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Braccio di Ferro

Tifoso Juventus
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  1. Hai ragione se in Europa ci fosse un modello di sport di vertice come quello americano. Si vince ogni tanto, si gode dei piazzamenti e dello spettacolo e c'è alternanza e rotazione. Da noi no: chiaramente la Champions la vince uno solo ma molte volte viene mitigata dallo Scudetto. Se da noi non si vince neanche il Campionato la stagione è fallimentare a prescindere per le squadre di vertice. Non vinci un anno, non vinci due, il terzo è un dramma. Ecco perché, pur d'accordo con te, se non cambiano radicalmente le cose (e l'esperienza SuperLeague prima versione insegna che non sarà così facile) è necessario tornare a vincere nel più breve tempo possibile. E per farlo vale molto più la competenza che non (ripeto: per un solo anno) i soldi della Champions. Anzi, al primo anno di un ciclo, è meglio non avere troppi impegni e distrazioni. Focus su una competizione dove le chance di vittoria sono alte (campionato). Poi chiaramente vorrei che, a lungo termine, competenza e progettualità portassero a qualche vittoria Europea e alla stabilizzazione ai vertici della competizione. Ci eravamo quasi sostanzialmente riusciti. Il mio più grande rammarico per la fine del nostro ultimo ciclo è che avevamo certamente l'opportunità di allungarlo e, visto comunque il periodo di calo generale della competitività, avremmo avuto chance di dettar legge in Europa. Cioè, onestamente, è considerata competitiva l'attuale Inter... Quanto lo sarebbe stata allora oggi una Juve all'altezza delle ultime scudettate?
  2. La trappola è tale solo se si considera a prescindere impossibile iniziare un ciclo vincente dopo un anno disastroso. In realtà sappiamo bene che non è così, tante volte accade che la squadra vinca o si avvicini a farlo dopo annata di settimi, ottavi posti. Basta vedere il Napoli quest'anno ad esempio. È che laddove manca il denaro si deve agire di intelligenza e competenza. Io onestamente mi preoccupo molto di più della mancanza di competenza, passione e progettualità che della mancanza (per un anno solo si intende) degli introiti della Champions.
  3. Chiaramente robetta no (e credo ci fosse un velo di ironia nel messaggio ma che non ho colto fino in fondo), però, al netto di tutte le parole fatte sulla nuova competizione, scrivere sull'albo d'oro per primi il nome avrebbe un suo perché non da niente. Tra l'altro si tornerebbe a vincere una competizione internazionale, teoricamente la principale. Solo che non vedo come: allineamento astrale, benevolenza di qualche divinità, potenti maghi assoldati... Occorrerebbe fare all-in, prepararla fin da ora, ma tecnicamente siamo in grado? Mah...
  4. 1) Ho capito perfettamente il senso del tuo sentire. Comprendo l'amarezza e ti fa l'onore l'attaccamento comunque permanente ai colori. Io ho una visione un po' più pragmatica: se col progetto di Giraudo si vince, si domina e si sta costantemente al top ben venga tutto il resto, in qualche modo era una modernizzazione in grado di creare un progetto sostenibile. Capisco che però per me è molto più facile parlare, lontano da Torino, impossibilitato di fatto anche solo ad immaginare di seguire la squadra allo stadio, dalla tv è tutto più uguale e più facile. Certo, oggi quel progetto non c'è ed è quello che mi preoccupa: oggi ci tocca prenderci "il peggio" del progetto iniziale (ciò di cui parli tu) senza le vittorie, il dominio, lo stare al top, ecc. 2) Molto meno potere di altri, ma quali altri? Sicuramente ci sono stati dei personaggi che hanno favorito, progettato e guidato la sua ascesa interna al Gruppo. Allora è probabile che decidessero questi. In ogni caso siamo penso tutti d'accordo che la farsa fu un affare "interno" che, in quanto tale, si sarebbe potuto perfettamente evitare. Non li riuscirò mai a perdonare per questo. 3) In realtà abbiamo detto la stessa cosa: colpa nostra nel 2022. Certo, negli anni gli altri hanno fatto uguale o peggio ma a prescindere chi è alla Juve deve muoversi con l'astuzia di Ulisse e tanto pelo sullo stomaco. 4) D'accordissimo su tutto.
