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Marmas

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  1. Ed ecco qui il nostro caro magliaro, più gasato che mai grazie alla " mossa del cavallo" della giunta regionale Nuovo stadio, martedì la svolta In assenza di sorprese dell’ultima ora, il prossimo martedì 6 settembre verrà convocata la Conferenza di Servizi regionale per esaminare il progetto del Pallotta Stadium a Tor di Valle. L’impasse degli ultimi due giorni, quindi, si è sbloccato. La conferma è arrivata nel pomeriggio di ieri, con una nota della Regione, in cui si sintetizza una lettera formale inviata in Comune con la quale si ribadisce «l'assenza dell'esplicitazione da parte di Roma Capitale della conferma dell'interesse pubblico per il progetto per il Pallotta Stadium», aggiungendo: «poiché il Comune, pur segnalando carenze nei documenti e negli elaborati, ha richiesto l'avvio della Conferenza di servizi, la Regione Lazio invita l'Amministrazione capitolina ad esplicitare, entro il 6 settembre, un'eventuale mancanza d'interesse pubblico». In sostanza, il Campidoglio ha tempo fino a martedì per dire se il progetto non rispetta i dettami della delibera di pubblico interesse del dicembre 2014. La nota della Regione, infatti, si conclude con l’affermazione che «In assenza di una formale espressione di contrarietà, si procederà quindi alla convocazione della Conferenza di Servizi per esaminare con tutti i soggetti competenti, in modo pubblico e trasparente, la documentazione pervenuta». Una geniale mossa del cavallo, da parte della Giunta Zingaretti: sfruttando il concetto di silenzio assenso, la Regione in questo modo esce dall’angolo nel quale la prima dichiarazione («senza la conformità non convochiamo la Conferenza») l’aveva infilata e rigetta, di fatto, la palla nel campo del Comune. Con questa missiva, la Regione si mette al riparo da eventuali giochini politici e, pur se in maniera non esplicita come inizialmente richiesto, obbliga il Comune a metterci la faccia. Ora, quindi, dal Campidoglio o parte una lettera formale che blocchi la convocazione della Conferenza con la motivazione che il progetto non rispecchia il pubblico interesse o, cosa più probabile, si conteranno tre giorni di silenzio e dal 6 settembre ci si sederà intorno al tavolo per esaminare, entro 6 mesi, nel dettaglio il progetto. Evidentemente, secondo quanto trapela dagli uffici comunali e da quelli regionali, il colloquio di mercoledì scorso fra il vicesindaco, Daniele Frongia, e il vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, è servito a trovare una via d’uscita onorevole per entrambi gli enti. Anzi, secondo indiscrezioni, il vicesindaco si sarebbe mostrato molto ben disposto nei confronti del progetto giallorosso. Da martedì, quindi, inizia il conto alla rovescia: 180 giorni per decidere se la Roma potrà avere una casa di proprietà e coronare un sogno lungo praticamente 20 anni. (il tempo, 03.09.2016)
  2. Nuovo stadio, adesso è scontro Regione-Comune Duro scambio di comunicati degli enti per il via libera Volano gli stracci sul nuovo stadio della Roma. Ieri c’è stato un duro scambio di comunicati tra la Regione e il Comune, a pochi giorni dall’insediamento della Conferenza dei Servizi decisoria. Continuano le polemiche e l’impressione è che siamo di fronte a uno scontro politico perché nessuno dei due enti vuole prendersi la responsabilità di dare il via libera. La Roma e il costruttore Parnasi, partner di Pallotta in questa operazione, sono in paziente attesa, anche a costo di veder allungare ancora i tempi. AUT AUT. La giornata si era aperta con la prima nota della Regione, che ha avuto il tono di una “bacchettata” agli amministratori di Roma Capitale: «Gli uffici della Regione Lazio hanno verificato l’assenza dell’esplicitazione da parte di Roma Capitale della conferma dell’interesse pubblico per il progetto per il Pallotta Stadium. Poiché il Comune, pur segnalando carenze nei documenti e negli elaborati, ha richiesto l’avvio della Conferenza dei servizi, la Regione Lazio invita l’Amministrazione capitolina ad esplicitare, entro il 6 settembre, un’eventuale mancanza d’interesse pubblico. In assenza di una formale espressione di contrarietà si procederà quindi alla convocazione della Conferenza dei Servizi per esaminare con tutti i soggetti competenti, in modo pubblico e trasparente, la documentazione pervenuta». La Regione annuncia in sostanza di insediare la Conferenza dei Servizi per martedì. La mossa coglie di sorpresa la Raggi e i suoi assessori. Nei giorni scorsi c’era stato un incontro tra Frongia (vice sindaco) e Smeriglio (vice di Zingaretti) che era stato ritenuto costruttivo. BERDINI DURO. Per diverse ore in Campidoglio hanno preferito non rispondere. «Abbiamo problemi più urgenti da risolvere», facevano sapere i portavoce. Poi in serata la replica affidata all’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, da sempre contrario allo stadio di Tor di Valle. Le sue dichiarazioni sono state durissime: «Apprendo con vero stupore che la Regione Lazio pretende la formalizzazione dell’esistenza dell’interesse pubblico per il progetto del Pallotta Stadium entro il 6 settembre (martedì, ndr), come reso noto da un comunicato. La Regione Lazio chiede, dunque, al Comune di Roma di preparare il provvedimento tecnico amministrativo, di discuterlo nella competente commissione consiliare e infine di sottoporlo all’Assemblea capitolina in sole 24 ore, visto che lunedì 