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Marmas

Tifoso Juventus
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Tutti i contenuti di Marmas

  1. Devono salire caxxo. E che aspetta il mister a mettere dentro Dybala?
  2. Fosse un giocatore della Juve partirebbe il processo per abuso di farmaci/doping
  3. A behh...se l'ha detto Cesari allora era rigore netto ps: se quello è rigore io sono la monaca di Monza
  4. Puntano forte sul Messi d'Egitto (se giocherà) e in ogni caso se la sentono "calla", molto "calla"
  5. Pallotta Stadium, Berdini: "Nessun riconoscimento dell'interesse pubblico" Da parte dell'amministrazione di Roma Capitale sul Pallotta Stadium "non c'è nessun riconoscimento dell'interesse pubblico. Stiamo lavorando per attuare l'indirizzo programmatico del M5S". Così all'Adnkronos l'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini commenta l'appello, pubblicato oggi su un quotidiano, sottoscritto da urbanisti, architetti e storici dell'arte, che accusano l'amministrazione Raggi, colpevole, secondo i firmatari, di aver aderito alla conferenza dei servizi della Regione Lazio, "invece di revocare, come ci si aspettava, la deliberazione di pubblico interesse". Partecipare alla conferenza dei servizi, ha spiegato Berdini, "è un atto doveroso. E' dovere dell'amministrazione partecipare ai provvedimenti che sono stati incardinati dalle amministrazioni precedenti". 18/10/2016 link
  6. Prove di destabilizzazione (e di disinformazione)... Sì allo stadio del M5S, rivolta degli esperti LA REPUBBLICA (F. Erbani) - "Lo stadio come cavallo di tr**a". È il titolo dell’appello contro la giunta Raggi sottoscritto da una quindicina fra urbanisti, architetti, storici e storici dell’arte, alcuni dei quali sostenitori dell’amministrazione. Ma ora colpevole, si legge, di aver aderito alla conferenza dei servizi della Regione Lazio per l’approvazione “di una mastodontica speculazione edilizia (il Pallotta Stadium, n.d.r.) che in campagna elettorale il M5S aveva decisamente contrastato”. Fra i firmatari, gli urbanisti Edoardo Salzano (l’appello è comparso sul sito da lui fondato, eddyburg), Paolo Baldeschi, Pierluigi Cervellati, Vezio De Lucia, Anna Marson e Giancarlo Storto, l’architetto Carlo Melograni, lo storico Piero Bevilacqua e gli storici dell’arte Salvatore Settis e Tomaso Montanari che Raggi avrebbe voluto in giunta e che dichiarò il suo appoggio alla candidata sindaca. I firmatari si dicono sconcertati dall’atteggiamento della giunta capitolina e ricordano come, durante l’amministrazione di Ignazio Marino, i consiglieri cinquestelle abbiano votato contro la delibera che dichiarava il pubblico interesse dello stadio e del milione circa di metri cubi previsti. Ma, si legge nell’appello, Virginia Raggi, “invece di revocare come ci si aspettava la deliberazione di pubblico interesse, ha concordato con la Regione l’avvio della conferenza dei servizi, vincolandosi a un esito pressoché scontato di approvazione”. Nello sconcerto, appunto, di chi l’aveva sostenuta e di chi invece non l’aveva votata sperando comunque che, insieme alle Olimpiadi, venisse accantonato anche lo stadio. 18/10/2016
  7. Intanto er Nibbio de noantri non si dà pace ed è alla ricerca di fango da gettare addosso a Paolo Berdini.... (Il Tempo, 13 ottobre 2016)
  8. Comitato “Difendiamo Tor di Valle dal Cemento” Comunicato Stampa 17 ottobre 2016 Il giorno 12 ottobre 2016 il Comitato Difendiamo Tor di Valle dal Cemento ha incontrato la Commissione Urbanistica del IX Municipio. Abbiamo esposto ai consiglieri il percorso del progetto del Business Park dal 2011 (primi contatti tra Unicredit e la A.S. Roma) fino a oggi. Abbiamo dimostrato che l'intera operazione si configura come una speculazione edilizia utile a far fare profitti a un costruttore romano e a un finanziere americano, ma dalla quale non verrà beneficio alcuno ai cittadini romani. In particolare abbiamo rilevato come la dichiarata (da parte di ATAC) non realizzabilità del "tronchetto" di metropolitana a binario unico (sic!) da Magliana a Tor di Valle e la manifesta inutilità di un altro ponte sul Tevere - dopo che Roma Capitale ha definitivamente finanziato e avviato la costruzione del nuovo "Ponte dei congressi" -, fanno cadere i presupposti per il riconoscimento del "pubblico interesse" che i proponenti avevano ottenuto dalla precedente Giunta Capitolina. I consiglieri della Commissione Urbanistica del IX Municipio si sono impegnati a presentare in Consiglio una Risoluzione per la revisione del riconoscimento del pubblico interesse al progetto del Business Park e a chiedere alla Giunta Capitolina, al Sindaco e all'Assessore all'Urbanistica di Roma Capitale il riesame dell'intero progetto alla luce di quanto esposto. Roma, 17 ottobre 2016
