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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. E mica serve Moggi! Nucini ha detto che aveva a che fare con Facchetti, nessuno ha smentito. Punto. Se l'ha detto l'interessato stesso a cosa serve Moggi?
  2. Cobolli: Collina sa fare suo lavoro Presidente Juve commenta il secondo gol di Maicon a Siena (ANSA) - ROMA, 21 DIC - ''Collina e' in grado di fare il suo mestiere''. Cosi' il presidente della Juventus Cobolli Gigli, sul gol in fuorigioco di Maicon a Siena. ''In questi ultimi tre anni il mio maestro e' stato Giampiero Boniperti, che mi ha spiegato che le partite e' meglio vincerle sempre e in qualsiasi momento, anche all'ultimo minuto e anche per fuorigioco. So che non e' un discorso molto sportivo ma e' molto pragmatico, e nel calcio ci vuole anche questo'', ha detto il presidente bianconero. http://www.corrieredellosport.it Fuori di senno. Deve essere cos? per forza.
  3. Scandalo Tangenti All'iraq, Fiat patteggia 18 milioni di dollari Ansa - La Fiat acconsente a pagare circa 17,8 milioni di dollari alle autorita' americane per regolare un'indagine sul programma Onu 'Oil for food' in Iraq. Il gruppo torinese, accusato di aver pagato tangenti all'ex governo di Bagdad per ottenere contratti, si e' impegnato a versare 7 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia statunitense e oltre 10 milioni (di cui 3,6 milioni di dollari di multa e 7,2 milioni in interessi e profitti legati ai contratti iracheni contestati) per risolvere il contenzioso con la Sec, la consob americana. ''Gli accordi raggiunti sanciscono la conclusione di una vicenda spiacevole, che ha coinvolto il Gruppo Fiat molti anni fa'', spiega il Lingotto, sottolineando come ''e' importante sottolineare che i fatti si riferiscono ad un governo che attualmente non e' piu' in carica. E, cosa ancora piu' significativa, il Gruppo Fiat ha posto in essere un rigoroso sistema di verifiche interne e severi programmi di controllo ai quali tutte le societa' del Gruppo si attengono rigidamente''. Dalle autorita' americane tre controllate della Fiat, cioe' Iveco, Cnh Italia e Cnh France, sono state accusate di aver pagato fra il 2000 e il 2003 circa 4,3 milioni di tangenti all'Iraq per la vendita di veicoli e componenti. Il programma Oil for Food aveva come obiettivo quello di alleggerire le sofferenze della popolazione irachena, in difficolta' in seguito alle sanzioni internazionali. ''Il programma - si legge nel comunicato della Sec - prevedeva che il governo iracheno acquistasse beni umanitari attraverso'' un conto a garanzia Onu. ''Le tangenti pagate dalle controllate della Fiat - spiega la Sec - hanno sottratto fondi dal conto per trasferirli in conti controllati dall'Iraq in banche situate in paesi quali la Giordania''. La Fiat ha la ''responsabilita' per le azioni delle sue tre controllate (Iveco, Cnh Italia e Cnh Francia), i cui dipendenti e agenti hanno effettuato pagamenti impropri all'ex governo iracheno per ottenere contratti con i ministeri iracheni'', precisa il Dipartimento di Giustizia, sottolineando come le tangenti venivano descritte come ''commissione sui servizi dopo vendita''. ''L'obiettivo primario della cospirazione era quello di ottenere e conservare business lucrativi in Iraq attraverso il pagamento di tangenti al governo, che venivano nascoste alle Nazioni Unite''. [23-12-2008] http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2273.htm
  4. MARGHERITA AGNELLI REPLICA A DAGOSPIA: ?per ora nessuna risposta in merito alla richiesta di chiarezza del rendiconto ? pervenuta - Si ritiene oltraggiosa la dichiarazione secondo cui dietro ci sia l??aggressivit?? del marito: il Conte Serge de Pahlen?... Riceviamo e pubblichiamo: Milano, 23 dicembre. In merito alle dichiarazioni apparse ieri sul sito di Dagospia riguardo la controversia legale tra Margherita Agnelli de Pahlen e Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, si precisa che per ora nessuna risposta in merito alla richiesta di chiarezza del rendiconto ? pervenuta e che i legali di Margherita Agnelli de Pahlen non sono mai stati contattati dai legali di Gabetti, di Grande Stevens e di Maron. Solo una volta esaminato il rendiconto si potr? procedere alla ricerca di una soluzione. La stessa Margherita ? la prima ad auspicare una soluzione pacifica, da lei lungamente cercata negli anni precedenti. ? bizzarro che si discuta sul sito di una "grande guerra" visto che non c'? nessuna guerra in corso, e che si parli di "accordi", quando non ci sono accordi da raggiungere, se non la chiarezza patrimoniale. La richiesta di rendiconto, come pi? volte sottolineato, ? una richiesta di trasparenza. Non si capisce perci? come si possa parlare di un "grosso malinteso". ? inoltre inammissibile che ogni volta che Margherita Agnelli de Pahlen vuole difendere i propri diritti le venga attribuito di "non stare alla regole" e di essere "inquieta". Si ritiene poi oltremodo oltraggiosa la dichiarazione secondo cui dietro la richiesta di rendiconto ci sia l'"aggressivit?" del marito: il Conte Serge de Pahlen. Si ribadisce che la decisione di Margherita Agnelli ? stata presa autonomamente e seguendo i suoi diritti di cittadina italiana. Per una futura ricomposizione dell'armonia familiare, certamente il ruolo di John Elkann, pu? essere molto importante. Si precisa infine che la volont? di spostare il processo in Svizzera apparteneva ai legali di Maron, e conseguentemente ai legali di Gabetti e Grande Stevens, che hanno chiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare che il giudice italiano non ? competente. La richiesta a fine ottobre 2008 ? stata respinta, mentre il 3 aprile 2009 ci sar? la prima udienza a Torino, a meno che - come ci fa capire Gabetti - non vi sia una reale intenzione di chiarire la successione in via extragiudiziale. D'Antona & Partners STRATEGIE DI COMUNICAZIONE Rispostina sibillina by dago Nel film "Guerra e Pace" il pricipe Bolkonsky esclama :"Bisogna vivere, bisogna amare, bisogna credere". Per mamma Margherita, sposata de Phalen, e' arrivato il momento. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2260.htm -------------------- MONTEPREZZEMOLO DIMENTICA DI NON ESSERE PI? IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA E INVADE CON BEN 4 MACCHINE IL GARAGE DELLA LUISS - FIAT CRISI: 2009 SENZA PUBBLICIT? - BERETTA PAGA LA NAPOLI BY LUCA Luchino di Montezemolo ? piuttosto seccato e molto preoccupato. A dargli fastidio sono alcune studentesse della Luiss, l'universit? di Confindustria, che dopo averlo eletto a simbolo di una virilit? prorompente, hanno fatto notare con garbo alla direzione dell'ateneo che nel garage sono parcheggiate ben 4 macchine personali del "ragazzo dei Parioli". Ma non ? questa piccola invasione privata che turba il sonno del presidente di Fiat, Ferrari, Luiss e Fondo Charme, bens? le notizie che colpiscono la Fiat e che gli arrivano dai piani alti di Confindustria. Per la prima volta il Gruppo torinese ha deciso infatti di non mettere a budget per il 2009 alcun investimento pubblicitario. Per decenni la Fiat ? stata ai vertici dei top-spenders, ma con l'aria che tira il vertice del Lingotto ha deciso che gli interventi in pubblicit? saranno decisi di volta in volta, e solo a supporto del lancio di nuovi modelli. Gi?, ma quali modelli? - si chiedono i pubblicitari - quando Marpionne ha dichiarato che "puoi