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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. Aggiorno il topic. Butto dentro roba. Che stamani nelle prime pagine li stanno devastando. E' guerra. La premessa la metto io, anche se è di qualche giorno fa. Risse legali ereditarie http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=6884
  2. Margherita con la Juve non c'entra nulla, e nemmeno la vuole. E nemmeno l'ha mai chiesta. E nemmeno ha mai rubato un euro alla Juve. Ruberie alla cassa juventina de che? Ma chi? Tu ce l'hai con lei a morte perché ti ha fatto qualcosa di personale forse. Ci può stare. E per questo preferisci la proprietà attuale che tifa l'Inter, e giustamente ne avrai la sciarpa nerazzurra nel sepolcro. Mi spiace, ma va bene, son gusti eh.
  3. Risse legali ereditarie http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=6884
  4. E' dal 2006 che regna definitivamente il kaos. Prima Moggi e Giraudo tenevano botta, contro-equilibravano, anche se campionati davvero regolari non ce ne sono già da qualche decennio, perché hanno alterato decine di classifiche. Anche quelli vinti da noi, sarebbero tutti da ricontrollare e vidimare. Ma sarebbe solo un'approssimazione. E' un po' tardino dire oggi che siete stanchi e che non ce la fate. Lo capisco, ma è tardino lo stesso. Forse vi siete dimenticati cosa si è visto a favore dell'Inter già prima di calciopoli, e soprattutto i primi anni dopo. Una sequela di robe assurde, record di rigori assegnati, record tuttora inarrivabile di un fuorigioco di gruppo non fischiato, e via dicendo. Rimanendo solo al campo. Fuori dal campo invece, (che però ha condizionato il campo, che vi piaccia o meno), il più grosso scandalo della storia della repubblica completamente insabbiato, doping, oggetti rubati, soldi in nero ai giocatori, ecc, ecc, ecc, ecc, ecc. Adesso hanno la ndrangheta praticamente in sede e nessuno dice niente. La Federazione fa quello che gli pare sputando lei stessa sulle proprie regole, da anni e anni. Che vi devo dire... Benvenuta stanchezza.
  5. Pm di Milano: «L’Inter di fatto finanziava gli ultras infiltrati nel club» https://www.calcioefinanza.it/2024/10/02/pm-di-milano-inter-finanziamento-ultras/?refresh_ce
  6. Certo ha combinato un bel casino. E' una grandissima delusione, su tutta la linea. Anche a livello umano. In tanti hanno creduto in lui, ma si è montato la testa da parecchio tempo. Io l'ho capito quando in un buon momento in una intervista al TS disse che era ambizioso e voleva diventare come Pelè. Ma stai zitto e rema duro, fatti il mazzo, che ancora non hai concluso una minghia... Ha pensato di essere una grande azienda a se stante, e di poter essere sempre competitivo e sempre 23enne. Ha perso il contatto con la realtà, da quello è derivato tutto il casino. Colpa forse anche di Raiola che lo ha pompato. Per carità mi spiace anche molto per i suoi gravi problemi famigliari... (che bella famigliola) Diciamo che non ha passato un bel periodo. Sarebbe bello recuperarlo e vedergli fare belle cose nell'ultima fase della sua carriera, ma non ho idea della reale possibilità di realizzazione di questo sogno. Per intanto dovrebbe allenarsi come non mai, come se fosse un titolare inamovibile di una squadra immaginaria. Lavorare come schiavo, grazie! Certo, questo se ora ha risolto (non so se ora sta bene). Perché sennò si spacca di nuovo alla prima occasione. Se ti alleni per mesi in funzione di un rientro degno (ovunque, Juve, come altro club), aiutando con specifici esercizi il ginocchio, forse ce la potrebbe fare. Chissà... Ha davanti potenziali mesi di preparazione. Personal trainer serio, dieta specifica (si deve alleggerire un bel po', perché con l'età è diventato troppo muscolare secondo me e ha perso agilità), seguito in tutto e per tutto da persone che sappiano valorizzarlo anche a livello umano. Senza farlo sentire importante. Deve sudare e spaccarsi il culettino. Fargli capire che non è più niente per nessuno. Deve ripartire da capo. Umiltè. Per ciò che riguarda noi, aòsossoldi! Sarebbe bene, (per rigiocarsi una carta, per provare a ricostruirsi da zero, in un posto dove la gente gli ha voluto bene), chiedere scusa, supplicare, e soprattutto abbassarsi lo stipendio quasi a zero (facciamo un milione?). A quel punto forse si potrebbe anche tentare. Tanto i danni di immagine dei dopati ormai ce l'abbiamo, grazie al padroncino interista che ci ritroviamo che non ci difende mai e continua a fare danni... Abbiamo un presidente indagato per fatti gravi penalmente rilevanti, figuriamoci hazzomenefrega della cazzatella di Pogba, voglio dire... Detto questo, dato che le mie sono parole dette al bar, inutili, dispersive e fumose, che si perdono nell'universo come pulviscolo cosmico, lascio fare alla dirigenza. Chiedo scusa per la tristezza. PS Io forse gli cambierei anche ruolo, perché per me non è mai stato quello che è stato. Ho una mia idea su questo giocatore, da tempo immemore.
