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Archivio Genchi, 5 Milioni Di Numeri Di Telefono
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di JuveFan in Archivio di calciopoli (Farsopoli)
Corriere... L'articolo dell'altro topic ? illuminante. -
GENCHI DE NOANTRI ? IL SUPERCONSULENTE INDAGATO ANCHE A ROMA - I FALDONI SONO ARRIVATI. L?IPOTESI: COSTITUZIONE ABUSIVA DI ARCHIVI ? L?ACCUSA DEL ROS: HA CHIESTO A DE MAGISTRIS DI ACQUISIRE MATERIALE PROTETTO? Elsa Vinci per "la Repubblica" La procura di Roma raccoglie l?ipotesi formulata dai magistrati di Catanzaro: costituzione abusiva di archivio. Ipotesi minima, ma ? solo l?inizio. L?iscrizione sul registro degli indagati di Gioacchino Genchi, ex consulente dell?ex pm Luigi De Magistris, appare scontata ai magistrati della capitale. Tuttavia la formalizzazione avverr? fra qualche giorno, quando il procuratore capo Giovanni Ferrara, e gli aggiunti Nello Rossi, capo del pool sui reati finanziari, e Achille Toro, capo di quello sulla pubblica amministrazione, avranno finito di leggere tutti gli atti inviati dalla procura generale calabrese. Cio? quando si potr? definire il profilo di altri reati, che sembrano emergere da una prima sommaria lettura delle carte. Gli atti sono arrivati a piazzale Clodio sabato scorso, diversi faldoni su migliaia di contatti telefonici e records raccolti dall?ex consulente di De Magistris durante le inchieste Why Not e Poseidone, indagini poi avocate dal Pg di Catanzaro dopo i provvedimenti disciplinari adottati dal Csm nei confronti dell?ex pm. L?archivio Genchi ? stato inviato al procuratore Ferrara perch? l?acquisizione dei tabulati ? avvenuta nelle sedi dei gestori telefonici a Roma. Il capo della procura ha guardato i rapporti del Ros nel weekend e ieri pomeriggio ha convocato un incontro con i due procuratori aggiunti per ripartire i lavori. Il Ros ha accertato che Gioacchino Genchi ?ha elaborato tabulati di traffico telefonico riconducibili al Senato, alla Camera, alla Presidenza del Consiglio, a ministeri, alla Procura nazionale antimafia, a direzioni di partiti politici e finanche a numerazioni private di magistrati?. Genchi, secondo i carabinieri del Ros, ha agito senza rispettare la speciale tutela di cui godono i parlamentari o i funzionari dei servizi segreti. E lo accusano di aver chiesto a De Magistris di acquisire dati di traffico telefonico che lui sapeva riconducibili a figure istituzionali tutelate da norme specifiche. Come i funzionari del Sismi Nicol? Pollari e il generale Gustavo Pignero, o magistrati presso il ministero della Giustizia, o il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. Infatti sul caso anche il Copasir ha avviato un?istruttoria e sta svolgendo diverse audizioni a San Macuto. Ma ? soprattutto sull?acquisizione dei tabulati di utenze riconducibili a enti istituzionali, come la Camera o il ministero della Difesa, che il giudizio dei carabinieri si fa severo. ? stata verificata l?acquisizione di dati sensibili, cio? strettamente personali, tutelati tra l?altro dalla legge sulla privacy. Nell?archivio compaiono anche gli "sviluppi" dei tabulati dell?ex ministro dell?Interno Beppe Pisanu, del pd Marco Minniti, di Gozi e di Kessler. [03-02-2009] --------------------------------- LA BOMBA DI GENCHI ? IL CONSULENTE SPARA CANNONATE A TELE LOMBARDIA: I GUAI PER DE MAGISTRIS COMINCIANO DOPO L?ACQUISIZIONE DI TABULATI DI MAGISTRATI DI R. CALABRIA SULLE FUGHE DI NOTIZIE SULL?OMICIDIO FORTUGNO E SULLA STRAGE DI DUISBURG? Comunicato Stampa di Tele Lombardia Ieri sera, negli studi di Telelombardia nel programma Iceberg condotto da David Parenzo, ? intervenuto il dott. Giocchino Genchi, consulente del dott. De Magistris nell'inchiesta "Why Not" . Il "super consulente" ha ricostruito alcuni passaggi chiave dell'inchiesta e ha svelato alcuni fatti inedite sull'inchiesta "Why Not": "Nelle indagini che ho seguito in Calabria centinaia di conversazioni segnate come non-utili sono diventate utili con le acquisizioni dei tabulati: quelle conversazioni sono diventate oro per l'inchiesta. Io ho indagato su Orlando (Leoluca Orlando n.d.r.) su ordine della Procura di Palermo quando era sindaco. Non si ? guardato in faccia a nessuno, nell'ambito di quella indagine. C'era addirittura un sottufficiale dei carabinieri che "ci aveva preso gusto". Io ho rinunciato alle indagini e ho rinunciato anche alla liquidazione e non perch? sono amico di Orlando. Sono passati molti anni e oggi il Maresciallo dei carabinieri in primo grado ? stato condannato a dieci anni di reclusione dal tribunale. Questo per dire che io ho fatto indagini su centinaia di sindaci e con il mio lavoro ho dato un contributo di chiarezza e onest?. Mai nessuno si ? permesso di fare quello che ? stato fatto a Catanzaro!" Sull'inchiesta "Why Not" ha spiegato: "Le indagini nelle quali io ho svolto e svolgo le consulenze sono, in assoluto, le indagini che hanno il minor numero di intercettazioni telefoniche. Voglio dire (e questa ? una violazione del segreto di ufficio che mi assumo in prima persona) che nell' indagine WHY NOT che ? stata avocata al dottor De Magistris non ? stata eseguita nessuna, neanche una, intercettazione telefonica. Non ? stato intercettato nessun telefono, nessun cellulare, non ? stata messa nessuna ambientale (microspia ndr) presso nessuna macchina n? alcun ufficio, non sono state captate voci. La questione ? che, invece, c'erano centinaia di vecchie intercettazioni (che la Procura di Lamezia Terme aveva fatto sul conto di un imprenditore) ma queste intercettazioni erano state giudicate come non utili alle indagini. Con il mio metodo, con l'incrocio dei tabulati, le acquisizioni documentali, l'analisi comparata delle testimonianze, quelle vecchie intercettazioni inutili sono