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Tifoso Juventus
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  1. Non c'era solo il potente segretario Raffaello Pagnozzi, al Coni, a far da sponda a Luciano Moggi. Nell'ufficio stampa c'? anche un noto giornalista che i carabinieri di Roma, nell'informativa mandata ai magistrati di Napoli, dipingono come il vero designatore arbitrale per conto di Moggi qualche anno fa. Si tratta di Danilo Di Tommaso del quale, il 7 aprile 2005, alle 20.51, cos? parlavano l'arbitro Danilo Nucini e il dirigente del Milan Leonardo Meani. Nucini sta per andare ad arbitrare a Venezia e Meani lo stuzzica: ?Ti hanno valorizzato poco, cio? non ti hanno fatto partire quando era il tempo di partire no!?. Nucini: ?Eh, un giorno ti racconter? dai?. M: ?Ma perch? ti hanno segato loro..cosa hai combinato??. N: ?Un giorno ti racconter? dai!?. M: ?Ma infatti, io dico, ma loro c'? stato un momento che ti hanno spinto...?. N: ?Molto si, si?. M: ?Ma chi ti ha fatto la guerra? T'ha fatto la guerra qualche societ???. N: ?Si!!?. M: ?La Juve no??. N:?Uff!! Un giorno ti racconter? dai?. M: ?Perch? tra l'altro quello che mi fa rabbia.?. N:?Non ? il dire.. ? troppo semplicistico?: M: ?La rabbia mia ? che loro per certi aspetti, soprattutto fino a due tre anni fa, subivano tanto le pressioni esterne?. N: ?Si!?. M: ?Su determinati cavalli..?. N: ?Secondo me negli ultimi anni, io ti parlo dal '95, siam passati troppo da turbolenze. E Casarin, e Baldas?. M: ?E Gonella?. N: ?Gonella!, cio? troppe turbolenze, capito??. M: ?Tu sei gi? in serie A dal '95??. N: ?Eh certo io son nove anni che son qua?. M: ?p*****a.?. N: ?Eh ma Casarin mi ha. all'inizio. Casarin secondo me mi vedeva tantissimo, ne sono convinto come arbitro per? sai pure lui alla fine del mandato aveva il suo giro chiuso non permetteva, poi magari sai, tu lo conosci quest'ambiente no? E' pi? facile giudicare pi? velocemente per quello che senti non per quello che vedi no??. M: ?S??. N: ?Ecco per cui tu arrivi cos?, lui magari non aveva tanta neanche voglia di star l?...?. M: ?S?, poi vanno a simpatia ed antipatia vanno appunto?. N: ?Bravo, poi Baldas non ne parliamo ? stato un anno che ? meglio stendere un velo pietoso per.?. M: ?Beh..Baldas, il designatore era Di Tommaso?. N: ?S? bravo! bravo! Esatto per cui.?. M: ?E di riflesso era Moggi il designatore ai tempi di Baldas?. N: ?Eh questo..io so di Di Tommaso?. M: ?Eh ma Di Tommaso ? un uomo di Moggi eh?. N: ?Si era e ? ancora, tuttora??. M: ?Eh f***!?. N: ?Ma dai l?, allora io ero poco esperto..quindi so che questo manovrava tanto?. M: ?Ma adesso era un uomo di Moggi, ti spiego te lo posso dire perch? a me l'ha detto Casarin, tanto ? vero che lui diceva...?. N: ?Per? anche Casarin era un po'...?. M: ?Eh ma ti spiego..no, non era succube.. Ti spiego.?. N: ?No di Di Tommaso...?. M: ?No, ti spiego io come funzionava..Infatti lui mi diceva, vedi la differenza, io usavo Di Tommaso per sentire gli umori cos? e lo gestivo?. N: ?Invece l'altro.?. M: ?L'altro non ? stato capace di..ecco l'altro non sapeva e si ? fatto usare no...perch? per me Di Tommaso era la voce di Moggi, io attraverso Di Tommaso sapevo come la pensava quello scemo l? no..e quindi mi prendevo le contromisure...invece Fabio non ha capito che questo qui era...?. N: ?Ma non aveva la personalit? di Casarin, capito!?. M: ?E' certo ma infatti mi aveva detto anche che glielo aveva detto Casarin, quando lui, non farlo, non farlo... perch? sapeva che non aveva il carisma e la personalit?, lui l'ha ammesso e Di Tommaso l'ha sbranato no??. N: ?Certo, certo?. M: ?Di Tommaso m'ha detto che telefonava agli arbitri al luned? a dirgli guarda che domenica ti mando.?. N: ?Si, si, si, io ho assistito ad una scena una volta allucinante al raduno cio? proprio...mi ricordo..pubblicamente questo qua, guarda Baldas ? stupido come uomo, come persona, pubblicamente.?. M: ?S? non ? intelligente esatto!?. N: ?No per niente. Pubblicamente ad un arbitro gli ha detto: ? inutile che telefoni a Di Tommaso per lamentarti che ti ho tolto l'amichevole, ma se te l'ho gi? data l'anno scorso non posso fartela fare ancora quest'anno...cio? renditi conto..renditi conto.?. M: ?Tu che sei l'arbitro che telefoni a Di Tommaso?. N: ?S? per lamentarsi no..e quello l? che telefona a Fabio e gli dice: oh guarda che cos? ma cosa c**** stai facendo e questo qua si risente e quasi si scusa con l'arbitro ..cio? bah io ero un bambino no perch?.?. M: ?Uno con carisma gli diceva, adesso a fine anno tu vai a casa cos? impari..ti rendi conto? Un giornalista.?. N: ?Bravo, bravo?. M: ?Beh infatti tu vedi dopo come succede, succede che dopo questi qua .e..ad un certo punto la giornalaccio rosa dello Sport si ? rotta i co*****i e Di Tommaso ? saltato per aria.?. N: ?S?, perch? poi quel giornale l? no, l'altro dove scriveva lui era diventato tutto letto e preso in considerazione?. M: ?Eh, per forza perch? praticamente aveva le primizie no??. N: ?Eh certo, io mi ricordo che quegli anni l? si leggeva solo quel giornale per avere notizie arbitrali eh!?. M: ?Eh certo, perch? lui era al Tutto Sport..infatti la giornalaccio rosa con Cannav? gliel'ha giurata, infatti appena lui ha fatto il passo falso l'hanno ammazzato?. IL CASO / Oggi squalificato Andersson, ieri deferiti Ulivieri, Oriali, Magoni e Mancini. Un avvocato denuncia Nicchi: istigazione a delinquere Arbitri e risse in campo, Nizzola alza la voce Il presidente federale costretto al suo primo intervento dopo la domenica delle polemiche: " Diamoci una regolata " ----------------------------------------------------------------- IL CASO / Oggi squalificato Andersson, ieri deferiti Ulivieri, Oriali, Magoni e Mancini. Un avvocato denuncia Nicchi: istigazione a delinquere Arbitri e risse in campo, Nizzola alza la voce Il presidente federale costretto al suo primo intervento dopo la domenica delle polemiche: "Diamoci una regolata" Si muove l'avvocato Nizzola. La crisi di nervi che ha rischiato di travolgere i protagonisti dell'ultima giornata di campionato (da Nicchi alla rissa di Parma - Juve) ha provocato il primo intervento "politico" del neo - presidente federale. Nizzola ha incontrato mezzo consiglio federale e ha parlato a lungo, per telefono, con Campana (sindacato calciatori), Vicini (allenatori) e Lombardo (presidente dell'Aia), in attesa del rientro di Casarin, invitandoli ad un maggior senso di responsabilita', ad un richiamo alla deontologia professionale, al recupero del senso di lealta' sportiva: "E' venuto il momento di darsi una regolata. E questo vale per tutti". Nizzola ha trovato il pieno accordo da parte dei propri interlocutori; ora i buoni propositi dovranno essere realizzati. Il caso - Andersson, pero', e' tutt'altro che archiviato. Oggi l'attaccante svedese, espulso in modo assurdo da Nicchi in Vicenza - Bologna, conoscera' l'entita' della squalifica. Nicchi ha scritto quanto non e' successo sul campo, e cioe' di essere stato insultato da Andersson, che verra' squalificato per una o due giornate. Ieri il procuratore federale ha deferito alla Disciplinare il d.g. Oriali, l'allenatore Ulivieri, il giocatore Magoni (tutti del Bologna) piu' Mancini ("i referti di Nicchi sono pericolosi"), "per avere espresso giudizi lesivi della reputazione dell'arbitro". Ieri il giudice di pace di Bari, avvocato Costantino Schirone, ha presentato, al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza, una denuncia contro Nicchi "per i reati di abuso in atti di ufficio e di istigazione a delinquere". Un'iniziativa della quale non si sentiva la mancanza, cosi' come dell'interrogazione parlamentare dell'onorevole Berselli (An), che e' stata commentata anche dal presidente di An, Gianfranco Fini, da sempre tifoso del Bologna: "Non sono stato io a dire a Berselli di presentare l'interrogazione, ma Nicchi mi e' sembrato un arbitro fuori condizione". Anche su questo argomento, e' intervenuto Nizzola, per chiarire che il mondo del calcio ha strutture e strumenti (Procura federale, Procura arbitrale, organi di giustizia sportiva) per adottare i provvedimenti necessari a riportare la situazione ai livelli di normalita'. E l'incontro arbitri - allenatori - capitani si fara', a fine gennaio. Come previsto. Ora Nicchi verra' fermato da Casarin e quando sara' riabilitato, vedra' molta B e pochissima A, sempreche' il designatore non convenga che e' venuto il momento di interrompere qui la carriera di Nicchi. Il problema e' che gli arbitri validi all'altezza delle partite di A e B sono sempre meno e Casarin e' costretto ai miracoli. Da due anni, la Can di C (il designatore e' l'ambiziosissimo Lanese, che aspira al posto di Casarin) promuove arbitri inadeguati. Cosi' alla 16a giornata, nessuno dei sei neo - promossi ha esordito in serie A. Un record. Sono ancora da verificare le qualita' di Preschern. Nucini, promosso da Lanese come numero uno, e' stato visionato e bocciato da Baldas in Venezia - Castel di Sangro, ha arbitrato malissimo Reggina - Chievo ed e' gia' stato sospeso due volte. Gambino ha diretto in modo disastroso Torino - Reggina. Pin domenica ha deluso in Genoa - Foggia. Piretti e Sirotti non brillano. Fra i neo - promossi dell'estate '95, la situazione non e' migliore. Serena, partito bene, si e' perso; Ercolino ha offerto soltanto prestazioni negative; Branzoni, che aveva esordito in A il 12 maggio '96, non e' riproponibile; D'Agnello va avanti fra alti (pochi) e bassi (molti). Il migliore sembra Rossi; domenica arbitrera' Juve - Atalanta. Per l'anno prossimo, si parla di due fischietti bravissimi, Rossetti e Paparesta. Ma Casarin avrebbe bisogno di ben altro. Per qualita' e quantita'. Monti Fabio
  2. RBITRI / I designatori ammettono gli errori: ?Ma soltanto nella prima parte di una grande stagione? Bergamo e Pairetto: ?La Roma ? stata danneggiata? Insieme con il presidente Lanese, i due dirigenti presentano un documento per dimostrare che esiste un forte rinnovamento in serie A: ma ? pieno di inesattezze ROMA - Il giorno delle divise (nero, giallo e bianco, entusiasta Collina). Ma anche il giorno dei bilanci. Lanese, presidente degli arbitri, Bergamo e Pairetto, i due designatori di A e B (in attesa di riconferma da parte del Consiglio federale, anche se loro si sentono in una botte di ferro), hanno spiegato perch? considerano quella conclusa una grande stagione. ?Sfido chiunque a dire che a fine campionato qualche club si sia lamentato per come ? andata?. Qualcuno ha parlato dell' ira della Roma (e la lista sarebbe ben pi? lunga) e Bergamo si ? visto costretto ad ammettere: ?La Roma aveva ragione, perch? alcune nostre prestazioni non erano state all' altezza della situazione. Nel ritorno gli errori sono diminuiti al punto che nessuno alla fine ha potuto dire nulla?. Chi ha pagato gli errori ? stato Treossi, dimesso, perch? ?sotto il profilo tecnico non ? stato all' altezza?. Treossi esce con Trentalange (limite di et?) e con Palmieri e Cannella, ex promesse, finite stritolate. Cos? il discorso si ? spostato sui giovani arbitri: sei sono stati promossi dalla C, di Giannoccaro e Tagliavento, non nominati, Pairetto ha detto: ?Un paio di loro sono di grandissimo livello?. Discorsi gi? ascoltati in passato per arbitri poi dimissionati in gran fretta (ultimo esempio: Palmieri e Cannella), mentre ? curioso che sia stato promosso in extremis un arbitro prossimo ai 36 anni (Carlucci). Ancora Pairetto: ?Abbiamo deciso di aumentare il numero dei promossi, perch? oggi in C ci sono ragazzi molto bravi che speriamo possano confermarsi. Le due fasce di sorteggio dell' ultima stagione hanno creato problemi per la crescita di alcuni arbitri giovani, che meritavano di essere inseriti di pi??. Per questo sar? chiesto a Carraro di cambiare il sorteggio, arrivando ad aumentare le fasce. Quanto al rinnovamento, per rispondere a chi aveva accusato Bergamo e Pairetto di togliere spazio ai giovani (?Corriere della Sera?, 24 giugno: ?Negli ultimi quattro anni, 1.051 partite di A dirette da arbitri ereditati dal passato; 178 gare affidate alle forze nuove, cio? agli arbitri arrivati in A negli ultimi quattro anni?), i due designatori, come avevano annunciato e reso quasi pubblico fin da gioved?, hanno provveduto a distribuire un documento, molto scarno (due pagine) e frettoloso, visto che contiene errori anche grossolani. L' analisi parla di ?arbitri con almeno sei presenze in A, cio? affidabili alla categoria?, definizione che indica una barriera misteriosa e del tutto artificiale (perch? sei e non cinque o sette?) e sostiene che nella stagione conclusa sono stati utilizzati 26 arbitri ?affidabili? (per 290 partite). In realt? gli arbitri utilizzati sono stati 23. Il fatto che in 23 abbiano diretto 290 partite significa che gli altri sono stati del tutto o in parte trascurati. Fra questi, Nucini (tre gare di A), Preschern (2), al settimo anno di Can, e Castellani (2), al quinto anno, misteriosamente riconfermati, a scapito di due arbitri di 32 anni spediti a casa. Bergamo e Pairetto hanno confrontato i dati con stagioni precedenti, ma hanno sbagliato il paragone con il ' 96-' 97: gli arbitri ?affidabili? utilizzati allora erano stati 21 e non 18. Siccome Bergamo ha detto che ?le cifre non si discutono?, sarebbe necessario che le cifre fossero almeno esatte. Anche le cifre della seconda pagina del documento, dove si parla di ?giovani arbitri? che hanno iniziato la A durante l' ultimo quadriennio, cio? con i due attuali designatori, non sono esatte. Nell' elenco vengono inclusi Rosetti e Paparesta, che avevano iniziato due anni prima. Sulla definizione di ?giovane? per Gabriele (39 anni e non 38) ci sarebbe da discutere. Da questa serie di ?errori? casuali emerge che il ricambio per i veterani ? nelle mani di Saccani, Trefoloni, Dondarini, Morganti, la cui esperienza in A, nonostante tre-quattro anni di esperienza, ? limitata a poche presenze. Sottolineare che l' et? media dei possibili ricambi sia di 34,3 anni ? un falso. Sulle deroghe negate, Lanese ? stato chiaro: ?Abbiamo gli arbitri per il giusto ricambio?. Ma quello del reclutamento e del reale stato di salute del gruppo di arbitri della Lega pro ? un argomento cos? importante da meritare una prossima, precisa analisi e non qualche battuta. Fabio Monti Quattro bocciati I promossi sono sei QUATTRO BOCCIATI Sono quattro gli arbitri che non dirigerano pi? in serie A e B: Trentalange (et?, 45 anni, dopo 195 gare in A, niente deroga), Treossi (127 gare in A), Cannella (0) e Palmieri (2 gare in A) per questioni tecniche. SEI PROMOSSI Salgono dalla Can di C a quella di A e B sei arbitri: Carlucci (Molfetta,' 67) Giannoccaro (Lecce, ' 71) Mazzoleni (Bergamo, ' 71) Rocchi (Firenze, ' 73) Romeo (Casale M., ' 70) Tagliavento (Terni, ' 72) Ora ci sono 37 arbitri. I DESIGNATORI In attesa della delibera del Consiglio federale, appare certa la riconferma dei designatori: Bergamo e Pairetto (A e B); Mattei © e Pieri (Dilettanti). SORTEGGIO L' anno scorso, gli arbitri erano divisi in due fasce, adesso i designatori vorrebbero quattro fasce. SPOT TV Per tamponare la crisi di vocazioni, ? stato deciso di trasmettere durante le partite della nazionale alcuni spot che invitino i giovani a intraprendere la carriera di arbitro. Monti Fabio Pagina 40 (5 luglio 2003) - Corriere della Sera ARCHIVIOcronologico che qualcuno si sia dato da fare con i designatori per nucini?