  7. John si dimette per l'imbarazzo delle indagini che lo riguardano, o solo perché ha altro da fare? Scanavino, il granatino, si dimette dalla Juve e sta solo più in Gedi, o tiene tutte e due le cariche?
  8. Ok, i biglietti sono una specie di cliente habituè del locale "calcio italiano". Vabbè. Le società, quando hanno a che fare con certa gente, diventa sempre parte lesa per forza di cose. Qui però mi sembra che si è andati un po' troppo oltre, troppa connivenza. E su fatti di questa gravità, la radiazione sarebbe la cosa migliore. Magari non per la squadra, ma per le persone fisiche sicuramente. Qui si è presa per il chiulo la legge, e la tifoseria, stimolando e quindi promuovendo la delinquenza. Ripeto, cose gravissime. Gravissime per chiunque, molto più gravi per chi dovrebbe promuovere ideali come la lealtà, l'onesta, ecc.
  9. Fatti gravissimi. La radiazione non sarebbe una cattiva idea. E non per il nostro abituale odio per l'Inter, ma per la gravità di tutta la faccenda. L'ennesima roba gravissima degli onestonidimm*****a.
  10. Una vergogna senza fine. Moltiplicata per mille, visto ciò che guadagna lui, e ciò che guadagna il gruppo. Penso che quasi con qualunque CCNL, anche tipo il multiservizi/pulizie (tra i peggiori come retribuzione oraria), un semplice impiegato sfigatello guadagni di più. Non tanto di più, ma con le 8 ore i 1.300 netti dovrebbe raggiungerli. E con i contributi e le tasse, e forse 150 euro di ticket restaurant dove gli accordi lo prevedono. Più si va avanti, più si scoprono cose allucinanti, e più sto tizio diventa improponibile. Sono schifato in modo totale.
  11. C'è da lavorare, forse senza il rigore avremmo continuato a faticare, però quando si è aperta la gara è stato fatto quello che andava fatto, ossia vincere in modo deciso. Lasciamoli lavorare e migliorare. Poi si vedrà.
  12. Dichiarazione dei legali che difendono i fratelli Elkann "A fronte della sequenza di reiterate falsità che affolla in questi giorni i mezzi di informazione, è necessario ribadire alcuni punti fermi: 1) Non è mai esistito e non esiste alcun patrimonio occulto dell’eredità Agnelli; i fratelli Elkann, nominati dalla nonna eredi universali, hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all’estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo; 2) Non è vero che siano state presentate dichiarazioni fiscali integrative che hanno fatto emergere patrimoni sconosciuti al fisco italiano; 3) I gioielli di cui si parla molto a sproposito erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo che ne ha disposto in vita come ha voluto; 4) John Elkann ricopre il ruolo che gli ha assegnato il nonno, secondo uno schema successorio ricorrente da sempre nella famiglia Agnelli che ha assicurato al primo gruppo industriale italiano, uno sviluppo ed una continuità di gestione che ha tagliato il traguardo dei 125 anni".
  13. Dichiarazione dei legali che difendono i fratelli Elkann "A fronte della sequenza di reiterate falsità che affolla in questi giorni i mezzi di informazione, è necessario ribadire alcuni punti fermi: 1) Non è mai esistito e non esiste alcun patrimonio occulto dell’eredità Agnelli; i fratelli Elkann, nominati dalla nonna eredi universali, hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all’estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo; 2) Non è vero che siano state presentate dichiarazioni fiscali integrative che hanno fatto emergere patrimoni sconosciuti al fisco italiano; 3) I gioielli di cui si parla molto a sproposito erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo che ne ha disposto in vita come ha voluto; 4) John Elkann ricopre il ruolo che gli ha assegnato il nonno, secondo uno schema successorio ricorrente da sempre nella famiglia Agnelli che ha assicurato al primo gruppo industriale italiano, uno sviluppo ed una continuità di gestione che ha tagliato il traguardo dei 125 anni".
  14. Tra le altre cose, il genio "beneamato", non ha nemmeno tenuto i letti separati, infatti ha pure messo Ferrero come presidente del club, che oggi è sempre più citato su tutti i giornali come uno degli ideatori e tra i più coinvolti in tutta la vicenda, che tutti descrivono (a torto o a ragione poco importa) come una truffa ai danni di una donna anziana, della sua famiglia, e del fisco. E la Juve, per l'ennesima volta, riceve danni enormi d'immagine. La Juve oggi è elkann, non c'è dicotomia tra le due cose. Se Elkann è descritto dai media ricco, spregiudicato, insensibile e truffatore, le stesse qualifiche ricadono a cascata anche sulla Juve. Sentire in tv, come è capitato a me qualche giorno fa guardando casualmente un noto canale bianconero, da un supposto opinionista influencer, quanto siamo fortunati da più di 100 anni ad avere una proprietà come la nostra... E' scandaloso. Vuol dire proprio vivere su marte. E questa vicenda, tristissima, dovrebbe anche avere insegnato a tutti quanto l'aspetto stralunato di JE sia solo apparenza, e sia legato solo alla conoscenza scadente dell'italiano. E' un uomo nato e cresciuto in giro per il mondo... Il gatto e la volpe lo hanno istruito, ma come dico fin dalla notte dei tempi, è stato parte attivissima nel mandarci in B, perché è uno che sa quello che vuole. Non è un fesso come molti lo hanno descritto negli anni. Quando non sa come fare una cosa (bella o brutta poco importa), cerca qualcuno che la sappia fare bene per lui.
