto per un bimbo di Orio Canavese, ?Aiutiamo Fabullo?, ma sarebbe importante poter fare sempre di pi?. Ringrazio tutti gli sponsor e l?Associazione Italia Bianconera, con Massimo Cairoli, Domenico Panetta, Fabio e Gianfranco Germani, curiosamente due miei omonimi?. Le iniziative delle due giornate serviranno a raccogliere fondi per i progetti della Fondazione ?Crescere Insieme?, presso l?Ospedale Pediatrico Sant?Anna di Torino; l?Ospedale Pediatrico San Gerardo di Monza e il progetto ?Aiutiamo Fabullo? - Comitato Pro Fabullo (www.fabullo.it). A Chivasso, prenotazioni e prevendite possono essere effettuate presso: Oreficeria Cena, via Torino 4; Bar Duomo, piazza della Repubblica 8; Punto Musica, via Po 24 e Provera Sport, via Po 7. http://www.localport.it/eventi/notizie/not...nsa.asp?N=31449 -
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IFIL: oggi shopping per complessive 280mila azioni Nell?ambito del programma di acquisto azioni proprie annunciato lo scorso 18 febbraio, IFIL comunica di aver acquistato in data odierna 250.000 azioni ordinarie al prezzo medio unitario di ? 5,23 e 30.000 azioni di risparmio al prezzo medio unitario di ? 4,28 al lordo delle commissioni. Dall?inizio del programma sono state acquisite n. 7.438.200 azioni ordinarie e n. 589.000 azioni di risparmio per un investimento complessivo di circa ? 40,2 milioni. http://www.trend-online.com/?stran=izbira&...s&id=178765 -
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lettura molto interessante (posto anche in tronki news) Mercoled? 30 Aprile 2008 http://www.legnostorto.com/index.php?optio...7&Itemid=27 La metamorfosi nel grande potere finanziario e industriale ...(Velino) - Si annuncia la grande metamorfosi. Si intravede gi? e diventer? pi? esplicita nei prossimi mesi. La storia italiana di questi ultimi quindici anni si ? capovolta non solo a livello elettorale e politico, ma negli assetti di potere. Appare lontanissima l?immagine di un preoccupato Fedele Confalonieri che, di fronte a uno stop durissimo di Mediobanca e all?ordine di un ?rientro? immediato con le banche, medita ?pensieri mortali? per il futuro delle reti televisive e per gli interessi del Cavaliere ( siamo negli anni di Tangentopoli). Sembra lontanissimo il periodo dell?incomprensione, se non della vera e propria ?esclusione? dal ?salotto buono? di Silvio Berlusconi, con il baricentro del potere industriale e finanziario ancora a Torino, all?ombra di una gi? fatiscente Fiat dell?Avvocato che ha ramificazioni su Milano e anche su Roma attraverso il sempiterno ?partito torinese? infiltrato ovunque in Parlamento. Ma ? anche sfuocata l?immagine dei nuovi banchieri ?stile Mc Kinsey?, che fanno la coda per le ?primarie? del Partito democratico e quella di una Confindustria, tutta ?public relations? , che cerca di formare una classe dirigente, cosiddetta liberale, che dovrebbe sostituire la casta incapace di governare e nello stesso tempo pensa di rafforzare il centrosinistra contro gli outsider del quarto capitalismo che avanza. Se Francesco Rutelli ? la vittima sacrificale di un periodo storico della Repubblica, gli sconfitti della ?rivolta elettorale? sono una lunga fila e stanno tutti pensando a come riposizionarsi. Il vero grande problema di oggi ? quello appunto del riposizionamento: dalla grande finanza al mondo delle banche e degli affari, dagli enti di Stato alla stessa Confindustria. Appare infatti lontano anche il fine agosto del 2006, con Giovanni Bazoli modestamente orgoglioso di aver messo a segno la grande fusione tra Banca Intesa e San Paolo di Torino, nello stesso momento in cui si attacca la gestione di Marco Tronchetti Provera in Telecom Italia e gli si chiude, pesantemente, ogni strada di rilancio. Intanto nel Paese furoreggia il nuovo guru del business etico, l?avvocato Guido Rossi, che deve addirittura scegliere tra la gestione del calcio e quella dei telefoni. Vista oggi, tutta quella lunga e ingarbugliata storia, sembra l?ultima trincea, l?ultima linea di resistenza di una classe dirigente (sedicente) che non aveva pi? nulla da dire al Paese e che cercava solo di scimmiottare i vecchi equilibri di un?Italia che non c?? pi?. Sembra quasi paradossale che la sinistra post-comunista e dossettiana abbia scelto di fare blocco con i falsi eredi di un ?salotto buono? che, in altri tempi, era ricco di ben altre figure di spicco e si muoveva in un?altra fase capitalistica. Il centrosinistra non ha sbagliato solo sul terreno sociale, sul problema della sicurezza e delle esigenze delle persone, ma anche sull?analisi del mutamento del capitalismo italiano. Il disincanto verso quel nuovo equilibrio era gi? cominciato nell?autunno del 2006 e ha oggi portato quasi tutte le associazioni delle categorie produttive ad allinearsi sulle posizioni di Berlusconi e di Giulio Tremonti. L?ultima sigla ? quella della Confindustria di Emma Marcegaglia, dove c?? poca Fiat e poco Luca Cordero di Montezemolo ( altrimenti avrebbe vinto Alberto Bombassei) e molta impresa manifatturiera italiana, soprattutto del Nord e del Nord Est. Ma un disincanto profondo c?? stato anche nel mondo della grande finanza, con i ?democratici? allineati su dirigismi statalisti e nello stesso tempo alfieri dei subprime e dei derivati. Un disincanto rispetto alla gestione prudente delle realt? patrimoniali e all?attenzione al mondo delle medie aziende, forma di produzione non adattabile solo alla moda e ai ricordi della ?Milano da bere?. In questo caso sono stati gli stessi investitori esteri che hanno difeso un modello italiano da valorizzare, non da piegare a logiche estere. La battaglia in Mediobanca, quella in Generali e nella stessa Telecom vanno inquadrate in questa prospettiva, tenendo conto di una realt? sociale ed economica che non aveva pi? nulla a che vedere con il passato del capitalismo italiano e dei vecchi equilibri di potere. E? frutto del caso se in piazzetta Cuccia oggi stanno insieme personaggi come Vincent Bollor?, Tarak Ben Ammar, Silvio Berlusconi, Ennio Doris, Salvatore Ligresti e Cesare Geronzi? Perch? il rilancio di Telecom passa oggi per gli accordi con la spagnola Telefonica e la nuova holding Telco e non attraverso le architetture finanziarie parastatali di Angelo Rovati o le alchimie sugli ?scorpori? del ministro Paolo Gentiloni? E? sempre un caso che Antoine Bernheim tenga saldamente la sua poltrona in Generali e un nuovo socio di Rcs, che non sta nemmeno nel ?patto di sindacato?, chieda spiegazioni sul perch? si vende poco il Corriere della Sera e i conti aziendali non quadrino? E? ancora un caso, oppure la malasorte, che un uomo come Corrado Passera si esponga in prima persona nella vicenda Alitalia in controtendenza con il suo presidente, amico e mentore del presidente del Consiglio uscente? Lo si voglia o no, Berlusconi con le sue aziende, il quarto capitalismo interpretato da Emma Marcegaglia e dai suoi elettori in Confindustria, sono un?Italia almeno credibile, mentre gli altri sono un?Italia anacronistica. In fondo il riposizionamento che sta avvenendo ? solo una adeguamento a una realt? economica e sociale profondamente diversa che da diverso tempo si sta affermando. -