  3. -11-2003 Dall?urna esce il famoso Nucini arbitro con coppia di sorveg - di: GRAZIANO CESARI D eve aver turbato anche la premiata ditta Bergamo & Pairetto la pallina che casualmente ha accostato il nome di Danilo Nucini al Genoa impegnato domenica a Salerno. S?, perch? per i rossobl? il sosia - solo per la pelata - di Collina, non emiliano ma lombardo, fa rivivere le notti agitate della scorsa stagione. Come dimenticare quella serata infausta al Celeste di Messina, quando il fischietto bergamasco super? se stesso espellendo Mihalcea per doppia ammonizione: in realt? il rumeno del Genoa non aveva simulato, ma subito un torto da un difensore siciliano. Senza dimenticare il suo "pressing" costante verso una sola direzione, la porta del Genoa allora difesa da Brivio. In Campania, Nucini sicuramente ha lasciato ottimi ricordi: il suo Napoli- Triestina fu memorabile per i partenopei tanto che ancora oggi il presidente dei giuliani Amilcari Berti, pur di non confondersi con Nucini, usa i pi? svariati cappellini per nascondere la sua testa senza capelli. B&P per tutto questo hanno pensato di blindarlo mettendogli al fianco due tutori pi? che due assistenti, visto che Esposito di Mestre ha collaborato con lui domenica scorsa in Torino-Catania: lo stesso Esposito e l?altro tutor Lanciano sono affiatati avendo calpestato le linee laterali del Dall?Ara in occasione di Bologna-Sampdoria offrendo una prestazione dignitosa. Il pubblico dell?Arechi che solitamente ? caldo ma civile, profondo intenditore di calcio e di regolamenti, non avr? bisogni di decisione strane tipo quelle di Messina e Napoli, altrimenti sar? inevitabile per Nucini subire sfott? lazzi e fischi dagli stessi sostenitori amaranto che vogliono la vittoria della loro squadra, ma senza spinte di nessun tipo. Dopo l?ottima prestazione di Brighi che con la Triestina si ? riscattato, Nucini sar? in grado di cancellare i fantasmi passati e di tornare su un binario di equit? e regolarit??
  4. L' ex arbitro La verit? e i dubbi di Nucini MILANO - C' ? un (ex) arbitro che molto sapeva e che con la sua testimonianza avrebbe potuto anticipare di tre anni il Moggigate. Danilo Nucini (foto), classe 1960, di Ravenna (ma appartenente alla sezione di Bergamo), uscito dalla Can a luglio 2005 per limiti di et?, 252 partite dirette (24 in A, 136 in B e questa ? gi? un' anomalia, 48 di C1 e 44 in C2), si era reso conto di alcune stranezze nel sistema arbitrale e, su segnalazione della Guardia di finanza, si ? presentato in Procura a Milano ed ? stato ricevuto dal pm Ilda Boccassini. Ma al momento di stringere, Nucini aveva scelto la linea del silenzio, che gli era stata consigliata dai suoi legali e non aveva risposto a nessuna delle domande che gli erano state fatte. Una scelta per certi aspetti comprensibile, visto che era il 2003 e Nucini aveva ancora a disposizione due anni e mezzo, ben retribuiti, prima di andare in pensione. Resta da capire se, in questo clima di rivoluzione annunciata, l' ex arbitro, ora apprezzato opinionista tv, ha cambiato idea ed ? pronto a raccontare tutto quanto sa, aiutando gli inquirenti a penetrare nei misteri della stagione del sorteggio (1999-2005), svelando una serie di sconcertanti episodi. Pagina 54 (10 maggio 2006) - Corriere della Sera
  5. (14 luglio 2006) giornalaccio rosa dello Sport ?Dattilo, a chi dava fastidio?? GABRIELLA MANCINI MILANO Dismessi per motivi tecnici. Sono gli arbitri Stefano Cassar?, 40 anni, Antonio Dattilo, 35, Marco Gabriele, 42, e Mario Mazzoleni, 35 anni in agosto. C' ? chi l' ha presa con apparente filosofia e chi come una doccia fredda. Nel pomeriggio le agenzie battono una lettera della signora Cinzia Cucciolo, compagna di Dattilo, che si rivolge a Guido Rossi e a Luigi Agnolin. ?Condivido la mia vita da vent' anni con Antonio che fa, o meglio faceva, l' arbitro?, scrive, chiedendo il perch? di questa decisione visto che non ? tra i direttori di gara finiti a giudizio nel processo sportivo. ?Non permettete che ai vostri arbitri venga calpestata la dignit?: Mattei non si ? neanche preoccupato di avvisare Antonio, e gli ha bruciato una meravigliosa carriera in un solo attimo e senza dare spiegazioni. Quali sono questi motivi tecnici? Un arbitro avvicendato ? indagato o inquisito. Mio marito non lo ?. Un arbitro non capace non dirige dieci partite in serie A e otto in B, non va due volte all' estero?. VOTI La signora aggiunge: ?Lo sa bene quanto vale mio marito visto che proprio lei, signor Mattei, lo ha promosso dalla B alla massima serie sei anni fa, ed ? ben consapevole che quest' anno ha ricevuto ottimi voti. Vorrei capire, allora: perch? Antonio Dattilo? A chi dava fastidio??. Proviamo a chiamare lui, Dattilo. E' concitato. ?E' stato come un fulmine a ciel sereno. L' ho saputo dalla giornalaccio rosa che avrei dovuto interrompere l' attivit?, ho telefonato per chiedere il perch? e mi hanno risposto che sono stato avvicendato e che sarei stato avvisato prima della conferenza stampa. Se pensa che questa sia trasparenza... E' una decisione che non sta n? in cielo n? in terra. Ma come, mi mandi a fare il quarto uomo di Real-Arsenal con Farina e di Ajax-Thun con Rosetti e poi mi cacci per limiti tecnici? Quest' anno Mattei mi ha visionato in una partita difficile di serie B, Catania-Bari, e la domenica dopo sono andato a dirigere la Juve... Avevo la massima fiducia, Mattei mi dovrebbe dare una spiegazione, ma non tecnica...?. Anche Mazzoleni ha saputo del suo allontanamento dalla giornalaccio rosa. ?Ho aperto il giornale e dal punto di vista umano ci sono rimasto malissimo - dice -. Mi sento frastornato. E' difficile pensare di uscire dopo diciotto anni e le ultime due stagioni in serie A, credo molto nelle mie capacit??. CAMERA Che coincidenza, lei e Cassar? siete stati compagni di camera di De Santis... ?S?. Io due anni fa, al mio primo anno in A mi hanno affiancato un internazionale come si fa di solito. Ho diviso la camera con Massimo e devo dire che mi ha sempre dato consigli preziosi. Non voglio pensare di essere stato allontanato per la mia amicizia con lui?. ?Se diventa una colpa essere amico di una persona ? finita? dice Gabriele di Frosinone, vicino a De Santis visto che spesso uscivano a cena con signore. E aggiunge: ?Ho la mia et?, accetto la decisione con serenit?, anche se c' ? amarezza?. Stuzzicato su una voce insistente sui raduni di Coverciano, ammette: ?S?, ? vero. Spesso Mattei, parlando con noi, spesso ci chiamava "co*****i"... come fa a saperlo? Io no, ma qualcuno l' ha accettato. Si vede che era un suo intercalare: chi l' ha accettato avr? avuto un rapporto confidenziale con lui...?. In questo bel quadretto da Mulino Bianco Cassar? ? di poche parole: ?Non so ancora quello che far?. Non posso pensare di pagare per aver condiviso la camera con De Santis. Sarebbe ridicolo?. Mancini Gabriella
  6. si sembra un buon motivo per cominciare a intercettare bergamo pairetto moggi... prima erano i calciatori...
  7. lo so che non posso farci niente..per? insomma.. gli articoli dei giornali mica li scrivevo io... basta che si vadano a rileggere quello che scrivevano..
  8. gioved?, aprile 22, 2004 Spy Calcio di Fulvio Bianchi Arbitri, fuori Bergamo e Pairetto Baggio, come fargli cambiare idea L'arbitro Rosetti durante il derby Lazio-Roma Viaggio nel pianeta arbitri: un mondo che in Italia, storicamente, divide. Un vulcano sempre in eruzione. Soprattutto quando la stagione, come ora, entra nel vivo. I sospetti si sprecano. I giudizi duri, durissimi, pure. Ecco l'ultima "raffica". Aldo Agroppi, ex allenatore, ora commentatore-tv senza peli sulla lingua: "Gli arbitri italiani? Non sanno arbitrare, sono modesti e incapaci. E quei pochi buoni, pilotano le partite. Perch?? Perch? sono legati a Milan e Juve". Sergio Campana, presidente del sindacato calciatori: "Il sistema calcio in tutto e per tutto ? stato costruito per privilegiare i grandi club. Gli arbitri vivono in questo sistema e si adeguano, altrimenti chi non si adegua al sistema non fa carriera". Luciano Gaucci non si sottrae, di sicuro: "Il Perugia becca regolarmente fischietti ormai prepensionati o senza pi? ambizioni: Bolognino, Pellegrino, Racalbuto, Messina. Oppure giovani fischietti che smaniano per ingraziarsi i potenti: Palanca, Gabriele... E poi ci sono i guardalinee: prima li designava Mazzei. Mazzei per? era un tipo scomodo e infatti l'hanno rimosso. Ora che li scelgono Bergamo e Pairetto i disastri si sprecano". Per la verit?, alcuni club, guidati dal Milan, vorrebbero sorteggiare anche i guardalinee, progetto che ai due designatori non piace per niente (e hanno ragione): la verit? ? che Galliani e altri presidenti avevano (hanno?) forti sospetti su favoritismi a favore della Juve. Voci, perch? di prove siamo a zero. Cos? come ci sono solo voci sull'ipotesi che il Messina sia nell'orbita Moggi e che gli arbitri (a cominciare da Palanca) l'aiuterebbero ad andare in serie A: chiacchiere, appunto. Prove, zero. Piuttosto c'? da pensare alla prossima stagione: Franco Carraro non ama le decisioni in corsa, ed ha perfettamente ragione. Per questo ha creato un gruppo di studio che dovr? esaminare con calma, e seriet?, il pianeta-arbitri: i lavori si concluderanno a giugno, a stagione chiusa. Poi si decider?. Via sicuramente l'assurdo blocco del "sei", cio? il massimo di partite che un arbitro pu? dirigere con la stessa squadra in una stagione. E' successo che Collina ha gi? raggiunto il "tetto" con la Roma il 29 febbraio e da allora non ha pi? potuto arbitrarla. Follia pura. Via le quattro fasce di sorteggio, si torner? a due (quasi sicuramente): in pratica, si andr? verso un sorteggio pi? integrale possibile in una stagione che avr? addirittura 20 squadre in serie A. Un'altra follia (in Spagna succede, e non cresce pi? un arbitro da anni...): ma cos? vogliono i club che non si fidano dei designatori, non si fidano di nessuno. Nemmeno di loro stessi. Bisogner? vedere se con un sorteggio simile resteranno ancora Bergamo e Pairetto, se riusciranno ad arrivare alla loro sesta stagione avvicinando cos? il record di Paolo Casarin (7 anni). Ci sono diverse correnti di pensiero: secondo alcuni potrebbe essere indicativo il fatto che Tullio Lanese, attuale n.1 dell'Aia (associazione italiana arbitri), in tv abbia detto che il gol di Martins a Perugia era irregolare. I due designatori invece avevano sostenuto il contrario, cio? che Adriano non aveva colpito la palla quindi era in fuorigioco passivo (anche se in una situazione molto al limite). Che Lanese possa davvero prendere il posto di Bergamo e Pairetto? Ad alcuni club - Milan e Juve in testa - non spiacerebbe un Lanese "commissario-sorteggiatore". Qualcuno suggerisce invece il nome di Trentalange, fresco "pensionato". Ma le rivoluzioni non piacciono a Carraro. Bergamo e Pairetto hanno lavorato in condizioni di grande difficolt?, guadagnano bene (circa 500 milioni di vecchie lire a testa), fanno parte delle commissioni arbitri di Fifa e Uefa e pagano colpe che non sono solo loro: siamo sicuri che sia cos? facile farli fuori? Soprattutto: siamo sicuri che sia giusto? Per loro ci potrebbe essere un incarico di istruttori degli arbitri, con stipendio confermato. E degli arbitri che fare? Molti sarebbero da cacciare via, non c'? dubbio: ma poi chi ci va in campo? A giugno comunque vanno in pensione Bolognino e Pellegrino. Nucini, Castellani e Cruciani potrebbero essere fra i bocciati. Deroga in arrivo per Racalbuto e Tombolini? I migliori: Collina, Paparesta, Rosetti, Trefoloni. In ombra quest'anno Farina, Messina (che la Juve da anni non vuole...), Rodomonti. Poco considerato in Italia De Santis, molto considerato all'estero: chi ha ragione? I designatori credono in Bertini, Pieri, Rizzoli, Saccani, Dondarini, Gabriele e Palanca. Molti "fischietti" per? dovrebbero ricordarsi che non esistono solo le grandi squadre: tutte hanno gli stessi diritti, e la stessa dignit?. Resta da fare chiarezza sul fuorigioco. Anche se Sepp Blatter, gran capo della Fifa, si ? espresso cos?, stufo di troppe interpretazioni all'italiana: "Io sono con coloro che sostengono che soltanto chi riceve la palla possa essere considerato in fuorigioco, se lo ?. Lui e nessun altro. Dunque, sto con Bergamo e Pairetto". Frase che ha reso particolarmente felici i designatori, avvelenati con Lanese. Blatter ha anche promesso che la Fifa, la prossima stagione, dar? indicazioni chiare su offside e dintorni: era ora. Di sicuro, ha detto Blatter, "mai e poi mai alla moviola in campo". Sacrosanta scelta: ve lo immaginate Dondarini (o Saccani, o chi volete voi...) che, come quarto uomo, sta davanti ad un monitor e richiama Collina durante la partita: "Scusa, Pierluigi, ma qui dalle immagini mi sembrerebbe rigore...". Siamo seri: d'accordo che le tv vogliono prendere sempre pi? potere, ma forse ? meglio non esagerare.
