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Non hai ancora capito che dietro al progetto "Tor di Valle" c'è Unicredit e che Pallotta è una emanazione del colosso bancario milanese? Ti ricordo che Unicredit deve ancora rientrare dalle centinaia di milioni spesi prima per il salvataggio e poi per tenere in vita una società di fatto strafallita come ASRoma...
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E se il ruolo di Cantone fosse proprio quello di garante rispetto a certi interessi e a certi poteri? Come si può pensare di criticare/ostacolare l'operato di un autorevole magistrato (l'ennesimo) prestato alla politica e che "tutti amano nei palazzi del potere"? Espresso: Raffaele Cantone uomo dell'anno Quirinale: Raffaele Cantone in ascesa
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Ferrovia e vincoli ambientali, lo stadio della Roma è lontano IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) – Delibera approvata ma stadio ancora lontano, lontanissimo e molti nodi ancora da sciogliere. Roma-Lido, ponte ciclopedonale sul Tevere e salvaguardia ambientale sono tre nodi che gli emendamenti, presentati e approvati in Consiglio comunale alla delibera che sancisce l’interesse pubblico alla costruzione dello Stadio della Roma a Tor di Valle, hanno ancora di più evidenziato. Il progetto, di base, resta quello presentato da Pallotta: stadio da 60mila posti con le sue immediate pertinenze, Business Park con tre torri e area commerciale. Le modifiche principali le ha ottenute il Campidoglio durante la trattativa e riguardano le opere pubbliche: almeno il 50% dei tifosi deve poter raggiungere lo stadio con il trasporto su ferro, il ponte ciclopedonale sul Tevere e la riduzione delle cubature a compensazione. La ferrovia Roma-Lido rientra nel progetto dalla porta principale. Di emendamenti ne erano stati presentati 119. Ne sono stati dichiarati ammissibili solo 44. E di questi ne sono stati approvati 11 più altri 8 trasformati in ordini del giorno. Fra gli emendamenti approvati, spicca quello, a firma D’Ausilio/De Luca (Pd), che impone, a fianco alla Metro B e alla sua ipotizzata nuova diramazione, il «contestuale potenziamento della Roma-Lido con interventi di ammodernamento e attrezzaggio necessario per il raggiungimento» dello standard di 8 treni l’ora, uno ogni 7 minuti. In sostanza, la Roma Lido diventa una priorità, riconosciuta anche dall’assessore all’Urbanistica Caudo. Il quale però lancia un mezzo allarme e un mezzo segnale di apertura: «La Regione dovrebbe fare l’adeguamento della linea, che costerebbe oltre 260milioni di euro per portarla a frequenza di vera metropolitana, un treno ogni 3 minuti. Se ci riesce, a quel punto la linea sarebbe sufficiente ad assicurare i 20mila passeggeri/ora che servono sullo Stadio e, quindi, i 50milioni di euro dei proponenti da destinare al trasporto su ferro potremmo dirottarli lì». Ma se la Regione non dovesse adeguare la Roma Lido per mancanza di fondi? «In quel caso, Houston abbiamo un problema, sarebbe a rischio l’intero progetto». Il secondo emendamento che potrebbe modificare il progetto è quello che prevede di «adottare le misure per migliorare la mobilità alternativa, ciclopedonale e l’accessibilità fluviale tramite il Tevere con banchine di approdo», un pallino di Andrea Santoro (Pd), presidente del Municipio IX. Nei disegni definitivi potremmo trovare la sorpresa delle banchine sul Tevere e nuove piste ciclabili. Rientra, invece, fra quegli emendamenti un po’ più politica quello, presentato da SeL, che pone la «salvaguardia ambientale» come «assoluta priorità» nel valutare l’interesse pubblico. Poco rilevanti gli effetti dell’emendamento nel punto in cui chiede di valutare come «integrazione e modifica al progetto» tutti gli elementi ambientali che emergessero dagli studi, rimane il fatto che l’emendamento, pur inserito nella parte di premessa e non nel deliberato, potrebbe essere un appiglio (ad esempio, quando, per mettere in sicurezza via del Mare e via Ostiense, si dovrà magari procedere al taglio delle alberature) per bloccare i lavori. Ora, per dirla con l’assessore Caudo «si aspettano i progetti, che devono essere seri e di qualità. Saremo intransigenti. A Roma non servono cattedrali nel deserto e presteremo la massima attenzione a ogni singola pagina degli elaborati. Se la Roma vuole fare in fretta, deve fare bene». (24.12.2014) ----------------------------------------------------- e In attesa della storica posa della prima pietra... BUON NATALE A TUTTI !