fare l'auto pi? bella del mondo, ma se non te la comprano...". Di certo c'? solo il lancio della Fiat 500 Cabrio per la quale ? scattata finora soltanto una pre-gara creativa poich? il lancio del nuovo modello ? stato fissato per l'aprile 2009, e gli inviti sono stati spediti alle agenzie Leo Burnett, Krow, 515 e Stv. A questi affanni Luchino deve aggiungere le informazioni che gli arrivano da viale dell'Astronomia dove nella giornata di oggi saranno cancellate definitivamente le tracce della sua rutilante presidenza. A Dagospia risulta infatti che nelle prossime ore la moretta di Mantova, Emma Marcegaglia, incontrer? il parroco di campagna Maurizio Beretta per un commiato definitivo. L'abbandono della carica di direttore generale da parte del giornalista pi? vicino a Montezemolone, era scontato da tempo, ma sembra che ad accelerare la rottura sia stata la guerra tra i due candidati per la presidenza dell'Unione Industriali di Napoli dove si sono scontrati il risorto Antonio D'Amato (l'ex-presidente di Confindustria dal 2000 al 2004) e Paolo Scudieri (un imprenditore della gomma 48enne, vicepresidente uscente della Confindustria napoletana). Su quest'ultimo Beretta si ? speso molto perch? Scudieri gode delle simpatie di Luchino, e questo feeling non ? affatto piaciuto alla Marcegaglia che ha convinto la Giunta dell'Unione napoletana a riconfermare per due anni l'uscente Giovanni Lettieri. Con l'uscita di Beretta la strada della successione si spalanca per il momento davanti a Daniel Kraus, una vecchia volpe di Assolombarda che fu cacciato da Confindustria quando Innocenzo Cipolletta era direttore generale. Si pu? dire quindi che il nuovo anno non vedr? pi? nessun "montezemoliano" dentro l'organigramma di viale dell'Astronomia. I pulcini allevati in laboratorio da Luchino se ne sono andati uno ad uno per lasciare il campo alle truppe della Marcegaglia che finora ha messo in piedi una struttura piuttosto fragile. In ordine di tempo hanno lasciato il campo: Vincenzo Petrone (capo dell'internazionalizzazione), Carlo Calenda (assistente di Montezemolo), Francesco Delzio (ex-segretario nazionale dei Giovani Imprenditori, arruolato da Colaninno Junior alla Piaggio), Simone Piattelli Palmarini (vecchio collaboratore in Ferrari, poi responsabile della stampa estera, emigrato a Lottomatica) e Luigi Mastrobuono (il 53enne vicedirettore generale che a luglio ? finito sulla poltrona di amministratore delegato della Nuova Fiera di Roma). Con l'uscita del parroco di campagna Beretta, l'ultimo cascame di Luchino e della sua piccola lobby, si chiude un'epoca. http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_...ticolo-2255.htm --------------------- FIAT/ Per salvarla non serve un?alleanza, ma una ?rivoluzione? Juanfran Valer?n Per capire la crisi che attraversa Fiat, oltre a guardare i dati relativi alle quote di mercato e ai conti economici del gruppo, possiamo anche semplicemente soffermarci su alcune constatazioni che partono dal lato del consumatore e dal modello che avrebbe dovuto segnare la ?rinascita? definitiva della casa del Lingotto: la 500. La terza serie di questa vettura viene prodotta in Polonia grazie anche a una joint venture con Ford. In cambio dell?utilizzo del medesimo stabilimento e dei propulsori, la casa tedesco-americana ha fornito il pianale progettato per la nuova Ka, che entrer? in commercio tra pochi giorni e decisamente in ritardo rispetto alla ?sorella? 500. Ebbene, facendo qualche raffronto sui prezzi delle due citate vetture, scopriamo che il modello base della 500, motorizzata 1.2 a benzina, costa 11.150 euro, mentre la Ka, con lo stesso propulsore, ? venduta a 9.750 euro. Da cosa pu? essere giustificata una differenza di 1.400 euro su vetture identiche dal punto di vista meccanico? Questa domanda cresce ancor pi? se consideriamo che la versione Titanium della Ka, quella che volgarmente potremmo definire full optional (anche se non lo ?) costa comunque 150 euro in meno della 500 base, cui manca, per esempio, un optional irrinunciabile come il climatizzatore. La risposta alla domanda sopra posta pu? trovarsi nella diversa qualit? degli allestimenti e, ancor pi?, nel valore del brand. La nuova 500 ? certamente lontana da quella vettura che negli anni del boom economico italiano permise a un?intera nazione di muoversi facilmente su quattro ruote. Non ?, in altre parole, l?utilitaria a portata di tasche, ovvero quel prodotto che tutte le principali case automobilistiche stanno cercando di offrire ai consumatori. ? solo da poco che il gruppo torinese sta pensando di produrre una vettura in quel famoso segmento ?low cost? che, purtroppo per Marchionne, si sta gi? saturando e dove si stanno affermando altri marchi, primo fra tutti Dacia (costruttore rumeno controllato da Renault). I pi? esperti dicono che ormai sia inevitabile per Fiat un?alleanza con un altro costruttore. Certamente lo ?, ma potrebbe non bastare. Sono troppi gli errori del passato che il gruppo sta pagando e pagher? ancora. Innanzitutto la concentrazione di tutti i marchi italiani in unico gruppo. Questo ha eliminato una sana concorrenza gi? solo sul mercato interno. Si pensi, per esempio, alla rivalit? esistente tra Mercedes e Bmw in Germania, tra due citt? (Monaco e Stoccarda) e due modi di concepire l?auto. Una differenza che in passato esisteva tra Fiat e Alfa Romeo, tra Torino e Milano. Da anni non c?? pi? e non ? un bene, perch? la logica del gruppo ? evitare sovrapposizioni e ?cannibalizzazioni? tra modelli dello stesso segmento. Un gruppo automobilistico dovrebbe pensare ad alleanze internazionali. E in questo senso ? significativa l?esperienza di Volkswagen. Il gruppo tedesco, infatti, non soffre grossa competizione tra i due marchi nazionali (Audi e Volkswagen), avendo scelto differenti strategie di mercato e di diversificazione del prodotto. Inoltre l?acquisizione di Seat e Skoda gli permette di diversificare i propri marchi rispetto alle esigenze dei clienti e, soprattutto, di ?presidiare? geograficamente gli stabilimenti (sono presenti in Spagna, Germania e Repubblica Ceca) e i mercati dell?Europa occidentale, orientale e mediterranea. Inoltre, la forza di un gruppo come quello tedesco sta anche nell?offrire alle classi pi? basse delle autovetture le conoscenze e le innovazioni portate da quelle pi? alte. Valga per tutti l?esempio della nuova Seat Ibiza, curata dal punto meccanico-telaistico dai tecnici dell?Audi. In tal senso pensate a che appeal potrebbe avere sul pubblico una Fiat che in alcuni dettagli, motoristici per esempio, fosse curata dalla Ferrari, anzich? dall?Abarth! (l?idea ? stata lanciata pi? volte da Berlusconi, senza riscuotere successo, anzi?). In ogni caso, l?attuale posizionamento non baster? al gruppo tedesco per superare indenne la recessione alle porte, ma gli permetter? di aver vita pi? facile di quello italiano che, pi? che pensare a un?aggregazione dovrebbe, a mio avviso, pensare a una sua grande rivoluzione ?interna?. Innanzitutto cedere i marchi Lancia e Alfa Romeo. Marchionne stava riuscendo a fatica a farli marciare e per il 2009 erano previsti nuovi e interessanti modelli. Soprattutto per il Biscione, che ancora pu? contare su un certo appeal sul pubblico, essendo stata storicamente la casa sportiva nazionale, la prima a correre in Formula 1 e ad aver dato ?ospitalit?? al genio di Enzo Ferrari. Un patrimonio che, schiacciato dalle