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[ Inter 1-2 Juventus ] Grazie Ragazziiiiiiii
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di ibragol9 in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
Queen - We Are The Champions I've paid my dues Time after time I've done my sentence But committed no crime And bad mistakes I've made a few I've had my share of sand Kicked in my face But I've come through And we mean to go on and on and on and on We are the champions - my friends And we'll keep on fighting Till the end We are the champions We are the champions No time for losers 'Cause we are the champions of the World I've taken my bows And my curtain calls You brought me fame and fortune And everything that goes with it I thank you all But it's been no bed of roses No pleasure cruise I consider it a challenge before The whole human race And I ain't gonna lose And we mean to go on and on and on and on We are the champions - my friends And we'll keep on fighting Till the end We are the champions We are the champions No time for losers 'Cause we are the champions of the World We are the champions - my friends And we'll keep on fighting Till the end We are the champions We are the champions No time for losers 'Cause we are the champions of the world Ho saldato il mio debito ripetutamente, ho scontato la mia pena, ma non ho commesso alcun crimine e di grossi errori ne ho commessi pochi. Ho avuto la mia manciata di sabbia tirata in faccia ma ce l'ho fatta. Noi siamo i campioni amici miei e continueremo a combattere fino alla fine, noi siamo i campioni noi siamo i campioni e non c'? tempo per i perdenti perch? noi siamo i campioni del mondo. Sono stato molto applaudito mi avete chiamato pi? volte alla ribalta. Mi avete portato fama e fortuna con tutto quanto ne consegue, vi ringrazio tutti, ma non ? stato tutto rose e fiori, non ? stato un viaggio di piacere. Lo considero una sfida di fronte all'intera razza umana e non la perder? ho bisogno di andare avanti, e avanti, e avanti Noi siamo i campioni amici miei e continueremo a combattere fino alla fine, noi siamo i campioni noi siamo i campioni e non c'? tempo per i perdenti perch? noi siamo i campioni del mondo. e con questo direi che ci siamo capiti. -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
L'irresistibile Ascesa Del Giovane Elkann Maurizio Maggi per ''l'Espresso.'' La presidenza de 'La Stampa', lo storico quotidiano di famiglia; e presto, comunque entro la fine dell'anno, quella dell'Ifil, la holding cui fanno capo tutte le attivit? degli Agnelli. Pare irresistibile l'ascesa di John Elkann ai vertici del gruppo torinese. L'Ingegnere, come lo chiamano negli uffici al numero 24 di Corso Matteotti, si trova ormai sempre pi? a proprio agio nei panni dell'erede dell'Avvocato. ? diventato presidente dell'Ifi (la societ? che controlla saldamente la Ifil), l'anno scorso, a 31 anni, mentre il nonno conquist? quella poltrona a 38 anni. Ed entro breve cumuler? le cariche in Ifi e Ifil: dunque in et? assai pi? giovanile rispetto a quella che avevano gli unici due esponenti del gruppo che hanno avuto in contemporanea la doppia presidenza, Umberto Agnelli e Gianluigi Gabetti. Ma se la vetta dell'Ifil ? un po' scontata, dopo la pubblica dichiarazione d'investitura da parte dell'attuale presidente, l'insediamento al vertice del giornale diretto da Giulio Anselmi ? stata una sorpresa. Assai ben accolta dai giornalisti e dai poligrafici, che vedono dissolversi con l'arrivo di Elkann ogni timore di ridimensionamento dell'impegno degli Agnelli. Anzi, lo leggono come la decisione di puntare con forza sulla crescita del comparto editoriale. Un terreno che intriga il nuovo boss, che ha gi? peraltro capito quanto possa essere infido: l'allora giovanissimo Elkann fu infatti tra i pi? entusiasti sostenitori dell'avventura di CiaoWeb, uno sbarco sul pianeta Internet che, come tanti altri negli anni del boom della new economy, si ? chiuso con un'ingloriosa ritirata. Non ha fretta di bruciare le tappe, l'Ingegnere, e non per niente i suoi maestri sono due campioni di prudenza come Gabetti e l'avvocato Franzo Grande Stevens. Ai quali John non ha mai mancato di esprimere il ringraziamento per l'operazione, concertata con la banca d'affari Merrill Lynch, in forza della quale gli Agnelli tornarono nel 2005 a controllare il 30,06 per cento della Fiat senza essere costretti a lanciare un'Opa, un'offerta pubblica d'acquisto, che sarebbe risultata assai onerosa per le casse di Ifi e ifil. Un'iniziativa che, nel febbraio del 2007, la Consob, la societ? di controllo sulla Borsa, ha pesantemente sanzionato, rifilando salatissime multe: 5 milioni di euro a Gabetti e 3 milioni a Grande Stevens, oltre ai 4,5 milioni all'Ifil e ai 3 milioni alla societ? in accomandita Giovanni Agnelli &C, quella in cui sono rappresentati tutti i vari rami della 'real' famiglia piemontese, dai Camerana ai Nasi, dai Rattazzi ai Teodorani Fabbri. Sanzioni limate successivamente dalla Corte d'appello. Elkann si sta dedicando a un compito probante: mettere il pi? possibile la Ifil, e dunque gli interessi della famiglia, al riparo dai cicli dell'economia, di cui assai risentono l'auto e i veicoli industriali. John, a braccetto con l'amministratore delegato di Ifil, Carlo Sant'Albano, con il quale forma un tandem apparentemente ben assortito, studia i dossier che arrivano sulla scrivania di una societ? che ha nello statuto gli investimenti in altre imprese e viaggia molto per conoscere di persona chi vuol divenire partner dell'Ifil. Specialmente in Asia e negli Stati Uniti. Da vicepresidente vicario e delfino di Gabetti, Elkann ha sfruttato le sue conoscenze internazionali per chiudere un paio d'affari in sintonia con l'ambiziosa diversificazione anticiclica del gruppo. L'ingresso nella Banca Leonardo a Milano e nella Perella Weinberg Partners a New York sono il frutto di antiche conoscenze dell'anziano presidente dell'Ifil. Pi? moderno appare invece lo sbarco nei servizi immobiliari, con l'americana Cushman & Wakefield, e negli hedge fund, con la Vision di Hong Kong. In entrambi i casi, Elkann e Sant'Albano hanno puntato non solo sulle attivit? gi? avviate, ma anche sui talenti che animano quelle societ?, Bruce Mosler nella Grande Mela e Jerry Wang nell'ex protettorato britannico. Per il 71,5 per cento della Cushman & Wakefield, Ifil ha sganciato 474 milioni di euro, e altri 61 li ha messi sul piatto per un bond convertibile che, nel 2013, le dar? il 40 per cento di Vision, hedge fund asiatico che tra i suoi clienti ha tanti