diventate oro. E io mi stavo appunto per esprimere nel merito di queste cose..." Il Dott. Genchi, nel corso della diretta, ha svelato come si svolgeva il suo lavoro di consulente: "A Catanzaro si stavano solo acquisendo tabulati telefonici per verificare un palinsesto di indagini, delle accuse che una teste aveva dato al PM che ? stato trasferito (De Magistris n.d.r.). A quel magistrato ? stata avocata l'indagine solo per l'acquisizione di un tabulato. L'idea me la sono fatta ed ? precisa: se si guardano le fughe di notizie quando sono avvenute , sono avvenute quando sono stati acquisiti dei ben precisi tabulati che erano dei magistrati di Reggio Calabria e riguardavano due fatti di gravit? inaudita: le fughe di notizie sull'omicidio Fortugno e sulla strage di Duisburg (14 agosto 2007). Cos? hanno fatto saltare tutte le intercettazioni ambientali dei carabinieri e hanno reso latitanti degli assassini. Per questo sono saltate le indagini del Dott. Luigi De Magistris ed ? bene che associazioni nazionali di magistrati e sinedri della magistratura queste cose le sappiano e le dicano. " Nel corso del dibattito, il Dott. Gioacchino Genchi a domanda del conduttore se sia a conoscenza di indagini a suo carico, ha detto: "A tutt'oggi non ho ricevuto alcun avviso di garanzia" e poi ha aggiunto "ove lo fossi sarei pi? sereno, perch? avrei la possibilit? di difendermi e dire quali sono le ragioni reali per le quali si ? montata tutta questa pantomima dell'archivio sulle acquisizioni dei tabulati ". Ha poi concluso evocando il caso di Adamo Bove (il dirigente Telecom morto in circostanze misteriose) "Io mi sento parte lesa, perch? ho vissuto in prima persona l'avocatura del procedimento che seguivo dopo otto mesi di lavoro, senza che nessuno mi avesse mai chiesto cosa avevo fatto. Mi sento parte lesa perch? prima ancora che qualcuno bussasse alla porta per notificarmelo, ho acceso il computer e la notizia Ansa che era uscita da Catanzaro, non dico da New York o dall' Olanda, da Catanzaro. L'alternativa ? che io facessi quello che ha fatto Adamo Bove. Ci hanno tentato esattamente nello stesso modo, utilizzando lo stesso arsenale giornalistico e propagandistico. Chi guarda gli articoli di stampa e chi gli ha scritti su di me trova le conclusioni. Io posso dire che tutte le attivit? fatte dal dottor Favi prima e dalla Procura generale dopo col Ros, compresi i viaggi a Roma, sono stati circostanziati da puntuali fughe di notizie, compresa quella su Panorama." L'intera puntata, ? disponibile sul sito www.telelombardia.it nella sezione di Iceberg. [03-02-2009] Dagospia Eccolooooooooooooo! Prima o poi sapevo che si sarebbe toccato questo punto.
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Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
? 2009-01-31 17:38 Fiat: Salza, pronta linea di credito Rinaldini: ok aiuti ma Fiat non si sottragga a responsabilita' (ANSA) - ALBA (CUNEO), 31 GEN - La linea di credito per Fiat 'e' quasi pronta, mancano dettagli tecnici', dice Enrico Salza (Intesa Sanpaolo). Il presidente del consiglio di gestione dell'istituto bancario aggiunge che 'l'ammontare complessivo e' di 3 miliardi'. Intanto, Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, ribadisce la necessita' di un intervento pubblico per il settore auto ma definisce 'inaccettabile qualsiasi tentativo della Fiat di sottrarsi alle proprie responsabilita''. ansa.it -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Diciamo che io credo che nell'Inter ci siani molte/troppe cose strane. Non so se bastano a dire che forse c'? stata la roba delle scommesse, e forse anche l'idea di Graziano pu? avere una sua struttura.... Calcioscommesse? No. A Milano si indaga su ben altro. Al vaglio dei magistrati i rapporti stretti tra politica, economia e forze dell'ordine. Nove mesi fa (era il 15 maggio 2008) scrissi sul sito Ju29ro, anticipando l'articolo de Il Giornale di stamattina, le ipotesi per cui a Milano e Trento si stessero muovendo i magistrati nei confronti dell'Inter. Nell'articolo specificai, ironizzando, che si trattava di semplici frottole, di roba non seria. Fatto sta che le indiscrezioni puntualmente si realizzarono: Mancini a fine anno venne esonerato, si tent? di ricorrere alla giusta causa per non pagargli lo stipendio restante, i rinnovi di alcuni calciatori dell'Inter tardano ad arrivare, i problemi con la banca Antonveneta, e altre cosuccie che sono al momento al vaglio degli organi competenti. Si trattava di indiscrezioni precise circa piste seguite dai magistrati incaricati delle indagini. Indagini che si sviluppavano su almeno tre procure: Milano, Trento e un'ultima che ancora lavora nell'ombra. Le urla di complotto, allora come ora, si levarono sdegnate da parte del popolo nerazzurro: frottole. Frottole, come quelle di adesso. Se i sospetti sul giro di scommesse clandestine, agevolate da ricatti, favori e pressioni su tesserati nerazzurri, sono comunque forti, il vero filone di inchiesta riguarda in questo momento i rapporti priviliegiati tra esponenti della pubblica sicurezza (polizia, digos, guardia di finanza, magistratura, ecc...) e la societ? nerazzurra. Tra la lunga serie di indizi figurerebbero tra l'altro le 'soffiate' in merito a calciopoli, i presunti favori in ambito economico derivanti dall'utilizzo di intercettazioni divulgate alla stampa e da ultime proprio le indiscrezioni fuoriuscite sull'inchiesta anticipata da Il Giornale. I 'favori' di cui avrebbe goduto una grossa fetta dell'ambiente politico-economico milanese hanno infatti attirato l'attenzione della magistratura. Regalie, favori, biglietti in tribuna VIP: una serie di atteggiamenti e comportamenti, non tutti imputabili a persone tesserate presso la societ? nerazzurra, che avrebbero insospettito i magistrati