  9. beh borrelli sembra ci abbia creduto e poi insomma sono passati 2 anni dall'interrogatorio... di nucini.. di meglio non sono riusciti a trovare?
  10. infatti 20 mesi per un pentito sono tanti.. o no? che abbia fatto qualche nome?
  11. altra chicca tanto per chiarire come erano le cose prima... L' Inter si riaccende nel grande freddo del tifo Entra Ferrante e con un guizzo batte l' Udinese: ma la curva ? deserta e la contestazione continua MILANO - Viaggio all' inferno con biglietto di ritorno. Come quindici anni fa, arriva dall' Udinese la scialuppa che consente all' Inter di evitare il naufragio. Lo sciopero degli ultr?, che hanno disertato la curva Nord, lasciandola vuota per tutta la partita, invece di rendere fragile lo spirito dei nerazzurri, li ha fortificati. E chi, invece del successo, sognava di chiudere la giornata con un regolamento di conti nei confronti dei giocatori, ? tornato a casa deluso. Ma, come gi? era capitato a Bologna, il 4 febbraio, quando gli interisti si ritrovano ad un centimetro dal baratro, riescono a trovare la forza per risalire, aumentando l' amarezza e il disappunto per tutte le occasioni buttate al vento nel cuore di una stagione sciagurata. Se ? cambiato lo spirito, il modo in cui l' Inter ha conquistato la settima vittoria in venti partite di campionato ? stato nel pieno rispetto dei canoni di sofferenza che la squadra si ? auto-imposta quest' anno. Partenza tra fischi, insulti, cori (?andate a lavorare?, ma anche ?ora e sempre Moratti presidente?), striscioni ironici (l' unico nella curva deserta diceva: ?mai stati in B?), incitamenti all' Udinese, eppure si capiva subito che lo stato d' animo era molto diverso da quello visto con la Reggina, a Napoli oppure tre giorni prima contro l' Alav?s. E questo nonostante assenze importanti (Frey, Dalmat e Vieri) e un avversario bene organizzato. L' Inter, che Tardelli ha plasmato su un rassicurante 4-4-2 (l' asse Cirillo-Brocchi a destra, quello Gresko-Serena a sinistra), dopo essere stato difeso e rassicurato in questi giorni tempestosi da Facchetti (?Marco ha tutta la nostra fiducia?), ha costruito subito una bella palla-gol, con Zanetti-Recoba e respinta di Turci. Ma ? anche andata sotto, lasciando immaginare un altro pomeriggio da incubo: volata di Margiotta sulla destra, assist per Sosa, conclusione con pallone sotto il braccio di Ballotta (15' ). Ultr? in festa, nell' ora del massimo trionfo del ?tifo contro?. In altri momenti, l' Inter si sarebbe sciolta; stavolta, avendo capito di essere oltre l' ultima spiaggia, i nerazzurri hanno reagito e in meno di duecento secondi hanno ottenuto il gol del pareggio: angolo di Recoba, testa di Blanc, Turci battuto (18' ). Passato il momento peggiore, l' Inter ? andata avanti a strappi, ma offrendo finalmente una prova di iniziativa e di pressione come non si vedeva dalla gara con il Parma. Cos? in almeno tre occasioni ? andata vicino al vantaggio, anche se l' azione pi? bella, con assist di Zanetti per Di Biagio non ? stata sfruttata bene (conclusione a lato, al 29' ). E' stato in avvio di secondo tempo che l' Inter ? tornata a ricordare a se stessa e agli altri di essere l' Inter. Perch? dopo il gol annullato a Cirillo (l' arbitro non aveva fischiato, quando Recoba ha calciato la punizione, al 1' ), Nucini ha azzeccato l' unico fischio della giornata, assegnando un penalty ai nerazzurri (uscita di Turci a travolgere Serena). Ma Di Biagio ha voluto seguire gli esempi passati di Recoba (Helsingborgs) e Blanc (Lecce) e si ? fatto respingere il rigore (5' ). Nemmeno questa avversit? ha inciso sul morale dell' Inter, che ha tenuto ancora in mano la partita, macinando gioco e costruendo altre occasioni, senza per? riuscire a raggiungere il vantaggio. Finch? a cinque minuti dalla fine, Tardelli ha mandato in campo Ferrante al posto di Hakan Sukur. ? stato proprio l' ex granata - 18 gol in campionato l' anno scorso e in crescita dopo tre mesi di panchina al Torino - ha trovato il gol vincente a dieci secondi da 90' : rimessa con le mani di Brocchi, dopo l' ennesima percussione di Cirillo, correzione di testa di Cordoba, gol acrobatico di Ferrante, quando gi? gli ultr? avevano occupato la zona verde del primo anello ed erano pronti a scavalcare. Ferrante riusciva anche a segnare un altro gol, ma il guardalinee Copelli annullava per fuorigioco. Per? i tre punti erano in cassaforte. Baci e abbracci, mentre la serata si spegneva con l' ultimo sfott? degli ultr?: ?Andate a lavorare?. In un angolo si abbracciavano anche Tardelli e Oriali, due che non hanno mai smesso di lavorare, mentre Tronchetti Provera, presidente della Pirelli, sponsor e azionista dell' Inter, riassumeva il senso della giornata: ?Alla squadra avevamo chiesto pi? seriet? professionale, pi? volont?, pi? rispetto per la maglia?. Missione compiuta. Fabio Monti INTER UDINESE 2 1 MARCATORI: R. Sosa 15' , Blanc 18' p.t.; Ferrante 45' s.t. INTER (4-4-2): Ballotta 5,5; Cirillo 6,5, Blanc 6,5, Cordoba 7, Gresko 6,5; Brocchi 6 (Cauet s.v. 48' s.t.), J. Zanetti 7,5, Di Biagio 6, Serena 6 (Seedorf 5 11' s.t.); Hakan Sukur 5 (Ferrante 8 40' s.t.), Recoba 5. All: Tardelli 7 UDINESE (3-4-1-2): Turci 7; Zamboni 5,5, Sottil 5,5, Bertotto 6; Alberto 6, Fiore 6, Giannichedda 6, Diaz 6 (Gutierrez s.v. 46' s.t.); Jorgensen 6 (Manfredini s.v. 43' s.t.); Sosa 6, Margiotta 5 (Gaarde 6 16' s.t.). All: De Canio 6 ARBITRO: Nucini 4 (Ivaldi 5, Copelli 6) AMMONITI: nessuno RECUPERI: 1' pi? 4' LE PAGELLE INTER Zanetti, che cuore 5,5 BALLOTTA Sostituisce Frey e si lascia sorprendere da Sosa sul gol. Si riscatta nella ripresa. 6,5 CIRILLO Il pubblico non perde tempo a fischiarlo, lui si riscatta con una partita intensa e generosa, anche in fase offensiva. Il modulo con quattro difensori lo fa sentire pi? protetto. 6,5 BLANC Ordinato in difesa, scaccia subito la paura pareggiando con un gran colpo di testa (terza rete dopo quelle con Napoli e Juve). Una presenza decisiva, senza mai correre rischi. 7 CORDOBA Prolunga di testa la rimessa di Brocchi sul gol di Ferrante, ma questo ? l' ultimo dei suoi meriti, in una partita di sostanza e di qualit?. 6,5 GRESKO Schierato come quarto difensore, nel suo ruolo naturale di esterno sinistro, si batte con personalit? in opposizione ad Alberto. 6 BROCCHI Sconfigge con la volont? lo scetticismo della gente, che all' inizio non gli perdona niente. La difesa a quattro agevola anche lui. 7,5 J. ZANETTI Grande partita a centrocampo, sia in contenimento, sia in proiezione offensiva. Una gara da capitano vero e da trascinatore. 6 DI BIAGIO Parte bene, manca l' occasione del vantaggio nel primo tempo, contiene senza problemi Fiore, sbaglia il rigore, non si demoralizza, ma certe verticalizzazioni si perdono. 6 SERENA Partita ordinata, alimenta l' azione offensiva con buoni cross. Si procura il rigore, cede il posto a Seedorf. 5 HAKAN SUKUR Si impegna molto, ma non riesce mai ad essere pericoloso davanti a Turci. Persin troppo altruista. 5RECOBA Si batte con impegno, potrebbe fare gol gi? al 10' del primo tempo, ma trova Turci. Sbaglia la conclusione di destro al 32' ; secondo tempo con molte ombre e pochissime luci. Non tira il penalty, forse perch? ? la stessa porta dell' Helsingborgs. Da lui ci si aspettava di pi?. 8 FERRANTE Un gol alla Ferrante, dopo aver giocato appena cinque minuti. Rid? il sorriso all' Inter e a se stesso. Il guardalinee gli nega la gioia del bis. 5 SEEDORF Rileva Serena, ma non d? alla squadra quell' aiuto che servirebbe per sbloccare il risultato. LE PAGELLE UDINESE Fiore in ombra 7 TURCI Si scalda subito con una grande parata su Recoba, neutralizza il penalty di Di Biagio in avvio di ripresa. Nulla pu? nell' occasione dei due gol interisti, ma sono molti i salvataggi importanti, prima di arrendersi a Ferrante. 5,5 ZAMBONI Nonostante gli attaccanti dell' Inter non siano in una delle loro migliori giornate, fatica contenere la pressione nerazzurra. Si lascia sorprendere sul gol di Ferrante. 5,5 SOTTIL Si fa bruciare nel gol del pareggio interista dal colpo di testa di Blanc. Una partita pallida, quasi si sentisse in soggezione. 6 BERTOTTO Meglio in fase propositiva, che in fase difensiva, ma ? il meno in difficol? del trio di retroguardia, dove gioca sul centrosinistra. 6 ALBERTO Parte bene, sembra in grado di appoggiare la manovra di attacco dell' Udinese, ma Serena e Gresko lo costringono spesso a ripiegare in fase difensiva per proteggersi. 6 FIORE Da lui ci si aspetterebbe molto di pi? sul piano della qualit?. Invece, dopo aver provato a sbloccare il risultato in avvio su punizione (alta), si limita all' ordinaria amministrazione. Partita senza mai un lampo. 6 GIANNICHEDDA Prova a dare concretezza e forza al centrocampo friulano, ma si trova di fronte il miglior Zanetti della stagione. E deve soffrire come tutti. 6 DIAZ Buona partenza, offre un pallone d' oro a Sosa sull' 1-1 al 32' del primo tempo. Ma subisce l' aggressivit? della coppia di destra nerazzurra Cirillo-Brocchi e ripiega (come Alberto). 6 JORGENSEN Ha grande libert?, sistemato alle spalle dei due attaccanti, ma non sfrutta l' occasione, offrendo una prova di quantit?, ma di modesta qualit?. 6 SOSA Subito in gol, quando raccoglie l' assist in corsa di Margiotta, manca il raddoppio e nella ripresa si affloscia. 5 MARGIOTTA Parte bene, come tutta l' Udinese, ma poi si perde, soffocato dalla difesa a quattro dell' Inter, che non d? spazio a nessuno. Sostituito. 6 GAARDE Rileva Margiotta a mezz' ora dalla fine; sgraziato nella corsa ? comunque pericoloso, quando parte in progressione. f. mo. L' UOMO-PARTITA ?Dedicato al tecnico Sogno il bis a Roma? MILANO - Impiega solo quattro minuti per decidere l' incontro, segnare un bellissimo gol e contenere le furie contestatrici dei tifosi che sarebbero implacabilmente esplosi a fine gara in caso di mancata vittoria. Al suo primo acuto con la maglia nerazzurra Marco Ferrante, il giocatore che ha impedito a Romario di esibirsi su un palcoscenico italiano, raggiante fa una dedica a chi gli ha cambiato la carriera. ?? la mia prima rete con una squadra importante, una delle pi? importanti della mia carriera. Dedico il gol a chi ha creduto in me, all' Inter tutta e a Tardelli in particolare. In fin dei conti l' anno scorso ho realizzato 18 gol in serie A con una squadretta?. ? rimasto seduto in panchina fino all' 84' . Qualcuno obietta: con lei in campo l' Inter avrebbe chiuso prima l' incontro. ?Ma no, ? stata giusta la scelta del mister di puntare su Hakan Sukur. Mancando Vieri, c' era la necessit? di una torre in attacco e poi firmerei per giocare di nuovo solo uno scampolo di partita e segnare?. Difende soprattutto e sopra tutti il suo allenatore, a cui stavolta ha fatto lui un favore. ?Il gol ? determinante soprattutto per lui che, secondo qualcuno, avrebbe avuto problemi con la squadra. Macch?, non ho mai visto un gruppo cos? unito e compatto. Domenica saremo a Roma. Abbiamo le qualit? per mettere in difficolt? la capolista e soprattutto per arrivare quarti in classifica?. m.c. Moratti gli ha telefonato prima della gara, in panchina il tecnico ? apparso pi? calmo del solito: ?Non m' alzavo per non prendere un seggiolino in testa? Tardelli: ?Sono ancora pi? arrabbiato: ma perch? non giochiamo sempre cos??? MILANO - Prima della partita ha ricevuto una telefonata di Massimo Moratti: ?Stia tranquillo, in ogni caso ha la mia fiducia?. E stavolta, in panchina, Marco Tardelli non s' ? sbracciato, non ha urlato ordini ai giocatori, addirittura sul gol del pareggio dei suoi nemmeno ha esultato. ?? vero, sono quasi sempre rimasto seduto: non mi sarebbe piaciuto beccarmi un seggiolino in testa...? ironizza il tecnico nerazzurro. Poi cambia tono: ?Non mi pare che la squadra abbia avuto difficolt?, ha giocato creando almeno cinque occasioni da gol. Certo per raggiungere la vittoria abbiamo sofferto, ma alla fine credo che il risultato sia meritato?. Dice di non essersi preoccupato nemmeno quando Sosa ha scaraventato il pallone in rete al 13' del primo tempo, provocando la delusione dei tifosi, rabbiosamente silenziosi. ?Non ho pensato a niente in quel momento? confessa il tecnico. ?Del resto ci siamo ripresi subito, mostrando una buona reazione. Piuttosto non posso dire di essere soddisfatto per un altro motivo: se siamo questi, dobbiamo esserlo sempre. Non capisco perch? con l' Alaves non abbiamo offerto una prestazione cos??. Ma la Coppa ormai ? un ricordo appartenente al passato. Ci? che conta ? aver firmato la tregua coi tifosi (?Solo con una vittoria potevamo premiarli; ad ogni modo la contestazione ? stata civile: lo sapevo che cos? sarebbe stata perch? io i tifosi dell' Inter li conosco bene?) e soprattutto essersi portati avanti in classifica. ? davvero un campionato pazzo questo che da una settimana all' altra consente di oscillare dalle paludi della zona salvezza ai sogni di Champions League. ?Il torneo non ? pazzo, lo sarebbe se l' Inter fosse sestultima? puntualizza orgoglioso Tardelli. ?Ad ogni modo questo successo non risolve i nostri problemi. Abbiamo solo fatto un passo in avanti, dopo averne compiuti venti indietro. ?Sono amareggiato perch? quella vista con l' Udinese sembrava un' altra squadra rispetto a quella di gioved?. Per il futuro, a partire dalla partita di Roma di domenica prossima, mi aspetto una prestazione come quella odierna. Mi attendo impegno e se i giocatori saranno determinati e attenti arriveranno anche belle prove?. Aspettative e speranze che coincidono con quelle di Facchetti, consigliere della societ? nerazzurra. ?Abbiamo messo in campo una grinta che non sempre si ? vista in questa stagione. Ora dobbiamo far s? che non cali la tensione: con questa rabbia ci toglieremo delle soddisfazioni. Del resto quando in settimana nello spogliatoio avevo detto alla squadra che non doveva smarrirsi perch? c' erano ancora obiettivi prestigiosi a cui ambire, qualcuno mi aveva guardato storto. La classifica conferma invece che avevo ragione?. Avanti dunque con animo pi? sereno e traguardi apparentemente non pi? raggiungibili. ?Non so se Moratti cambier? idea riguardo al proposito di prendere provvedimenti punitivi contro la squadra - dichiara Facchetti -. Sicuramente il successo cancella le brutta prestazione di Coppa. Con questa determinazione possiamo puntare alla zona Champions League?. ?Certo alla risalita ci crediamo - risponde capitan Zanetti -, ma le parole non bastano?. De Canio dall' illusione della vittoria ? passato alla delusione di una sconfitta maturata a pochi secondi dalla fine confessa: ?Pensavamo di potercela fare, del resto l' Inter non aveva avuto grandissime occasioni da gol. Non credo che la mia squadra sia stata troppo attendista nel chiudere l' incontro, gli avversari mi sono sembrati pi? concreti del solito. Per loro non deve essere stato semplice giocare in un' atmosfera del genere, ma con questa vittoria recuperano il feeling con i tifosi?. Monica Colombo Monti Fabio, Colombo Moni