  9. Tor di Valle, a giudizio per bancarotta gli ex titolari dell'area scelta per lo stadio IL MESSAGGERO (S. Canettieri) - Bancarotta, distrazione dell'Iva e strani manovre dietro la cessione dei terreni dove dovrebbe nascere l'«ecomostro», così lo chiamano gli ecologisti, di Tor di Valle. Un affare per il quale sono stati rinviati a giudizio quattro ex amministratori della Sais, società già proprietaria del terreno sul quale dovrebbero sorgere lo stadio e i grattacieli, e della «Ippodromo di Tor di Valle», società che affittò il sito. Il processo comincerà il 16 gennaio. Ed è l'ennesima tegola giudiziaria su un progetto che continua ad andare a rilento, per via delle tante carenze tecniche che continuano a emergere. L'INCHIESTA Sotto processo, su richiesta del pm Mario Dovinola, sono finiti gli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia, già presidente e componente del cda della Ippodromo Tor di Valle, nata nel 2008 per la gestione del galoppatoio e fallita nel giugno 2013, nonché soci e detentori del capitale della Sais (fallita nel 2014); inoltre Umberto Ciccozzi, liquidatore della Ippodromo Tor di Valle, e Michele Saggese, ex amministratore unico della Sais. L'anno chiave della vicenda è il 2013, quando avvenne l'anticipata rescissione del contratto di locazione del terreno, per canoni non pagati, a fronte di una scadenza nel 2016. In questo modo sono stati privati i creditori di Sais e di Ippodromo di Tor di Valle dei proventi che sarebbero derivati dallo sfruttamento dei terreni poi acquistato, sempre nel 2013, dall'imprenditore Luca Parnasi e poi ceduto alla società che dovrebbe portare a termine l'operazione calcistico-immobiliare. LA PARTITA DI GIRO Secondo gli atti che hanno portato a questi quattro rinvii a giudizio, gli imputati avrebbero messo in atto una «manovra artificiosa», si legge negli atti. E cioè il terreno sarebbe stato fatto rientrare in possesso della Sais «libero da gravami» e pronto per essere ceduto al costruttore Parnasi (che non compare nell'inchiesta) che in questa area vuole costruire lo stadio e soprattutto altri edifici commerciali per quasi un milione di metri cubi di cemento. In sostanza la società Ippodromo Tor di Valle sarebbe stata portata al fallimento con «operazioni dolose», l'ultima delle quali consisterebbe nella restituzione prima del tempo del bene principale che aveva in gestione, cioè il galoppatoio. L' attività di «distrazione» si aggira intorno a circa 2,5 milioni di euro e coinvolge appunto Gaetano e Umberto Papalia dalla Ippodromo Tor Di Valle e l'omesso versamento di tributi per alcuni milioni di euro. 13/10/2016
  10. Stadio Roma, Berdini: "Opera trascurabile" 27/09/2016 «Abbiamo spostato tutte le risorse di un assessorato perché dovevamo andare a dama su una cosa assolutamente trascurabile per la città». Lo afferma l'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Paolo Berdini, facendo riferimento al Pallotta Stadium durante l'incontro con l'Acer avvenuto ieri sera. «Ho fatto fare dagli uffici del Comune un elenco dei provvedimenti urbanistici rimasti fermi, dai piani di zona a quelli dei privati. Sono 200 le convenzioni dimenticate in un cassetto perché gli operatori sono scappati - le parole dell'assessore - Si tratta di 200 occasioni buttate. Perché? Perché dovevamo lavorare sul Pallotta Stadium. Le risorse umane dell’assessorato sono state tutte spostate su un solo progetto, una cosa di assoluta trascuratezza rispetto al destino della città. Ma noi dobbiamo rimettere in piedi questi progetti. Lavoreremo per quadranti».