investitori istituzionali occidentali. Altre acquisizioni sono in arrivo: la Ifil ha circa 650 milioni di euro in cascina da investire, a cui si pu? aggiungere il valore di asset liquidabili, anche parzialmente, come il 2,5 per cento di IntesaSanpaolo. Oltre ai 150 milioni che, giorno dopo giorno, sta spendendo per comprare azioni Ifil, nell'ambito del programma di riacquisto di azioni proprie annunciato il 18 febbraio scorso. Scrivono in un recente report gli analisti di UniCredit Global Research: "Ipotizzando che l'indebitamento netto dell'Ifil rimanga sotto il 20 per cento, come ? stato storicamente, la potenza di fuoco effettiva supererebbe addirittura i 2 miliardi di euro". Tutte le holding, di solito, valgono in Borsa meno della somma del valore delle proprie controllate. Gli esperti lo chiamano 'sconto' sul Nav, il Net asset value. Quando questo 'sconto' ? alto - e per Ifil siamo sopra il 30 per cento - la miglior opzione per una societ? di investimento ? di investire su se stessa. ? ci? che sta facendo la finanziaria torinese, da un paio di settimane, con sabauda e certosina cautela per non far salire di prezzo un titolo che, dall'inizio dell'anno ha visto la quotazione calare di quasi un terzo. La completa ripresa di potere in casa Ifil potrebbe proiettare John l'Ingegnere anche alla presidenza della Fiat Auto? Su questo argomento lui ? sempre stato molto schivo, ha negato che l'ipotesi lo attragga, sottolineando che lo attende un duro compito all'Ifil. L'attesa ? tutta per capire che intenzioni abbia Luca Cordero di Montezemolo. Ormai ? libero dagli impegni alla guida della Confindustria e il suo mandato di presidente Fiat scade nella primavera del 2009. Nonostante le dichiarazioni dell'interessato, che ha pi? volte detto di non essere intrigato dalla politica, in molti ipotizzano che se le elezioni finiranno con un sostanziale pareggio, Montezemolo potrebbe far parte dei tecnici super partes che piacciono al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una pattuglia che comprende anche il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, e l'economista Mario Monti. In assenza di uno scenario del genere ? possibile che il presidente uscente della Confindustria non si accontenti della prestigiosa Ferrari e della Fiera di Bologna o dei treni privati, e si candidi a un altro mandato al vertice della Fiat. Quando mor? Umberto Agnelli, nella primavera del 2004, la Fiat navigava in pessime acque e la presidenza del gruppo torinese non faceva certo gola come adesso. La famiglia lo chiam? e, nonostante pochi giorni prima fosse stato nominato a capo dell'associazione degli industriali, Montezemolo accett?. Un bel gesto, per il quale gli esponenti del clan Agnelli continuano a essere grati. Ora, per?, la situazione ? radicalmente mutata. A brillare nel cielo di Torino ? la stella del Mattatore, il soprannome con cui alcuni membri della famiglia scherzosamente definiscono l'amministratore delegato Sergio Marchionne. L'uomo che ha saputo riportare la Fiat in utile e, soprattutto, ha rimesso in carreggiata la Fiat Auto. Tra i due non ci sono mai stati dissapori, screzi, effettive divergenze di idee. Per? non si pu? neppure dire che siano amiconi. La famiglia ? riconoscente a Luca, ma stravede per Sergio. Per?, un conto ? nutrire sentimenti positivi ai limiti della sdolcinata agiografia quando un titolo vola in Borsa, in pochi anni, da 5 a 24 euro, e un conto ? farlo quando il titolo quasi dimezza il suo valore, com'? capitato negli ultimi mesi. E se Montezemolo, forte degli eccellenti risultati in Ferrari e della lunga esperienza nel campo delle quattro ruote, chiedesse, oltre alla riconferma alla presidenza, anche certe deleghe sul prodotto-auto? ? solo uno scenario dei tanti prospettati in ambienti torinesi. Ma come potrebbero reagire la famiglia e Super Sergio? Impossibile saperlo adesso. La convivenza tra forti personalit? come Montezemolo e Marchionne potrebbe essere messa a dura prova sia dalle difficolt? del mercato che dal comprensibile desiderio di leadership di entrambi. "Senza dimenticare che la Fiat Auto era un moribondo che si ? rialzato quasi miracolosamente in piedi e si ? messo a camminare, ma ? ancora ben lontana dall'essere in grado di correre", ? l'opinione di Giorgio Airaudo, segretario torinese della Fiom. Un'analisi assai simile a quella che fa Marchionne, che venerd? 14 marzo, parlando ai giornalisti specializzati dell'auto, ha testualmente affermato: "Resta molto da fare: il voto da 1 a 10, nel percorso compiuto finora, ? 2 e mezzo, a essere generosi". Nella famiglia, inoltre, c'? un'ala che ritiene una gaffe di Marchionne l'aver accettato la vicepresidenza della Ubs e che ha gi? fatto chiaramente capire una cosa importante: quello in corso, gestito con maestria dal Mattatore, ? l'ultimo tentativo di rilancio dell'auto sopportabile dagli Agnelli. Secondo questa scuola di pensiero, tra cessioni e aumenti di capitale, il salvataggio ? costato quasi 10 miliardi di euro, di cui 2 riconducibili direttamente alle finanziarie di famiglia. Per stabilizzare definitivamente Fiat Auto ci vuole una grande alleanza. "Ma lo sa", dice un importante azionista dell'accomandita Giovanni Agnelli & C, "che insieme ai francesi di Psa (Peugeot-Citro?n), la Fiat sarebbe il primo gruppo europeo?". Un'ipotesi di scuola. O qualcosina di pi?? Dagospia 21 Marzo 2008 -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
? 2008-03-20 13:48 Fiat: - 5, 8% produzione gruppo Europa A febbraio boom della 500 fa segnare +9, 4% per solo marchio Fiat (ANSA) - ROMA, 20 MAR - A febbraio la produzione in Europa del gruppo Fiat e' calata del 5,8%, scendendo a 102.527 unita' dalle 108.845 di un anno fa. A pesare la chiusura dello stabilimento di Pomigliano e il blocco della produzione delle vetture equipaggiate con i motori 1,3 Multijet. Ma, grazie soprattutto al boom della 500, lo scorso mese il solo marchio Fiat ha prodotto 90.830 unita', ovvero il 9,4% in piu' rispetto a febbraio 2007. E' quanto emerge dalle stime sulla produzione diffuse da J.D. Power. -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Non fumo. Solo una sigaretta una volta per girare un mio cortometraggio. Per il resto tollero poco l'origano pure sulla pizza, tifo per il basilico. E poi in quegli anni tifavo per Frengo. -