logiche del gruppo, potrebbe essere definitivamente perso. La Mi.To, per esempio, ? s? un?auto apprezzabile dal punto di vista estetico e anche tecnico, ma non perfetta per un vero alfista (pu? sembrare banale, ma la casa del Portello, quando ancora non era nel gruppo, mai si sarebbe sognata di costruire un?auto a trazione anteriore!). L?altra casa di Torino, invece, soffre tremendamente la concorrenza tedesca, essendo nata e caratterizzata dal ?viaggiare nel confort e nel lusso?. Forse sarebbe stato saggio, in tempi passati, lasciare che l?Alfa Romeo passasse nelle mani della Ford, da sempre alla ricerca di un marchio dal sapore sportivo e che, pi? volte nella storia, cerc? addirittura di ?cavalcare? il cavallino rampante di Ferrari. Forse non ? troppo tardi per accorgersi che ?l?italianit?? rischia, come nel caso di Alitalia, di trasformarsi in un pericoloso boomerang. Fiat potrebbe poi decidere di lanciarsi senza esitazioni nel segmento delle vetture low cost e, soprattutto grazie alle partnership instaurate con case cinesi, russe e indiane, potrebbe anche pensare di produrle al di fuori della Penisola. Certo, questo sarebbe un grosso colpo per l?occupazione interna, ma non tutto dovrebbe essere costruito e prodotto all?esterno. L?eccellenza italiana esiste infatti, oltre che nel design, nel settore dei motori. Fiat ? stata la prima casa a montare il common rail sui motori alimentati a gasolio, dando il via alla ?rivoluzione? dell?iniezione diretta. Senza dimenticare il twin spark e il boxer dell?Alfa Romeo: motori capaci di trasmettere emozioni sportive al volante. E che dire del tema del rispetto dell?ambiente? Fiat ? gi? in grado di offrire vetture in linea con gli standard Euro 5 (obbligatori dal 2010), a basse emissioni di CO2 e da anni equipaggiate per viaggiare a metano. In sintesi l?Italia potrebbe benissimo pensare di smettere di essere costruttore e specializzarsi diventando fornitore di componenti e di "stile" per l?auto. Questo sempre che si voglia mantenere il patrimonio italiano automobilistico. L?alternativa ? diventare terra di ?colonizzazione?. Basta guardare a quello che ? successo in Inghilterra, altra terra di tradizione automobilistica, dove i costruttori nazionali sono spariti, e l?isola d?oltremanica ? diventata l?avamposto europeo di Toyota. Pensiamoci, o rischiamo di difendere a tutti i costi un fortino che al suo interno pu? restare senza neanche una moneta d?oro. http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=10338
  5. La grande guerra per l?eredit? tra Margherita e i grandi ?vecchi? Fiat ? finita - A tendere la mano per primo (?un contributo costruttivo?) ? stato G.L. Gabetti - (Di scritto ancora nulla, ma la notizia gira a Torino e viene datA PER sicura) Di scritto non c'? ancora nulla, ma la notizia gira a Torino e viene data per sicura. La grande guerra per l'eredit? di Gianni Agnelli tra la figlia Margherita e i grandi "vecchi" della Fiat, Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, ? finita. Sembra infatti che dopo mesi di furibonde polemiche che hanno mobilitato uno stuolo di avvocati e occupato pagine di giornali, la madre di Yaki e Lapo stia per chiudere una transazione soddisfacente. Cala cos? il sipario sulla scena pi? brutta della saga familiare che ha visto contrapposti la primogenita dell'Avvocato e la madre Marella, una storia di parenti "potenti e serpenti" dove la sequenza pi? brutta ? stata vista ai funerali dell'editore Carlo Caracciolo (fratello di Marella Agnelli) quando la 53enne Margherita (sposata De Pahlen) e i due figli (Yaki e Lapo) non si sono nemmeno salutati. Per molti mesi si ? discusso sulla sede del processo; per Margherita che abita a Losanna il giudizio avrebbe dovuto svolgersi in Svizzera poich? nella vicenda dell'eredit? era chiamato in causa anche il finanziere Siegfried Maron che ha la cittadinanza in quel paese. Nell'ottobre scorso ? arrivata la decisione di svolgere il dibattimento a Torino e da quel momento si ? cominciato a tessere una tela sottile per evitare lo scontro frontale con Gabetti e Grande Stevens, i due tutori della Sacra Famiglia degli Agnelli. A tendere la mano per primo ? stato proprio Gabetti che in un'intervista i primi di dicembre si ? dichiarato disponibile "a dare un contributo costruttivo e se possibile pacifico al ripristino della verit?". L'anziano avvocato riprendeva la volont? espressa da John Elkann di risolvere il "grosso malinteso" e sono bastate queste parole per convincere l'inquieta Margherita (dietro la quale ? apparsa sempre chiara l'aggressivit? del marito De Pahlen) a sedersi intorno a un tavolo per trattare la resa. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2219.htm
  6. Moggi: "Arbitri in buona fede? Una favola, chi ci crede pi?" L'ex dg della Juventus risponde cos? a Moratti e Cobolli Gigli in riferimento agli errori arbitrali di questo campionato: "Se in passato sbagliavano in favore della Juve erano in malafede, mentre ora che sbagliano a favore dell?Inter lo fanno in buona fede?" Milano, 23 dicembre 2008 - "Buona fede arbitrale di oggi al posto della malafede del passato? Ma chi ci crede pi?". Luciano Moggi risponde cos? sulle colonne di "Libero" ai presidenti di Inter e Juve Moratti e Cobolli Gigli in riferimento agli errori arbitrali di questo campionato. "Coloro che hanno sbagliato a Siena a favore dell?Inter - prosegue Moggi - sono gli stessi che sbagliavano in passato (Griselli e Calcagno) e se in passato sbagliavano in favore della Juve erano in malafede, mentre ora che sbagliano a favore dell?Inter lo fanno in buona fede?. Errori e aiutini vari ci sono sempre stati e l?unica cosa che varia ? l?interpretazione che ad essi viene data. Oggi sono tutti pronti a dire che la sudditanza psicologica non esiste, salvo poi notare che il potente viene guardato in altra maniera e che a farne le spese sono sempre le piccole. In passato non ci sono stati complotti e macchinazioni, perch? diversamente se ci fossero stati prima, ci sarebbero anche oggi. Il sempre attento Mughini ha detto di voler leggere le intercettazioni, ?non quelle delle chiacchiere da bar, ma di una almeno dove si dimostri che qualcuno sia stato corrott?. Questa domanda la pongo a Moratti e nello stesso tempo gli faccio presente che l?unica societ? che in quei tempi aveva contatti diretti con un arbitro in attivit? era l?Inter". http://quotidianonet.ilsole24ore.com
  7. Ma infatti il gioco non ? favorire l'Inter su ogni azione. Il gioco ? che quando voi siete nella m***a o quando il risultato ? a rischio, si interviene con la lima. ( o con la raspa, a seconda di cosa serve, questa volta hanno usato la raspa)
  8. Dagli spalti cantavano "sapete solo rubare". Non dico altro.
  9. qui dentro ormai posto quasi solo pi? io... per? a volte gli eventi.... "Siena penalizzato, non sfortunato" Giampaolo:"Fatico ad accettare " "C'? amarezza, un Siena generoso e penalizzato, pi? che sfortunato. Questa ? la mia puntualizzazione. Mi spiace, ma faccio fatica ad accettare la sconfitta per come ? maturata. I miei ragazzi hanno fatto una prova straordinaria". L'allenatore del Siena Giampaolo analizza con queste parole il ko interno dei suoi ragazzi nel secondo anticipo di serie A. "Il secondo gol ci pesa, ? nettamente in fuorigioco". Concesso un gol agli onestoni con 4 (e dico quattro) giocatori in fuorigioco. Buon campionato irregolare taroccato e da annullare a tutti!
