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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. Moggi al Team: ragazzi, non moller? mai! http://www.ju29ro.com/contro-informazione/...ollero-mai.html
  2. Equipe: "Roma, debiti inferiori a Inter e Milan", Juventus unica italiana a posto con i conti Quasi tutti i club europei - dal Manchester United, che ha un passivo di 770 milioni di euro, al Barcellona in rosso di 190 milioni, dal Chelsea sotto di 935 milioni al Valencia esposto con 430 milioni - sono indebitati fino al collo. A rivelarlo ? un'inchiesta apparsa sul periodico francese Equipe Magazine che guarda anche in casa nostra: delle italiane soltanto la Juventus sarebbe a posto con i conti, mentre l'Inter di Massimo Moratti conta 418 milioni di debiti, il Milan di Berlusconi 316 milioni di rosso e la Roma di Rosella Sensi risulterebbe indebitata per 76 milioni.
  3. Caro Cobolli Gigli, gli scudetti tolti alla Juve doveva difenderli nel 2006 Dopo la sentenza penale di primo grado sul caso Gea, il presidente della Juve, Giovanni Cobolli Gigli, ha affermato: "La giustizia sportiva ? una cosa, quella penale un'altra. Con altri verdetti miti, si avr? coscienza che i nostri scudetti sono 29". Le considerazioni del primo bianconero sono comprensibili, finanche legittime se rapportate al pronunciamento dei giudici romani che hanno condannato Luciano Moggi per violenza privata, facendo cadere l'accusa di associazione a delinquere. Ma, al tempo stesso, le parole di Cobolli Gigli sono anche intempestive e abbondantemente fuori tempo massimo. Perch? un conto ? la giustizia penale e un altro quella sportiva e perch? la Juve, intesa come societ?, se riteneva sacrosanti quei due scudetti che le sono stati tolti doveva difenderli a muso duro e sino in fondo nell'estate del 2006, quando scoppi? Calciopoli. Anche a costo di entrare in guerra totale con la Federazione, rivolgendosi alla giustizia ordinaria. Anche a costo di fare fuoco e fiamme in ogni sede legale perch?, vivaddio, due scudetti sono due scudetti. O no? Adesso ? troppo tardi. Adesso bisogna stare attenti a non confondere la vicenda Gea con Calciopoli, il cui dibattimento si inizier? il 20 gennaio a Napoli: in quella sede, peraltro, l'ex direttore generale bianconero ? imputato di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Augurando a Moggi di riuscire a dimostrare la propria innocenza, magari facendo finalmente anche tutti i nomi di quelli che telefonavano a designatori, arbitri, assistenti e associati, al presidente della Juve vorremmo chiedere se un giorno o l'altro sapremo perch? il club pi? amato dagli italiani, nella rovente estate 2006 si sia arreso al Sistema senza combattere per quei due scudetti conquistati sul campo da una squadra cos? forte da non avere bisogno dei magheggi di Moggi. di Xavier Jacobelli
  4. Assolti i Moggi 9 Gennaio 2009 Il Foglio Assolti i Moggi. Luciano Moggi e suo figlio Alessandro sono stati assolti dalla decima sezione del Tribunale di Roma. S?, lo so. I giornali e i telegiornali hanno titolato che i due sono stati condannati. Tecnicamente ? vero: al processo contro la Gea, la societ? che gestiva procure e contratti di molti calciatori, i due Moggi sono stati condannati per minacce private. L?accusa, per?, era di associazione a delinquere. L?intera mostrificazione di Luciano Moggi, portata in tribunale dal pubblico ministero Luca Palamara, si basava sul fatto che la Gea fosse un?associazione a delinquere di cui Moggi si serviva per controllare il mercato del calcio. Bene. La sentenza del Tribunale ha demolito quell?accusa e ha assolto tutti gli imputati, a cominciare dall?amministratore delegato della Gea, Franco Zavaglia, fino al figlio di Marcello Lippi. Ricordate, no? I giustizialisti del bar dello sport, per questa cosa, avrebbero voluto cacciare Lippi dalla guida della Nazionale che poi, con una squadra messa su da Luciano Moggi, ha vinto i campionati mondiali di Germania. La Gea, dunque, non controllava illegalmente il mercato e la tesi dell?accusa non stava in piedi, se non in una puntata del ?Processo del luned?? che, peraltro, anche a causa di questa accusa sbriciolata da un tribunale serio, ? stato cancellato da La7. I Moggi per? sono stati ugualmente condannati per aver minacciato privatamente due calciatori a testa. Una tesi, nel caso di Luciano, ancora pi? ridicola dell?accusa di essere il capo della mafia, ma i giudici che hanno fatto a pezzi l?ipotesi accusatoria dovevano pur concedere qualcosa al pm Luca Palamara (che ? pur sempre il presidente dell?Associazione nazionale dei magistrati). La cosa, vedrete, sar? cancellata in Appello, perch? la condanna a Luciano Moggi per aver minacciato Nick Amoruso e Manuele Blasi ? cos? paradossale che se oggi io chiedessi al mio direttore un aumento dello stipendio e lui mi dicesse ?scordatelo, ti mando al Riformista? potrei farlo condannare per violenza privata. Moggi, infatti, ? stato condannato per non aver ceduto alle richieste di uno che non giocava e di un altro che era appena uscito da una lunga squalifica. Invece che sborsare soldi per due giocatori inutili, li ha venduti a un?altra squadra. Ci fosse ancora la Juventus di una volta, l?aumento di stipendio l?avrebbero dato a Moggi. Christian Rocca ?Io mi porto dentro una suggestione? 8 Gennaio 2009 Blog Camillo by Christian Rocca Lo struggente corsivo sul Corriere di Massimo Moratti dal titolo "spalatori stranieri e magie, la mia Milano", corredato da cinque fotografie dello stesso Moratti agli immigrati che spalano mentre lui cattura quell'emozione, mi ha fatto ridere addirittura pi? dell'acquisto di Vampeta. PS Claudio Cerasa, interista, mi fa notare che con ogni probabilit? uno di quegli immigrati ritratti poeticamente da Moratti ? proprio Vampeta.