milanesi, alla luce dei sempre pi? continui episodi di 'favoreggiamento' che sono stati riscontrati nel corso degli ultimi anni. In particolare, pare che persino questa ultima fuga di notizie non sia casuale ma strumentale: ? di settimana scorsa infatti l'accusa lanciata dal patron Moratti nei confronti di alcuni "nostalgici" della direzione Mancini e l'inchiesta interna volta a individuare chi, all'interno della squadra e dell'organizzazione nerazzurra, starebbe 'remando contro'. L'articolo de Il Giornale rappresenterebbe indirettamente, secondo alcune ricostruzioni, una sorta di avvertimento nei confronti di alcuni tesserati ed ex-tesserati nerazzurri, proprio sulla falsariga della prima fuga di notizie, avvenuta all'indomani di Inter-Siena e della famosa frase di Massimo Moratti: "Materazzi ci ha fatto perdere la partita". Solo il blocco delle intercettazioni potrebbe evitare quella che ? considerata una costola di una nuova tangentopoli milanese, fatta di favori, regalie e relazioni pericolose che coinvolgerebbe forze dell'ordine, carta stampata, servizi segreti deviati, ambienti politici e magistratura. La societ? F.c. Internazionale e i suoi tifosi in tutto questo sono solo parte lesa, mentre nubi oscure aleggiano intorno a via Durini. Mala tempora currunt. Graziano Campi Detto questo, io a memoria non ricordo campionati devastati come gli ultimi tre (compreso questo). Errori arbitrali grossolani che non hanno niente a che vedere con la buonafede. E' solo una questione del punto di vista da cui si guardano le cose. Esempio: Noiconsumatori: tifosi napoletani pronti a denunciare Figc Pisani: oltre 10mila ricorsi contro gli arbitraggi ciechi Roma, 1 feb. (Apcom) - Dopo l'ennesimo errore arbitrale contro i calciatori del Napoli sarebbero oltre 10mila i ricorsi pronti in Campania "per chiedere giustizia e contestare l'operato di Figc ed istituzioni sportive che non intervengono per far rispettare i valori e regole dello sport consentendo di falsare il campionato, anzich? di far pagare i veri responsabili". Ad annunciare la "battaglia legale" ? il movimento Noiconsumatori.it che afferma in una nota di aver avuto mandato da oltre 50mila tifosi napoletani, che collegandosi al sito internet hanno compilato il modulo per la richiesta di risarcimento danni. I fan di Lavezzi e compagni chiedono giustizia ed hanno incaricato il presidente dell'associazione, l'avvocato Angelo Pisani, di preparare un dossier, con immagini e foto, sugli scandali da inviare a Legacalcio, Federazione e Coni. "Le sorti di una partita di calcio - denuncia Pisani - devono essere decise sul campo, non dagli errori e scandali degli arbitri. Il Napoli ? sempre danneggiato da arbitraggi e decisioni sbagliate senza che la Federcalcio intervenga a tutela dei valori e regole dello sport. I tifosi hanno tutto il diritto - conclude Pisani - di intraprendere una protesta anche in sede giudiziaria per difendere le sorti della propria squadra del cuore nonch? al risarcimento dei danni provocati da negligenze ed omissioni di arbitri ed istituzioni". http://notizie.alice.it Io un'idea del totale me la sono fatta. -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Formule che prendono piede 1 Febbraio 2009 Blog Cristiano Gatti, sul Giornale: "Davvero la giustizia italiana non ha niente di pi? urgente, di pi? serio, di pi? sensato, che condurre acrobatiche inchieste sfogliando la giornalaccio rosa sul bancone dei gelati, gi? al Bar Sport?". Christian Rocca il pezzo citato ? questo: Ecco il Bar Sport Tribunale con lo 007 armato di giornalaccio rosa di Cristiano Gatti Se non siamo tutti quanti su Scherzi a parte, succede questo: la giustizia italiana, che notoriamente non ha altro di meglio da fare e non sa come riempire le giornate, lancia un astuto segugio sulle orme dell?Inter, per dimostrare come la squadra di Mancini, nel finale dell?ultimo campionato, abbia giocato sporco, rifiutandosi scientificamente di vincere in anticipo lo scudetto, tirando in lungo fino agli ultimissimi minuti, con lo scopo canagliesco di far vincere un discreto numero di biechi scommettitori. Da come viene raccontata questa storia, Mancini sarebbe il puparo della criminale macchinazione. Evidentemente, in concorso con diversi suoi giocatori, anche se non si sa bene quanti e quali. Una cosa grossa? Una cosa enorme. E adesso avanti con le prove: l?agente di polizia giudiziaria Spadone Elio, sguinzagliato dalla magistratura alle calcagna degli interisti, ne raccoglie di clamorose. I suoi metodi investigativi sono quanto di pi? scientificamente avanzato. Microspie, intercettazioni ambientali, incroci di Dna? Questo ? l?arcaico armamentario che i nostri 007 lasciano a quei vecchi arnesi della Cia e del Mossad: l?agente speciale Spadone Elio sfoglia i giornali e clicca sui siti Internet. Con i suoi potenti mezzi, riesce a rilevare prove impensabili. Per dire: ad un certo punto, quando mancano tre giornate alla fine e l?Inter ha la possibilit? di chiudere i conti con la Roma, Mancini fa scattare il suo piano, ?schierando la non migliore formazione possibile? (in italiano: non schierando la migliore formazione possibile). La madre di tutte le prove? Mancini rinuncia a Balotelli. E anche ad Ibrahimovic, che effettivamente veniva da un infortunio, ma che tutti gli organi di stampa davano ?come recuperato e possibilisti nel suo impiego? (in italiano: ritenevano fosse possibile il suo impiego). Risultato: l?Inter perde il derby, quindi pareggia in casa con il Siena, infine va a Parma e fino a 20? dalla fine si lascia sfilare lo scudetto dalla Roma. Strada facendo, la Banda Mancini (al segugio sfugge che spesso lo squadrone nerazzurro, nei titoli, viene definito proprio cos?: prova provata che sono tutti dei farabutti professionali), insomma