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gianluca88

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Tutti i contenuti di gianluca88

  1. siamo già matematicamente almeno in EL, visto che sia noi che l'Atalanta finiremo sicuramente tra le prime 6 e che la 7^, la Roma, non può più raggiungerci
  2. Prepariamoci, perchè l'unione tra l'allenatore più idolatrato dai nostri media e la squadra più tifata dai giornalisti italiani, genererà delle mostruosità mica da poco
  3. NOOOOOO! Maledetto, mi hai anticipato
  4. la caxxetta e quella cattiva abitudine che alimenta sospetti
  5. Leggete soprattutto le parti in grassetto Inter scudetto: pazienza e talento, una vittoria che è anche una lezione di vita Spodestato il regno della Juventus, è un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. A Torino c’era l’hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi di Beppe Severgnini Campioni d’Italia, finalmente! Il diciannovesimo scudetto dell’Inter è arrivato alle 16:52 del 2 maggio 2021. Mancava da dieci anni, undici mesi e quattordici giorni. Sono andato a riprendere la mia bandiera a scacchi nerazzurri dalla cassapanca dove stava dal 2010, e l’ho appesa al balcone. Luminosa come sempre: aveva soltanto bisogno d’aria. E l’aria è arrivata. Un vento impetuoso. Uno scudetto speciale, questo dell’Inter. Perché mancava da tanto tempo, perché ricompensa la pazienza, perché ha riempito il silenzio degli stadi vuoti, perché premia le ossessioni romantiche di Antonio Conte. Perché abbiamo, finalmente, una formazione da imparare a memoria. Handovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lautaro, Lukaku. Altri si sono rivelati utili, ma questi sono indispensabili. Uno scudetto speciale perché segna un cambio di stagione. Antonio Conte lo ha ripetuto più volte. La sua idea di calcio è pugilistica: se vuoi laurearti campione, devi buttar giù l’avversario. Durante l’anno ha parlato più volte della necessità di «spodestare» la Juventus, campione d’Italia dal 2012 al 2020. Sabato sera, a Crotone, l’allenatore nerazzurro lo ha ripetuto: interrompere il monopolio dei bianconeri — di cui è stato, in passato, allenatore vincente — è come «far cadere un regno». Il regno adesso è crollato, fragorosamente. La Juve lotta con altre quattro squadre per tre posti in Champions League (il 15 maggio dovrà giocare con l’Inter campione d’Italia, in cerca di un lasciapassare). Non è crudeltà sportiva, è una presa d’atto, un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. La sconfitta della Juventus, dopo nove scudetti consecutivi, era opportuna. Vincere sempre è controproducente. Nello sport, e non solo. Cominciamo col dire che i meriti dei campioni entranti sono indiscutibili; ma i demeriti dei campioni uscenti sono evidenti. L’imbarazzo della SuperLega, di cui la Juventus era capofila. L’inesperienza di Andrea Pirlo, mandato allo sbaraglio. L’invadenza — tattica, salariale, psicologica, mediatica — di Cristiano Ronaldo. C’è una parola antica che aiuta a capire cos’è accaduto a Torino: hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi. Che esistono anche nel calcio, e non sono sempre benevoli. Non solo: la vittoria, quando diventa prevedibile, perde gusto. La felicità diventa semplice sollievo per il dispiacere evitato. I festeggiamenti juventini, negli ultimi anni, erano diventati una sorta di doveroso rituale. In ogni d’angolo d’Italia, s’è rivisto l’entusiasmo fanciullesco di una volta. Perché la gioia della vittoria, quasi sempre, è proporzionale all’intensità dell’attesa e al ricordo della sconfitta. Per noi interisti la meraviglia del 19° scudetto è figlia delle tante delusioni che l’hanno preceduta. L’incanto del 22 maggio 2010 — Triplete nerazzurro — nasce dal dolore del 5 maggio 2002, scudetto buttato