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Braccio di Ferro

Tifoso Juventus
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  1. Chiaramente no, ma urge trovare uno con quel tipo di personalità (poi Antonio unisce indubbiamente anche preparazione ma ora abbiamo prevalentemente bisogno di calci rotanti in cullo).
  2. Così certamente lo spogliatoio si metterà in riga. Sfido chiunque a non aver paura di prendere nerchiate in faccia...
  3. Ci vorrebbe un topic apposito e personalmente vedrei bene una Statua Equestre allo Stadium... Che Grande il Marcello, sempre troppo poco celebrato. (a parte questo, sì, sarebbe meraviglioso un topic in cui si discute tecnicamente e senza fanatismi di allenatori, proponi che è un piacere leggerti)
  4. Due errori grossi: 1) Non sostituire Marotta. Paratici ha dimostrato di non essere in grado di fare il CEO, cosa che Marotta invece fa. Occorreva affiancare una figura in grado di gestire plenariamente la Società. 2) Non richiamare Conte dopo Allegri 1. Le divergenze si possono appianare, tanto più che lo stesso Marotta portò Conte all'Inter dopo che questi lo appese praticamente al muro. Quando dico che non richiamare Conte fu un errore non lo dico in quanto penso che Conte sia l'unico allenatore capace di allenare la Juve, lo dico perché in quel momento, sfumato l'obiettivo grosso, piuttosto che andare su Sarri lasciando Conte all'Inter occorreva riportarlo alla basa, continuare a scavare il solco con le altre e poi riprovare l'all in su un nome grossissimo dopo due o tre anni. Con queste due mosse sono fermamente convinto che saremmo ancora a contare gli scudetti consecutivi. Certo, particolare non da poco, occorre capire quanta malafede, in tutto ciò, abbia la proprietà...
  5. Il proprietario non ha la mia simpatia, né la mia fiducia, né la mia stima. Lo desidererei lontano anni luce dalla Juve. Certamente responsabile quanto meno delle mancate difese dalle farse varie e quindi quanto meno connivente. Dopodiché ho i miei pensieri più profondi ma sono solo congetture. In virtù di questo ti rispondo che non lo so ma che non mi sorprenderebbe. Dopodiché è un dato che ogni qual volta è quel ramo là della famiglia a gestire la squadra (Montezemolo compreso) facciamo schifo e guardiamo vincere gli altri, quando invece c'è il "ramo cadetto" al comando diventiamo subito "brutti, cattivi, odiati..." e vincenti!!
  6. L'arrivo di Capello fu in un contesto in cui eravamo tra le prime 3-4 in Europa dal punto di vista tecnico ed economico, con un main sponsor che all'epoca garantiva il contratto di sponsorizzazione più alto d'Europa. Chiaramente in quel caso vai sul sicurissimo. Eravamo il Real di oggi. Quando abbiamo ricostruito abbiamo quasi sempre iniziato con allenatori giovani, con poca gavetta ma che si sono dimostrati fin da subito capaci di dare un plus sostanziale alla squadra e vincere al primo anno (Trap, Lippi 1, Conte). Il problema non è prendere Conte. È eventualmente individuare uno alla Conte e se non c'è ti prendi lui, tra l'altro non lo lasci alla concorrenza avendo ormai la riprova che arriva, vince e lascia la squadra al top per diversi anni anche dopo essere andato via. Nessuno mi toglie dalla testa che se subito dopo Sarri avessimo preso lui dall'Inter (e c'è stato un momento dopo la prima stagione di frizione con Zhang) non solo avremmo vinto il decimo (che peccato...) ma avremmo continuato a dominare nel tempo, anche perché l'Inter stessa non sarebbe stata quella di oggi. Aver fatto di nuovo lo stesso errore quest'anno è per me imperdonabile per certi versi.