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marted? 29 aprile 2008 http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp...%20della%20Cina Fiat investe nel cuore della Cina Nell'Ovest e nella zona centrale spesi 42 milioni di dollari Pechino - Fiat ha scelto le aree centrali del paese come parte fondamentale del progetto di sviluppo aziendale in Cina. Infatti gli investimenti nell'Ovest e nel centro del paese hanno superato i 42 milioni di dollari. Franco Amedei, direttore generale di Fiat Cina, ha detto che con le implementazioni che si sono viste nella zona Ovest della Cina e lo sviluppo nel settore centrale Fiat ha iniziato a muovere i suoi investimenti verso occidente. Fino ad ora tre compagnie che fanno capo al gruppo torinese hanno localizzato le loro imprese, produttrici di componenti, nei complessi di Anhui Wuhu e Chongqing. -
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Posto anche qui perch? importante Processo Gea, Moggi risponde a Miccoli Eurosport | mar, apr 29, 22:10 Luciano Moggi, presente oggi nell'aula della decima sezione del Tribunale penale per il processo alla Gea, risponde alle accuse lanciategli nelle scorse settimane dal calciatore del Palermo Fabrizio Miccoli Miccoli aveva rivolto accuse pesanti all'ex direttore generale della Juventus: "Moggi mi fece togliere gli orecchini - disse Miccoli che conferm? le pressioni ricevute per passare alla Gea - alla festa scudetto della Juventus mi lasci? in pullman mentre gli altri vennero ricevuti da sindaco di Torino". "Trasecolo per queste cose - ha detto Moggi - la festa scudetto fu organizzata dal presidente della Juventus Franzo Grande Stevens e io ero quel giorno non certo il pi? alto in grado. a buon intenditor poche parole che dicono tutto no??!! E poi Miccoli sapeva che la premiazione riguardava soltanto i calciatori che avevano giocato e vinto quel campionato, che lui aveva disputato in prestito al Perugia". -
Moggi Al Processo Gea
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Processo Gea, Moggi risponde a Miccoli Eurosport | mar, apr 29, 22:10 Luciano Moggi, presente oggi nell'aula della decima sezione del Tribunale penale per il processo alla Gea, risponde alle accuse lanciategli nelle scorse settimane dal calciatore del Palermo Fabrizio Miccoli Miccoli aveva rivolto accuse pesanti all'ex direttore generale della Juventus: "Moggi mi fece togliere gli orecchini - disse Miccoli che conferm? le pressioni ricevute per passare alla Gea - alla festa scudetto della Juventus mi lasci? in pullman mentre gli altri vennero ricevuti da sindaco di Torino". "Trasecolo per queste cose - ha detto Moggi - la festa scudetto fu organizzata dal presidente della Juventus Franzo Grande Stevens e io ero quel giorno non certo il pi? alto in grado. E poi Miccoli sapeva che la premiazione riguardava soltanto i calciatori che avevano giocato e vinto quel campionato, che lui aveva disputato in prestito al Perugia". -
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Ifil: presentate liste Cda, Salvati candidato da Assogestioni e Mackenzie (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 28 apr - E' l'ex a.d. di Toro Assicurazioni, Sando Salvati, il candidato delle minoranze per il Cda di Ifil. E' quanto risulta da un comunicato diramato dalla holding torinese in merito alla presentazione delle liste per l'elezione del Consiglio di amministrazione. Salvati compare come il candidato della lista presentata dal fondo Mackenzie (detentore del 5,1% del capitale di Ifil) unitamente ad alcuni fondi associati ad Assogestioni. La lista di maggioranza, presentata dalla Ifi, comprende: Antonio Maria Marocco, Tberto Brandolini D'Adda, Jhon Elkann, Edoardo Ferrero Ventimiglia, Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens, Giuseppe Recchi, Carlo Barel di Sant'albano, Claudio Saracco e Pio Teodorani-Fabbri. La lista presentata dai fondi per il collegio sindacale esprime due nominativi: Eugenio colucci e Francesco Facchini. http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/ultimis...08_21.11_442186 -
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? 25 APRILE: FRANZO GRANDE STEVENS FIRMA APPELLO ANTI-GRILLOENERGIA: LEGAMBIENTE MARCHE, APPLICHIAMO PEAR REGIONALE ?25 APRILE: FRANZO GRANDE STEVENS FIRMA APPELLO ANTI-GRILLO (AGI) - Torino, 23 apr. - Anche l?avvocato Franzo Grande Stevens ha firmato l?appello anti-Grillo promosso dal deputato torinese del partito democratico, Stefano Esposito. Un appello che porta gia? le firme dell?ex presidente della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, il professore di istituzioni di diritto, Guido Neppi Modona, il docente di Storia Contemporanea, Giovanni De Luna e di altre cento persone tra costituzionalisti, storici, amministratori locali, docenti, scrittori, legali compreso il penalista Gian Paolo Zancan, ex presidente dell?Ordine forense torinese. Un appello dove viene detto ?il 25 aprile ci parla, fermiamoci ad ascoltarlo? e invita soprattutto a partecipare alla manifestazione istituzionale organizzata dal consiglio regionale del Piemonte, dal Comitato regionale Resistenza e Costituzione, dalla Citta? di Torino, dalla Provincia e dal coordinamento delle associazioni partigiane in piazza Castello, poco lontano da piazza San Carlo dove si esibisce nelle stesse ore il comico Beppe Grillo con il suo V2-Day per raccogliere le firme del referendum ?Libera informazione in libero Stato?. Con il trascorrere delle ore si intensifica dunque la mobilitazione di intellettuali e politici torinesi da una parte e che punta a legare il 25 aprile con la difesa della Costituzione manifestando contro il popolo ?vaffa? senza mai citarlo e dall?altra quello dei grillini con al centro della protesta il mondo dell?informazione.(AGI) http://www.diritto-oggi.it/archives/00032195.html -
