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Marmas

Tifoso Juventus
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  1. E secondo te questi esposti quali effetti sortiranno? Questa è la domanda... Poi sarei felicissimo di sbagliare eh...
  2. Non ci sperare. Sono tutti occupati a sbobinare le chat e gli sms della Raggi, di Di Maio, di Frongia ecc...ecc...ecc...
  3. M5S e stadio di Pallotta, solo chiacchiere e distintivo? Cinque Stelle, rivoluzione o bluff? Adesso finalmente lo capiremo. Quando arrivi al potere – come a Roma e Torino – la verità viene fuori. Ecco, lo vedremo dalla vicenda dello Stadio. Quel progetto voluto, bisogna ricordarlo, dal centrosinistra. Appoggiato dal centrodestra. Ma adesso la parola finale spetta al Movimento Cinque Stelle. E allora verrà fuori se il sindaco di Roma è Virginia Raggi o Francesco Totti. Passi per lo stadio, ma poi ci sono quei grattacieli disegnati dall’archistar Daniel Libeskind, che accetta di mettere la sua firma su operazioni immobiliari contestatissime (ne ha già fatto le spese Milano con le torri di City Life). Ma questa è l’Italia. Questa è Roma. Ora Virginia Raggi e il Movimento Cinque Stelle dovranno dimostrarci chi sono davvero: se avranno a cuore prima di tutto l’interesse pubblico oppure quelli dell’imprenditore Parnasi o della banca Unicredit. Se sapranno finalmente dire NO ai signori del mattone e alle banche oppure se quando ci ballano 1,5 miliardi alla fine cederanno come hanno fatto finora gli altri. Se avranno in mente un modello di sviluppo diverso per Roma che non sia il cemento e centri commerciali. Senza anima, senza qualità. No, il punto non è lo stadio. Ma quelle torri, quel milione di metri cubi. Forse il più grande progetto d’Europa. Il punto è la definizione di “pubblico interesse” che qualcuno vorrebbe dare al progetto. Per una colata che è uguale a quelle che hanno cementificato Roma e le sue periferie dagli anni Sessanta. Dov’è il pubblico interesse? Interesse pubblico o interesse – legittimo, ma privato – di Parnasi e Unicredit? Vedremo cosa decideranno Raggi e il Movimento: speriamo non pensino di cavarsela tagliando qualche piano ai grattacieli. Allora tanto valeva lasciar lavorare indisturbati il Pd, il centrodestra e i loro amici costruttori. Se passerà questo progetto, pur se un po’ ridotto, allora potremo rivolgere alla Raggi e al Movimento quella battuta del film gli Intoccabili: “Sei solo chiacchiere e distintivo“. Ma non andrà così. Vero? di Ferruccio Sansa | 14 febbraio 2017 - Il Fatto
  4. Paolo Berdini si è dimesso "in modo irrevocabile" dall'incarico di assessore all'Urbanistica del Comune di Roma. A comunicarlo è stato lo stesso Berdini in una nota. «Era mia intenzione servire la città, mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro - prosegue il comunicato dell'ormai ex assessore della Giunta Raggi -. Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l'emergenza abitativa, l'unica preoccupazione sembra essere lo stadio di Pallotta. Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla strada dell'urbanistica contrattata che, come è noto, ha provocato immensi danni a Roma». «Ringrazio coloro che hanno collaborato con me e le tante persone che mi hanno sostenuto in questi mesi di duro impegno - prosegue Berdini - . Da questo momento le mie dimissioni sono irrevocabili» ------------------------------------ Se lo stadio di Pallotta con annessa megaspeculazione edilizia a TdV vedrà davvero la luce le parole di Berdini possono essere considerate come l'atto di morte politica del m5s a Roma e non solo.
  5. Finchè non sarà scritta ufficialmente la parola FINE a caratteri cubitali la vicenda rimane aperta. Certo ad oggi possiamo tranquillamente affermare che la mafia a Roma non solo esiste ancora ma è più forte che mai. Intanto Berdini ha confermato le proprie dimissioni IRREVOCABILI.
