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L'udienza è stata rinviata due volte: prima al 15 e poi al 29 gennaio.
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[ Serie A Tim ] Napoli - Juventus 1-3
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Ma magari già lo sa... -
[ Serie A Tim ] Napoli - Juventus 1-3
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Solo un paio? -
[ Serie A Tim ] Napoli - Juventus 1-3
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.clap .clap .clap -
[ Serie A Tim ] Napoli - Juventus 1-3
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Senza rubare....vinciamo senza rubare...senza rubaaare...vinciamo senza rubare... :sventola: :sventola: -
Nuovo stadio, torri dell’Eur, Vele. Caudo: ''Aspettiamo i progetti, si parte'' (CORSERA) - Stadio della Roma. L’assessore alla Rigenerazione urbana, Giovanni Caudo, va a tutto campo sui progetti di medio e lungo termine per la capitale. A partire dal nuovo «tempio» dei tifosi giallorossi: «Noi abbiamo cercato di farlo diventare una cosa utile e importante. Abbiamo chiuso questa prima fase con il passaggio in Assemblea, che ha manifestato il pubblico interesse sulla proposta. Adesso possono succedere diverse cose. La più probabile è che i proponenti ci presentino i progetti definitivi e quindi si aprirebbe la seconda fase di competenza regionale. Oppure che le condizioni che abbiamo posto sono talmente costrittive che il proponente privato decide di non procedere, ma quest’ultima mi sembra più difficile». Caudo, intervenuto a Radio Città Futura, ha aggiunto: «Per fare l’operazione, stadio e opere connesse, ci vogliono 30 mesi. Dipende da quando ci consegneranno i progetti». (10.01.2015) Deve essergli arrivata una telefonata da Boston dove il sindaco-marziano è ancora in vacanza . Si parte, si parte...
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match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Ridicolo -
match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Volevo chiederlo anch'io ma mi hai preceduto. -
match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Speriamo almeno di non subire una goleada... -
match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
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match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
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match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Capisco quello che vuoi dire...magari gli danno un altro gol farlocco come quello di oggi, o magari negano un rigore alla Lazio come quello di oggi su Kone ma facciamogliela almeno giocare... -
match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Perchè la Roma ha già vinto il derby? -
match talk [ Serie A Tim ] Juventus - Inter 1-1
Marmas ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2014/2015
Buon primo tempo in cui si poteva chiudere la partita. Ripresa pessima in cui si è rischiato seriamente di andare sotto (Chiello e Leo da censura in due o tre occasioni). La sensazione è che la squadra stia perdendo identità e anche un pò di convinzione nei propri mezzi. Ci sarebbe da cominciare a preoccuparsi se non fosse che la Roma vista nelle ultime uscite è messa peggio di noi ed ha fatto punti anche grazie (o soprattutto?) a una discreta serie di aiutini arbitrali . Alla fine un punto da accettare senza troppi rimpianti, che ci consente di mantenere la testa della classifica. Adesso rimboccarsi le maniche, e guardare avanti... -
Dal sito del "Comitato di Quartiere Torrino-Decima": Stadio della Roma: delibera approvata, persistono le preoccupazioni Il 22 dicembre, a larga maggioranza ma con una trasversalità di voti contrari, il Consiglio Comunale ha approvato la Delibera di Giunta con la quale viene riconosciuto come di “pubblico interesse” il progetto riconducibile allo Stadio della Roma. E’ solo il primo passo, in quanto quello approvato è solamente il via libera alla “fattibilità” del progetto stesso, la cui realizzazione richiede – dopo la presentazione del progetto definitivo che accolga gli emendamenti e i vincoli evidenziati nella delibera – un iter presso la Regione della durata massima di 180 giorni, con una nuova conferenza dei servizi e, questa volta, il coinvolgimento dei cittadini attraverso associazioni e comitati rappresentativi. E’ in questa seconda fase, come confermatoci dall’Assessore Caudo cui avevamo contestato di non essere stati in precedenza convocati, che verremo interpellati. Pur con le nodifiche introdotte e i più puntuali vincoli imposti alla società e al costruttore, rimangono numerose e tutt’altro che marginali le nostre perplessità e preoccupazioni. Come noto, a differenza di altri, abbiamo sempre mantenuto una posizione critica ma non pregiudiziale, scevri da ogni assunto ideologico e da questioni dirimibili dalla magistratura o tra privati, ferma la non incidenza sui conti pubblici. Ma, come detto, le perplessità e preoccupazioni persistono per intero e le riserve potranno essere sciolte solo una volta che si sia discusso sulle soluzioni definitive e si sia valutata l’entità degli eventuali vantaggi e quella dei più che certi disagi. In particolare le principali di esse (espresse sinteticamente) si incentrano sui seguenti punti: 1) Edificazione del business park con grattacieli di 200 (o poco meno) metri su un’area alluvionale, ricca di falde acquifere, la stessa che interessa Decima e una parte del Torrino Nord, con possibili gravi conseguenze su detto quartiere. 