  12. beh per?...sono entrambi credibili... a quanto ? stato...
  13. eh ne ho trovati cercando..hai visto confermeri anche l'esposito pieri padre ad esempio fu squalificato per una cena con moggi il nicchi sembra proprio lui un paparesta si scatena in telefonate dopo il reggina juventus chiama anche arezzo... numero svizzero... secondo la caf..
  14. ciao mario eh si ho visto che era una chicca, come lo era quella del giornale portoghese che ho riportato all'inizio di questo forum sempre su nucini poi da arbitro scarso ? buono per la b.. questo ? diventato un giovane arbitro.. beh ? del 60 ... quindi giovane non era.. e un martire e vittima della juventus
  15. L?arbitro aretino, invece, non confessa niente, nonostante le conclusioni della disciplinare. Secondo i giudici sportivi, gli indizi del fatto che anche lui avesse una Sim straniera stanno nei contatti che i carabinieri hanno individuato con la cella di ricezione di Arezzo. "Inoltre - afferma la sentenza - vi ? corrispondenza tra localit? e orari delle chiamate e presenza del Bertini per partecipare a convegni tecnici (Coverciano e Milano) o arbitrare partite del campionato italiano". L?ultimo elemento, spiegano i giudici, starebbe proprio nel racconto di Gianluca Paparesta, he nell?interrogatorio davanti ai giudici di Napoli del 10 marzo 2008 avrebbe parlato di una telefonata a Bertini tramite le schede elvetiche. "Ma le cose non stanno cos? - mette le mani avanti l?avvocato Messeri - Paparesta dice che la chiamata c?? stata e che non ricorda per? con quale Sim. Infatti la telefonata risulta ma sui tabulati dei telefonini ordinari dei due arbitri". Il legale ripete ancora la verit? del fischietto aretino: "Non ha mai avuto schede svizzere, gli indizi sui quali ? basata la sentenza sono contraddittori. Il collegio ha utilizzato solo quello che faceva comodo per pronunciare la condanna
  16. I GUAI di Bertini, che gi? era stato prosciolto nell?estate 2006 per il primo filone di Calciopoli, ricominciano dalla decisione di Gussoni di non mandarlo pi? in campo in attesa dei risultati dell?inchiesta di Napoli o di un eventuale deferimento da parte del procuratore federale Stefano Palazzi. ?Ma ? lamenta Messeri ? la sospensione dovrebbe essere l?equivalente di un provvedimento cautelare in sede penale. Qui invece sta diventando una vera e propria pena. Dopo i primi quattro mesi, il provvedimento ? stato rinnovato in agosto per altri quattro. E si pu? arrivare fino a un anno. E? una specie di squalifica. Una misura assurda. Non si pu? rimanere ad aspettare l?esito dell?udienza preliminare di Napoli. La giustizia del calcio deve avere il coraggio di muoversi?. Bertini, ricorda l?avvocato, ?era non solo un internazionale ma uno dei primi tre arbitri d?Italia. Lo hanno lasciato solo. Lo ha abbandonato anche l?Aia. La Federcalcio si decida: o ci sono gli elementi per condannarlo o gli devono consentire di tornare in campo a fare il suo mestiere?. D?ALTRONDE, nella sostanza, l?arbitro aretino continua a dichiararsi innocente su tutta la linea: ?Non ha mai avuto sim svizzere, tantomeno da Moggi?, assicura Messeri. E i tabulati prima di Juve-Milan del 20 dicembre 2004, quelli che evidenzierebbero decine di contatti fra l?arbitro e le sim dell?entourage moggiano? ?I tabulati, per quanto ci riguardano, non dicono il vero. Ci sono situazioni nelle quali secondo la scheda Bertini sarebbe ad Arezzo e invece ? fuori citt?, altre in cui in cinque minuti sarebbe prima ad Arezzo e poi a Milano. E poi quello che ? successo in campo non torna coi tabulati?. Per esempio? ?Per esempio c?? un?Atalanta-Milan in cui Paolo, secondo l?accusa, avrebbe avuto contatti con Moggi per sfavorire i rossoneri, avversari della Juve per lo scudetto. E invece il Milan vinse avvantaggiandosi di una mancata espulsione di Nesta. E allora da che parte stava Bertini, con Moggi o col Milan? No, non c?? logica?. Del resto, spiega l?avvocato, persino Romeo Paparesta, padre di Gianluca, che ammette di avere avuto una scheda svizzera, dice di non avere mai parlato con l?arbitro aretino. Che ora chiede solo di essere giudicato dal suo mondo, quello del calcio. E? troppo? quindi?
  17. Calciopoli si abbatte con violenza anche sul campionato di serie B 2004-2005. Dopo i sospetti, arrivano puntuali, dalle carte giudiziarie, le prime conferme. Ed ? in arrivo un altro terremoto giudiziario e sportivo. Dalla terza informativa dei carabinieri, quella del 2006 dedicata ai rapporti tra ?laccompagnatore degli arbitri? per conto del Milan, cio? Leonardo Meani di Lodi, e vari interlocutori, come il guardalinee Claudio Puglisi, tracimano altri veleni, altre combine. Comunque tali da alterare la classifica finale, le promozioni e tutto il resto, in un specie di effetto domino dalle conseguenze, almeno per il momento, imprevedibili e foriere di altre retrocessioni dufficio. Allora, Genoa e Torino finirono nei guai e furono severamente punite. I rossoblu per la partita con il Venezia, che si disse ?comprata? e i granata per le vicissitudini finanziarie. [...] Ma se la giustizia, compresa quella sportiva, dovesse dimostrare che ci furono altre irregolarit?, rischiano di saltare gli equilibri e lassetto finale della B per la prossima stagione. Tornano alla ribalta due partite sospette, cio? Arezzo-Salernitana (2-0)e Empoli-Vicenza (2-1), gi? da tempo inserite nella lista nera dei pm di Napoli Narducci e Beatrice. Oggi linchiesta ci racconta come e quando e attraverso chi avvenne il presunto ?taroccamento? del risultato finale. E altre partite rischiano di finire nel mirino degli inquirenti. Come, tanto per fare un esempio, Arezzo-Catanzaro, del 23 aprile 2005, finita 2-1 e Arezzo-Catania, 3-1. Gli inquirenti stanno incrociando i dati: quali gli arbitri, gli assistenti, i risultati finali. Schemi e diagrammi, con i nomi, le sezioni di appartenenza, gli esiti delle gare. Le ?pressioni dei capi? Un giorno della tarda primavere del 2005, sono le ore 20,51. Al telefono con il mite Leo Meani, c? larbitro Danilo Nucini, della Can di A e B, sezione Aia di Bergamo. La conversazione parte in modo innocente; al centro c? il fatto che Nucini sta per andarsene in pensione, proprio alla fine dellanno: ?Nucini... mette in risalto ancora una volta il predominio esercitato da Luciano Moggi sullintero sistema calcio... si osserva che gi? negli Anni Novanta Moggi regolava in maniera netta le designazioni arbitrali, interagendo direttamente sul responsabile Fabio Baldas allepoca designatore arbitrale?. Se questa era la premessa, alla fine, ?i due interlocutori, per vie diverse, affermano di essere venuti a conoscenza di ?pressioni...?, esercitate dai ?...capi?, nellambito del campionato cadetto, emergendo a loro parere il chiaro disegno di favorire le squadre toscane, fornendo in tal modo ulteriore riscontro a quanto emerso in proposito a gi? segnalato con linformativa dello scorso 2 novembre?. Gli inquirenti, appresi questi ed altri particolari, non usano mezze misure. Anzi: ?Sul tema dellalterazione del risultato sportivo a favore delle toscane, le indagini hanno consentito di acquisire un importante riscontro sulle manovre attuate e dai conseguenti effetti che ne discendono, in base alle affermazione di uno degli stessi guardalinee che si ? dovuto rendere strumento a tal fine...?. Il guardalinee indottrinato Traduzione dal legalese: il guardalinee ha taroccato il risultato. Di cognome fa Titomanlio e, a un interessato Meani, spiega come ? stato ?indottrinato? per lincontro Arezzo-Salernitana. Bergamo gli diceva secco che ?Maurizio Mazzei avrebbe dovuto parlargli e poi questultimo che lo prendeva in disparte e gli diceva ci? che avrebbe dovuto fare raccomandando il massimo riserbo, e senza far trapelare nulla agli altri componenti della terna arbitrale?. Ecco come si fa a cambiare il risultato, a favore dellArezzo: ?Quando si ? trovato pressato dalla Salernitana...il guardalinee stesso, avvertendo il rischio di un pareggio, ha sbandierato di fronte a due azioni dellattaccante salernitano, sanzionandole come falli dattacco?. Testuale: ?...E cera lattaccante che si ? liberato un po ? forzato e io gli... ho... sono andate su tutte e due le volte per come fallo in attacco... cio? piuttosto... allora cosa ho fatto piuttosto che venga fuori una contestazione, stava facendo pressione (la Salernitana, ndr) e cera il rischio che pareggiasse... e allora cosa ho detto! Ho detto m? vado su perch? almeno, la cosa sia pulita... capisci??. Due rigori fantasma Tanto basta per immanlinconire per sempre i poveri tifosi della Salernitana. Ma il peggio deve ancora venire. ? la volta di Empoli-Vicenza. Era il 7 maggio 2005, fin? 2-1. Prima di addentrarci nelle carte giudiziarie, vale la pena di fare un po di cronaca della partita, dove tal Cuttica faceva lassistente. La gara fini tra le polemiche, con i calciatori vicentini decisi a farsi giustizia da s?, dopo una serie di sviste, a loro sfavore, ?incredibili?. Due espulsioni, i vicentini Pesoli e Bolic; un gol di Bonanni, del Vicenza, al 45 del primo tempo e, alla fine, con due rigori attribuiti allEmpoli, al 35 e al 45 della seconda frazione, vincono i toscani. Due rigori che i cronisti definirono ?inesistenti?. Larbitro era Nucini, gli assistenti Pascariello-Cuttica. Il portiere Sterchele ?tent? di farsi giustizia da s?, ma fu provvidenzialmente fermato dai compagni?. Il bomber Tavano non sbaglia la mira, un penalty da una parte, laltro dallaltra. Due gol che mettono ko i veneti, in preda alla frenesia, alla rabbia. Sugli spalti, tensione tra i tifosi. Alla fine, restano agli atti le dichiarazioni del direttore generale del Vicenza, Gasparin: ?Primo rigore scandaloso, il secondo una forzatura. Noi ci siamo complicati la vita, ma larbitro ci ha messo del suo?. Altro che, caro Gasparin. FONTE:www.tuttomercatoweb.com scritto da salvoct60 alle ore 21:46 commenta leggi commenti (0)
  18. in ordine a Paolo Bertini, la scheda SIM a lui attribuita risulta aver agganciato con maggiore frequenza celle localizzate nel Comune di Arezzo ove vive il deferito. Inoltre vi ? corrispondenza tra localizzazione ed orari delle chiamate e presenza dal Bertini per partecipare a convegni tecnici (Coverciano e Milano) o per arbitrare gare del Campionato Italiano. In significativa coincidenza con gli arbitraggi internazionali del Bertini, le indagini hanno riscontrato il silenzio della scheda SIM in questione sul territorio nazionale. Infine il Gianluca Paparesta nel corso dell?audizione del 10.3.2008 ha ammesso di aver parlato con il Bertini in data 8.11.2004 dopo le ore 17:30, e dai tabulati risulta effettivamente un contatto in tale data tra la SIM estera attribuita al Bertini e quella attribuita al Paparesta. Le istanze istruttorie avanzate dal Bertini nella memoria difensiva sono inammissibili in quanto generiche e perch? indicano quali testimoni da escutere soggetti deferiti nel presente giudizio. Sono comunque irrilevanti. Per quanto riguarda la richiesta di essere sentito personalmente, il Bertini, presente in aula non ha reiterato tale istanza ma, anzi, ha abbandonato la riunione prima della fine; il paparesta padre dice che sul telefono con sim datagli da moggi aveva 2 numeri uno per moggi l'altro per fabiani come faceva ad avere il numero di bertini?numero sim svizzero?? l'8/11/ ? dopo la famosa reggina juventus del 7/11 poi ci sarebbe stato un turno infrasettimanale del 10/11 in cui bertini era riserva degli arbitri insieme a trefoloni paparesta padre ha patteggiato 20 mesi.. tnato per un pentito? il figlio 2 mesi pochi per uno che ha usato la scheda bertini un anno e 4 mesi qualcosa non va? poi ci sarebbe stato un turno infrasettimanale