  7. Situazione non banalissima da analizzare. Leggendo diagonalmente un po' tutti i post, credo che ci sia un errore di fondo: l'ossessione del quarto posto e dei soldi della CL. Capisco che siamo in difficoltà ma la Juve è sempre la Juve, dove non si arriva da una parte si arriva dall'altra. Ad esempio: trovando uno sponsor (ma su questo tornerò più avanti). La Storia del Calcio insegna che moltissimi dei cicli più vincenti (Juve o non Juve) partono all'improvviso e che per iniziare a vincere (un campionato) non è necessario arrivare l'anno prima secondi, due anni prima terzo, ecc. Il Napoli lo scorso anno in che posizione è arrivato? E la stessa Inter vincente l'anno prima a quanti punti era finita dallo stesso Napoli l'anno prima ancora? E noi? Vincenti dopo due settimi posti e dopo due anni fuori dalla Champions. No no, la premessa per vincere non è arrivare al quarto posto con regolarità, semmai succede il contrario: inizi a vincere e ti assicuri ogni anno la CL e cresci. Tornando a Motta, Il problema della sua Juventus è il poco carattere. Al di là del gioco, non vedo grinta, fame, capacità di soffrire e poi venir fuori, che è ciò che l'allenatore deve dare. Finora è chiaro che è molto più no che sì ma c'è da dire che c'è un'attenuante non da poco: mancano leader di spogliatoio che siano già maturi e in grado di trasmettere la loro grinta e di guidare in campo i compagni. Inoltre, ieri sera a parte, ma penso che in casa della prima in classifica (che ha preparato per tutta la settimana la partita) si possa anche perdere, vedo che nelle ultime uscite la squadra sembra comunque con l'allenatore. Io sono dell'idea che fino a fine stagione vada concesso tempo e che la valutazione di massima la si debba fare (solo per quest'anno, ovvio) non sui risultati ma sulla cacapità di aver costruito una squadra vera, aver creato dei leader nello spogliatoio, aver insegnato a tirar fuori le palle fumanti. Aggiungo che sinceramente non sono per nulla fiducioso ma va consentito, altrimenti diventiamo l'Inter di Moratti con più allenatori che stagioni. È ridicolo e non porta mai a nessuna parte. Detto tutto questo, il problema reale non è Motta, non è neanche Giuntoli che è eventualmente bravo solo a fare il DS. È l'assenza totale di una Società, di un CEO, di qualcuno che detti la linea e operi per il bene sportivo della squadra. È di questo che sono realmente preoccupato. Purtroppo storicamente (negli ultimi 35 anni), quando siamo stati in mano ad una certa parte della Famiglia (fin da Montezemolo) non abbiamo mai avuto risultati. In mano ad altri, si è sempre prima partiti dal costruire una Società forte e con una linea programmatica chiara e poi sono arrivate (e abbondanti) le vittorie. Inutile girare intorno, difficile costruire con dei fantocci incapaci di trovare finanche uno sponsor...
  8. Diciamo che con Cannavaro - Thuram era difficile per chiunque impensierire la titolarità. Però ricordo un ottimo Kovac. Tudor purtroppo fu limitato dal fisico un po' fragile altrimenti avremmo probabilmente ammirato una staordinaria carriera sportiva, stava per diventare un giocatore universale ad un certo punto (centrale di difersa, terzino con Ancelotti un periodo, centrocampista centrale con Lippi, all'occorrenza centravanti, un buon bottino di reti, ecc), ma negli anni di Capello era già (se non ricordo male) particolarmente sofferente. Chiellini e Balzaretti erano giovani promesse ed infatti, con gli infortuni di Zebina durante il secondo anno, occuparono stabilmente la fascia con Zambrotta dirottato a destra. Birindelli e Pessotto in fase calante di carriera. In ogni caso ad avercene di problemi così ora.
  9. Probabilmente avevamo il miglior 11 d'Europa ma a livello di rosa (attacco a parte) eravamo molto corti, o meglio, le riserve erano molto lontane dal livello dei titolari. Non erano ancora l'epoca di oggi, in cui il concetto per le big è avere 18-20 titolari più o meno equivalenti, ma c'erano già squadre incredibilmente abbondanti nei numeri e livellate (ad esempio la stessa Inter) qualitativamente tra titolari e riserve. Faccio questa precisazione perché legata al tema del topic: anche all'epoca c'era sempre la necessità di costruire la squadra solo tramite player trading (Moggi eccellente in questo) in un momento in cui diverse proprietà smiliardavano senza alcun freno. Con un po' di spinta da parte della Proprietà, durante gli anni della Triade, avremmo probabilmente dominato ancora di più, specialmente in campo europeo. Tuttavia Giraudo e Moggi erano perfettamente coscienti della soluzione e del problema ed infatti avevano stilato un ambizioso piano industriale capace di reperire risorse per la gestione sportiva diversificando le entrate (ci sono diverse interviste proprio di Giraudo). Peccato per la morte del Dottor Umberto, parleremmo oggi veramente d'altro, non avremmo avuto le farse varie e saremmo ai vertici europei. Comunque, è andata ormai...