  5. Moggi: Non sono n? Barabba n? Satana Roma, 9 gen (Velino) - ?Hanno detto e scritto che ero un boss, il capo di una Cupola, il Tot? Riina del calcio italiano, un uomo meschino e senza scrupoli che pur di arricchire la societ? del figlio, in concorso con lui e con altre stimabilissime persone, avrebbe costretto decine di giocatori a concedere le proprie procure milionarie con metodi estorsivi e mafiosi?. Inizia cos? l?editoriale a firma di Luciano Moggi pubblicato dal sito www.papanews.it. ?Hanno detto e scritto che ero l'eminenza grigia e l'anima nera del gioco pi? bello del mondo, un uomo senza Dio pronto a passare sul cadavere della madre pur di chiudere un affare, uno che si ? arricchito mettendo su un sistema criminale, il cosiddetto 'Sistema Moggi'. Hanno detto e scritto di tutto e di pi?, su di me e su mio figlio Alessandro, violando la nostra privacy e la nostra dignit? di uomini. E come se questo non bastasse, sono certo, senza voler essere blasfemo, che se avessero potuto ritoccare i Vangeli, a Barabba avrebbero dato il mio nome. Tutti concentrati a vendere pi? copie di giornali, a sbattere il mostro in prima pagina, ad aumentare gli ascolti in televisione. E tanti, non tantissimi, grazie a Dio, che hanno voltato le spalle a me e alla mia famiglia, senza riconoscenza e senza pudore?. ?Nessuno, per?, che si sia mai preoccupato di andare oltre l'antipatia personale ? prosegue Moggi su www.papanews.it - e un castello accusatorio che a qualsiasi osservatore imparziale, anche se a digiugno in materia di Giurisprudenza, sarebbe parso debole come un gigante con le gambe d'argilla. Nessuno che abbia avuto non dico misericordia, perch? ho sempre legittimamente preferito fare pi? invidia che piet?, ma rispetto per l'uomo, il marito, il padre, il nonno Luciano Moggi. Anzi, per colpire me, non hanno esitato a colpire mio figlio Alessandro, compromettendone l'attivit? professiona le e la tranquillit? familiare. E pensare che nell'immaginario di molti, sarei io l'uomo meschino per antonomasia. Di pi?: sarei Satana, il capo dei demoni, il principe della menzogna, un maledetto corruttore. Chi mi conosce bene, sa che non ? cos?. Ma pur di distruggermi, di annientarmi, di farmi fuori, di indurmi addirittura alla depressione o, peggio, al suicidio, hanno ironizzato anche sulla mia Fede, sulla mia devozione per Padre Pio, sui miei pellegrinaggi a Lourdes, sulla mia infinita ammirazione per il Papa Benedetto XVI. Tentativo fallito, perch? oltre all'assoluta certezza della mia innocenza, mi ha sempre sostenuto, insieme al calore della famiglia e all'affetto degli amici veri e di tantissimi tifosi della Juventus e delle altre squadre di calcio in cui ho operato negli anni, la Fede in Dio. Dir? di pi?: c'? stato uno scritto del Papa, l'Enciclica 'Spe Salvi' ('Ne lla speranza siamo stati salvati'), che ha contribuito in maniera determinante a darmi coraggio, a farmi affrontare i problemi giudiziari con la consapevolezza che nulla ? perso se ci si pone nelle mani del Signore, che la fiducia non deve venire mai meno perch? Cristo ? sempre pronto a soccorrerci, in particolare quando siamo oppressi e perseguitati. Come si sar? notato, non sono sceso nei dettagli della sentenza che mi ha visto assolto per l'accusa pi? grave, quella di associazione per delinquere, e mi ha condannato per il reato di violenza; reato che non ho mai commesso e perci?, sono certo, in Appello i giudici mi assolveranno pure da questa accusa infamanti e priva di fondamento. Resta il dato di fatto che il castello accusatorio ? caduto al suolo, sbriciolato sotto i colpi della verit?: io, cos? come mio figlio e i suoi ex collaboratori, non ho mai guidato un'organizzazione affaristica tesa a 'terrorizzare' i calciatori per cedere le loro procure alla Gea. Conosco il mondo del calcio come le mie tasche e so bene che tutti i miei nemici, tutti quelli che mi odiano perch? ho sempre vinto importando in Italia e nelle mie squadre i calciatori migliori in Europa nei loro ruoli senza fare (al contrario di altri, leggasi l'Inter, ad esempio) spese folli, si appiglieranno ora alla condanna per violenza e minacce ai danni di quattro giocatori contro cui n? io n? Alessandro abbiamo mai fatto nulla di male; lo ripeto, in Appello ci sar? data ragione, considerato che purtroppo in Assise i giudici non se la sono sentita, forse per il timore di essere attaccati ferocemente dall'opinione pubblica, di mandare assolti completamente anche noi. So bene che il cammino ? lungo e che sulla mia strada ci sono altri problemi, altri Tribunali, altre udienze, altre sentenze??. ?Ma l'assoluzione dall'accusa di associazione a delinquere ? un passo determinante verso quella verit? - la mia innocenza - che professer? - scrive ancora Moggi nel suo editoriale - in