  11. Il Comune spinge sugli espropri per il nuovo stadio della Roma LA REPUBBLICA (L. D'Albergo) - Dopo il «no» alle Olimpiadi, il Comune sembra accelerare improvvisamente sul nuovo stadio della Roma. La procedura per gli espropri necessari alla costruzione del nuovo impianto dei giallorossi a Tor di Valle è partita giovedì: presto il dipartimento Urbanistica contatterà i proprietari dei beni sui quali potrebbe essere apposto il vincolo di esproprio. L’avviso sarà inviato anche a Luca Parnasi, proprietario dei terreni su cui sorge l’ex ippodromo. Poi si tornerà ad attendere: l’operazione potrà essere conclusa solo e se il consiglio comunale, al termine della conferenza dei servizi partita su spinta della Regione, voterà la necessaria variante al piano regolatore. Un passaggio forzato prima di avviare gli espropri, una fase che di norma prende almeno sei mesi. Molti di più in caso di contenziosi. Sulla novità non si è voluto esporre l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Ieri, prima di entrare in giunta, ha tagliato corto: «Se revocheremo la pubblica utilità sul progetto dello stadio della Roma? Non ne so proprio nulla, devo guardare le carte». (24/09/2016)
  12. James Pallotta sonda i mercati per un finanziamento da 300 milioni per il nuovo stadio, nonostante l’effetto “Olimpiadi” IL SOLE 24 ORE (M. Bellinazzo) - Una quota della Roma da 75 milioni in vendita per permettere l’ingresso di un nuovo socio. Ieri l’agenzia Bloomberg ha lanciato l’indiscrezione secondo cui il presidente James Pallotta starebbe valutando la possibilità di cedere circa il 40% del proprio pacchetto azionario. In serata però è arrivata la smentita del patron giallorosso con una nota diffusa attraverso il sito della Roma. “In relazione a quanto pubblicato da Bloomberg in data odierna la Roma smentisce l’ipotesi di cessione di una quota del club da parte dell’attuale proprietà. Il presidente Pallotta precisa di aver parlato con l’estensore dell’articolo smentendo la circostanza di essere alla ricerca di investitori nel club, seppur ricevendo periodicamente manifestazioni di interesse da parte della comunità finanziaria internazionale. Il presidente ha altresì precisato al giornalista che nuovo capitale sarà raccolto per finanziare la costruzione del nuovo stadio, una volta che il progetto avrà ottenuto l’approvazione finale, sia internamente sia esternamente all’attuale compagine proprietaria”. Per Pallotta infatti un socio di peso sarebbe il benvenuto per accompagnare la costruzione dell’impianto che sorgerà a Tor di Valle. “Dobbiamo avere un investitore per la realizzazione dello stadio – aveva già spiegato Pallotta a Bloomberg -. La Roma farà un aumento di capitale sia internamente che esternamente per un partner strategico”. Aumento di capitale che non riguarderà la Roma, quindi, ma la holding che è a capo del progetto e che sarà proprietaria dello stadio. Si attende al riguardo l’ok da parte delle Conferenza regionale dei servizi che da poco ha iniziato a valutare il progetto e ha 180 giorni per espletare l’attività. L’auspicio di Pallotta è quello di veder iniziare i lavori nella zona di Tor di Valle già a marzo, mentre l’inaugurazione dovrebbe avvenire nel 2019. Il 18 maggio Goldman Sachs International Bank ha messo a disposizione di Stadio TDV Spa (la società deputata alla gestione e al finanziamento del progetto del nuovo impianto) un ammontare massimo pari a trenta milioni di euro. La banca d’affari statunitense, dunque, affiancherà la Roma nella costruzione dell’impianto di Tor di Valle. Proprio l’avvio dell’iter amministrativo in ambito regionale, ha spinto Pallotta ad accelerare la ricerca di risorse per il “cantiere”. In particolare, durante la scorsa settimana, il patron giallorosso avrebbe presentato una richiesta di finanziamento di 300 milioni di euro a banche di profilo internazionale. Richieste per le quali al momento non risultano esserci stati riscontri positivi. I dubbi sulla fattibilità dell’operazione infrastrutturale e urbanistica da oltre un miliardo di euro peraltro sono destinati ad aumentare presso i potenziali finanziatori dopo la decisione del sindaco di Roma Virginia Raggi di togliere l’appoggio alla candidatura olimpica, proprio per il rischio di speculazioni immobiliari. (23/09/2016)
  13. “Sì a un nuovo partner” – Pallotta apre sullo stadio a Roma, tentazione cinese LA REPUBBLICA (E. Sisti) - Pallotta in marcia fra voci e smentite. Cinesi in arrivo. Banche inglesi da convincere. Stadi che come nei cartoni animati, o come negli incubi, si avvicinano e si allontanano lasciando sempre lo stesso dubbio (sarà vero?). E infine bisogno di rendere sempre più appetibile il brand Roma. Il presidente giallorosso avrebbe dato mandato di sondare la disponibilità di potenziali partner societari: secondo Bloomberg l’obiettivo sarebbe la cessione del 40% del pacchetto azionario della Roma (con Pallottaal 38%), più o meno a un’entrata secca di 75 milioni di euro. È’ previsto un aumento di capitale della holding che gestirà la realizzazione dello stadio. Con quali soldi? Nella sua smentita Pallotta conferma dunque i movimenti: «Non vendo quote, cerco soci per lo stadio, anche all’esterno dell’attuale proprietà». Jim guarda in più direzioni. C’è da costituire un pool di finanziatori per la costruzione dello stadio: «Aspettiamo il via libera entro 180 giorni». Diciamo fine marzo. La Roma ha fretta. Dopo aver accertato la disponibilità dei più stretti amici americani della sua Raptor Capital Management, è in previsione un viaggio a Londra per sondare tre diverse banche. Il presidente ha già incontrato a Milano i vertici di Enel, Telecom, Generali, Eni e Acea. Ovviamente non potevano mancare gli onnipresenti interlocutori asiatici, come anticipato da Repubblica ieri. Si tratterebbe di immobiliaristi cinesi sensibili all’idea dell’entertainment