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ECONOMIA gioved? 24 aprile 2008, 07:00 http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=256965 Ubs, Marchionne fa il bis Coordiner? gli indipendenti Sergio Marchionne da ieri ? un po? pi? ?uno e bino?. L?amministratore delegato di Fiat Group, che questa mattina esaminer? con il cda i dati del primo trimestre del Lingotto, si ? fatto carico di un nuovo impegno in Ubs. Oltre a ricoprire la carica di vicepresidente non esecutivo del colosso bancario svizzero, Marchionne ha assunto anche quella di coordinatore degli amministratori indipendenti. L?incarico aggiuntivo del top manager, che comunque ha assicurato che gli impegni in Ubs non interferiranno con il suo lavoro a Torino, rientra in un pacchetto di misure che con cui il presidente della banca, Peter Kurer, intende rivedere la governance. La stessa Ubs ha infatti riconosciuto gravi falle nei controlli interni e nell?affrontare i rischi che hanno portato alle svalutazioni (37 miliardi di dollari) e a una forte esposizione sui subprime Usa. L?assemblea che si ? svolta ieri a Basilea ha approvato una ricapitalizzazione urgente per 15 miliardi di franchi. Marchionne affiancher? cos? Kurer - il cui mandato di un solo anno viene per? letto dal mercato come una misura transitoria che lascia aperta per il 2009 ogni scenario, inclusa la nomina al vertice dell?attuale ad di Torino - nel lavoro di ripensamento strategico del gruppo e, quindi, nel ridimensionamento del ruolo di investment banking nonch? nella valutazione di rischi degli investimenti. E a chi gli chiedeva delle difficolt? per il rilancio della banca, Marchionne ha replicato come, malgrado la crisi, ?questo ? un gruppo con una certa forza: ha preso delle sberle sul mercato Usa come tante altre istituzioni finanziarie, ma il suo core business ? di una qualit? eccezionale. Si dovranno ridurre le aperture della banca d?investimento, un processo doloroso ma lo faremo?. E a proposito delle critiche mosse ai vecchi e nuovi vertici, Marchionne ha replicato come la maggioranza dell?assemblea si sia espressa con chiarezza, mentre ?non bisogna dimenticare che Marcel Ospel (il presidente dimissionario, ndr) ? colui che ha costruito la banca dandole un respiro internazionale?. Marchionne, indicato dall?ex numero uno Luqman Arnold come il presidente di transizione ideale per Ubs, ha espresso infine fiducia nel neopresidente Kurer, giubilato dallo stesso Arnold, affermando che ha le qualit? giuste per guidare l?istituto svizzero. Sul trimestre della Fiat, all?ordine del giorno del cda di oggi, Marchionne si ? limitato a dire che ?i conti sono buoni?. In Borsa il titolo Fiat, in controtendenza con il mercato, ha chiuso a 13,54 euro, con un incremento dell?1,65 per cento. -
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? 2008-04-24 11:11 Fiat: ricavi record oltre 15 mld Primo trimestre 2008, risultato gestione ordinaria +28, 7% (ANSA) - TORINO, 24 APR - I ricavi del gruppo Fiat, nel primo trimestre 2008, hanno superato i 15 miliardi di euro (circa il 10% in piu' rispetto al 2007). Si tratta del piu' alto livello per un primo trimestre nella storia del Gruppo. Al risultato hanno contribuito tutti i business. Il risultato della gestione ordinaria del gruppo ha raggiunto, sempre nel primo trimestre, i 766 milioni, in aumento del 28,7% rispetto al 2007. Il risultato netto e' pari a 427 milioni. Confermati tutti i target per il 2008. 2008-04-24 11:22 Fiat Auto: risultato 193 milioni Primo trimestre 2008, +53% senza componenti non ricorrenti (ANSA) - TORINO, 24 APR - Fiat Group Automobiles ha realizzato nel primo trimestre dell'anno un risultato della gestione ordinaria di 193 milioni di euro. Il risultato rappresenta il 2,8% dei ricavi ed e' di poco superiore al livello registrato nel 2007. Il risultato e' in aumento di 81 milioni di euro (+53%) se si escludono le componenti non ricorrenti. -
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ILSOLE24ORE.COM > http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero Dal nuovo stadio Juve 35 milioni a stagione di Luca Veronese Non sar? un'azienda dell'automotive, per rispetto dell'azionista di maggioranza (la famiglia Agnelli) e del gruppo Fiat (gi? sulle maglie bianconere con New Holland). Non sar? nemmeno un'azienda dello sportswear, per rispettare il contratto con Nike. Ma dal 2011 lo stadio della Juventus ? quello da 105 milioni di euro e circa 41mila posti che verr? costruito a Torino al posto del Delle Alpi ? avr? il nome di uno sponsor. Il club di Corso Galileo Ferraris sar? il primo in Italia a sfruttare il naming right, vender? cio? il nome dello stadio a uno sponsor. Cos? come fanno da anni negli Usa; e seguendo l'esempio delle squadre di Inghilterra, Germania e Olanda: la compagnia aerea Emirates paga 4 milioni di euro all'anno per dare il nome allo stadio dell'Arsenal di Londra; l'Amburgo incassa 4,3 milioni dal contratto di renaming firmato con Hsh Nord Bank. Con l'intesa raggiunta con Sportfive, societ? specializzata nel marketing sportivo del gruppo Lagard?re, la Juve incasser? 75 milioni di euro per 12 anni: 6,5 milioni di euro all'anno da quando lo stadio verr? aperto al pubblico (sette giorni su sette, con spazi anche per i negozi e l'intrattenimento). Quindi, secondo i piani, a partire dal 2011 fino al 2023. Sportfive gestir? in esclusiva il nome dell'impianto (assegnato ogni quattro anni); la vendita del 50% dei palchi; e i 650 posti della tribuna premium. La collaborazione tra le due societ? comincer? gi? dalla prossima stagione con attivit? collaterali, mentre lo sfruttamento dello stadio per le sponsorizzazioni inizier? gi? dal cantiere. ? prevista inoltre la ripartizione di eventuali extra-profitti secondo parametri e valori che non sono stati resi noti. ?Cerchiamo di avere una strategia di lungo termine ? ha detto ieri a Milano, alla presentazione dell'accordo Jean-Claude Blanc, amministratore delegato e general manager della Juventus ? in un calcio nel quale la visione si ferma di solito alla partita della domenica successiva. L'accordo con Sportfive ci permette di avere risorse da investire sulla squadra e essere ancora pi? competitivi sul terreno di gioco?. L'obiettivo per la Juventus come ha spiegato il direttore commerciale del club, Marco Fassone, ? arrivare a un fatturato da stadio di 30-35 milioni di euro (circa il 12-15% del giro d'affari complessivo) nella prima stagione del nuovo impianto. ?Intendiamo valorizzare ? ha aggiunto Blanc ? 12 grandi sponsor, cos? come fanno la Champions League, le Olimpiadi o il Roland-Garros?. Il presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, ha salutato con soddisfazione la nuova iniziativa sullo stadio: ?Siamo una societ? quotata, puntiamo a vincere mantenendo l'equilibrio economico?, ha spiegato. Per Sportfive, l'azienda che dar? il nome al nuovo stadio della Juve potrebbe venire da qualsiasi settore: ?Dal beverage come dal settore bancario-assicurativo, e potrebbe anche essere non italiana?, come dice Luca De Ambroggio, amministratore delegato di Sportfive Italia. ?La dirigenza della Juve ha capito perfettamente come valorizzare l'esperienza dello stadio?, ha commentato Richard Worth, ceo di Sportifive Group. Ci sono altri club italiani pronti a operazioni di naming right? ?Ne avevo parlato con il Milan ? ha detto Worth, considerato tra gli ideatori dell'attuale Champions League ? ma al Milan manca uno stadio di propriet??. -