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Tor di Valle, i paletti della Regione: ''Evitate aspettative'' IL MESSSAGGERO (L. DE CICCO) - Prima pietra nella primavera del 2015? Prima partita nel 2017? «Bisogna evitare di suscitare aspettative non corrispondenti alle previsioni di legge». A scriverlo è la Regione Lazio, proprio a poche ore dal voto dell’Assemblea capitolina che ha riconosciuto il «pubblico interesse» del nuovo stadio a Tor di Valle. Due giorni fa il sindaco Marino aveva parlato di aprire i cantieri già nei primi mesi del prossimo anno. Ma gli uffici del governatore Zingaretti ieri hanno precisato: «La legge prevede che la procedura si debba concludere con deliberazione della Regione entro 180 giorni», «ma nessun procedimento amministrativo può avere inizio fino alla trasmissione dei progetti definitivi». Insomma prima del piano aggiornato l’iter dei 6 mesi non può scattare per legge. Per il momento è stata solo attivata la procedura per la valutazione ambientale strategica. Nel frattempo Pallotta e il costruttore Parnasi dovranno presentare al Comune il nuovo piano, non più preliminare, ma definitivo, tenendo conto di tutti gli emendamenti che hanno modificato lo studio di fattibilità di agosto, a partire dal rafforzamento della Roma-Lido. A quel punto gli uffici di Palazzo Senatorio valuteranno che il progetto sia coerente con le condizioni poste e, in caso positivo, lo invieranno alla Conferenza dei servizi della Pisana. GLI OSTACOLI - «La tempistica non sarà brevissima, Pallotta non ha un compito facile», ha ammesso ieri l’assessore comunale Giovanni Caudo, il grande sponsor di questa operazione calcistico-immobiliare che potrebbe portare nelle tasche del manager di Boston e di Parnasi, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro. Non tanto grazie all’impianto sportivo, che rappresenta appena il 14% delle costruzioni previste e che sarebbe comunque preso in affitto dall’A.S. Roma, quanto per il gigantesco complesso di uffici, negozi e ristoranti che nascerebbe tutto intorno. Una colata di cemento da quasi un milione di metri cubi già dichiarata irregolare dall’Istituto nazionale di Urbanistica, dalle principali organizzazioni ambientaliste e dagli stessi tecnici della Regione, nel rapporto inviato alla conferenza preliminare in Comune. Ma il Campidoglio non ne ha voluto tenere conto e Pallotta ieri ha dichiarato che «non sarà un progetto speculativo, investiremo nelle infrastrutture». «Ma questo aspetto andrà valutato», spiega una consigliera del listino di Zingaretti, Cristiana Avenali. «Le cubature sono spropositate, chiederò che se ne discuta in Commissione Urbanistica». Ieri dalla Regione spiegavano che gli accertamenti, e le eventuali modifiche, riguarderanno principalmente quattro ambiti: urbanistico, ambientale, paesaggistico e idro-geologico, dato che l’area di Tor di Valle è considerata ad alto rischio esondazione e che secondo l’Istituto di Urbanistica gli interventi di riqualificazione previsti non sono sufficienti. Le verifiche saranno approfondite e i tempi potrebbero anche allungarsi. «La legge sui tempi procedurali delle conferenze dei servizi – spiega ancora la Regione - prevede la possibilità di sospenderne i termini per l’acquisizione dei necessari nulla osta come ad esempio la valutazione d’impatto ambientale». (24.12.2014)
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Alzo le mani e prendo atto Arminius. Evidentemente nemmeno in questa circostanza sono riusciti a muoversi nel rispetto di un minimo di logica e di trasparenza. Assolutamente condivisibile il riferimento ai vari Paglia, Rossi ecc...ecc... quali "giornalisti" tra virgolette Auguroni di Buon Natale anche a te
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Intanto devo rettificare...prima ho scritto Roma TV ma intendevo dire Roma Radio (inizialmente con comadabi si parlava della radio riomica). Per il resto, d'accordo su tutto, fermo restando che per quanto ne sappia io l'editore di "Roma Radio" e "Roma TV" (ex Roma Channel) è ASRoma e quindi Pallotta.
