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Nameless

Tifoso Juventus
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  1. Matuidi è veramente imbarazzante a livello tecnico. Non pretendo le veroniche, ma manco i fondamentali per dio.
  2. Matuidi sembra uno che passava per caso ed è stato chiamato a fare l'undicesimo. Corre letteralmente a caso.
  3. Beh ma questi sono pariti forte, per me non durano manco 30 minuti
  4. 10 ore per servire Ronaldo, ma cristo santo
  5. Vero, anche perchè Pjanic è tutto fuorchè un regista classico, manco verticalizza oltretutto. Io l'avrei venduto questa estate.
  6. Quello di Emre Can lo reputo un errore di Sarri, praticamente l'ha bollato come inadatto al suo gioco dopo un mese di ritiro. Assurdo.
  7. A me pare che Dybala stia facendo molto bene, con un atteggiamento ben diverso da quello della scorsa stagione. Il Pipita è così di carattere, sempre pronto a sbuffare e mugugnare.
  8. Grande affetto per il Pipita, ma a noi servirebbe una punta cinica da 20 gol a campionato, come Icardi. Se non segna Cristiano è buio pesto.
  9. Ara TUTTA la fascia per 90 minuti, solo per questo dovremmo applaudirlo (e tenerne conto in termini di stanchezza e lucidità) Imprescindibile.
  10. Fisicamente è imponente, se protegge la palla non gliela porti via. Gli manca la garra alla Arturo, ma io lo voglio in campo titolare sempre, il Matuidi attuale è imbarazzante, ormai non recupera manco più palloni.
  11. Chiesa trattato come un moscerino. Nel primo tempo ha provato ad andargli via in velocità con il risultato di perdere palla e trovarsi a terra senza capire cosa era successo. Fantastico olandesone.
  12. Continua a crescere...per me, visto il nostro centrocampo, deve esser titolare inamovibile con Bentancur e Pjanic.
  13. Douglas Costa ammette l'ossessione Champions, poi spiega: "Difficilmente lascerei la Juventus per un'altra squadra, voglio imparare da CR7". Douglas Costa tra passato, presente e futuro. Intervistato da DAZN Brasile, il fantasista della Juventus si racconta tra un'infanzia complicata e una carriera che lo ha portato fino a vestirsi di bianconero. Si parte dal Gremio, il club da cui Douglas ha spiccato il volo "Tutti mi chiedono sempre di tornare al Gremio, ma costo troppo per loro. Potrebbero darmi quello che guadagno qui? No, e allora lasciatemi rimanere qui. Tornerò quando il mio acquisto non dovrà mandare il Gremio in bancarotta, allora sarò pronto per aiutare il club. Sono molto affezionato a loro, è la squadra dove ho iniziato a giocare e dove mi piacerebbe chiudere la carriera. Arriverà il momento di tornare, ma penso di poter fare ancora molto in Europa". La realtà in cui vive il verdeoro, sembra convincerlo. "A Torino a volte fa freddo, a volte c'è il sole, fa buio presto ma non nevica molto. Mi trovo molto bene in Italia, lo trovo un Paese molto simile al Brasile, il cibo è buono e la lingua non è così difficile. Tutto quello che ho qui e che faccio, per me è perfetto. Vivo in un bel posto, posso fare una passeggiata dove mi va, le strutture della società sono vicine e mi trattano davvero bene". "In Germania lo stile di vita è diverso, sono più tranquilli, in Italia i tifosi sono molto simili ai brasiliani, hai sempre gli occhi addosso, c'è tanta pressione". Parole dolcissime per la Juve. "Penso che al momento difficilmente lascerei la Juve per un'altra squadra, qui è come una famiglia, ti senti accolto e libero. Quindi mi sono ambientato veramente bene. All'inizio è stato difficile, il calcio italiano è diverso, molto tattico". "Sono talmente concentrato dall'imparare da Cristiano Ronaldo, abbiamo in squadra uno dei giocatori più forti al mondo, e se io sono al 100%, Dybala è al 100%, possiamo puntare a un livello molto alto". "L'ambizione del club è vincere la Champions League, è per questo che sono venuto a Torino, per vivere questa folle avventura di vincere la Champions. Noi ci stiamo provando, alzare quella Coppa mi darebbe la sensazione di aver raggiunto il traguardo". La Juve, rilevò Douglas Costa dal Bayern. "Guardiola è stata la persona che nella mia crescita ha fatto la differenza, mi ha permesso di giocare nel ruolo giusto, mi chiamò e mi disse: "Douglas, abbiamo un piano per la tua carriera. Vieni da noi? Sei pronto a imparare a giocare il calcio vero?". Gli risposi: "Sì, sono pronto"". "Quello al Bayern per me è stato un periodo molto triste, pensavo che ce l'avremmo fatta perchè ognuno di noi giocava davvero bene. Quella squadra era una delle più forti e tecniche in cui abbia mai giocato. Certo, anche alla Juve siamo un gruppo straordinario, ma in quella squadra ognuno di noi era al top". Douglas riavvolge poi il nastro. "Ho lasciato casa a 12 anni, è a quell'età che sono andato al Gremio. A 19 anni sono andato allo Shakhtar, è stato tutto molto veloce. Nel 2014 la guerra tra Ucraina