ogni sede per dimostrare non solo ai miei denigratori che si sbagliano, ma anche ai miei familiari e agli amici che hanno fatto bene a credere in me e a non abbandonarmi. E in ogni sede, sempre, proclamer? che non sono un demonio o un posseduto dal demone del successo e del potere a tutti i costi e che, quindi, non ho bisogno di un esorcista: solo Dio sa cosa c'? nel mio cuore. E allora, almeno in questo caso, lasciate che sia lui a giudicare se ? vero o no che la mia speranza ? la Fede, la mia luce sono Ges? e Maria, la mia guida ? il Papa. Immagino che in molti resteranno sbaloriditi davanti a queste righe, abituati come sono al Moggi che si occupa solo ed esclusivamente di calcio e, da qualche anno a questa parte, suo malgrado, di inchieste. Tuttavia, in nome di quel Cristo che non ? venuto per giudicare il mondo ma per salvarlo, chiedo rispetto per la mia religiosit?, quanto di pi? intimo e caro abbia insieme ai miei cari. Sono innocente, e questa assoluta certezza, questo incontrastabile dato di fatto, mi farebbe stare tranquillo anche se fossi ateo. Ma il fatto che 'Spe Salvi', beh, quello mi consola e mi d? ancora pi? energia per affrontare gli ostacoli presenti e futuri. I miei nipoti hanno un nonno e un padre di cui non devono vergognarsi: il tempo, galantuomo, lo dimostrer? senza ombre e dubbi. Nel frattempo, per?, chi ha calunniato abbia almeno la decenza di pentirsi: la calunnia ? un venticello, offende Dio e la propria coscienza?. http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=737012
  6. "IL CONI VIOLA LA LEGGE BIAGI" SOTTO INCHIESTA 40 FEDERAZIONI EUGENIO CAPODACQUA, MARCO MENSURATI Una nuova scossa di terremoto scuote le fondamenta dello sport italiano, proprio nella fase pi? delicata della sua vita politica: la campagna elettorale per il rinnovo della carica di presidente del Coni. L`epicentro ? sempre l?, al Foro ltalico,nella sede dellaConi Servizi Spa, la societ? creata nel 2002 per risanare e gestire l`Ente pubblico, voluta dall`allora ministro Tremonti e difesa nel tempo dagli attuali vertici dello sport italiano (e della Spa stessa), Gianni Petrucci e Raffaele Pagnozzi. In quegli uffici, da qualche mese a questa parte, si ? registrato un costante viavai dei carabinieri del Reparto operativo del Comando per la tutela del lavoro. Cosa ci sia dietro quest`attivit? investigativa ? presto detto: da questa estate, la Coni Servizi Spa e i presidenti di quaranta federazioni sportive sono sotto inchiesta perla violazione della legge Biagi (nr. 276 del 10 settembre del 2003). L`ipotesi dei carabinieri ? che la Spa si stia comportando ?di fatto? come ?un`agenzia di lavoro pur non avendone i requisiti?. Stia cio? ?somministrando? lavoro in maniera illegale alle Federazioni. Un`accusa che mette in discussione soprattutto il modello organizzativo dello sport italiano, che da ormai sette anni vive, tra una polemica e un`altra, sul doppio binario Coni ente-Coni Servizi. La Spa venne creata proprio per ?scaricare? l`Ente dei propri oneri burocratici, per snellirne procedure, costi e dimensioni. Comprese quelle relative al personale. Ed ? proprio su quest`attivit? di snellimento del personale che si innesta l`indagine dei carabinieri. Non senza sollevare un mare di polemiche, negli ultimi anni la Coni Servizi Spa ha collocato nelle varie federazioni sportive i propri dipendenti (esercitando contemporaneamente su di essi un certo pressing affinch? acconsentissero a un passaggio formale e definitivo). ?Un semplice distaccamento?, ha sempre detto il comitato olimpico. ?Una manovra illegale finalizzata al licenziamento di centinaia di persone?, hanno ribadito i dipendenti (molte federazioni hanno meno di 15 dipendenti e quindi le garanzie peri lavoratori sono sensibilmente di meno). Un illecito, ipotizzano ora i carabinieri negli atti della loro inchiesta. Che cominciail 19 giugno scorso. ?Dopo una visita ispettiva alla federazione italiana pesca - scrivono gli investigatori- si accertava che in detta federazione erano impiegati propri dipendenti nonch? lavoratori in forza alla societ? Coni Servizi Spa, i quali svolgono la propria attivit? nell`interesse e sotto la direzione e il controllo dell`utilizzatore. In questo modo la Societ? Coni Servizi Spa si interpone tra l`utilizzatore ed il lavoratore( ... ) Inoltre dall`ulteriore accesso del 24 giugno, dalladocumentazione acquisita e dal colloquio avuto con il direttore delle risorse umane dott. Nicola Schiavone si ? accertato che l`attivit? di illecita somministrazione svolta dalla Spa in favore della Federpesca si verifica analogamente per le altre 39 federazioni?. Gi? a giugno i carabinieri avevano imposto alle federazioni e al Coni ?d`immediata cessazione della somministrazione di manodopera nei termini sopra descritti?. Ma