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Lasciamo che le cose vadano avanti per la loro strada. Diciamo solo che alcuni movimenti nelle poltrone del mondo Fiat (nel senso pi? ampio del termine) mi piacciono. E qui mi fermo, per non dare vantaggi ai nostri nemici. (esclusa la nomina a presidente di John Elkann ovviamente, la quale ? una disgrazia tanto tanto B e poco poco Good) -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Oggi il povero Crazeology camminava per strada sconsolato. Mentre tutto pieno di borse si recava al lavoro... ad un certo punto.... ad un punto certo.... (come direbbe l?amico ?Frengo e Stop?) Come in una luce mattutina che senza preavviso ti costringe a metterti gli occhiali da sole... come in un momendo in cui hai tanta fame e ti regalano un piatto di orecchiett e cim di rep... come quando un impotende prende il viagra e si accorge che con lui funziona.... come quando penzi di esserdi fumato tutto il fumabile e invece scopri con sorpresa l?ultimo cannone sul comodino della tua lei.... come quando al 91 minuto il foggia pareggia 0-0 e ti danno un rigore che ti fa prevedere un orgasmo sostanzialmende cosmico.... con grande sorpresa.... con grande sgomendo.... l?occhio focalizz? un giornale buttato l? sul marciapiede... era una rivista nuova nuova, e nella copertina c?erano alcuni Agnelli.... ma con grande sgomendo notavo che non era una rivista di agricoltura.... bens? quelli erano proprio la famiglia di industriali.... l?ho raccolta al volo attratto VIOLENDEMENDE dal titolo. Ho appena finido di leggere l?articolo. Dentro c?erano alcune chicche, ma una in particolare mi ? tando tando piaciuta... Meglio non pubblicizzarla per ora, ma secondo me.... ? molto buona. Comunque.... ?FuggidaFoggianon peFoggiamapi?Fuggi?? -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
"Qui mi sa che hanno perso tutti la memoria....", Moggi su "Libero" di oggi (....) Di seguito, pubblico una segnalazione dell?attento Gigi Moncalvo. Sul ?Sole 24 Ore? di sabato scorso (pag. 12) c?era un articolo di una delle ?grandi firme? del quotidiano di Confindustria, Fabio Tamburini, dal titolo : ?Fiat. La caduta in borsa e il dilemma auto?. Riferendosi alle perdite del titolo Fiat nell?ultimo periodo, Tamburini scrive : ?Il momento resta delicato e si somma alla necessit? di rivedere l?intera catena societaria, che parte dall?accomandita di famiglia e arriva alla Fiat. E? ancora adeguata ? Oppure occorrono ritocchi pi? o meno sostanziali ? Domande a cui occorrono risposte all?altezza, cos? come sono all?attenzione interventi sulla governance. Ecco perch?, ormai da qualche tempo, il vertice del gruppo ha un nuovo consulente d?eccezione: il professor Guido Rossi?. I tifosi della Juventus, e non solo, non credono ai loro occhi. Si tratta di un caso di omonimia oppure si tratta dello stesso Guido Rossi nominato commissario straordinario della FIGC col compito di mandare in B la Juve ? E? lo stesso Rossi che si ? sempre proclamato tifoso dell?Inter e che per alcuni anni ha fatto parte del CdA della societ? di Moratti ? Si, ? proprio lui. Il famoso ?avvocato d?affari? che per un certo periodo ? stato anche senatore del PCI, come indipendente (!), nonostante sia stato per una serie di anni consecutivi nella top list dei contribuenti di Milano. Ma John Elkann, che dice di essere il primo tifoso della Juve e certo ne ? l?azionista di riferimento (avendo in mano il numero pi? consistente di azioni), si rende conto di quello che ha fatto ? E? stato lui a scegliere Guido Rossi o glielo hanno ?consigliato? Gianluigi Gambetti e Franzo Grande Stevens? Sia nel primo caso che nel secondo, c?? da restare allibiti. Anche perch? Franzo Grande Stevens era il presidente della Juve quando venne mandata in B: ed ? strano che un ?Grande?, in tutti i sensi, avvocato come lui non abbia battuto ciglio quando il suo collega Zaccone ha chiesto la condanna alla serie cadetta. Grande Stevens, non dobbiamo dimenticarlo, ? anche l?attuale presidente onorario della Juventus. Qui mi sa che hanno perso tutti la memoria, o vogliono far credere di averla persa. Scelgono come consulente la stessa persona che ha mandato la Juve in B e ha messo fretta ai giudici sportivi per castigare i bianconeri. Una domanda sorge spontanea : cosa penseranno di tutto ci? i tifosi juventini? -
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primavera pi? calda del normale... -
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? 2008-03-14 14:35 Rcs: patto rinnovato fino a 2011 Cosi' hanno deciso i soci per consolidare vincolo (ANSA) - MILANO, 14 MAR - I soci di Rcs Mediagroup hanno deciso un rinnovo anticipato del patto di sindacato. Lo ha detto Massimo Pini di Fondiaria-Sai.'Si e' deciso il rinnovo del patto prima della scadenza e fino al 2011', ha affermato Pini escludendo che i soci abbiano parlato della direzione del Corsera. La scadenza del patto era prevista per il marzo del 2009. Le decisioni di rinnovare l'accordo in anticipo sono state assunte perche' 'rispondono al comune intento di consolidare un vincolo associativo'. COMMENTONE LUNGHISSIMO: "Serrate i ranghi! Serrate i ranghi!" Il Gladiatore -
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Luca ormai ? fuori di testa, spara cazzate con un ritmo travolgente e una fantasia esasperante. Servirebbe un p? di gabbia. -
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John Elkann: "puntiamo Alla Champions" ?Da tifoso sono molto contento che Buffon rimanga ancora un anno con noi. E? il pi? grande portiere del mondo e averlo alla Juve ? un grandissimo onore?. John Elkann, presente questa mattina a Vinovo per incontrare la squadra e assistere all?allenamento, ha espresso ai microfoni di Juventus Channel la propria soddisfazione per il rinnovo del contratto di Gianluigi Buffon. Un segnale importante da parte della propriet?, in un momento cruciale della stagione. ?L?andamento ? buono, anche per la classifica ? ha proseguito il vicepresidente della Fiat ? E? stato importante il ritorno alla vittoria nell?ultima partita contro il Genoa. La squadra si ? battuta sempre, spinta da Ranieri, che ha creato un forte senso di gruppo, e da tutti i giocatori: sia da quelli che sono con noi da pi? tempo, sia dai nuovi. Anche l?inserimento di Sissoko ? stato buono e ha gi? dato un grosso contributo?. Ora non resta che lottare sino alla fine, per conquistare quella qualificazione in Champions che anche John Elkann vuole fortemente: ?La squadra ha voglia di vincere e dunque tutte le restanti undici partite saranno preparate e giocate con quello spirito. C?? tanta voglia di tornare in Europa e l?obiettivo di tutti, tifosi e squadra, ? quello della Champions League?. (juventus.com) -