2) la sistemazione ipotizzata per la Ostiense/Via del mare che, al di là della situazione che si creerà al completamento, renderà impercorribili per moltissimi mesi le due arterie già normalmente al collasso. ma che avrà effetti a catena anche sulla viabilità alternativa (Colombo, Pontina, vie interne Torrino e Mezzocammino, Roma-Fiumicino) 3) l’assoluta conseguente necessità che PRIORITARIAMENTE si trasformi in linea metropolitana, con frequenze adeguate, l’attuale Roma Lido, abbandonando l’idea folle di un tronchetto aggiuntivo della metro B. 4) a stadio e centro direzionale operanti, i forti impatti sul nostro territorio, anche in termini di sicurezza. 5) infine, i timori tutt’altro he infondati circa i controlli su tempistiche e qualità dei lavori di interesse pubblico. Non è tutto, ma come detto, sono i punti più delicati. Ai quali va aggiunta la nostra vivissima preoccupazione per un secondo progetto, solo temporaneamente messo in stand-by: quello di Casal Grottoni il cui effetto combinato con l’impatto dello stadio ci renderebbe la vita impossibile. (30.12.2014) link --------------------------------------------------- Il punto 3 rappresenta l'emendamento alla delibera i cui costi (per un importo di oltre 260 milioni) dovrebbero essere a carico della Regione e cioè dei contribuenti di Roma e del Lazio.
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Altro che se potrebbe esserci un nesso diretto, così come ci sarebbero infiniti modi per caricare in maniera occulta sulle spalle dei contribuenti (se c'è volontà politica in questo senso) i costi di una operazione iimpopolare. Forse potremo saperne un pò di più se e quando verranno presentati i progetti definitivi in Regione.
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"Non è una bella notizia..." Sempre pacato e politicamente corretto, anche di fronte all'evidenza di una organizzazione politico-affaristica (leggi organizzazione "criminale") che cerca in tutti i modi di far passare come opera di interesse pubblico una megaspeculazione edilizia a parziale carico dei contribuenti in cui la voce "stadio" rappresenta appena il 14% dell'intera operazione. Per fortuna di Roma e dei romani per il "sindaco marziano" è cominciato il conto alla rovescia anche se lui probabilmente non lo sa perchè troppo impeganto nella spola Roma-Boston... Una domanda, se me lo consenti: da 1 a 10 quanto siete disposti, come tifosi, a farvi strumentalizzare in questa vicenda? Ovvero quanto, sempre da 1 a 10, il vostro senso civico di cittadini è disposto a lasciare il passo alla vostra faziosità di tifosi? Dai tuoi commenti mi pare di capire che la risposta in entrambi i casi sia 10
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Siamo in Italia e per rispondere con certezza assoluta alla tua domanda bisognerebbe avere la palla di vetro. Personalmente spererei in una approvazione definitiva del progetto con tanto di prima, simbolica picconata del sindaco in mondovisione live e poi, a seguire, 20/30 anni per cercare di costruire opere pubbliche con i dollari dei fondi pensione di mr. Pallotta tra difficoltà burocratiche infinite e costi che aumentano in misura esponenziale di anno in anno. In realtà sono sicuro al 99,9% che si tratti (anche qualora si riesca a superare le problematiche legate all'esproprio dei terreni interessati e alla loro effettiva proprietà) di un progetto morto sul nascere (in quanto comporterebbe l'approvazione di una mega variante urbanistica) per il quale i proponenti non riusciranno nemmeno ad ottenere la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) in sede di conferenza dei servizi regionale (in questo senso paiono significative le dichiarazioni del governatore Zingaretti all'indomani della delibera dell'assemblea capitolina sulla "pubblica utilità"). Inoltre, è ormai ufficiale il fatto che uno degli emendamenti alla delibera sul "pubblico interesse" preveda un investimento regionale (cioè soldi dei contribuenti) di 260 milioni per l'adeguamento della ferrovia Roma-Lido. Ora, anche ammesso che la Regione voglia farsi carico dell'adempimento della delibera (che in ogni caso comportebbe un significativo aumento dei costi di gestione e, in ricaduta, dei costi del servizio a carico dei cittadini) si tratterà, per Zingaretti, di spiegare ai romani in che modo e misura saranno chiamati a contribuire all'investimento e, soprattutto, come tutto questo possa ritenersi coerente con i proclami propagandistici del sindaco sul famoso "costo zero" a carico dei cittadini per la realizzazione dell'opera. Insomma, la strada da fare è ancora lunga e la fine del "Pallotta Stadium" potrebbe essere più vicina di quanto si possa pensare.