5 sarebbe il primo giorno utile per avviare questa complessa procedura. Forse, azzardiamo, il rientro dalla ferie è stato traumatico e ha creato confusione. Ma, volendo tornare alla serietà del rapporto istituzionale, si deve ancora una volta ricordare che il parere di sussistenza dell’interesse pubblico è già stato espresso dall’Assemblea capitolina nella precedente consiliatura. Se la Regione Lazio ritiene indispensabile che la nuova Assemblea capitolina debba confermare o smentire il precedente parere, deve chiederlo formalmente, sulla base della legislazione vigente, e concedere un congruo lasso di tempo. Il Comune di Roma ha più volte sostenuto che la conferma della sussistenza dell’interesse pubblico debba essere espressa in forma collegiale prima della formale apertura della Conferenza dei servizi, ma è ben disponibile ad accettare il percorso amministrativo che la Regione dovrà esprimere con atto formale e non attraverso dichiarazioni stampa». LA REGIONE INSISTE. La controreplica della Regione non si è fatta attendere. La parola all’assessore alle Politiche del Territorio e Mobilità, Michele Civita, l’omologo di Berdini: «Informo l’assessore Berdini che la verifica, richiesta formalmente più volte dagli Uffici regionali ai competenti uffici capitolini è tecnico-amministrativa e riguarda la conformità tra le prescrizioni contenute nella delibera approvata dall’Assemblea capitolina che ha riconosciuto il pubblico interesse e il progetto definitivo delPallotta Stadium presentato. Quindi è una verifica che devono fare i competenti uffici capitolini e non l’Assemblea capitolina che si è già espressa. Tale verifica è propedeutica all’indizione della Conferenza dei Servizi. Confermo comunque l’indicazione espressa nella lettera inviata di avviare la Conferenza dei Servizi se entro il 6 settembre l’amministrazione capitolina non espliciterà un’eventuale mancanza d’interesse pubblico sul progetto». (G. D'Ubaldo, corsport, 03.09.2016)
  3. Regione e Comune firmano la tregua Dossier sbloccato, via alla Conferenza La partita politica tra Regione e Comune va negli spogliatoi (è chiaro che ci sarà un secondo tempo), con un pareggio che accontenta entrambi, ma quel che più conta è il sostanziale (certo temporaneo) via libera allo Stadio della Roma. PROSSIMO CAPITOLO Martedì, mercoledì massimo, aprirà i battenti la Conferenza di servizi più annunciata della storia. Sempre che nelle prossime ore dal Campidoglio non arrivi un dietrofront che avrebbe davvero del clamoroso. Da quel momento, scatteranno i 180 giorni indicati dalla legge per liberare il dossier di Parnasi e Pallotta e rimandarlo al Comune perché il Consiglio deliberi la variante al piano regolatore, via libera definitivo. Ma è ancora presto per fare previsioni (e i precedenti del resto invitano tutti alla cautela), non a caso tra gli stessi proponenti ieri circolava prudenza. «Chiudiamo un capitolo, ne apriamo un altro». Una fase in cui gli elementi ancora poco convincenti del dossier saranno sviscerati e dovranno essere risolti. Altro discorso, non meno importante, sarà verificare che tutta l’opera, a cominciare dai circa 300 milioni di opere pubbliche a carico dei privati, sia finanziariamente coperta. Un tema molto delicato, che chiama in causa, le capacità attrattive non solo del progetto: pure la città col suo richiamo dovrà recitare una parte. E questo, forse, anche alla luce delle ultime vicende che si sono succedute, è il vero punto debole del dossier. DIPLOMAZIE Ma intanto, lo Stadio della Roma è al giro di boa. L’intesa raggiunta ieri tra Regione e Comune è una vittoria delle diplomazie e consente ad entrambi di poter dire che è stato l’altro/a a prendersi la responsabilità di sbloccare il dossier. «Gli uffici della Regione Lazio recita la nota inviata ieri hanno verificato l’assenza dell’esplicitazione da parte di Roma Capitale della conferma dell’interesse pubblico per il progetto per il nuovo stadio della Roma. Poiché il Comune, pur segnalando carenze nei documenti e negli elaborati, ha richiesto l’avvio della Conferenza dei servizi, la Regione Lazio invita l’Amministrazione capitolina ad esplicitare, entro il 6 settembre, un’eventuale mancanza d’interesse pubblico. In assenza di una formale espressione di contrarietà si procederà quindi alla convocazione della Conferenza dei Servizi per esaminare con tutti i soggetti competenti, in modo pubblico e trasparente, la documentazione pervenuta». Si riparte. ANZI, NO? All’ora di cena, fuori tempo massimo arriva l’intervento in tackle dell’assessore all’Urbanistica del Comune, Paolo Berdini, l’unico evidentemente ignaro dell’intesa strappata con Zingaretti. «Apprendo con stupore che la Regione chiede a mezzo stampa che l’Assemblea capitolina confermi o smentisca il parere sull’interesse pubblico già precedentemente deliberato. Se davvero questa è la volontà ha detto l’assessore capitolino , ce lo chieda formalmente e ci dia più di 24 ore». La risposta della Regione, per bocca di Michele Civita, assessore alla Mobilità e Politiche del territorio, cioè l’uomo che pensava di aver portato a casa anche l’ok di Berdini, è tranchant: «Il parere è tecnicoamministrativo e lo devono dare gli uffici, che infatti sono stati più volte sollecitati ». Della serie, lo sanno anche i sassi. (A. Catapano, cdcr ed romana, 03,09.2016) ------------------------------------ ma i milioni messi a disposizione dalla banda di benefattori per le opere pubbliche quanti sono? 400...300...200...