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Lapo, l'Italia che si transforma di Stefano Fossati In Italia era dato per morto. Finito. Invece nella Spagna di Zapatero, dove i pregiudizi pesano forse meno che da noi, Lapo Elkann ? l'uomo copertina scelto da El Pais, il primo quotidiano del Paese, per il suo magazine settimanale. Due anni dopo lo scandalo a base di coca e trans che sembrava avere definitivamente spento la stella del giovane rampollo di casa Agnelli, El Pais Semanal gli dedica sette pagine di intervista e foto, con il significativo titolo "Rinascere all'italiana". Cos?, se qui ci s'interroga su Veltroni e il nuovo corso di Berlusconi, il quotidiano progressista di Madrid indica in Lapo l'uomo simbolo della rinascita made in Italy. L'uomo che, travolto dallo scandalo e dalla conseguente esclusione dalla Fiat, ? riuscito a reinventarsi fuori dall'azienda di famiglia come imprenditore del glamour con la sua Italia Independent, griffe di abiti, gadget e oggetti di varia natura. Purch? di tendenza. Di certo lui, Lapo, la rinascita se l'? costruita lontano da Torino: ? a New York che si ? ritirato per mesi per disintossicarsi e concepire la nuova avventura. Anche se oggi proclama che la sua collezione ? "pensata, disegnata e prodotta" in Italia: "Lo chiamiamo made in Italy 2.0", dice con orgoglio. E aggiunge: "Io, i miei amici e la gente con cui lavoro vogliamo offrire una immagine giovane e pulita dell'Italia", la cui debolezza dipende da "chi gestisce il Paese, i politici, sono mediocri". Propaganda di un giovane rampollo che si vuole costruire una nuova immagine? Forse. Per? sulla copertina del Pais Semanal, proprio nel weekend in cui Zapatero viene confermato dalle urne, non c'? l'Italia di Berlusconi e nemmeno quella di Veltroni. C'? quella di Lapo. http://canali.libero.it/affaritaliani/cult...kann110308.html -------------------- Fiat: Montezemolo, confermiamo ancora buoni risultati 15/02/2008 14.00 ''C'? la conferma totale per l'ennesima volta dei buoni risultati del gruppo''. E' quanto ha detto Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Fiat, affiancato da Sergio Marchionne, John Elkann e Andrea Agnelli davanti alla sede di Borsa Italiana nel corso di una pausa prima di incominciare i lavori del consiglio di amministrazione del gruppo torinese che si svolger? a Piazza Affari. http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio...chkAgenzie=TMFI -
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Lettera ai Tifosi della Juventus L?estate del 2006 ha rappresentato per il popolo juventino una sorta di spartiacque tra il sogno di vivere in un paese democratico e la certezza che l?Italia fosse assoggettata ai poteri forti; tra l?abbaglio di vivere in un paese garantista e la certezza che fosse forcaiolo; tra il miraggio che ci fosse libert? d?informazione e la certezza di una stampa di regime; tra l?illusione che la politica fosse indipendente e la certezza che fosse asservita ai poteri economici; tra l?apparenza che certa magistratura fosse libera ed indipendente e la certezza di non vivere in uno stato di diritto. Insomma, l?estate del 2006 ha risvegliato le nostre coscienze di cittadini sopiti. Certo, non tutti i tifosi della Vecchia Signora, condizionati dalla stampa forcaiola, hanno compreso fin dalla prima ora il supplizio ?organizzato? che ci attendeva. Non era facile, altres?, proprio in virt? della tambureggiante campagna mediatica, comprendere chi fossero i veri artefici di quella che, nel momento in cui un tribunale libero ed indipendente confermer? le ragioni della nostra Associazione, sar? ricordata come la pi? grande Farsa ordita in un paese liberale. Sar? un caso che l?Italia ? annoverata tra i paesi ?democratici? con la pi? bassa libert? d?informazione? Il merito della nostra Associazione, orbene, ? stato quello di non aver assecondato tutte le informazioni che ci venivano propinate ad avvalorare la nostra colpevolezza. Gi?lemanidallaJuve nasce il 7 maggio del 2006, al termine della partita Juventus-Palermo. Le parole del massimo rappresentante della famiglia Agnelli, il dott. John Elkann, non ci avevano lasciato indifferenti. Della necessit? di istituire l?Associazione in parola si ebbe conferma, poi, a seguito dello stupore e del senso di smarrimento ricevuto il 5 luglio, allorquando, nel corso del procedimento di primo grado (di fronte alla CAF presieduta da Ruperto eletto contro le regole istituzionali), l?avvocato Zaccone sosteneva la congruit? della Serie B con adeguata penalizzazione. L? esigenza di difendere gli interessi statutari dell?Associazione da me rappresentata si faceva pi? forte quando ravvisavamo la certezza, purtroppo, che la condanna della Juve era scritta ancor prima del sommario processo sportivo. Il procedimento infatti che si stava compiendo era, di fatto, in aperta violazione delle pi? elementari garanzie costituzionali. Per di pi?, a sostenere le nostre preoccupazioni, veniva chiamato a capo della FIGC, con la funzione di organizzare e garantire un processo equo e celere, un ex componente del CDA della societ? degli onesti, nonch? consulente della famiglia Moratti per decenni. Questo stesso signore, al termine degli atti processuali, con una decisione senza precedenti, assegner?, per la prima volta nella storia, uno scudetto a tavolino per meriti morali. Tale decisione ci sembr? quantomeno grottesca in virt? delle condanne penali, elargite questa volta da un Tribunale vero, per il reato di falsificazione di passaporti. Ed e? diventata addirittura esilarante quando in un crescendo rossiniano la seconda squadra di Milano e? stata via via accusata prima di pedinamenti illegali a tesserati, poi di falso in bilancio con tanto di perizia della COVISOC a sostegno delle ragioni della Procura di Milano. Inutile, infine, ricordare quanto affermato da illustri giuristi e da alcuni membri - poi dimissionari - della Corte che fu chiamata ad emettere le sentenze sportive, sulla illegittimit? e sull?assoluta assenza di prove nel procedimento sportivo subito rinominato ?Farsopoli?. Ci sembr?, all?epoca dei fatti, quantomeno dubbio il ritiro del ricorso al TAR, specie dopo aver letto di precedenti sentenze che avrebbero certamente fatto giurisprudenza. Sentenze come la Meca-Medina del luglio 2006, in cui la Corte Europea disconosceva la specificit? dello sport quando ad essere violati erano i legittimi interessi economici delle parti in causa. Senza poi trascurare le dichiarazioni dell?illustre avvocato Dupont (avvocato della Juventus) sulle pagine del quotidiano ?Libero? del 15/07/2006 in cui, senza alcun dubbio, confidava nell?accoglimento dei ricorsi posti in essere. Su La Stampa