le parti avevano chiesto una deroga. Che ? scaduta ieri e che non verr? rinnovata. Nel frattempo per? i militari sono andati avanti nella loro indagine arrivando a procedere con l`identificazione e l`elezione di domicilio di tutti e quaranta i presidenti delle federazioni ?per la notifica di eventuali atti giudiziari?. ?Il Coni in questa vicenda ha sempre agito nel rispetto della legge e portando tutto a conoscenza dei ministeri competenti, che sono Economia e Welfare. I nostri avvocati Bongiorno e Valori ci dicono che siamo nel giusto?, commenta il Coni. ?Questa vicenda- spiega il professor Nicola De Marinis, avvocato di molti dipendenti Coni - ? il frutto di una gestione della cosa pubblica molto in voga nell`Italia deinostri tempi: di fronte a un problema, si creano a livello istituzionale soluzioni ad hoc in contrasto con il quadro giuridico vigente. In fondo, quanto accaduto con il Coni ? molto simile a quanto accaduto conAlitalia-Cai?. Da "LA REPUBBLICA" di venerd? 9 gennaio 2009
  7. MOGGI CONDANNATO. PER MANCANZA DI REATI... Renato Farina per "Libero" Moggi Padre: diciotto mesi di carcere. Moggi Figlio: quattordici mesi. Se ci fosse stato in giro anche un Moggi Spirito Santo un annetto glielo appioppavano pure a lui. Gli altri: assolti. La clamorosa inchiesta romana che doveva decretare l'esistenza del calcio come sistema mafioso dominato da Moggi ? finita nella condannuccia per reati da bar sport: violenza privata e minacce. Infatti Moggi padre (e un po' anche il figlio) avrebbero costretto un calciatore a giocare per meritarsi un aumento di stipendio, e avrebbero fatto sapere a un altro che l'allenatore non lo voleva e se non accettava il trasferimento sarebbe finito in tribuna. (Non ? passata invece l'accusa orribile del calciatore Fabrizio Miccoli, il quale si era lamentato coi giudici perch? una volta la squadra lo aveva dimenticato in pullman: per una condanna forse occorreva almeno lo abbandonassero a un autogrill). Dimenticavo un'avvertenza: spogliarsi per un attimo delle sciarpe colorate della propria squadra di appartenenza calcistica. Ho fatto fatica anch'io: sono iscritto all'Inter club. Resto dell'idea che la Juve abbia rubato due scudetti, come hanno fatto anche il Milan e la Roma, sin dai tempi di Mussolini; invece l'Inter se li ? meritati tutti, anche quando Italo Allodi aveva cura degli arbitri nell'evo di Herrera. Per? basta cos?. Qui c'? di mezzo una tragedia. Ho letto e riletto le intercettazioni, ho seguito il processo. Parlo di Luciano Moggi: non lo sopportavo anch'io, come ogni interista che si rispetti. Ma se il rigore non c'?, non c'?. E a lui ? stato confezionato, prima di qualsiasi valutazione seria dei fatti, il pigiama a righe del delinquente. Va cos?. Di tanto in tanto serve il cinghiale espiatorio, per ricominciare peggio di prima. Ma la civilt? ? dire che non si fa. Invece anche stavolta si ? fatto. Si ? sdraiata la bestia sul tavolaccio, ma poi proprio non si poteva tagliargli la gola a causa dell'insussistenza assoluta di prove e di indizi. Allora si ? deciso per salvare la faccia alla giustizia, che ha speso montagne di denari, di ferire Moggi un tantinello alla guancia. Tanto chi vuoi che protesti? Trattasi di Moggi. ? cattivo per definizione mitologica. Sacrifichiamo lui che ci si deve essere fatto il callo. Ovvio: per il Bene della Causa. Anzi: delle Cause. Quella della casta giudiziaria. E quella dei moralizzatori del calcio, specie i bravi giornalisti sportivi, i quali intravedevano un mondo tenuto alle redini dai loro articoli alla candeggina. I risultati saranno, andando avanti in questa maniera, la rovina proprio della magistratura e l'assassinio del calcio pur di far fuori Moggi. Sei cross per chi ha buona testa Tento qui di produrre alcune non dico idee, non esageriamo, ma qualche cross per chi abbia una buona testa. 1) Questo processo ? stato basato su un'imponenza di intercettazioni mai vista, pubblicate e sceneggiate in tiv? come antecedente fumogeno per preordinare la colpevolezza. Non importa cosa c'entrino: ci sono, creano l'alone del mostro. Pi? alcuni testimoni. Eccoli, arrivano. Il principale accusatore ? stato un dirigente della Roma, poi finito al Real Madrid e infine alla nazionale inglese, Franco Baldini. ? lui a denunciare il sistema Moggi-Gea. E a proporre la presunta pistola fumante: il caso di Giorgio Chiellini, oggi in nazionale. Secondo Baldini l'allora terzino sarebbe dovuto finire alla Roma, ma il presidente del Livorno gli disse... Mi accorgo che sto entrando nei particolari. Mi fermo. Il pettegolezzo e un evidente rancore personale basta a dimostrare che c'era una mafia, una ragnatela di schiavismo? Non era credibile. Ad accusare ci sono stati poi dei procuratori, ma si capiva che prevaleva l'invidia e forse