  5. Vorrei ricordare che Del Piero alla sua età, ovvero durante la stagione 93/94 faceva spola tra Primavera e Prima Squadra con sporadiche apparizioni, certamente impreziosite da lampi di classe e che a fine stagione era stato inizialmente girato al Parma all'avvio del mercato, cessione poi bloccata da Moggi appena insediato. Ricordo inoltre che Alex, che poi dalla stagione successiva iniziò ad essere il Campione che tutti amiamo, per i primi tre anni segnò (capolavoro dopo capolavoro) pochissimi goals. Recentemente ho rivisto un'intervista di Agnelli a Mixer (credo durante la vittoria dello scudetto del 97) che su Del Piero disse, con la solita classe che lo contraddistinse, che "segna pochi gol ma bellissimi". Ricordo inoltre che Alex fu, in tutto questo, insignito del titolo di successore di un certo Roberto Baggio, all'epoca semplicemente il numero uno al mondo che, nello stesso ruolo, viaggiava da anni alle medie gol di una prima punta, anche prolifica. Con questo cosa voglio dire? Senza fare paragoni scomodi con immensi e irripetibili campioni, Kenan Yildiz ha ancora ampiamente i margini di età per dimostrare di essere il campione che tutti vorremmo e che in molti immaginiamo che sia. L'importante in questo momento è che ci sia con la testa (e mi sembra di sì) e che trovi un allenatore capace di valorizzarlo al meglio (cosa non scontatissima...). Calma e gesso e vediamo. P.S. certamente aiuterebbe, come fu per Del Piero, essere inserito in un contesto di squadra di vertice, soprattutto piena di calciatori campioni veri ma soprattutto uomini veri. La Juve di Lippi fu in questo irripetibile: Uomini con le Palle Cubiche e Fumanti innanzitutto, il miglior giardino possibile dove coltivare e far crescere un giovane emergente.
  6. Nell'unica circostanza in cui l'ho vista Vinovo mi ha dato proprio il senso di essere tanto umida, nonostante fosse piena estate. Però, suvvia, hai ragione, sono vent'anni che cerchiamo (senza trovarlo) il bandolo di una strana matassa
  7. Capisco quello che hai scritto punto per punto e in gran parte lo condivido. Ci sono alcuni punti che vorrei attenzionare: 1) Progetto di Giraudo: capisco la perplessità sullo stadio ma era solo parte di un progetto molto più imponente ed ambizioso che doveva partire, all'idea che mi sono fatto, grazie all'investimento della proprietà, alla partecipazione di qualche grosso investitore straniero come Tamoil e dal racimolare risorse per la prima squadra inizialmente attraverso un po' di player trading. Dopodiché la prima squadra avrebbe beneficiato di un flusso costante di denaro fresco e reale da fonti diversificate che avrebbe generato autosostenibilità in grande stile. Sarebbe stato un progetto unico nel suo genere nel mondo del calcio. Ne avremmo visto delle belle... 