del 23/12/2007, con doloroso stupore, ho dovuto leggere i ringraziamenti elargiti dal Sig. Blatter nei confronti di Montezemolo per l?opera di mediazione dispensata al fine di ritirare il ricorso ai Tribunali ordinari. Hanno creato in me un senso di maggior astio quando, ripercorrendo mentalmente il periodo citato, rivivevo le fatiche di quell?estate in cui, in giro per mezza Italia, ero all?affannosa ricerca di piccoli azionisti e di studi legali pronti a perorare la nostra causa. ? agghiacciante pensare che, mentre i tifosi juventini si mobilitavano in difesa di un sogno chiamato Juventus, alcuni esponenti della ?famiglia? contrattavano la serie cadetta. Non ? difficile, per i pi? attenti, risalire agli intrecci economico/finanziari dei grandi gruppi industriali. Non che questo voglia necessariamente avere un significato. E non saremo certo noi, che del garantismo facciamo una ragione d?essere, a dire se i chiarissimi rapporti personali tra Tronchetti Provera e Montezemolo abbiano influito sulle questioni che ci riguardano in modo diretto. Di sicuro prendiamo atto che, ad esempio, come riportato da Panorama e da Il Foglio, nel periodo che aveva preceduto le attivit? ?elettorali? per la scelta del Presidente di Confindustria, il vecchio responsabile della Security di Telecom Italia, Giuliano Tavaroli (a riporto diretto del Presidente) si era occupato e preoccupato di proteggere la candidatura del favorito Montezemolo da eventuali attacchi di un gruppo di industriali contrari alla sua elezione. Non si pu? trascurare, inoltre, l?inerzia di alcuni componenti della famiglia Agnelli: il giornale di famiglia e quelli controllati da un grande gruppo editoriale nel cui CDA siede il massimo rappresentate della famiglia ed un ex presidente della Juventus, hanno tollerato, ed in alcuni casi perorato, le accuse gratuite nei confronti della ?nostra Juventus? ancor prima dell?esito dei processi sportivi. Tra queste testate una in particolare, che fa del rosa il suo colore caratteristico e che non osiamo per decenza nominare, dopo averci processato e condannato ancor prima che delle prove fossero portate a supporto, fu premiato dalla stessa Juventus divenendo commercial partner. Chi conosce, per di pi?, le inestricabili e nel contempo misteriose questioni familiari nella citt? sabauda, resta sconcertato sulla campagna mediatica che ha costretto poi ai margini del gruppo industriale un papabile candidato alla guida della Juventus come Lapo Elkann. Una citazione merita, infine, il Codice Etico che i nuovi quadri dirigenziali si sono imposti all?inizio del loro mandato. Un Codice Etico che non ? comunque servito ad evitare la diffusione di dichiarazioni con cui i neo-dirigenti hanno affermato tutto ed il contrario di tutto. Un Codice Etico che non ? servito alla tutela dei piccoli azionisti allorch?, a margine dell?assemblea di aprile 2007, chiamati a partecipare alla ricapitalizzazione, venivano spronati, dall?attuale amministratore delegato a sostenere, con il loro supporto economico, una campagna acquisti utile al raggiungimento degli obiettivi predeterminati, in particolare la Champions League. Concetto ribadito, senza esitazioni, dal Presidente Giovanni Cobolli Gigli all?assemblea degli azionisti del 26/10/2007 (pagg. 124/148 del verbale di assemblea). Somma meraviglia, pertanto, ha suscitato l?intervista rilasciata da Claudio Ranieri, in data 08/03/2008, nella quale afferma che la Societ? gli ha conferito incarico con l?obiettivo del raggiungimento della qualificazione in Uefa. Delle due l?una: o Cobolli Gigli e Blanc hanno mentito agli azionisti in assemblea o Ranieri ha affermato il falso. Se fosse vera la prima ipotesi non vi sarebbero dubbi circa la lesione degli interessi e dei diritti dei piccoli azionisti di una societ? quotata in borsa. Duole infine ricordare quanto pubblicato lo scorso sabato sul ?Sole 24 ore?. Poche righe che ai veri tifosi della Juve suscitano stupore e sofferenza. Si legge, invero, che la IFIL, holding che custodisce le attivit? della famiglia Agnelli, ha conferito, ormai da tempo, incarico di consulente al prestigioso avv. Guido Rossi. A noi non resta che una sola domanda da porre a chi ha avuto la pazienza di leggere quanto sopra esposto: tanti indizi fanno una prova? La prova dell?ingiustizia subita. Giuseppe Belviso ? Associazione Gi?lemanidallaJuve -
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Guido Rossi consulente Ifil (Tuttosport) L?ex commissario Figc lavora per la famiglia Agnelli in qualit? di avvocato d?affari. Guido Rossi torna sull?orizzonte della Ju?ventus. L?ex Commissario straordinario della Figc, che ha retto la Federazione durante il travagliatissimo pe?riodo di calciopoli, ha infatti fornito una sua consulen?za alle holding della famiglia Agnelli (la Ifil, cassafor?te nella quale ci sono anche le azioni bianconere). Gui?do Rossi ha lavorato per gli Agnelli, nella veste di fa?moso avvocato d?affari (? in assoluto uno dei pi? noti e apprezzati in Italia) e, proprio in qualit? di esperto, ? stato contattato dai proprietari della Juventus. La consulenza risale a un paio di mesi fa. L?avvocato Rossi ? stato chiamato dai vertici dell?Ifil per valutare la fattibilit? o meno di una compravendi?ta. Ovviamente, essendo l?Ifil una societ? quotata in Borsa, vige il top secret intorno al nome della societ? che potrebbe finire nel portafoglio della holding e an?che sull?esito della consulenza, se cio? Rossi ha dato parere positivo o negativo sulla conclusione dell?affare. Se la notizia ha ovviamente creato parecchio scalpore tra i tifosi bianconeri che associano il nome di Guido Rossi alla controversa consegna del 29 ? scudetto della Juventus all?Inter (quello relativo alla stagione 2005/ 06), all?Ifil non si registra nessun imbarazzo a riguardo. Rossi, d?altronde, ? uno dei mi?gliori avvocati d?affari in Italia. Tuttavia, la notizia, rimbalzata dalle colonne del Sole 24 Ore di sabato ai forum e alle di?scussioni on line dei tifosi bianconeri, ha generato qual?che malumore e qualche perplessit? sull?opportunit? che i padroni della Juventus si rivolgano proprio a lui, che non ? certamente amato dai tifosi bianconeri. --------------------------- Solo noi, solo noi, l'avvocato Guido Rossi l'abbiamo noi 11 Marzo 2008 Fabio Tamburini, sul Sole 24 Ore, svela che "da tempo" il vertice del gruppo Fiat ha un consulente d'eccezione, l'avvocato Guido Rossi, il quale sta lavorando ai piani di riassetto societario delle holding di casa Agnelli. A scavare pi? in fondo, come ? stato evidente fin dal primo giorno di calciopulitopoli (lo scandalo politico-economico-giudiziario gestito da Guido Rossi e da Torino) la consulenza andrebbe fatta risalire all'estate del 2006. Christian Rocca -
