Vai al contenuto

Marmas

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    7623
  • Iscritto

Tutti i contenuti di Marmas

  1. I grillini contro lo stadio, ma il Tevere non fa paura IL TEMPO (F. MAGLIARO) – «Attenzione, lo Stadio della Roma potrebbe essere costruito su terreni non sicuri dal rischio allagamenti». La denuncia viene da aDaniele Frongia, consigliere comunale del Movimento 5Stelle e membro della Commissione Urbanistica che spiega: «Negli ultimi anni l’area interessata dal progetto dello Stadio ha subito modifiche nella classificazione del rischio idraulico che è un po’ “ballerina”». Spieghiamo: nella mappatura del rischio idraulico si usa una scala da 1 a 4 dove 1 sta per un rischio «moderato o nullo» e 4 indica il «molto elevato». Ancora Frongia: «La classificazione è passata dal livello 3 al 2 e ora al 4. Non l’intera area, sia chiaro, ma la zona dove sarà localizzato l’impianto è R3 ed è circondata da molte zone R4». Insomma, secondo le carte reperibili sul sito dell’Autorità di Bacino del Tevere, l’area «potrebbe presentare problemi. Sono state prese in esame dalla Roma – prosegue l’esponente grillino – ben 82 aree diverse. Crediamo che la scelta sia caduta sul sito sbagliato per costruire non solo lo Stadio ma, di fatto, un intero quartiere. Tant’è che, nel progetto, il campo di gioco non sarà poggiato direttamente a terra ma sarà sopraelevato mediante dei piloni, una sorta di palafitte. Questo vuole forse dire che i proponenti potrebbero essere già a conoscenza del problema? Il voto del Gruppo 5Stelle – che conta un totale di 4 consiglieri – non potrà, già solo per questo, che essere negativo». Quali possono essere i rischi? Secondo uno studio pubblicato dalla Società Geologica Italiana, al grado di rischio 3 corrisponde la possibilità di avere «problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale». Il rischio 4, il più elevato, corrisponde alla «perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, distruzione delle attività socio-economiche». La replica spetta all’ingegner Carlo Ferranti, dirigente dell’Ufficio Piani e Programmi dell’Autorità di Bacino del Tevere ed estensore materiale del parere che, in Conferenza di Servizi, ha dato il via libera sotto questo profilo: «Le carte presentate dai Consiglieri sono corrette. Ma, a parte il fatto che il parere l’ho firmato io e ne rispondo, quelle carte non indicano un rischio esondazione del Tevere ma fanno riferimento a problemi idraulici legati al Fosso di Vallerano. Nel parere che abbiamo portato in Conferenza di Servizi abbiamo scritto chiaramente che, secondo le mappature, il rischio proveniente dal Tevere è nullo per piene fino a caratteristiche cinquecentennali. Il rischio proviene dal Fosso e non a caso abbiamo indicato come prescrizione la sua messa in sicurezza. Poi, va considerato che stiamo parlando del progetto preliminare. Quando saranno disponibili i progetti definitivi, questi saranno valutati in Conferenza di Servizi finale, alla quale partecipa anche l’Autorità di Bacino, e in quella sede verranno esaminati con attenzione e, se il caso, corretti». Ostenta calma olimpica anche l’assessore all’Urbanistica di Roma, Giovanni Caudo: «Posso comprendere le perplessità sollevate dai consiglieri 5Stelle. Ritengo che un parere del genere venga reso con la dovuta attenzione da parte dell’Autorità. L’analisi di dettaglio per capire se le opere di messa in sicurezza del Fosso, già inserite in delibera, saranno adeguate così come tutto il resto della progettazione, verrà esaminata alla presentazione dei progetti definitivi nella Conferenza di Servizi della Regione». «Ma noi – ribatte Frongia – dobbiamo pronunciarci ora, sui preliminari. Ci viene chiesto di assumerci una responsabilità enorme sulla base solo di disegni su carta senza nessuna certezza specifica. Direi che è troppo per chiedere un voto favorevole». (15.11.2014)