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Nuovo stadio della Roma, la Regione: evitare aspettative, ci sono norme da rispettare (ilmessaggero.it) All’indomani del via libera del Comune al nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, arriva la frenata della Regione sui tempi. Tanto che il governatore Nicola Zingaretti dice chiaro e tondo: «Vanno evitate aspettative non corrispondenti alle norme». Uno stop? Non proprio. Più che altro un modo per riportare tutti con i piedi per terra. Ieri l’Aula Giulio Cesare ha approvato, tra le proteste dei comitati e con un voto della maggioranza, non proprio compatto l’interesse pubblico del nuovo stadio della Roma. Ora la palla passa alla Regione che spiega bene l’iter della procedura: «È già stata attivata la procedura di Vas attualmente in fase di discussione. Si prevede che il parere verrà emesso nel mese di febbraio 2015. Ai sensi della legge 147/2013, il procedimento si svolgerà in sede regionale in quanto comporta atti di nostra competenza (Variante urbanistica)». Questo è il passaggio cruciale della nota inviata da Zingaretti: «Per evitare di suscitare aspettative non corrispondenti alle previsioni normative è opportuno indicare quali saranno i prossimi passaggi procedurali previsti dalla legge di stabilità 2014». Andiamo a vederli nel dettaglio: «Innanzitutto - prosegue la nota - la delibera capitolina ha riguardato uno studio di fattibilità con valenza di progetto preliminare. La legge prevede che, dopo la dichiarazione dell'interesse pubblico dell'assemblea capitolina, il soggetto proponente presenti al Comune di Roma Capitale un progetto definitivo aggiornato con le eventuali osservazioni richieste dal Consiglio Comunale». Pertanto è bene sottolineare che «nessun procedimento amministrativo può avere inizio in sede regionale fino al momento della trasmissione da parte del Comune del progetto definitivo come aggiornato dal proponente». Presentato il progetto definitivo, la Regione provvederà a convocare la conferenza di servizi per acquisire i pareri delle autorità competenti. La legge prevede che la procedura si debba concludere con deliberazione della Regione Lazio entro 180 giorni dalla presentazione del progetto. «Va in proposito precisato - dicono da via Cristoforo Colombo - che la scansione dei tempi procedurali delle conferenze di servizi è disciplinata dalla legge 241/1990, che prevede tra l'altro la possibilità di sospenderne i termini per l'acquisizione dei necessari nulla osta come ad esempio la Valutazione d'Impatto Ambientale». Marino ha parlato di prima pietra dello stadio nel 2015 e di inaugurazione nel 2017. (23.12.2014)
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PALLOTTA: “Convincerò chi ha votato contro lo stadio: è fondamentale per la Roma e per la città. ” ROMA RADIO Buongiorno Presidente. “(in italiano, ndr) Buongiorno. Merry Christmas” Un pensiero su cos’è successo ieri riguardo lo stadio… “E’ passato molto tempo, sicuramente è stato un sollievo avere il voto favorevole. Adesso vorrei educare le persone che hanno votato contro perché ho letto tante cose in giro che non sono vere. Un nostro obiettivo è avere tutti a favore di questo progetto” L’importanza dello Stadio per il futuro della Roma? “Penso che se sei della Roma, lo stadio è fondamentale. Se la Roma vuole restare ai massimi livelli mondiali, bisogna avere lo stadio. Stanno parlando dei ricavi ma non sono importanti perché verranno reinvestiti nella squadra. Noi vogliamo uno stadio sicuro, portare i tifosi e i turisti allo stadio. Quando sarà rifatto l’aeroporto migliorerà ancora” Quanto è importante per la città? “Ho letto molti commenti e penso che non sia tutto chiaro o che alcune persone non vogliono capire cos’è lo stadio. I costi non saranno a carico della città, creeremo almeno 3mila posti di lavoro durante e dopo la costruzione. Insieme al progetto dell’aeroporto, lo stadio farà capire al mondo che Roma è una delle città più importanti del pianeta. Lo stadio porterà una vitalità economica alla città” Quando è diventato Presidente si aspettava di essere già a questo punto ora? “Assolutamente! Dal primo giorno capivamo dell’importanza di fare uno stadio, è troppo che non viene fatto a Roma. Per portare eventi di livello mondiale qui, abbiamo