questo circolo di bari palancai orchestra le cose pi? turpi: contro il Siena, mentre lo stadio intero aspetta la vittoria formalit? per accendere la festa, il rigore decisivo non lo batte il rigorista Cruz, ma quel piede di fata del popolare Materazzi. Che non fa gol. Perch? non fa gol? E perch? tira lui al posto di Cruz? Gi?, perch?? E perch? la domenica successiva, a Parma, Mancini aspetta solo il finale della partita per rimettere dentro Ibrahimovic e vincere finalmente questo stramaledetto scudetto? La risposta finale del sofisticato lavoro di intelligence ? dunque scontata: ?Vi ? la sensazione che la squadra dell?Inter, una volta raggiunto un certo vantaggio, abbia tenuto un comportamento atto a programmare un lento riavvicinamento degli avversari?. Cos? da ravvivare il mercato delle scommesse, naturalmente. Se non fosse che l?Inter, anche senza diabolici piani, ? capace di molto peggio. Se non fosse che Materazzi, con i suoi piedini, ? capace di ben altro. Se non fosse che - a naso - neppure i pi? incalliti criminali rischierebbero mai di buttare uno scudetto, vincendolo solo a venti minuti dal termine in un cataclisma di coronarie, si potrebbe pure dubitare. Ma il problema ? che l?intera vicenda risulta sovrastata e annichilita da un dubbio molto pi? inquietante, un dubbio al quale prima o poi bisogner? rispondere. Questo: davvero la giustizia italiana non ha niente di pi? urgente, di pi? serio, di pi? sensato, che condurre acrobatiche inchieste sfogliando la giornalaccio rosa sul bancone dei gelati, gi? al Bar Sport? http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=324767%5B/wysi_quote -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Per? ci sono le ottime considerazioni di questo fantastico utente: .read Prolegomeni allo studio approssimativo della "buffonata" inunmondoche domenica 01 febbraio 2009 01:33 http://www.ju29ro.com/news/30-news/998-pro...buffonataq.html in effetti.... -
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La pi? grande idiozia* 30 Gennaio 2009 Blog La storia dell?inchiesta poliziesca sugli indossatori di scudetti altrui che avrebbero perso volutamente alcune partite dell?anno scorso per far aumentare le scommesse e vincere all?ultima partita ? ridicola, patetica e una grande stupidaggine (anche perch? non si tiene conto che in panchina c?era Mancini). Dimostra, per?, la deriva bardellosportesca in cui ? precipitata l?Italia. Siamo riusciti a trasformare anche la questione dell?estradizione dell?assassino Battisti in un dibattito se giocare o no contro Kak?. (* dopo calciopoli, naturalmente) Christian Rocca Mi trovo pi? o meno sulla stessa lunghezza d'onda. Pi? leggo di questa vicenda pi? mi sembra aria fritta. Detto questo, l'Inter resta quello che ?: Sporcizia&Ladrate. -
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Inter: Ecco la vera storia del rapporto 'choc' Bisogna tornare indietro di otto mesi, alla settimana di passione del maggio 2008, per capire come sia potuto nascere il surreale rapporto di polizia giudiziaria sulle scelte tecniche dell?Inter che - pubblicato ieri dal Giornale - irrompe nella malferma quiete della societ? nerazzurra. ? il rapporto inviato al pubblico ministero milanese Stefano Civardi, e da questi messo agli atti, che adombra senza mezzi termini l?influenza del business delle scommesse sull?ultima fase del campionato 2007-2008 di serie A, con l?Inter che rallenta bruscamente la sua corsa fino a farsi quasi riacchiappare dalla Roma. Perch? quel rapporto viene commissionato? Sono in tanti ieri mattina, a Palazzo di giustizia, a bussare alla porta del pm per chiederglielo. Giornalisti, ma anche gli avvocati dell?Inter. Civardi - almeno alla stampa - non risponde. ?Fonti della procura? fanno poi sapere alle agenzie di stampa che ?non esiste un?indagine sul caso scommesse?. Ma dell?esistenza del rapporto, protocollato ai fogli da 209 a 211 degli atti, non si pu? negare l?esistenza. E allora? Quale esigenza investigativa ha portato la Procura milanese a indagare se fosse meglio far giocare Balotelli o spedirlo in panchina, e se i rigori dovevano tirarli Cruz o Materazzi? E perch? ci si ? spinti fino a dire chiaramente che gli ?strani? passi falsi dell?Inter hanno rimpinguato le casse dei bookmakers? Tutto inizia nella settimana decisiva del campionato scorso, tra l?11 e il 18 maggio. L?Inter viene dalla sconfitta nel derby col Milan. L?11 incontra in casa il Siena e pareggia, la Roma si porta ad un punto. L?incubo del sorpasso comincia a materializzarsi. Ed ? in questo clima gi? nervoso che, a met? settimana, esplode il caso intercettazioni. Di telefonate imbarazzanti tra il coach Roberto Mancini, altri tesserati e un personaggio legato alla ?mala? si inizia a parlare gi? nella giornata di marted? 12. Il 13 il tam tam si fa assillante. Alle 22 del mercoled?, una agenzia di stampa d? il via alla sarabanda. La mattina dopo, la notizia ? praticamente su tutti i giornali. In casa Inter ? il panico. I vertici della societ? pensano ad un complotto per disarticolare lo spogliatoio a tre giorni dalla partita decisiva. Invece Mancini - colpito allo stomaco dalle intercettazioni in un momento delicato della sua carriera - si convince che dietro la fuga di notizie ci possa essere qualcuno vicino a Massimo Moratti (che di l? a poco, in effetti, lo rimuover? indicando proprio le telefonate tra le cause dell?allontanamento). In quel marasma, la Procura di Milano apre una indagine per scoprire chi abbia passato le carte ai giornalisti: in particolare a quelli del Corriere della Sera e del Giornale, dove sono apparsi gli articoli pi? dettagliati. L?indagine viaggia a schiacciasassi, vengono analizzati e sviluppati i tabulati di giornalisti e uomini delle forze dell?ordine. ? in questa situazione che