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Marmas

Tifoso Juventus
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  1. La parte più interessante per quanto riguarda il "Pallotta Stadium" mi sembra la chiosa finale: Adesso bisognerà trovare qualcuno che lo dica a quella caricatura di sindaco...
  2. Hai ragione. Considerando quanti campi e campetti di calcio ci sono in giro per l'Italia avrei dovuto parlare di "migliaia di gambe spezzate"! ps: io direi di chiuderla qui. Tu sei libero di considerare quello di Nainggolan come un normale intervento di gioco e la gamba frantumata di Mattiello frutto solo del caso così come io sono libero di pensare che quel genere di interventi comportano un discreto rischio di spaccare le gambe all'avversario. Che ne dici?
  3. Siamo arrivati a 20...mi sa che toccheremo almeno quota 30 @@
  4. Complimenti a Di Francesco per l'organizzazione modello bunker della sua squadra Vittoria soffertissima e importantissaima arrivata grazie ad una invenzione di Pepigno7 e una giocata da fuoriclasse di Pogba. Gli scudetti si vincono anche così. Certo, 11 pagine mi sembrano un pò pochine dopo una serata così importante...
  5. E invece a leggere certi commenti sembra di essere su "repubblica.it" dove Nainggolan oggi veniva definito "lo sfortunato protagonista dell'incidente occorso a Mattiello" Magari bisognerebbe aprire un topic di solidarietà per il fabbro belga...
  6. Come no. Infatti ogni domenica abbiamo centinaia di gambe spezzate sui campi di calcio di tutta Italia.
  7. Forza Fede !!!!! Hai tutto il tempo per guarire alla grande e tornare più forte di prima.... :sventola: :sventola:
  8. Tor di Valle, due inchieste. Il caso alla Corte dei Conti IL MESSAGGERO (L. DE CICCO / V. ERRANTE) - Abuso di ufficio o falso ideologico. Dopo l’indagine sulle modalità di cessione dei terreni dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma e la bancarotta della società che li ha venduti, una nuova ombra si addensa sull’impianto di Tor di Valle. La procura sta esaminando l’iter amministrativo del progetto considerato dal Consiglio comunale di “pubblico interesse”. La seconda inchiesta è stata aperta pochi giorni fa e i magistrati non hanno ancora ipotizzato alcun reato, ma negli esposti dai quali prende le mosse, si sollecita a indagare per abuso d’ufficio o falso. Intanto anche la Corte dei Conti potrebbe aprire un fascicolo: il gruppo consiliare dei 5 stelle è pronto a presentare ai magistrati contabili un esposto che adombra il danno erariale. «Il progetto di Tor di Valle – spiegano – ha prodotto un danno alla pubblica amministrazione con lo scopo fraudolento di arricchire ingiustificatamente una società privata». Il doppio binario della magistratura ordinaria e contabile riguarda la delibera, votata dal Comune a fine dicembre, che ha riconosciuto la «pubblica utilità» del progetto di Pallotta e del costruttore Parnasi. Secondo l’esposto dei pentastellati alla procura, il provvedimento votato dal Consiglio comunale violerebbe il Piano Regolatore e la cosiddetta “legge sugli stadi”. Il pm Alberto Pioletti non ha ancora ipotizzato alcun reato ma dovrà adesso stabilire se realmente quella delibera sia stata una forzatura. LEGGE SUGLI STADI Il progetto dei privati «è completamente fuori dalle potenzialità derogatorie e agevolative previste dalla legge», è scritto nell’esposto. Sotto accusa l’indotto: alberghi, negozi, ristoranti, che rappresentano quasi il 90% delle cubature. «I commi 304 e 305 della legge sugli stadi dispongono che lo studio di fattibilità non possa prevedere altri tipi di intervento, salvo quelli strettamente funzionali all’accessibilità dell’impianto sportivo e al raggiungimento del suo equilibrio economico-finanziario». Secondo i denuncianti «la norma è stravolta da un progetto in cui gli interventi di altro tipo sono invece pari all’86%» delle costruzioni. Appena il 14% delle cubature infatti sarebbe destinato allo stadio, il resto è dedicato a un mega-centro commerciale e direzionale che non ha nulla a che vedere con lo sport. I famosi 3 grattacieli bocciati