  4. Stadio della Roma, è scontro totale. Dalla Regione ultimatum al Comune Botta e risposta sulla mancata indicazione dell’«interesse pubblico» Ormai è scontro totale tra Comune e Regione sul progetto del nuovo stadio della Roma. Ieri la rottura definitiva. I tecnici della Regione, infatti, hanno ribadito che manca la conferma esplicita da parte del Comune dell’interesse pubblico per il nuovo impianto di Tor di Valle. «Gli uffici della Regione Lazio - si legge in una nota - hanno verificato l’assenza dell’esplicitazione da parte di Roma Capitale della conferma dell’interesse pubblico per il progetto per il nuovo stadio della AS Roma. La Regione Lazio invita l’Amministrazione capitolina ad esplicitare, entro il 6 settembre, un’eventuale mancanza d’interesse pubblico. In assenza di una formale espressione di contrarietà si procederà quindi alla convocazione della Conferenza dei Servizi». In pratica un ultimatum alla giunta Raggi: assumersi la responsabilità politica su un progetto che era stato approvato dalla giunta Marino, anche con un silenzio assenso, o esprimere «formalmente» il suo dissenso. Dura la replica dell’assessore all’Urbanistica e Infrastrutture di Roma Capitale, Paolo Berdini: «Apprendo con stupore che la Regione Lazio chiede al Comune di Roma di preparare il provvedimento tecnico amministrativo, di discuterlo nella competente commissione consiliare e di sottoporlo all’Assemblea capitolina in sole 24 ore. Se la Regione lo ritiene indispensabile deve chiederlo formalmente e concedere un congruo lasso di tempo». Immediata la controreplica. «Informo l’assessore Berdini - la nota dell’assessore alle Politiche del territorio, Mobilità della Regione Lazio, Michele Civita - che la verifica è tecnico-amministrativa e riguarda la conformità tra le prescrizioni contenute nella delibera approvata dall’Assemblea capitolina che ha riconosciuto il pubblico interesse e il progetto definitivo. Quindi è una verifica che devono fare i competenti uffici capitolini e non l’Assemblea capitolina, che si è già espressa». (G.Piacentini, Corsera ed. romana, 03.09.2016)
  5. Stadio Roma, lite Berdini-Regione Alla richiesta di confermare l’interesse pubblico l’assessore replica: “Impossibile una risposta in 24 ore” L’urbanista: “Chiedono che rispondiamo entro martedì. Il rientro dalle ferie è stato un trauma...” Il Pallotta Stadium dovrebbe essere realizzato a Tor di Valle, l’opera vale 1.656 miliardi. Sull’iter di approvazione è scontro tra Regione e Comune 03.09.2016- Prima l’attesa infinita per l’invio della documentazione alla Pisana, spedita solo l’ultimo giorno utile per legge. Ora il braccio di ferro sulla dichiarazione di pubblico interesse: è scontro aperto tra Regione e Comune sull’iter di approvazione dei lavori per la costruzione del Pallotta Stadium, a Tor di Valle. Ad alzare i toni è stato l’assessore comunale all’Urbanistica, Paolo Berdini, che ha risposto con parole infuocate alla lettera inviata ieri dalla Regione per richiedere l’eventuale parere contrario alla pubblica utilità in vista della discussione finale del progetto in conferenza dei servizi, a partire da martedì prossimo. Del resto il Comune, se si eccettuano gli attacchi poi ritrattati proprio di Berdini («quello stadio è uno scempio da fermare a tutti i costi», disse il 25 giugno scorso), non si è mai pronunciato apertamente sull’opera da 1.656 miliardi che dovrebbe nascere sui terreni di Parnasi. L’aula sarà chiamata a farlo quando si tratterà di votare la variante al piano regolatore, un atto necessario per poter posare la prima pietra, trascorsi i 180 giorni dall’avvio della conferenza. «Apprendo con vero stupore che la Regione pretende la formalizzazione dell’esistenza dell’interesse pubblico entro il 6 settembre, cioè in sole 24 ore