  19. Oggetto: Acquisizione dei tabulati telefonici e nuova disciplina: critiche a prima lettura Data pubblicazione su Diritto e Giustizia: 24/3/2004 di Francesco Paolo Marinaro e Bernardo Petraia La legge 45/2004, che ha convertito con modificazioni il Dl 354/03, ha apportato significative modifiche all?articolo 132 del D.Lgs 196/03 in materia di protezione dei dati personali a tutela della privacy, con particolare riguardo alla conservazione dei dati relativi ai traffici telefonici. La legge in questione ha, inoltre, introdotto innovativi meccanismi procedurali per l?acquisizione dei tabulati nel corso delle indagini penali, che incidono in maniera profonda sull?esercizio del potere istruttorio dei magistrati del Pm, attribuendo - in maniera forse neppure del tutto consapevole - nuovi poteri al giudice delle indagini preliminari, che non sempre appaiono conciliabili con il nuovo articolo 111 della Costituzione, come riformulato con la legge costituzionale 2/1999. Prima di analizzare nel dettaglio gli aspetti poco convincenti della riforma attuata, ? bene premettere che non si ritiene suscettibile di alcuna valutazione critica la scelta normativa di limitare la conservazione e l?acquisizione dei dati di traffico telefonico ad un periodo massimo di quattro anni, rientrando senza dubbio nell?insindacabile discrezionalit? del Legislatore comparare nella maniera ritenuta pi? adeguata i vari e differenti interessi coinvolti in un intervento normativo. Nel caso di specie la tutela della riservatezza e l?interesse a svolgere investigazioni in merito a fatti di reato. Gli elementi portanti della riforma possono cos? sintetizzarsi: a) i dati relativi al traffico telefonico sono conservati dal gestore per un periodo massimo di quattro anni per le sole finalit? di accertamento e repressione dei reati (articolo 132 comma 1); b) i dati relativi al terzo ed al quarto anno dalla registrazione del traffico telefonico sono conservati soltanto ai fini dell?accertamento e repressione ?dei delitti di cui all?articolo 407, comma 2, lettera a), del Cpp, nonch? dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici? (articolo 132 comma 2); c) i dati relativi ai primi due anni dalla registrazione del traffico telefonico sono acquisiti ?con decreto motivato del giudice su istanza del Pm o del difensore dell?imputato, della persona sottoposta alle indagini, della persona offesa o delle altre parti private? (articolo 132 comma 3); d) i dati relativi al terzo ed al quarto anno dalla registrazione del traffico telefonico sono acquisiti direttamente dalle parti legittimate (Pm ovvero difensore dell?imputato, dell?indagato, della persona offesa o delle altre parti private), previa autorizzazione del giudice che verifica la sussistenza dei requisiti richiesti e, quindi, che vi siano ?sufficienti indizi di dei delitti di cui all?articolo 407, comma 2, lettera a), del Cpp, nonch? dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici? (articolo 132 comma 4). ? utile ricordare che, prima della presente riforma, i dati relativi al traffico telefonico venivano acquisiti, nel corso delle indagini preliminari, direttamente ed in via pressocch? esclusiva dal Pm (si ? discusso sulla possibilit? di acquisizione da parte dei difensori ai sensi dell?articolo 391quater Cpp) che ne faceva richiesta al fornitore ai sensi dell?articolo 256 Cpp. In sede processuale - instauratosi il contraddittorio tra le parti, dopo l?esercizio dell?azione penale - provvedeva il giudice procedente, su istanza di parte o anche di ufficio a seconda del differente stato del processo e secondo i poteri attribuiti dalle specifiche norme del codice di rito che disciplinano ogni singola fase (articolo. 422; 507; 603 Cpp). Rimaneva ovviamente impregiudicato il potere acquisitivo del Pm, autonomamente esercitabile in ogni momento come atto di indagine suppletiva o integrativa. Peraltro, l?esercizio di questa attivit? di ricerca della prova nella fase (segreta e priva di contraddittorio) delle indagini preliminari, in considerazione dell?indiscutibile compressione della sfera dell?altrui riservatezza, era stata oggetto di approfondite valutazioni di ordine giuridico, culminate nella sentenza, 281/98 dalla Corte costituzionale (pubblicata in Giur. Costituzione, 1998, p. 2167), pronunciata in relazione all?articolo 15 Costituzione, successivamente ripresa dalle Su della Corte di cassazione(ci si riferisce a Su, 23 febbraio 2000, D?amuri, in Dir.giust., 2000, f.21, p. 69). Le due decisioni hanno rimarcato le differenze sostanziali tra il tabulato telefonico, inteso come documentazione dei dati esterni di comunicazioni gi? avvenute ed esaurite e l?intercettazione in senso proprio, consistente nella ?intromissione in sistemi informatici, deputati alla trasmissione di comunicazioni, al fine di captarle? e, quindi, nell?ascolto diretto della conversazione. La Corte costituzionale, in particolare, ha affermato: ?la disciplina applicabile all?acquisizione dei ?tabulati?, nei cui confronti opera la tutela che l?articolo 15 Costituzione appresta alla libert? e alla segretezza di ogni forma di comunicazione, va ricercata nell?articolo 256 Cpp, relativo al dovere di esibizione all?autorit? giudiziaria di documenti riservati o segreti; disciplina alla quale sono peraltro sottese le irrinunciabili garanzie stabilite dall?articolo 15, secondo comma, Costituzione, secondo cui la libert? e la segretezza di ogni forma di comunicazione possono essere limitate solo con atto dell?autorit? giudiziaria, sorretto da adeguata e specifica motivazione?. Muovendosi in questo solco le Su hanno, a loro volta, precisato ed argomentato in merito alle ragioni in forza delle quali titolare del potere acquisitivo, nella fase delle indagini preliminari, non potesse essere che il Pm, sia per ragioni di merito attinenti le ovvie esigenze investigative, che per garantire la conformit? ai parametri costituzionali: ?Il provvedimento consente al Pm, garante della persecuzione dei reati per l?obbligo costituzionalmente impostogli di esercitare l?azione penale, di acquisire a fini investigativi e probatori materiale informatico costituito dai dati precisati, purch? dia corretta ragione del privilegio che fa prevalere sul diritto alla ?privacy? l?interesse pubblico di perseguire i reati, presidiato dall?articolo 112 della Costituzione. E, pur se manca la previsione di un immediato controllo giurisdizionale di detto decreto motivato del Pm, poich? l?articolo 257 Cpp prevede il riesame (articolo 324 Cpp) del solo decreto di sequestro, tuttavia il recupero del controllo su detto provvedimento, che attiene ad un mezzo di ricerca della prova, avviene attraverso la rilevabilit?, anche di ufficio, dell?eventuale relativa inutilizzabilit?, in ogni stato e grado del procedimento, cos? nelle indagini preliminari nel contesto incidentale relativo all?applicazione di una misura cautelare, o nell?udienza preliminare, ovvero nel dibattimento o nel giudizio di impugnazione. Ci? si desume dal disposto dell?articolo 191 del codice di rito, applicabile anche alle c.d. ?prove incostituzionali??. Nella fase delle indagini preliminari, quindi, il sistema era gi? congegnato tenendo conto delle specifiche competenze dell?ufficio di Procura quale organo dello Stato deputato alla repressione e punizione dei reati, al quale dovevano essere rivolte le richieste di acquisizione di tabulati provenienti dalle altre parti interessate (indagato, parte lesa ecc.). L?appartenenza del Pm all?ordine giudiziario era considerata idonea tutela e garanzia del diritto alla riservatezza dei cittadini, mettendoli al riparo da atti di intrusione nella propria sfera privata eventualmente sviati dal fine di accertamento e repressione dei reati che, solo, consentiva (e consente tuttora) quella deroga. Unico limite della precedente disciplina, che, si ripete, non era oggetto di specifiche previsioni normative e che costituiva attuazione dei generali poteri dell?organo delle indagini, poteva individuarsi nella non obbligatoriet? per il Pm di procedere all?acquisizione dei dati richiesta dalle altre parti interessate e nella mancanza di un rimedio per il caso di richiesta non accolta. Limite che poteva facilmente essere superato con la previsione di un obbligo del Pm di motivare le ragioni del diniego con trasmissione degli atti al Gip cos? come avviene per i casi di istanze non accolte di sequestro ai sensi dell?articolo 368 Cpp. In ogni caso la parte poteva proporre (o riproporre) la richiesta al giudice, in sede processuale. Le norme contenute nella legge 45/2004 hanno invece attribuito il potere di acquisire i tabulati telefonici in via esclusiva al giudice e solo su istanza di parte. La competenza, quindi, nella fase procedimentale si radica oggi nel giudice delle indagini preliminari e nelle fasi successive nel giudice che procede (Gup, Tribunale, Corte di assise, Corte di appello). La perentoria ed esplicita previsione di una richiesta proveniente da uno dei soggetti interessati e legittimati porta, in primis, ad escludere che il giudice possa provvedere di ufficio nell?esercizio di quei poteri istruttori normalmente connessi alla funzione decisoria. Questa scelta, in verit?, non appare convincente e neppure coerente col sistema, atteso che il potere cognitivo del giudice ? stato limitato nelle fasi strettamente processuali e, quindi, decisorie e non gi? per finalit? di tutela della privacy, ma soltanto per la mera inerzia delle parti, dettata dalle pi? disparate esigenze, certamente mai collegate o collegabili a ragioni di rispetto della sfera dell?altrui riservatezza. L?aspetto di maggiore complessit? del novellato articolo 132 D.Lgs 196/03 ? quello relativo alla procedura di acquisizione dei dati di traffico telefonico nel termine di due anni, di cui al comma 3 del citato articolo, che sembra porsi in insanabile contrasto con l?articolo 111 Costituzione e che denota una preoccupante approssimazione legislativa, che discende da non conoscenza sia delle modalit? di svolgimento delle indagini, che di tutti quegli aspetti e corollari essenziali di un sistema processuale di impronta accusatoria, di cui si disconoscono le basi e le pi? elementari nozioni. Come si ? detto poc?anzi i tabulati delle telefonate intercorse entro il termine di 24 mesi vengono acquisiti dal giudice su istanza di parte con decreto motivato. ? evidente, dunque, che nel corso delle indagini preliminari - che ? il caso pi? frequente e fisiologicamente connaturale a tale tipo di fonte di prova - il provvedimento debba essere adottato dal Gip. Per la prima volta dall?entrata in vigore del nuovo Cpp, dunque, sono stati attribuiti al giudice autentici poteri istruttori, da esercitare non in sede di giudizio, nel contraddittorio tra le parti e con finalit? decisorie, ma nella fase finalizzata alla raccolta delle fonti di prova, connotata dall?indispensabile requisito della segretezza. La questione assume aspetti ancor pi? complessi se si considera che il provvedimento del giudice, non soltanto non viene ancorato a parametri sostanziali e processuali, che, a differenza di quanto previsto per l?acquisizione dei traffici intercorsi tra il 24? ed il 48? mese, avrebbero consentito di prevedere un potere autorizzatorio in funzione di controllo, ma deve essere motivato, evidentemente sulla base di un giudizio di utilit? e/o necessit? per la prosecuzione dell?indagine. Diversamente, infatti, non sarebbe possibile ipotizzare alcuna motivazione che non si risolvesse in un mero controllo della sussistenza di una notizia di reato iscritta nel registro generale e della legittimazione della parte richiedente. Ne discende che la richiesta debba essere corredata dalla trasmissione del fascicolo di indagine da parte del Pm o dall?allegazione delle copie del fascicolo e delle eventuali indagini difensive da parte dei difensori delle altre parti. Il giudice diventa, quindi, dominus dell?indagine, essendo chiamato a compiere atti istruttori in prima persona, al di fuori della fase processuale e, soprattutto, in prospettiva non decisoria. La scelta normativa adottata appare ancor pi? grave e discutibile se si considera che questi delicatissimi aspetti - evidentemente non considerati dal Legislatore - erano gi? stati incidentalmente esaminati dalla Corte costituzionale nella parte motiva della citata sentenza 281/98, nel corpo della quale l?unico ed ipotetico (e, come detto, respinto) intervento del giudice, veniva astrattamente configurato nella sola possibilit? di prevedere un atto autorizzatorio da adottare previa verifica di requisiti di fatto e di diritto stabiliti dal Legislatore. La Consulta - descrivendo l?impossibilit? anche tecnica di procedere ad una pronuncia additiva - ha affermato, infatti, che ? ? ove si riservasse al giudice l?autorizzazione alla acquisizione dei tabulati, spetterebbe