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Tifoso Juventus
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  1. "Il Mondiale della Vergogna" Zanetti ricorda e racconta L'incontro tra il capitano dell'Inter e il p.m. di Calciopoli Narducci è diventato un documentario, per riflettere e non dimenticare tutto quello che è stato nascosto dietro al Mondiale del '78. Oggi a Roma la presentazione del libro Mail Stampa 0 commenti OKNotizie badzu Condividi su MySpace! Facebook Gazzatown ROMA, 27 maggio 2010 - Metti un Mondiale, un'Argentina vittoriosa e un dietro le quinte feroce, un libro, un magistrato che lascia per un momento Calciopoli e si occupa di storia sudamericana, un capitano che è reduce da una stagione in cui ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Mescolate bene e ne viene un incontro sul lago di Como, parlando di quei giorni. Giorni in cui Javier Zanetti non aveva compiuto 5 anni e il pm napoletano Giuseppe Narducci era ancora uno studente. Giorni entrati però nella memoria del calcio e della storia, in Argentina e non solo. Il punto di partenza del colloquio è "Il Mondiale della Vergogna", il volume di Pablo Llonto, prime esperienze giornalistiche nella copertura dell'Argentinos Juniors, la squadra in cui militava Diego Maradona agli esordi, proprio negli anni bui dei 30 mila desaparecidos. l'incontro — Narducci ha scritto la prefazione del libro di Llonto e l'editore Alegre ha voluto organizzare un incontro, con la regia di Gianni Cipriani e di Globalist, che è diventato un piccolo documentario. La prima, oggi a Roma, alle 17.30, a Palazzo Valentini, nella sala Di Liegro della Provincia. Con Narducci, ci sarà anche Gianni Minà, il regista Stefano Incerti e l'autore Pablo Llonto. giornalaccio rosa.it anticipa qualche momento dell'incontro. fonte: ****Sport_Vari/Altri_Sport/Altri/27-05-2010/mondiale-vergogna-604136860336.shtml ecco il video C'erano un argentino, un milanese e due napoletani... Sembrerebbe l'inizio di una barzelletta... In effetti la storia che sto per raccontarvi forse un po' lo è. Roma, Palazzo Valentini (sede istituzionale della Provincia di Roma), giovedì 27 maggio ore 17,30. Si presenta il libro di Pablo Llonto ("I mondiali della vergogna"), un giornalista argentino che, trentadue anni dopo, ritorna sui Mondiali del '78 e sui misfatti di cui si macchiò il regime militare argentino dell'epoca. La prefazione del libro è a firma di Giuseppe Narducci, il PM di Napoli. L'accostamento per la verità mi pare singolare; la curiosità mi vince. Andiamolo a sentire questo dott. Narducci, andiamo a vederlo da vicino. Le sue apparizioni al processo di Napoli non mi sono piaciute ma, lo so, quando c'è di mezzo la Juve torno bambino: l'amore mi acceca. Devo superare i miei pregiudizi: un po' di obiettività, mi dico, e tutto sarà più chiaro. Alcune fortunate coincidenze mi portano nel centro di Roma in prossimità dell'orario previsto per l'inizio della presentazione e così mi convinco. La sala è ampia: molte file di sedie (sufficienti per almeno 150 persone), diversi posti vuoti. Una rapida occhiata al palco dei relatori. Riconosco solo Gianni Minà... Mmmh... Non è un buon inizio: vabbè che devo essere obiettivo, ma certo non potete chiedermi miracoli. L'inizio dell'intervento di Pablo Llonto fortunatamente mi rapisce... ma dov'è Narducci? Comincio a scrutare la platea ma non lo vedo: dannazione, magari non è venuto! Guardo la prima, la seconda, la terza fila quando, all'improvviso, scorgo, sia pur di spalle, una sagoma divenutami negli anni (purtroppo) familiare... No, non è Narducci... E' il "petroliere" cartonato, l'indossatore di scudetti altrui... E' proprio lui, Massimino Moratti!!! E che ci fa Moratti qua? Pochi giorni dopo aver vinto la Champions, alla presentazione di un libro sui Mondiali del '78 e sul generale Videla, a Roma... Tutto questo mentre José lo ha appena mollato e