  6. La situazione è in continua evoluzione ma a questo punto sembrerebbe di si anche alla luce di un vertice che si è tenuto nel pomeriggio di ieri tra consiglieri, assessori, sindaco. Nei prossimi giorni (forse già oggi) ne sapremo di più e in ogni caso la mia opinione è che la permanenza di Berdini in giunta non sia necessaria per bocciare la megaspeculazione a TdV (se c'è la volontà politica di farlo). Sugli sviluppi futuri della vicenda e su quale sarà la sua conclusione non mi sento di fare previsioni poichè le pressioni sulla giunta sono davvero enormi. Dico però che con questa vicenda il m5s si gioca il proprio futuro politico anche su scala nazionale. ps: l'aspetto relativo alla proprietà dello stadio non è in discussione e non rientra tra le criticità indicate dal Comune di Roma nel "Parere sfavorevole" reso pubblico un paio di settimane fa. E comunque ai tifosi riommici sta bene così perchè in grandissima parte sono davvero convinti che lo stadio sarà della Roma e non di Pallotta
  7. --------------------------------------------- Berdini: “Con Virginia abbiamo sempre difeso la legalità: continuiamo” (P. BERDINI) - Caro direttore, da mercoledì scorso sono sottoposto a una criminosa macchina del fango che non riuscirà a scalfire di un millimetro una vita dedicata alla difesa della legalità e del bene comune. Una vita spesa in battaglie che rifarei non cento, ma mille volte, per rendere le nostre città più umane e giuste. Oggi sono di fronte a un accanimento mediatico senza precedenti. E c’è un perché: la posta in gioco è alta e si chiama Stadio di Tor di Valle. Insieme a una complessiva azione di rientro nella legalità che la giunta Raggi, seppur tra incertezze e inadeguatezze, ha portato avanti finora. 1. Parto dalle incertezze e inadeguatezze che ho più volte pubblicamente denunciato. Nessuno di noi pensava di dover affrontare ostacoli così giganteschi. Eravamo stati messi sull’avviso da una breve, quanto incisiva, relazione del prefetto Tronca: assenza di regole nel governo del territorio, lavori pubblici milionari affidati impunemente a imprese amiche. Ma la realtà è stata superiore ad ogni previsione. Decine le deliberazioni avviate in precedenza e viziate da pesanti ombre e interrogativi. 2. Il primo provvedimento ha riguardato le aree della ex Fiera di Roma della Colombo. Lì era stata approvata una variante ad hoc che aumentava le volumetrie, in modo da ridurre i 200 milioni di debito contratto da Investimenti, la società che governa la nuova Fiera di Roma. L’urbanistica, e cioè la più alta visione del governo pubblico, era stata piegata al puro tornaconto economico. Abbiamo rotto questa prassi perversa e per averlo fatto siamo stati accusati di voler far fallire quella società. 3. Per gli ex Mercati generali dell’Ostiense in origine gli impegni avevano garantito al quartiere un grande parco. Quello che abbiamo trovato è stato un progetto che cementifica tutti gli 8 ettari (otto campi di calcio) senza neppure un metro quadrato di verde. Alla mia sorpresa, il risultato è stato leggere sulla pagine di un noto quotidiano che stavamo bloccando tutto. Difendere i diritti essenziali stabiliti dalle leggi dello Stato è per qualcuno intollerabile. 4. Veniamo all’affidamento degli appalti pubblici. L’‘inetta’ giunta Raggi ha ripristinato la trasparenza richiesta dall’Anac. Raffaele Cantone lo ha pubblicamente riconosciuto nel corso dell’assemblea annuale dei costruttori romani a fine 2016. E ancora: i progetti per la riqualificazione delle periferie che l’amministrazione in tempi brevissimi è riuscita a definire. A dicembre siamo stati finanziati con 18 milioni, il massimo consentito. Corviale e Ostia, solo per fare due esempi di desolate periferie, avranno finalmente un po’ di giustizia. 