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Ifil: acquistate ieri altre 200 mila azioni proprie http://finanza.repubblica.it/scripts/cligi...amp;codnews=620 (Teleborsa) - Roma, 22 apr - Nell'ambito del Programma di acquisto azioni proprie annunciato lo scorso 18 febbraio, IFIL comunica di aver acquistato ieri n. 200.000 azioni IFIL ordinarie al prezzo medio unitario di ? 5,18 e n. 6.000 azioni IFIL di risparmio al prezzo medio unitario di ? 4,56 al lordo delle commissioni. Lo si legge in una nota. Dall'inizio del Programma sono state acquisite n. 6.488.200 azioni ordinarie e n. 469.000 azioni di risparmio per un investimento complessivo di circa ? 34,7 milioni. -
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carissimo carloparola , ? sempre un piacere leggere i tuoi puntuali e graffianti commenti -
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Chiedo venia preventiva per la fonte.... Montezemolo: "Roma? No, ? l'ora di Maranello" Lunga intervista sulla giornalaccio rosa di oggi al presidente Ferrari. Che rivela, lasciando la carica pi? alta di Confindustria, di non aver mai pensato di arrendersi alle lusinghe della politica , e di volere ora dedicarsi a fondo alle rosse, inseguendo la vittoria n? 101. Poi i ricordi, i personaggi, Schumi, il calcio... ROMA, 22 aprile 2008 - Dopo la Confindustria, promette di trascorre molto tempo a Maranello, perch? "ci sono tantissime cose da fare, tra modelli, mercati e corse". Si dice compiaciuto della passione di Alonso per la Ferrari ma "schierare una coppia Raikkonen-Alonso significherebbe volersi far male: io voglio due piloti equilibrati, che collaborino". E non pago dei 100 gran premi conquistati da presidente della squadra di Maranello, ? gi? concentratissimo su Montmel?. Luca di Montezemolo parla a ruota libera nellal lunga intervista pubblicata dalla giornalaccio rosa dello Sport in edicola oggi. Senza tralasciare i ricordi di giovent? e i personaggi incontrati (Schumacher in primis), i rapporti con la politica ("non avrei mai fatto il Presidente del Consiglio" i provini per Zelig sono gi? aperti) e quelli col calcio ("fui presidente della Juve controvoglia"). e ce ne siamo accorti luchino il minimo eccome se ce ne siamo accorti -
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The Cat ogni tanto parla...... Stevens: "I responsabili vadano a casa" Giovedi 17 Aprile 2008 http://www.metropolisweb.it/legginews.asp?idarticolo=7012 NAPOLI - Il presidente della Compagnia di San Paolo Franzo Grande Stevens boccia la gestione dei rifiuti in Campania ed auspica ??un passo indietro da parte dei responsabili??. Alla domanda di un giornalista sulle responsabilita? nell? emergenza rifiuti, a margine di una cerimonia al Palazzo Reale di Napoli, Grande Stevens ha risposto: ??Come si puo? non criticare la gestione dei rifiuti? Chi e? che puo? dire che le cosa vanno bene? Credo che quello della spazzatura e? un brutto episodio e bisogna dire che noi napoletani non abbiamo il senso della socialita???. Alla domanda se il presidente della giunta regionale Bassolino debba dimettersi Grande Stevens ha risposto: ??non e? compito mio dirlo, ma penso che se le cose non vanno bene, anche se le responsabilita? possono essere collettive, e? meglio fare un passo indietro, anche per ragioni psicologiche.??. ??Io, ad esempio - ha proseguito il presidente della Compagnia di San Paolo - l? ho fatto alla Compagnia e mi faccio da parte per un ricambio generazionale, perche? ho 80 anni. Credo - ha concluso Grande Stevens - che un passo indietro lo debbano fare tutti. Non esistono incarichi perpetui??. -
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MILANO marted? 22 aprile 2008, 07:00 http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=256591&...ART=0&2col= L?Avvocato imperatore di Stefania Vitulli Oltre 70mila visitatori in venti giorni a Roma, oltre 80mila in un mese a Torino. Dove la fila per guardare le oltre 200 immagini, filmati dell'Archivio Storico Fiat e interviste delle Teche Rai che ricostruiscono i momenti pubblici e privati della vita di Giovanni Agnelli dal titolo ?Il secolo dell'Avvocato? faceva due volte il giro della Mole Antonelliana. ?La gente entrava, passava accanto alle foto e piangeva?, raccontano Marcello Sorgi, ex direttore della Stampa e curatore della mostra e del catalogo (Skira) e l'ideatrice Cinzia Manfredini. ?Alle inaugurazioni c'era il governo, c'era la Juventus del passato e del presente, c'erano tanti grandi personaggi. Ma nei giorni della mostra arrivavano pullman da tutte le citt? d'Italia: per ricordare, per rivedere. Non erano soltanto tifosi della Juventus, ma dell'Avvocato?. Oggi la mostra arriva a Milano, nell'ultimo dei tre allestimenti curati dall'architetto Susanna Nobili: i mille metri quadrati del salone del Palazzo della Ragione sono divisi in corridoi che contengono le immagini scattate dai pi? importanti fotografi del mondo: Vito Liverani sopra a tutti, uno degli ideatori della mostra, e poi Bob Krieger, Helmut Newton, Guido Harari, Giorgio Lotti. Gianni bambino, al volante di una piccola Bugatti giocattolo, vestito alla marinara. La sua pagella di quinta ginnasio, anno scolastico 1935-36, al liceo Massimo d'Azeglio di Torino: cinque fisso in matematica, sei e sette in quasi tutte le altre materie e nove in condotta. Agnelli insieme ai tecnici della Ferrari, rilassato, sorridente, mani in tasca, nel backstage di una gara negli anni Cinquanta. E poi a Milano, nel settembre del 1957, alla presentazione della ?Bianchina? al Museo della Scienza: l'Avvocato ? salito sull'auto in esposizione e si ? messo al volante. E sotto di lui, seduti sulla pedana che sostiene la Bianchina, Alberto Pirelli, Vittorio Valletta e Giuseppe Bianchi sembrano proprio in attesa di un passaggio. E poi i momenti che tutti ricordiamo meglio, quelli trascorsi con la ?nuova generazione? che, nel bene e nel male, ha preso il suo posto: al matrimonio della figlia Margherita, allo stadio con i nipoti Lapo e John