2) La Farsa: è probabilmente vero che nel 2006 JE non avesse ancora il potere decisionale che ha ora e che tutto fosse in mano a diversi "Grandi Vecchi" che non avevano alcun interesse reale nella Juve ed è altrettanto vero che oggi non è affatto così (guarda caso nel corso degli anni quei "Grandi Vecchi" sono spariti ad uno ad uno e non solo per cause naturali...). È anche vero che però all'epoca dei fatti i "giochi" per l'eredità di famiglia erano già fatti e che nel modo subdolo e pieno di ombre che solo oggi sta pienamente emergendo proprio JE arrivò ai vertici dell'Impero. Poiché l'eredità dell'Impero fu un affare molto ma molto più grosso rispetto alla Juve e forse rispetto anche a quanto chiunque potesse immaginare, delle due è vera una: o JE è sempre stato uno spietato affarista fin da prima del 2006 oppure in quegli anni aveva alle spalle delle potenze occulte che gestirono, col suo benestare o convincendolo, tutte le vicende a lui legate, compresa la Farsa. In ogni caso è colpevole, direttamente o indirettamente. 3) Affaire Plusvalenze: qui concordo con te pienamente, ci hanno aspettato al varco e "stuprato analmente" per aver commesso ciò che chiunque ha commesso negli anni. Abbiamo però fornito l'assist per far sì che si sia stati puniti in maniera oltremodo esemplare quando agli altri è stato dato un buffettino. Chi lavora alla Juve, dopo la Farsa, deve sapere che deve prestare massima attenzione a tutto, l'inculata è sempre dietro l'angolo. Però, onestamente, anche qui il tutto è stato utilizzato per ripulire la dirigenza, estromettere e far nuovamente "sparire" Andrea (ci ricordiamo tutti Andrea in campo con la Triade e poi lontano per anni dallo stadio ed infine nell'atto di ringraziare "John" come prime parole al festeggiamento del 30esimo, vero?) dal giro. In questo, indirettamente ne sta soffrendo la Prima Squadra... pazienza (disse Ranieri...). 4) Economicamente la penso come te: Exor, finché tiene la Juve, o la finanzia o fa dei ricavi importanti anche attraverso lo stare al vertice. Ridimensionare è veramente difficile, pur volendo, e vendere è sempre un'opzione che non viene però presa in considerazione. È anche vero però che ogni qual volta la Juve finisce per essere gestita da quel ramo là (a partire da Montezemolo nel 90) si ha sempre la sensazione di un forte ridimensionamento dei risultati sportivi e della competitività correlata e della mancanza di un piano industriale. Io non credo, al netto di errori o meno di cui non erano esenti neanche Moggi e Boniperti, che il problema sia Giuntoli. È che manca un piano industriale sportivo "appassionato" e tecnicamente valido che abbia come reale obiettivo il tenere la Juve al vertice in modo costante, realizzato e gestito da un CEO che sia sì espressione della proprietà, ma che sia puttosto un Marotta, un Giraudo, un Boniperti stesso e non un Cobollo, un Blanc, uno Scanavino. D'altronde abbiamo sotto gli occhi la gestione sportiva Ferrari che racconta la stessa identica storia: investimenti anche importanti, ingaggi del meglio sul mercato ma assenza di vittorie da ventanni e tanti tanti altisonanti flop. Fortunatamente per la Ferrari il lato sport non è il solo core business ma la paura che la Juve possa fare sportivamente la stessa fine è tanta. Ora, per concludere, non credo che in Exor ci sia pressappochismo. Cavolo, JE è nel CdA di Meta, è vicino ai nuovi "padroni del Mondo", e allora perché? Io, onestamente, non riesco a spiegarmi il tutto se non immaginando (senza doverlo postulare) che questo apparente "pressappochismo" in sede sportiva (Juventus ma anche Ferrari) abbia dei contrappesi laddove noi non riusciamo a vedere, tali per cui conviene far così e punto e basta.