il desiderio di far fuori la concorrenza per mano dei giudici. Ci sono stati poi calciatori, oltre il doloroso caso di Miccoli, che hanno denunciato queste tremende violenze: ?Se non firmi, finirai per giocare nel giardino di casa tua?. Mamma mia. 2) Persino il pubblico ministero ha implicitamente riconosciuto che la sentenza di assoluzione dall'accusa di associazione a delinquere era uscita a pezzettini. Ha dovuto ammettere: ?I calciatori non hanno collaborato, fanno parte del sistema?. Ma come? ? stato proprio il sistema che per durare ha fatto fuori Moggi. Semmai il fatto che tanti calciatori, pur sospinti dalla giornalaccio rosa dello Sport e dai dirigenti del nuovo tipo, si siano rifiutati di alimentare le accuse prova come questo processo sia stato una fiera delle vanit? accusatorie. A loro conveniva adeguarsi al nuovo corso. Invece sono stati leali. Che senso ha attaccarli come omertosi per di pi? da uno stimato pm? Se ha le prove persegua. Se no taccia. 3) Come si fa a non capire che era "necessaria" almeno una piccola punizione? Si era mosso il mondo. Un'assoluzione generale avrebbe finito per palesare la ridicolaggine di una dissipazione di denaro e di energie della giustizia per esaminare delle pinzillacchere. Ed ecco la condannuccia. Non abbiamo alcun dubbio sulla buona fede e la competenza tecnica e morale del tribunale di Roma. Ma se si rivedono gli episodi alla moviola, il rigore fischiato contro Moggi non c'era e non meritava l'espulsione. Forse gli arbitri (del tribunale), di certo onesti e preparati, inevitabilmente soffrono - roba inconscia - di una sudditanza psicologica verso le potenze dominanti. Se avessero accettato come prova gli errori degli arbitri (di calcio), e le complicazioni contrattuali (dei calciatori) per documentare l'esistenza di una cupola, dovrebbero perseguire i nuovi capi mafia. Dato che errori e complicazioni perdurano. E allora? Ecco la minicondanna. 4) Le violenze. Esaminiamo i casi dei calciatori-vittime (presunte). Nicola Amoruso (attuale attaccante del Torino). Alla fine del campionato 2001-2002 Carlo Ancelotti fa sapere di non volerlo pi? alla Juventus. Moggi convoca Amoruso e gli dice: qui non hai spazio, ti conviene accettare il trasferimento al Perugia, se no finisci in tribuna e non giochi. Amoruso alla fine accetta, e si becca pure un aumentone di stipendio. ? violenza, ? minaccia? Mobbing contro un miliardario? Ma va'. Altro caso. Manuele Blasi (oggi centrocampista del Napoli). La Juve lo presta al Parma. L? risulta positivo al doping: otto mesi di squalifica. Rientra alla Juve nell'estate del 2003, non proprio in pompa magna. E subito Stefano Antonelli, a nome di Blasi, incredibilmente telefona: vuole per il suo assistito aumento e proroga del contratto. Moggi dice: niente da fare, con te non parlo, prima il giovanotto deve dimostrare di meritarsi sul campo soldi e nuovo contratto. Il mediano gioca bene, ottiene l'una e l'altra cosa. Testimonier? a favore di Moggi. Il giudice prende invece sul serio la testimonianza di Antonelli. Partorito un "moggiolino" 5) La sentenza dice che Moggi non ? il Padrino. E finisce per sostenere che l'allora direttore sportivo della Juventus alla fine ha agito - secondo loro esagerando con le parole - solo negli interessi della Juve: obbedendo all'allenatore (Ancelotti lo ha testimoniato al processo) e consentendo risparmi sugli ingaggi. Persino insegnando ai calciatori come si sta al mondo. Sarebbe facile essere generosi con i soldi degli altri. A questo punto la Juventus dovrebbe proporlo per una medaglia, invece di scaricarlo. Ma anche la Lega Calcio e la Federcalcio dovrebbero difenderlo. Nella sentenza ? insito un precedente pericoloso per ogni societ? di calcio: dire no a un calciatore, spiegargli che ? bene - non per noccioline - cambiare squadra, pu? diventare causa di condanna al carcere. Vuol dire che i calciatori oltre ad essere padroni di conti in banca milionari potranno esercitare un ricatto formidabile verso le squadre. Avanti, ci aspettiamo un pacco di denunce. 6) Riflessione extra-Moggi. Era ovvio si sarebbe arrivati comunque a una condanna. ? tale il legame oggettivo che lega i pubblici ministeri e i giudici di merito che lavorano nello stesso palazzo e appartengono al medesimo sindacato e rispondono allo stesso Csm, che inevitabilmente quando c'? molto rumore di stampa e molti denari spesi nell'inchiesta, si finisce per condannare almeno un pochino, oppure assolvere e in parte prescrivere (vedi Andreotti). In questo modo l'immane macchina almeno pu? dire di aver partorito un moggiolino. ? chiaro a tutti che occorre la separazione delle carriere dei magistrati, oppure bisogna aspettare l'altro processo al calcio, quello di Napoli? [09-01-2009] http://www.dagospia.com archiviamo va...