Elkann, a passeggio con Edoardo, in montagna con Luca Cordero di Montezemolo. O quelli ?storici?, passati a lottare e ad accordarsi con i sindacati e gli operai. Accanto ad Agnelli scorrono, in un amarcord che pare vicinissimo nel tempo, i volti di Alberto Moravia, Federico Fellini, Carlo d'Inghilterra, Mario Soldati, Carlo Bo, Claudio Villa, Michel Platini, Enzo Ferrari e poi Tito, Fidel, Reagan, Jackie Kennedy. Perch?, come racconta Sorgi nell?introduzione al catalogo, ad Agnelli poteva capitare di alternare una visita a un vecchissimo Churchill con la barca ancorata in rada a una vacanza con i giovani Kennedy. E quando prese il comando della Fiat, nel 1966, in un periodo in cui la globalizzazione mediatica non era nemmeno agli albori, il suo ?profilo da antico romano? come lo defin? Montanelli, era gi? quello di una star. Tanto che una mattina, racconta sempre Sorgi, quando all'alba scese dalla barca ad Ibiza, tra i ragazzi ubriachi reduci da una delle notti brave sulla spiaggia si sparse la voce: ?Quello che ci ? passato davanti sembrava Agnelli. Incredibile, mi sa che abbiamo davvero bevuto troppo?. -
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Luca cerca di piazzarsi ma nessuno lo vuole http://www.loccidentale.it/node/16471 Essersi fatto rimbrottare da Roberto Calderoli perch? si alimentano tensioni nel Paese, costituisce un bel paradosso per Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente confindustriale ?con il ditino alzato?, sempre pronto a insegnare con petulanza a tutti il loro mestiere, ? stato richiamato dal rude leghista a non cercare d?instaurare un clima di vendetta nelle relazioni industriali. D?altra parte ? inevitabile che chi ha iniziato il suo mandato - anzi ha fatto tutta la campagna per essere eletto presidente contro i damatiani - dicendo che il leader confindustriale suo predecessore (e en passant il ministro leghista al Lavoro Roberto Maroni) aveva criticato troppo la Cgil e aveva irrigidito troppo le relazioni industriali, chi si ? messo da s? in questi panni, se alla fine del suo mandato, se ne sbotta in una tirata contro i sindacalisti ?signori del veto?, incapaci di chiudere le trattative fondamentali, finisce per prestarsi a essere preso in giro, come ? successo, da quel rozzo genio politico che ? il dentista bergamasco gi? (e forse presto di nuovo) ministro delle Riforme. Per capire perch? Montezemolo si ? esposto a questa figuraccia, bisogna leggere l?intervneto di Sergio Marchionne all?ultima assemblea di Confindustria del 18 aprile al Lingotto: un intervento tutto d?attacco al contratto dei metalmeccanici recentemente firmato. Un attacco alle condizioni di rigidit? imposte da questo accordo, che si collega alla spiegazione compiuta dall?amministratore delegato della Fiat, sul perch? degli ultimi trentamila assunti dalla societ? torinese, solo 6400 sono italiani. E? dal giorno della firma del contratto che Marchionne borbotta. Massimo Calearo che era stato in questi anni un uomo Fiat, alternativo - ma ugualmente Torinodipendente - ad Alberto Bombassei, presidente di Federmeccanica, visto il clima imperante, ha preferito filarsela in parlamento con Walter Veltroni. E Montezemolo? Montezemolo si ? allineato, con un po? di malagrazia al nuovo clima, in attesa della prossima fase. Ma che ruolo giocher? il presidente uscente in questa ?prossima fase?? Secondo un notissimo banchiere, grande regolatore dell?establshment, ?nessuna?. Lui, per?, cerca ancora un qualche spazio: cerca di difendere innanzi tutto un proprio ruolo nel ?sistema? (cos? i confindustriali definiscono la loro organizzazione). Vorrebbe poter fare almeno il presidente della Luiss, gli piacerebbe che l?universit? confindustriale divenisse quella sorta di fondazione che ha detto di volere organizzare per continuare a dare ?idee? alla politica. Per pesare il primo fronte su cui dovr? misurarsi sar? quello Fiat, dove non solo in molti danno John Elkann strepitante per prendere il suo posto da ?presidente?. Ma in molti richiamano la necessit? prioritaria di tenere buono Marchionne, corteggiato oltre ogni limite da quelli dell?Ubs (che forse per? non ? una presidenza, quella della banca svizzera, viste le sue condizioni strutturali, cos? appetibile). E per ?mantenere sereno? Marchionne, ?la famiglia? ? pronta a tutto anche a marginalizzare sempre pi? Montezemolo. E la Rcs? Dove ? finita la speranza di una presidenza editoriale che gli desse una qualche voce anche sul fondamentale Corriere della Sera? Poche speranze. Piergaetano Marchetti si ? schierato senza riserve in difesa di Cesare Geronzi pur di mantenere le sue posizioni, e Giovanni Bazoli ha convenuto con Geronzi che se si arriva a una situazione drammatica, ? meglio come presidente di mediazione contare sul saggio Paolo Mieli che su persone non di peso. E la politica? Nessuno offre pi? niente a Montezemolo in politica: passato il momento magico in cui un suo appoggio poteva portare un sia pur marginale vantaggio elettorale, nessuno regala niente a una personalit? in declino. Tutto sommato, queste notizie sembrano non dispiacere a Emma Marcegaglia. Almeno dal fronte del ?predecessore? le verranno assai pochi condizionamenti. 21 Aprile 2008 | caro luchino il minimo inizia la resa dei conti...... -
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http://www.finanzainchiaro.it/dblog/artico...sp?articolo=417 COSA STA SUCCEDENDO IN FIAT? ( Parte prima) Di redazione (del 16/04/2008 @ 02:51:37, in I Mercati, linkato 583 volte) La lucida disamina del nostro Direttore su un fatto che non ha precedenti. Ieri 15 aprile 2008 a Piazza Affari sono state scambiate oltre 152 milioni di azioni ordinarie Fiat. Non si era mai verificata una cosa simile! Un volume di scambi pari all?8,3% del capitale. Per dare un?idea dell?enormit? di questo dato traduciamo in soldoni il valore degli scambi: con una media per azione intorno ai 14 euro il controvalore ammonta a 2 miliardi e 150 milioni di euro. Boom!!!! ? Una cifra pazzesca! Il titolo ha perso circa il 5% rispetto alla chiusura precedente. Cosa ha determinato un dato cos? anomalo? Vi diranno che il giorno precedente erano stati diramati i dati sulle immatricolazioni auto in Europa ed a fronte di un calo medio del 9,5%, Fiat aveva fatto peggio con una diminuzione pari al 12,1%, riducendo cos? anche la propria quota di mercato nel Vecchio Continente. Potremmo rimarcare come la diminuzione delle immatricolazioni sul mercato italiano (-18,8%) sia stata pi? che doppia rispetto alla media europea e ci? basterebbe per giustificare la maggior diminuzione dell?azienda del Lingotto. Tuttavia