  8. Alle volte arrivo a sperare in un duraturo dominio del Re di Hokuto (Raoul, proprio lui...)
  9. Gasp avrebbe senso (lo scrissi in altro topic tempo fa) inquadrandolo in un progetto a medio - lungo termine che preveda: 1) Blindare l'allenatore nei confronti della squadra, ovvero si fa capire chiaro, senza mezzi termini e senza eccezioni che l'allenatore comanda e ha ragione a prescindere e che sarà utilizzata tolleranza zero. A chi non piace si indica la porta e/o la tribuna. Questo perché indubbiamente non ha un carattere facile. 2) Prendere tutto lo staff tecnico e atletico. Auspicabilmente anche il DS... 3) Dare a Gasperini e al suo staff anche un controllo forte su U23 e U20. Le due squadre minori devono allenarsi allo stesso modo della prima squadra, con gli stessi principi, lo stesso modulo, ecc. Si punta su due allenatori giovani e capaci che devono lavorare fianco a fianco con Gasperini apprendendone tutto e replicandolo nelle squadre inferiori. Le tre squadre devono sembrare identiche nel rettangolo verde (al netto delle ovvie differenze tecniche e di categoria). 4) Far chiarezza assoluta con i tifosi: c'è un importante progetto che darà i suoi frutti entro qualche stagione. Si rema tutti nella stessa direzione, i risultati arriveranno. Tutto questo consentirebbe almeno tre importanti possibilità: 1) Continuità. Gasperini non è giovanissimo e potrebbe non aver voglia di allenare a lungo. Magari sta due anni, magari vince subito, ma se si è lavorato bene con i due allenatori delle Under, quando va via si promuove uno dei due che può continuare a condurre la Prima Squadra quasi col pilota automatico. 2) Gestione infortuni. Auspicando di risolvere il problema cronico, quando si ha un infortunio sale in Prima Squadra l'omologo dell'U23 o dell'U20 che è già perfettamente abituato ad allenamenti, schemi, ecc. Collateralmente diventa anche più facile l'inserimento dei giovani, che se promettenti vengono immediatamente promossi in Prima Squadra. 3) Progetto a lungo termine tipo Barcelona. Magari dopo ventanni guarderemo l'albo d'oro europeo e noteremo un cambiamento epocale. A me piacerebbe davvero e intrigherebbe. Una svolta storica. In quest'ottica ritento Gasperini il miglior elemento possibile in circolazione per avviare un progetto di questo tipo. Ma torniamo sempre al punto cruciale: ci vorrebbe una Società forte e con le idee chiare. Nel calcio o si smiliona come se non ci fosse un domani o si agisce con intelligenza. Nella Juve abbiamo storicamente visto sia l'una che l'altra strategia ma quella che paga a lungo è la seconda. Purtroppo mi fido pochissimo degli attuali Dirigenti e dell'attuale vertice proprietario.
  10. Io sono d'accordo con più o meno tutte le opinioni, sensatissime e lucide nei ragionamenti. C'è solo un particolare, espresso da molti, che mi trova meno d'accordo alla luce dei fatti accumulati negli anni: non è per niente necessario che l'allenatore abbia già maturato esperienza ad alti livelli. Guardiamo i più vincenti in Italia negli ultimi 50 anni: 1) Trap: vice al Milan per una stagione (se non ricordo male) poi messo sulla panchina della Juve e realizza il nostro ciclo più vincente di sempre e continua a vincere un po' ovunque allenando per trent'anni. 2) Sacchi: carriera modesta da giocatore, poi allenatore dilettante e nel mentre lavora nell'azienda di famiglia. Rapida ascesa, buoni risultati col Parma in B, poi al Milan che con lui diventa il Milan più forte e spettacolare di sempre. Carriera non lunghissima ma ricordato da tutti come un Maestro. 