  8. Anche ciaff... forse ? pi? giusto, lo ha detto ma non ho focalizzato, perch? mi ero fermato a riflettere sulla boxe e..... I rumori del campo.... Su quello ha delle ragioni, sia ben chiaro. E' bello se vai alla stadio poter sentire da vicino i rumori del campo.... (mi pare che ha parlato anche di sudore.... ma non mi ricordo pi? benissimo...) Il discorso aveva un senso, ma sembra uno che da fiato alla bocca e che non ha mai visto nessun tipo di sport in vita sua. Credo sia il colpo sul pallone.... ciaff!
  9. L?ITALIETTA DEI MISTERI ? PARLA GASPARE SPATUZZA, EX SICARIO PALERMITANO E SI APRE UNA NUOVA INCHIESTA SULL?ASSASSINIO DI PAOLO BORSELLINO ? L?OCCHIO LUNGO DI ILDA BOCCASSINI: Gi? NEL ?94 NON SI FIDAVA DEL PENTITO SCARANTINO? Nuova inchiesta sulla strage di via D'Amelio... Monica Ceravolo per "La Stampa" ?La strage di via D'Amelio, nonostante le sentenze passate in giudicato, presenta ancora molti aspetti oscuri?. E' il commento del procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Sergio Lari, che coordina la nuova inchiesta aperta sull'attentato a Paolo Borsellino e agli agenti della scorta dopo le dichiarazioni rese dall'ex sicario palermitano, Gaspare Spatuzza. ?Abbiamo concluso con il dichiarante Spatuzza - dice Lari - il verbale illustrativo, che doveva essere fatto entro i 180 giorni dall'inizio della sua collaborazione, adesso si devono fare i riscontri, valutare cos? la sua attendibilit? per poi decidere se chiedere la sua ammissione al programma di protezione?. Questo passaggio ? delicato per il futuro giudiziario del dichiarante. Infatti su Spatuzza, non solo dovr? esprimersi la procura di Caltanissetta, ma anche e soprattutto i pm di Palermo e Firenze. E' a Palermo che si riversano le maggiori dichiarazioni dell'ex capomafia che parla di omicidi ed episodi criminali, che in gran parte, anzi quasi tutti, sono gi? stati giudicati con sentenze definitive. Le rivelazioni di Spatuzza non aggiungono nulla di nuovo a questi fatti palermitani, tranne il fatto che precisa meglio il contesto di alcuni agguati e la dinamica con la quale sono avvenuti e un procurato aborto - episodio inedito - ai danni di una studentessa ordinato da un boss. E riconferma il coinvolgimento degli imputati gi? condannati. La procura di Firenze ha aperto una nuova inchiesta sulle stragi del 1993 dopo aver interrogato Spatuzza, e anche i pm fiorentini dovranno valutare quanto di nuovo ha detto il dichiarante. Tornando alla strage di Via D'Amelio, il procuratore Lari dice: ?E' ancora presto poter affermare che le rivelazioni di Spatuzza possano dare una svolta alle inchieste o capovolgere le sentenze, tutto quello che ci ha detto deve essere riscontrato e valutato con attenzione perch? molti aspetti devono ancora essere chiariti?. ?L'ipotesi di una revisione del processo - dice Lari - rimane un'opzione ancora molto lontana?. ?Il mio desiderio sarebbe quello di riversare le risorse di cui dispongo nel fare chiarezza sulla strage di via D'Amelio, poich? si tratta di uno dei fatti di cronaca pi? drammatici della storia italiana, che presenta ancora aspetti oscuri. Ma ho a disposizione nella Dda solo tre sostituti e un procuratore aggiunto. Rimane vuoto in Procura il posto di un procuratore aggiunto e di altri sette sostituti?. La Boccassini: ecco perch? non mi fidavo... Chiara Beria di Argentine per "La Stampa" Una dettagliata relazione di 10 pagine inviata, inizio ottobre 1994, dal pm Ilda Boccassini ai magistrati del pool antimafia di Caltanissetta guidato da Giovanni Tinebra e, contestualmente, al procuratore capo di Palermo, Giancarlo Caselli. In quel documento il pm Boccassini, l'allieva e amica di Giovanni Falcone che la stessa notte di Capaci aveva scelto di farsi trasferire da Milano a Caltanissetta per condurre l'inchiesta sulla strage, insieme al suo collega, Roberto Sajeva, elencava i tanti dubbi sulle dichiarazioni rese ai magistrati da Vincenzo Scarantino, il primo pentito dell'altra strage di quel tragico 1992, quella di via D'Amelio con l'autobomba che ridusse il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta in poveri brandelli di carne. Detto ?u jassaru?, Scarantino, un giovane