  10. Pensa in che situazione disastrosa siamo stati quasi vent'anni fa con entrambi... (che poi all'epoca mio fratello e il suo migliore amico, adolescenti, sono rimasti convinti per un anno e mezzo circa che si chiamasse Cobollo Gigli, Cobollo il nome...) (invece un mio caro amico, che lavorava inbound in un call center di assistenza tecnica per ADSL, fu chiamato da Cobollo in persona una sera durante uno straordinario, tipo era forse la sera di Natale o di Capodanno)
  11. Un tempo lontano ma non lontanissimo arrivò un signore in una grande squadra che proveniva da squadre minori ma che non aveva una gavetta infinita né risultati alle spalle degni di fama e gloria. Gli vidi fare (più o meno in ordine): 1) Rigenerare un attaccante sul piede di partenza (un certo Vialli) che aveva messo dentro circa dieci reti in due deludenti stagioni; credo più di una trentina nelle due successive oltre che una posizione da leader in campo e nello spogliatoio. 2) Prendere un altro attaccante considerato un gregario, una riserva e con una carriera sostanzialmente in B e C e fargli fare non solo 30 gol in un anno solare ma soprattutto insegnargli dei movimenti di calcio totale tale da farlo diventare contemporaneamente il primo difensore o difensore aggiunto della squadra, un uomo pressing a centro campo e, come già detto, uno straordinario finalizzatore (Un certo Berlusconi arrivò a dire "Ravanelli come Di Stefano"). 3) Costruire un tridente fantastico, assortito e capace di garantire sia gioco ultra offensivo che equilibrio; tridente tra l'altro che vedeva un allora ragazzo di bellissime speranze sostituire senza colpo ferire l'allora numero 1 al mondo (e vabbé, Del Piero era un fenomeno generazionale, ma i fenomeni generazionali vanno anche saputi lanciare ed istruire, chiedere ad Alex). 4) Reinventare offensivamente una squadra istruendo un altro fenomeno per farlo diventare probabilmente il miglior trequartista puro della storia o comunque tra i primissimi. Tra l'altro la squadra offriva un gioco offensivo talmente efficace da permettere a turno a tutti gli attaccanti in rosa di avere il proprio momento di gloria all'interno di quella stagione (perché ricordiamo che nel 96/97 si infortunarono a giro Del Piero, Boksic e Padovano, i due titolari e la prima riserva), compresi due ragazzini che arrivarono in primavera a stendere a casa loro una delle migliori tre squadre in Europa. 5) Al ritorno, quel signore prese a metà stagione due dei suoi attaccanti e li chiuse in una stanza con una lavagnetta appesa al muro. Iniziò ad illustrare movimenti, sovrapposizioni, giocate e i tre uscirono dalla stanza solo quando si trovò la quadra. Ah, su quella "quadra" la squadra svoltò, uno dei due vinse il Pallone d'Oro e quel modulo di gioco rimase la base sulla quale arrivarono 4 scudetti in 5 anni (sì, anche con un altro allenatore, ma...) 6) Sempre in quella squadra ad un certo punto esplose quasi a sorpresa l'ala destra di riserva durante l'infortunio dell'ala titolare. Al ritorno del titolare, quel signore là gli inventò un ruolo nuovo, grazie al quale la squadra riuscì a migliorare la produzione offensiva mantenendo un equilibrio solidissimo. 7) Negli ultimi anni di quel signore là nacque la coppia Trezeguet - Del Piero. Fino alla fine dei loro trascorsi ho visto loro fare dei movimenti sincronizzati perfetti. Chiaro che i giocatori citati sono stati tutti dei campioni ma quel signore là ha permesso loro di esprimere tutto il loro potenziale e soprattutto ha insegnato loro: non la tecnica (quella l'avevano) ma come occupare la zona d'attacco e produrre quello che per me ancora oggi è il miglior calcio mai visto. Quel signore là (non sono degno neanche di scrivere il nome) è stato un genio purtroppo poco celebrato dai media, ma quando penso ad un allenatore per la rinascita bianconera vorrei sostanzialmente un suo clone. Conte obiettivamente aveva gli elementi per poterlo fare, è però "pazzo"... (si ride ovviamente).