Florentino non vuole neppure pagargli la penale.. Mah... Deve aver avuto davvero i suoi buoni motivi... Non a caso mi sembra molto distratto, poco interessato al contenuto degli interventi. Come uno scolaro indisciplinato è sempre lì a parlottare fitto fitto con il suo "compagno di banco"... Eh sì, perchè ci sono molti posti vuoti nella sala, ma la sedia vicina a quella del "petroliere" è occupata. Deve essere un suo caro amico, mi dico: stanno sempre a parlà...ma allora che ce sò venuti a fà? Quanto gli piace chiacchierà a 'sti due, oh... La curiosità cresce. E chi sarà mai sto "compagno di banco" del petroliere? Magari è uno famoso... Che ne so, Cobolli Gigli... O magari Oriali (mi tornerebbe pure utile, devo rinnovare il passaporto)... No, niente, non si gira... Riesco a vederlo solo di profilo... Certo, visto così, mi ricorda qualcuno... Però no, non può essere lui... Ma figurati... In Italia la giustizia è ancora una cosa seria... Niente da fare, sono sempre il solito: mi è bastato intravedere la sagoma di Moratti ed il fanciullino bianconero che è in me (da quattro anni pure un po' incazzato) riprende il sopravvento e mi annebbia la vista... Come fai a pensare certe cose? Come puoi anche solo pensare che lì, seduto vicino al "petroliere", a parlottare fitto fitto con lui come due vecchi amici, come due compagni di mille battaglie, come protagonisti di tante "zingarate" ci possa essere lui: Auricchio!!! Non ci voglio credere... Si sta girando... c****! E invece è proprio lui! Il Colonnello della Benemerita Arma dei Carabinieri, dott. Auricchio! Il segugio di Calciopoli: quello che "l'Inter non ci interessa"; quello che trascrive le telefonate su Ilaria D'Amico e considera irrilevanti quelle sulle grigliate di Facchetti. Lui sì, proprio lui, il testimone che ha già deposto al processo di Napoli e che parlotta fitto fitto con il testimone (Moratti) che a Napoli deve ancora deporre. Sempre lui, quello che, trascrivendo 4.000 telefonate su 171.000, si è dimenticato di valutare la rilevanza non solo penale ma anche sportiva delle telefonate che non ha trascritto. Lui che - così facendo e con la gentile collaborazione della Procura Federale della FIGC - ha fatto maturare la prescrizione sportiva regalando uno scudetto e l'impunità sportiva all'Inter e che parlotta fitto fitto con chi ha beneficiato dei suddetti graditi omaggi. Lui, il persecutore di reati che parlotta fitto fitto con il consigliere di amministrazione di una società la cui security è accusata di aver spiato illegalmente mezza Italia politica, economica e sportiva e che per questo è sotto processo (la società) a Milano. Lui, il custode della legalità che parlotta fitto fitto con il socio di Tronchetti Provera, quello che ammalia la "rosea" ma evidentemente non convince altrettanto la Panasiti, il GUP di Milano che ha trasmesso gli atti alla Procura per un supplemento di indagini sulla questione della security Telecom che faceva tutto da sola. Il fanciullino bianconero sta prendendo il sopravvento e mi urla in testa: hai visto? Bisogna sempre credere ai bambini. Mi difendo... Cerco di far prevalere le ragioni della ragione: ma no, dai ,è tutto legale. Il fanciullino insiste: probabilmente è tutto legale, ma certo è tutto molto strano. Mi arrendo: effettivamente è tutto molto strano. Che c'entra Auricchio con i Mondiali del '78 e con Videla? Che c'entra Moratti con i Mondiali del '78 e con Videla? E se c'entra Moratti come mai solo lui e non anche almeno uno degli altri 19 presidenti di serie A? La presentazione del libro si avvia alla conclusione: è il momento dei saluti e dei ringraziamenti che dal palco vengono innanzitutto rivolti a "Pino"... sì lo chiamano così il dott. Narducci... adesso finalmente lo vedo...E' poi la volta di Valerio Piccioni, il giornalista della giornalaccio rosa che ora si alterna con Galdi nel fare i resoconti delle udienze da Napoli... E' una