dall’Istituto nazionale di Urbanistica e che Legambiente ha ribattezzato «Ecomostro». Anche le infrastrutture considerate dall’Assemblea capitolina «di pubblico interesse» sarebbero in realtà «strumentali solo alla fruizione delle nuove strutture private e della loro valorizzazione», si legge nella denuncia. Ecco perché, spiega Daniele Frongia, primo firmatario, «vogliamo che la procura indaghi». Secondo i pentastellati, il progetto del nuovo stadio ha prodotto anche «un danno alla pubblica amministrazione con lo scopo fraudolento di arricchire ingiustificatamente una società privata». Nell’esposto alla Corte dei Conti verrà spiegato che «la dichiarazione di pubblica utilità del Comune determinerà un aumento del valore dei terreni che verrebbero espropriati a prezzo di mercato, dando il via a un enorme guadagno alla società Euronova» di Parnasi. «L’esposto alla magistratura contabile è già preparato – spiega Frongia – e sarà depositato dopo la conferenza dei servizi». IL FALLIMENTO Potrebbe invece arrivare a breve alla conclusione l’inchiesta della procura sulla vendita dei terreni di Tor di Valle. Al momento sono cinque gli indagati per bancarotta fraudolenta. I militari del nucleo provinciale di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal pm Mario Dovinola, hanno ipotizzato che la vendita dei terreni da parte della Sais, fallita il 22 maggio scorso, alla Eurnova di Parnasi, nascondesse una distrazione di beni ai danni dei creditori. L’accordo, che a giugno 2013 prevedeva un pagamento di 42 milioni di euro a favore della Sais, di fatto non era stato rispettato. A ottobre scorso, era stata versata soltanto una caparra di 600 mila euro. La prima metà dei 21 milioni era stata rateizzata e prevedeva l’accollo da parte di Euronova dei debiti di Sias coperti da ipoteca (8 milioni), la seconda metà dei 42 totali invece dovrebbe essere versata alla firma della convenzione urbanistica tra il proponente (la Roma) e il Comune. (06.03.2015) -------------------------------------------- Tuttapposto...
  9. Stadio della Roma, si indaga sui terreni da espropriare Si tratta del 41% della superfice. Su alcune società proprietarie pende l’ipotesi di bancarotta IL TEMPO (V. DI CORRADO) – L’affare dei proprietari dei terreni che verranno espropriati per costruire lo stadio della Roma. È questo uno dei punti nodali della seconda inchiesta della Procura sull’iter amministrativo che ha portato a dare il via libera alla realizzazione dell’impianto giallorosso di Tor di Valle, fortemente voluto dal sindaco Ignazio Marino. La delibera di pubblica utilità approvata dall’Assemblea capitolina lo scorso 22 dicembre, infatti, ha una duplice funzione. La prima è quella di accedere al Fondo di garanzia «per la sicurezza strutturale e funzionale degli impianti sportivi e la loro fruibilità, nonché per il loro sviluppo e ammodernamento». La legge n.147 del 27 dicembre 2013, infatti, all’articolo 1 comma 303, ha integrato tale Fondo con 10 milioni di euro per il 2014, 15 milioni per il 2015 e 20 milioni per il 2016, che verranno amministrati dall’Istituto per il credito sportivo. La seconda funzione è quella di introdurre una variante urbanista al piano regolatore, che comporta quindi l’autorizzazione a espropriare i terreni privati interessati dal progetto. Non si tratta di poca cosa. Secondo lo studio di fattibilità presentato dall’As Roma, infatti, su un totale di 1.085.520 metri quadrati, 507 mila sono della società Eurnova (del gruppo Parnasi), 86.700 metri quadrati sono di proprietà pubblica e 451.789 di privati. Quindi ben il 41% della superficie complessiva dell’intervento urbanistico sarà assoggettata a esproprio, a prezzi vicini a quelli di mercato. C’è già un fascicolo aperto dai pm romani sulla bancarotta fraudolenta di alcune società proprietarie del terreno su cui James Pallotta e i suoi soci vogliono costruire lo stadio della Roma. Si tratta di un’indagine a carattere finanziario, arrivata in parte dalla Procura di Napoli per competenza, che punta a chiarire se l’area acquistata da Eurnova nel 2013, al prezzo di 42 