  2. Stadio Roma, il club pagherà quasi 5 milioni di affitto ROMAPOST.IT (A. STABILE) – Mentre l’Assemblea Capitolina si appresta a esaminare, da oggi pomeriggio, l’eventuale interesse pubblico del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, un nuovo nodo viene al pettine: da quanto apprende il quotidiano online, esaminando la corposa documentazione presentata in Comune nei mesi scorsi, l’AS Roma, che non sarà proprietaria dello stadio, pagherà più di 4,5 milioni di euro all’anno, inizialmente, per il contratto di locazione dell’impianto e delle strutture attigue. Non 2 milioni come aveva dichiarato a Roma Radio, lo scorso 3 settembre, il presidente giallorosso James Pallotta in seguito alle polemiche sulla proprietà della nuova casa giallorossa. Nell’allegato C presentato lo scorso 18 agosto da Eurnova, società del costruttore Luca Parnasi, al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, si legge chiaramente che ai 2 milioni di “canone inziale”, vanno aggiunti 1,5 milioni di “rimborso spese per i costi legati alle partite” e un altro milione per il “canone di locazione annuale per l’utilizzo delle altre strutture messe a disposizione del club e per il Fan Tour presso lo Stadio della Roma”. A questa cifra di 4,5 milioni va poi aggiunto un ulteriore 10% “del margine operativo netto su tutti gli altri eventi organizzati presso lo Stadio della Roma”. Si potrebbero sfiorare i 5 milioni all’anno di affitto per il club giallorosso, anche perché tutti le cifre sono indicate come “iniziali” (e quindi soggette ad aumento nel corso degli anni). (13.11.2014) ------------------------------------------------- Lo stadio "della Roma".......
  3. 12.11.2014 STADIO DELLA ROMA: DOMANI LA DENUNCIA DI LABUR IN AULA GIULIO CESARE 13.11.2014 STADIO DELLA ROMA: CHI NE DECIDE IL PUBBLICO INTERESSE? LA GIUNTA O L’ASSEMBLEA CAPITOLINA?
  4. Esposto del 30.10.2014 presentato in data 3.11.2014 presso la Stazione dei Carabinieri di Roma Torrino Nord Al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
  5. Tor di Valle, nuovi paletti sul progetto IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Una lunga lista di prescrizioni che va dal potenziamento del piano trasporti, a partire dalle corse della Roma-Lido, alla realizzazione di impianti sportivi in periferia. La Commissione Sport ieri si è riunita per esaminare il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle. Insieme al via libera formale, a sorpresa sono arrivati una serie di paletti che chiedono un sostanziale aumento delle opere pubbliche a carico dei privati. La presidente della Commissione, Svetlana Celli, che già ad agosto aveva espresso forti perplessità sulla colata di cemento da un milione di metri cubi destinati agli uffici e ai negozi che nascerebbero accanto allo stadio, denunciando il rischio di creare «una cattedrale del deserto», ieri ha chiesto di ampliare l’offerta delle opere pubbliche e di «impegnare il proponente a realizzare 4 nuovi impianti sportivi comunali in periferia, uno per ogni quadrante, con un investimento stimato in circa 6 milioni di euro». Perplessità sono emerse anche sull’adeguatezza dei trasporti che servirebbero l’area dove sorgerebbe il nuovo impianto e il mega-complesso commerciale. I consiglieri Tiburzi e Azuni hanno chiesto il «potenziamento della ferrovia Roma-Lido». L’ITER - Oltre alla Commissione Sport ieri si è espressa con un sì anche la Commissione Lavori Pubblici. Ora la delibera sulla pubblica utilità, su cui pende anche un esposto in Procura, passerà al vaglio dell’Assemblea Capitolina, con il voto che dovrebbe arrivare verso fine mese. Poi la palla passerà alla Regione. (7 novembre 2014)