  10. F1, Ecclestone contro Montezemolo "Abbiamo comprato la fedelt? Ferrari" A Bernie Eccletone non sono piaciute le dichiarazioni di Luca di Montezemolo, presidente della Ferrari e della Fota (l'associazione dei Costruttori) a proposito dell'attuale spartizione degli introiti della F1 gestiti: "La Ferrari prende soldi extra rispetto alle altre squadre, circa 80 milioni di dollari. Abbiamo 'comprato' la fedelta' della Ferrari. Il nostro era: noi pagavamo in modo che loro non andassero da un'altra parte". Montezemolo aveva detto che la Fota in questi giorni avrebbe discusso con Ecclestone per rivedere le cifre che incassano attualmente le squadre, che sono circa il 50% degli introiti della F1. Troppo pochi, secondo Montezemolo il quale non si spiega neanche il motivo per cui il Canada non sia pi? presente nel calendario della F1, e il motivo per cui parecchi sponsor stiano abbandonando i team minori. La replica di Ecclestone non si ? fatta attendere. E che replica! Sulle colonne del 'Times', il patron della F1 ha gettato veleno sulla Ferrari: "La sola cosa che Montezemolo non ha menzionato- ha detto Bernie- ? il fatto che la Ferrari prende soldi extra rispetto alle altre squadre e che da anni riceve cose extra. La Ferrari prende pi? soldi di tutti gli altri. Sanno esattamente quanto prendono. Non sono stupidi, anche se non sono neanche cosi' brillanti. Ricevono 80 milioni di dollari in pi?. Quando vincono il campionato Costruttori, come hanno fatto quest'anno, prendono 80 milioni in pi? anche se lo vince la McLaren". Ecclestone ha raccontato che "l'accordo speciale" con la Ferrari risale al 2003, quando i Costruttori minacciarono di lasciare la F1 per creare un campionato parallelo se non si fosse rivisto il 'Patto della concordia'. "La Ferrari era l'unica squadra ad aver rotto il fronte con gli altri Costruttori. Perch? lo hanno fatto? Ecco dove arrivano gli 80 milioni. Abbiamo 'comprato' la Ferrari. Abbiamo 'comprato' la fedelta' della Ferrari. Il nostro accordo con la Ferrari era questo: noi li compravamo in modo che loro non andavano da un'altra parte". Montezemolo aveva chiesto anche piu? trasparenza da parte di Ecclestone nella gestione degli affari della F1. Cosa che il patron della Foa ha preso come un attacco alla sua etica. "Loro hanno il diritto di inviare delle persone nell'azienda per cercare tutto. La Ferrari in particolare, pi? di ogni altro, fin dal primo giorno ha avuto questo diritto ma non lo ha mai fatto. Abbiamo dei banchieri qui e abbiamo il personale del CVC Capital Partners che controllano ogni singola cosa. Per cui faremo causa a chiunque comincia a dire che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato". Eccestone ha poi detto che non conceder? aumenti alle squadre: "Quello che Montezemolo dovrebbe fare, anzich? chiedere soldi, sarebbe di divedere quel denaro con le altre squadre". Poi la spiegazione sull'esclusione del Canada dal calendario della F1: "La ragione della sua esclusione ? stata discussa con tutte le squadre, inclusa la Ferrari, ed erano concordi sul fatto che la cifra che il Canada pagava non era lontanamente sufficiente". Infine l'ultima stoccata a Montezemolo: "E' un peccato che non sia in contatto con le persone che sembrano gestire la compagnia in contrapposizione a ci? che egli fa, lavorando come ufficio stampa". Dopo questo attacco frontale, da Maranello ? arrivato subito un secco 'no comment': "Non abbiamo nulla da commentare rispetto alle dichiarazioni rilasciate da Bernie Ecclestone sul Times. Possiamo solo dire che il tema dei ricavi ? di grande attualit? in questo particolare momento della F1". http://www.sportmediaset.it Bene Luchino. Pi? nemici hai, meglio
  11. MISTER MISTERI: "NON SONO UNO SPIONE"... Edoardo Montolli per "Oggi" La voce stanca, ma tagliente, del superconsulente informatico arriva di notte da un telefono sulla Salerno-Reggio Calabria. Lui sta tornando a Palermo, dove vive. ?Scusi l'ora, ma ho avuto da fare con il processo sull'omicidio del capomafia di Siderno?. Gioacchino Genchi, 48 anni, ? l'uomo-chiave di Why Not?, l'inchiesta dell'ex pm Luigi De Magistris che ha causato in questi giorni sequestri e controsequestri degli incartamenti tra magistrati e il conseguente trasferimento di procuratori e pubblici ministeri. Mai successo prima. Salerno che accusa Catanzaro di aver orchestrato un complotto per togliere la madre di tutte le inchieste a De Magistris. Catanzaro che risponde tuonando proprio contro il principale artefice di quell'inchiesta: Genchi. Perch? possiederebbe un misterioso archivio informatico con 578.000 richieste anagrafiche, tra cui parlamentari, giudici e 007? Un archivio ?illegale?, scrivono i magistrati di Catanzaro, che ((attenta al diritto alla privacy? e che conterrebbe pure 'utenze coperte dal segreto di Stato?. Possibile che lo schivo superconsulente Genchi, massimo esperto nell'analisi dei tabulati telefonici, diventi una figura inquietante? La nostra intervista esclusiva comincia da qui, dall'archivio segreto. Genchi, lei ? indagato? ?A oggi mi risulta di no. Peraltro nemmeno riesco a immaginare da chi e per quale reato. Questi polveroni si alzano ogni volta che mi occupo di indagini che riguardano i politici. Tutti i dati che raccolgo su incarico di pubblici ministeri o giudici fanno parte dei fascicoli processuali. E ne viene data copia integrale ai difensori. Di segreto, quindi, non c'? nulla. Quanto ai numeri, sono state agitate cifre senza senso, con l'evidente scopo di denigrare me, il dottor De Magistris e in ultimo i magistrati di Salerno, che hanno riconosciuto come perfettamente regolare il mio operato. Se poi contiamo i dati che posso trattare io in un anno, sono pari a circa l'uno per cento del pi? modesto degli studi legali?. E le utenze di servizi segreti e parlamentari? E i numeri coperti da segreto di Stato? Questa poi... Quando trovo un numero di telefono durante un'indagine, lo accerto. E se trovo un numero dei servizi, che posso farci? Non mi pare che siano al di sopra della legge. E nella Why Not? sono state rilevate le utenze di autorevoli soggetti dei servizi e del Ros dei Carabinieri. La fandonia delle utenze "coperte da segreto di Stato" ancora non l'avevo sentita. E mi spiace che a parlarne siano stati dei magistrati. Come si pu? stabilire da un tabulato che un numero di telefono ? "coperto da segreto di Stato"? Dove ? scritto? Questo ? ridicolo?. Ma lei ha trattato utenze di parlamentari, cosa proibita? "Ogni volta che ho trovato utenze di parlamentari l'ho immediatamente segnalato al pubblico ministero. Altra cosa accade per? quando i parlamentari risultano in contatto con gli indagati di cui ho acquisito i tabulati. Ebbene questo s?. Di contatti telefonici cosiddetti indiretti ce ne sono tantissimi. Inoltre, se un deputato usa un cellulare intestato ad altri, non c'? nessun modo per stabilire a priori che si tratti di lui. Per? c'? un aspetto pi? grave. Alcuni parlamentari, ed ? accaduto per uno in particolare, hanno attivato decine di schede e