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mettiamolo anche qui che lo archiviamo. La crisi Fiat e la consulenza di Guido Rossi, chi lo dice alla Juve? di Liborio Butera La notizia ? di quelle che fa veramente sorridere, l'ha riportata il Sole 24 Ore di ieri, 8 marzo, se non avete gi? gettato il giornale, la trovate a pagina 12. Com'? noto il quotidiano si occupa di economia e l'articolo che vi segnalo ha come oggetto la Fiat e il titolo ? "Fiat, la caduta in borsa e il dilemma auto" a firma di Fabio Tamburini. Come si pu? intuire, tratta il momento delicato che sta attraversando la casa automobilistica torinese e qui francamente c'? poco da ridere, anzi. Scorrendo il pezzo e giungendo verso alla fine il giornalista conclude, giustamente, ponendosi degli interrogativi, ma con una sorpresa finale: per il rilancio della FIAT occorre ? come riporta l'articolo ? "rivedere l'intera catena societaria, che parte dall'accomandita di famiglia e arriva alla Fiat. E' ancora adeguata? Oppure occorrono ritocchi pi? o meno sostanziali? Domande a cui occorrono risposte all'altezza, cosi come sono all'attenzione interventi sulla governance." Domande, dunque, che necessitano di una risposta adeguata e proprio per questo il gruppo torinese si sta avvalendo della professionalit? di uno dei consulenti pi? preparati del Paese, che in passato ha contribuito al risanamento di molti gruppi, si tratta nientepopodimeno che di Guido Rossi, si, proprio cos?, l'"acerrimo nemico" dei tifosi bianconeri che lo hanno accusato di aver mandato la Juve in B e di essere il braccio armato di Moratti e dunque dell'Inter. A questo punto rimane un interrogativo: a questi "ultr?" chi glielo dice? ? 2008 Copyright Comincialitalia.net -
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questa ? l'ipotesi pi? morbida... -
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Comunicato interno. John Lapo e Luca hanno 13 scudetti e non 22. 13 sono esattamente gli scudetti regolari (quasi) che ha l'Inter, visto che gli ultimi due sono illeciti. Lapo Luca e John TIFANO INTER. (gatti volpi et similia manco li considero.... .loffa ) eddai su... ancora a 'sti livelli siamo? Gobbacci, mi volete fa arrabbi?.... mannaccia ?! -
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ovvio, lo so, ma in base a come l'avevi messa tu, sembrava che Gianni dovesse quasi trovare una scusa per giustificare le sue scelte..... (questo si leggeva da uno dei tuoi post, e io a quello rispondevo) Neanche io credo molto a questa versione, e non mi interessa nemmeno un p?. Come sai io il tab? sull'avvocato l'ho rotto da un pezzo. Ci sono molte cose che non mi quadrano, per? (come ho gi? detto) l'avvocato che va a vedere Rimini-Juventus tutto orgoglioso di essersi ripreso la Juventus, io non ce lo vedo proprio. (e tu mi sei sembrato d'accordo) La via non era questa per toglierli di mezzo, e la vicenda di Lapo secondo me ne ? la prova lampante. -
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bhe... Cuccia era oggettivamente una potenza, questo ? assodato. (ora c'? Geronzi al suo posto.... [che poi hai notato che Geronzi fa rima con.... con... con.... vabb? non mi ricordo pi?. ] ) Diciamo che le osservazioni che fai tu sono valide per la pubblica opinio ma tra i due fratelli credo che fossero inutili. Io non me lo vedo l'avvocato che arriva a casa e dice a Umberto: "Huey! Umbi! ma sai che cavolo ? successo oggi? Sono andato a Milano a pavlare con Cuccia e gli ho pvoposto di piazzavti a capo della Fiaz, e lui ha detto: No, no. Non se ne parla neanche. Io ho insistito, ho cevcato di esseve simpatico.... cos? vesto io a fave il capo v?, senno Envi chi lo sente! Un vompicoglioni che non ti dico.... Vabb? tu vai pure al mave che qui ci vesto io." Secondo te Umbi ci avrebbe creduto? -
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Ricambio saluti e complimenti, perch? credo che spesso sia pi? difficile leggere che scrivere.... sapere che nessuno in questa parte del forum lavora per niente ? positivo, sapere che sono molti che si interessano e hanno la voglia di leggere fa piacere.... -
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La Juve in B con l'avvocato non ci sarebbe mai andata, e il motivo ? presente proprio nelle vostre riflessioni. Al massimo avrebbe voluto riprendersela..... questo ? possibilissimo, ma l'avvocato a vedere la partita col Rimini.... Non avrebbe mai permesso. Poi riparleremo presto anche della faccenda di Lapo, perch? c'entra moltissimo in questo discorso. (appena risolvo alcune pratiche al lavoro che mi stanno rubando del tempo prezioso [uffa] ) -
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pi? o meno. Ricordiamoci che il caso Doping alla Juve, ? nato quando l'avvocato era ancora vivo... e poi tutti i soggetti (Gabetti Stevens John Lapo Luca) che ci hanno ammazzato, erano tutti fedeli all'Avvocato... La puzza c'?. Per? sono sicuro che (anche se cos? fosse) la B non ci sarebbe mai stata. -
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dunque, oltre a me e alf24, c'? anche altra gente che comincia a sospettare che l'Avvocato.... -
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Caro alf24, Resta il fatto, per me chiarissimo, che l'avvocato non avrebbe mai fatto le cose che sappiamo, nel modo che sappiamo. Si sarebbe trovata un'altra via. Ricordiamoci che Giraudo e Moggi sono solo due pesciolini per gli squali dell'alta finanza.... mettere in piedi un baraccone di queste dimensioni per toglierli di mezzo... ? grossolano. non quadra. -