  6. Facciamo un pò di cronaca retrospettiva......... Tor di Valle, dai residenti nuovo esposto in Procura: non c’è interesse pubblico (Il Messaggero, L. De Cicco) LA DENUNCIA. La delibera del Comune che riconosce la pubblica utilità del progetto del nuovo stadio a Tor di Valle conterrebbe «violazioni di norme amministrative e di legge, che hanno causato danno alla pubblica amministrazione e ai cittadini, con lo scopo fraudolento di assicurare enormi vantaggi economici» a un privato. È quanto contenuto nell’esposto alla Procura generale della Repubblica presentato ieri mattina dai rappresentanti del «Comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento». L’associazione ora chiede ai magistrati di «verificare se, come parrebbe, all’interno della procedura e dei provvedimenti in essere si sia incorsi in illeciti». Secondo gli estensori della denuncia la dichiarazione di interesse pubblico, deliberata dalla giunta a inizio settembre e ora al vaglio dell’Assemblea Capitolina, non sarebbe giustificata dalle infrastrutture richieste dal Comune. «Si tratta di un rametto di metropolitana che dalla linea B si dirama da Magliana a Tor di Valle. Per il resto: la rimanente infrastrutturazione, modesta, ha il solo scopo di servire l’area interessata». Una considerazione contenuta anche nel rapporto dell’Istituto Nazionale di Urbanistica che ha contestato duramente il progetto di Pallotta e del costruttore Parnasi. L’esposto presentato ieri mette sotto accusa il piano trasportistico: «Le cifre fornite sul numero dei passeggeri all’ora, attraverso il sistema su ferro così proposto, sono del tutto illusorie, non essendo suffragate da alcun dato certo. Si dà pure per scontato che la Regione intervenga per l’adeguamento (per circa 130 milioni di euro) della Roma-Lido trasformata in linea metropolitana, e questo malgrado si sia in assenza di qualsiasi provvedimento regionale al riguardo». Contestata anche la biforcazione della Metro B: «Con ben quattro fermate terminali e le relative necessità di cambio dei treni da parte dei viaggiatori, tutta la tratta sarebbe fortemente penalizzata. Inutile ancora accennare che il rametto della Metropolitana Magliana-Tor di Valle, allo stato, sembrerebbe essere solo una idea, senza un briciolo di verifica tecnica sul percorso e sulla sua fattibilità». (4 novembre 2014)
  7. Vedrai che dopo l'interessamento di Obama non ci saranno più ostacoli alla messa in opera della prima pietra......... ......poi magari bisognerà vedere quanti anni ci vorranno per la seconda
  8. Sperando che basti...... E d'altra parte questo è ciò che succede quando si mettono in piedi operazioni eccessivamente complicate, poco trasparenti e condizionate dalla necessità di avere un certo tipo di "risposte" dal potere politico. Forse sarebbe stato meglio, soprattutto per i tifosi della Roma, puntare alla realizzazione di uno stadio, e non di un quartiere, in un'area con problematiche idrogeologiche/ambientali/infrastrutturali minori rispetto a quelle di Tor di Valle.......