le hanno messe in mano anche a soggetti vicini a killer mafiosi: su quelle utenze non si ? potuta compiere alcuna attivit? di controllo. Nel caso specifico, fu accertato che mentre il parlamentare si trovava a Roma, gli altri suoi cellulari operavano in Calabria. Possiamo pure gridare allo scandalo, ma a vergognarsi dovrebbe essere chi consente queste cose e non io, che ho interrotto ogni attivit? relativa a quell'indagine?. Non pu? rivelare un fatto tanto grave senza precisano: di che parlamentare si tratta? ?Se la Commissione Antimafia m'interrogasse in proposito, non avrei alcuna difficolt? a fornirne il nome?. Lei ? stato estromesso dall'indagine Why Not?e il suo posto ? stato preso dai carabinieri del Ros. Nella loro relazione si sostiene che lei abbia trattato l'utenza dell'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella (episodio che fu all'origine del braccio di ferro con De Magistris) senza la necessaria autorizzazione, visto che si trattava di una scheda intestata alla Camera dei Deputati. ?Quando trattai l'utenza poi risultata nella disponibilit? di Mastella, il numero era gi? passato dalla Tim alla Wind e intestato al Dipartimento delL'Amministrazione Penitenziaria, e da questo mai si sarebbe potuti risalire a Mastella. Ma dico di pi?. Quel numero, in sei anni di vita, mai era stato nemmeno intestato a qualcuno o qualcosa che fosse riconducibile alla sua persona, pur avendo cambiato tre schede e ben diciotto cellulari. Chiunque, compreso il Ros, deve accertare bene gli intestatari di un'utenza o pu? incorrere in errori come quelli che in passato hanno portato a tragici eventi. Il professor Marco Biagi ? stato ammazzato proprio per un errore di questo tipo, poich?, a causa di una ricerca svolta male, non trovando le autorit? traccia nei tabulati delle minacce telefoniche che lui subiva da tempo, non gli ridiedero la scorta. Facendolo quasi passare per un mitomane. Perci? si deve fare parecchia attenzione in queste indagini?. Tornando a Mastella, forse il ministro teneva alla privacy. ?Pu? darsi. Appena scoprii che quel numero lo usava lui, lo comunicai a De Magistris. Ma le dir? ancora di pi?, a proposito di privacy. Ho recentemente scoperto, analizzando le intercettazioni di Toghe Lucane [un'altra inchiesta scottante di De Magistris, ndr] che Mastella ? stato anche intercettato mentre trattava faccende locali con alcuni esponenti di centrosinistra. In quel caso usava un altro telefono e ci? dimostra le difficolt? nel districarsi in questa materia, in cui il Ros non ha fatto certo una bella figura, determinando questo polverone. E c'? ancora un fatto non proprio irrilevante: le indagini che ha svolto il Ros di Roma sul mio conto e sul dottor De Magistris sono abusive?. Abusive? In che senso? ?La Procura Generale di Catanzaro non poteva delegare al Ros di compiere indagini su un magistrato del proprio ufficio. L'accertamento per De Magistris poteva farlo solo la Procura di Salerno. E per me, ove fossero emersi elementi di reato, quella di Palermo, dove io lavoro e dove ho svolto tutte le mie attivit?. Ci? non ? avvenuto perch? non c'era alcun reato. E inoltre, se nessuna indagine poteva dunque essere delegata al Ros di Roma, ancora meno poteva essere delegata a quelle particolari persone del Ros. Se i tabulati acquisiti avevano un senso, non si potevano affidare ai soggetti che emergevano proprio dagli stessi tabulati. Quindi...'. Quindi che cosa ne desume? ?La vicenda dell-archivio Genchi" ? stata solo la scusa tirata fuori dal cilindro per giustificare l'assurdit? commessa. E ha trovato sponda in persone ben precise e molto interessate, che si sono premurate di attaccarmi anche in Parlamento. Sa come si dice, no? La gallina che canta per prima ? quella che ha fatto l'uovo?. Un'ultima domanda. Il suo lavoro, in seguito a tutti questi attacchi istituzionali, ? diminuito? 'No. Continuo anche a lavorare con diversi magistrati di Catanzaro, per cui ho svolto consulenze prima e dopo l'allontamento del dottor De Magistris?. Com'? possibile, con quello che ha scritto di lei la Procura Generale di Catanzaro? ?La Procura della Repubblica di Catanzaro non ? la Procura Generale di Catanzaro. Se la legge prevede che ci siano due uffici con distinte competenze non ? un caso. In questo tengo a ribadire che a Catanzaro ci sono tantissimi magistrati per bene, che lavorano in condizioni disumane, in una realt? criminale che ? in assoluto la pi? difficile e complessa di tutta Italia. Palermo, in confronto, sembra la Svizzera. E consideri con attenzione il paragone che ho fatto?. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-2165.htm
  12. Fiat, nel 2009 solo due debutti: 500 cabrio e Alfa 149 di Emilio Bonicelli ?Puoi fare l'auto pi? bella del mondo, ma che cosa succede se nessuno la compera??. Il presidente della Fiat e di Ferrari, Luca di Montezemolo, parte da questa domanda per spiegare alcuni effetti della crisi e del crollo mondiale delle vendite sulla Casa di Torino costretta ad allungare la cassa integrazione. ?Stiamo arrivando a decidere di non fare nel 2009 il lancio di auto nuove, che sono gi? pronte, ma che forse meritano di essere proposte in momenti migliori?. Probabile rinvio, dunque, per la presentazione al pubblico di alcuni nuovi modelli del gruppo Fiat, in attesa di tempi ?pi? propizi?. Confermato invece il debutto della nuova Fiat 500 Cabrio e della Alfa 149. La Casa di Torino, tuttavia, ? messa meglio di altri competitori che vedono cali anche del 40/50 per cento. Anzi, se non si fosse innescata questa tempesta senza precedenti, il Gruppo Fiat avrebbe vissuto nel 2008 il ?miglior anno di sempre?. Se poi la crisi sar? breve, potrebbe anche essere un bene perch? ci sar? una ?pulizia? in un mercato, dove operano ?troppi costruttori?. Se invece i tempi si allungheranno ?oltre il secondo semestre?, allora la situazione diventerebbe ?dura per tutti?. In ogni caso sar? la Casa di Torino a decidere con chi allearsi. ?Possiamo scegliere?. Circa poi possibili interventi statali a sostegno delle Case costruttrici, di cui si parla, Montezemolo ci tiene a precisare che ?nessun parlamentare pu? dire di aver ricevuto da me o dall'amministratore delegato, Sergio Marchionne, una telefonata in cui sia stato chiesto aiuto economico?. La crisi, invece, non avr? effetti significativi sulla Ferrari, perch? ?Il lusso non soffre?. Per la Casa del Cavallino Rampante il bilancio 2008 sar? il migliore della sua storia per numero di auto vendute, fatturato e utili. Anche il 2009 non sar? intaccato dal generale crollo delle vendite di auto. Non ci saranno tagli e il peggior scenario che si pu? ipotizzare sarebbe il blocco del turn over alla fine del prossimo anno. ?Enzo Ferrari ? racconta Montezemolo ? mi diceva negli anni 70 che, crisi o non crisi, 1.500 pazzi che compravano una Ferrari li avremmo comunque trovati. Credo che, adeguando i numeri, 6.000 pazzi continueremo a trovarli?. Montezemolo parla alla pista di Fiorano (Modena) nei pressi della cittadella del Cavallino