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Ennesima intervista-scendiletto che il sindaco miracolato dall'inchiesta "Mafia Capitale" ha rilasciato prima di partire per Boston. Per la serie: "lapropagandaautocelebrativanonvainferienemmenoquandosidovrebbeavereilbuongustoeladecenzadichiederescusaairomaniperlapropriaconclamataincapacitàadamministrarelacapitaled'italia " Stadio Roma, Marino: “Sono convinto, quest’anno poseremo la prima pietra” Gasport (A. Catapano) – "Un anno, ma per me ne sono passati dieci…". In effetti, chi vorrebbe stare al posto di Ignazio Marino? Il sindaco – chirurgo o per qualcuno, con sprezzo, il sindaco – marziano. Certamente, il sindaco più maltrattato d’Italia. Nessuno stupore, quindi, di come abbia archiviato il 2014: nuovo braccio di ferro con i vigili urbani, assenti in massa dai servizi di Capodanno, ed ennesima stucchevole polemica, stavolta sui sanpietrini (per chi non ne ha mai sentito parlare: blocchetti di leucitite utilizzati per realizzare il lastricato stradale di alcune vie del centro storico di Roma). «Tranquillizzo tutti — chiarisce —: non sono in vendita, li toglieremo dalle vie trafficate per ricollocarli in zone pedonali, anche nelle periferie». Fossero i selci i problemi della città. Dall’inchiesta sulla Mafia capitale all’esplosione di rabbia delle borgate, dai cronici problemi di viabilità alle montagne dei rifiuti, nell’anno appena trascorso Roma è passata dalla «Grande bellezza» di Sorrentino alla grande amarezza di chi la vive tutti i giorni. Sindaco Marino, sarà per questo che i romani hanno accolto con freddezza la notizia della candidatura all’Olimpiade del 2024? «È evidente che l’emersione di “Mafia Capitale” abbia generato scetticismo: anche per questo il primo compito di chi lavorerà a Roma 2024, noi per primi, sarà trasmettere ai cittadini la certezza che i Giochi non saranno l’ennesima occasione di spartirsi denaro per interessi privati, ma una chance per il rilancio urbanistico e ambientale della città. Guarderemo a Londra 2012, che ha saputo coniugare l’organizzazione di un evento spettacolare con la ricucitura del tessuto urbano e la valorizzazione di intere aree». Tradotto per i romani? «Significa che attraverso l’Olimpiade innalzeremo la qualità della vita dei cittadini. Non espanderemo la città senza creare le infrastrutture necessarie, ma consolideremo l’edificato esistente e miglioreremo i servizi. Io immagino una città che ripari alcune sue ferite (ad esempio la Vela di Calatrava a Tor Vergata, una delle più grandi incompiute del Paese) e completi il percorso verso una viabilità da capitale europea, passando dagli attuali 978 veicoli privati per mille abitanti ai 350 di Londra. Migliorare la qualità della vita significa avere dei tempi di percorrenza prevedibili, essere sicuri, ad esempio, di arrivare dai Castelli ai Parioli in 42 minuti». Lei ha detto che l’Olimpiade 2024 dovrà «disegnare la città dei nostri figli». Che significa? «Dovremo trasformare Roma in una città a misura di bambini, in cui lo sport sia un elemento centrale, per i suoi valori educativi e la sua capacità di creare comunità. Ecco perché l’impegno sportivo concreto che prendo con la città è creare impianti polifunzionali in ogni municipio». Scelga una definizione per Roma 2024. «Ne scelgo due: sogno un’Olimpiade a misura d’uomo e bella. Ancor più bella di Roma 1960». Lei aveva solo cinque anni… «Ma ho due ricordi indelebili: i muscoli tesi di Berruti sul traguardo dei 200 e i piedi scalzi di Bikila sotto l’Arco di Costantino. Mi piacerebbe che il cuo- re del 2024 fosse negli stessi magici luoghi del 1960». Ma oggi i romani le chiedono molto più che un paio di suggestioni olimpiche… «Nessuno ne è consapevole quanto me. Nel bilancio di previsione del 2015, che abbiamo approvato qualche giorno fa ripristinando una legalità anche contabile, c’è tutto quello di cui ha bisogno la città: più trasporti, decoro, servizi. La mia Giunta non soffre di annuncite, ma parla con i fatti. E vi dico una cosa: sono convinto che i romani comincino ad apprezzare questo rigore. La prima volta che andai a