bisogno di uno stadio. Ringraziamo il Sindaco e l’assemblea capitolina per quello che hanno fatto. Per tornare alle persone che hanno votato contro, penso che non abbiano capito quanto è importante per Roma: appena tornerò, insieme a Mark Pannes mi metterò di persona a spiegarlo. Spesso si dice che a Roma le cose sono difficili da fare ma è così ovunque: il progetto è stato studiato bene e siamo molto fiduciosi che andrà avanti” Sta crescendo molto anche la squadra oltre alla società “Ho sempre parlato di un progetto di 5 anni, a lungo termine. Perché di questo fa parte anche lo stadio. Abbiamo cambiato tante cose, mi aspettavo di andare in Champions e credo che lo faremo ancora. Saremmo primi in campionato se non fosse per alcune piccole cose come gli infortuni di Castan e Strootman che vorrei ricordare non andrà al Manchester Utd. Penso che il riposo farà molto bene ai giocatori e alla squadra, per molti anni continueremo a combattere per scudetto e Champions League” (23.12.2014) ----------------------------------------------- Non saprei se siano più imbarazzanti le domande o le risposte di questa intervista fatta in casa... E comunque sembra che Pallotta sia intenzionato a portare con se un tir carico di caramelle e cioccolatini rigorosamente made un USA da distribuire alle folle di tifosi già educati e a tutti coloro che lo saranno a breve... @@
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Cubature, trasporti e sicurezza: tutte le falle dell’”ecomostro” IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) – Cubature monstre, azioni legali contro gli espropri, rischi idrogeologici, disagi causati dalla biforcazione della metro B. Il primo via libera del Consiglio comunale lascia irrisolti tanti nodi sul progetto del nuovo stadio a Tor di Valle. Una lunga lista di criticità, già evidenziate nelle scorse settimane dall’Istituto nazionale di Urbanistica, dai tecnici della Regione, dalle più autorevoli associazioni ambientaliste del Paese, dai comitati di quartiere. Il Campidoglio però non ha voluto tenerne conto e anzi ha deciso di schiacciare l’acceleratore per arrivare in tutta fretta all’approvazione della delibera prima di Natale. A far discutere è soprattutto l’«Ecomostro», come lo ha definito Legambiente. Vale a dire il colosso di cemento che sorgerebbe accanto allo stadio. Una serie di grattacieli destinati a opere che con lo sport e l’As Roma non c’entrano nulla, trattandosi di negozi, uffici, alberghi, ristoranti e locali. Una gigantesca area commerciale da quasi 900mila metri cubi. Per fare un esempio: lo Juventus Stadium ne ha appena 40mila, il 96% in meno. Ma è questo enorme complesso – che nello studio di fattibilità viene chiamato, all’americana, “Business park” – il vero cuore dell’operazione, decisamente più immobiliare che calcistica, che potrebbe permettere a Pallotta e al costruttore Parnasi di guadagnare, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro. Le critiche però non sono mancate. Già i tecnici della Regione, nella conferenza preliminare dei servizi, avevano scritto chiaramente che nel progetto «la superficie edificata è superiore di tre volte rispetto al consentito». E «va ridotta». E sulle cubature destinate al commerciale è arrivata anche la bocciatura dell’Istituto Nazionale di Urbanistica: il progetto di Tor di Valle «stravolge lo spirito del Piano regolatore», hanno scritto gli esperti dell’Inu a fine ottobre. Denunciando che tutte le infrastrutture che la giunta comunale ha definito di «pubblico interesse» in realtà sarebbero solo a vantaggio del «nuovo gigantesco insediamento, per quattro quinti destinato a uffici, vero e proprio asteroide precipitato in mezzo alla valle del Tevere». Delle nuove edificazioni, ha calcolato l’Inu, solo il 14% sarebbe destinato allo stadio (49.000 mq) mentre l’86% (305.000 mq) sarebbe per uffici e negozi. Gli urbanisti hanno avanzato dubbi anche sui rischi idro-geologici dell’area scelta. Rischi che non sarebbero superati neanche dagli interventi di riqualificazione inseriti dal Comune: «La sostenibilità della riqualificazione dell’ansa di Tor di Valle non può essere affidata solo al disegno architettonico dello Stadio», scrivono gli esperti. Due giorni fa Italia Nostra, una delle più importanti organizzazioni