il pm Civardi - sospettando che la scelta dei tempi non sia stata casuale - ordina di analizzare l?andamento del campionato nerazzurro. La domanda che il magistrato si pone ? semplice: perch? queste intercettazioni vengono pubblicate il 15 maggio, e non dieci giorni prima o dieci giorni dopo, quando il loro impatto sarebbe stato infinitamente pi? blando? Nel giro di meno di due settimane, il rapporto ? pronto. ? il rapporto in cui - a met? tra 007 e la chiacchiera da bar - si scava nel campionato dell?Inter e in cui (e qui davvero l?attinenza con l?indagine principale si fa misteriosa) si adombra il legame col calcioscommesse. Il 30 maggio il rapporto ? sul tavolo di Civardi. Il pm non lo respinge al mittente, come forse potrebbe, non lo stralcia come irrilevante (e pure questo a volte si fa). Lo inserisce nel fascicolo sulla fuga di notizie e - al momento della chiusura delle indagini - lo mette a disposizione anche delle ?vittime?: Roberto Mancini, Sinisa Mihajlovic e (chiss? perch?, visto che di lui negli articoli non si parlava) Dejan Stankovic. Che dello strano rapporto di polizia sapevano, dunque, ben prima del Giornale. Non ci sono fantasie. Solo notizie Come ha scritto Cristiano Gatti ieri, ? sicuramente vero che l?agente di Polizia giudiziaria che ha redatto il rapporto sull?Inter abbia problemi di scrittura. Ma a giudicare le reazioni che si sono avute dopo la pubblicazione della nostra esclusiva ? probabile che ci siano stati anche problemi a leggere. E per questo facciamo allora un riassunto delle puntate precedenti. In pratica: il nostro Luca Fazzo scova un rapporto chiesto da un Pm riguardante l?ultimo campionato di serie A, un documento scritto in ?poliziesco? su ordine del giudice Civardi che analizza la seconda parte del campionato, anzi il ?cosiddetto Girone di ritorno? (volevate depistarli, eh?) dell?Inter di Mancini. Per chi avesse potuto avere dubbi al riguardo, abbiamo appositamente pubblicato il frontespizio del rapporto con la dicitura ?Procura della Repubblica? presso il Tribunale Ordinario di Milano, con tanto di oggetto: ?annotazione di P. G.?. Essendoci - grazie al lavoro di Fazzo - imbattuti in una notizia di evidente rilievo, non abbiamo fatto altro che pubblicarla, come si fa di solito in questi casi essendo giornalisti. E quindi, ecco l?articolo del collega che spiega la genesi del rapporto e della notizia, ecco il documento in versione praticamente integrale ed ecco soprattutto il commento di Cristiano Gatti con il quale il Giornale prende posizione: trattasi - si prega di leggere bene - di giustizia da Bar Sport. E quindi - si prega nuovamente attenzione - trattasi di un articolo CONTRO un certo tipo disinvolto di fare giustizia e A FAVORE dello scudetto nerazzurro. Nella giornata di ieri per? si sono susseguite dichiarazioni e prese di posizioni che sembravano volte a sminuire non il balzano rapporto, ma il nostro lavoro. E allora se - giustamente - l?amministratore delegato nerazzurro Paolillo ha detto che si tratta di una stupidaggine e ci ha ?riso su? (l?abbiamo fatto anche noi, Dottor Paolillo, e non abbiamo ancora smesso), la societ? ha invece emesso un comunicato ufficiale sicuramente di altro tenore: ?In relazione al disinvolto e fuorviante titolo comparso oggi sulla prima pagina del Giornale, contenente una dichiarazione che non risulta essere mai stata resa, F. C. Internazionale Milano ribadisce che, come precisato dalla Procura della Repubblica di Milano, non esiste, presso tale Autorit?, nessuna inchiesta sull'andamento del campionato 2007-2008 e in particolare sull'Inter. La Societ? tuteler? la propria immagine in tutte le sedi competenti?. Ci teniamo per? a precisare che, leggendo bene il nostro Giornale, si evince che: 1) il titolo non era disinvolto n? fuorviante, visto che parlava di un semplice rapporto e quindi di una semplice indagine del Pm. Il quale, mettendo poi agli atti il documento, ne ha avallato le conclusioni; 2) nel titolo si evidenziava addirittura l?assurdit? delle basi poste dal Pm e dal suo agente segugio, cio? il fatto che nel derby non avesse giocato Balotelli; 3) il Giornale non ha mai scritto che esiste un?inchiesta al riguardo, ma ha precisato che il rapporto ? stato ordinato nell?ambito dell?inchiesta sulla fuga di notizie sulle intercettazioni che hanno coinvolto l?ex tecnico Mancini e alcuni giocatori con il cosiddetto - proprio cos? - ?sarto? Domenico Brescia. (Il Giornale) http://www.calciomercato.com/index.php?c=&a=111060 -
COMINCIA LA FARSA! DE PIPISTRELLIS SCARICA GENCHI: NON SAPEVO SU CHI INDAGASSE - SPIATO LO SPIONE: MOGLIE MAGISTRATO E LA CASA ESPROPRIATA AI KILLER DI FALCONE - GENCHI ? SPREZZANTE SULLE ?ANORMALIT??: ?I CARABINIERI NON SONO MICA IL VANGELO? 1 - TUTTO SU GENCHI: DONNE, SOLDI E CASE CHE FURONO DEI KILLER DI FALCONE Franco Bechis per "ItaliaOggi" Gioacchino Genchi, il superconsulente di procure e tribunali che ha spiato il traffico telefonico di centinaia di migliaia di italiani importanti, abita e lavora in un immobile che fu dei mafiosi condannati per la strage di Capaci dove fu assassinato il giudice Giovanni Falcone. L'abitazione privata di Genchi e della sua attuale moglie, il magistrato palermitano Tania Hmeljak, e la sede stessa della Csi, la societ? di elaborazione dati che ha controllato tutti i tabulati telefonici, sono state acquistate dalla Camporeale costruzione srl di Raffaele Ganci, e il cantiere in cui vennero costruiti quegli alloggi fu il luogo chiave dell'inchiesta del capitano Ultimo che port? alla cattura di Tot? Riina oltre che di Ganci e molti altri mafiosi poi condannati. Come raccont? anni dopo l'ufficiale dell'arma che arrest? il boss dei boss della mafia "mettemmo sotto osservazione un cantiere dove Raffaele Ganci, che ritenevo essere il