complex destinato a completare il progetto del Pallotta Stadium. Diverrebbero, una volta convinti, i terzi finanziatori cinesi del calcio italiano. Lo shock dell’eliminazione dalla Champions è stato emotivo e finanziario: ha prodotto un buco fra i 30 e i 40 milioni di euro. Forse è stato proprio il Porto ad accendere la miccia, a moltiplicare gli appuntamenti. Di fatto, il grande progetto commerciale su cui Pallotta aveva costruito la propria identità di tycoon italiano non è mai decollato (nessuna delle iniziative “americane” della Roma ha portato soldi nelle casse di Trigoria e per fornire il suo abbigliamento tecnico la Nike paga alla Roma meno di quanto pagasse l’ormai lontanissima Kappa). Mentre si cercano partner per accelerare la costruzione dello stadio, non potrà certo sfuggire che uno stadio già in costruzione potrebbe avvicinare partner ancora più facoltosi. Un incastro dal quale la Roma, e Pallotta in prima persona, dovranno presto districarsi. Al lavoro anche l’ex dg Baldini, tornato come consulente personale del presidente con un contratto di tre anni. Baldini starebbe lavorando sul doppio binario in cerca di aziende interessate a fare “business” con la Roma. Perché se è vero che un giorno alla Roma servirà uno sponsor per dare, possibilmente anche prima che sia finito, un nome allo stadio (“Emirates” si chiamerà lo stadio dell’Arsenal sino al 2019), il club ha anche esigenze più immediate: trovare un “jersey sponsor”. Da tre anni la Roma non ha scritte sulla maglia (a parte “Roma Cares”). Quindi un contratto in meno. Con ricavi mancanti intorno ai 50 milioni (imparagonabili i soldi che Qatar, Deutsche Telekom e Chevrolet riconoscono a Barcellona, Bayern e Manchester United). Uno dei nomi filtrati è quello del colosso coreano Samsung (fino al 2014 sulle maglie del Chelesa). Pallotta infine sta pensando anche a Totti. Ieri dopo aver fatto un salto da Feltrinelli ha chiesto a Jill Smoller, la manager di Serena Williams, a Milano per Djokovic & Friends, se fosse interessata a gestire e vendere il brand di Totti negli Stati Uniti. «Roma is moving along», dice Pallotta. (23.09.2016) -------------------------- chissà quale è stata la risposta di Jill Smoller...
  14. Raggi prepara una seconda battaglia. Il braccio di ferro sullo stadio della Roma 23/09/2016 LA STAMPA (J. IACOBINI) - Il 4 marzo, era un venerdì sera e nell’Urbe già si pregustava il weekend, l’allora candidato sindaco del M5S, Virginia Raggi, dichiarò a Radio Radio: «Il Pallotta Stadium lo facciamo da un’altra parte, a Tor Vergata e senza uffici, perché quella è speculazione edilizia e poi noi abbiamo già le torri dell’Eur che sono vuote e lo Sdo da riempire». Al di là della questione due torri e Sdo (che meriterebbe capitolo chiarificatore a sé), un’ottima intervistatrice incalzò la Raggi chiedendole se era disposta a spingersi fino a revocare la pubblica utilità dell’opera. Risposta: «Sicuramente sì, la revocheremo». In campagna elettorale vale tutto (Raggi promise anche un referendum sulle Olimpiadi, o di azzerare i vertici di Acea). Sennonché una nostra ottima fonte in Campidoglio ci dice che ci sono molti problemi sul Pallotta Stadium, «anche questo è un dossier che rischia molto». Testuale. Dopo le Olimpiadi, può succedere lo stesso al Pallotta Stadium? Le storie sono diverse, e a un diverso livello di avanzamento. Di sicuro però la giunta sta per iniziare un braccio di ferro serrato, nella conferenza dei servizi in Regione, per chiedere alcune modifiche rilevanti. Talmente rilevanti, c’è chi ipotizza, da risultare impossibili: la legge 147 del 2013 (comma 304, lettera b) autorizza eventuali modifiche al progetto già approvato solo se «strettamente necessarie». Dunque non consente stravolgimenti dell’opera. Per di più esiste una delibera votata dal Comune (nella gestione Marino, la delibera è la 132, del 22 dicembre 2014), il che significa che per cambiare progetto, o bloccarlo del tutto, occorrerebbe non una mozione, ma una nuova delibera che revochi la pubblica utilità. Un atto politico fortissimo. La Raggi può spingersi a questo? Alcune spie, inutile far finta di niente, ci sono. Oltre alla nostra fonte qualificata, c’è poi l’assessore Paolo Berdini, che oggi dice: lo stadio «è una grande opera e andrà rivista sotto il profilo della sostenibilità economica e urbanistica di una città che ha 13,5 miliardi di deficit». A precisa domanda, è lapidario: non è detto che lo stadio si faccia «perché l’aula capitolina dovrà confermare l’interesse pubblico a costruire un milione di metri cubi di cemento che in realtà è nell’interesse degli operatori che propongono l’impianto. Sarebbe meglio tornare a prevedere la realizzazione solo e soltanto di uno stadio». La stessissima tesi della Raggi in campagna elettorale, ma pronunciata adesso. Dall’uomo che è succeduto, all’Urbanistica, all’ottimo Giovanni Caudo. La As Roma ostenta ottimismo anche se ieri il presidente James Pallotta, smentendo la notizia di una cessione del 40% a investitori asiatici, ha però spiegato che un nuovo investitore servirà, per finanziare la costruzione del nuovo stadio. La variante urbanistica figlia della delibera del 2014 deve andare in consiglio, tecnicamente, solo per essere ratificata. Raggi avrebbe due mesi di tempo per intervenire: non sono moltissimi. Il progetto finale uscirebbe dalla Conferenza dei Servizi il 5 febbraio. Sono poi già stati spesi 60 milioni, per un progetto che - comunque lo si giudichi - ha coinvolto 50 studi, tra cui Daniel Libeskind e Dan Meis: se saltasse, la società potrebbe fare causa al Comune e c’è chi stima il danno in oltre due miliardi (mancati introiti, perdita di diritti d’immagine per servizi che la società sta già finanziando). Cosa può chiedere di cambiare la Raggi, posti questi strettissimi paletti? O vuole chiedere la luna per rovesciare il tavolo?