5. Il sistema di realizzazione dei piani di zona è tornato nella legalità. Varie inchieste avevano svelato che si omettevano i controlli sui prezzi di vendita delle case. Costruttori e cooperative disoneste hanno sfilato dalle tasche di ignare famiglie centinaia di milioni di euro. Per la prima volta, abbiamo iniziato a revocare le concessioni delle aree pubbliche ai privati che violavano le regole. Non era mai accaduto prima. Infine, si è avviato con la nuova dirigenza Ater un piano per la costruzione di tremila case popolari. Ossigeno indispensabile per risolvere, almeno in parte, l’emergenza abitativa. 6. Questa sistematica azione di recupero di legalità e trasparenza non si è mai fermata, neppure quando sono state provocate le dimissioni di due persone d’eccellenza come Carla Raineri e Marcello Minenna. Essi erano il trait d’union con l’azione del commissario prefettizio: averli sostituiti è stata l’origine di tutti i mali della giunta Raggi. Ma, ripeto, l’azione sistematica è sempre andata avanti. 7. E veniamo all’inaudito attacco alla mia persona causato dal progetto dello stadio della Roma. Ovvero la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa, nonché la più grande variante urbanistica ‘ad hoc’ mai approvata nella capitale. Il progetto è stato autorizzato nel 2014 con il riconoscimento dell’interesse pubblico” per alcune opere di urbanizzazione che – lo abbiamo dimostrato con i fatti – servono soltanto a chi vuole portare a casa una speculazione di un milione di metri cubi di cemento: un regalo da un miliardo e mezzo di euro. Ebbene, da quando abbiamo iniziato a lavorare per riportare il progetto nelle regole del Piano regolatore è iniziata una criminale macchina del fango. 8. Non nascondo che in diversi momenti, soprattutto a partire da dicembre, ho provato solitudine. Per mesi sono stato l’assessore ‘contro’, anche nella riunione che si è tenuta martedì 7 febbraio nel mio assessorato. Che non si è conclusa come i fautori del progetto speravano. Il giorno seguente, guarda caso, viene pubblicata un’“intervista truffa”. Con una sapiente regia delle uscite un quotidiano pubblica prima una conversazione, poi una registrazione audio e infine un altro stralcio di quell’audio . Tutto riferito a fatti risalenti non al giorno prima, ma addirittura a venerdì 3 febbraio. Devo pensare che sia un caso? Perchè tenersela quattro giorni nel cassetto? 9. Quel venerdì dopo 4 ore di teso confronto sull’emergenza abitativa un ragazzo mi si è presentato nella sala della conferenza come un militante cinquestelle e abbiamo parlato a lungo di alcune questioni romane. Solo dopo, all’esterno, sono caduto nella trappola con una registrazione illegale. È evidente che vogliono farmi fuori. Il vero punto è la colata di cemento che si vuole imporre a tutti i costi ad una città già martoriata, ridotta a un ammasso di periferie senza anima e senza quei requisiti di civiltà che dovrebbero invece contraddistinguere la capitale d’Italia. 10. Oggi, il M5S, se vuole, ha la grande opportunità di continuare l’azione fin qui intrapresa per far cambiare passo a Roma. Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che da sempre difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini. Se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo. (IL FATTO QUOTIDIANO 13.02.2017)