muratore palermitano del quartiere della ?Guadagna?, aveva confessato di aver commissionato il furto di quell'auto; un anno dopo, nel 1995, ritratt? ma sulle sue prime dichiarazioni i magistrati di Caltanissetta hanno basato il processo per il delitto Borsellino. Perch? Ilda Boccassini, gi? nell'ottobre 1994, dubitava di Scarantino? E perch? di quella sua relazione non si ? mai saputo nulla? L'esistenza del documento ? stata rivelata solo ieri da ?La Stampa? e assume una notevole importanza con l'ingresso in scena di un nuovo pentito, Gaspare Spatuzza, nominato nel 1992 vicecapomandamento del quartiere Brancaccio che, si autoaccusa del furto della Fiat 126 usata per la strage, e con la sua confessione rischia ora di stravolgere tutto l'impianto accusatorio del processo sulla strage. A Caltanissetta, sepolta tra le migliaia di carte dell'inchiesta Borsellino, quella relazione non si trova pi?. Ilda Boccassini dopo i 3 anni passati con non pochi sacrifici personali in Sicilia, prima a Caltanissetta (in meno di un anno mand? dietro le sbarre 41 tra esecutori e mandanti della strage di Capaci a cominciare da Tot? Riina e, per la prima volta nella storia, sia la commissione provinciale che quella regionale di Cosa Nostra) poi, per pochi e contrastati mesi a Palermo, dall'ottobre 1995 ? tornata alla Procura di Milano. Raggiunta ieri per telefono Boccassini conferma: ?Posso solo dire che ? tutto vero. Nell'ottobre 1994, poco prima di lasciare Caltanissetta (era finita la mia applicazione, e per legge non si poteva prorogare) per andare alla procura di Palermo scrissi quella relazione?. A Caltanissetta quel suo scritto non si trova pi?, ? vero che lei ha ancora una minuta? ?Una minuta? No, io ho la copia di quella relazione. Del resto, l'ho gi? detto 3 mesi fa, quando mi ha contattato, al procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari. E, 20 giorni fa, l'ho ripetuto a un collega della Dna. Poi, non ho saputo pi? nulla?. Addio Palermo, addio antimafia. Finita la stagione di Caltanissetta - nel clima drammatico del dopo stragi i magistrati e la squadra ?Falcone Borsellino? guidata dal questore Arnaldo La Barbera fecero della solidariet? e della passione professionale un'arma vincente contro Cosa Nostra - Ilda Boccassini, considerata da Falcone la pi? preparata tra i suoi allievi (sua l'inchiesta sulla ?Duomo connection?; sua la clamorosa difesa di Falcone contestato, da vivo, dagli stessi colleghi) l'intransigente magistrato a Milano ? stata titolare di altre famose inchieste, da quelle su Imi-Sir e sul lodo Mondadori che hanno visto tra gli imputati eccellenti, il premier Silvio Berlusconi, a quella sulle nuove Brigate rosse. Una stagione di molti attacchi, pochi onori e niente promozioni per un pm tanto lontano da certe logiche correntizie e poco meritocratiche da non essere neanche pi? iscritta all'Associazione nazionale magistrati. Ieri la parola di Scarantino oggi quella di Spatuzza. Senza nulla togliere al contributo dato nella sconfitta dell'ala militare di Cosa Nostra da uomini come Tommaso Buscetta o Salvatore Cancemi (fu lei a raccogliere le sue confessioni) il pm Boccassini sui pentiti ha sempre avuto una posizione netta. ?Quando il lavoro investigativo ? efficace e schiacciante il mafioso non si pente, si arrende?. La storia di quell'ambiguo pentito Vincenzo Scarantino ? agli atti anche se poco conosciuta. Anno 1994. A fine marzo Silvio Berlusconi trionfa all'elezioni; nasce il primo governo del Cavaliere. E' inizio estate quando un agente di custodia segnala che Scarantino, detenuto nel carcere a massima sicurezza di Pianosa, ? pronto a collaborare. Di notte, con un avventuroso viaggio in elicottero, Ilda Boccassini e Arnaldo La Barbera si precipitano a Pianosa. Al pm, Scarantino rivela il suo ruolo nella strage; ma, soprattutto cerca, pi? volte, di parlare di Fininvest e di Marcello Dell'Utri. Pi? volte, Ilda Boccassini insospettita, lo ferma. E i dubbi di Boccassini su Scarantino crescono alla lettura degli interrogatori resi, poi, dal sedicente pentito a Anna Palma e Nino Di Matteo, i pm titolari del'inchiesta su via D'Amelio. Per questo, prima di lasciare Caltanissetta, scrive quella relazione. Mai discussa ? rimasta per? per 15 anni in copia tra le sue tante carte. ?L'ultimo pentito di via D'Amelio?. Cos? La Stampa di ieri titolava l'articolo che ha svelato l'esistenza di una pista alternativa a quella delle sentenze gi? passate in giudicato sui mandanti dell'omicidio del giudice Borsellino, nel luglio del 1992. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-2470.htm