paesaggistiche italiane, è tornata a denunciare «il rischio idrogeologico per le esondazioni del Fosso di Vallerano». Altri problemi arrivano dal piano trasporti. Restano i rilievi estremamente critici dei tecnici del Dipartimento Mobilità del Comune. E anche la nuova biforcazione della metro B da Magliana a Tor di Valle potrebbe allungare i tempi delle corse, come già avvenuto a Conca d’oro con la B1. Secondo lo studio aggiornato consegnato al Campidoglio ad agosto almeno il 50% degli spettatori dovrebbe raggiungere il nuovo impianto in metropolitana o in treno. Ma per il potenziamento della ferrovia Roma-Lido non è stata trovata ancora nessuna copertura economica. C’è poi la questione degli espropri, che si è già trasformata in una battaglia legale da quando la Immobilquindici srl, che possiede alcune aree su cui Parnasi vorrebbe edificare una parte del Business park, ha dichiarato illegittima la procedura già avviata dal Comune. Dal piano particellare emerge che Parnasi possiede poco più del 50% delle aree su cui vorrebbe realizzare il progetto. Della metà restante solo l’8% verrebbe «asservito» perché di proprietà pubblica. Il resto, circa il 40%, è di altri privati e sarebbe quindi da espropriare. La Immobilquindici però sostiene che la legge sugli stadi preveda l’espropriazione solo per «le opere di urbanizzazione relative allo stadio» e non «per realizzare il Business Park». E, dopo avere diffidato tutti i consiglieri comunali dall’approvazione della delibera, ora è pronta a dare battaglia in tribunale. (23.12.2014)
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Tor di Valle, si del Comune ma la maggioranza si divide IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) – A 207 giorni dalla presentazione dello studio di fattibilità – quindi oltre il doppio rispetto ai 90 previsti dalla legge sugli stadi – l’Assemblea Capitolina ieri sera ha dato il suo primo, provvisorio, via libera al progetto del nuovo stadio a Tor di Valle, tra le proteste in aula dei Comitati anti-speculazione, i cartelli «Parnasi ringrazia» del Movimento 5 stelle, e il pesante dissenso di 5 consiglieri della maggioranza, che non hanno votato a favore della delibera. L’approvazione è arrivata dopo le otto di sera, dopo una maratona d’Aula durata oltre undici ore e con lo spettro che un nuovo rinvio – sarebbe stato il quarto – potesse far slittare il voto alla vigilia di Natale, come minacciato dal capogruppo dem Fabrizio Panecaldo, che ieri ha avuto il ruolo di “cane da guardia” della maggioranza, riuscendo a braccare i suoi per assicurarsi che si arrivasse alla votazione finale entro sera. Alla fine, dopo due sospensioni per la caduta del numero legale, il tabellone dell’Aula Giulio Cesare segnava 29 favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti. Alle defezioni della maggioranza (Imma Battaglia e Gemma Azuni di Sel, il radicale Magi, i democratici Pedetti e Coratti), è arrivato il «soccorso» azzurro di alcuni consiglieri di Forza Italia, compreso il capogruppo Davide Bordoni. Anche se il sindaco, «orgoglioso del voto perché porterà investimenti», ieri si è augurato che «la posa della prima pietra avvenga entro il 2015» e che «si giochi la prima partita a novembre 2017», l’iter è ancora lungo, solo per le autorizzazioni: la norma sugli stadi concede altri 6 mesi di tempo alla Regione per valutare i progetti definitivi che i promotori ancora devono presentare. Poi la palla passerà di nuovo al Comune per la convenzione urbanistica. Non tutti, anche nella maggioranza, erano ottimisti come il sindaco, considerando anche la dilatazione dei tempi già avvenuta in sede preliminare e che, da delibera, tutte le infrastrutture che il costruttore, insieme a Pallotta, dovrà realizzare (messa in sicurezza della Via del Mare, biforcazione della metro B, lo svincolo della Roma-Fiumicino, il ponte pedonale sul Tevere), dovranno essere portate a termine «congiuntamente» allo stadio e al Business Park da quasi un milione di metri cubi. LA DISCUSSIONE – Proprio sulle «cubature monstre» destinate a negozi, alberghi e uffici ieri in Aula, prima del voto, sono arrivate pesanti accuse sia dall’opposizione che da pezzi di maggioranza, nonostante le rassicurazioni dell’assessore Caudo, grande sponsor dell’operazione. Le accuse