  9. Sì allo stadio: arrivederci al 2015 GASPORT (A. CATAPANO) - L’ultimo terremoto giudiziario potrebbe mandare in pezzi lo stadio di Tor di Valle perfino prima che diventi un progetto definitivo. Almeno fino al nuovo anno e a patto che, nel frattempo, il limitato sostegno politico di cui gode si allarghi e superi il Raccordo anulare. Col rischio, sempre più concreto, che solo un commissario straordinario di nomina governativa possa rimetterlo sui binari giusti. TUTTO FERMO. Ma procediamo con ordine. La maxiinchiesta su mafie e appalti della Capitale ha prodotto un effetto tecnico immediato: le dimissioni (a ieri sera solo annunciate) del presidente del Consiglio comunale, il Pd Mirko Coratti, bloccano i lavori dell’assemblea, che in questa settimana avrebbe provato a discutere e votare la delibera di Giunta sull’interesse pubblico del progetto Tor di Valle (ma solo dopo aver affrontato sei delibere urbanistiche cronologicamente più «anziane »). Oggi la Conferenza dei capigruppo si riunirà per convocare una seduta straordinaria del Consiglio dedicata all’inchiesta e alla necessità di «trasparenza » (con la partecipazione del procuratore Pignatone), poi, incassate le dimissioni di Coratti, scatteranno le procedure per la nomina di un nuovo Ufficio di presidenza del Consiglio, che richiederanno almeno una decina di giorni (in cui, sostanzialmente, l’assemblea governerà solo l’ordinaria amministrazione). In questo contesto, e con il bilancio previsionale del 2015 alle porte, è molto facile ipotizzare che di stadio non si riuscirà a parlare fino a nuovo anno. PIANGE IL TELEFONO. Ammesso che per quel giorno il consenso sul progetto di Parnasi e Pallotta — che oggi sembra un po’ deboluccio per un’opera da un miliardo di euro — si sia rafforzato a tal punto da resistere agli umori della piazza e alle conseguenze politiche di questa inchiesta, anche le più nefaste. Perché se Marino per qualcuno è perfino rafforzato da questo scandalo, il Pd romano ne esce quantomeno azzoppato. Ecco perché tra qualche giorno potrebbe rivelarsi addirittura vitale per il progetto rivolgersi al Governo. Del resto, a Palazzo Chigi aspettano da tempo una telefonata. (03.12.2014) ------------------------------------------------------ 1. le dimissioni di Mirko Coratti da oggi sono ufficiali 2. a proposito di "trasparenza", tra gli indagati nell'inchiesta della Procura di Roma c'è anche il responsabile della "Direzione Trasparenza" del Campidoglio 3. Catapano non lo scrive ma sembra che il presidente Obama sia pronto a scendere in campo qualora nemmeno Renzi riuscisse a garantire la realizzazione del progetto
  10. Da "ju29ro.com" : De Cillis vs Nardone: deposizioni a confronto
  11. Marmas

    Perle Laziali...

    Io non sono ancora convinto perchè credo che se si decide di differenziarsi dalla massa si debba essere in grado di saperlo/poterlo fare fino in fondo. E invece ho l'impressione che all'amico giallorosso manchi sempre l'ultimo steep. A Roma si dice "je manca sempre 'n sordo pe' fa' 'na lira......."
  12. La più brutta Juve della stagione porta a casa tre punti pesantissimi. Un enorme GRAZIE ai ragazzi per averci creduto, anche stasera, fino alla fine. ps: se il Toro gioca sempre così si qualifica per la Champions senza problemi :sventola: :sventola:
  13. Il titolo dell'articolo è fuorviante. Non c'è nessun rinvio a giudizio ma una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm di turno. Archivieranno anche questa, così come hanno archiviato la richiesta di rinvio a giudizio per Narducci.