  15. 1. AGNELLI, STIPENDI IN NERO E TASSE NON PAGATE SULLA VILLA DI MARRAKECH Estratto dell’articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero” I fratelli Elkann non avrebbero pagato la tassa di successione nemmeno sulle quote societarie della lussemburghese Juky S.a., proprietaria della splendida villa "Ain Kassimou" di Marrakech, comprata nel 2003 da Marella Caracciolo e dove era solita svernare. Una dimora nella quale erano «conservati quadri e gioielli» di "lady Fiat". I tre nipoti prediletti sono i soci (nonché effettivi beneficiari alla data del 30 settembre 2019) della Juky, che prende il nome dell'adorato cane giapponese di razza akita di Donna Marella. Dalle indagini della Finanza è emerso che hanno ricevuto in eredità il credito vantato dalla nonna nei confronti di tale società, pari a 15milioni di euro, sui quali non hanno presentato la dichiarazione di successione in Italia. La loro «strategia fraudolenta è stata attuata e affinata per oltre un decennio - si legge nel decreto di sequestro da 74,8 milioni di euro firmato dal gip di Torino - mediante la predisposizione di tutta una serie di stratagemmi e accortezze deputate a far apparire all'esterno una realtà diversa da quella effettiva, nonché anche attraverso la creazione di trust con sede in paradisi fiscali e l'uso di conti correnti bancari esteri, anche questi radicati in paesi a fiscalità agevolata». Tra questi vengono citati due trust «fittizi» presso le Bahamas: le quote del fondo lussemburghese che ne costituiscono il patrimonio [...] «sono pervenute "esentasse"» ai tre nipoti. Nell'inchiesta della Procura di Torino [...[ emerge anche John accordava alla segretaria di fiducia della Caracciolo, Paola Montaldo, retribuzioni "in nero" pari a mille euro mensili, «in relazione all'attività lavorativa svolta presso il "family office" di casa Agnelli/Elkann». 2. LA CORTE CHE HA SERVITO GLI ELKANN SULL’EREDITÀ Estratto dell'articolo di Fabio Amendolara per “la Verità” Come ogni giallo finanziario che si rispetti, quello sulla successione ereditaria di Marella Caracciolo, [...] presenta, tra indagati e testimoni, più di un attore protagonista. Dal notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen che ha amministrato il patrimonio e l’esecuzione testamentaria di donna Marella al commercialista e consulente fiscale Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, che avrebbe fornito agli Elkann, secondo l’accusa, «gli strumenti necessari al raggiungimento degli intenti criminosi dei clienti». I due sono indagati per evasione fiscale e truffa e, nella narrazione dell’accusa, assumono, insieme agli Elkann (John è stato iscritto per evasione fiscale, mentre per tutti e cinque gli indagati si ipotizza anche la truffa), ruoli di primo piano. Più o meno nell’ombra, però, si sono mossi altri personaggi legati a donna Marella o a John Elkann [...]. [...] Jean Patry, per esempio. Un avvocato con studio a Ginevra che aveva difeso Margherita Agnelli, la figlia dell’Avvocato saltata nella linea di successione che ha presentato l’esposto dal quale è partita l’indagine ma che, in passato, dopo essere stata assistita dal legale, gli aveva fatto causa. È lui che riceve da Ferrero quello che gli inquirenti definiscono «il primo vademecum della frode», ovvero un documento che ricostruiva la situazione successiva alla morte dell’Avvocato e che presenterebbe «l’intenzione», annotano gli investigatori, «di non rendere inverosimile la residenza svizzera» di donna Marella. Ci sono poi le due segretarie-aiutanti della Caracciolo: Paola Montaldo e Tiziana Russi che, dopo la morte della nonna, hanno lavorato per John. Nei loro computer gli investigatori hanno trovato il famoso appunto intitolato «Una vita di spostamenti» che è diventata la pistola fumante: un riepilogo dettagliato dal quale è emerso che la Caracciolo dimorava in pianta stabile a Torino. Dalle mani della prima è anche passato l’inventario di opere d’arte e gioielli che, stando alle accuse, i tre Elkann si sarebbero spartiti dopo la morte della nonna, simulando di aver ricevuto regali quando era ancora in vita e associando ogni dono a eventi familiari come compleanni, anniversari e nascite di figli. È lei a riprendere John quando scopre «discrepanze» nella scelta dei regali. [...] Per gli inquirenti, da quel carteggio si ricava che la Elsasser aveva chiesto di apporre alcune firme della Caracciolo su un documento e che la donna era a Torino. Quando i documenti vengono restituiti, però, l’indicazione del luogo di sottoscrizione miracolosamente diventa Luenen, Svizzera. Con la Elsasser viene anche firmato un «accordo di riservatezza», ha ricostruito l’accusa, con