  8. ------------------------- Stadio della Roma. «Sono sempre stato contrario». Ecco perché Montini resta fuori Pubblichiamo l'intervento dell'urbanista Emanuele Montini al confronto sullo stadio della Roma organizzato il 26 giugno scorso da Radio Radicale. Un intervento da cui emerge la netta contrarietà alla costruzione dell'impianto. E che rende chiaro il perchè, per la successione a Paolo Berdini, si sia dovuto scartare in partenza la carta Montini. “Italia nostra è stata in prima linea da subito contro questo stadio. Come Italia Nostra abbiamo ragionato, sia a livello romano che nazionale, in termini chiari sulla variante urbanistica. Ogni variante è una sconfitta. Il Piano regolatore è stato approvato solo nel 2008 e già si fa una variante? Nel 2008 non potevi pensare che c’era bisogno di stadi? Non potevi individuare localizzazioni dove già erano presenti trasporti, dove non c’era un’area esondabile, dove c’erano già delle infrastrutture? E invece, come avviene da parecchi decenni, la città va dove l’imprenditore vuole, non dove il pianificatore decide. Quindi, di fronte a questa scelta, l’ennesima, di variante urbanistica su un’ area privata dove si porta un surplus di valore di 260 milioni di euro, questo è un regalo per chi? Per la città? Per i romani? i romanisti? Abbiamo visto che in fondo in tutta questa storia lo stadio è solo il 14% di tutta la cubatura: la parte del leone la fanno uffici, centri commerciali, alberghi. Abbiamo detto che forse è più “una scusa” quella di fare lo stadio, sennò quella variante non si poteva avere? (Il moderatore chiede: «Che male c’è? Pallotta è un imprenditore che vuole investire e guadagnare»). Il problema è che ci aspettiamo che dall’altro lato ci sia uno Stato che metta i paletti a queste cose. Stiamo parlando di una variante che porta l’area a livello di centralità urbanistica e a Roma di centralità ce ne sono tante. Al momento in cui si è adottato il piano regolatore generalesi doveva pensare a una cosa del genere. Oggi, quando arriva un costruttore e chiede di costruire quello che vuole, gli si deve ri spondere «ci sono già delle zone che hanno bisogno di servizi senza bisogno che ci porti infrastrutture». Per quel quadrante, l’esigenza di queste opere [connesse allo Stadio, ndr] non è così forte: ci sono altre zone popolate da 2-300mila abitanti che non hanno servizi. Pensiamo a Tor Vergata: c’è università, policlinico, ospedali ma non metropolitane. Qui, a Tor di Valle, siamo in un’area bella e pregevole, 90 ettari di area golena le, costruiti 3 ettari, per il resto è tutto libero. Quindi parliamo di un consumo di suolo pesante, su un quadrante della città che deve essere infrastrutturato ex novo. (Domanda del moderatore: «Cosa può fare il Comune?»). Il Comune può fare quello che vuole. Si può tornare indietro. Questo è un intervento in cui lo Stadio è solo la minima parte. Le infrastrutturazioni previste dal progetto hanno un costo, 196 milioni di euro. Sono opere, la maggior parte, a scomputo di oneri concessori, cioè soldi che dovrebbero andare al Comune per fare infrastrutturazione urbana ma vengono gestiti direttamente dal privato. Se io dovessi pensare a un profilo di illegittimità della delibera di pubblico interesse, penserei proprio al fatto che, contrariamente a quanto inserito nel codice appalti 2006 e in quello 2016, le opere a scomputo non vanno a gara d’appalto ma vengono costruite dal privato. L’argomento appassiona, al di là delle fedi calcistiche. È un grande intervento di edificazione. Io ritorno a ciò che detto. Sotto il profilo culturale la posizione di Italia Nostra è quella che ho già espresso: la nostra è una filosofia culturale che si basa sulla conservazione e sulla valorizzazione del paesaggio e noi facciamo la nostra parte. Se si fa consumo di suolo, visto che è risorsa limitata, si deve fare quando è veramente necessario: non per questioni economiche o per progetti che hanno una visione limitata ad interessi locali di un quadrante ma va messo a sistema. Fosse stata fatta pianificazione ab origine non saremmo arrivati a questa situazione, o, per lo meno, si potevano identificare terreni già inclusi in altre centralità urbane e utilizzare questi. E, con il costruttore che oggi propone Tor di Valle, si sarebbe potuto ragionare su altri quadranti, magari quelli abbandonati della periferia est che sono senza servizi e questo