Tor Sapienza, nei giorni caldi della protesta, venni assalito. Un mese dopo, ci sono tornato e sono stato coccolato e invitato a pranzo. Da quella vicenda una cosa l’ho imparata: devo essere più presente nelle periferie, che con me diventeranno nuove centralità». Eppure, fino a due mesi fa, lei era considerato un pericolo pubblico. Senza «Mafia Capitale» chissà se sarebbe ancora al suo posto… «Non mi sentivo “inadeguato” prima e non mi sento “salvatore della patria” ora. Certo, sono orgoglioso di aver individuato, fin dal mio insediamento, quelle aree di grande opacità che l’inchiesta coordinata da Pignatone ha rivelato essere di vero e proprio malaffare. Le intercettazioni ambientali pubblicate nelle 70.000 pagine dei Ros parlano per me. Quando fui eletto sindaco, per prima cosa chiesi al ministro dell’Economia di inviare in Campidoglio la Guardia di Finanza perché controllasse tutta la contabilità della gestione Alemanno. Anche i romani, quando mi incontrano, mi fanno: “A Mari’, menomale che il problema era la Panda rossa…”». Lo era anche per il suo partito, il Partito Democratico. Si fida ancora? «Certo! Ne sono stato un fondatore e continuo a guardarlo come uno strumento per migliorare la vita della città e del Paese. È indubbio che io abbia un percorso diverso da alcuni autorevoli membri del Pd. Ma era noto anche quando mi candidai alle primarie, anzi il mio profilo di “rottura” allora fu ritenuto funzionale. Io andrò avanti con la stessa deter- minazione con cui da ragazzo sognavo di diventare chirurgo dei trapianti del fegato, in un Paese in cui nessuno ci aveva mai provato». Con quella stessa determinazione può convincere i romani (non solo i romanisti) della necessità di un altro stadio a Roma, nella zona di Tor di Valle? «Facile: muoverà un miliardo e mezzo di investimenti e solo nella fase di realizzazione darà lavoro a tremila persone. Sarà lo stadio più sicuro e tecnologicamente più avanzato del pianeta Terra. E a chi ci accusa di aver regalato metri cubi ai costruttori, ricordo la lunga trattativa che abbiamo fatto (e vinto) con il presidente della Roma Pallotta, facendo salire il valore totale delle opere pubbliche a 320 milioni di euro e la quota di chi ci arriverà con il trasporto su ferro al 70%. Sono convinto che quest’anno poseremo la prima pietra e nel 2017 lo inaugureremo». Intanto, continueremo a vivere attimi di paura e quartieri militarizzati intorno all’Olimpico prima, durante e dopo le partite di Roma e Lazio? «Mi auguro di no. La tragedia di Ciro Esposito deve essere un punto di non ritorno. Ai romanisti e laziali che l’11 gennaio vivranno il derby faccio un appello: il giorno dopo fateci legge- re solo delle gesta dei giocatori in campo». Ma Ignazio Marino ha altre passioni sportive oltre alla bicicletta? «Le immersioni in mare e le escursioni in montagna. Quest’anno punto ad arrivare in vetta al Monte Ro- sa». Proprio un’esistenza in salita. (02.01.2015)
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Stadio della Roma: tutti i dubbi e le critiche dopo il via libera del Campidoglio Una settimana fa l'Assemblea Capitolina ha dato il suo via libera al progetto per il nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle. Esultano il presidente giallorosso Pallotta, il costruttore Parnasi e il sindaco Marino. Ma tanti sono ancora i dubbi e le opposizioni al progetto. Ora la palla passerà alla Regione Lazio, che già frena. (fanpage.it) - L’Assemblea Capitolina sotto la guida di Ignazio Marino non si è mai distinta per velocità dei tempi di discussione o decisionismo. Solo in due casi il sindaco è riuscito a imporre a tambur battente l’approvazione di ordini del giorno e provvedimenti: la prima volta per portare a casa il così detto Salva Roma, ed evitare il commissariamento della città con i conti in rosso, la seconda solo qualche giorno fa in occasione del via libera in aula Giulio Cesare al nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Marino era arrivato a fare appello ai tifosi giallorossi: “Fate pressione sui consiglieri comunali”. Una fretta che non è stata per nulla gradita