comunque al Legislatore l?individuazione dei parametri di giudizio del relativo decreto, ora definiti dall?articolo 267, comma 1, Cpp (e per i delitti di criminalit? organizzata dall?articolo 13 del Dl 152/91), limitandosi l?articolo 15, secondo comma, Costituzione a prescrivere la necessit? di un atto motivato dell?autorit? giudiziaria nel rispetto delle garanzie stabilite dalla legge?. ? chiaro, dunque, come la novella legislativa sia in netta antitesi con il nuovo articolo 111 Costituzione, che, imponendo la terziet? ed imparzialit? del giudice, in qualche modi limita l?attribuzione di poteri istruttori diversi da quelli finalizzati ad una decisione da assumere in sede processuale e dopo l?instaurazione di un contraddittorio tra le parti. Questo argomento, data l?unicit? della norma in oggetto, che si pone completamente al di fuori della prospettiva accusatoria, non ? stato affrontato direttamente dalla Corte costituzionale, la quale, tuttavia, approfondendo tematiche attinenti i poteri del giudice nella fase delle indagini preliminari, ha in parte gi? delineato alcuni degli aspetti tipici del nuovo rito, tracciando i confini tra i poteri istruttori del Pm e quelli di controllo del giudice. Si richiama in proposito l?ordinanza 321/01 con la quale la Consulta, ha ritenuto non fondata la questione di illegittimit? costituzionale dell?articolo 299 commi 3ter e 4ter Cpp (sollevata in relazione agli articoli 3 e 111 Costituzione) nella parte in cui non prevede che il Gip chiamato a provvedere sulla richiesta di revoca di una misura cautelare personale, allorch? non sia in grado di decidere allo stato degli atti disponibili, possa acquisire informazioni e disporre accertamenti diversi e ulteriori rispetto a quelli indicati dalla disposizione censurata. In questo caso la Corte, nel confermare l?onere di allegazione indiziaria del Pm (con la conseguenza della revoca della misura nel caso di insufficienza di indizi), ha escluso la configurabilit? di poteri istruttori in senso stretto in capo all?organo giudicante diversi da quelli volti ad acclarare eventuali cause di incompatibilit? con lo stato detentivo, che, ovviamente, non sono finalizzati alla ricerca della prova del fatto e della responsabilit? dell?indagato. La Corte ha statuito, in particolare: ? ? ? da osservare che la decisione incidentale sulla libert? personale che nella specie il rimettente deve assumere) non ? utilmente comparabile con il giudizio dibattimentale - e oggi, dopo la novella recata dalla legge 479/99, con il giudizio abbreviato -, giacch? la possibilit? di integrazione probatoria (rispettivamente, articolo 507 e articolo 422 Cpp) che ? data al giudice ai fini di decisioni sul merito della causa che sono idonee a concludere quest?ultima, non ? suscettibile di meccanica estensione in relazione alle decisioni che, di volta in volta, il giudice per le indagini preliminari deve tempestivamente assumere sulle specifiche richieste che le parti gli rivolgono articolo 328 Cpp) e sulle quali egli provvede secondo il criterio - che lo stesso rimettente richiama - della decisione allo stato degli atti disponibili: i poteri di integrazione probatoria previsti ai fini della pronuncia sul merito dell?accusa non possono pertanto, in nome del principio della ?ricerca della verit?? al quale il rimettente si richiama, essere estesi alle pronunce cautelari de libertate, per le quali vale il diverso criterio della decisione sulla base del materiale raccolto e addotto dalle parti?. Non vi ? dubbio che il passaggio appena riportato, al di l? dello specifico settore cui si riferisce, consente di cogliere le diversit? essenziali ed i differenti ambiti di intervento del Gip e del Pm, che sono ispirati insuperabilmente alle necessit? del rito accusatorio, che non pu? consentire alcuna commistione tra chi rappresenta l?accusa e chi ? deputato al controllo sul corretto uso dei pubblici poteri, oltre che all?esercizio della giurisdizione in senso stretto. ? tutto il sistema processuale ad essere necessariamente ispirato a questi principi. Si pensi al potere di sequestro con finalit? di prova, attribuito al Pm a differenza di quello con finalit? meramente cautelari, disposto dal giudice previa verifica (in funzione di controllo) dei presupposti legittimanti il provvedimento preventivo o cautelativo. Si pensi all?autorizzazione (sempre in funzione di controllo della sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto) a disporre le intercettazioni telefoniche od ambientali che consente al Pm di svolgere quegli atti di indagine garantiti ritenuti necessari per l?accertamento del fatto e delle responsabilit?. Si pensi all?interrogatorio dell?indagato detenuto svolto dal Pm con finalit? di indagine, che si differenzia ontologicamente da quello del Gip in seguito all?esecuzione di ordinanza applicativa di misura cautelare, finalizzato esclusivamente a valutare i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari (tanto da essere definito ?di garanzia? e da avere determinato nel 1995 la modifica del comma 6 dell?articolo 294 Cpp, con la quale si ? vietato al Pm di precedere l?atto del Gip proprio in considerazione della diversit? di funzione). Ed ancora al provvedimento di rigetto della richiesta di archiviazione con il quale il giudice, lungi dal compiere atti istruttori che non sono consentiti da norma costituzionale, segnala al Pm semplicemente la necessit? di procedere a nuove investigazioni. Si pensi proprio al comma 4 dell?articolo in questione, che, prevedendo a differenza del comma 3, specifici requisiti per l?adottabilit? del provvedimento di acquisizione dei tabulati, riporta il potere del giudice nell?alveo naturale dell?autorizzazione in funzione di controllo, peraltro con riferimento ai dati pi? risalenti nel tempo che maggiormente incidono sulla tutela della privacy, tanto da essere circoscritti a limitate ipotesi riferite ai pi? gravi delitti. I gravi aspetti di incostituzionalit? sopra delineati, inoltre, comportano anche concreti ostacoli operativi. La norma, infatti, nulla dice in ordine alle modalit? di esecuzione del decreto motivato di acquisizione, potendosi pertanto desumere che questa spetti proprio al giudice, che ha emesso il provvedimento. Ci? si ricaverebbe dal sistema, atteso che, quando il Legislatore ha voluto attribuire l?esecuzione di un provvedimento a soggetto diverso da chi lo ha emesso, lo ha fatto con apposite previsioni legislative. Emblematici in proposito gli articoli 92 e 104 disp. att. Cpp in tema di esecuzione di misure cautelari, personali e reali. Non sar? agevole, pertanto, interpretare la nuova normativa nel senso semplicistico e ragionevole di ritenere che il giudice, acquisiti i tabulati, li trasmetta alla parte richiedente per l?ulteriore corso: stante la forma di decreto motivato del provvedimento e la sua esecuzione diretta da parte del giudice, infatti, il risultato dell?atto istruttorio sembrerebbe essere rimesso a chi quegli atti ha voluto acquisire per quelle ragioni (assolutamente libere) specificamente espresse nella motivazione e, quindi, anche per gli accertamenti consequenziali. Se si ritenesse il decreto un ?atto dovuto? (certamente inconciliabile con l?obbligo di motivazione), infatti, non si comprenderebbe neppure la logica e la ragionevolezza della novella, che ha orbato il Pm dei propri tipici poteri istruttori nell?asserita prospettiva di una maggiore garanzia dei diritti delle persone coinvolte, che verrebbero invece automaticamente compressi da una mera richiesta, anche proveniente dalle parti private, che non sono certamente assimilabili alla parte pubblica - ancora, almeno per ora, appartenente all?ordine giudiziario - nella sua funzione di rappresentante dello Stato nell?essenziale compito di intervento investigativo. Tra le possibili opzioni interpretative potrebbe allora ricorrere anche quella secondo cui i dati acquisiti potrebbero confluire nel fascicolo delle indagini, anche se richiesti dai difensori dell?indagato e della persona offesa e anche qualora evidenziassero elementi contrari alla parte privata che li abbia richiesti. In tal senso sembrerebbe deporre anche la lettera del nuovo articolo 132 D.Lgs 196/03, che consente la limitazione del diritto alla riservatezza - connesso alla conservazione del traffico telefonico - per le sole finalit? positive dell?accertamento e della repressione dei reati, non consentendo, per converso, che i dati acquisiti restino inutilizzati ed, anzi, occultati o, comunque, nell?esclusiva disponibilit? di un privato e non conosciuti neppure dal giudice che li ha materialmente appresi. Cos? potendosi prestare anche ad usi impropri e non garantiti dal controllo pubblicistico esercitato dall?Autorit? Giudiziaria. Viene allora il dubbio che l?intervento legislativo, non in linea con la Costituzione e con i meccanismi procedurali, sia stato dettato esclusivamente dall?attuale clima di sfiducia nei confronti dell?Ufficio del Pm e nella prevalente logica di limitarne le prerogative, cos? recando grave nocumento a qualsiasi investigazione, atteso che proprio l?organo deputato a coordinarle e dirigerle, ? privato di quei poteri che non possono che essere esercitati direttamente dagli inquirenti. N? si capisce, allora, perch? analoga legittimazione alla richiesta di acquisizione non sia stata attribuita direttamente anche alla Polizia Giudiziaria ed anche all?insaputa del Pm, sempre pi? emarginato e sospinto verso compiti esclusivamente dibattimentali. Alle spalle di interventi legislativi di tale natura, infine, si colloca una concezione di ?parit? tra le parti? davvero singolare, che confonde ruoli e funzioni; pubblici poteri e diritti dei privati. In un?ottica sbagliata e perversa, che equipara il sistema penale ad una sorta di partita di tennis. Oggi che le riforme processuali ed ordinamentali hanno un significato soltanto politico e parlamentare, restando avulse dalle logiche giuridiche - e, infatti, non affidate a giuristi -, si spera che la superficialit? con cui tali complesse tematiche vengono affrontate contribuisca, quanto meno, a riportare la riflessione sui temi propri della giustizia in senso sostanziale ed a comprendere il ruolo di grande garanzia che ? connaturato all?Ufficio del Pm ed alla sua appartenenza all?ordine giudiziario, in forza della quale esercita i poteri pubblici che le indagini impongono e che sono necessariamente invasivi. Deve essere chiaro - e l?argomento in esame ne ? iniziale riprova - che al di fuori di questo terreno, davanti ad un Pm indebolito nei suoi poteri istruttori e non pi? espressione piena di prerogative giudiziarie, l?alternativa non potr? essere l?ampliamento dell?ingerenza del giudice, ma l?espansione delle attivit? di Polizia, che relegheranno le procure a compiti meramente dibattimentali, privando la collettivit? di qualsiasi controllo ed intervento giudiziario nella delicatissima fase investigativa. Interventi legislativi come quello appena esaminato devono far comprendere che la predisposizione di un sistema garantito, garantista ed accusatorio, che sia anche efficiente, equilibrato, repressivo e punitivo non passa affatto dalla separazione di funzioni o di carriere, ma da riforme di diritto sostanziale e processuale che siano finalmente liberate dai retaggi inquisitori che, dal 1989 sino ad oggi, ciciclamente ripropongono la figura del giudice istruttore. Ulteriori perplessit? desta la disciplina in esame, specie se posta in accostamento funzionale con l?analoga normativa concernente le intercettazioni. Per un verso, difetta in essa la facolt? per il Pm, motivata dall?urgenza che il momento d?indagine pu? ragionevolmente esigere, di procedere direttamente all?acquisizione dei dati di traffico telefonico pregresso. La contemplazione di un ?grave pregiudizio per le indagini? da parte dell?articolo 267 comma 2 Cpp libera correttamente ed opportunamente il p.m. dai tempi complessi dell?accesso mediato alle intercettazioni, consentendone l?attivazione diretta fatta salva l?immediata comunicazione del decreto al giudice per la sua convalida, secondo lo schema proprio delle misure precautelari (arresto, fermo) che, pi? in generale, ? quello consono ai provvedimenti urgenti destinati ad incidere su diritti rilevanti e costituzionalmente protetti, qual?? quello sulla riservatezza delle comunicazioni. Ora, se si considera che l?impulso invasivo riconducibile all?accesso ai c.d. tabulati ? intuibilmente pi? blando dello strumento intercettativo e che le ragioni d?urgenza ben possono assumere valore cogente in ambedue i casi, resta del tutto inspiegabile ed irrazionale l?omissione in parola; tanto pi? se si pone mente all?ulteriore dato, anch?esso da tempo normativamente consolidato, che per i ?delitti di criminalit? organizzata? e quelli di ?minaccia col mezzo del telefono? ? espressamente previsto che sia direttamente il p.m., per i casi di urgenza, a provvedere alla proroga, pur sempre osservando le disposizioni sopra richiamate in ordine alla convalida dell?atto interinale (articolo 13 comma 2 seconda parte Dl 152/91 conv. Con modif. in legge 203/91). La necessit? di un?espressa motivazione