poteva essere un intervento per portare servizi là. Dico: sì, c’è una legge ma non è detto che tu debba applicarla per forza. Una legge, quella Stadi, che, per altro, ha avuto un iter difficile: non sarebbe passata in Commissione quindi è stata infilata nella finanziaria 2014, con voto di fiducia senza nemmeno fare correzioni. Sostanzialmente questo testo bloccato è del tutto carente. Tuttavia, nella sua carenza, dice tre cose cui questo progetto non ottempera: nella legge c’è scritto che ci deve essere un uso prevalente da parte delle società sportive e qui abbiamo soltanto il 14% dello stadio e a casa mia “prevalente” significa il 50% o più. Secondo: non deve essere consumato nuovo suolo ma la legge si usa per ristrutturare l’esistente. In questo caso non è così e la norma prescrive che sia espressamente motivata la necessità di non recuperare impianti preesistenti e consumare suolo. Terzo: siccome il codice appalti non viene derogato dalla legge stadi, occorre fare tutte le gare. Come Italia Nostra siamo sempre stati aperti al dialogo e al ragionamento su tutte le possibilità di migliorare questa città e dare più servizi ai cittadini, aumentare la qualità della vita ma senza pregiudicare il grande patrimonio di questa città, fatto di beni culturali e paesaggio. Pensiamo che si possa verificare se questa delibera è legittima o meno e fare un passo indietro e poi due o tre avanti. (Il Tempo 13. 02. 2017)
  9. io veramente intendevo la prima a beneficiare di una porcheria come quella di TdV
  10. E ci mancherebbe pure che qualcuno possa pensare di negare a Lotito ciò che è stato concesso alla banda PPU. E in ogni caso nessuno potrà mai togliervi il "merito" di essere stati i primi...
  11. Non è il progetto originale che prevede 350.000 mc edificabili in quella zona ma il PIANO REGOLATORE GENERALE di Roma, ciè la LEGGE che REGOLA l'espansione urbanistica della Capitale. Il Consiglio Comunale di Roma ha approvato nel dicembre 2014 (giunta Marino) una delibera che riconosce al progetto TdV la pubblica utilità. Grazie al riconoscimento sulla pubblica utilità (che consente ai proponenti di aumentare le cubature in virtù delle spese sostenute per le oper pubbliche) si è arrivati al progetto attuale che prevede un milione di metri cubi di cemento dei quali solo il 14% è riferibile al Pallotta Stadium. Questo in estrema sintesi è il quadro generale all'interno del quale si inseriscono molte altre criticità (ampiamente trattate in questo topic) che rendono di difficile realizzazione e sostanzialmente "fuorilegge" il progetto TdV.
  12. Questo commento è inaccettabile. Ammesso che certe etichette abbiano ancora un senso il concetto di legge non è comunista nè fascista . Berdini chiede il rispetto della legge ( leggi Piano Regolatore Generale) e le sue richieste avrebbero lo stesso significato anche se lui fosse "fascista". ps: e te lo dice uno che con i "comunisti" ha sempre avuto poco da spartire.
  13. Chiedevo giusto di te un paio di giorni fa qui sul forum ma senza avere risposta. E' un vero piacere rivederti ps: se avessi tardato ancora qualche mese per rientrare avresti trovato il topic chiuso e il Pallotta Stadium già inaugurato come da programma
  14. E' una guerra impari ma proprio per questo ogni contributo utile a sputtanare le corazzate mediatiche schierate in difesa di interessi "mafiosi" non deve andare disperso. Pallotta Stadium: perchè proprio ora gli speculatori assaltano la diligenza
  15. Questo invece è l'account Twitter del giornalaio della "Stampa" che ha carpito le dichiarazioni di Berdini. Praticamente un "soldato" riommico inviato al fronte nell'ambito di una guerra senza esclusione di colpi in cui anche pupazzetti etrodiretti possono assurgere per qualche ora al ruolo di protagonisti
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