milioni di euro, sia stata o meno la conseguenza di una distrazione di fondi legata alla bancarotta della società venditrice, per cercare di alienare beni e sfuggire ai creditori. Per quanto riguarda invece la seconda inchiesta, assegnata per competenza al pm Alberto Pioletti del pool per i reati della pubblica amministrazione, al momento non vi sono ipotesi di reato né iscritti sul registro degli indagati. L’indagine ha preso impulso da tre esposti presentati alla Procura sull’opportunità di costruire lo stadio in quell’aerea: uno è firmato dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, uno dal Comitato Tor di Valle e un altro ancora da una serie di professionisti e tecnici dell’urbanistica. Ci sarebbero state, infatti, altre «location» più convenienti per la città di Roma, più che per l’As Roma. (06/03/2015) link
  10. Progetto stadio soltanto ad aprile. Lavori a fine anno GASPORT (A. CATAPANO) - Più che le indagini della Procura, preoccupano i tempi. Dilatati già di sei mesi rispetto alle previsioni iniziali, potrebbero allungarsi ulteriormente: il nuovo stadio della Roma è diventato un progetto molto affascinante ma altrettanto ambizioso. L’impianto di ultima generazione, gli spazi dedicati all’intrattenimento, il centro commerciale, il Business park. Tutto ampiamente previsto. Sono le opere pubbliche imposte dal Comune, implementate fino a circa 320 milioni di euro, che hanno fatto sballare i calcoli, allargando confini e, soprattutto, budget del progetto. Ecco spiegato perché da due mesi e mezzo — il 22 dicembre l’Assemblea capitolina approvò la delibera sulla «pubblica utilità» dell’opera — trenta persone sono al lavoro sui progetti esecutivi, costati già circa venti milioni di euro. Il Comune li aspetta, per «vistarli» e inviarli alla Regione, che entro 180 giorni dovrà convocare la Conferenza di servizi con tutti i soggetti interessati e confezionare il proprio dossier, da rispedire in Campidoglio dove il progetto diventerà definitivo e i lavori potranno cominciare. I tempi? Non prima di aprile la presentazione dei progetti esecutivi sull’opera nella sua complessità. Non prima di fine anno, a questo punto, l’inizio dei lavori. Col rischio non così peregrino di sbarcare nel 2016 senza aver posato la prima pietra, il che potrebbe costringere Pallotta a pagare delle penali ai finanziatori dell’opera. DUE FASCICOLI In questo quadro, le notizie che arrivano dalla Procura di Roma non sono esaltanti, ma nemmeno tanto preoccupanti. Oltre ad un ricorso al Tar del Lazio di uno dei proprietari delle aree (appena 7.000 mq) da espropriare (la Cogemi), ci sono due fascicoli aperti, ma solo uno, quello nato da due esposti del Movimento 5 Stelle e del Comitato Tor di Valle, riguarda direttamente il progetto-stadio, contestato nel merito («Un’enorme speculazione edilizia », ripetono da mesi i grillini) e nel metodo politico che si è scelto per valutarlo e approvarlo (e qui nel mirino ci sarebbero sindaco e giunta). L’altro è il filone romano di un’inchiesta sul fallimento della Sais, la società della famiglia Papalia che gestiva l’ippodromo di Tor di Valle e che ha venduto per 42 milioni di euro al costruttore Luca Parnasi gran parte del terreno sui cui sorgerà lo stadio della Roma (contratto, peraltro, già finito sotto la lente del tribunale fallimentare). Il sostituto Mario Dovinola e l’aggiunto Nello Rossi indagano per bancarotta fraudolenta. Ma ormai da un paio d’anni. (06.03.2015)
  11. E' così. Ad oggi Parnasi è proprietario di circa il 50% delle superfici interessate al progetto. L' 8% circa è pubblico e il restante 42% è rappresentato da terreni privati (la quota maggioritaria è riconducibile alla famiglia Armellini) e dunque da espropriare a prezzi sostanzialmente di mercato alla luce della delibera comunale sul "pubblico interesse". In questa cornice si inserisce la vicenda relativa al fallimento della SAIS (oggetto di una indagine della magistratura e per la quale dovrebbe esserci una decisione a breve) attraverso il quale Eurnova (Parnasi) ha acquisito il suo 50% di superficie interessata al progetto.