circa la ricorrenza di sufficienti indizi di reato come condizione coessenziale della legittimit? del provvedimento autorizzatorio del giudice, quanto all?acquisizione di dati di traffico collocabile nel terzo e quarto anno a ritroso (comma 2 articolo 132 cit.), induce a riflettere su una doppia variabile operativa. In primo luogo ? da chiedersi se il novero rigido di cui all?articolo 407 comma 2 lettera a) Cpp lasci spazio ad un?apertura d?uso dei tabulati ultrabiennali anche con riferimento ad eventuali reati non rientranti in quell?area di gravit? ma connessi al delitto che d? titolo all?accesso remoto presso il fornitore telefonico. L?interrogativo probabilmente si risolve scorrendo ancora una volta le norme inerenti le intercettazioni, laddove l?articolo 270 Cpp disciplina espressamente l?eventualit? di un?utilizzazione per cos? dire ?transitiva? degli elementi acquisiti in esito al servizio d?intercettazione, dal procedimento nel quale essa ? stata autorizzata ad altro distinto dal primo. Dispone la norma che ?i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli nei quali sono stati disposti, salvo che risultino indispensabili per l?accertamento dei delitti per i quali ? obbligatorio l?arresto in flagranza?? e la giurisprudenza ? intervenuta concordemente a chiarire che non rientrano nel concetto di ?diverso reato? ai fini della disciplina dell?articolo 270 Cpp le indagini strettamente connesse e collegate sotto il profilo oggettivo, probatorio e finalistico al reato in ordine al quale il mezzo di ricerca della prova ? stato disposto (Cassazione, Sezione sesta, 1626/96, Pulvirenti; 7/1997, Pacini Battiglia; 5192/97, Gunnella; 1972/97, Pacini Battiglia; Sezione terza, 1208/98, Romagnolo; Sezione prima, 6242/99, Tomasello; Sezione sesta, 4007/99, Venturini; Sezione prima, 14595/99, Toscano; Sezione quarta, 992/03, Doro; Sezione prima, 2930/03, Semeraro). La medesima disciplina - accostata idealmente al settore che qui interessa - pu? servire allora ad illuminare l?interprete sui concetti di ?stesso? e ?diverso? reato manipolati dalla giurisprudenza per giustificare o meno la ricorrenza dell?articolo 270 Cpp . Alla luce di tali parametri interpretativi, non v?? difficolt? alcuna a ritenere dunque che, una volta autorizzata l?acquisizione dei tabulati ultrabiennali per un reato riconducibile all?area di gravit? indicata dal comma 2 dell?articolo 132 cit., esso valga ?per l?accertamento e la repressione? anche dei reati connessi al primo e che insieme fondano l?unica indagine in corso di svolgimento. Diversamente opinando, ossia seguendo una lettura rigida ed atomistica del dettato normativo, l?indagine verrebbe inaccettabilmente a frazionarsi in segmenti investigativi incomunicabili tra loro, svilendo quell?obiettivo unitario che ha giustificato l?avvio cumulativo del procedimento per pi? reati. La minore preponderanza invasiva del mezzo di ricerca, rispetto allo strumento intercettativo, suggella pertanto un?interpretazione ?allargata? del precetto processuale del comma 2, pur ad onta dell?aggettivazione qualificante presente nell?enunciato di legge (??per esclusive finalit? di accertamento e repressione dei delitti di cui all?articolo 407 comma 2 lettera a) del Cpp??). L?onere di motivare la sufficienza indiziaria, riguardata alla luce di un?istanza che possa provenire dalla parte indagata schiude poi l?analisi ad una serie interessante di riflessioni, prima fra tutte quella sulla sequenza e doverosit? dei passaggi che il fascicolo dell?indagine ? destinato a subire in casi siffatti. E cos?, deve porsi l?interrogativo circa la sussistenza di un obbligo del p.m. di trasmettere il proprio fascicolo d?indagine al Gip allorquando, a fronte di un?istanza di acquisizione di tabulati proveniente dalla parte privata, costui debba decidere con i parametri, se del caso di sufficienza indiziaria, imposti dalla legge. Non v?? dubbio che una risposta affermativa - alla quale, si ritiene, non possa invero sfuggirsi a meno di svilire nel nulla l?intervento del giudice - al di l? di una coatta e relativamente breve stasi degli atti in altro ufficio con i possibili disguidi sui modi e tempi dell?indagine, determiner? un pericoloso vulnus alla segretezza della stessa, dal momento che la decisione del giudice, specie se sollecitata sulla scorta del secondo comma dell?articolo 132 cit., contempler? l?indicazione dei sufficienti indizi di reato, attingendoli dall?indagine in corso, oltre ai dati del procedimento pendente fino ad allora possibilmente segreti all?esterno. In tal guisa, viene a realizzarsi, di fatto, un surrettizio meccanismo informativo del tutto indebito perch? fuori dei casi previsti dall?articolo 369 Cpp, senza dire che esso ben potrebbe prestarsi ad usi distorti, orientati al solo fine di permeare le indagini in corso, fine perfettamente raggiungibile invocando ed ottenendo l?autorizzazione in discorso senza poi metterla in esecuzione. Si rasenta poi il paradosso se poco si riflette sull?eventualit? - originabile da evenienze in pratica tutt?altro che sporadiche - che l?istanza privata possa intervenire quando ancora non sia acceso alcun fascicolo presso il Pm: si pensi all?ipotesi di molestie telefoniche ultrabiennali, all?indomani delle quali il difensore della p.o., sollecitato dalla vittima, ormai stanca e decisa a denunciare, richieda al giudice l?autorizzazione ad acquisire i tabulati telefonici. Ebbene, mancando ogni aggancio fascicolare dal momento che nessuna denuncia ? ancora intervenuta e dunque nessun procedimento ? stato conseguentemente iscritto, non soltanto il giudice (il Gip?) dovr? pronunciarsi ?al buio? fidando sull?esclusiva parola del richiedente, ma si vedr? costretto a motivare su un novero di elementi, anche indiziari, desunti esclusivamente dall?indagine privata. Radicalizzando l?obiezione, potrebbe immaginarsi anche un?analoga iniziativa in caso di mera perdita del cellulare: l?offeso ipotizza al giudice un probabilissimo furto ed invoca i tabulati al fine di localizzare il terminale: il giudice potr? disporne l?acquisizione senza che ad essa subentri alcun seguito. Salerno, mercoled? 24 marzo 2004
  20. N.I. - F.I.G.C. - ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI Via Tevere, 9 - 00198 ROMA telefono 06/84911 - fax 06/84915829 PRESIDENTE DELL'A.I.A. e COMITATO NAZIONALE Presidente TULLIO LANESE Vice-Presidente Segretario Piergiorgio Sciascia Comitato Pietro Biasizzo (Piemonte) Alberto Curti (Lombardia) Bruno Di Cola (Abruzzo) Liberato Esposito (Campania) Vincenzo Fiorenza (Toscana) Cesare Sagrestani (Lazio) ORGANI TECNICI C.A.N. A/B Commissari Paolo Bergamo - Pierluigi Pairetto Vice Luigi Celli - Alessandro Guidi - Marcello Nicchi C.A.N. C Commissario Maurizio Mattei Vice Camillo Acri - Francesco Capraro - Roberto Bettin - Renato Picchio C.A.N. D Commissario Virginio Quartuccio Vice Paolo Baldacci - Raimondo Catania - Pietro giallanza - Paolo Ghinelli - Maurizio Padovan - Giacinto Franceschini - Italo Novi - Claudio Pieri - Alberto Ramaglia - Antonio Salzano - Pietro Zacchetti utenti.lycos.it/aiacampania/Home_aia.htm - 3k
  21. ?La speranza che non ci fossero altri arbitri coinvolti c'era ? confessa il presidente-designatore Gussoni ai microfoni Rai di Gr Parlamento ?, ma adesso non generalizzerei: dalla Procura di Napoli arrivano grosse novit? solo per tre arbitri e uno o due assistenti?. Gussoni si riferisce agli arbitri in attivit? Paparesta, Bertini e Pieri e all'assistente Ambrosino che, secondo gli atti dei pm napoletani, avrebbero ricevuto in regalo da Moggi una ?scheda telefonica riservata? acquistata in Svizzera. Per altri 5 arbitri (De Marco, Dondarini, Messina, Rocchi e Tagliavento) sarebbe ipotizzata solo l'accusa della ?frode sportiva?, da cui sono stati gi? prosciolti dalla giustizia del calcio.C'? anche un osservatore Aia congelato e probabilmente ? lui il secondo ?assistente? citato impropriamente come tale da Gussoni e quale destinatario di ?novit?? giudiziarie. Si tratta di Francesco Barbuto, presidente della sezione Aia di Vibo Valentia, che sarebbe intestatario di una utenza telefonica cui avrebbero telefonato con le ?schede riservate? indagate. Gussoni, comunque, non invier? pi? Barbuto ad assegnare i voti agli arbitri, finch? non si chiarir? questa storia di ?schede e telefonate. Gussoni conclude: ?Ho sentito tutti gli arbitri, tranne Paparesta che ? andato a Napoli, nessuno s'? dichiarato colpevole, hanno proclamato la loro innocenza. Preciso che finora ci sono state delle "non designazioni" e nessuna "sospensione"?.
  22. (21 gennaio 2003) giornalaccio rosa dello Sport Bertini-Trentalange a casa per un mese Severe critiche dai designatori agli arbitri di Perugia-Inter e Atalanta-Roma Le tesi difensive non sono apparse convincenti - Per la partita di Perugia paga anche il guardalinee Pisacreta Alfredo Trentalange e Paolo Bertini per almeno un mesetto non arbitreranno. Poi riprenderanno dalla B. Per tre settimane star? fermo anche il guardalinee Narciso Pisacreta. Lo stop tecnico ? stato deciso dai designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto e dal vice specializzato sui guardalinee Gennaro Mazzei dopo due diversi colloqui con il presidente federale Franco Carraro, lo scambio di vedute con arbitri e assistente e la visione in tv di Perugia-Inter e Atalanta-Roma. Le posizioni sono differenti, analizziamole una per una. TRENTALANGE - La sua direzione di Atalanta-Roma ? giudicata quella pi? ricca di errori dell' ultima giornata di andata. Soprattutto errori di impostazione e di gestione della gara, vengono definiti. Ovvero: quasi un accanimento verso la Roma. Ma in Federcalcio hanno fatto notare che proprio durante l' ultimo periodo gli arbitri di Torino Trentalange e Rosetti sono stati al centro di un caso perch? si allenano nel campo di Torino della Sisport in cui ora ha traslocato la Juventus per il lavoro settimanale. Fischietti e squadra, quindi, in certe giornate sono vicini. Troppo, secondo la Roma. Al punto che i due, per evitare ulteriori polemiche, sono stati invitati a trovare un altro campo dopo l' arrivo della Juve. Ecco, con questo precedente fresco, in Federcalcio ritengono che sarebbe stato opportuno non inserire n? Trentalange n? Rosetti nella fascia in cui c' era la Roma. Cos? invece ? successo e il sorteggio ha inviato Rosetti a dirigere Reggina-Bologna, ma ha spedito Trentalange a fischiare proprio Atalanta-Roma. Poi ? successo quel che ? successo e da qui la conclusione che in futuro i designatori dovranno stare pi? attenti anche agli spifferi, dovranno valutare meglio ogni situazione di opportunit?. Bene: Trentalange ? stato giudicato fiscale nella prima ammonizione ad Emerson al 10' della partita per fallo su Dabo. Poi, al 21' , Emerson ? intervenuto sempre su Dabo in maniera pi? pesante, stavolta s? da ammonizione ed ecco che Trentalange estraendo il secondo giallo l' ha dovuto espellere. Se non ci fosse stato il primo giallo... Trentalange ha spiegato ai designatori che tante altre volte lui e i colleghi hanno ammonito giocatori per falli identici senza che nessuno dicesse che avevano sbagliato. Avrebbe voluto anche dare una spiegazione tecnica pubblica ai due gialli, ma gli ? stato consigliato che il silenzio sarebbe stato la scelta migliore. Perch? poi sarebbe stato difficile spiegare l' espulsione dell' allenatore Fabio Capello e del team manager Antonio Tempestilli. Sono scattati in piedi dalla panchina quando hanno visto Berretta commettere fallo su Delvecchio e non venire immediatamente ammonito. Trentalange invece il giallo l' ha estratto e subito dopo ? andato dai due per espellerli. Ha spiegato di aver visto nel comportamento una reazione spropositata e capace di aizzare gli animi di giocatori e pubblico romanisti. Invece spropositato ? stato ritenuta l' espulsione dei due. Infine, sono rimasti dubbi sulla punizione assegnata all' Atalanta dalla quale ? nato il 2-1: Aldair prende prima il pallone e poi Pinardi. Trentalange ? all' ultima stagione avendo compiuto 45 anni (revisione del limite d' et? generalmente in atto), ma assicurano che torner? in campo a fine febbraio, riprendendo dalla B. Insomma, Atalanta-Roma non ? stata la sua ultima partita. BERTINI E PISACRETA - L' arbitro di Arezzo, 38 anni, internazionale dal primo gennaio con eccesso di fiducia, ? stato ritenuto colpevole soprattutto di aver assegnato il rigore dell' 1-0 al Perugia contro l' Inter. Lui e soltanto lui doveva e poteva valutare se Ivan Ramiro Cordoba aveva toccato il pallone con la mano (come ha concluso l' arbitro) o con la coscia (come accaduto in realt?). Il fatto che sia andato a chiedere all' assistente Pisacreta ? stato ritenuto un altro errore perch? il collaboratore non poteva proprio valutare: c' ? tutto il corpo di Cordoba a coprire la visuale, visto che il tocco avviene con la parte destra del corpo e Pisacreta sta alla sinistra del giocatore. Pi? colpevole il guardalinee sul gol del 2-0 realizzato in elevazione con la mano da Zizis Vryzas: l' arbitro era controsole e sul campo di Perugia i raggi filtrano come lame dagli spalti, rendendo davvero difficile la visuale. Pisacreta invece