riunione in cui sono tutti amici... Così si dicono gli uni con gli altri nel momento dei saluti e dei ringraziamenti... Il fanciullino bianconero mi urla: ma lo erano anche e lo erano già nel 2004, tutti amici? Non gli rispondo. Sono perplesso, un po' stordito. Siamo tutti in piedi, un signore con abito chiaro si avvicina al Colonnello Auricchio (sembrano in confidenza) ed a bassa voce gli fa: "Scusa, l'unica cosa che non ho capito è che c'entra Moratti?" Il Benemerito si schernisce evasivo, balbettando un "No, niente, ha dato la disponibilità dei calciatori".... Una risposta in linea con quelle fornite al processo in qualità di testimone... Molto poco convincente. E' tutto molto strano, ma almeno mi consolo: la stranezza l'abbiamo colta almeno in due. Non di più purtroppo. Sono passati cinque giorni ormai. E mentre la notizia di Moratti e Narducci che se ne vanno via insieme in ascensore sui giornali ci è arrivata, la presenza di Auricchio si è dissolta come quella di un fantasma. Ha ragione il fanciullino bianconero. Il folle amore per la Juve non acceca: aguzza solo la vista. C'erano un argentino, un milanese e due napoletani... Purtroppo non è una barzelletta. Noi ci teniamo solo l'argentino e con lui il coraggio delle madri di Plaza de Mayo e la loro voglia di verità. <object width="640" height="385"><param name="movie" value=" name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src=" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="640" height="385"></embed></object>FONTE:ju29ro.com
  2. forse alludono a questo: Penta, il consulente che curava i dossier contro i carabinieri di Massimo Solanitutti "Alla fine dell
  3. SCIOPERO DEL TIFO AD OLTRANZA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! FINCHE' ELKAN NON VA VIA....... penso sia l'unica soluzione rimasta
  4. Processo Calciopoli, perito nella bufera si riapre la polemica Rassegna stampa - 04/02/2010 10.10.55 L
  5. Palazzisi dopo aver detto ci
  6. galati:lulli mi disse che aveva saputo da un dirigente dell'inter dell'esistenza di un dossier commissionato ad un societ
  7. http://www.ustream.tv/channel/juventus---n...l---real-madrid
  8. cmq sono sempre 3 punti.....
  9. io invece godooooooooooooooooo
  10. Roma, 22 gen. (Apcom) - "Con il vergognoso caso Genchi sta emergendo uno dei pi? gravi e sconcertanti scandali della storia repubblicana". Ne ? convinto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, in riferimento all'archivio creato dal consulente dell'ex pm calabrese Luigi De Magistris nell'ambito delle inchieste Why not e Poseidone. "Un fiume di vergogna - insiste - rischia di sommergere interi settori dello Stato che hanno commesso abusi inauditi". "Andremo fino in fondo - assicura Gasparri - senza esitazione nei confronti di chi ha stravolto le regole del diritto e della democrazia. Certi personaggi meriterebbero la corte marziale". CHISSA' SE IN QUESTI SETTORI DELLO STATO CI SARA' LO SPORT?
  11. Il presidente bianconero: ?? stata una vittoria sofferta. Non commento gli errori arbitrali. Il primato? Vediamo domani...? TORINO, 24 gennaio - Il presidente della Juve Cobolli ? visibilmente soddisfatto per questa vittoria. Tre punti importantissimi per la classifica e per come sono stati raggiunti: ?Sono contento: ? stata una vittoria estremamente sofferta, contro un'ottima Fiorentina. Forse siamo stati ripagati due punti persi a Firenze?. I viola sono furiosi per le decisioni arbitrali: ?Gli errori arbitrali non li commento mai. Posso dire che tutte e due la squadre hanno giocato per vincere?. Ora la Juve ? lass?, a pari merito con l'Inter: ?Il primato? Vediamo domani...bene cos? comunque?. COBOLLI
  12. cmq pensando che ? caduta l'associazione, che si potr? ricorrere in appello ed infine alla cassazione, l'assoluzione non ? un miraggio..... tanto male non ? andata!!!
  13. be se dobbiamo arrivare a roma dobbiamo solo vincere......