  12. Sembra che in queste ore/giorni il sindaco e i suoi cortigiani siano piuttosto nervosi per gli sviluppi della vicenda relativa al "Pallotta Stadium". Il mio sogno è vedere un altro tipo di braccialetti celebrativi ai polsi di un lungo elenco di protagonisti/comprimari di questa storiaccia.
  13. E l’apertura dei cantieri è ancora lontana Il Tempo (F. Magliaro) – L’ultima traccia del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle risale al post Roma-Juvenuts, quando il patron giallorosso, James Pallotta, interpellato da un reporter della Associated Press, ammise un «lieve ritardo dovuto alle procedure burocratiche che coinvolgono Comune e Regione». In realtà, al momento, si aspetta. Liquidata la delibera che sancisce da parte del Campidoglio il «pubblico interesse» alla costruzione dell’opera – pur con consistenti varianti rispetto al progetto inizialmente presentato – pochi giorni prima di Natale, la palla ora è in mano al partner italiano di Pallotta, il Gruppo Parnasi, che dovrà predisporre e presentare i progetti definitivi dell’opera. Opera che prevede non solo lo Stadio vero e proprio – da 52.500 posti a sedere ampliabile a 60.218 nelle grandi occasioni – ma anche una serie di costruzioni ad esso collegate (aree commerciali, torri, parcheggi) e le opere pubbliche. Dopo un lungo tira e molla, il Campidoglio ha spuntato la diramazione della metro B, da Magliana a Tor Di Valle, l’adeguamento di via del Mare/via Ostiense, ponte pedonale sul Tevere, svincoli vari. Da Natale ad oggi, però, tutto appare fermo. Mentre il sindaco Marino, ogni volta che gli si chiede dello Stadio, ribadisce un granitico ottimismo sui tempi strettissimi per avviare i cantieri entro quest’anno, dopo due mesi abbondanti dall’approvazione della delibera non si vede l’ombra di un solo tecnico al lavoro sul terreno. Preliminari e obbligatori alla progettazione definitiva, infatti, sono i sondaggi geologici ma, ad oggi, non risulta pervenuta al IX Municipio, competente per territorio, la comunicazione di avvio dell’attività di rilevazione geologica. A termini di legge, Parnasi non ha vincoli temporali per predisporre i progetti definitivi con «rango da gara europea», quindi a livello di dettaglio massimo per le opere pubbliche (Stadio, metro, viabilità). Redatti i progetti, questi dovranno essere depositati in Comune che, dopo un sommario esame, li dovrà «girare» alla Regione, la quale, a quel punto, convocherà la Conferenza di Servizi decisoria la quale, entro 6 mesi, dovrebbe dare l’eventuale via libera definitivo all’opera. In realtà, i termini non sono così perentori: la Conferenza dovrà acquisire fra i documenti, anche le Valutazioni di Impatto Ambientale di ogni parte significativa del progetto, che, per legge, hanno iter piuttosto lunghi (6/8 mesi). L’agognata approvazione definitiva, quindi, se avverrà, potrebbe non essere così immediata. (05.03.2015)
  14. Sotto inchiesta lo stadio della Roma Il Tempo(V. Di Corrado) – L’iter amministrativo che si è concluso con il via libera alla costruzione del futuro stadio della Roma a Tor di Valle. È il nuovo filone su cui sta indagando la Procura di Roma. C’è già infatti un fascicolo aperto dai pm romani sulla bancarotta fraudolenta di alcune società proprietarie del terreno su cui James Pallotta e i suoi soci vogliono costruire l’impianto sportivo giallorosso. Nella seconda indagine si cercherà di ripercorrere le tappe che hanno portato, il 22 dicembre, l’Assemblea capitolina ad approvare la delibera che