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Bilanci Juventus: indagato Grande Stevens (ANSA) - TORINO, 3 MAR - L'avvocato Franzo Grande Stevens e' indagato dalla procura di Torino nell'inchiesta sui conti della vecchia gestione della Juventus.Il legale e' stato presidente del club (oggi, con il nuovo management, ne e' presidente onorario). Gli accertamenti dei magistrati si innestano su quelli legati alle cosiddette plusvalenze realizzate sulla compravendita dei giocatori, ma riguarderebbero un episodio specifico: la cessione del 27% della societa' Campi di Vinovo al costruttore Girardi. ---------------- COME AGNELLI AZZOPP? DE BENEDETTI: ?IO SONO IL CERVINO, VOI LE PREALPI? L'OPA ALLA SGB FALL? PER UN PUGNO DI VOTI: DECISIVE LE MOSSE DEL RE FIAT NON POTEVA SOPPORTARE DI ESSERE DETRONIZZATO ? ?IO, GENIO-co****ne? Paolo Madron per il Sole 24 Ore Giugno 1988. Carlo De Benedetti se ne sta rinchiuso nella sua camera d'albergo a Bruxelles, sommerso da un mare di carte. Si prepara alla resa dei conti dell'indomani, quando lui e la Compagnie de Suez conteranno le azioni della Soci?t? G?n?rale de Belgique in loro possesso. ? l'epilogo di un appassionante testa a testa durato per mesi. A un certo punto squilla il telefono. A chiamare ? Gianni Agnelli. ?Caro Ingegnere, come sta? Volevo dirle... Guardi che ha perso?. De Benedetti non fa una piega: ?? probabile, Avvocato?, risponde gelido. ?No, non ? probabile. ? sicuro. Etienne Davignon non possieder? la sua abilit? finanziaria ma mi ha detto che le addizioni le sa fare e lei non ha scampo ?. Davignon aveva ragione: alla conta del giorno dopo fu 51 a 49, nonostante tutti gli italiani presenti si fossero illusi che l'Ingegnere avrebbe compiuto il miracolo di trovare quel pugno di azioni mancanti per ottenere la vittoria. ? la fine di un sogno, il sipario che cala sulle ambizioni del presidente di Olivetti, il Condottiero come lo avevano definito i giornali stranieri, partito lancia in resta per comprarsi, cos? titol? Repubblica salutando l'impresa, ?un terzo del Belgio?. ?De Benedetti si compra un terzo del Belgio ?. Un terzo del Belgio? E che mai avr? fatto Carlo De Benedetti per insidiare in questo modo l'autonomia di un Paese sovrano? Siccome quel titolo campeggiava a nove colonne su Repubblica, e Repubblica era il giornale dell'Ingegnere, l? per l? nessuno ci dette troppo peso. Sar? un'esagerazione, una spacconata, l'ennesima compiaciuta iperbole che il quotidiano fondato e diretto da Eugenio Scalfari si era inventato per celebrare le gesta del suo editore-padrone. Un terzo del Belgio? Quel titolo cos? enfatico costrinse comunque i cronisti in una fredda mattina del gennaio 1988 ad andare a vedere cosa mai fosse questa Soci?t? G?n?rale de Belgique su cui l'allora presidente dell'Olivetti aveva messo gli occhi. Era successo che, tanto felpatamente da non lasciare traccia alcuna, ne avesse rastrellato quasi un 20% e si stesse preparando a comprare il resto. Soci?t? G?n?rale de Belgique, acronimo Sgb, oggetto misterioso: mai sentita. All'indomani dell'annuncio frotte di cronisti milanesi stazionavano nell'ufficio di Claudio Dematt?, allora rettore della Bocconi e forse il pi? internazionale degli economisti, in cerca di notizie. ?Professore, davvero con questa roba De Benedetti si compra un terzo del Belgio??. Meraviglia, sorpresa. Dalle nebbie dell'ignoranza emerse un tesoro nascosto, un vaso di pandora che aveva dentro di tutto: petrolio, energia, miniere, banche, assicurazioni, compagnie marittime, fabbriche d'armi, distribuite su un dedalo di oltre mille societ?. ?Madonna, questa ? peggio dell'Iri?, comment? allora qualcuno di fronte al fitto reticolo di aziende che si dipanava al di sotto della holding. Vuoi vedere che all'Ingegnere ? riuscito il colpaccio maestro? Occorre sapere che,all'epoca, De Benedetti era il pi? internazionale degli industriali italiani. Pi? di Leopoldo Pirelli, la Comit e le Generali, che come lui si erano imbarcate in una serie d'avventure Oltralpe (tutte poi finite male). Persino pi? di Gianni Agnelli, che di internazionale aveva s? un grande intreccio di amicizie e rimandi, ma i piedi e la testa l'aveva saldamente a Torino. Da dove, dalla sua villa in collina, ogni domenica mattina chiamava il vicino che per cento giorni era anche stato suo dipendente in Fiat sfottendolo amabilmente: ?Che fa Ingegnere, l'Italia le va stretta??. In effetti, sembrava che per le ambizioni di De Benedetti, che parlava un ottimo inglese ed era coccolato dal Financial Times, il Paese fosse troppo angusto. Possedeva l'Olivetti, ci aveva appena portato dentro con colpo ad effetto gli americani di At&t, ma non gli bastava. Bisognava allargarsi, guardare fuori, perch? s'intuiva che di l? a poco il vero teatro della competizione sarebbe stato l'Europa. Allora via all'espansione oltreconfine, prima con la Cerus in Francia, dove aveva appena preso con il beneplacito dell'establishment il controllo della Valeo. Poi con la Cofir in Spagna e la Cofinec in Ungheria. Passo dopo passo, voleva costruire un mosaico di holding internazionali di cui la Sgb avrebbe dovuto essere lo snodo cardine, il tripudio finale. Cos? gli aveva suggerito Alain Minc, allora suo gran consigliere, un ragazzetto brillante con la faccia da professorino che la sa lunga, bravo a pensarle ma molto meno a farle, avrebbe poi detto di lui quando, dopo l'avventura belga, i rapporti si interruppero burrascosamente (per la cronaca, oggi sono ancora in causa per una storia di appropriazione indebita). A quel tempo De Benedetti era la mente e il giovane, supponente Minc il braccio. E la Sgb una, Vieille Dame dormiente sotto la protettiva ala della famiglia reale, preda ghiotta per chi ci avesse messo gli occhi addosso osando un po' di sfrontatezza. Fu cos? che con quel 20% messo da parte senza colpo ferire De Benedetti si present? da Ren? Lamy, presidente della Sgb, con la sua brava scatola di cioccolatini Peyrano sotto il braccio. Voleva fare la persona trasparente, voleva che ancora una volta non si sparasse addosso al solito italiano che entra in casa senza chiedere permesso e si comporta da cafone. Non l'avesse mai fatto, perch? quella cortesia gli sarebbe costata la pelle. La signora ? vecchia e addormentata, il suo presidente non ? un fulmine, ma capisce al volo che sta rischiando la poltrona. Quando De Benedetti esce da casa sua con il boccone della cena di traverso, Lamy riunisce di gran fretta i consiglieri d'amministrazione e vara un aumento di capitale per rendere pi? ostica la scalata. Tra loro chiama subito quello pi? in vista, Etienne Davignon, un boiardo a cavallo tra la finanza e la politica, visto che era stato capo di gabinetto di Paul-Henri Spaak e vice presidente della Commissione europea, e gli chiede aiuto. Il barone capisce al volo che il povero Lamy da solo non ce l'avrebbe mai fatta a tirarsi fuori, ma che bisognava procurarsi un cavaliere bianco e una buona banca per alzare le barricate. Il primo lo trova a Parigi, in quella Compagnie de Suez di cui, ironia della sorte, lo stesso De Benedetti ? amministratore. Il secondo glielo suggerisce Gianni Agnelli: ?Caro Etienne, chiami il mio amico Michel- David Weill alla Lazard. ? l? che non vede l'ora di darvi una mano?, gli dice l'Avvocato. Ma cosa c'entra Agnelli e perch? mette becco in una vicenda che non lo riguarda, e lo fa per di pi? mettendo i bastoni tra le ruote al suo vicino di casa? Perfida