  14. http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=pvMiiMnsWJM :261: :261:
  15. L'affare si ingrossa Ormai è roba per costituzionalisti....... :haha: :haha:
  16. Vogliono bloccare lo Stadio della RomaGIORNALETTISMO.COM (M. ESPOSITO) – «Quello stadio non s’ha da fare». Sembra che a qualcuno – paradossalmente proprio nella capitale – l’idea che la As Roma riesca a costruire un stadio di proprietà non piaccia proprio. Quando ormai la strada sembrava in discesa, dopo l’approvazione della commissione urbanistica in comune, è arrivato il fulmine a ciel sereno. Nel bel mezzo del decreto Sblocca Italia, in conversione in questi giorni in Parlamento, è spuntato un emendamento subito ribattezzato “ammazza stadio della Roma”. Infatti, il parlamentare romano Umberto Marroni, capocorrente del Pd Romano, e Roberto Morassut, anche egli deputato romano del Pd ed ex assessore all’Urbanistica della Capitale, sotto il sindaco Walter Veltroni, hanno fatto lo sgambetto a Pallotta e compagni, mettendo in pericolo uno degli investimenti più cospicui pensati nella Capitale dal dopoguerra ad oggi da un investitore straniero. Spulciando il testo del decreto legge, che deve essere convertito ora dal Senato, dopo l’approvazione alla Camera, ci siamo accorti che nella Commissione Ambiente – cofirmatari Elena Carnevali, Luca Pastorino e Teresa Piccione – i due parlamentari hanno presentato un emendamento, poi approvato con diversa formulazione, in commissione. Ecco l’emendamento presentato, in formula originaria, all’art. 17 co. 1 lett. g), la lettera d-ter del seguente tenore: “alla valutazione del maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d’uso. Tale maggior valore, calcolato dall’amministrazione comunale, viene suddiviso in misura non inferiore al 50 per cento tra il comune e la parte privata ed erogato da quest’ultima al comune stesso sotto forma di contributo straordinario, che attesta l’interesse pubblico, in versamento finanziario, vincolato a specifico centro di costo per la realizzazione di opere pubbliche e servizi da realizzarsi nel contesto in cui ricade l’intervento, cessione di aree o immobili da destinare a servizi di pubblica utilità, edilizia residenziale sociale o opere pubbliche;” Secondo molti esperti la proposta renderebbe impossibile lo “scomputo” del contributo straordinario (e cioè la possibilità di eseguire opere in luogo del pagamento), prevedendosene unicamente il “versamento finanziario”. Praticamente con questo emendamento – trapela da Trigoria – il progetto dello Stadio della Roma sarebbe morto. Lo Stadio della Roma non vedrebbe mai la luce. Inoltre, con queste condizioni, sarebbero numerose le opere che rischierebbero di non vedere più la luce. Non solo – a quanto risulta a Giornalettismo - sia Marroni sia Morassut non hanno condiviso l’emendamento con il Pd Roma che si è schierato – come è evidente a tutti – su altre posizioni. In pratica si tratterebbe della parola fine al progetto dello Stadio della Roma che si dovrebbe costruire a Tor di Valle. Quel progetto che la giunta del Comune di Roma ha approvato, che sta avendo tutti i via libera necessari, e che è in attesa di essere votato dal Consiglio Comunale. Una parola che fine che sarebbe scritta e firmata dai due avversari storici dello stadio di Tor Di Valle. Con questo emendamento, inoltre, il Comune sarebbe costretto a mettere in gara le opere programmate per “ricompensare” la collettività, come la nuova fermata della metro, o il ponte pedonale e tutte le altre. Insomma, invece di essere ammortizzate da chi sta già effettuando i lavoro, con risparmi evidenti per tutti, chi vincesse l’appalto dovrebbe partire da zero, con i costi totali dell’intero progetto che schizzerebbero alle stelle. Una soluzione che evidentemente soddisfa soltanto chi oggi è tagliato fuori da questo progetto edilizio, rimettendolo in gioco. Fortunatamente per il progetto dello Stadio, voluto sia dal Sindaco Marino, sia dalla maggioranza in consiglio comunale, a mettere una pezza al tentativo di Marroni e Morassut è arrivata sempre in commissione la richiesta della relatrice Chiara Braga di riformulare il testo. Anche perché, secondo