questa tendenza viene rilevata ormai da tre mesi e precedentemente non avevamo assistito ad un aumento dei volumi in Borsa cos? rilevante. La motivazione, quindi, a nostro avviso, va ricercata altrove. Mettiamo un po? d?ordine. I meriti di Marchionne sono assolutamente indiscutibili. Noi avevamo scritto in tempi non sospetti che quest?esempio di ristrutturazione aziendale avrebbe dovuto trovare posto sui testi universitari di microeconomia. Sul momento avevamo avuto commenti sprezzanti, ora invece che un simile suggerimento arriva anche da fonti considerate autorevoli, la proposta ha trovato maggior eco sulla stampa. Lo stesso Marchionne, per?, dopo aver compiuto ci? che a tutti ? parso come un miracolo, cio? riportare Fiat a utili superiori al miliardo di euro ed addirittura azzerare i debiti, aveva sottolineato che restava ancora molto da fare ed al primo luogo aveva citato il rilancio del marchio Alfa Romeo. Se andiamo a disaggregare i dati sulle immatricolazioni, infatti, evidenziamo facilmente che il marchio Fiat continua a trainare le vendite del Gruppo (nell?ultima rilevazione ? in diminuzione solo del 5,9%) mentre responsabili del calo oltre la media sono le vendite di Lancia e Alfa Romeo rispettivamente con un -23,6 e un -52,5%. In particolare la partita si gioca sulla ristrutturazione dello stabilimento di Pomigliano d?Arco. E? proprio di ieri la notizia che le forze di Polizia hanno dovuto effettuare delle cariche per sgomberare una sessantina circa di lavoratori che da giorni bloccavano l?accesso delle merci in entrata ed in uscita dallo stabilimento stesso. L?intervento della Polizia si ? reso necessario in ottemperanza all?accoglimento da parte del Tribunale di Nola del ricorso della Societ? che riteneva illegittime queste forme di lotta. La protesta derivava dal fatto che il piano aziendale prevedeva lo spostamento di oltre 300 lavoratori a Nola. Infine sempre in data 15 aprile il giornale tedesco Handelsblatt scrive che sarebbero in corso ?colloqui in fase avanzata? fra Fiat e Chrysler per far produrre Alfa Romeo negli stabilimenti statunitensi. Fiat ha preferito non commentare la notizia, ma era stato lo stesso AD Marchionne giorni fa ad ipotizzare, nell?ottica di un lancio del marchio del Biscione negli Usa, che sarebbe risultato indispensabile, per il successo dell?operazione, che la produzione fosse eseguita direttamente in loco. Le voci insistenti che volevano l?AD di Fiat in partenza destinazione UBS dopo alcuni giorni di imbarazzante silenzio sono state completamente smentite. Perch? questo ritardo? Forse perch? i vertici dell?azienda avevano in quei giorni vedute divergenti circa il futuro del marchio Alfa Romeo ed in particolare sull?opportunit? di una perlomeno parziale dismissione dello stabilimento di Pomigliano d?Arco? Ed alla fine, ? stato Marchionne a spuntarla? La successiva conferma ufficiale di Marchionne almeno fino al 2012 fa pensare a questa come l?ipotesi pi? probabile. Ma torniamo all?inizio del nostro articolo ed ai vorticosi scambi azionari. Stabilito che non c?? un simile precedente n? in termini del volume di azioni scambiate, n? tantomeno del controvalore trattato, siamo andati a vedere cosa era successo l?ultima volta che gli scambi azionari sul titolo Fiat, a Piazza Affari, avevano registrato un innalzamento anomalo. ? E le sorprese non sono mancate, ma di questo parleremo nella seconda parte dell?articolo che sar? pubblicata fra pochi giorni e che fin d?ora vi consiglio di non perdere. http://www.finanzainchiaro.it/dblog/artico...sp?articolo=428 COSA STA SUCCEDENDO IN FIAT ( Parte seconda) Di redazione (del 21/04/2008 @ 00:32:36, in I Mercati, linkato 123 volte) Prima del 15 aprile in una sola occasione a Piazza Affari erano state scambiate pi? di 100 milioni di azioni ordinarie Fiat. Era accaduto nel febbraio del 2005. Sono passati poco pi? di tre anni, ma per Fiat sembra un secolo. Riavvolgiamo la pellicola e rivediamo il film al quale abbiamo assistito, ricordando in quale situazione si trovava l?azienda in quel periodo. Nell?anno 2000 Fiat aveva sottoscritto una opzione put (cio? a vendere) con General Motors. Una sorta di assicurazione sulla vita, esercitando la quale avrebbe potuto costringere la multinazionale americana ad acquistare tutto il comparto auto dell?azienda ad un prezzo prefissato. L?operazione aveva come scadenza naturale, gennaio 2005, e Fiat avrebbe avuto pi? di 5 anni di tempo per poterla esercitare a decorrere dal 2 di febbraio. Passa solo una decina di giorni ed arriva il colpo di scena. L?AD Marchionne vola a New York dove, nella sede di General Motors, incontra il Presidente Richard Wagoner ed il vice-Presidente e responsabile finanziario John Devine. Ore di febbrili trattative poi a mezzanotte e mezza (le sei e trenta del mattino in Italia) arriva la tanto sospirata firma: General Motors pagher? 2 miliardi di dollari (1,55 miliardi di euro al cambio di allora) in cambio della cancellazione della put option. Al JFK di New York su una pista c?? un aereo privato che attende Marchionne per riportarlo a Torino dove, per le ore 15, ? stato immediatamente convocato un Consiglio di Amministrazione straordinario che dovr? ratificare l?intesa raggiunta. L?accordo passer? alla storia, ebbene s?, passatemi espressione enfatica, come ?il divorzio di San Valentino?. Allora, avete capito bene, nel febbraio 2005 General Motors preferisce pagare 2 miliardi di dollari piuttosto di vedersi costretta ad acquistare Fiat auto. D?altronde l?azienda del Lingotto naviga in cattive acque. L?azione ordinaria vale in Borsa circa 5,8 euro: 7 anni prima, nel ?98, ne valeva pi? di 40. La notizia arriva come un fulmine a Piazza Affari, iniziano una serie di scambi vorticosi, alla fine della giornata passeranno di mano 104 milioni di azioni. Il titolo chiuder? ad un prezzo di 6,225 euro, +4,97% rispetto al giorno precedente. Il mercato approva, per Fiat ? una boccata d?ossigeno, ma la situazione resta disperata e nei giorni successivi continua la discesa delle valutazioni che porta il titolo, un paio di mesi dopo, a quotare 4,52 euro (con un minimo intraday di 4,39 euro). Segnatevi questa data: ? il 20 aprile 2005. Da quel giorno comincia la riscossa. Solo una breve annotazione, quotare un?azione 4,5 euro quando il suo valore di libro ? 