passando per la commissione competente e l’assemblea capitolina: forse il rientro dalle ferie è stato traumatico», sottolinea sarcastico l’assessore. Poi rimarca la posizione del Campidoglio. «Il parere è già stato espresso nella precedente consiliatura (Marino, ndr) — ricorda — Se la Regione ritiene che la nuova assemblea debba confermare o smentire il precedente parere, deve chiederlo formalmente e concedere un congruo lasso di tempo». Secca la risposta della Pisana: «È una verifica che devono fare i competenti uffici capitolini e non l’assemblea, che già si è espressa». La legge nazionale sugli stadi non è chiara in merito, ma in ogni caso la presenza o meno dell’atto non impedirebbe l’avvio della conferenza. Tuttavia la lettera della Regione nella quale si invitava il Campidoglio a uscire allo scoperto e a «esplicitare, entro il 6 settembre un’eventuale mancanza d’interesse pubblico » ha suscitato le ire di Berdini. «In assenza di una formale espressione di contrarietà — precisava ancora la lettera — si procederà alla convocazione della Conferenza dei servizi per esaminare con tutti i soggetti la documentazione pervenuta». Un’attribuzione di responsabilità che ha spinto Berdini a precisare ancora che «il Comune ha più volte sostenuto che la conferma dell’interesse pubblico debba essere espressa in forma collgiale prima dell’apertura della conferenza». Il braccio di ferro continua. (Luca Monaco, Repubblica - ed. romana)
  6. Non vedo l'ora ps1: ma tu sei calato su questo forum da Marte o cosa? Sarebbe bastato leggere le ultime 5/6 pagine per rendersi conto che la favoletta sulle opere infrastrutturali realizzate con capitali interamente privati è già spazzata via dallo stanziamento dei fondi per il potenziamento della Roma-Lido (che, guarda caso, è uno degli aspetti legati alla viabilità sui quali è stata deliberato il pubblico interesse del progetto TdV) comunicato nei giorni scorsi dalla Regione Lazio. ps2: oh...se poi preferisci continuare a dire s********e fai pure ma almeno non chiederci di essere preso sul serio...
  7. E io che ho fatto? Quali fatti? s********e alle quali solo gli ingenui e chi è in malafede può credere, e avremo tempo e modo di riparlarne più in là se, come sembra, sta per partire la Conferenza dei Servizi. ps1: da romano non mi diverto affatto a irridere Roma ma non è colpa mia se certe verità sono sotto gli occhi di tutti ps2: la legge sugli stadi non esiste, esistono solo degli articoli inseriti nottetempo nella legge di stabilità 2014 attraverso i quali rendere possibile, dopo anni e anni di tentativi falliti, una porcheria come quella legata al progetto TdV. E anche questa è "mafia"
  8. Se cè un beneficiato deve necessariamente esserci anche un benefattore. ps: se la logica e la lingua italiana ancora hanno un senso
  9. Ancora? 1. A Milano non c'è la mafia (o almeno non è stata ancora scoperta ). A Roma, a prescindere da "Mafia Capitale", si respira mafia 365 giorni l'anno da almeno 20 anni. 2. Porta Nuova e City Life non sono servite per edificare un Pallotta Stadium in un "pascolo" (cit.) deserto e in virtù di una megaspeculazione edilizia che definire criminale è un eufemismo Ti è chiara la differenza?
  10. Due s********e in un unico rigo con le quali sei riuscito a smentire clamorosamente la seconda delle due . E' record ps1: anche tu sei uno di quelli che ritengono che per migliorare una linea di trasporto pubblico (a carico dei cittadin) si debba concedere un milione di mc al palazzinaro di turno? E se è così, non ti vergogni? ps2: sono romano e non sai quanto mi dia fastidio leggere certe cose scritte da romani (o almeno sedicenti tali).
  11. ...ma dei consiglieri che hanno votato il pubblico interesse ce n'è qualcuno a piede libero o stanno tutti al "gabbio" ?