  12. Ni... Il proprietario fornisce la vision e in qualche modo replica se stesso operativamente attraverso il CEO. L'Avvocato ebbe come emanazione diretta Boniperti, il sempre poco celebrato Dottor Umberto aveva Giraudo. Questa due coppie erano sostanzialmente in simbiosi. Poi un bravo CEO è in grado di gestire pienamente la società attraverso deleghe e controllo diretto, cosa in cui è bravissimo Marotta, al punto tale che riesce a farlo anche con un fondo come proprietà. Però non trascuriamo il fatto che, sebbene fondo, ci sia una vision chiara affidata ad un CEO capace di esprimere pienamente tale vision. Ecco perché l'Inter continua ad andar bene. A noi ciò che manca è una vision vincente da parte della proprietà e di conseguenza anche un CEO operativo capace di tradurla in atto. Giuntoli è solo la delega alla parte sportiva di un CEO e di una proprietà senza programma né identità.
  13. Osservando il suo abituale abbigliamento credo sia proprio una questione di gusti di me...lma. Ogni tanto quando lo/li vedo (lui e suo fratello) mi vengono in mente i leader politici del film Demolition Man con Stallone.
  14. L'unico non è ma l'abilità sta proprio nel trovare "il prossimo", sperando che sia un po' meno "pazzo".
  15. Giuntoli sta commettendo errori ma sono anche figli di un vuoto in seno alla società. Mi spiego. Affinché un'azienda funzioni (in generale e quindi anche in una società di calcio, specialmente se big) ci vogliono: una vision chiara delineata da una testa pensante (es. Umberto Agnelli), un braccio operativo capace di tradurre la vision in mission operativa, un CEO insomma, totalmente allineato al pensiero della testa pensante (es. Giraudo, sostanzialmente una replica operativa di Umberto Agnelli con competenze fortissime applicative) e infine una delega a professionisti specifici che possano muoversi con le idee chiare in mente seguendo i direttivi del CEO (es. Moggi per la parte sportiva e Bettega per la parte rappresentativa). Giuntoli è praticamente solo, mancano i due livelli superiori e sta palesemente dimostrando di non avere le caratteristiche per accentrare su di lui tutto l'apparato precedentemente descritto, cosa che invece sa fare ad esempio Marotta o che seppe fare Boniperti diversi anni or sono e che chiaramente avrebbe saputo fare anche Moggi. Infatti Giuntoli ha performato bene con De Laurentis alle spalle che, nel bene e nel male secondo il personaggio, è sia testa pensante che operativa e che sta dimostrando, in credo quasi ventanni, di avere una chiara vision per la sua Società di Calcio.
  16. No, in realtà su questo non la penso così, altrimenti torniamo indietro al messaggio iniziale. Il Grande Allenatore tipicamente ha bisogno di gavetta sostanzialmente nulla, nel grande club lo dimostra fin da subito. Ed è proprio la nostra storia a dirlo (passate e recente) ma anche quella delle altre big. Fuori dalla Juve, lo stesso Guardiola che citi ha fatto Barcelona B e poi Barcelona. Capello al Milan, in qualche modo Allegri stesso al Milan arriva e vince. Zidane al Real Madrid. Mourinho. Lo stesso Ancelotti, che da noi performò meno, fece Reggiana, Parma (che all'epoca era sostanzialmente una grande), poi Juve e dopo il "fallimento" in bianconero riprese dal Milan e vinse subito. È possibile chiaramente che un grande tecnico in erba si trovi a passare da una grande in un momento sbagliato della società. Per esempio, Pirlo sicuramente è passato dalla Juve in un momento delicato, come qualche anno prima Ferrara. Però da lì entrambi, praticamente, hanno terminato la loro carriera. Se Pirlo fosse stato un grande allenatore in erba, sarebbe venuto fuori da un'altra parte, idem Ferrara, idem Filippo Inzaghi (per uscire dall'ambito Juve). Ergo, e su questo sono d'accordo con te, Motta probabilmente un grande allenatore non lo è e non lo sarà. Poi sono un signor nessuno (calcisticamente) e quindi posso tranquillamente sbagliare. Se mi sbaglio spero di aver prestissimo la smentita (perché, e anche qui sono d'accordissimo con te, alla Juve il tempo è poco per tutti, allenatori, calciatori e anche dirigenti). Se è invece l'ambiente attuale della Juve a non permettere all'allenatore di performare, tranquillo che lo vedremo performare altrove nei prossimi anni.