oggetto proprio «gli spostamenti della Caracciolo». C’è poi un uomo rimasto per ora molto sullo sfondo: in un documento trovato nella cantina dello studio Ferrero viene indicato come il «signor L» o il «signor A». Gli investigatori sono risaliti alla sua identità: si tratta del marchese Lodovico Antinori, nella cui abitazione a Gstaad la Caracciolo risulta aver davvero dimorato nel periodo estivo del 2010 e del 2011, dopo aver lasciato Saint Moritz. Il marchese aveva acconsentito a rendere la propria casa «indirizzo permanente», annotano gli investigatori, della Caracciolo. Uno stratagemma che, secondo l’accusa, sarebbe servito a dotare donna Marella «di un domicilio in territorio elvetico». Lì la Caracciolo stila il suo testamento indicando che risiedeva invece a Lauenen e che «sottoponeva la sua successione al diritto svizzero». Per la residenza in Svizzera donna Marella deve aver avuto bisogno di consultarsi con un legale. Agli atti, infatti, c’è una email che gli inquirenti ritengono interessante a livello investigativo. L’ha inviata a John l’avvocato Peter Hafter. E mentre spiega come far passare la residenza da un Cantone all’altro, si lascia scappare qualche passaggio che ha fatto drizzare le antenne a chi indaga: «D’altra parte, vogliamo evitare che le autorità abbiano l’impressione che si tratti di una questione molto delicata e complicata […]». Poco dopo fa riferimento a «un possibile piano nascosto». Una comparsa la fa anche un avvocato molto noto nell’ambiente finanziario: Carlo Lombardini. Quando John, secondo la ricostruzione dell’accusa, per avallare la storiella della vita vissuta in svizzera dalla nonna decide di dare alle stampa il libro The last swan pubblicato in Italia con il titolo Ho coltivato il mio giardino, Lombardini e Hafter leggono le bozze, si complimentano con Marella Chia, la nipote della Caracciolo con la quale la nonna degli Elkann ha firmato il libro, e indicano le modifiche al testo per «presidiare in ogni modo la residenza elvetica». [...]
  16. 1. “CANCELLARE LA PAROLA ISLAM” LE MAIL DI JOHN PER L’EREDITÀ Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per "il Fatto quotidiano” Si “occupava” davvero di nonna Marella, il presidente di Stellantis John Elkann. Ora indagato a Torino, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra, per i reati di frode fiscale e di truffa ai danni dello Stato, proprio per l’eredità della vedova di Gianni Agnelli. Un’attenzione che, senza dubbio, doveva assumere – nei confini familiari – anche i toni sinceri dell’affetto. Qualcosa che, però, non può interessare i pm torinesi: attenti, piuttosto, a ricostruire come il nipote dell’Avvocato si sia “occupato”, dal 2004 in poi, di organizzare la “residenza fittizia in Svizzera” e la successione di una donna anziana e malata di Parkinson. Un ruolo centrale che, nel decreto sul sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro, emerge dalle decine e decine di email scoperte dalla Guardia di Finanza. Con John indicato dal giudice prima come “concreto supervisore” di tutto e infine “regista e attore primario... presente in tutte le comunicazioni email... e parte di alcuni contratti simulati e fraudolenti”. Un attivismo continuo, sottolineato più volte nelle 99 pagine. È il 1° febbraio 2013, per esempio: bisogna far dimettere Marella dalla vicepresidenza dell’Uwc Italia (la Commissione nazionale per i collegi del mondo unito). Le Fiamme Gialle riferiscono che è Elkann il “concreto supervisore”, curando “l’interlocuzione di altri soggetti”. Il 15 aprile, John sarà invece tra i destinatari di una email con allegato il parere di un luminare del diritto che si raccomanda: “La residenza in Svizzera (della nonna, ndr) deve quindi essere ‘presidiata’ sino al momento del decesso”. Ma già nel 2010, il presidente di Stellantis si era improvvisato immobiliarista: per trovare una casa a Marella nella zona di Gstaad. Il 18 agosto scrive un’email a un’agenzia: “Caro Dominic, il modo migliore sarebbe che tu trattassi con mia sorella Ginevra che è la più coinvolta con mia nonna nella ricerca di case”. E, in seguito, gestirà con i legali elvetici l’acquisto dello Chalet Icy di Lauenen. Nel frattempo, nel 2011, Marella trascorrerà alcune settimane a Saanen, dopo aver preso in locazione lo Chalet Whildorn. Ma per un’improvvisa necessità di farla rientrare nella dimora di Villar Perosa, serve far arrivare domestici di Villa Frescot, da Torino. […] Poche settimane prima, l’8 luglio 2011, a spedire un’email a John è l’ottuagenario avvocato d’affari elvetico Peter Hafter, il vero “cervello” della “strategia” per la residenza svizzera. Si discute di “registrarsi al Cantone di Berna il prima