Rampante, in occasione dell'incontro natalizio con i giornalisti sportivi che seguono le Rosse sui circuiti del mondo. Tra i temi, ovviamente, la Formula 1. Per il 2009 non ci sar? il motore unico, e questo ? un bene, ma una sana competizione tecnologica e sportiva. Vi sar? anche un ?segnale molto forte? di riduzione dei costi. ?Per i motori stiamo parlando del 50% in meno in un anno?. Per questo suscita perplessit? la decisione della Fia di introdurre il Kers, cio? il costoso sistema di recupero dell'energia cinetica in frenata. ?Il Kers oggi ? un errore ? conclude Montezemolo ? perch? ? una cosa a s?, che non ? trasferibile sulla produzione di serie?. Infine l'annuncio che dal prossimo anno in Formula 1 la Ferrari avr? un nuovo importante sponsor. Si tratta del gruppo indiano Tata, guidato dall'imprenditore Ratan Tata, gi? fornitore del Cavallino Rampante e in stretta collaborazione con la Fiat, con la quale produrr? in India la Grande Punto e la Linea. ?Per la prima volta un marchio indiano comparir? sulla Ferrari. ? un fatto storico?, ha commentanto il presidente Montezemolo che ha anche annunciato che a met? gennaio verr? presentata la monoposto per il 2009. http://www.ilsole24ore.com
  13. Su Guarini?, io intendo che formalmente, nel caso Doping, ? andato contro la casa madre. Solo formalmente. Nel primo caso invece, direi che ? andato contro la casa madre, formalmente e praticamente. Dopodich?, ha avuto una brillante carriera. (meriti compresi, perch? qualche merito tocca darglielo, io ho letto molte sue cose per motivi professionali e ti garantisco che non ? un pirla, anzi....) E quel primo caso, guardacaso, un p? per caso, ? rimasto insabbiato. Ecchecaso! Poi c?? stato, pare, un ottimo rapporto con casa Elkann. Voci? Forse. Ma Alain lo ha anche intervistato per La7?. Invece sulla tangenziale sai qualcosa di pi??
  14. BigBear, noi forse lo avevamo gi? postato nello storico topic chiuso molto tempo fa. Detto questo, va detto che in questo caso Guarini? ha fatto la parte del cattivo con gli Agnelli, e se vogliamo dirla tutta tutta formalmente anche nella vicenda Doping ? andato contro Casa Agnelli.... Il punto per? ? che da un p? di anni a questa parte mi sembra che i rapporti con la casa madre non siano poi cos? male.... (? un'impressione mia ovviamente) Qualcosa puzza nell'inchiesta doping, mi sembra chiaro. Io di Guarini? ho letto molto, su riviste giuridiche. E' uno che scrive articoli a profusione, ? uno che commenta di continuo sentenze delle Corti Supreme (cass, cost. ecc) ecc.... Ha una visione del diritto molto stringente, in effetti potrebbe quadrare quella inchiesta come idea di fondo..... (sono troppo buono, ma vabb?) Eppure..... Qualcosa non torna. Troppe cose non tornano in quella inchiesta. dal 71 ne ? passata di acqua sotto i ponti.... chiss?....
  15. Reg?, non sapevo dove metterlo, lo piazzo qua. Scritto da Sandro Crocioni venerd? 04 gennaio 2008 LE VITTORIE NEL CAMPIONATO FEDERALE 1908 E 1909 Nei primi anni del Novecento la querelle ?stranieri? era gi? in auge. Tanto ? vero che l?allora federazione antenata della F.I.G.C., la Federazione Italiana Football stabilisce che vengano giocati due tornei, uno con le compagini senza stranieri e l?altro anche con giocatori esteri. ? caos totale, le squadre iscritte al nuovo campionato sono tre: Juventus, Andrea Doria e Milan. I milanesi si ritirano prima ancora di giocare; restano i torinesi ed i liguri. La Juve doma l?Andrea Doria per 3 a 0 il 19 gennaio 1908. Senza storia la partita: la Juve che soltanto tre anni prima aveva conquistato il suo primo tricolore, non fatica pi? di tanto. Ma il ritorno non ? una formalit?; il 23 febbraio l?Andrea Doria espugna il campo di Corso Sebastopoli per una rete a zero, rendendo obbligatoria la ?bella? da giocarsi ancora nello ?stadio? amico per via della favorevole differenza reti. Il 15 marzo le due squadre pareggiano una vivace partita per 2 a 2. Ma la Juve ricorre per un errore tecnico dell?arbitro Bertinetti che secondo i bianconeri sbaglia a rimettere una palla a due in area anzich? a centrocampo, favorendo il pari agli avversari. Come risarcimento ottengono che la quarta e si spera, ultima partita, venga di nuovo disputata nel capoluogo piemontese. Bisogna quindi aspettare il 15 maggio per laurearsi campione vincendo la partita per 5 a 1! Ricordiamo i nomi che soltanto un po? si discostano dai campioni d?Italia del 1905: Durante; Armano; Rastrella; Nay; Colombo; Steso; Collino; Borel; Goccione; Maloun; Donna. Anno dopo, stesse polemiche. Stavolta addirittura la Federazione stravolge il regolamento facendo il contrario dell?anno prima. Campionato Italiano aperto agli stranieri e quello Federale no! Vedete come in 100 anni, nulla ? cambiato? Il 24 aprile 1909 l?esordio della Juve contro il Piemonte e vittoria risicata per una rete a zero. Gol decisivo di Bianchi. Il due maggio vittoria a tavolino contro i Campioni d?Italia della Pro Vercelli che dopo l?ennesima polemica nemmeno si presentano a Torino per l?incontro: 2-0. Semifinale ed ancora l?Andrea Doria: partita in trasferta e sconfitta per 1 a 3. Il 16 maggio il ritorno e conti pari: 4 a 2 con reti di Goccione, Bianchi e doppietta di Donna (quello seduto con i baffoni nelle poche foto dell?epoca a noi rimaste). Spareggio il 23 maggio a Milano; partita tirata ma tempi regolamentari chiusi sullo zero a zero. ? Armano nei supplementari a regalarci la finale contro la U.S. Milanese in due partite. Scrivono le cronache dell?epoca di un gran pubblico, il calcio (football) ? entrato nel cuore degli italiani, mentre i giornali riportano sia il commento sia i tabelloni degli incontri, a dimostrazione che il pubblico si sia fatto ancora pi? esigente. Ma torniamo alla finale; la prima giocata a Torino finisce in parit? (Borel per la Juve). Il ritorno ? giocato non all?Arena, ma nel campo della Majetta e vede la Juve vincere una gara difficile ma giocata con correttezza da entrambe le contendenti per 2 a 1. Reti di Borel e Barberis. Ecco la rosa di quella Juve vincente: Durante; Barberis A.; Besozzi; Colombo; Ferrarris; Goccione A.; Rastrella; Borel; Corbelli; Bianchi; Donna; Mazzonis. Finisce qui il breve racconto dei due Campionati Federali; sarebbe ora che la Federazione si decidesse a darne almeno l?ufficialit?. Come ? giustamente successo allo Spezia che lo scorso anno dopo una sessantina di anni d?attesa si ? fregiata nella maglietta di un tricolore per la vittoria nel Campionato di Guerra dei Vigili del Fuoco di La Spezia nel 1944? meglio tardi che mai. Nel 2003 Tuttosport aveva iniziato questa crociata in favore della Juve, mentre anche il ?Panini?, nella persona del direttore del mitico Almanacco Fabrizio Melegari, aveva promesso un attento studio per rendere ufficiali questi due tornei. Alla fine non ? successo niente, anzi per far prima ne hanno tolti due! Ma questa ? un?altra storia, ma per Noi veri juventini gli scudetti sono 29 pi? 2? Sandro Crocioni http://www.bianconerionline.com/web/index....3&Itemid=76 Tutto chiaro?