quanto indicato dai tecnici, l’emendamento sarebbe potuto andare in contrasto con le leggi regionali, complicando il discernimento delle relative competenze. E rischiando addirittura il conflitto costituzionale secondo il TITOLO V della Carta. Per questo è stato aggiunto, nella seduta del 17 ottobre , un «4 bis»: 4-bis. Con riferimento a quanto previsto al secondo periodo della lettera d-ter) del comma 4, sono fatte salve diverse disposizioni delle legislazioni regionali e degli strumenti urbanistici generali comunali.» Secondo alcuni esponenti del Pd, da noi contattati, questa riformulazione, potrebbe permettere di “salvare” lo stadio della Roma in sede regionale, anche se non tutti sono concordi su questa interpretazione. A Giornalettismo, inoltre, risulta che lo stesso Sindaco di Roma, Ignazio Marino, avvertito dell’approvazione di questo emendamento, si sarebbe piuttosto adirato, anche perché l’emendamento in qualche modo supera e rende inutile il famoso accordo di New York con James Pallotta. Insomma, la strada che porta alla costruzione dello Stadio della Roma sembra ancora molto lunga. E, soprattutto, tormentata. (31.10.2014) cliccaqui
  17. Tor di Valle, una norma dello ''Sblocca Italia'' ferma la speculazione IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) – Dal decreto Sblocca Italia arriva un emendamento contro i rischi di speculazione a Tor di Valle. La nuova norma, che impone forti limitazioni al raggio d’azione dei privati, di fatto stravolge l’iter avviato dal Comune con la delibera di giunta dello scorso 8 settembre, ora al vaglio dell’Assemblea Capitolina. Chiedendo in sintesi più trasparenza e che tutte le infrastrutture vengano messe a gara. L’emendamento è stato presentato dai deputati Pd Roberto Morassut e Umberto Marroni. Insieme allo Sblocca Italia, è già stato approvato due giorni fa dalla Camera dei deputati in prima lettura. E ora sarà votato dal Senato in tempi strettissimi: entro il 12 novembre, pena la scadenza del decreto. Tanto che il governo potrebbe mettere la fiducia. La norma, è bene precisarlo, ha una valenza nazionale e non nasce quindi “ad hoc” per Tor di Valle. I suoi effetti però potrebbero cambiare parecchio i piani di Pallotta e del costruttore Parnasi, dato che la nuova legge si applica tutte le «aree in variante urbanistica in deroga ai Piani regolatori». Spiegano i promotori: «Coinvolgerà anche il caso di Tor di Valle, dato che il Comune deve ancora approvare la variante urbanistica per il progetto». Sono due i cambiamenti sostanziali che stravolgerebbero la delibera votata dalla giunta: innanzitutto i costi delle opere pubbliche con cui i privati “compenserebbero” le cubature ricevute dal Comune sia per realizzare lo stadio sia per l’«Ecomostro» (copyright di Legambiente) composto dai tre grattacieli destinati a uffici e negozi. Il cosiddetto «contributo straordinario» non sarebbe più proposto dai proponenti privati, come avviene ora, ma direttamente dall’amministrazione comunale. In pratica sarebbe il Comune a quantificare i prezzi delle infrastrutture a carico del privato. E questo potrebbe avvenire solo una volta ricevuti «i progetti definitivi, calcoli volumetrici dettagliati, una serie di perizie». I tempi quindi si allungherebbero parecchio, dato che finora era sufficiente, per il primo via libera, appena uno studio di fattibilità. TUTTO A GARA. I costi delle opere pubbliche poi non devono essere «inferiori al 50% della valorizzazione dei terreni dei privati». Nel caso di Roma la cifra sarebbe ancora maggiore, dato che il Piano regolatore fissa questa quota al 66% della rivalutazione dei terreni, anziché al 50%. Poi sarebbe il Comune, e non più i privati, a gestire la realizzazione di tutte le opere pubbliche. Il proponente in questo caso si limiterebbe a fare un bonifico, versando in anticipo all’amministrazione il prezzo delle infrastrutture. Versamento inscindibile dalle opere pubbliche, perché «vincolato alla realizzazione di opere e servizi nel contesto in cui avviene l’intervento». In questo modo, spiega Marroni, «tutte le infrastrutture sarebbero realizzate a gara e potrà partecipare chiunque». (01.11.2014)
×
×
  • Crea Nuovo...