capofamiglia, si ritrovava con i suoi. Per mesi la Crimor film? ogni minuto della vita interna del cantiere della Camporeale costruzioni, in via Paolo Gili.". Quel luogo invece di trasformarsi in uno dei simboli della lotta alla mafia ed essere consegnato a qualche associazione senza fine di lucro o a qualche opera sociale ? divenuto la casa-ufficio di Genchi attraverso una regolare compravendita. Secondo gli atti depositati presso l'Agenzia del territorio e il demanio, e le informazioni disponibili presso le Camere di commercio (che si ottengo attraverso il servizio MF-Honyvem), Genchi e la sua signora, cos? come la Csi posseduta dal superconsulente e dalla sorella Antonella, hanno rilevato trattativa diretta dall'amministratore giudiziario nominato dal tribunale nella Camporeale costruzioni pi? porzioni immobiliari fra il 1999 e il 2001, ottenendo anche un mutuo ipotecario Bnl di 250 milioni di lire per l'abitazione principale. Gli acquisti sono stati fatti nell'unico periodo di parziale tranquillit? giudiziaria della Camporeale, le cui quote furono prima sequestrate poi dissequestrate e restituite agli azionisti da diverse sentenze. Abbiamo dunque spiato anche noi lo spione pi? famoso del momento. E per entrambi, noi e Genchi, si tratta di un gioco di parole visto che con semplici banche dati ? stata possibile ricostruire tutta la sua situazione finanziaria e patrimoniale, dalle donazioni familiari e i beni acquisiti con la prima moglie Nunzia Guzzo fino al curioso affare immobiliare effettuato dal superconsulente e dalla consorte magistrato del tribunale di Palermo durante la curatela giudiziaria del tribunale di Palermo di un bene mobile (e immobile) espropriato alla mafia. 2 - COMINCIA LA FARSA - DE MAGISTRIS SCARICA GENCHI: NON SAPEVO SU CHI INDAGASSE Guido Ruotolo per La Stampa "Il rapporto del Ros mica ? un Vangelo. Certo che non abbiamo parlato della favola di Pinocchio. Io sono una vittima". Per nulla esausto dopo sette ore di ?interrogatorio?, Gioacchino Genchi lascia palazzo san Macuto, dove ? stato sentito dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Prima di lui, per due ore l'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, aveva giustificato tutte le anomalie messe in risalto dal rapporto del Ros dei carabinieri sul cosiddetto ?archivio Genchi?, che saranno valutate anche dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo. Era stato il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, a rompere il ghiaccio con De Magistris (che da giudice del Riesame di Napoli aveva scritto nelle motivazioni Romeo che i rapporti tra l'immobiliarista e Rutelli non sono chiari). Perch? avete elaborato i tabulati del cellulare dell'allora direttore del Sismi, Niccol? Pollari? ?Perch? emergevano i suoi contatti con due nostri indagati, i generali Poletti e Cretella della Guardia di finanza?. E' lecito raccogliere questi dati che riguardano personalit? non indagate? ?E' nella norma. In generale, si possono addirittura intercettare persone non indagate?. De Magistris ha spiegato anche che lui non aveva consapevolezza che i tracciati, i tabulati, i contatti telefonici - che Genchi stava immagazzinando e poi sviluppando - coinvolgevano, per esempio, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il capo ispettore del ministero di Giustizia, Arcibaldo Miller, o l'ambasciata americana a Roma. Per? lui vistava tutti i decreti di acquisizioni di tabulati che gli sottoponeva Genchi. Ma di Genchi, De Magistris ha ricordato - invitando il Copasir a convocare i magistrati della Procura di Palermo che hanno affidato e affidano a lui diverse consulenze -, che ha lavorato alle ?inchieste sulle stragi Falcone e Borsellino?: ?Se volete andare a fondo, convocate i magistrati della Procura di Salerno e acquisite i loro atti?. E' stata una giornata lunghissima, al termine della quale, la sensazione ? che l'ex pm di Catanzaro sia stato una ?comparsa? che ha lasciato il cerino in mano a Gioacchino Genchi. Non che ne abbia preso le distanze, non potendolo fare perch? lui, da pm, affidava e firmava tutte le deleghe e i decreti di acquisizione dei tabulati al suo consulente tecnico. Sia lui che Genchi in alcuni momenti si sono appellati al segreto investigativo, ma il presidente del Copasir ha chiarito che il Comitato ha i poteri di indagine e quindi dovevano rispondere. E la sensazione ? stata che in alcuni passaggi le risposte di De Magistris e di Genchi non siano state sempre convergenti. Il Copasir, al termine dei due incontri, ha fatto sapere che ?le audizioni hanno consentito di acquisire elementi di grande interesse? che impongono ?un'approfondita riflessione sulle garanzie di funzionamento dei servizi, poich? ? stata verificata l'acquisizione di informazioni sensibili nell'ambito delle indagini?. Infine, annuncia il Copasir, ?il complesso di queste materie, incluse le metodologie di reperimento di dati che riguardano moltissimi cittadini, il trattamento e la conservazione di questi dati, sar? materia di un'informativa, al termine delle audizioni, ai Presidenti delle Camere?. Gioacchino Genchi, probabilmente sar? riconvocato ancora. Al di l? dei profili penali che la Procura di Roma potr? contestare al consulente di De Magistris, il rapporto del Ros che, pur non essendo ?il Vangelo?, per dirla con Genchi, ? un atto di accusa che mette in risalto le anomalie delle procedure utilizzate per la raccolta di questi dati sensibili. In sostanza, studiando il lavoro svolto da Genchi per l'inchiesta ?Why Not??, il Ros dei carabinieri ha rilevato che per le personalit? protette da speciali guarantigie (i parlamentari, per esempio) Genchi non ha rispettato le procedure. Il sospetto ? che il consulente sapesse perfettamente, in molti casi, a chi erano riconducibili certe utenze