  12. Pallotta Stadium, lettera della Regione al Comune: entro il 6 settembre chiarezza sull'interesse pubblico. Senza l'alt del Campidoglio al via Conferenza dei Servizi "Gli uffici della Regione Lazio hanno verificato l'assenza dell'esplicitazione da parte di Roma Capitale della conferma dell'interesse pubblico per il progetto per il Pallotta Stadium. Poiche' il Comune, pur segnalando carenze nei documenti e negli elaborati, ha richiesto l'avvio della Conferenza dei servizi, la Regione Lazio invita l'Amministrazione capitolina ad esplicitare, entro il 6 settembre, un'eventuale mancanza d'interesse pubblico. In assenza di una formale espressione di contrarieta' si procedera' quindi alla convocazione della Conferenza dei Servizi per esaminare con tutti i soggetti competenti, in modo pubblico e trasparente, la documentazione pervenuta". E' questo in sintesi il contenuto di una lettera inviata dalla Regione Lazio all'Amministrazione di Roma Capitale. (02.09.2016 ore 13:29) ------------------------------------------ Pallotta Stadium, Berdini: "L'assemblea capitolina si è già espressa sull'interesse pubblico" Paolo Berdini, assessore all'Urbanistica e Infrastrutture di Roma Capitale, ha parlato del progetto del Pallotta Stadium, e della richiesta della Regione di chiarezza sull'interesse pubblico. Queste le sue parole: «Apprendo con vero stupore che la Regione Lazio pretende la formalizzazione dell'esistenza dell'interesse pubblico per il progetto del nuovo stadio della AS Roma entro il 6 settembre 2016, come reso noto da un comunicato di oggi. La Regione Lazio chiede dunque al Comune di Roma di preparare il provvedimento tecnico amministrativo, di discuterlo nella competente commissione consiliare e infine di sottoporlo all'Assemblea capitolina in sole 24 ore, visto che lunedì 5 sarebbe il primo giorno utile per avviare questa complessa procedura. Forse, azzardiamo, il rientro dalla ferie è stato traumatico e ha creato confusione. Ma, volendo tornare alla serietà del rapporto istituzionale, si deve ancora una volta ricordare che il parere di sussistenza dell'interesse pubblico è già stato espresso dall'Assemblea capitolina nella precedente consiliatura - sottolinea l'assessore capitolino - Se la Regione Lazio ritiene indispensabile che la nuova Assemblea capitolina debba confermare o smentire il precedente parere, deve chiederlo formalmente, sulla base della legislazione vigente, e concedere un congruo lasso di tempo. Il Comune di Roma ha più volte sostenuto che la conferma della sussistenza dell'interesse pubblico debba essere espressa in forma collegiale prima della formale apertura della Conferenza dei servizi, ma è ben disponibile ad accettare il percorso amministrativo che l'Ente Regione dovrà esprimere con atto formale e non attraverso dichiarazioni stampa». ( adnkronos, 02.09.2016 ore 20:11 ) ------------------------------------- Pallotta Stadium, Civita risponde a Berdini: "La verifica sul pubblico interesse non deve essere fatta dall'Assemblea capitolina" Michele Civita, assessore alle Politiche del territorio, Mobilità della Regione Lazio, ha risposto in una nota a Paolo Berdini. Questo le sue dichiarazioni: "Informo l'assessore Berdini che la verifica, richiesta formalmente più volte dagli Uffici regionali ai competenti uffici capitolini è tecnico-amministrativa e riguarda la conformità tra le prescrizioni contenute nella delibera approvata dall'Assemblea capitolina che ha riconosciuto il pubblico interesse e il progetto definitivo del Pallotta Stadium presentato. Quindi è una verifica che devono fare i competenti uffici capitolini e non l'Assemblea capitolina che si è già espressa. Tale verifica è propedeutica all'indizione della Conferenza dei Servizi. Confermo comunque l'indicazione espressa nella lettera inviata oggi di avviare la Conferenza dei Servizi se entro il 6 settembre l'amministrazione capitolina non espliciterà un'eventuale mancanza d'interesse pubblico sul progetto" (ansa, 02.09.2016 ore 21:22)
  13. Eccone un altro con la storiella dei benefattori Mi hai convinto. Da domani vado a documentarmi sul blog "istituzionale" del Pallotta Stadium Lo stadio sarà di Pallotta e di chi lo dirige (leggi Unicredit), non della Roma. Il resto è fuffa ad uso e consumo del popolo bue.
  14. Sono convinto che se ti impegni puoi arrivarci pure tu ps: e comunque dovresti sapere che l'onere a carico dei cittadini puà manifestarsi anche sotto forme diverse dalla tassazione vera e propria come ad esempio l'aumento delle tariffe
  15. 1. Non ti rispondo nel merito perché sarebbe tempo perso (ci sono 180 pagine di topic per approfondire la questione, per chi ne ha voglia) ma comunque direi che il pascolo è l’immagine che più vi si addice 2. Se c’è qualcuno che rompe il caxxo qui dentro sono i maleducati come te e la loro pretesa di rapportarsi sempre e comunque alla Juve (anche per quanto riguarda la questione stadio) senza capire che Noi e voi rappresentiamo entità profondamente diverse storicamente, sportivamente ed eticamente. 3.Secondo me vi prendete per il c**o da soli. Il problema grosso, per voi, è che non ve ne rendete nemmeno conto.