  15. Tutto studiato a tavolino con qualche ritardo nella tempistica dovuto alla caduta della giunta Marino e alla presa del Campidoglio da parte dei 5S Riassumendo: 1. Progetto TdV per tre anni spacciato come completamente a carico dei proponenti. 2. In realtà il consorzio dei "benefattori" sta ancora cercando, senza successo, finanziatori e sponsor per una operazione che richiede investimenti gravosissimi per opere infrastrutturali funzionali alla "pubblica utilità" deliberata dalla giunta Marino. 3. tra una presentazione e un plastico siamo arrivati a ridosso del pronunciamento del Comune di Roma sulle Olimpiadi. Cosa c'è (ci sarebbe stato ) di meglio che una bel magna-magna olimpico all'interno del quale inserire la realizzazione del progetto TdV con annesso Pallotta Stadium per alleggerire/annullare gli impegni economici a carico dei "benefattori" e dirottarli sulle spalle dei contribuenti?
  16. Stadio della Roma, Berdini (M5S): "Si dovrà confermare l'interesse pubblico. Meglio se si realizzasse solo l'impianto" Il Manifesto - L'assessore all'Urbanistica della città di Città di Roma Paolo Berdini è tornato a parlare sulle pagine del quotidiano nazionale del progetto stadio della Roma. Queste le parole del pentastellato: "E' una grande opera e andrà rivista sotto il profilo della sostenibilità economica ed urbanistica di una città che ha 13,5 miliardi di deficit. L'Aula capitolina dovrà confermare l'interesse pubblico a costruire un milione di metri cubi di cemento che in realtà è nell'interesse degli operatori che propongono l'impianto. Sarebbe meglio tornare a prevedere solo e soltanto la realizzazione di uno stadio". 22.09.2016
  17. Sponsor per lo stadio della Roma MILANO FINANZA (A. Montanari) - In attesa delle ultime autorizzazioni burocratiche e politiche per l'avvio del processo di realizzazione del nuovo stadio di proprietà, James Pallotta ha iniziato a sondare potenziali investitori pubblicitari per valutare possibili operazioni e per trovare una sponda commerciale. Il patron della Roma di recente ha incontrato i vertici di parecchie aziende pubbliche e private italiane e straniere per sondare il mercato e valutare l'appeal del progetto sul fronte dell'advertising e delle sponsorizzazioni. In particolare, l'imprenditore statunitense ha già avuto modo di presentare il progetto dello stadio ai vertici di aziende quali Eni, Enel, Telecom Italia, Generali e Acea. Il suo obiettivo è trovare un pool consistente di investitori pronti a garantire un sostegno economico sul fronte pubblicitario e di marketing. Anche perché una delle priorità dello stesso Pallotta è trovare un title sponsor per lo stadio, oltre che il main sponsor per il club giallorosso. In caso di supporto di questi gruppi italiani, tra i big spender del mercato pubblicitario nazionale, potrebbe poi andare a proporre lo stesso progetto a gruppi industriali. Per tale ragione il proprietario della Roma in questa fase ha incontrato i manager di Microsoft Italia e della casa automobilistica Kia. A queste due ultime società, secondo indiscrezioni, avrebbe chiesto anche un coinvolgimento più ampio sul fronte delle sponsorizzazioni per lo stadio della Roma nell'area di Tor di Valle. Anche se il colpo grosso, secondo quanto trapela da ambienti, sarebbe quello targato Samsung. Il colosso coreano, nei piani di Pallotta, sarebbe il nome giusto per la brandizzazione dell'impianto sportivo. Per questa ragione si sarebbe mosso, a Londra, Franco Baldini, l'ex manager del club giallorosso che l'imprenditore statunitense ha rivoluto al suo fianco in qualità di consulente strategico. Ovviamente su questo argomento c'è il massimo riserbo, anche se va rimarcato che Samsung sta investendo parecchio in Italia non solo in termini di marketing ma anche a livello industriale. Dal punto di vista progettuale invece Pallotta e Luca Parnasi al momento stanno sondando il terreno per trovare un sostegno finanziario al progetto-stadio, che vale complessivamente 300 milioni di euro. Ma al momento non sono previsti nuovi partner strategici. 22.09.2016 ------------------------ Bambole, non c'è una lira...