prevede il riconoscimento di pubblico interesse dello stadio nell’area di Tor di Valle. Delibera fortemente voluta dal sindaco Ignazio Marino, presente in aula al momento della votazione finale. Il percorso amministrativo in realtà non si è ancora concluso, perché ora il progetto definitivo dovrà essere presentato alla conferenza dei servizi della Regione Lazio, che da quel momento avrà 180 giorni per esprimersi. Solo con un esito positivo di quest’ultimo passaggio, potranno partire i cantieri. L’As Roma ha previsto che in primavera verrà posta la prima pietra, in modo tale che l’impianto sia pronto in due anni. Inchieste giudiziarie permettendo. Il primo procedimento, giunto in parte da Napoli per competenza, punta a chiarire se la cessione dell’area, avvenuta nel 2013, al prezzo di 42 milioni di euro sia stata o meno la conseguenza di una distrazione di fondi legata alla bancarotta, per cercare di alienare beni della società e sfuggire ai creditori. Per quanto riguarda il secondo filone d’indagine, vi sono già due esposti presentati alla Procura sull’opportunità di costruire lo stadio in quell’aerea: uno è firmato dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle e un altro dal Comitato Tor di Valle. Secondo il portavoce dei pentastellati in Campidoglio Marcello De Vito, «l’operazione non fa l’interesse pubblico, perché in una zona già piena si porteranno altre 50.000 persone, senza infrastrutture adeguate all’impatto dell’iniziativa». Dieci i punti contestati dal Movimento: «Con la scusa di costruire uno stadio, in realtà si costruisce un intero quartiere; la maggior parte dei terreni non sono di proprietà del Comune, né dei soggetti che propongono il progetto; la dichiarazione di pubblico interesse determina un aumento del valore dei fondi: l’affare lo fanno le famiglie Parnasi e Armellini». E ancora, secondo i 5 Stelle: «L’Istituto Nazionale di Urbanistica aveva certificato come il progetto stravolga il piano regolatore della città; esiste già un progetto di centro direzionale costato un miliardo di euro, che si sarebbe dovuto realizzare negli anni ’60, i cui spazi sono attualmente inutilizzati e abbandonati; esistono già numerosi centri commerciali nello stesso quadrante; così come esiste già un grattacielo, voluto da Zingaretti, realizzato da Parnasi, costato 263 milioni di euro e attualmente vuoto. Senza contare che l’area è palesemente inidonea, infatti l’Autorità di bacino del Tevere ne ha evidenziato l’elevato rischio idrogeologico». Anche i residenti sono contrari a quella che ritengono una “speculazione”. «L’intera superficie dello stadio, più i campi di allenamento – spiega il Comitato – occuperà circa 49.000 metri quadrati, cioè solo un settimo della superficie interessata alla colossale operazione del «BusinessPark», che ammonta a 345.000 metri quadrati. Su questa superficie sono previsti 977.000 metri cubi di edificazioni a destinazione «direzionale» (tra cui tre grattacieli alti 220 metri) e un centro commerciale. Queste misure renderebbero palese che in realtà lo Stadio è solo un pretesto, un «cavallo di tr**a», per sfruttare la Legge 147/2014 (cosiddetta «Norma sugli stadi») e ottenere il permesso per riversare in quell’area quasi un milione di metri cubi di cemento». Su questo e molto altro gli inquirenti di piazzale Clodio stanno indagando. (05.03.2015) ------------------------------------------- Ci siamo....
  15. Marmas

    Perle Laziali...

    --------------------------------------------- :haha: :haha:
  16. Sembra che lo psicopatico non potrà contare su Doumbia. Fiuuuuuuu.......
  17. Up... Lo Stadio della Roma a Tor di Valle ancora in tribunale romapost.it (A. Stabile) – Orecchi tesi ai telefonini da parte di avvocati, architetti e dirigenti della Roma per avere notizie dalle aule di giustizia: domattina, al tribunale fallimentare di viale delle Milizie, è infatti in programma la seconda udienza relativa al fallimento della Sais, società di Gaetano e Antonio Papalia, che ha venduto alla Eurnova di Luca Parnasi gran parte dell’area dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. L’udienza assume un’importanza particolare perché il fallimento della Sais, in base all’articolo 67 della legge fallimentare, potrebbe portare come estrema conseguenza anche all’annullamento della vendita (per 42 milioni) a Parnasi del terreno di Tor di Valle, con effetti disastrosi per il progetto del nuovo stadio giallorosso, che salterebbe o, nella migliore delle ipotesi, accumulerebbe ritardi di anni. Altra eventualità è lo scioglimento del contratto, anch’essa dannosa per l’operazione, prevista dall’articolo 72 della legge fallimentare. Richieste dei creditori per una somma di 18 più 35 milioni. La prima udienza, il 10 dicembre scorso, è stata fermata da un’eccezione pregiudiziale presentata dai legali di Anna Maria Papalia, che oltre a essere uno degli azionisti proprietari della Sais, è anche tra i due maggiori creditori (l’altro è Equitalia, che chiede 9 milioni di euro). I creditori privilegiati, tra i quali ci sono la Banca di Credito Cooperativo e la Cassa di Risparmio di Rieti, chiedono 18 milioni di euro alla Sais mentre i creditori chirografari ne vorrebbero 35. Di contro il curatore fallimentare ha proposto 14 milioni per i creditori privilegiati e soltanto un milione e mezzo per gli altri creditori della società dei Papalia. La decisione finale spetterà al giudice Umberto Gentili. Sono 69 in totale i soggetti che chiedono soldi alla Sais. Il magistrato dovrà anche valutare se il prezzo di vendita di 42 milioni per Tor di Valle sia congruo e se le garanzie di Parnasi, che finora non hanno convinto (mancano le fideiussioni bancarie), tutelino i creditori della Sais. In caso di annullamento della cessione a Parnasi, il terreno sarà venduto all’asta fallimentare. Sulla vicenda della vendita e del fallimento sta indagando da alcuni mesi anche la procura di Roma. (24.02.2015) link -------------------------------------------------- E il progetto definitivo è quasi pronto... lo fanno, lo fanno...
  18. Meno male che 57 punti li abbiamo messi in cascina e il rischio retrocessione è scongiurato...
  19. Pallotta trova liquidità, ma il nuovo stadio rallenta Gasport (A. Catapano) – Arrivano i dollari, anzi gli euro. Non è l’eredità del film di Alberto Sordi, ma il rifinanziamento con cui James Pallotta ripianerà l’indebitamento (circa 130 milioni) e sosterrà le spese correnti. Un’operazione — che diventerà operativa con il closing entro questa settimana — in perfetto stile Thohir. Solo che nel caso del magnate indonesiano e dell’Inter c’erano in ballo più di 200 milioni. Qui, «appena» 175, raccolti tra diversi investitori internazionali dalla stessa banca, l’americana Goldman Sachs, ma girati al club dall’italianissima UniCredit, che uscita dalla porta meno di un anno fa rientra a Trigoria da una finestra. L’istituto di credito, già finanziatore della Sensi e socio prima di DiBenedetto poi di Pallotta, elargirà tecnicamente i crediti e, in cambio, avrà in pegno il controllo della newco (chiamata "Asr media sponsorship") appositamente creata per garantire il prestito (da restituire con un tasso del 6,25%), in cui confluiranno le migliori fonti di ricavo del club, quelle che consentiranno a Pallotta di strappare rating e interessi migliori: il marchio, le sponsorizzazioni, i diritti tv, la radio e la tv ufficiali. Manovra abile, ma non un inedito: già la Roma della Sensi varò operazioni analoghe. SERVONO ALTRI SOLDI Il precedente non lascia tranquilli i tifosi. Anche perché prossimamente Goldman Sachs sarà richiamata in causa per finanziare l’operazione-stadio, con aperture di credito da 300 milioni, più o meno il valore delle opere pubbliche richieste dal Comune perché il nuovo impianto di Tor di Valle (e il Business park che vi sorgerà intorno) abbiano il bollino di «pubblica utilità». Dopo l’approvazione dell’assemblea comunale, lo studio di fattibilità è tornato nelle mani di Pallotta e del costruttore Parnasi perché diventasse un progetto esecutivo, da sottoporre nuovamente all’approvazione del Comune prima di passare alla Regione, che tra l’altro ha già fatto sapere che non concederà corsie preferenziali. Sono trascorsi quasi due mesi e del progetto non c’è ancora traccia. Pallotta è atteso a Roma a fine mese. Ma intanto la previsione della posa della prima pietra è slittata da giugno a novembre, ulteriori slittamenti al 2016 potrebbero far scattare delle penali con i finanziatori. Il problema è chi paga tutte quelle opere pubbliche. Ecco perché un altro accordo con Goldman Sachs è urgente. (12.02.2015) __________________________
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