  16. E niente…ne parte uno e ne ritornano tre…tutti uguali…tutti a ripetere le stesse s********e come un mantra…tutti a fare il tifo per un progetto criminale che più criminale non si può senza trovare il tempo e la voglia di porsi qualche domanda solo perché qualche magliaro gli ha raccontato che quel progetto consentirà ad una società con le pezze al c**o di diventare la società/squadra più forte del mondo…tutti nostalgici di Mafia Capitale quanto incredibilmente convinti di poter spiegare agli altri come va il mondo …
  17. In palio un biglietto omaggio per l'inaugurazione del Pallotta Stadium per chi riesce a indovinare chi tra questi è M.S.
  18. Stadio a Tor Di Valle, incontro Berdini-Civita. Ecco i dubbi dei M5S (corsera) - Servirà un vertice tra gli assessori Berdini e Civita per cercare di trovare una soluzione alla vicenda legata allo stadio della Roma a Tor Di Valle. Regione Lazio e il Comune di Roma, intanto, provano a dialogare. Dopo le polemiche di due giorni fa, ieri c’è stato un incontro tra Massimiliano Smeriglio, numero due di via della Pisana, e il vicesindaco Daniele Frongia. «Sul "Pallotta Stadium" - le parole del vicepresidente della Regione - stiamo lavorando congiuntamente. Penso che le polemiche non servano a nessuno». Meglio studiare un percorso comune per risolvere le criticità di un progetto che porterà un investimento totalmente a carico di privati di 1.7 miliardi di euro, di cui circa il 30% (440 milioni) in opere pubbliche. «L’incontro - ha proseguito Smeriglio - è andato bene perché stabilisce un metodo: due istituzioni che lavorano al meglio per il futuro di Roma. Nelle prossime ore chiederemo ai due assessori all’Urbanistica (Michele Civita per la Regione e Paolo Berdini per il Comune, n.d.r.) di vedersi e stabilire insieme un percorso che possa affrontare il tema dello stadio in base alla delibera di pubblica utilità votata dal Consiglio comunale e alla verifica delle prescrizioni presenti nella stessa delibera». Il messaggio di Smeriglio a Frongia è stato chiaro: c’è una legge, il parere di conformità è un atto necessario che spetta al Campidoglio. E proprio intorno alla conferma della pubblica utilità si gioca una partita politica. Dalla Regione, infatti, vorrebbero che fosse il Campidoglio a ribadire, mettendolo nero su bianco, la pubblica utilità dell’opera mentre dal Comune sostengono che la conferma è implicita. Un particolare non da poco, tenuto conto che la delibera era stata votata (nel 2014) dalla precedente giunta. Un rimpallo di responsabilità che potrebbe far slittare l’apertura della Conferenza dei Servizi, che dovrà dare l’ok definitivo al progetto. I tecnici della Regione si prenderanno i 5 giorni di tempo previsti dalla legge, poi decideranno cosa fare: potranno decidere di avviare comunque la Conferenza oppure, più probabilmente, chiedere nuovamente la conferma della pubblica utilità. I dubbi del Campidoglio riguardano soprattutto la mobilità: secondo la direzione del dipartimento mobilità e trasporti il prolungamento della metro B dalla Magliana fino a Tor di Valle comporterebbe criticità alla regolarità e all’esercizio, sia per la metropolitana B-B1 che per la ferrovia Roma-Lido. I tempi di attesa al capolinea per i passeggeri nella tratta centrale Bologna-Magliana aumenterebbero da 3 a 18 minuti. Il Campidoglio vuole il potenziamento della Roma-Lido. Altre criticità segnalate dal Comune: è stata sottostimata la previsione del flusso del traffico nelle partite serali; non viene simulato il carico di traffico sulle rotatorie previste per riunificare Via Ostiense con la Via del Mare e c’è la necessità di rimodulare la rete stradale per l’accesso allo stadio dal ponte dei Congressi. Tutte annotazioni che, secondo il Comune, “non comportano in automatico l’impossibilità di realizzare lo stadio» ma andranno comunque discusse nella Conferenza dei Servizi. Quando sarà avviata. Gianluca Piacentini (01.09.2016)
  19. Tor di Valle, viabilità e verde: «Ecco le lacune del progetto» IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Dopo il tira e molla tra Comune e Regione sui documenti necessari per avviare la conferenza dei servizi su Tor di Valle (il Campidoglio non ha ancora confermato ufficialmente la «pubblica utilità» dell'opera), nei faldoni sul nuovo stadio che due giorni fa Palazzo Senatorio ha spedito in via Colombo spuntano diverse criticità sul progetto di James Pallotta e del costruttore Luca Parnasi. Dalla viabilità, al verde, ai trasporti, agli impianti di canalizzazione dell'acqua. Tante tessere, negative, di un mosaico che però non ha ancora preso la forma di un parere ufficiale del Campidoglio. Le singole valutazioni espresse dai Dipartimenti comunali però evidenziano più di una falla nelle carte consegnate