5 euro, in Borsa ha un solo significato: l?azienda per gli operatori ? tecnicamente fallita! Chi non si arrende ? Sergio Marchionne che acquista azioni Fiat per un controvalore di 200.000 euro. Non ? una cifra iperbolica, ma l?operazione ha un enorme significato simbolico, sta ha significare ?io ci credo ancora!?. Come sia andata a finire lo sappiamo tutti. Possiamo solo immaginare quale possa esser stata la soddisfazione per Sergio Marchionne lo scorso 24 gennaio (anche in questa giornata si sono sfiorati i 100 milioni di azioni scambiate) nell?annunciare i dati di bilancio che evidenziavano utili superiori ai 2 miliardi di euro e soprattutto nel poter pronunciare la frase ? Finalmente siamo liberi dai debiti?. Sottolineo: una persona che soltanto tre anni e mezzo prima, nel giugno 2004, era arrivata a capo di un?azienda gravata da 10 miliardi di euro di debiti, e che, immagino, quando si recava a trattare con le Banche non poteva presentare altro che la propria faccia. Del mega-manager italo-canadese siamo da sempre grandi estimatori, in particolare perch? lui non ha mai parlato in ?aziendalese?, ? sempre stato chiaro e diretto e ha fatto promesse solo quando ha avuto la certezza di poterle mantenere. Per questo se egli ha affermato che ora ? venuto il momento di rilanciare il marchio Alfa Romeo, non abbiamo dubbi che voglia farlo e che riuscir? nell?intento. D?altronde ? vero che il nostro Paese dal punto di vista industriale ? fermo da circa quaranta anni, ma dobbiamo anche rimarcare che per tutta la prima met? del secolo scorso e per oltre un quarto di secolo nel dopoguerra l?Italia ? riuscita a creare delle realt? di straordinaria eccellenza. Sarebbe ora assurdo non sfruttare quei ?brands? che ci hanno dato lustro in ogni parte del mondo. Ed uno di questi ?brand? ? proprio il marchio Alfa Romeo. Sarebbe un delitto per l?umanit? far scomparire l?automobile di Nuvolari. Per far capire cosa significhi Alfa Romeo, basterebbe rimarcare come, esempio unico per una casa automobilistica, i suoi possessori siano ?caratterizzati?. L?Alfista non ? un automobilista, l?Alfista ? un cultore dell?automobile. E? una persona che parla con la propria autovettura ed il ?rombo? che ha di risposta, per le sue orecchie, ? musica soave. Ma lasciatemi dire: non ci potr? essere rilancio per l?Alfa Romeo finch? le automobili usciranno da uno stabilimento come quello di Pomigliano d?Arco. Se poi il rilancio deve fondare le proprie basi sul mercato statunitense diventerebbe davvero auspicabile poter produrre direttamente in loco. Dal punto di vista economico la scelta risulterebbe vincente visto che ormai la debolezza del dollaro, ? chiaro a tutti, avr? carattere strutturale e non congiunturale. In quel momento verrebbe messa in seria discussione la leadership della Bayerische Motoren Werke che oggi domina in quel segmento. D?altronde cosa avrebbe da invidiare l?Alfa Romeo alla BMW? Da questo punto di vista il ricorso alla Magistratura ed il conseguente intervento della Polizia per far cessare i blocchi ingiustificati sarebbe solo un modo per evidenziare come lo stabilimento di Pomigliano risulti del tutto inadeguato per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e si dovrebbe cos? accelerare il processo che sposta la produzione sul suolo americano. Una strategia che probabilmente non ha visto un?unanimit? di consensi ai vertici dell?azienda e pu? aver creato alcune incomprensioni forse pi? di merito che di sostanza. Sta di fatto che alla fine ? stato ancora Marchionne a spuntarla anche se ha dovuto ricorrere a metodi che non gli sono propri. Ci riferiamo in particolare ad una loquacit? sospetta nelle scorse settimane e che noi avevamo evidenziato. Citiamo dal nostro Commento della Settimana pubblicato in data 29/03/2008 ?ultimamente l?Amm.Del. Marchionne ci sembra eccessivamente loquace?. Nel paventare lo scorporo della divisione auto, ipotesi peraltro sempre esclusa in precedenza, l?AD italo-canadese sottolineava che ?la famiglia Agnelli sarebbe rimasta saldamente l?azionista di riferimento dell?azienda?. Quale necessit? aveva di rimarcare una cosa cos? scontata? Da quanto sappiamo, Marchionne ? persona incapace di dire banalit?. Non era quindi cos? certa, anche per il futuro, la maggioranza azionaria degli eredi naturali del fondatore dell?azienda? La riconferma ufficiale di Marchionne perlomeno fino al 2012 in Fiat sembra abbia definitivamente spento sul nascere ogni possibile disaccordo. Nostra sensazione ? che, terminata l?esperienza ?istituzionale? di Presidente di Confindustria, per Luca Cordero di Montezemolo ? arrivato il momento di tornare a tempo pieno nell?ufficio presidenziale di Corso Agnelli, e il ritorno del ?figlioccio? di ?Re? Giovanni pu? portare, alla maggior azienda industriale privata italiana, pi? problemi che soluzioni. Ovviamente seguiremo gli sviluppi della situazione e qualora ci fossero importanti novit? non mancheremo di tornare sull?argomento -
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Qunado ho postato la notizia su Lapo, queste sono state le parti dell'articolo che mi hanno incuriosito di pi?, non ? che per caso Lapo, dando pre presupposto ci? che tu dici, vale a dire che ha realizzato chi gli ha tirato lo scherzetto di quella famosa notte con Patrizia, stia cercando informazioni all'interno della Famiglia o nuove alleanza o altro per il tramite della cuginetta?? Ma la love story, se confermata, ha anche un risvolto patrimoniale, oltre che romantico. Visto che, con tutta probabilit?, la bruna e raffinatissima Bianca partecipa anche lei, in qualche modo, all'eredit? del suo prozio, l'Avvocato: patrimonio gestito dalla societ? accomandita "Giovanni Agnelli" di cui fanno parte, tra gli altri, i figli di Margherita Agnelli e Alain Elkann. Ginevra, John e, appunto, Lapo. Un tesoro che, va ricordato, ? anche conteso: proprio Margherita ha citato in giudizio gli amministratori della societ?, ritenendosi ingiustamente esclusa (lei stessa e i figli, nati dal secondo matrimonio) dalla cassaforte che fu di suo padre. Liquidata generosamente, ma pur sempre - questa la sua opinione - senza il suo accordo. Insomma: che si tratti di litigi, di soldi o di amori, di cronache rosa o giudiziarie, sembra che in questa fase gli Agnelli preferiscano fare davvero tutto in famiglia. Guarda Crazy, la notizia ? stata ripresa anche oggi da Il Tempo con riferimento alla succesione in Generali Grandi manovre sulle Generali. Bernheim sotto tiro. Ma i francesi non mollano Filippo Caleri Alessandro Usai ?Mai dare le dimissioni perch? qualcuno potrebbe accettarle?. Parole che si prestano a molte considerazioni se a pronunciarle ? Antoine Bernheim, un signore che il prossimo 4 settembre compir? 