possibile” e, addirittura, di non dare l’impressione “di un possibile piano nascosto”. Il 27 maggio 2012, invece, quando la vedova dell’Avvocato è già domiciliata a Lauenen, Hafter scrive [….] suggerendo l’assunzione di una persona che segua la casa svizzera “in modo che non solo sua nonna, ma anche lei, suo fratello e sua sorella possiate stare volentieri lì. Questo è importante per superare l’impressione generale che la casa sia sempre vuota (in Svizzera chiamiamo queste case ‘letti freddi’)”. […] Dopo che, il 12 agosto 2011, è stato uno dei testimoni per il testamento svizzero di Marella, il legale scrive alla Montaldo il 18 luglio 2012 e le invia la bozza per un aggiunta che sarà poi stipulata il 14 agosto, in modo che risulti ben chiaro “l’aver stabilito il proprio domicilio a Lauenen”. Analoga procedura sarà seguita nel 2014, quando il 22 agosto Marella firmerà la seconda aggiunta, sempre davanti al notaio Von Grunigen e sempre con Hafter testimone. L’avvocato d’affari, però, ha già predisposto un testo, nel quale Marella dovrebbe dire che “da oltre 40 anni la Svizzera è al centro delle mia attività... Di recente passo del tempo in Marocco a causa del clima; questo paese ha un sistema legale influenzato dall’Islam... Perciò confermo che la mia successione sia sottoposta al diritto svizzero”. Elkann, però, non approva: la parola Islam potrebbe creare problemi “diplomatici”. Così ordina di cambiare. Hafter esegue, tutto si addolcisce: “Questo paese non ha un sistema legale conforme alle mie tradizioni...”. Ma l’instancabile cavalcata dell’ingegner Elkann nella vita della nonna troverà la sua apoteosi con l’idea di stamparne l’autobiografia. Affidata come estensore alla nipote prediletta, Marellina Chia […]. Nell’ottobre 2014, Adelphi pubblicherà così Ho coltivato il mio giardino. Un gesto solo di affetto per la nonna? Nel decreto del gip si legge altro: “Elkann aveva supervisionato e controllato il progetto... arrivando addirittura a modificare il testo originale e introducendo affermazioni false sugli spostamenti della de cuius”. Avviene tutto tra il 5 maggio 2011 e il 3 aprile 2014, dopo un’interminabile scambio di testi e messaggi e proposte. Il verdetto finale, però, spetterà ancora all’ineffabile Hafter che, il 3 marzo 2014, avverte “Si debbano spendere alcune parole sulla casa a Lauenen”. La vincerà lui, dopo l’ok definitivo “dell’ingegnere”. 2. OPERE D’ARTE AGLI ELKANN, SPUNTA UN ELENCO DI FESTE PER MASCHERARLE DA REGALI Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera” Dalle carte dell’inchiesta sull’eredità Agnelli spunta un altro file che sarebbe collegato alla presunta strategia — secondo l’accusa — per eludere il fisco e far figurare come donazioni il passaggio (ereditario) di opere d’arte e oggetti di valore, appartenuti a Marella Caracciolo. Nel documento […] sono elencati, con tanto di data e ricorrenza, compleanni, anniversari di matrimonio, appuntamenti particolari, così da poter abbinare ogni giorno speciale al rispettivo «regalo». Del resto, negli atti si parla anche di due elenchi, contenenti 13 e 26 opere della collezione dell’Avvocato di cui in parte non vi sarebbe traccia: dipinti di De Chirico, Picasso, Bacon, Gérome. Sul punto sono in corso accertamenti investigativi, perché alcune opere — come si legge nel decreto di sequestro di 74,8 milioni — «sono risultate non presenti» nei file raccolti in fase d’indagine, altre invece rientrano appunto tra i «falsi “regali” a favore dei fratelli Elkann». Tra i dipinti di cui non si conosce «l’allocazione» figurano due Bacon e un Modigliani. Altri dettagli che […] sarebbero collegati al progetto fraudolento per far figurare in Svizzera la residenza della vedova dell’Avvocato: tra queste, l’espressione «cold beds», letteralmente «letti freddi», con la quale vengono definite le case vuote, quelle in cui non abita nessuno. Il neologismo e la sua spiegazione sono contenuti in una mail che l’avvocato elvetico Peter Hafter invia a John Elkann nell’ottobre 2013 in relazione allo chalet Icy a Lauenen (Gstaad), destinato a diventare la nuova dimora di Marella Caracciolo che per motivi di salute non poteva stare alle alte quote di Saint Moritz. […] Il documento, insieme a molti altri, rappresenta per il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti, uno degli elementi a sostegno dell’esistenza di «una strategia ben pianificata e approfonditamente studiata, finalizzata a evitare l’apertura in Italia della successione ereditaria di Marella Caracciolo e, conseguentemente, a omettere di assoggettare a imposta gli assets ereditari». I legali dei fratelli Elkann, ieri in Procura a Torino, hanno sempre respinto le accuse.