dai privati. Diverse lacune sono state riscontrate nella progettazione degli impianti idraulici e fognari, elementi non proprio secondari dato che lo stadio e il gigantesco complesso di negozi, uffici, alberghi e ristoranti (tre grattacieli più altri 15 edifici commerciali) sorgerebbero in un'area dichiarata dall'Autorità di bacino «a rischio idrogeologico», che corre quindi il pericolo di inondazioni. IL TRAFFICO PRIVATO - Altro punto critico: gli ultimi elaborati presentati prevedono l'abbattimento di centinaia di alberi. Intervento che in precedenza non sarebbe stato programmato. Le carenze più gravi riguardano la viabilità e il piano dei trasporti, in particolare i collegamenti intorno al Ponte dei Congressi e le strade per raggiungere la zona dello stadio. Anche le aree dei parcheggi vengono considerate insufficienti dai tecnici del Campidoglio. Manca poi un documento decisivo come il «parere di conformità» del Comune, l'atto attorno al quale martedì si è incardinato un aspro botta e risposta tra Campidoglio e Regione. Secondo la Pisana sarebbe fondamentale per far partire la conferenza dei servizi, l'organismo che in 180 giorni deve bocciare o approvare il progetto. Il Comune invece si è riservato di presentarlo proprio durante la discussione in conferenza. DOPPIO VERTICE - Dopo il braccio di ferro di due giorni fa, ieri tra la giunta di Nicola Zingaretti e quella di Virginia Raggi si è tentata la strada del disgelo. Tanto che il vicesindaco Daniele Frongia ha ricevuto il vicepresidente regionale Smeriglio. Un vertice che si è concluso con dichiarazioni concilianti: «Le polemiche non servano a nessuno». Nei prossimi giorni i due assessori all'Urbanistica di Comune e Regione si vedranno per «stabilire insieme un percorso che possa affrontare il tema dello stadio in base alla delibera di pubblica utilità votata dal Consiglio comunale e alla verifica delle prescrizioni presenti nella stessa delibera». Resta il nodo delle integrazioni che la Regione, entro lunedì, potrà chiedere al Campidoglio. Da via Colombo non escludono neppure che, prima dell'invio della richiesta formale, possa esserci una conferenza stampa per chiarire il punto di vista dell'amministrazione Zingaretti. Approfittando dell'ennesimo stallo, gli ambientalisti intanto spingono per la stroncatura definitiva del progetto. Italia Nostra ieri è tornata a «criticare duramente la scelta dell'area di Tor di Valle», protestando per «la mancanza di trasparenza da parte del Comune su tutte le documentazioni non rese pubbliche alla città». Secondo l'associazione, «è dovuto il parere dell'Assemblea Capitolina sulla conformità all'interesse pubblico. I nuovi componenti dell'Assemblea dovranno conoscere il progetto definitivo e verificare tutte le nuove criticità segnalate dagli uffici». Va insomma capito, secondo Italia Nostra, come siano stati risolti tanti problemi, «dalla messa in sicurezza del rischio idrogeologico, fino al superamento della bocciatura dell'Atac sul prolungamento della Metro B». ( 01/09/2016 )
  20. Preoccupatissimi anche nella redazione della cdcr... Lo stadio della discordia. Ora diteci se si fa o non si fa Ieri mattina, a 92 giorni dalla consegna, che avvenne il 30 maggio, il Comune invia in Regione il mega dossier-stadio, che dovrebbe contenere tutte le integrazioni richieste dal Campidoglio ormai un anno fa. Almeno così giurano i proponenti («Nessuna mancanza di rilievo, ci sono tutti gli elementi perché vada in Regione», dicono da tre mesi) e così, in effetti, ha confermato in più di un’occasione il neo assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, pur se ideologicamente contrario al progetto («Mi dicono che il dossier risponda ai criteri richiesti»). Ma bastano pochi minuti e si capisce che qualcosa non va. La Regione, infatti, fa subito sapere che «nella nota di presentazione del progetto trasmesso manca l’espressione del parere di conformità alla delibera votata dal Consiglio comunale con la quale si dichiarava la pubblica utilità dell’opera» mentre «... si evidenzia esclusivamente il permanere di alcune carenze di documenti/elaborati (legate, pare, a viabilità, trasporti e parcheggi, ndr )». Dunque, secondo la Regione, il progetto non è conforme e presenta ancora delle lacune. Possibile? «Il parere non è vincolante all’apertura della Conferenza dei servizi», precisano dal Campidoglio. «E le presunte lacune, nel caso, sono proprio materia della Conferenza», assicurano i proponenti, che ormai fanno fatica a mantenere un profilo politically correct (anche ieri, pubblicamente,Parnasi e Pallotta hanno espresso «soddisfazione per l’invio del progetto»). Sarà, ma la Regione insiste: «Il Campidoglio sbaglia – fanno sapere da via della Pisana –. La conformità alla delibera di