aveva il sole alle spalle e il campo libero: quel tocco irregolare poteva vederlo. Per questo anche Pisacreta, giudicato il migliore del gruppo con Puglisi e Ivaldi, sar? fermato. RACALBUTO - Carraro e la commissione designatrice hanno anche discusso delle condizioni di visibilit? di Chievo-Juventus. Nel primo tempo si vedeva proprio poco, nella ripresa la nebbia si ? alzata. La scelta di Salvatore Racalbuto di far proseguire la partita ? stata giudicata legittima, anche perch? chi era in campo assicura che si vedeva meglio di quanto hanno potuto spettatori dello stadio e della televisione. Non tutelati dal regolamento. Antonello Capone IL PRESIDENTE FEDERALE L' ammissione di Carraro: ?Giornataccia? Stop anche a Saccani dopo Modena-Brescia ?Una giornataccia?: il presidente della Federcalcio Franco Carraro definisce efficacemente l' ultima di andata del campionato di A. Ma ? l' unica considerazione pubblica. Per il resto, Carraro ha avuto una lunga serie di telefonate sulla questione arbitrale, fin da domenica poi per l' intero luned?: presidente della Roma Franco Sensi, designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, presidente dell' Aia Tullio Lanese, altre figure istituzionali come il presidente della Lega Adriano Galliani e consiglieri federali. Non sappiamo se abbia sentito anche Maurizio Costanzo, nuovo consulente per il miglioramento della visibilit? televisiva, prima di decidere di non rilasciare e di non far rilasciare dichiarazioni pubbliche. Costanzo e gli specialisti della sua Maurizio Costanzo Comunicazione venerd? hanno dato la prima lezione al presidente Aia Lanese, ai designatori Bergamo e Pairetto, ai cinque ex arbitri che appariranno in tv per spiegare le scelte prese dagli arbitri in campo: Roberto Bettin, Alessandro Guidi, Rosario Lo Bello, Luciano Luci, Marcello Nicchi. Affinata una serie di accorgimenti per abituarsi a comunicare in tv. In attesa che le istruzioni siano completate, ieri il pensiero della Federcalcio e dei designatori ? stato espresso dal responsabile dei rapporti con i mass media Antonello Valentini. Gli errori di Trentalange e Bertini sono stati giudicati ?evidenti e plateali?. Saranno oggetto del ritiro di tutti gli arbitri che si svolger? venerd? a Coverciano ?e l? sar? deciso il periodo di sospensione?. Per il momento ?la prova di Trentalange ? giudicata pi? negativa di quella di Bertini: errori di gestione della gara a Bergamo, errori tecnici e anche tanta sfortuna a Perugia, per valutare i quali si ? dovuta rivedere a lungo la moviola. Comunque, anche questa una prova gravemente insufficiente?. Si parla di uno stop ?di due giornate effettive? che unite a due di riposo portano ad un mese di assenza dai campi. Con ripresa dalla serie B. I due arbitri e il guardalinee in questo periodo perderanno anche danaro: per gli arbitri ogni gara di A vale un gettone da 5 mila euro, ognuna di B 2500 euro, per gli assistenti il compenso ? di 600 euro. Star? fermo almeno per un turno anche Massimiliano Saccani che ha sbagliato parecchio in Modena-Brescia, soprattutto non assegnando un rigore nel finale alla squadra di Mazzone per atterramento di Toni da parte di Mayer che prende l' avversario per i fianchi. Con Carraro si ? pure discusso: come ripartire adesso con serenit?? Il presidente della Lega Galliani inviter? i presidenti dei club al massimo senso di responsabilit? sia nei comportamenti in seno alla societ? e alla squadra sia con tifosi. Bisogner? vedere se e come saranno riallacciati i rapporti con l' Inter, che vanno e vengono con accuse e scuse. Carraro e la commissione designatrice hanno deciso le vie per portare tranquillit? e voglia di riscatto al ritiro degli arbitri. Infine, bandite le lotte interne, di qualsiasi tipo. a. cap. Capone Antonello
  23. Servono almeno 153 voti per essere eletti presidente dell?Aia. Cesare Gussoni e Marcello Nicchi, i due sfidanti, da stasera si contenderanno i favori dei 305 delegati che si riuniranno in un hotel di Tivoli, alle porte di Roma per nominare il successore di Tullio Lanese, appiedato a met? mandato dalla vicende di moggiopoli. L?elezione al ?soglio laico? degli arbitri arriva dopo una delle crisi pi? burrascose della categoria, e in applicazione del nuovo regolamento scritto dal commissario Gigi Agnolin in collaborazione con la Figc. Il nuovo capo dell?Aia rester? in vigore fino alla scadenza del quadriennio olimpico, cio? fino al 2008. Mentre la candidatura dell?ex arbitro aretino Nicchi, 53 anni, funzionario di banca, ? stata proposta gi? nei mesi scorsi, quella di Cesare Gussoni, 72 anni, ? arrivata al termine di un lungo processo. Il malcontento di gran parte della base arbitrale che nei mesi scorsi aveva prodotto un invito pressante alla federcalcio per nuove elezioni al posto del proseguimento del commissariamento, aveva dato luogo, oltre a quella di nicchi, ad altre quattro intenzioni di candidatura: Di Cola, Sagrestani, Pezzella e Mattei. Nelle scorse settimane, con l?approssimarsi della scadenza di Tivoli, il presidente della lega Antonio Matarrese aveva polemizzato contro queste candidature non ritenendole all?altezza e chiedendo un candidato autorevole. Matarrese ha indirettamente ottenuto due risultati: da un lato ha irritato non poco la base dell?aia per quello che viene ritenuto un suggerimento, dall?altra ha portato alla marcia indietro dei 4 candidati che per confluire in lista con Gussoni. Nicchi ha proseguito orgoglioso sulla sua strada. L?assemblea Aia, che per la prima volta applica il nuovo regolamento, domani elegger? il presidente e i suoi vice: il candidato indica in un listino non solo il suo nome da sottoscrivere, ma anche quelli del vicepresidente e del responsabile del settore tecnico. Chi vota per il presidente quindi vota anche per altri due componenti che faranno parte del consiglio nazionale. Nicchi ha proposto alla vicepresidenza Erio Iori, e al settore tecnico l?ex arbitro bolognino. Per Gussoni ecco il vice Bruno di Cola e Maurizio Mattei al settore tecnico. Ad un altro ex candidato, sagrestani, sarebbe stato confermato un posto nel consiglio. I componenti da eleggere nel consiglio in totale sono nove: i tre del listino presidenziale e altri sei, divisi per tre aree geografiche di due eletti ciascuno: nord, centro e sud. Una delle novit? ? il voto nominale per il consiglio, ed ? anche per questo che Agnolin ha vantato la maggior democrazia di questo nuovo metodo: ?garantisce le minoranze?, ha ripetuto anche oggi nella conferenza stampa di saluto finale. A questi nove componenti eletti si aggiungono d?ufficio anche i rappresentanti italiani in seno alla Fifa e all?Uefa, ossia Pierluigi Collina e lo stesso Luigi Agnolin con diritto di voto, mentre i 5 designatori nominati dallo stesso consiglio ne fanno parte ma senza diritto di voto se non per le competenze tecniche. Le presenze di Collina e agnolin, quest?ultimo proposto dalla Figc ma non ancora in carica, hanno suscitato molte polemiche e sono tra i nodi che Pancalli ha promesso di risolvere con il nuovo presidente il giorno dopo la sua elezione. All?elezione di sabato pomeriggio - l?assemblea ? convocata a partire dalle 8.30 di domani mattina - partecipano anche due arbitri in attivit? della can a/b, cio? Rizzoli, presidente della sezione di Bologna e Bertini, delegato di Arezzo. Hanno diritto al voto i 212 presidenti di sezione, gli 88 delegati eletti e i 6 dirigenti benemeriti, tra i quali spiccano i nomi di Giulio Campanati e dell?ex dirigente della Roma lino raule. Nei corridoi della sessione di Tivoli il clan di Nicchi manifesta una discreta euforia, frutto del lavoro a tappeto svolto dal candidato in questi mesi. Nicchi si sente tutt?altro che battuto e c?? chi giura che il prossimo presidente aia sar? proprio lui. Gussoni conta sul lavoro degli altri ex candidati: sia Di Cola che sagrestani sedevano nel disciolto consiglio nazionale con Lanese, e Mattei ? stato il designatore dell?era post Bergamo-Pairetto. Sulla vicenda ? sceso in campo anche Massimo De Santis, uno dei protagonisti dello scandalo estivo e il suo commento ? stato lapidario: ?Gussoni? E? un ritorno al passato?. Ma Antonio Matarrese non ha avuto dubbi: ?E? il nome giusto?, ha sentenziato.
  24. Servono almeno 153 voti per essere eletti presidente dell?Aia. Cesare Gussoni e Marcello Nicchi, i due sfidanti, da stasera si contenderanno i favori dei 305 delegati che si riuniranno in un hotel di Tivoli, alle porte di Roma per nominare il successore di Tullio Lanese, appiedato a met? mandato dalla vicende di moggiopoli. L?elezione al ?soglio laico? degli arbitri arriva dopo una delle crisi pi? burrascose della categoria, e in applicazione del nuovo regolamento scritto dal commissario Gigi Agnolin in collaborazione con la Figc. Il nuovo capo dell?Aia rester? in vigore fino alla scadenza del quadriennio olimpico, cio? fino al 2008. Mentre la candidatura dell?ex arbitro aretino Nicchi, 53 anni, funzionario di banca, ? stata proposta gi? nei mesi scorsi, quella di Cesare Gussoni, 72 anni, ? arrivata al termine di un lungo processo. Il malcontento di gran parte della base arbitrale che nei mesi scorsi aveva prodotto un invito pressante alla federcalcio per nuove elezioni al posto del proseguimento del commissariamento, aveva dato luogo, oltre a quella di nicchi, ad altre quattro intenzioni di candidatura: Di Cola, Sagrestani, Pezzella e Mattei. Nelle scorse settimane, con l?approssimarsi della scadenza di Tivoli, il presidente della lega Antonio Matarrese aveva polemizzato contro queste candidature non ritenendole all?altezza e chiedendo un candidato autorevole. Matarrese ha indirettamente ottenuto due risultati: da un lato ha irritato non poco la base dell?aia per quello che viene ritenuto un suggerimento, dall?altra ha portato alla marcia indietro dei 4 candidati che per confluire in lista con Gussoni. Nicchi ha proseguito orgoglioso sulla sua strada. L?assemblea Aia, che per la prima volta applica il nuovo regolamento, domani elegger? il presidente e i suoi vice: il candidato indica in un listino non solo il suo nome da sottoscrivere, ma anche quelli del vicepresidente e del responsabile del settore tecnico. Chi vota per il presidente quindi vota anche per altri due componenti che faranno parte del consiglio nazionale. Nicchi ha proposto alla vicepresidenza Erio Iori, e al settore tecnico l?ex arbitro bolognino. Per Gussoni ecco il vice Bruno di Cola e Maurizio Mattei al settore tecnico. Ad un altro ex candidato, sagrestani, sarebbe stato confermato un posto nel consiglio. I componenti da eleggere nel consiglio in totale sono nove: i tre del listino presidenziale e altri sei, divisi per tre aree geografiche di due eletti ciascuno: nord, centro e sud. Una delle novit? ? il voto nominale per il consiglio, ed ? anche per questo che Agnolin ha vantato la maggior democrazia di questo nuovo metodo: ?garantisce le minoranze?, ha ripetuto anche oggi nella conferenza stampa di saluto finale. A questi nove componenti eletti si aggiungono d?ufficio anche i rappresentanti italiani in seno alla Fifa e all?Uefa, ossia Pierluigi Collina e lo stesso Luigi Agnolin con diritto di voto, mentre i 5 designatori nominati dallo stesso consiglio ne fanno parte ma senza diritto di voto se non per le competenze tecniche. Le presenze di Collina e agnolin, quest?ultimo proposto dalla Figc ma non ancora in carica, hanno suscitato molte polemiche e sono tra i nodi che Pancalli ha promesso di risolvere con il nuovo presidente il giorno dopo la sua elezione. All?elezione di sabato pomeriggio - l?assemblea ? convocata a partire dalle 8.30 di domani mattina - partecipano anche due arbitri in attivit? della can a/b, cio? Rizzoli, presidente della sezione di Bologna e Bertini, delegato di Arezzo. Hanno diritto al voto i 212 presidenti di sezione, gli 88 delegati eletti e i 6 dirigenti benemeriti, tra i quali spiccano i nomi di Giulio Campanati e dell?ex dirigente della Roma lino raule. Nei corridoi della sessione di Tivoli il clan di Nicchi manifesta una discreta euforia, frutto del lavoro a tappeto svolto dal candidato in questi mesi. Nicchi si sente tutt?altro che battuto e c?? chi giura che il prossimo presidente aia sar? proprio lui. Gussoni conta sul lavoro degli altri ex candidati: sia Di Cola che sagrestani sedevano nel disciolto consiglio nazionale con Lanese, e Mattei ? stato il designatore dell?era post Bergamo-Pairetto. Sulla vicenda ? sceso in campo anche Massimo De Santis, uno dei protagonisti dello scandalo estivo e il suo commento ? stato lapidario: ?Gussoni? E? un ritorno al passato?. Ma Antonio Matarrese non ha avuto dubbi: ?E? il nome giusto?, ha sentenziato.
  25. beh se le sim svizzere hanno cominciato a comprarle nel giugno 2004 per quello ha buttato via la scheda... forse era una tre non valeva pi?? chiss? che numero ha annotato...... se invece pigliamo la versione di tavaroli con cellulare chiss? che modello ha avuto comunque mi ero dimenticato il titolo dell'articolo eccolo VERBALI Quell'arbitro nella stanza 404 "Prendila, ? la sim card segreta" di MARCO MENSURATI naturalment caratteri cubitali
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