  17. Lo credo anche io, pensavo obiettivamente che lo potesse essere. Sarei felicissimo di essere smentito... Nel breve tempo.
  18. L'estate scorsa era indubbiamente il momento ideale, anche per il cambio di società. Cinque anni fa si poteva fare comunque, probabilmente Andrea Agnelli avrebbe dovuto, con intelligenza, ripianare le divergenze. C'è riuscito Marotta che da Conte ha preso probabilmente anche qualche cartone, a quel livello si deve essere freddi. Dico che le condizioni c'erano perché Sarri fu palesemente un ripiego derivante da un obiettivo diverso sfumato a tarda primavera. Non penso che i tempi siano profondamente cambiati (soprattutto in meglio) da questo punto di vista. D'altronde se diamo come assioma che un allenatore da grande club deve aver maturato già precedente esperienza in un grande club cadiamo in un buco logico: deve esserci per forza un "primo grande club" da cui iniziare.
  19. Andava scelto l'anno di Sarri dopo l'Allegri 1. L'Inter non sarebbe emersa e la nostra storia recente sarebbe stata diversa. Ad oggi probabilmente non sarebbe stato comunque il nostro attuale tecnico ma avremmo continuato e riavviato (e ravvivato) il ciclo.
  20. D'accordo su quanto espresso dal topic ma sulla frase in neretto faccio però notare che la nostra Storia ci racconta di allenatori semi emergenti capaci di aprire cicli irripetibili (Trap, Lippi, Conte). Lo stesso Capello, al Milan, si trovò ad allenare un team stellare senza alcuna esperienza pregressa e vinse subito macinando record. Ho come l'impressione che per allenare Grandi Clubs non serva fare prima gavetta ed esperienza, non sempre quanto meno, servono palle cubiche più che altro (oltre alla competenza, of course). Io purtroppo vedo Motta deficitario da questo punto di vista. Magari mi sbaglio e mi sorprenderà, me lo auguro di vero e sincero cuore.
  21. Condivido, anche perché sono praticamente certo (credo tutti noi) che Giuntoli sarà il nostro DS per almeno altre due stagioni, il che vuol dire che avremo il banco di prova nel tempo. Anche Marotta e Paratici i primi anni erano limitati nelle risorse ma riuscirono pezzo per pezzo a puntellare la rosa fino ad avere una squadra più che completa. Vedremo. P.S. un attaccante centrale in più (anche dalla Serie C o di 20 anni dalla Next Gen) e un centrocampista d'esperienza a basso costo li avrei comunque messi in rosa. Sulla difesa poco da dire, due crociati saltati sono una sfiga nera.
  22. Non è Filosofia sebbene si discute in modo astratto, non avendo controprove. Ma quel che dice l'utente che ho quotato non è affatto da sottovalutare: arriva Conte invece che Motta, la rosa iperperforma e Giuntoli è improvvisamente un mago? Io critico ciò che da lui esclusivamente dipende, compresa certo la scelta dell'allenatore, sulla scelta dei singoli calciatori non mi sento di dare giudizi trancianti. Faccio un esempio su tutti: Marchisio e Chiellini, prima di Conte, venivano giudicati quasi dei "miracolati da farsopoli". Dopodiché sono diventati i nuovi leader della squadra. Bonucci un acquisto completamente sbagliato, poi è stato titolare dieci anni.
  23. Ottima osservazione. Tuttavia a mio avviso occorre precisare che la valutazione di Giuntoli non può e non deve essere fatta sulla qualità degli acquisti, la cui resa dipende da altri fattori in primis l'allenatore. Un DS va valutato invece sulla capacità di aver fornito una rosa adeguatamente allenabile al proprio allenatore: Giuntoli ha fatto in questo un unico errore che la squadra sta pagando, ovvero la rosa è corta ed in alcuni ruoli scoperta. La matrice del problema è là: perché non hai l'alternativa a Vlahovic, perché Nico è bravo sì ma si sa che è fisicamente fragile (e difatti non c'è stato finora), perché in molti ruoli hai dei giovanissimi che hanno, come è normale che sia, altri e bassi, ecc. Questo è il punto cruciale, unitamente al fatto importante (ne parlo in altro topic) che Giuntoli è praticamente solo in una società disinteressata, debole e senza una testa pensante in alto che sia voce e polso della proprietà.