3) Capello: vice di Liedholm al MIlan e poi suo sostituto per sei partite. Poi passa per anni a fare il dirigente Fininvest e il General Manager della Polisportiva di Berlusconi. Gli viene consegnato il Milan quando è la squadra più forte del Mondo ed è una scommessa pura. Con il futuro Don Fabio il MIlan addirittura migliora la continuità di risultati e poi la carriera da tecnico di Capello sarà da lì in avanti da Top Manager a livello Mondiale. 4) Lippi: minima gavetta, un discreto campionato con l'Atalanta, poi si mette in luce al Napoli e viene scelto per la rinascita juventina. Inutile ricordare cosa accadde dopo, dispiace solo per le mancate Champions ma obiettivamente non ho mai più visto, da quando seguo il calcio, una squadra come quella del primo ciclo Lippiano. Allenatore sottovalutato dai media solo perché dichiaratamente juventino, è un Maestro assoluto. 5) Ancelotti: vice di Sacchi, poi la Reggiana e poi, giovanissimo, Parma e Juve in sequenza. Da ricordare che il Parma dato a Carletto era all'epoca tra le prime dieci squadre in Europa e mi sto mantenendo largo. Non vince subito, né a Parma né a Torino, ma fin da subito entra nel circuito delle grandi squadre ed è oggi quel che è (magari anche con un pizzico di fortuna) ma ha il grande merito di stare al top dagli anni 90 più o meno consecutivamente. 6) Conte: è recente e lo ricordiamo, un po' di gavetta ma appena ha la panchina di una grande (in un periodo tra l'altro di forte difficoltà) vince e convince subito. Caratteraccio che lo limita probabilmente ma è considerato unanimemente una garanzia per vincere subito e per dare un imprinting alle squadre che allena capace di tenerle al top per anni. 7) Allegri: anche qui un po' di gavetta ma appena prende il Milan vince e alla Juve fa quel che ricordiamo. Non mi dilungo troppo perché è credo l'allenatore su cui più si è discusso in questo forum... Voglio inserirci anche un allenatore non appartenente alla storia del campionato italiano, ovvero Guardiola, che vince dall'anno uno e a questo punto menziono anche Mourinho. Ora, chiaramente non è una regola, ma i grandi allenatori, i vincenti, di solito arrivano immediatamente ad esserlo. A me quindi non spaventa l'idea della "scommessa" ma chiaramente, in quanto tale, non c'è garanzia di vincerla. C'è però un fatto che accomuna tutte le carriere che ho descritto, che non è l'aver avuto una grande squadra semplicemente da gestire (cosa tra l'altro capitata solo a Capello): è aver sempre avuto una Società solidissima alle spalle. Questo è quindi a mio avviso l'elemento veramente mancante per pensare una nostra rinascita vera: l'allenatore può anche essere una scommessa ma la Società assolutamente NO.
  11. È purtroppo mancante la Società. Da lì occorre iniziare. Altrimenti solo palliativi e fiammate sporadiche ma zero risultati concreti. Dopodiché è chiaro che occorre un condottiero vero in panchina, ma è un passo successivo. D'altronde ci è già capitato dopo la farsa: nel quinquennio di Cobollo e Blanc (guarda caso con ElCane al comando) abbiamo raccolto briciole e vissuto momenti """drammatici""" similissimi agli attuali. È bastato ricostruire una Società con figure calcistiche e nel giro di pochissimo, con poca spesa anche, siamo tornati dove saremmo destinati a stare.
  12. Penso che con Vlahovic sia stata fatta ora la cosa più sensata: fornirgli concorrenza in grado di panchinarlo. Sta ora a lui darsi la svegliata o iniziare a ragionare seriamente per un'altra squadra. C'è anche ovviamente il rischio che accetti di fare la riserva di lusso fino a scadenza ma questo va tutto a suo svantaggio, in quel caso la sua carriera ad alto livello sarebbe finita.