  17. 1. AGNELLI, STIPENDI IN NERO E TASSE NON PAGATE SULLA VILLA DI MARRAKECH Estratto dell’articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero” I fratelli Elkann non avrebbero pagato la tassa di successione nemmeno sulle quote societarie della lussemburghese Juky S.a., proprietaria della splendida villa "Ain Kassimou" di Marrakech, comprata nel 2003 da Marella Caracciolo e dove era solita svernare. Una dimora nella quale erano «conservati quadri e gioielli» di "lady Fiat". I tre nipoti prediletti sono i soci (nonché effettivi beneficiari alla data del 30 settembre 2019) della Juky, che prende il nome dell'adorato cane giapponese di razza akita di Donna Marella. Dalle indagini della Finanza è emerso che hanno ricevuto in eredità il credito vantato dalla nonna nei confronti di tale società, pari a 15milioni di euro, sui quali non hanno presentato la dichiarazione di successione in Italia. La loro «strategia fraudolenta è stata attuata e affinata per oltre un decennio - si legge nel decreto di sequestro da 74,8 milioni di euro firmato dal gip di Torino - mediante la predisposizione di tutta una serie di stratagemmi e accortezze deputate a far apparire all'esterno una realtà diversa da quella effettiva, nonché anche attraverso la creazione di trust con sede in paradisi fiscali e l'uso di conti correnti bancari esteri, anche questi radicati in paesi a fiscalità agevolata». Tra questi vengono citati due trust «fittizi» presso le Bahamas: le quote del fondo lussemburghese che ne costituiscono il patrimonio [...] «sono pervenute "esentasse"» ai tre nipoti. Nell'inchiesta della Procura di Torino [...[ emerge anche John accordava alla segretaria di fiducia della Caracciolo, Paola Montaldo, retribuzioni "in nero" pari a mille euro mensili, «in relazione all'attività lavorativa svolta presso il "family office" di casa Agnelli/Elkann». 2. LA CORTE CHE HA SERVITO GLI ELKANN SULL’EREDITÀ Estratto dell'articolo di Fabio Amendolara per “la Verità” Come ogni giallo finanziario che si rispetti, quello sulla successione ereditaria di Marella Caracciolo, [...] presenta, tra indagati e testimoni, più di un attore protagonista. Dal notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen che ha amministrato il patrimonio e l’esecuzione testamentaria di donna Marella al commercialista e consulente fiscale Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, che avrebbe fornito agli Elkann, secondo l’accusa, «gli strumenti necessari al raggiungimento degli intenti criminosi dei clienti». I due sono indagati per evasione fiscale e truffa e, nella narrazione dell’accusa, assumono, insieme agli Elkann (John è stato iscritto per evasione fiscale, mentre per tutti e cinque gli indagati si ipotizza anche la truffa), ruoli di primo piano. Più o meno nell’ombra, però, si sono mossi altri personaggi legati a donna Marella o a John Elkann [...]. [...] Jean Patry, per esempio. Un avvocato con studio a Ginevra che aveva difeso Margherita Agnelli, la figlia dell’Avvocato saltata nella linea di successione che ha presentato l’esposto dal quale è partita l’indagine ma che, in passato, dopo essere stata assistita dal legale, gli aveva fatto causa. È lui che riceve da Ferrero quello che gli inquirenti definiscono «il primo vademecum della frode», ovvero un documento che ricostruiva la situazione successiva alla morte dell’Avvocato e che presenterebbe «l’intenzione», annotano gli investigatori, «di non rendere inverosimile la residenza svizzera» di donna Marella. Ci sono poi le due segretarie-aiutanti della Caracciolo: Paola Montaldo e Tiziana Russi che, dopo la morte della nonna, hanno lavorato per John. Nei loro computer gli investigatori hanno trovato il famoso appunto intitolato «Una vita di spostamenti» che è diventata la pistola fumante: un riepilogo dettagliato dal quale è emerso che la Caracciolo dimorava in pianta stabile a Torino. Dalle mani della prima è anche passato l’inventario di opere d’arte e gioielli che, stando alle accuse, i tre Elkann si sarebbero spartiti dopo la morte della nonna, simulando di aver ricevuto regali quando era ancora in vita e associando ogni dono a eventi familiari come compleanni, anniversari e nascite di figli. È lei a riprendere John quando scopre «discrepanze» nella scelta dei regali. [...] Per gli inquirenti, da quel carteggio si ricava che la Elsasser aveva chiesto di apporre alcune firme della Caracciolo su un documento e che la donna era a Torino. Quando i documenti vengono restituiti, però, l’indicazione del luogo di sottoscrizione miracolosamente diventa Luenen, Svizzera. Con la Elsasser viene anche firmato un «accordo di riservatezza», ha ricostruito l’accusa, con oggetto proprio «gli spostamenti della Caracciolo». C’è poi un uomo rimasto per ora molto sullo sfondo: in un documento