pubblica utilità è vincolante per l’apertura della Conferenza. Per tre mesi abbiamo aspettato solo questo parere, con cui il Comune deve dirci se il progetto ha tenuto conto delle prescrizioni chieste dal Consiglio comunale che avrebbero inficiato la pubblica utilità». Un parere che a fine giornata Campidoglio e proponenti, incredibilmente sulla stessa posizione, definiscono «pleonastico, perché se il progetto non fosse stato conforme non sarebbe proprio stato inviato». Siamo sicuri? Zingaretti ha qualche dubbio e nel frattempo non vuole assumersi responsabilità che non gli competono. Perciò la Regione tra cinque giorni, se non sarà arrivato il parere, tornerà alla carica. E la palla, a quel punto, tornerà al Comune (cartadaculorosa, 31.08.2016) -----------------------------------
  21. Stadio, lite Regione-Comune: «Stop al progetto: è carente» (L. DE CICCO) - Troppe carenze, sia nelle carte presentate dai privati, che in quelle inviate dal Comune. Così com'è arrivato ieri in Regione, il progetto Tor di Valle non può nemmeno essere discusso, altro che approvato. La conferenza dei servizi, vale a dire l'organismo che entro 180 giorni deve prendere una decisione sul nuovo stadio della Roma, «allo stato non può neanche essere convocata», facevano sapere ieri dalla Pisana. Il motivo? Nei documenti inviati ieri mattina dal Campidoglio, al termine del check preventivo sulle carte consegnate dai privati con oltre un anno di ritardo, mancava «il parere di conformità». Secondo il Comune invece «ogni parere nel merito verrà espresso proprio in sede di Conferenza dei servizi». LA RELAZIONE CHIAVE - Insomma, attorno al progetto Tor di Valle sembra accendersi il primo, vero, scontro tra la giunta di Nicola Zingaretti e quella di Virginia Raggi. Tutto ruota, come detto, attorno al parere del Comune. Non si tratta di una relazione da poco. Anzi. È un atto decisivo, perché è quello con cui Roma Capitale deve attestare se è decaduta o meno la «pubblica utilità» dell'opera, approvata a maggioranza dal Consiglio comunale nel dicembre 2014. Una cosa è certa: di modifiche, rispetto al piano presentato all'ex sindaco Marino nel giugno 2015, ce ne sono state parecchie. Va quindi capito se i privati, che secondo alcune stime da questa operazione calcistico-immobiliare otterrebbero profitti fino a 800 milioni di euro, hanno rispettato tutte le prescrizioni pattuite con il Campidoglio oppure no. Quel parere però, nei faldoni spediti ieri da Palazzo Senatorio, non c'era. Di più: le valutazioni espresse singolarmente dai vari Dipartimenti comunali hanno fatto emergere diverse carenze negli elaborati. Evidenziando problemi molto concreti, soprattutto sul versante della mobilità: dai flussi veicolari del traffico privato per raggiungere la zona dello stadio, alle aree per i parcheggi (considerate ancora insufficienti), ai collegamenti con la Via del Mare. Altre pesanti criticità erano state rilevate dall'Istituto Nazionale di Urbanistica, che ha puntato il dito sulla «sproporzione» delle cubature previste nello studio di fattibilità: appena il 14% dei metri cubi sarebbe destinato allo stadio vero e proprio, mentre il restante 86% andrebbe a negozi, ristoranti, alberghi e uffici: tre grattacieli alti fino a 220 metri più altri 15 edifici commerciali. Ecco perché, secondo i tecnici della Pisana, è necessario un documento del Campidoglio per capire se, tenendo conto delle carenze indicate dai tecnici comunali e delle modifiche apportate dai proponenti, la pubblica utilità del progetto c'è ancora. Altrimenti la Conferenza dei servizi non può neanche partire. In settimana potrebbero essere richieste al Comune delle integrazioni. A norma di legge, la Regione ha cinque giorni per esaminare i dettagli dei documenti ricevuti. BOTTA E RISPOSTA - Il Campidoglio però ieri ha fatto capire che, almeno a stretto giro, non verranno spedite altre valutazioni: il parere di conformità «verrà espresso nella conferenza». Subito è arrivata la controreplica (informale) della Regione: senza quel documento, l'organismo non verrà convocato. Secondo gli uffici di via Cristoforo Colombo, «a termini di legge il parere di conformità è propedeutico all'apertura della conferenza», che dura sei mesi. Ancora il Campidoglio: «La Regione vuole bloccare l'iter? Il parere di conformità non è vincolante». Di nuovo dagli uffici della Regione: «Il parere è vincolante eccome, lo prevede la legge». Nel frattempo il progetto Tor di Valle resta nel pantano. Tutto fermo. Il count-down dei 180 giorni non parte. Senza considerare poi che servirebbe una variante al Piano regolatore di Roma. E ad approvarla dovrebbe essere il M5s, da sempre contrario a questa operazione. (Il Messaggero, 31.08.2016)
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