  18. Barillari, M5S: "Stadio a favore dei romanisti? Suona come una grande balla, mi aspetto arresti. Qualcuno ci sta già mangiando sopra" Il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, Davide Barillari, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Vocegiallorossa.it per chiarire alcune sue dichiarazioni rilasciate via Twitter sul Pallotta Stadium: «La situazione è molto più seria di quello che si dice. Io voglio parlare dello stadio, capire la Conferenza dei Servizi, leggere i documenti e valutare la situazione. Io ho espresso dei dubbi che sono la posizione del Movimento 5 Stelle di Roma». Ieri su Twitter ha usato parole forti per lo Stadio della Roma. Testualmente: "Lo scoprirete ai primi arresti". «Io faccio un discorso su tutte le grandi opere che si fanno in Italia. Dalla TAV, al MOSE, alle Olimpiadi organizzate a Roma nel passato o la Città dello Sport. Io faccio capire a Roma, come in altre parti d’Italia, quello che succede in queste grandi manifestazioni. Ci sono delle speculazioni edilizie. Noi abbiamo dei grandissimi dubbi su chi sta mettendo le mani su questo progetto. Tutti dicono che è un parco, che è tutto verde, che non ci sono fini di lucro, che è tutto in favore dei romanisti, suona come una grande balla. Qui stanno sfruttando la passione dei tifosi per dire che ci sarà un grandissimo progetto dove tutti avranno dei vantaggi, poi scopriamo che dietro c’è Unicredit, i soldi degli speculatori che a Roma hanno distrutto la città. Per quello mi vengono dei dubbi e dico "State attenti perché forse vi stanno prendendo in giro". I progetti e le foto che girano sono tutta una montatura per quello che sarà davvero». Quindi le frasi “lo scoprirete ai primi arresti” è una sua lettura personale? «Non è una lettura personale, ma voglio dire che quando in Italia non c’è controllo, non c’è verifica e spacciati come il bene assoluto, poi scopriamo che arrestano le persone, che indagano, che è tutto in mano a società mafiose di Roma». Sì, ma stiamo parlando di cose del passato. Le frasi di oggi riguardano lo Stadio della Roma... «È solamente perché io mi aspetto indagini, mi aspetto arresti. Quello che hanno fatto sempre e faranno ancora, se non c’è un controllo. Quindi il nostro dubbio, ma non parlo a livello personale, ma come Movimento 5 Stelle di Virginia Raggi, è che lo Stadio della Roma vada bene. I romanisti hanno diritto di avere uno stadio bello, nuovo innovativo, però intorno allo stadio ci sono tantissimi avvoltoi che ci stanno mettendo le mani. Parliamo di grattaceli, di centri commerciali, di uffici. Questo è altro rispetto allo stadio». E la frase “ve ne accorgerete in Procura”? «Io dico solamente che stiamo portando in Procura, alla Corte dei Conti, in tutte le sedi possibili, esposti su esposti dalla sanità ai trasporti, all’ambiente e anche allo stadio. Segnalando che ci sono delle evidenze già di qualcosa che non torna. Per questo chiediamo di indagare su un progetto dove girano un sacco di soldi e che porterà comunque a delle indagini. Lo ripeto, quello che è successo in passato è stato che qualcuno ci ha messo le mani e ci ha speculato sopra. Mi aspetto che questo stadio sia la perfezione senza la minima corruzione, che la Mafia non ci abbia messo le mani? Io ci metto la mano sul fuoco che qualcuno ci sta mangiando sopra già adesso». Ma sono supposizioni su un pregresso? «Abbiamo elementi che ci spingono a dire che è esattamente come negli altri casi. Ci sono sotto già i soliti interessi delle solite persone. È come le Olimpiadi, c’è tutto un settore della finanza e dell’edilizia che sta spingendo». (vocegiallorossa.it. 16.09.2016) ---------------------------
  19. Pallotta sogna: stadio a fine inverno IL TEMPO (F. M. Magliaro) - Per usare una metafora calcistica, si è trattato di un primo tempo di studio fra le due squadre. Questo in sintesi l’esito del primo incontro faccia a faccia fra i vertici del Campidoglio - il sindaco, Virginia Raggi, il vicesindaco, Daniele Frongia, e gli assessori alla Mobilità, Linda Meleo, e all’Urbanistica, Paolo Berdini - e la delegazione della Roma, guidata dal presidente,James Pallotta, affiancato dal dg, Mauro Baldissoni, dall’amministratore delegato, Umberto Gandini, e dal responsabile del progetto stadio, David Ginsberg. Un incontro iniziato alle 11 e durato una quarantina di minuti. Le dichiarazioni ufficiali sia del patron giallorosso che del Campidoglio sono improntate al “bello stabile”. Pallotta : “È stato un ottimo incontro. Abbiamo discusso di alcune cose, parlato del progetto, di quello per cui lavoriamo ormai da tre anni e mezzo-quattro. È andata bene. Loro sanno che è importante e lo sappiamo anche noi. Sono molto aperti, è stata una buona riunione. Sono sempre stato ottimista sul fatto che costruiremo questo stadio. Non c’è motivo per cui non dovrebbe essere fatto e vogliamo farlo nel modo giusto”. Poi una sottile virata, rispetto alle dichiarazioni rilasciate il giorno prima al termine dell’incontro con il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sull’inizio dei lavori: “Sono fiducioso del fatto che inizieremo a costruire per la fine dell’inverno”. Anche il sindaco, uscendo dal Campidoglio una mezz’ora dopo il termine dell’incontro, ai giornalisti che attendevano da oltre due ore, ha solo detto che “non si è parlato di