ammirazione, ecco cosa lo spinge. Quando i telegiornali aprono con la notizia della spedizione in Belgio, l'allora presidente della Fiat non si nega: ?Quello di De Benedetti ? un gran colpo di teatro? commenta. Da allora, gli telefona ogni giorno di prima mattina: ?Che fa Ingegnere, l'Italia le va stretta? E quante azioni ha comprato oggi? Per? stia attento a non fare il passo pi? lungo della gamba. E soprattutto si ricordi quel che dice Cuccia: io sono il Cervino, voi le Prealpi?. Per tutta risposta De Benedetti, non meno immaginifico, a quanti gli chiedevano se puntasse a scalzare la supremazia dell'Avvocato rispondeva perfido che no, Agnelli era il Re Sole e lui soltanto un borghese, ben sapendo che fine orrenda era toccata alla monarchia di Francia. Sta di fatto che in Belgio successe di tutto, e visto che non esisteva una legge sull'Opa fu caccia aperta e molto borderline alle azioni Sgb in circolazione. In un certo senso, a De Benedetti capit? quel che occorse a Mario Schimberni quando si lanci? all'assalto di Montedison: tutti i pacchetti di azioni, anche i pi? piccoli, risultavano decisivi per una battaglia che si combatteva sul filo di risicatissime maggioranze. E quando si combatte all'ultimo sangue, non si esita a vendere l'argenteria di casa pur di incamerare munizioni buone per comprare. In quell'occasione, l'Ingegnere impegn? l'argenteria di famiglia pur di far sua la posta, e perse sul filo di lana: 51 contro 49, dopo aver rifiutato, per insipienza di Minc, un pacco di azioni fiamminghe di Sgb che, se pur comprate a quattro volte i prezzi di Borsa, gli avrebbero consentito di aggiudicarsi la partita. In quei mesi la sua popolarit? era all'apice, i giornali di mezzo mondo lo chiamavano il Condottiero, e lui non si negava uscite ad effetto che i giornali prontamente rimbalzavano: ?Sono venuto a fischiare la fine della ricreazione? disse baldanzoso dopo uno dei suoi tanti sbarchi a Bruxelles, citando De Gaulle e facendo la gioia dei giornalisti al seguito che gi? si ritrovavano il titolo bell'e fatto. Ed era una continua spola tra Bruxelles e Parigi, dove Jacques Delors e il suo capo di gabinetto Pascal Lamy lo chiamavano per sentire cosa pensasse di Europa e di liberalizzazioni. E di telefoni, visto che lo standard Gsm muoveva i primi passi e De Benedetti qualche idea e ambizione nel settore ce l'aveva. Presi dal turbinio e dai colpi di scena della battaglia con Suez, a nessuno pass? mai per la testa di chiedergli cosa volesse farsene di questa benedetta Sgb una volta piantataci la sua bandiera. Lo rivel? solo molti anni pi? tardi, quando oramai la vicenda era un lontano ricordo. La sua intenzione era quella di vendere tutto, miniere, banche, assicurazioni a quant'altro, e di tenere solo Electrabel, l'azienda elettrica. Corsi e ricorsi, la stessa con cui poi avrebbe stretto un'alleanza in Sorgenia. E ad essa avrebbe affiancato una holding nuova di zecca, Electratel, che sarebbe diventata quel che poi fece con Omnitel, capofila di tutte le attivit? di telefonia mobile. Insomma, di tutto quel coacervo di societ? De Benedetti voleva cavar fuori quel che pi? aveva margini di sviluppo, il resto mollarlo tutto. Esattamente come poi fece Suez, con una mossa che di fatto segn? la sparizione dieci anni dopo della Vieille Dame come holding. Solo che, potendo, lui lo avrebbe fatto quindici anni prima. L'avventura belga si concluse con un'infuocata assemblea nel giugno dello stesso anno, il 1988. Per l'occasione fu montata a Bruxelles una struttura ad hoc, un tendone bianco per contenere la straripante folla di osservatori e partecipanti. Su un improvvisato tavolo erano schierati tutti i maggiorenti della Sgb, a partire da Lamy e Davignon, con in bocca la sua ineffabile pipa. Per Suez c'erano il presidente Renaud de la Geni?re,l'ad Gerard Worms,e il direttore generale Patrick Ponsolle, oggi Pdg di Eurotunnel, e Jean Antoine Galignani, allora numero uno della banca Indosuez, che ora ritroviamo nei panni di commissario che marca a vista Daniel Bouton nella mal ridotta Soci?t? G?n?rale. Insomma, una bella galleria di enarchi. L'Ingegnere era solo in mezzo alla platea. Poco distante da lui Gianluca Braggiotti, fratello di Gerardo, allora manager Olivetti. A un certo punto si alz? e cos? inizi? il suo discorso: ?Mi chiamo Carlo De Benedetti, e sono un industriale torinese...?. Discorso di commiato, perch? sapeva bene ci? che tutti sapevano: che la battaglia era persa, che il sogno di conquistare un terzo del Belgio era tramontato, e che d'ora in avanti avrebbe dovuto lottare con tutte le sue forze per cercare di uscire da quel pantano dove stava immerso fino al collo. La sera prima lo aveva raggiunto nella sua camera d'albergo di Bruxelles la solita telefonata di Agnelli: ?Che fa Ingegnere? Volevo dirle... Guardi che ha perso??. E lui: ?? probabile, avvocato?. ?No, no, ? sicuro. Davignon non possieder? la sua abilit? finanziaria ma mi ha detto che sa fare le addizioni e lei non ha scampo?. L'antipatico Davignon aveva ragione: alla conta del giorno dopo fu 51 a 49, nonostante tutti gli italiani presenti si fossero illusi che l'Ingegnere avrebbe fatto il miracolo, e che nottetempo quel pacchetto di azioni Sgb in mano ai fiamminghi fosse finito dalla sua parte. Tout s'Etienne, e di l? a poco, ricompensa per il buon lavoro svolto, Davignon fu accolto in pompa magna nel consiglio d'amministrazione della Fiat. Agnelli, rassicurato e compiaciuto, continu? per molte domeniche a telefonare al suo vicino di casa senza venir mai meno all'irrinunciabile sfott?: ?Che fa Ingegnere? Si ricordi che io sono il Cervino, e voi le Prealpi?. De Benedetti sud? quattro camicie, blocc? su ogni minuzia il cda della Sgb tanto che a un certo punto, pur di levarselo di torno, quelli di Suez liquidarono il suo 49% pagandolo pi? di quanto avesse speso, ma smise per sempre i panni del Condottiero e torn? ad occuparsi di Olivetti e Repubblica. Adesso, che ? tutto cos? lontano, che molti dei protagonisti di allora non ci sono pi?, e Neige, Neve, la figlia di Rodolfo che lo ha reso per la prima volta nonno proprio in piena campagna belga ha compiuto vent'anni, l'Ingegnere parla con distacco di quell'avventura. Con gli amici che proprio di recente gli hanno chiesto una commemorazione di quegli anni ? stato lapidario: ?Sono stato un genio nell'ideazione, un co****ne nell'esecuzione?. A quasi 74 anni, con quel sano distacco dalle cose che solo la conquistata maturit? ti sa dare, in fondo ci si pu? anche dare del genio-co****ne, ossimoro apparente. E sorridere. (pubblicato su Dagospia)