  13. Momento, momento, momento... Ancelotti era un allenatore giovane che aveva fatto un biennio sulla panchina di una delle (all'epoca) prime otto squadre in Europa in termini di organico e risorse economiche, tra l'altro riuscendo a fare abbastanza meno del suo predecessore Scala, che aveva vinto quasi tutto ciò che c'era da vincere. E fece comunque benino in termini di gioco tanto da guadagnarsi la chiamata sulla panchina della (all'epoca sempre) squadra più forte del Mondo, al posto del miglior allenatore del Mondo dell'epoca. Ci sta che rimanemmo tutti delusi quando sostanzialmente finimmo per due anni a bocca asciutta. E non parlo solo del campionato (il primo indubbiamente ladrato ma perso da noi con nove punti di vantaggio) ma soprattutto della Champions, dove da padroni finimmo ad essere comparse. Bisogna anche calarsi nell'epoca e nell'umore: eravamo abituati a vincere, dominare ed essere sempre al vertice. Dopo la burrascosa e deludente stagione del cambio in corsa e del'infortunio di Alex, l'idea era tornare al livello precedente. E sì, è anche abbastanza vero che il primo Ancelotti era abbastanza talebano tatticamente: a Parma rinunciò a Baggio e a Zola pu di fare 442, alla Juve non riuscì il primo anno a mischiare bene le carte ad un certo punto della stagione, non seppe leggere l'esaurimento delle pile di Inzaghi e Zidane e dilapidò nove punti. Poi ci fu un'evoluzione al Milan, riuscì a studiare un modulo spettacolare (con un pizzico d'aiuto di Mazzone che intuì come usare un fuoriclasse irripetibile come Pirlo) ma ci si dimentica troppo facilmente che in otto stagioni rossonere, con una rosa incredibile, vinse il campionato solo una volta, praticamente non impensierendo mai l'Inter nel dopo calciopoli. Questo anche perché non riuscì mai ad evolvere dal modulo impostato inizialmente. In Champions, ne fece una bellissima il 2007 ma quella del 2003 ci ricordiamo un po' tutti come la vinse. Tutto questo non per sminuire Ancelotti, stare tanti e tanti anni al vertice e continuare a vincere non è da tutti, soprattutto mentalmente, ma credo si faccia nei confronti di Carletto un po' troppa celebrazione e retorica rispetto ad una carriera che ha avuto altissimi ma anche molti bassi e soprattutto una dose non trascurabile di fortuna.
  14. Bilancio sì, incompetenza e malafede no. Purtroppo è dagli anni 90 che la Juve fa i conti col bilancio e l'autosostenibilità e dico purtroppo solo perché senza alcuni vincoli avremmo avuto più Champions in bacheca. Quando il Dottor Umberto prese la Juve soldi non ce n'erano e il bilancio era in rosso ma l'imperativo fu di tornare a vincere comunque ed infatti scelse il miglior management al mondo per realizzare il progetto. Qui purtroppo la questione è che c'è un forte, fortissimo sospetto di malafede. (non dico certezza solo perché non ho gli elementi dimostrativi assoluti, ma il mio personale pensiero è decisamente "estremo" in questo)
  15. In questi casi serve l'Allenatore. Intendo quello con la A maiuscola, non mi riferisco a nessuno in particolare di oggi (l'unico che mi viene in mente è Lippi a cui sto facendo costruire una stata equestre). Serve uno capace di far la differenza tra la carriera di un evanescente meteora e la carriera di un longevo campione. Chiaramente sta anche al giocatore ma in questo mi sembra che il piccolo Conceicao abbia le palle giuste.
  16. Chiaramente no, ma urge trovare uno con quel tipo di personalità (poi Antonio unisce indubbiamente anche preparazione ma ora abbiamo prevalentemente bisogno di calci rotanti in cullo).
  17. Così certamente lo spogliatoio si metterà in riga. Sfido chiunque a non aver paura di prendere nerchiate in faccia...