più pesanti, paradossalmente, sono arrivate da un consigliere della lista civica del sindaco, il radicale Riccardo Magi, infuriato per non avere potuto parlare in Assemblea. «Ho votato contro perché i tifosi vengono presi in giro – spiega – Lo stadio non sarà della Roma, non c’è nessun rafforzamento societario, come invece è avvenuto per tutti gli altri club che hanno realizzato un impianto di proprietà. Questo aspetto, insieme alle cubature spropositate e ai procedimenti pendenti sulle aree scelte, pesa come un macigno sulla delibera». «Il paradosso è che tra 30anni questo impianto potrebbe affittarlo la Lazio», ha detto il capogruppo della lista Marchini, Alessandro Onorato. «Perché lo stadio sarà solo in uso, e non di proprietà, alla società calcistica A.S. Roma. Marino poi tradisce ancora una volta le promesse fatte in campagna elettorale, quando si professava assolutamente contrario a un ulteriore consumo di suolo». «Più che i tifosi, questo progetto farà felice il costruttore Parnasi», ha detto il capogruppo del M5S, Marcello De Vito. Il capogruppo del Pd Panecaldo invece ha sostenuto che «si sono fatti dei correttivi importanti per garantire la pubblica utilità. A settembre il Pd questa delibera non l’avrebbe votata». I CITTADINI – Modifiche che però non hanno convinto i cittadini del Comitato “Difendiamo Tor di Valle dal cemento”, che ieri in Aula hanno annunciato uno sciopero della fame per protestare contro la speculazione edilizia che il progetto potrebbe portare nell’area. Lo stesso Comitato ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica contro la delibera della giunta per «falso ideologico in atto pubblico». Mentre il Tribunale fallimentare si sta occupando della vendita dei terreni di Tor di Valle che una società, la Sais, prima del crac, ha ceduto per 42 milioni alla Eurnova di Parnasi e sui cui contorni sono ancora in corso accertamenti. (23.12.2014)
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Ecco le tappe per arrivare alla posa della prima pietra IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Archiviato il lunghissimo e lentissimo iter di approvazione della Delibera sull’interesse pubblico alla costruzione dello Stadio della As Roma a Tor di Valle, da oggi, inizia la seconda fase dell’iter. Che non sarà meno lunga di quella che si è appena conclusa. In primo luogo, spetta ai proponenti predisporre e depositare in Campidoglio progetti definitivi. Secondo indiscrezioni raccolte all’interno dei progettisti del Gruppo Parnasi, la prima riunione deputata a pianificare il lavoro di stesura degli elaborati è fissata subito dopo la Befana. A sentire l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, «non è possibile ipotizzare quanto tempo ci possano impiegare a presentare i definitivi. Come ho detto presentando la delibera in Aula, la palla ora torna a loro (Parnasi) e dovranno fare tutte le loro valutazioni». In passato, si parlava di un tempo stimato almeno in quattro mesi ma occorre capire anche se sono già stati fatti i «carotaggi» geologici e archeologici, roba che normalmente richiede svariati mesi di tempo, soprattutto considerata l’estensione dell’area e la sua prossimità al Tevere. Una volta che Parnasi avrà completato i definitivi di tutte le opere – come ha ricordato sempre l’assessore Caudo sia dello Stadio e delle sue pertinenze, che del Businnes Park ma anche di ponti, svincoli, metro, strade, sottopassi – questi dovranno essere depositati in Comune. Sarà poi il Comune a girare questi progetti alla Regione per la Conferenza di Servizi decisoria, quella finale. Regione chiamata in causa poiché per realizzare l’intero complesso occorre una variante urbanistica. La Regione avrà un tempo massimo di sei mesi per indire e concludere i lavori della Conferenza alla quale prenderanno parte svariati Enti e Uffici: dalla Prefettura all’Autorità di Bacino, dal Comune (attraverso un «Ufficio temporaneo di Scopo»), all’Ama, all’Acea, Atac e via dicendo. La Conferenza di Servizi, oltre ad esaminare e semmai emendare i progetti, dovrà anche redigere il testo della Convenzione Urbanistica (il contratto fra Parnasi e il Comune) che sarà l’atto finale di questa lunghissima querelle. (23.12.2014) --------------------------------------------- A primavera si parte...