trovato nella cantina dello studio Ferrero viene indicato come il «signor L» o il «signor A». Gli investigatori sono risaliti alla sua identità: si tratta del marchese Lodovico Antinori, nella cui abitazione a Gstaad la Caracciolo risulta aver davvero dimorato nel periodo estivo del 2010 e del 2011, dopo aver lasciato Saint Moritz. Il marchese aveva acconsentito a rendere la propria casa «indirizzo permanente», annotano gli investigatori, della Caracciolo. Uno stratagemma che, secondo l’accusa, sarebbe servito a dotare donna Marella «di un domicilio in territorio elvetico». Lì la Caracciolo stila il suo testamento indicando che risiedeva invece a Lauenen e che «sottoponeva la sua successione al diritto svizzero». Per la residenza in Svizzera donna Marella deve aver avuto bisogno di consultarsi con un legale. Agli atti, infatti, c’è una email che gli inquirenti ritengono interessante a livello investigativo. L’ha inviata a John l’avvocato Peter Hafter. E mentre spiega come far passare la residenza da un Cantone all’altro, si lascia scappare qualche passaggio che ha fatto drizzare le antenne a chi indaga: «D’altra parte, vogliamo evitare che le autorità abbiano l’impressione che si tratti di una questione molto delicata e complicata […]». Poco dopo fa riferimento a «un possibile piano nascosto». Una comparsa la fa anche un avvocato molto noto nell’ambiente finanziario: Carlo Lombardini. Quando John, secondo la ricostruzione dell’accusa, per avallare la storiella della vita vissuta in svizzera dalla nonna decide di dare alle stampa il libro The last swan pubblicato in Italia con il titolo Ho coltivato il mio giardino, Lombardini e Hafter leggono le bozze, si complimentano con Marella Chia, la nipote della Caracciolo con la quale la nonna degli Elkann ha firmato il libro, e indicano le modifiche al testo per «presidiare in ogni modo la residenza elvetica». [...]
  18. Sponsor in arrivo. Sarà la Rai, che di volta in volta, ogni tre mesi, promuoverà un programma diverso, accuratamente selezionato. ecc, ecc.
  19. Lo stesso attivismo della Juve in B. Per la Juve in B però serviva meno potere, perché la odiano tutti. Con due/tre accordi è fatta.
  20. 1. “CANCELLARE LA PAROLA ISLAM” LE MAIL DI JOHN PER L’EREDITÀ Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per "il Fatto quotidiano” Si “occupava” davvero di nonna Marella, il presidente di Stellantis John Elkann. Ora indagato a Torino, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra, per i reati di frode fiscale e di truffa ai danni dello Stato, proprio per l’eredità della vedova di Gianni Agnelli. Un’attenzione che, senza dubbio, doveva assumere – nei confini familiari – anche i toni sinceri dell’affetto. Qualcosa che, però, non può interessare i pm torinesi: attenti, piuttosto, a ricostruire come il nipote dell’Avvocato si sia “occupato”, dal 2004 in poi, di organizzare la “residenza fittizia in Svizzera” e la successione di una donna anziana e malata di Parkinson. Un ruolo centrale che, nel decreto sul sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro, emerge dalle decine e decine di email scoperte dalla Guardia di Finanza. Con John indicato dal giudice prima come “concreto supervisore” di tutto e infine “regista e attore primario... presente in tutte le comunicazioni email... e parte di alcuni contratti simulati e fraudolenti”. Un attivismo continuo, sottolineato più volte nelle 99 pagine. È il 1° febbraio 2013, per esempio: bisogna far dimettere Marella dalla vicepresidenza dell’Uwc Italia (la Commissione nazionale per i collegi del mondo unito). Le Fiamme Gialle riferiscono che è Elkann il “concreto supervisore”, curando “l’interlocuzione di altri soggetti”. Il 15 aprile, John sarà invece tra i destinatari di una email con allegato il parere di un luminare del diritto che si raccomanda: “La residenza in Svizzera (della nonna, ndr) deve quindi essere ‘presidiata’ sino al momento del decesso”. Ma già nel 2010, il presidente di Stellantis si era improvvisato immobiliarista: per trovare una casa a Marella nella zona di Gstaad. Il 18 agosto scrive un’email a un’agenzia: “Caro Dominic, il modo migliore sarebbe che tu trattassi con mia sorella Ginevra che è la più coinvolta con mia nonna nella ricerca di case”. E, in seguito, gestirà con i legali elvetici l’acquisto dello Chalet Icy di Lauenen. Nel frattempo, nel 2011, Marella trascorrerà alcune settimane a Saanen, dopo aver preso in locazione lo Chalet Whildorn. Ma per un’improvvisa necessità di farla rientrare nella dimora di Villar Perosa, serve far arrivare domestici di Villa Frescot, da Torino. […] Poche settimane prima, l’8 luglio 2011, a spedire un’email a John è l’ottuagenario avvocato d’affari elvetico Peter Hafter, il vero “cervello” della “strategia” per la residenza svizzera. Si