  24. Il nome non c'è, anche perché storicamente è molto difficile, rarissimo, trovare "IL" nome a metà stagione. Il problema però è che il nome deve indicarlo la società, la dirigenza sportiva. Noi non facciamo quel mestiere là, siamo osservatori che si divertono a parlare del loro gioco preferito (e alle volte, a straparlare...). Io ad esempio credevo che Motta fosse il nome giusto. E lo credevo perché i tre Grandi (e lunghissimi) Cicli di vittorie che la Juve ha avuto negli ultimi cinquantanni sono nati sempre da allenatori poco più che emergenti e comunque emergenti assoluti su panchine di prestigio (Trap, Lippi, Conte), sempre in situazioni iniziali difficili (forse un po' meno negli anni 70). A preoccuparmi però è un altro dato: tali cicli sono sempre stati preceduti da una ristrutturazione societaria importante fatte scegliendo uomini di alto spessore manageriale e calcistico. Lo scorso anno feci personalmente l'errore di sopravvalutare l'apporto di Giuntoli alla causa: non perché incapace dal punto di vista squisitamente tecnico (lo reputo tuttora uno dei migliori sulla piazza) ma perché non in grado di assumere in modo plenipotenziario l'onere della direzione della squadra. Oggi nella Juve non solo manca una forte controparte amministrativa ma addirittura abbiamo personaggi fortemente deleteri e anonimi, nonché manca una testa pensante. Negli anni 70 la testa pensante fu l'Avvocato e Boniperti fu sostanzialmente plenipotenziario ereditando lo stile di un Maestro come Allodi, il miglior dirigente italiano fino a quel momento. Boniperti ebbe l'intuito della scelta del Trap e dei grandi giocatori che illuminarono un decennio irripetibile. Negli anni 90 la testa pensante fu Umberto Agnelli, che delegò un ambizioso progetto industriale al suo miglior manager: Giraudo. Giraudo scelse Moggi per la parte sportiva e Bettega per rappresentare la juventinità (ma non fu solo quello, Bettega aveva competenza da vendere) e fare di fatto il Presidente. Moggi ebbe l'intuizione Lippi che ereditò una Juve a digiuno quasi decennale di vittorie importanti ma che comunque era tra le prime 7-8 squadre d'Europa. Vinse al primo colpo e fu un altro ciclo irripetibile fermato e distrutto solo dalla farsa ignobile. Durante l'ultimo ciclo la testa pensante fu Andrea Agnelli ma con grossa partecipazione di Marotta, che seppe accentrare la parte amministrativa e la supervisione della parte sportiva, in parte delegata al suo fidato braccio destro Paratici. Qui l'eredità fu pesantissima: si arrivò ad iniziare partendo da una situazione disastrosa figlia della Serie B. Infatti non si partì per vincere, si partì per ricostruire puntando su Del Neri (immagino che nessuno all'epoca solo lontanamente pensasse di tornare a vincere direttamente con Del Neri). Ci fu un'immediata battuta di arresto e si decise di cambiare e vi furono a mio avviso due straordinarie intuizioni: Conte (pare che fu scelto da Andrea) e Pirlo. La squadra fu puntellata e si vinse subito. Ho ricordato la storia recente solo per ricordare in primis a me stesso che oggi il problema grave è la mancanza di una (parte della) società: Giuntoli è solo nel bene e nel male ma dubito che con questa premessa, Motta o non Motta, si possa costruire qualcosa. Poi il mio pensiero nel topic l'ho più volte espresso e ne riapprofitto: al di là di risultati e gioco, da Motta sono deluso per il deficit di Mindset della squadra; dopodiché, fossi io società, qualora a fine anno si tirassero delle somme negative, proverei a costruire un progetto a medio - lungo termine con Gasperini (prima di citare l'età già avanzata del Gasp, si può rileggere un paio di pagine dietro cosa intendo per progetto a medio - lungo termine). A prescindere da tutto, forza Juve.
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