  14. NON DIMENTICHIAMO CALCIOPOLI di Tito Boeri e Battista Severgnini Oggi prende il via la nuova stagione del campionato di calcio. A due anni di distanza, nessuno parla pi? degli scandali scoperti durante l'inchiesta di Calciopoli. Ma quell'intreccio di fattori che ha generato la corruzione nel calcio italiano ? ancora presente e non sono stati attivati quegli anticorpi che potrebbero ridurre il rischio di nuovi episodi di illecito. Di pi?, molti dei protagonisti continuano ad avere un ruolo importante nel calcio italiano. Insomma ? davvero troppo presto per dimenticarsi di Calciopoli. Sono quattro i principali fattori che hanno portato a Calciopoli. Alcuni di questi li troviamo anche in altri paesi. Ma la loro combinazione ? peculiare al calcio italiano: 1. il forte intreccio fra potere mediatico e potere economico-sportivo; 2. l'oligopolio dei procuratori sportivi; 3. lo strapotere dei manager non allenatori; 4. la mancanza di trasparenza nelle carriere arbitrali. Vediamoli uno per uno cercando di mettere in luce cosa (non) ? cambiato rispetto a due anni fa. Un'informazione libera ? fondamentale per evitare una nuova Calciopoli. Le denunce di illeciti, pur evidenti agli addetti ai lavori e ripetuti nel calcio italiano, non sono quasi mai provenute dal mondo del giornalismo sportivo. E come ampiamente emerso dalle intercettazioni telefoniche di Calciopoli, le squadre pi? forti hanno potuto condizionare a proprio vantaggio il giudizio dei media su presunti o effettivi errori arbitrali. Questo stato di cose non ? cambiato. Diversi presidenti delle squadre di calcio continuano ad avere partecipazioni rilevanti in quotidiani nazionali o locali. Mentre le redazioni sportive di giornali e Tv continuano ad avere giornalisti specializzati per squadra anzich? per attivit? sportiva, il che li espone maggiormente alle pressioni del club. Il problema ? ulteriormente aggravato dalla crescente concentrazione di potere economico. Come gi? evidenziato in diverse occasioni dall'Antitrust italiano, la compravendita dei diritti televisivi per la trasmissione delle partite di calcio della serie A ? sempre pi? sbilanciata a favore delle grandi squadre di calcio. Il braccio di ferro sulla asta per i diritti televisivi in chiaro e l'iniziale mancato coinvolgimento delle squadre di serie B nell'accordo sulla stagione 2008-9 dimostrano come il divario economico fra grandi e piccoli club stia ulteriormente aumentando. In Italia non sembrano esserci agenti con una forte etica sportiva come Tom Cruise nel film Jerry Maguire, mentre i protagonisti delle maggiori agenzie dell'era Calciopoli sono ancora tutti ai loro posti. ? solo cambiato il nome delle loro societ?, ma il mercato in cui operano ? lo stesso denunciato dall'Antitrust due anni fa: non c'? concorrenza nel collocamento degli atleti, perch? non c'? stata la liberalizzazione dell'albo dei procuratori, non c'? una regolamentazione stringente dei conflitti d'interesse e sono presenti molti rapporti di esclusiva contrattuale fra agenti e calciatori. In assenza di una regolamentazione del ruolo degli agenti sportivi, il rischio ? che si ripetano gli episodi di corruzione, riciclaggio di denaro e sfruttamento dei giocatori minorenni denunciati recentemente dal Libro Bianco sullo sport della Commissione Europea. A differenza di quanto accade ad esempio in molte squadre nel Regno Unito, in Italia ? difficile che l'allenatore di un grande club gestisca il mercato dei calciatori. Questo ruolo ? affidato a un manager che, oltre a gestire la complessit? finanziaria e legislativa della compravendita dei giocatori, accentra su di s? anche altre funzioni, tra cui quella fondamentale, documentata dalle intercettazioni telefoniche di Calciopoli, di tenere i rapporti con i media. I manager oggi in Italia hanno un ruolo molto delicato e questo d? loro un forte potere contrattuale nei confronti della propriet? delle squadre. Una normativa e amministrazione fiscale compiacente nei confronti delle squadre di calcio (si pensi al cosiddetto "Decreto salvacalcio" che ha permesso alle societ? di dedurre fiscalmente la svalutazione del cartellino dei giocatori) assegna di fatto al manager il compito di sfruttare al massimo, fino al limite dell'illecito, le scappatoie concesse dalla legge. Una struttura proprietaria fortemente concentrata, molto