discute di “registrarsi al Cantone di Berna il prima possibile” e, addirittura, di non dare l’impressione “di un possibile piano nascosto”. Il 27 maggio 2012, invece, quando la vedova dell’Avvocato è già domiciliata a Lauenen, Hafter scrive [….] suggerendo l’assunzione di una persona che segua la casa svizzera “in modo che non solo sua nonna, ma anche lei, suo fratello e sua sorella possiate stare volentieri lì. Questo è importante per superare l’impressione generale che la casa sia sempre vuota (in Svizzera chiamiamo queste case ‘letti freddi’)”. […] Dopo che, il 12 agosto 2011, è stato uno dei testimoni per il testamento svizzero di Marella, il legale scrive alla Montaldo il 18 luglio 2012 e le invia la bozza per un aggiunta che sarà poi stipulata il 14 agosto, in modo che risulti ben chiaro “l’aver stabilito il proprio domicilio a Lauenen”. Analoga procedura sarà seguita nel 2014, quando il 22 agosto Marella firmerà la seconda aggiunta, sempre davanti al notaio Von Grunigen e sempre con Hafter testimone. L’avvocato d’affari, però, ha già predisposto un testo, nel quale Marella dovrebbe dire che “da oltre 40 anni la Svizzera è al centro delle mia attività... Di recente passo del tempo in Marocco a causa del clima; questo paese ha un sistema legale influenzato dall’Islam... Perciò confermo che la mia successione sia sottoposta al diritto svizzero”. Elkann, però, non approva: la parola Islam potrebbe creare problemi “diplomatici”. Così ordina di cambiare. Hafter esegue, tutto si addolcisce: “Questo paese non ha un sistema legale conforme alle mie tradizioni...”. Ma l’instancabile cavalcata dell’ingegner Elkann nella vita della nonna troverà la sua apoteosi con l’idea di stamparne l’autobiografia. Affidata come estensore alla nipote prediletta, Marellina Chia […]. Nell’ottobre 2014, Adelphi pubblicherà così Ho coltivato il mio giardino. Un gesto solo di affetto per la nonna? Nel decreto del gip si legge altro: “Elkann aveva supervisionato e controllato il progetto... arrivando addirittura a modificare il testo originale e introducendo affermazioni false sugli spostamenti della de cuius”. Avviene tutto tra il 5 maggio 2011 e il 3 aprile 2014, dopo un’interminabile scambio di testi e messaggi e proposte. Il verdetto finale, però, spetterà ancora all’ineffabile Hafter che, il 3 marzo 2014, avverte “Si debbano spendere alcune parole sulla casa a Lauenen”. La vincerà lui, dopo l’ok definitivo “dell’ingegnere”. 2. OPERE D’ARTE AGLI ELKANN, SPUNTA UN ELENCO DI FESTE PER MASCHERARLE DA REGALI Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera” Dalle carte dell’inchiesta sull’eredità Agnelli spunta un altro file che sarebbe collegato alla presunta strategia — secondo l’accusa — per eludere il fisco e far figurare come donazioni il passaggio (ereditario) di opere d’arte e oggetti di valore, appartenuti a Marella Caracciolo. Nel documento […] sono elencati, con tanto di data e ricorrenza, compleanni, anniversari di matrimonio, appuntamenti particolari, così da poter abbinare ogni giorno speciale al rispettivo «regalo». Del resto, negli atti si parla anche di due elenchi, contenenti 13 e 26 opere della collezione dell’Avvocato di cui in parte non vi sarebbe traccia: dipinti di De Chirico, Picasso, Bacon, Gérome. Sul punto sono in corso accertamenti investigativi, perché alcune opere — come si legge nel decreto di sequestro di 74,8 milioni — «sono risultate non presenti» nei file raccolti in fase d’indagine, altre invece rientrano appunto tra i «falsi “regali” a favore dei fratelli Elkann». Tra i dipinti di cui non si conosce «l’allocazione» figurano due Bacon e un Modigliani. Altri dettagli che […] sarebbero collegati al progetto fraudolento per far figurare in Svizzera la residenza della vedova dell’Avvocato: tra queste, l’espressione «cold beds», letteralmente «letti freddi», con la quale vengono definite le case vuote, quelle in cui non abita nessuno. Il neologismo e la sua spiegazione sono contenuti in una mail che l’avvocato elvetico Peter Hafter invia a John Elkann nell’ottobre 2013 in relazione allo chalet Icy a Lauenen (Gstaad), destinato a diventare la nuova dimora di Marella Caracciolo che per motivi di salute non poteva stare alle alte quote di Saint Moritz. […] Il documento, insieme a molti altri, rappresenta per il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti, uno degli elementi a sostegno dell’esistenza di «una strategia ben pianificata e approfonditamente studiata, finalizzata a evitare l’apertura in Italia della successione ereditaria di Marella Caracciolo e, conseguentemente, a omettere di assoggettare a imposta gli assets ereditari». I legali dei fratelli Elkann, ieri in Procura a Torino, hanno sempre respinto le accuse.
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