e Russia ci costrinse a trasferirci da Donetsk a Kiev? E' stato molto difficile, avevo appena trovato una casa che mi piaceva, l'avevo ristrutturata e quando ho finito è iniziata la guerra. Il ragazzo che me l'aveva venduta è sparito e non mi ha restituito i soldi. I periodi di guerra sono duri, tutti vogliono scappare, in Ucraina ho imparato molto". Dal suo arrivo in Serie A, lo sputo a Federico Di Francesco sollevò un polverone di polemiche. "L'episodio mi ha fatto stare male, perchè non sono quel tipo di persona. Ho avuto un black-out di 10-15 secondi in cui ho perso la testa. Ho imparato molto da quell'errore, mi ha fatto lavorare sulle mie reazioni. So di essere un modello per molti bambini, molti giovani vorrebbero essere come me, vorrebbero giocare nella Juventus, vivere quello che vivo io. Quell'episodio mi ha fatto riflettere su chi sono e cosa rappresento. Non lo rifarei mai più, mi ha insegnato molto". Ed eccoci alla sfera privata. "Yan è un grande amico, viviamo insieme da circa un anno. E' veramente difficile vivere lontano dal tuo Paese, quindi ci aiutiamo a vicenda, mi dà una mano in molte cose. Chi non lo conosce potrebbe pensare che è una persona molto seria, come diciamo noi 'pela', ma è solo un modo di fare. Ha un cuore grande come il Brasile. Non esco spesso, abbiamo un cuoco che viene sempre per cena e porta il cibo da cucinare qui a casa. Quando finisce se ne va e lascia tutto pulito". "Le nostre giornate sono come le vedete, esco al mattino, vado in palestra e faccio l'allenamento stabilito. Torno a casa, aspetto il cuoco, ceno e guardo una partita o un bel film. Il giorno dopo si ripete tutto. Va sempre più o meno così. Qui è dove passo la maggior parte del tempo, ho scelto questo appartamento perchè c'è spazio per tutto. C'è il computer, quando fa caldo andiamo in piscina, possiamo giocare a calcio balilla o teqball e ovviamente abbiamo il barbeque". La 'saudade' si fa sentire. "Ciò che mi manca di più sono i miei figli e i miei genitori, il mio primo allenatore è stato mio padre, mi ha sempre detto che alcol e fumo non vanno d'accordo col calcio. Ho sempre ascoltato il suo consiglio. Con mia mamma mi sento spesso, è molto legata a me, mio padre è più tranquillo, ci sentiamo prima di una partita importante. Le mamme di solito sono più ansiose". "Io e mia sorella ci conosciamo molto bene, tra i miei fratelli è quella più simile a me quindi ci troviamo bene. Vado d'accordo anche con Vitoria, la più piccola, anche con mio fratello, ma è con Amanda che ho vissuto. Per quanto riguarda i miei figli, penso di aver fatto tutto il possibile, per dare loro la vita che non ho potuto mai avere. Spero siano orgogliosi del percorso che ho fatto per arrivare fin qui, un domani dovranno trovare la propria strada e io sarò qui a dare consigli". L'intenzione di Douglas, è di non accontentarsi. "Ho fatto un percorso diverso rispetto ai miei amici d'infanzia, io sto vivendo un sogno, quindi sognare per me è fondamentale. Mi rivedo a 6-7 anni, quando davo i primi calci al pallone con mio padre, pensando a questo sogno impossibile di arrivare alla Juventus, giocare in Nazionale e andare al Mondiale. Per me che vengo da Sapucaia era solo immaginazione, una cittadina di sole 130mila persone, quindi solo il fatto di essere arrivato al Gremio per me era un grandissimo risultato. Poi lo Shakhtar, il Bayern, la Juve, guardandomi indietro so che è stato un lungo percorso ma so di poter andare ancora più lontano".
  14. Imbarazzante ormai. Almeno fino a qualche anno fa recuperava palloni, ora manco quelli, li perde e basta. Serve gente di gamba ma che sappia cosa è un pallone fra i piedi, al giorno d'oggi un centrocampista non può fare solo una fase (e pure male). E' pure poco intelligente tatticamente, sbaglia completamente i tempi del pressing e fa scelte illogiche, come il cross inutile sulla ripartenza che poi ha portato al loro gol.
  15. Abbiamo resuscitato dei morti. Complimenti.
  16. A prescindere da tutto, il centrocampo va RIFONDATO. Teniamo solo Rabiot e Benta, il resto vanno tutti venduti, imho.
  17. Avremmo dovuto sfruttare il passo falso dei prescritti, invece perderemo pure un punto mi sa. Molto molto male. Male pure la dirigenza nel non mettere mani al centrocampo già da gennaio.
  18. Il nostro centrocampo titolare dovrebbe essere Pjanic, Benta e Rabiot. E' la soluzione migliore per un reparto semplicemente da RIFONDARE.
  19. Abbiamo resuscitato dei morti. Sto modulo col trequartista non lo posso più vedere
  20. Stasera in versione zidanesca in alcune giocate. Con tutto il rispetto per Zizou, sia chiaro. In continua e costante crescita.
  21. Pedina fondamentale del nostro centrocampo, insostituibile imho.
  22. Ottimo Rabiot, benissimo Costa, alla grande Benta. Buona prova pure di Rugani.
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