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Stadio della Roma, ok del Comune IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Ventinove voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti: è l’esito della delibera che sancisce il pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma a Tor di Valle. Defalcata la metà degli ordini del giorno presentati (87 ammissibili su 163), dimezzati anche gli emendamenti, imposto un tour de force con limitazione temporale alla discussione, alla fine la delibera passa in Consiglio comunale, chiudendo finalmente l’iter su questa prima parte del progetto. Il presidente della Roma James Pallotta ha epresso piena soddisfazione per un’opera «che potrà creare un minimo di 3mila posti di lavoro durante la costruzione e altrettanti quando sarà operativa. Congratulazioni a tutti i romani per questo storico giorno per la città e il Club. Aspettiamo tutti di giocare nel nuovo Stadio delle Roma». Con ieri, quindi, sono stati necessari 207 giorni per terminare la procedura: 97 giorni per avere la delibera di Giunta e 110 per avere l’approvazione dell’Aula. E meno male che la legge assegnava al Comune 90 giorni per chiudere l’intera pratica. Alle 19.09 di ieri si è chiusa la votazione sull’ultimo emendamento presentato e ammesso, un’altra ora abbondante per le dichiarazioni di voto e alle 20.29, presente il sindaco Marino, finalmente si è votato. A favore, i consiglieri del Pd, di SeL, della Lista Civica Marino e del Centro Democratico per la maggioranza; per l’opposizione, hanno votato «sì» il gruppo di Forza Italia, Lega e Movimento Cantiere Italia. Contrari i 5 Stelle, il gruppo di Alfio Marchini Fratelli d’Italia, astenuto il Nuovo Centro Destra. Quaranta, su 48 eletti, i consiglieri presenti in tutta la giornata, iniziata verso le 9 e mezza con l’occupazione dell’Aula, a inizio seduta, da parte di un gruppo di ex dipendenti della Roma Multiservizi: «Siamo senza stipendio da settembre, ci hanno licenziato e tutti gli appalti li ha presi la 29 giugno. È Natale anche per noi, cosa diamo da mangiare ai nostri figli?». Seduta sospesa per un’ora e ripresa in tarda mattinata con le tre ore di discussione sugli ordini del giorno, occupate quasi totalmente da un monologo di Rossin, autore della maggior parte dei testi. Poco prima della scadenza del tempo fissato per la chiusura ufficiale della seduta (le 14) il capogruppo Pd, Panecaldo, ha chiesto di andare ad oltranza, proposta approvata a maggioranza. In realtà, visto lo scivolone della segreteria del sindaco, già domenica sera era chiaro che la discussione sarebbe andata avanti: nell’agenda di Marino, alle 18, era indicata la partecipazione del Primo Cittadino alla seduta in attesa del voto. Pomeriggio che vede il secondo tempo e i supplementari: prima la conclusione del tempo a disposizione per discutere gli ordini del giorno, poi la «chiama» ai voti con la presidente Baglio che, a macchinetta, chiamava uno dopo l’altro i numeri degli ordini del giorno e poi degli emendamenti. Praticamente tutte votazioni di bocciatura, salvo poche eccezioni, non più di una decina. Fra queste: l’emendamento (D’Ausilio/De Luca, Pd) che pone a carico del proponente il «potenziamento della Roma-Lido» e «il prolungamento della linea B della metro da Magliana a Tor di Valle». Tra gli emendamenti approvati quello che sancisce una penale se «entro 30 anni viene a cadere il rapporto fra proprietà dello stadio e della Società» e quello che stabilisce che le opere pubbliche «vadano di pari passo alla costruzione di quelle private». Dai banchi della maggioranza si esprime moderata soddisfazione: molti mal di pancia (Gemma Azuni, SeL, contraria, aveva una nave per la Sardegna prenotata e non ha partecipato al voto). Dalle opposizioni si levano voci più forti: critiche sia per la gestione della giornata col numero legale più volte in bilico, sia di merito con Grillini e Fratelli d’Italia in prima fila. «Si è persa l’occasione – dicono Rampelli e Ghera – di chiarire il futuro di Flaminio, Olimpico, Tor Vergata e Foro. Per accettare questa proposta non serve un sindaco, basta un citofono». (23.12.201)