  16. Luigi Cipriani, Il vizietto degli Agnelli "La storia della famiglia Agnelli ? costellata di connessioni col potere politico ufficiale e coi poteri occulti, massoneria, servizi segreti, a cominciare da quando la famiglia entr? in possesso della Fiat nel 1906.." qui: http://www.fondazionecipriani.it/Scritti/agnelli.html
  17. PLUSVALENZE, LA JUVE PATTEGGIA. MA LA TRIADE DA' ANCORA BATTAGLIA http://www.cronacaqui.it/news-plusvalenze-...glia_16508.html
  18. Collina: "I pantaloncini? Non ci avevamo pensato" Il designatore arbitrale ammette una lacuna regolamentare sullo strip di Vucinic: "Per analogia per? potrebbe essere considerato un gesto punibile". Pi? severo Campana, riconfermato alla guida dell'Aic: "Basta con gli spogliarelli" ROMA ? Dopo il ?trucchetto? del Catania i pantaloncini abbassati tornano a far parlare il mondo del pallone. Ora ? Vucinic a riaprire il caso: ieri l?attaccante montenegrino della Roma si ? reso protagonista dell?atipico spogliarello dopo il decisivo gol contro il Cagliari. Il regolamento prevede una sanzione per chi esulta togliendosi la maglietta. E chi si abbassa i pantaloncini? ? un caso non previsto espressamente dalla norma. Lo spiega meglio il designatore arbitrale Pierluigi Collina: "Non avevamo pensato che ci si potesse togliere anche i pantaloncini ? ammette Collina rispondendo ai detenuti del carcere di Massa, dove oggi ha partecipato a una conferenza -. Per analogia, essendo i pantaloncini un indumento di gioco, si potrebbe considerare un gesto punibile. Forse si penser? in futuro ad ampliare la casistica degli indumenti che non ci si pu? levare in campo". "Non posso dare pareri perch? deve ancora decidere il giudice sportivo. In generale, per?, viene punito il gesto dello spogliarsi in campo", aggiunge l'ex arbitro. Ci sono gi? stati comunque altri casi atipici. "Ricordo che il discorso sull'esultanza ? molto particolare ? dice Collina - e ha subito diverse tappe: inizialmente gli arbitri erano tenuti ad ammonire chi si toglieva la maglietta. Poi nel 2006, dopo l'episodio di quel giocatore che indoss? la maschera dell'uomo ragno dopo un suo gol, fu aggiunta nel regolamento l'ammonizione per chi andava a coprirsi il viso". Uno a cui l?esultanza di Vucinic non ? piaciuta affatto ? il presidente dell'Aic Sergio Campana. "Non capisco e non giustifico il fatto che un calciatore debba per forza togliersi la maglietta dopo un gol - spiega Campana - Devono esultare in un altro modo, non levandosi la maglia e ancor meno i pantaloncini. E' un'usanza del calcio moderno di cui non capisco il significato e vorrei proprio vedere i giocatori esultare senza spogliarsi". Campana ? stato confermato questo pomeriggio a Milano alla guida dell'Assocalciatori ma ha precisato che non arriver? alla fine del mandato quadriennale e di aver accettato l'ennesima rielezione "solo perch? in questo momento non ? ancora matura la situazione per cambiare il conduttore. Ma - ha aggiunto - distribuir? tutte le deleghe possibili e immaginabili al vicepresidente Leo Grosso e a Demetrio Albertini e, non appena potr? finalmente godermi il meritato riposo, allora provveder? di conseguenza". http://sport.kataweb.it/articolo/sport/3456980
  19. Non ho parole. Quoto Martinvai. E' una stategia ben precisa questa.
  20. ? 2008-12-16 13:44 ADDIO CARACCIOLO, PRINCIPE DEGLI EDITORI ROMA - E' morto nella sua abitazione a Roma l'editore Carlo Caracciolo. Era nato a Firenze il 23 ottobre 1925. Appartenente alla nobile famiglia dei Principi di Castagneto e Duchi di Melito, Caracciolo ? stato un editore italiano tra i pi? importanti. Presidente del Gruppo L'Espresso, con Eugenio Scalfari nel 1976 fond? il quotidiano 'La Repubblica'. Figlio di Filippo Caracciolo e di Margaret Clarke, fratello maggiore di Marella, vedova di Gianni Agnelli, cominci? la sua imprenditoria editoriale nel 1951 fondando a Milano la Etas Kompass, dedita alla pubblicazione di riviste tecniche, di cui rest? Amministratore Delegato fino al 1975. Nel 1976, da una joint venture tra Editoriale L'Espresso (di cui era diventato azionista di maggioranza) e Arnoldo Mondadori Editore, nacque la Societ? Editoriale La Repubblica, della quale Caracciolo ? stato presidente e amministratore delegato: il 14 gennaio 1976 cominciano le pubblicazione del quotidiano, diretto da Eugenio Scalfari. ansa.it
  21. FIAT A Torino oggi parte la Cassa integrazione. La gelata dell'economia ferma 10mila operai. Il rientro al lavoro ? previsto a met? gennaio. (La Stampa pg. 5) Come al solito, si privatizzano gli utili e si statalizzano le perdite..... "The Agnelli style"
  22. 14 Dicembre 2008 Il telefono caldo di Paolo Mieli e l'informazione a luci rosse Carlo Vulpio ? un giornalista. Dall'inizio del 2007 seguiva le inchieste "Poseidon", "Why Not" e "Toghe Lucane" per il Corriere della Sera. Dal 3 dicembre non pu? pi? farlo. Nel suo ultimo articolo ha fatto i nomi di magistrati, di politici e di imprenditori coinvolti nell'inchiesta della Procura di Salerno in seguito alla denuncia di Luigi De Magistris. Subito dopo ha ricevuto una telefonata in cui ? stato sollevato dall'incarico da Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera. I nomi erano troppi, il tanfo era insopportabile anche per i lettori del Corriere. Mieli, lo dica qui in Rete prima che sia ridotta come i giornali servi del potere con la legge fotti blogger di Cassinelli. Ci dica chi ha telefonato a lei per invitarla a disfarsi di Vulpio? Uno della lista? Un membro del consiglio di amministrazione di RCS? O ha fatto tutto da solo? Altrove, in altri Paesi, in Francia o negli Stati Uniti, un gesto come il suo non sarebbe stato apprezzato. L'avrebbero cacciata. Qui la premieranno, magari con la direzione del Tg1. Leggere l'elenco di Vulpio, dal CSM, alla Corte d'Appello, alla Corte di Cassazione ? come sollevare il tombino di una fogna. In Italia siamo tutti al di sotto di ogni sospetto. Dall'articolo di Carlo Vulpio del 3 dicembre 2008: "Non era mai accaduto prima in Italia, che una procura della Repubblica fosse ?circondata? come un fortino della malavita. Ieri ? successo alla procura di Catanzaro, che per tutta la giornata e fino a tarda sera ? stata letteralmente accerchiata da cento carabinieri e una ventina di poliziotti, tutti arrivati da Salerno. Con i carabinieri del Reparto operativo e i poliziotti della Digos, sono entrati in procura