  18. Ci vorrebbe un topic apposito e personalmente vedrei bene una Statua Equestre allo Stadium... Che Grande il Marcello, sempre troppo poco celebrato. (a parte questo, sì, sarebbe meraviglioso un topic in cui si discute tecnicamente e senza fanatismi di allenatori, proponi che è un piacere leggerti)
  19. Due errori grossi: 1) Non sostituire Marotta. Paratici ha dimostrato di non essere in grado di fare il CEO, cosa che Marotta invece fa. Occorreva affiancare una figura in grado di gestire plenariamente la Società. 2) Non richiamare Conte dopo Allegri 1. Le divergenze si possono appianare, tanto più che lo stesso Marotta portò Conte all'Inter dopo che questi lo appese praticamente al muro. Quando dico che non richiamare Conte fu un errore non lo dico in quanto penso che Conte sia l'unico allenatore capace di allenare la Juve, lo dico perché in quel momento, sfumato l'obiettivo grosso, piuttosto che andare su Sarri lasciando Conte all'Inter occorreva riportarlo alla basa, continuare a scavare il solco con le altre e poi riprovare l'all in su un nome grossissimo dopo due o tre anni. Con queste due mosse sono fermamente convinto che saremmo ancora a contare gli scudetti consecutivi. Certo, particolare non da poco, occorre capire quanta malafede, in tutto ciò, abbia la proprietà...
  20. Il proprietario non ha la mia simpatia, né la mia fiducia, né la mia stima. Lo desidererei lontano anni luce dalla Juve. Certamente responsabile quanto meno delle mancate difese dalle farse varie e quindi quanto meno connivente. Dopodiché ho i miei pensieri più profondi ma sono solo congetture. In virtù di questo ti rispondo che non lo so ma che non mi sorprenderebbe. Dopodiché è un dato che ogni qual volta è quel ramo là della famiglia a gestire la squadra (Montezemolo compreso) facciamo schifo e guardiamo vincere gli altri, quando invece c'è il "ramo cadetto" al comando diventiamo subito "brutti, cattivi, odiati..." e vincenti!!
  21. L'arrivo di Capello fu in un contesto in cui eravamo tra le prime 3-4 in Europa dal punto di vista tecnico ed economico, con un main sponsor che all'epoca garantiva il contratto di sponsorizzazione più alto d'Europa. Chiaramente in quel caso vai sul sicurissimo. Eravamo il Real di oggi. Quando abbiamo ricostruito abbiamo quasi sempre iniziato con allenatori giovani, con poca gavetta ma che si sono dimostrati fin da subito capaci di dare un plus sostanziale alla squadra e vincere al primo anno (Trap, Lippi 1, Conte). Il problema non è prendere Conte. È eventualmente individuare uno alla Conte e se non c'è ti prendi lui, tra l'altro non lo lasci alla concorrenza avendo ormai la riprova che arriva, vince e lascia la squadra al top per diversi anni anche dopo essere andato via. Nessuno mi toglie dalla testa che se subito dopo Sarri avessimo preso lui dall'Inter (e c'è stato un momento dopo la prima stagione di frizione con Zhang) non solo avremmo vinto il decimo (che peccato...) ma avremmo continuato a dominare nel tempo, anche perché l'Inter stessa non sarebbe stata quella di oggi. Aver fatto di nuovo lo stesso errore quest'anno è per me imperdonabile per certi versi.
  22. Situazione non banalissima da analizzare. Leggendo diagonalmente un po' tutti i post, credo che ci sia un errore di fondo: l'ossessione del quarto posto e dei soldi della CL. Capisco che siamo in difficoltà ma la Juve è sempre la Juve, dove non si arriva da una parte si arriva dall'altra. Ad esempio: trovando uno sponsor (ma su questo tornerò più avanti). La Storia del Calcio insegna che moltissimi dei cicli più vincenti (Juve o non Juve) partono all'improvviso e che per iniziare a vincere (un campionato) non è necessario arrivare l'anno prima secondi, due anni prima terzo, ecc. Il Napoli lo scorso anno in che posizione è arrivato? E la stessa Inter vincente l'anno prima a quanti punti era finita dallo stesso Napoli l'anno prima ancora? E noi? Vincenti dopo due settimi posti e dopo due anni fuori dalla Champions. No no, la premessa per vincere non è arrivare al quarto posto con regolarità, semmai succede il