all’interno della sua stessa maggioranza, ma che alla fine ha consento al primo cittadino di raggiunge l’obiettivo, nonostante il mal di pancia di una parte di Sel (due consiglieri non hanno partecipato al voto) e di Riccardo Magi (Radicali). Un’opera di pubblica utilità? Tanti sono ancora i dubbi sull’operazione urbanistica ed economica. Al centro del dibattito in aula la “pubblica utilità” o meno dell’opera, che continua a non convincere molti: comitati del territorio e associazioni ambientaliste in testa ritengono che non ci sia nessuna utilità pubblica ma solo una operazione economica privata, per di più spericolata. Il nodo del potenziamento del trasporto pubblico è stato al centro del dibattito sull’utilità pubblica dell’opera: alla fine chi costruirà lo stadio, dovrà farsi carico di trasformare la linea “Roma-Lido” in una metropolitana di superficie potenziandola e di prolungare la metro B fino a Tor di Valle. Ma quando parliamo del nuovo stadio della Roma esattamente di cosa parliamo? Perché lo stadio è solo una parte del progetto, non a caso l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo ha usato il termine “business-district” e “nuova centralità” per spiegare il progetto. Attorno alla nuova casa dei giallorossi sorgeranno case, uffici, negozi griffati e chi più ne ha più ne metta. Un’operazione resa possibile grazie a due commi inseriti nella Legge di Stabilità del 2013, che dichiara come, grazie alla dichiarazione di pubblica utilità, si possa andare in deroga al piano regolatore per la costruzione degli stadi e soprattutto di quello che gli nascerà attorno. Aree verdi e pericolo idrogeologico A protestare per la nuova colata di cemento in arrivo (900 milioni di metri cubi in tutto) sono anche le associazioni ambientaliste (WWF e Legambiente in testa) e i comitati del territorio, che avrebbero voluto vedere nell’ansa del Tevere dove sorgerà lo stadio un parco naturale attrezzato. Le paure per la cementificazione sono anche di natura idreogeologica: l’area, vicinissima al Tevere, è a forte rischio esondazione; non a caso il PRG indica l’ansa del Tevere di Tor di Valle come area inedificabile. I dubbi sulla sostenibilità economica Il nuovo Stadio della Roma verrà a costare circa un miliardo di euro, almeno secondo le stime iniziali del costruttore Parnasi. I soldi arriveranno dalle banche, Parnasi al momento non navigherebbe nell’oro, Goldman Sachs in prima fila dopo che la nostrana Unicredit si è sfilata dall’operazione, e da importanti marchi come Disney e Nike (che avranno il loro megastore nell’area). La Roma non avrà quindi nessuno stadio di proprietà, non avendo il patron Pallotta capitali da investire nell’operazione, ma pagherà l’affitto proprio a Parnasi. Una parte dei capitali investiti dovrebbero rientrare subito dalla vendita e l’affitto di uffici e case previsti nel progetto, questo però nella speranza che il mercato si rialzi, visto che le richieste di spazi per terziario e la vendita di immobili sono al palo dall’inizio della crisi. Cosa succede ora? La Regione Lazio frena Dopo il via libera alla “pubblica utilità” dell’opera da parte del Comune di Roma la palla passa ora ai proponenti del progetto che dovranno presentare la versione definitiva alla conferenza dei servizi della Regione Lazio, che avrà 180 giorni di tempo per dare il suo via libera. Ma proprio dalla Pisana frenano gli entusiasmi. A parlare è stato non a caso Nicola Zingaretti all’indomani dell’approvazione della delibera in aula Giulio Cesare: “Vanno evitate aspettative non corrispondenti alle norme”, parole che per alcuni sono suonate come un vero e proprio stop. “La scansione dei tempi procedurali delle conferenze di servizi è disciplinata dalla legge 241/1990 – precisano ancora dalla Regione Lazio – che prevede tra l’altro la possibilità di sospenderne i termini per l’acquisizione dei necessari nulla osta come ad esempio la Valutazione d’Impatto Ambientale”. Insomma la strada è ancora lunga, e difficilmente la prima partita sarà giocata davvero nel 2017 nel nuovo stadio come si è augurato il sindaco. (29.12.2014) lofannolofanno...