spesso caratterizzata da un azionariato familiare o comunque molto ristretto, mette poi il manager che svolge questo lavoro sporco nella condizione di sfruttare il potere contrattuale che ne deriva Una propriet? pi? diffusa imporrebbe maggiore trasparenza nei rapporti fra le due parti. Anche a questo riguardo nulla ? cambiato rispetto a due anni fa. Gli arbitri italiani costituiscono l'anello debole nel sistema di ricatti incrociati che ha dato vita a Calciopoli. Percepiscono un reddito molto pi? basso rispetto agli altri attori del mondo del calcio e la loro carriera ? dettata da scelte ampiamente discrezionali dei designatori e dall'atteggiamento dei media. Manca inoltre una valutazione pubblica, trasparente, della performance dei singoli direttori di gara da parte dell'Associazione italiana arbitri. In questo contesto, il giudizio espresso da pochi giornalisti, a commento della moviola, pu? avere un notevole impatto sulla carriera dei direttori di gara, precludendo loro l'accesso a competizioni internazionali, la strada maestra per incrementare i loro redditi. Come documentiamo in un nostro recente studio, Calciopoli ? consistita soprattutto in un ricatto, esercitato nei confronti di arbitri in una fase delicata della loro carriera, piuttosto che in episodi di corruzione vera e propria. Costava relativamente poco modificare a proprio vantaggio l'esito delle partite pi? importanti. Anche in questo caso non ci sono cambiamenti di rilievo da segnalare. Dunque, i fattori che hanno portato allo scandalo di due anni fa sono ancora operativi e data la pluralit? dei problemi, non esiste una singola misura che possa scongiurare il rischio di una nuova Calciopoli. Piuttosto, bisogna intervenire su pi? livelli. Tra le riforme possibili, l'introduzione di meccanismi perequativi pi? forti nella distribuzione dei diritti televisivi, l'imposizione di maggiore trasparenza nei bilanci delle squadre di calcio e l'abolizione dei privilegi fiscali di cui hanno goduto, la liberalizzazione degli albi degli agenti sportivi nell'ambito di un mercato regolamentato, la ricerca di forme di valutazione trasparenti dell'operato degli arbitri, l'introduzione di nuovi strumenti tecnologici (soprattutto per verificare i fuorigioco), l'incremento delle retribuzioni dei giudici di gara, l'introduzione di clausole contrattuali che limitino lo strapotere dei manager. Si pu? e si deve discutere di queste, come di altre, misure. Il fatto molto, molto preoccupante ? proprio che nessuno lo faccia. Tito Boeri e Battista Severgnini
  15. Penso che stia anche per chiedere la champions vinta dal milan, in quanto eliminata alle semifinali se non sbaglio
  16. Scudetto 2006: Inter, ributtalo a mare (TuttoSport) I nerazzurri in quella stagione arrivarono alle spalle di Juventus e Milan. La remissione del titolo nelle mani della Figc sarebbe un gesto che tutta Italia apprezzerebbe. ?Commenti (34) Stampa Articolo Invia ad un amico Contatta la redazione galleria zoom Un gesto volontario, gratuito, unilaterale, lungi?mirante e certamente non eversivo: riconsegnare nelle mani della Federcalcio il quattordicesimo scudetto, quello che Rossi deci?se di assegnare all?Inter nel luglio 2006, terza classificata della stagione 2005-2006 e balzata in vetta per le squa?lifiche di Juventus e Milan seguite ai fattacci di Calcio?poli. L?ha portato sul petto fino al 30 giugno 2007, quello scudetto, che la Figc ha riconosciuto, ma che ha creato una scia di antipatia, che alimenta ancora oggi ?dopo due scudetti vinti sul campo prima dominando, poi stringendo i denti - una cate?na di recriminazioni. Questa catena di recriminazioni si pu? interrompere. Nulla vieta, anzi, di rendere quello che Guido Rossi poteva e doveva non regalare... A dire il vero, nel passato, Guido Ros?si poteva trovare la risposta: il famoso caso del 1927 quan?do il podest? di Bologna, e presidente della Figc, risolse il caso Allemandi togliendo il titolo al Torino senza asse?gnarlo alla squadra della pro?pria citt?, squadra della qua?le l?ex anarchico poi divenuto gerarca mussoliniano era no?torio tifoso. Era un esempio da seguire, quello... L?avvocato Grassani spiega quale pu? essere la procedura: ?Serve un gesto gratuito di puro fair play da parte di Moratti? FORSE QUALKOSA BOLLE IN PENTOLA?
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