contrario: inizi a vincere e ti assicuri ogni anno la CL e cresci. Tornando a Motta, Il problema della sua Juventus è il poco carattere. Al di là del gioco, non vedo grinta, fame, capacità di soffrire e poi venir fuori, che è ciò che l'allenatore deve dare. Finora è chiaro che è molto più no che sì ma c'è da dire che c'è un'attenuante non da poco: mancano leader di spogliatoio che siano già maturi e in grado di trasmettere la loro grinta e di guidare in campo i compagni. Inoltre, ieri sera a parte, ma penso che in casa della prima in classifica (che ha preparato per tutta la settimana la partita) si possa anche perdere, vedo che nelle ultime uscite la squadra sembra comunque con l'allenatore. Io sono dell'idea che fino a fine stagione vada concesso tempo e che la valutazione di massima la si debba fare (solo per quest'anno, ovvio) non sui risultati ma sulla cacapità di aver costruito una squadra vera, aver creato dei leader nello spogliatoio, aver insegnato a tirar fuori le palle fumanti. Aggiungo che sinceramente non sono per nulla fiducioso ma va consentito, altrimenti diventiamo l'Inter di Moratti con più allenatori che stagioni. È ridicolo e non porta mai a nessuna parte. Detto tutto questo, il problema reale non è Motta, non è neanche Giuntoli che è eventualmente bravo solo a fare il DS. È l'assenza totale di una Società, di un CEO, di qualcuno che detti la linea e operi per il bene sportivo della squadra. È di questo che sono realmente preoccupato. Purtroppo storicamente (negli ultimi 35 anni), quando siamo stati in mano ad una certa parte della Famiglia (fin da Montezemolo) non abbiamo mai avuto risultati. In mano ad altri, si è sempre prima partiti dal costruire una Società forte e con una linea programmatica chiara e poi sono arrivate (e abbondanti) le vittorie. Inutile girare intorno, difficile costruire con dei fantocci incapaci di trovare finanche uno sponsor...
  23. Diciamo che con Cannavaro - Thuram era difficile per chiunque impensierire la titolarità. Però ricordo un ottimo Kovac. Tudor purtroppo fu limitato dal fisico un po' fragile altrimenti avremmo probabilmente ammirato una staordinaria carriera sportiva, stava per diventare un giocatore universale ad un certo punto (centrale di difersa, terzino con Ancelotti un periodo, centrocampista centrale con Lippi, all'occorrenza centravanti, un buon bottino di reti, ecc), ma negli anni di Capello era già (se non ricordo male) particolarmente sofferente. Chiellini e Balzaretti erano giovani promesse ed infatti, con gli infortuni di Zebina durante il secondo anno, occuparono stabilmente la fascia con Zambrotta dirottato a destra. Birindelli e Pessotto in fase calante di carriera. In ogni caso ad avercene di problemi così ora.
  24. Probabilmente avevamo il miglior 11 d'Europa ma a livello di rosa (attacco a parte) eravamo molto corti, o meglio, le riserve erano molto lontane dal livello dei titolari. Non erano ancora l'epoca di oggi, in cui il concetto per le big è avere 18-20 titolari più o meno equivalenti, ma c'erano già squadre incredibilmente abbondanti nei numeri e livellate (ad esempio la stessa Inter) qualitativamente tra titolari e riserve. Faccio questa precisazione perché legata al tema del topic: anche all'epoca c'era sempre la necessità di costruire la squadra solo tramite player trading (Moggi eccellente in questo) in un momento in cui diverse proprietà smiliardavano senza alcun freno. Con un po' di spinta da parte della Proprietà, durante gli anni della Triade, avremmo probabilmente dominato ancora di più, specialmente in campo europeo. Tuttavia Giraudo e Moggi erano perfettamente coscienti della soluzione e del problema ed infatti avevano stilato un ambizioso piano industriale capace di reperire risorse per la gestione sportiva diversificando le entrate (ci sono diverse interviste proprio di Giraudo). Peccato per la morte del Dottor Umberto, parleremmo oggi veramente d'altro, non avremmo avuto le farse varie e saremmo ai vertici europei. Comunque, è andata ormai...
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