84 anni e che di lavoro fa il presidente di Generali. Il manager ? garante degli interessi francesi e dei precari equilibri con i soci italiani nella compagnia assicurativa. Una sicurezza per proteggere da mani nemiche lo scrigno che custodisce una bella fetta delle ricchezze d'Italia. Ecco perch? non sar? facile defenestrare Bernheim. La maggiore assonanza tra Berlusconi e il presidente francese Sarkozy, gi? evidenziata sul tema Alitalia, potrebbe fornire all'anziano manager una sponda politica di gran rilievo. Eppure molti fucili sono puntati sul 26 aprile, giorno in cui ? prevista l'assemblea del Leone di Trieste. Il tentativo ? chiaro: costringerlo alla resa fregiandolo della carica di presidente onorario. Al suo posto (forse) Claudio Costamagna, il banchiere prodiano ex Goldman Sachs (una delle grandi banche di investimento mondiali) che collabor? con Cesare Geronzi in occasione della fusione tra Capitalia e Unicredit. Una mossa strategica che ora potrebbe dare i suoi frutti: Geronzi, uno dei pochi banchieri stimati da Berlusconi, ? presidente del Consiglio di Sorveglianza di Mediobanca, primo socio delle Generali. Le trattative per garantire un nuovo assetto tra Milano, Roma e Parigi vanno avanti sotto traccia ma il carattere spigoloso di Bernheim accende gli animi. Basta un esempio: al brindisi natalizio con i dirigenti, Bernheim rivel? che tra gli azionisti di Generali allignavano dei mafiosi. Vincent Bollor?, potentissimo socio francese di Mediobanca, salt? sulla sedia. Appena un mese prima aveva ribadito il suo legame di ferro col presidente di Generali: ?Dietro tutto quello che faccio, c'? sempre Antoine?. Il finanziare bretone ha cambiato idea e capito che la scadenza naturale dell'attuale consiglio di Generali nel 2010 non sar? rispettata. Nemmeno Tarak Ben Ammar, prezioso e affabile rappresentante dei soci francesi a piazzetta Cuccia, ha provato a rimettere insieme i cocci. Anche perch? su Bollor? ? partito il pressing di Unicredit, Intesa SanPaolo e degli altri soci forti delle Generali: Bernheim deve farsi da parte. E c'? di pi?. Emilio Botin, presidente dello spagnolo banco Santander, ha intimato a Bollor? di incontrare Davide Serra, colui che alla testa del fondo Algebris ha definito inadeguata la governance delle Generali e deludenti i risultati finanziari ottenuti. Algebris ? la spina nel fianco nella lotta tra i poteri forti che si sta scatenando nelle Generali. Il fondo, che detiene lo 0,6% del gruppo assicurativo ma che ha fatto capire di poter convogliare quote considerevoli degli scontenti, affila le armi alla vigilia dell'assemblea di aprile minacciando un assalto per conquistare il Leone di Trieste. Bollor? corre ai ripari e potrebbe scaricare Bernheim per fare un favore a Geronzi e Costamagna. Via alle larghe intese sull'asse Geronzi-Bollor?. Bernheim, per?, non molla. Attacca gli hedge fund che lo accusano di ?non essere aggressivo negli investimenti? sostenendo la tesi che Generali ? da sempre considerato un titolo per ?cassettisti? vale a dire un bene da comprare e mettere da parte perch? si rivaluta con il passare del tempo. Un investimento sicuro per il popolo dei risparmiatori al pari di un Bot o di un immobile. Parole che non convincono alcuni operatori. Basta fare un'analisi su cosa ha in pancia il Leone di Trieste. Tanto. Non solo un sostanziale flusso di cassa che deriva dal fatto di essere leader in Italia e in Europa nel settore assicurativo, ma anche immobili di prestigio ben posizionati nei centri storici delle principali citt? italiane, francesi, tedesche e austriache. Una dote che secondo le stime vale 23 miliardi di euro. A far gola per? non ? solo il fatto che dentro alla cassaforte ci siano molti gioielli. Ma anche il fatto che la societ?, sebbene protetta da blocchi di azionisti coesi tra loro, ? assolutamente contendibile. Il timore di assalti al cuore finanziario di Trieste lo espresse qualche tempo lo stesso Bernheim: ?Se il 30% del capitale ? in mani italiane, la grande maggioranza delle azioni ? nei portafogli che contano: fondi pensione, fondi esteri anche anglosassoni?. I soci francesi escludono, almeno ufficialmente, l'esistenza di problemi con la presidenza Bernheim. In fondo, Generali in Francia ? il secondo operatore e ha chiuso il 2007 con un utile di 505 milioni di euro, in aumento del 25% rispetto all'anno prima. Ma il grande vecchio ? sotto assedio. Come poche settimane fa a Parigi. L'occasione ? stata il conferimento ad Antoine Bernheim delle insegne di cavaliere di gran croce dell'ordine al merito della repubblica italiana. Al termine della cerimonia, rimasti soli nel salone d'onore dell'ambasciata italiana, il presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli, il numero uno della Giovanni Agnelli & C., Gianluigi Gabetti, e il presidente del Consiglio di Sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi ne hanno approfittato per una fitta conversazione con Bernheim. Nella scacchiera ci sono molti pezzi grossi in gioco. Sul fronte Mediobanca si rafforza l'asse fra Cesare Geronzi, Salvatore Ligresti, Fininvest e i soci francesi di Bollor? e Ben Ammar. Un blocco che tenter? di avere un ruolo chiave sia nel rinnovo del sindacato di Piazzetta Cuccia (2009) sia nella ridefinizione dell'assetto delle Generali. L'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha gettato acqua sul fuoco: il management di Trieste, ?da Bernheim a Perissinotto e Balbinot, sta facendo un lavoro encomiabile e hanno tutti il nostro sostegno?. Bernheim ne aveva preso atto con una battuta: ?Sull'et? non posso lavorare, sul resto s??. Ma stavolta il vecchio Antoine rischia di perdere la poltrona. Vai alla homepage http://www.iltempo.it/economia/2008/04/18/...i_mollano.shtml 18/04/2008 -
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Fiat: Marchionne, andamento 1* trimestre in linea con previsioni TORINO (MF-DJ)--"Il mercato e' orribile ma le previsioni del trimestre sono totalmente in linea" con le attese. Lo ha affermato Sergio Marchionne, a.d. di Fiat, a margine di un convegno del Centro Studi di Confindustria, in merito all'andamento del 1* trimestre. Il presidente del gruppo del Lingotto Luca Cordero di Montezemolo ai cronisti che gli chiedevano se fossero confermati i target ha risposto "si, assolutamente si". Mur/glm http://www.borsaitaliana.it/bitApp/news.bi...582〈=it ********* Fiat: Credit Suisse al 3, 105% Lo si legge negli aggiornamenti della Consob (ANSA) - MILANO, 18 APR - Credit Suisse detiene dal 10 aprile il 3,015% del capitale di Fiat. E' quanto si legge negli aggiornamenti delle partecipazioni rilevanti della Consob. -
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Craze, e/o anche Mac Gyver non sarebbe male come compagno di cella ma di Lapo che si trom** la cugina non mi dici nulla??