ben sette magistrati, tra i quali il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e i titolari dell' inchiesta, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. Hanno notificato avvisi di garanzia e perquisito case e uffici dei magistrati calabresi che hanno scippato le inchieste "Poseidone" e "Why Not" all' ex pm Luigi de Magistris (ora giudice del Riesame a Napoli) e dei magistrati che queste inchieste hanno ereditato, ?per smembrarle, disintegrarle e favorire alcuni indagati?, scrivono i pm salernitani. Tra gli indagati "favoriti", l' ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, il segretario nazionale Udc, Lorenzo Cesa, l' ex governatore di Calabria, nonch? ex procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, il generale della Guardia di Finanza, Walter Cretella Lombardo, l' ex sottosegretario con delega al Cipe, Giuseppe Galati (Udc), Giancarlo Pittelli, deputato di Forza Italia, il ras della Compagnia delle Opere per il Sud Italia, Antonio Saladino. Ma questo ? solo il troncone calabro. Gli stessi magistrati salernitani, infatti, stanno indagando anche in altre due direzioni. La prima riguarda uno stuolo di giudici lucani coinvolti nella "madre di tutte le inchieste" sul marcio nella magistratura (l' inchiesta "Toghe Lucane", che de Magistris ? riuscito a "chiudere" prima di essere frettolosamente trasferito). La seconda andrebbe diritta verso alcuni membri del Csm: per esempio, il vicepresidente Nicola Mancino e i presunti legami con Antonio Saladino, figura chiave di "Why Not", il procuratore generale della Corte di Cassazione, Mario Delli Priscoli, andato in pensione qualche giorno fa, e il sostituto procuratore generale della Cassazione, nonch? governatore (Ds) delle Marche per dieci anni, Vito D' Ambrosio, che in Csm sostenne l' accusa per far trasferire de Magistris. Ce n' ? anche per l' Associazione nazionale magistrati e per il suo presidente, Simone Luerti. Molto amico di diversi indagati eccellenti quando faceva il magistrato in Calabria, Luerti non ha mai perso occasione di esternare contro de Magistris. Quando poi, qualche mese fa, si ? scoperto che incontrava regolarmente Saladino e Mastella nella sede del ministero della Giustizia, mentre lui negava, Luerti s' ? dovuto dimettere dalla carica di presidente dell' Anm. Nel decreto di perquisizione eseguito ieri, 1.700 pagine, i pm di Salerno accusano di concorso in corruzione in atti giudiziari - per aver tolto "illegalmente" a de Magistris "Why Not" e "Poseidone" - il procuratore di Catanzaro, Mariano Lombardi, il procuratore aggiunto, Salvatore Murone, il procuratore generale reggente, Dolcino Favi, il parlamentare Giancarlo Pittelli e ?l' uomo ovunque? Antonio Saladino. Ma accusano anche il sostituto procuratore generale Alfredo Garbati, il sostituto procuratore generale presso la Corte d' Appello Domenico De Lorenzo e il pm Salvatore Curcio di aver preso in eredit? quelle scottanti inchieste al solo scopo di farle a pezzi. Mentre il procuratore generale Vincenzo Iannelli e il presidente di Sezione del tribunale Bruno Arcuri si sarebbero dati da fare non solo "per archiviare illegalmente" la posizione di Mastella ("la cui iscrizione tra gli indagati era invece doverosa"), ma anche "per calunniare de Magistris e disintegrarlo professionalmente". Poi, dicono i pm campani, Iannelli, per una causa che gli sta a cuore, fa intervenire Chiaravalloti su Patrizia Pasquin, giudice del tribunale di Vibo Valentia, che poi sarebbe stata arrestata. Cos?, da magistrato a magistrato, come da compare a compare." Carlo Vulpio, www.carlovulpio.it beppegrillo.it ---------------------- Antonio CABRINI: "Questa nuova Juventus non conosce la parola riconoscenza!" Non ? pi? un mistero: per lei televisione vorr? dire un mese in Honduras per l?Isola dei Famosi insieme a Heather Parisi e alla velina bionda Veridiana. Quanto ha impiegato a dire di s?? ?Non poco. Quando quelli di Magnolia mi hanno offerto di entrare nel cast sono andato a parlare con loro per educazione, ma ho preso tempo. Anche perch? quando vedevo il reality di Raidue dicevo a me stesso: non lo farei mai?. Quindi la tv non l?ha proprio rubata al pallone? ?Da febbraio ho lasciato la carica di ct della Siria perch? non si poteva lavorare nella pi? totale disorganizzazione. Ho avuto qualche promessa in Italia, ma sono fuori dalla lobby calcistica. Non ho amici procuratori, ho sempre evitato i compromessi. C?? chi sa destreggiarsi, io non sono capace. Aspetto e spero?. Proprio nessuno l?ha aiutata? ?Soltanto Bettega, che con me si ? dimostrato un vero amico. Mi ha fatto lavorare nella scuola calcio della Juve, mi ha portato al Novara e ora mi sta dando una mano per capire se posso aspirare alla panchina del Ravenna?. La Juve societ?? ?Tutto tace. Volevano ex campioni e si sono lasciati scappare anche Tardelli. Guardate il Milan: Berlusconi trova sempre un posto agli ex giocatori. Io ho dato a quella maglia tredici anni di carriera, ho accettato di giocare anche quando ero infortunato e rischiavo di spaccarmi per sempre. Si vede che la riconoscenza a Torino non esiste?. (FONTE: Montero77)
  23. Irruzione in diretta a Controcampo di alcuni tifosi del Milan Protesta singolare di alcuni sostenitori del Milan. Nella tarda serata i supporters rossoneri si sono resi protagonisti di un blitz negli studi di Mediaset, interompendo verso mezzanotte la trasmissione sportiva Controcampo, in diretta su Rete4. I tifosi hanno fatto irruzione urlando ?Dove sono i biglietti, dove sono i biglietti?, prima che la regia mandasse in onda un blocco pubblicitario. Alla ripresa del programma, il conduttore della trasmissione, Alberto Brandi, ha spiegato che si ? trattato di ?un?invasione pacifica, fatta di soli cori e parole, una protesta di un gruppo di tifosi milanisti contro i divieti alle trasferte?. Forse era meglio per i milanisti, attendere la squadra reduce dalla pesante batosta rimediata contro la Juventus dal Milan in arrivo da Torino al grido "Dove sono i campioni, dov?? lo scudetto". http://www.forza-roma.com
  24. Non credo... Mi sembra pi? che si vogliano evitare disastri, provando a tagliare rami secchi... (mantenendo per? il potere )
  25. "il prossimo Barack Obama italiano" Meno male che nel 2012 c'? la fine del mondo, senn? chiss? cosa ci sarebbe toccato vedere.
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