all’ultima giornata. Saper perdere aiuta a vincere. Non vale solo per le società, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Vale anche per noi tifosi. La lezione della sconfitta è il valore pedagogico dello sport, quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli. So che per alcuni lettori juventini potrà sembrare una provocazione, invece vuol essere una consolazione. Torneranno a vincere. Non troppo presto, mi raccomando. https://www.corriere.it/sport/21_maggio_02/scudetto-inter-pazienza-talento-vittoria-che-anche-lezione-vita-12e44a38-ab7f-11eb-a155-ccb2f12f7395.shtml?&appunica=true Non so cosa mi fa impazzire di più, le "ossessioni romantiche di Conte", la Juve che perde "per il bene di tutti, "l'imbarazzo della superlega" come se l'Inter non centri nulla, lo stipendio di Ronaldo o il pippotto finale sul valore pedagogico della sconfitta, fatto da un rappresentante di una delle tifoserie che meno sa perdere in assoluto (eppure dovrebbero essere abituati). Da Pulitzer
  6. non dico nulla se no mi prendo la prima sospensione in 13 anni e passa di forum
  7. 1-1 Sassuolo, Berardi su rigore
  8. E intanto la Lazio è avanti 2-0, con un gol di rimpallo e un rigore "lievemente" discutibile
  9. appena cominciata, ieri il Milan ha fatto 0 a 0 con la Roma, in caso di vittoria mancherebbe solo un punto per il 4° scudetto consecutivo Giuliani; Lundorf, Salvai, Sembrant, Boattin; Cernoia, Pedersen, Rosucci, Hurtig; Staskova, Girelli
  10. Quando da piccolo leggevo della Juve degli anni '30 che era riuscita a vincerne 5 di fila, mi sembrava un numero mostruoso e provavo invidia per quei tifosi che avevano vissuto quel periodo, perché credevo sarebbe stato quasi impossibile riuscire di nuovo in un'impresa simile. Poi c'è stata pure calciopoli, con gli anni successivi dove sembrava che non saremmo più usciti dalla mediocrità alla quale ci avevano costretto. E invece ho potuto assistere alla mia squadra vincere addirittura 9 scudetti di fila, ininterrottamente campioni d'Italia dal 6 maggio 2012 al 1 maggio 2021, 3282 giorni. GRAZIE!!!!!!!
  11. certo che è abbastanza "simpatico" il fatto che proprio stavolta si facciano tanti scrupoli per fare i nomi, a differenza di quello che succede di solito
  12. https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/21_aprile_30/roma-lite-pugni-raisport-giornalista-finisce-ospedale-7911c0ec-a9db-11eb-8b01-83c2a483d7f5.shtml Roma, lite e pugni a RaiSport per l’aria condizionata: giornalista finisce in ospedale Timori per il sospetto della frattura del setto nasale, ma poi il reporter è stato dimesso dall’ospedale con 7 giorni di prognosi. L’intervento dei poliziotti del posto fisso all’interno della stessa palazzina di Redazione Roma Lite e pugni nella redazione di RaiSport, a Saxa Rubra. Tutta colpa dell’aria condizionata. Un giornalista è rimasto ferito al volto ed è stato medicato in ospedale nel pomeriggio di venerdì con il sospetto, poi escluso, del naso fratturato per un colpo ricevuto da un collega nel corso di un litigio per motivi sui quali la polizia sta indagando: fra le ipotesi anche quella di una discussione sul funzionamento dell’areatore in redazione. Fra i primi a intervenire proprio gli agenti che hanno il loro ufficio nella stessa palazzina che ospita la redazione sportiva della tv di Stato: hanno soccorso il giornalista ferito che aveva perso molto sangue e che è stato poi trasportato in ospedale con un’ambulanza dell’Ares 118. L’aggressore si occupa di boxe, di 58 anni, l’altro di calcio, di 52, secondo i primi accertamenti degli investigatori che hanno accompagnato il primo in ufficio per essere sentito in merito al litigio. Non si esclude che venga denunciato dal collega per lesioni personali.
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