  10. CALCIO: JUVE, COBOLLI GIGLI ?PROVO SIMPATIA PER IL CAGLIARI? (AGI/ITALPRESS) - Torino, 8 gen. - Dopo la sua Juve, il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli, 64 anni, trova il Cagliari la squadra piu? simpatica del campionato di calcio di serie A. ?In questo momento provo simpatia per il Cagliari e per il suo presidente?, ha dichiarato Cobolli Gigli alla trasmissione ?Filo diretto? sul canale tv Juventus Channel. ?E anche in prospettiva del prossimo incontro (sabato ci sara? Inter-Cagliari, ndr) dico ?Forza Cagliari??. (AGI) http://www.calcio-oggi.it/archives/00025742.html Senza parole.
  11. http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?...70&from=tg5 Non ci posso CREDERE! OH PORC....! Mi si ? seccata la gola.... dev'essere un malore.... non mi sento bene... soffro di allucinazioni.... mediaset che da la notizia in questo modo.... che ci fa la Arcuri nuda in casa mia? Hu?!
  12. Si. In parte ? vero. Ma Cobolli di calcio non capisce niente e allora se ne esce con cazzate da oscar. Esempio. In relazione al nuovo stadio, alla presentazione del progetto ai media ecc, ha detto che il calcio dovrebbe essere come una partita di Boxe. Dovrebbe essere possibile sentire anche i rumori del campo ecc.... lo sciaff ecc Ci rendiamo conto? La partita di Boxe e lo sciaff. Poi dicono che io sono cattivone perch? lo prendo per i fondelli. Dico ma, ? lui che ha un talento sconfinato nel dire cazzate, o sono io che sono cattivo?
  13. Qui c'? un piccolo resoconto in aggiornamento riguardo ad oggi. http://www.ju29ro.com/news/30-news/788-pro...non-esiste.html Qui c? un vecchio pezzo con un p? di testimonianze del processo senza tanti commenti (a parte la prefazione e la chiusura). http://www.ju29ro.com/terzo-anello/38-terz...in-pretura.html Poi ci sono tutti i siti giornalistici comuni, tipo ansa ecc. Dipende cosa vuoi di preciso.
  14. Eh no! Quali scudetti? Qui ? tutto un altro discorso. Gli scudetti vanno bene per accontentare i polli. Rivoglio tutto indietro. E quando dico TUTTO, dico proprio TUTTO.
  15. Per aiutare qualcuno bisogna avere le palle. Quindi al massimo potrebbe accadere il contrario. e nemmeno quello perch? il costo ? altissimo..... onore scudi e giustizia. Non ci sono gruppi industriali che tengano su cifre di questa portata.
  16. Io da sportivo e non da Juventino, non capisco davvero come kazzo hanno fatto a ridursi cos? gli interisti. Davvero. Io sono sbalordito di fronte ad un modo cos? totale di invidiare e perdere nel calcio .... se fossero meno invidiosi e se gridassero meno ai complotti avrebbero vinto tutto. Mi fanno pena..... cavoli, infondo sono cittadini come me... lavorano, pagano le tasse... sono delle vittime. Vittime per anni di un'informazione sbilenca, preparata da casa Elkann solo per preparare il terreno.
  17. Cobolli. Mai nessun altro presidente lo eguaglier? nel numero di minkiate dette a raffica in soli 2 anni di presidenza. Una leggenda. Il pi? grande presidente di tutti i tempi!
  18. fonte? ? vera? no perch? a leggerla sembra vera..... una delle solite cazzate....
  19. Per ora ? addormentato, ma prima o poi si sveglia.... e quel giorno non avrete abbastanza vasellina per evitare il dolore....
  20. Luciano Moggi viene condannato per violenza privata per le pressioni esercitate sugli ex juventini Nicola Amoruso ed Emanuele Blasi. Per Moggi Jr l'addebito che porta alla condanna in primo grado a 1 anno e 2 mesi deriva dalle circostanze e dalle pressioni esercitate sui due giocatori dell'est Zeytulaev e Nigmatullin. Assolti gli altri imputati Franco Zavaglia, Francesco Ceravolo, Pasquale Gallo e Davide Lippi. Direi che oltre a questo non serve dire altro.... una buffonata senza fine. Vergogna!
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