dettagli tecnici che saranno affrontati in prossimi incontri” per poi rilasciare l’abituale post sulla sua pagina facebook: “è stato un incontro cordiale di conoscenza. Si è parlato di una possibile collaborazione tra il Comune e la Società per iniziative non solo legate al calcio ma allo sport in generale, in particolare a progetti dedicati ai più giovani. Tra gli obiettivi reciproci c'è quello di dare nuova linfa alle strutture e agli impianti sportivi della città. Tradizionalmente la nostra città è legata e vive con passione il gioco del calcio, una realtà importante da valorizzare a più livelli”. All’incontro hanno parlato la Raggi, Frongia e un po’ la Meleo. Berdini è rimasto silenzioso tutto il tempo e, quindi, i temi sono virati più sulla impostazione che la Giunta pentastellata vuole dare al governo cittadino, cercando di spiegare a Pallotta la visione di Roma e del suo futuro, che sui dettagli tecnici del progetto. Una visione, ovviamente, tutta incentrata sul ripristino della legalità. Meno tranquillità fra i 5stelle della Regione: Davide Barillari e Gianluca Perilli (fino a pochi giorni fa membro del minidirettorio di “supporto” alla Raggi) hanno puntualizzato: “Dobbiamo capire se è uno stadio pubblico o uno su un terreno privato da cui un privato avrà guadagni, se ci sarà una colata di cemento. Si deve pensare prima all’interesse dei cittadini e non andare verso un’ulteriore privatizzazione delle grandi opere di cui non abbiamo bisogno” (Barillari) e, Perilli, occorre “verificare che ci siano tutte le condizioni adatte. Ma non deve trasformarsi in una speculazione commerciale”, con la stoccata finale alla Raggi: “Il sindaco Raggi sa perfettamente come procedere nell’autonomia del proprio potere decisionale". (15.09.2016) ---------------------- non so a voi ma a me il magliaro fa un pò tenerezza...
  20. Pallotta sogna: stadio a fine inverno IL TEMPO (F. M. Magliaro) - Per usare una metafora calcistica, si è trattato di un primo tempo di studio fra le due squadre. Questo in sintesi l’esito del primo incontro faccia a faccia fra i vertici del Campidoglio - il sindaco, Virginia Raggi, il vicesindaco, Daniele Frongia, e gli assessori alla Mobilità, Linda Meleo, e all’Urbanistica, Paolo Berdini - e la delegazione della Roma, guidata dal presidente,James Pallotta, affiancato dal dg, Mauro Baldissoni, dall’amministratore delegato, Umberto Gandini, e dal responsabile del progetto stadio, David Ginsberg. Un incontro iniziato alle 11 e durato una quarantina di minuti. Le dichiarazioni ufficiali sia del patron giallorosso che del Campidoglio sono improntate al “bello stabile”. Pallotta : “È stato un ottimo incontro. Abbiamo discusso di alcune cose, parlato del progetto, di quello per cui lavoriamo ormai da tre anni e mezzo-quattro. È andata bene. Loro sanno che è importante e lo sappiamo anche noi. Sono molto aperti, è stata una buona riunione. Sono sempre stato ottimista sul fatto che costruiremo questo stadio. Non c’è motivo per cui non dovrebbe essere fatto e vogliamo farlo nel modo giusto”. Poi una sottile virata, rispetto alle dichiarazioni rilasciate il giorno prima al termine dell’incontro con il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sull’inizio dei lavori: “Sono fiducioso del fatto che inizieremo a costruire per la fine dell’inverno”. Anche il sindaco, uscendo dal Campidoglio una mezz’ora dopo il termine dell’incontro, ai giornalisti che attendevano da oltre due ore, ha solo detto che “non si è parlato di dettagli tecnici che saranno affrontati in prossimi incontri” per poi rilasciare l’abituale post sulla sua pagina facebook: “è stato un incontro cordiale di conoscenza. Si è parlato di una possibile collaborazione tra il Comune e la Società per iniziative non solo legate al calcio ma allo sport in generale, in particolare a progetti dedicati ai più giovani. Tra gli obiettivi reciproci c'è quello di dare nuova linfa alle strutture e agli impianti sportivi della città. Tradizionalmente la nostra città è legata e vive con passione il gioco del calcio, una realtà importante da valorizzare a più livelli”. All’incontro hanno parlato la Raggi, Frongia e un po’ la Meleo. Berdini è rimasto silenzioso tutto il tempo e, quindi, i temi sono virati più sulla impostazione che la Giunta pentastellata vuole dare al governo cittadino, cercando di spiegare a Pallotta la visione di Roma e del suo futuro, che sui dettagli tecnici del progetto. Una visione, ovviamente, tutta incentrata sul ripristino della legalità. Meno tranquillità fra i 5stelle della Regione: Davide Barillari e Gianluca Perilli (fino a pochi giorni fa membro del minidirettorio di “supporto” alla Raggi) hanno puntualizzato: “Dobbiamo capire se è uno stadio pubblico o uno su un terreno privato da cui un privato avrà guadagni, se ci sarà una colata di cemento. Si deve pensare prima all’interesse dei cittadini e non andare verso un’ulteriore privatizzazione delle grandi opere di cui non abbiamo bisogno” (Barillari) e, Perilli, occorre “verificare che ci siano tutte le condizioni adatte. Ma non deve trasformarsi in una speculazione commerciale”, con la stoccata finale alla Raggi: “Il sindaco Raggi sa perfettamente come procedere nell’autonomia del proprio potere decisionale". ---------------------- non so a voi ma a me il magliaro fa un pò tenerezza...
  21. Tor di Valle, Pallotta incontra la Raggi M5S: no a uno stadio delle speculazioni IL MESSAGGERO (F. Rossi) - Per il Pallotta Stadium a Tor di Valle ci sarà bisogno di un ulteriore approfondimento degli aspetti tecnici del progetto, che sarà fatto «dagli assessori competenti» in Campidoglio. Tutto ciò mentre tra i Cinque stelle sono in tanti a chiedere che «vengano messii giusti paletti a tutta l'operazione, affinché possa essere davvero definita di pubblico interesse». E' il dato saliente dell'incontro di ieri mattina, a Palazzo Senatorio, tra Virginia Raggi e il presidente della società giallorossa, James Pallotta. Un vertice arrivato all'indomani di quello alla Regione, nel quale Nicola Zingaretti aveva sottolineato l'esigenza di approvare, in assemblea capitolina, una variante urbanistica ad hoc per poter dare il via libera all'operazione. LA COLLABORAZIONE «Ci siamo dati l'impegno di riparlare del Pallotta Stadium prossimamente con gli assessori competenti e nel corso della conferenza dei servizi, che tratterà degli aspetti più tecnici - spiega la sindaca -. Si è parlato di una possibile collaborazione tra il Comune e la società per iniziative non solo legate al calcio ma allo sport in generale, in particolare a progetti dedicati ai più giovani. Tra gli obiettivi reciproci c'è quello di dare nuova linfa alle strutture e agli impianti sportivi della città. Tradizionalmente la nostra città è legata e vive con passione il gioco del calcio, una realtà importante da valorizzare a più livelli». All'incontro erano presenti anche il vice sindaco con delega allo sport, Daniele Frongia, l'assessore alla mobilità Linda Meleo e il responsabile dell'Urbanistica Paolo Berdini, ormai ritenuto il continuatore e il sostenitore del progetto Tor di Valle. Con Pallotta c'erano il dg giallorosso Mauro Baldissoni, l'ad Umberto Gandini e il responsabile del progetto David Ginsberg. In attesa degli ulteriori approfondimenti sollecitati - e della delibera urbanistica da portare in aula Giulio Cesare per essere votata dal consiglio comunale - i CinqueStelle continuano a non nascondere i dubbi e le forti perplessità relative a quello che gli ambientalisti hanno più volte definito un ecomostro: «Dobbiamo capire se è uno stadio pubblico o privato e da cui un privato avrà dei guadagni speculando - ha tuonato il consigliere regionale pentastellato, Davide Barillari, poche ore dopo l'incontro tra Raggi e Pallotta - C'è da capire anche se si pensa prima agli interessi dei cittadini e dello sport e poi agli altri. Magari si parte dallo stadio e poi con il centro commerciale tutte le cubature aumentano per magia. Non vogliamo andare verso un'altra privatizzazione di grandi opere. A Roma non ne abbiamo bisogno». I TEMPI. La posizione del M5S in Campidoglio all'epoca della presentazione del progetto era nettamente contraria, tanto che il gruppo grillino, compresa la stessa Raggi, a dicembre 2014 votò contro la delibera per il riconoscimento del pubblico interesse. «Sappiamo come vanno le cose a Roma e come le varianti in corso d'opera aumentano i costi - dice Barillari - Abbiamo avuto tanti esempi in passato. Facendo una nuova opera abbiamo paura che il progetto pensi poco ai cittadini e allo sport, perdendo il valore dello stadio, che deve essere di tutti e non di un privato che gestisce e ci specula sopra». «Sono fiducioso del fatto che inizieremo a costruire per la fine dell'inverno - ha sostenuto Pallotta, che non è entrato nel merito delle ulteriori criticità emerse in queste ultime settimane - . Magari c'è stato un ritardo di qualche mese per alcune cose - ha ammesso - ma l'amministrazione comunale e tutti gli altri finora hanno risposto alla grande». Dal 3 novembre, quindi, sarà la conferenza dei servizi a esaminare il progetto. (15.09.2016)
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