telefoniche. Sicuramente sapeva che quel dato numero corrispondeva, per esempio, a Clemente Mastella. E questo perch? sulle agende elettroniche sequestrate ad Antonio Saladino, l'uomo della Compagnia delle opere al centro dell'inchiesta De Magistris, quel numero era accoppiato appunto alla identit? di Clemente Mastella. Su questo caso, Genchi si ? difeso sostenendo che la procedura di acquisizione e di elaborazione della rubrica elettronica di Saladino ? avvenuta senza la lettura della intestazione della utenza. E ancora, il Ros rileva che per le utenze intestate a Palazzo Chigi, Ministero della Difesa, Camera e Senato, Genchi doveva sospendere l'acquisizione dei tabulati in attesa di conoscere l'identit? di chi aveva nella disponibilit? quei numeri. E cos? sono finiti nell'archivio Genchi gli ?sviluppi? dei tabulati dei parlamentari Pisanu, Minniti, Gozi, Kessler e altre personalit? la cui identit? deve essere ancora ?scoperta? perch? quei cellulari erano intestati alla Presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa, Camera, Senato e Dipartimento di pubblica sicurezza. [31-01-2009] dagospia
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COSSIGA CONTRO ? come mai negli ultimi anni tutta la sinistra e la stampa ha considerato legittimo che la Procura Milano facesse intercettare, porre microspie, pedinare agenti SISMI, e ora gridi allo scandalo GENCHI? - NELLA RETE DI INTERCEPTOR.. 1 - COSSIGA, DE MAGISTRIS, GENCHI E LE "INTERCETTAZIONI". Dichiarazione del Presidente Emerito Francesco Cossiga "Mi riesce difficile comprendere la generalizzata "criminalizzazione" del fenomeno del cos? detto "archivio Genchi": ma perch? la responsabilit? di tutto ci? viene attribuita al solo magistrato De Magistris, mentre decine sono state le Procure della Repubblica e i giudici a conferire al dott. Genchi l'incarico, da consulente o da perito, di esaminare, correlare, interconnettere, valutare le centinaia, sembra anzi migliaia di tabulati telefonici e informatici acquisiti per ordine dell'autorit? giudiziaria, ma non solo del detto De Magistris? Ma come mai negli ultimi anni tutta la sinistra e la stampa ad essa collegata ha considerato del tutto legittimo, anzi doveroso ed al limite "virtuoso" che la Procura della Repubblica di Milano facesse intercettare le utenze telefoniche e telematiche, porre microspie, far pedinare agenti del SISMI, e che ora si scomodi addirittura il COPASIR gridando allo scandalo in relazione ad attivit? sulla cui legittimit? pende un giudizio presso la Corte Costituzionale, il cui indirizzo a favore di un giudizio non di illegittimit? ma di piena legittimit? della Procura della Repubblica di Milano e per incarico della stessa delle DIGOS delle Questure di Milano e di Roma? E come mai se ci si trova di fronte al "pi? grande scandalo della vita della Repubblica", non si ? mossa nessuna Procura della Repubblica? E non sarebbe stato meglio che su operazioni compiute da un funzionario o da pi? funzionari della Polizia di Stato fosse dato l'incarico ad indagare al Servizio Operativo Centrale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che dipende dal Ministero dell'Interno, che ? il dicastero competente in materia di tutela dell'ordine e sicurezza pubblica e non dal Raggruppamento Operativo Speciale dell'Arma dei Carabinieri che dipende dal Ministero della Difesa, che in materia non ha nessuna competenza, anche se da anni cerca di esercitarne una in concorrenza o addirittura in sostituzione del Viminale?". 2 - NELLA RETE DI INTERCEPTOR Mario Sechi per "Panorama" Pu? lo Stato essere messo sotto controllo? Eccome se pu?. Il ministero degli Esteri, per esempio: due utenze sottoposte a monitoraggio del traffico. Attivit? produttive: un'utenza. Trasporti: un'utenza. Comunicazioni: un'utenza. Difesa: due utenze. Marina mercantile: un'utenza. Presidenza del Consiglio: sei utenze. Una decina per il ministero della Giustizia. Va peggio di tutti al regno della sicurezza, il Viminale: decine di utenze controllate. Non si salvano la presidenza della Camera e quella del Senato. La Guardia di finanza ? auscultata in tutta Italia. Non sono sicuri i telefoni di Margherita, Udc, Ds, Forza Italia. L'elenco bipartisan dei parlamentari senza privacy, presenti e passati, va da Clemente Mastella (Udeur) a Gianni Pittelli (Forza Italia), da Giovanni Kessler e Marco Minniti (Pd) a Beppe Pisanu (Forza Italia). Neppure i servizi segreti sfuggono al Grande fratello: sei utenze del Sismi osservate speciali, tra cui quelle del direttore Nicol? Pollari, del responsabile dei centri Sismi del Nord Italia Marco Mancini e del generale dei carabinieri (ora defunto) Gustavo Pignero. Non sfugge alla rete la Direzione nazionale antimafia: controllato il numero del procuratore nazionale Piero Grasso, come quelli dei magistrati Alberto Cisterna, Nicola Gratteri ed Emilio Ledonne. Tenuto d'occhio il sostituto procuratore Francesco Mollace. Ispezionato telefonicamente il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller. Nella categoria avvocati troviamo Massimo Dinoia. Naturalmente in questa galleria non pu? mancare l'Autorit? del garante della privacy rappresentata dal vicepresidente Giuseppe Chiaravalloti. Ciliegina sulla torta di ?Interceptor?, ecco spuntare il nome di Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza Telecom, e i numeri telefonici della Pirelli. ?Il pi? grande scandalo della storia della Repubblica? l'ha definito Silvio Berlusconi. Scorrendo l'elenco dei nomi e delle istituzioni sotto controllo, di cui Panorama rivela alcuni dettagli, il presidente del Consiglio non ha tutti i torti. Anche Francesco Rutelli, presidente del Copasir (il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), ? preoccupato. Le istituzioni scoprono di essere vulnerabili: politici, magistrati, alte cariche dello Stato, uomini dei servizi e della Guardia di finanza sono monitorati nei loro contatti telefonici, nei loro scambi per via elettronica e nei loro spostamenti. Al centro di tutta questa attivit? ci sono un uomo, Gioacchino Genchi, un magistrato, Luigi De Magistris, e un metodo investigativo che ? dilagato al punto da assumere la forma sinistra di una ragnatela nella quale perfino lo Stato ? impigliato. DA CASTELBUONO ALLA RETE Genchi Gioacchino da Castelbuono (Palermo) non ? un investigatore di paese. Vicequestore in aspettativa sindacale alla questura di Palermo, 49 anni, uomo di grande sicurezza ed ego smisurato, ? probabilmente il pi? abile e intelligente detective informatico d'Italia. Il suo pensiero ? sofisticato, la sua conoscenza del software e dell'hardware sorprendente. Il suo talento micidiale ha cominciato a rivelarsi fin dagli anni Ottanta, quando ?smanettava? sui primi pc in commercio. Nel 1985 entra in polizia e gi? dopo tre anni il capo della Polizia di Stato, Vincenzo Parisi, lo mette alla testa della direzione telecomunicazioni del ministero dell'Interno per la Sicilia occidentale. Carriera fulminante. Nel 1996 diventa consulente tecnico dell'autorit? giudiziaria. Su incarico del Csm tiene corsi di formazione e aggiornamento per magistrati e uditori giudiziari. In breve, Genchi diventa un punto di riferimento: ?I risultati del mio lavoro sono consacrati in centinaia di ordinanze, di sentenze e di pronunce alla Corte di cassazione? si vanta sul suo sito web. ? vero, ma la sua attivit? vista in controluce ha pi? di una zona oscura. Tanto che gi? nel 1993 Ilda Boccassini, allora sostituto procuratore di Caltanissetta, drizza le antenne e si scontra con Genchi, che all'epoca ? il tecnico del pool investigativo sulla strage di Capaci e vuole allargare l'indagine ai contatti telefonici privati e alle carte di credito di Giovanni Falcone. O me o lui, dice ?Ilda la rossa?. E la spunta. QUESTIONE DI METODO De Magistris, sostituto procuratore a Catanzaro, non si pone tutti questi dubbi e ricorre al ?metodo Genchi? per le sue inchieste Why not e Poseidon. Cos? il lavoro dell'uomo venuto da Castelbuono esce dal cono d'ombra. Le indagini partono da presunti casi di malaffare locale e si allargano a macchia di leopardo fino a toccare le pi? alte istituzioni dello Stato. Nel 2005 l'inchiesta Poseidon, nata su un uso illecito dei fondi europei, accende i fari su Walter Cretella-Lombardo, ufficiale della Guardia di finanza, consigliere dell'allora commissario europeo Franco Frattini, e tocca Lorenzo Cesa (segretario Udc) e Giuseppe Chiaravalloti, presidente della Regione Calabria e oggi commissario del garante della privacy. Nel 2007 l'inchiesta Why not ha il colpo d'ala quando De Magistris, seguendo le tracce (informatiche e telefoniche) di Antonio Saladino, presidente della Compagnia delle opere in Calabria, arriva fino a Romano Prodi e Clemente Mastella (per entrambi ? giunta l'archiviazione). LA PESCA A STRASCICO ? durante queste indagini che Genchi dispiega il suo metodo: la pesca a strascico per via elettronica. Una gigantesca rete che intrappola tutti i pesci, grandi e piccoli, che nuotano nel suo raggio d'azione. Genchi, su autorizzazione del magistrato, chiede ai gestori della telefonia italiana i dati anagrafici di migliaia di utenze e i tabulati del traffico in entrata e in uscita. Organizza il monitoraggio dei numeri sospetti e ricostruisce, attraverso un'analisi incrociata delle telefonate, i rapporti fra i titolari. Usa le connessioni telefoniche per consentire alla magistratura di fare connessioni investigative: perch? Genchi ? pi? che un mero fornitore di tabulati: ? l'eminenza grigia delle indagini. Su autorizzazione del solo De Magistris, Genchi accumula 578 mila schede anagrafiche e 1.042 tabulati, controlla 390 mila persone e 1 milione di contatti telefonici. Non sappiamo quali dati abbia archiviato attraverso altre consulenze e soprattutto chi conservi oggi questi dati. Genchi sostiene che non ci sono intercettazioni, soltanto analisi dei tabulati telefonici. Il problema ? che i dati del traffico sono come un pedinamento: attraverso il sistema delle celle si ? in grado di controllare non solo le chiamate in entrata e in uscita, ma gli spostamenti del titolare del telefonino e ovviamente gli sms e la posta elettronica. Lecito e illecito, mogli, mariti ed eventuali amanti, amici, affari, passioni, odi, gioia e dolore. Tutto finisce nel calderone elettronico. L'Italia, vale la pena di ricordarlo, ? uno dei paesi con la massima diffusione di telefonini nel mondo. Ma c'? un orwelliano Grande fratello che tutto vede e tutto sa. Genchi non ? il solo a svolgere quest'attivit? di pesca: i consulenti delle procure sono centinaia e a questi bisogna aggiungere i detective privati e i responsabili della sicurezza delle aziende in stile Tavaroli. CHI CONTROLLA INTERCEPTOR? Perfino i dati raccolti lecitamente sono a rischio. ?Un consulente dell'autorit? giudiziaria, secondo la legge, ? equiparabile a un pubblico ufficiale e quindi ? tenuto a rispettare gli stessi obblighi che vigono in un ufficio giudiziario? ricorda l'avvocato Giovanni Guerra, 43 anni, otto anni di lavoro all'Autorit? sulla privacy, uno dei massimi esperti di nuove tecnologie, diritti della persona e comunicazioni elettroniche. Perfetto, ma, chiuso il rapporto di consulenza con i magistrati, siamo certi che i dati vengano conservati secondo quanto dispone la legge? O la tentazione di farsi un backup (salvataggio dei dati) illecito su un server delle Isole Cayman ? troppo forte? Siamo certi che le informazioni delicate non finiscano nelle mani di qualche ricattatore o vengano utilizzate per fini illeciti? Guerra spiega che ?per finalit? di giustizia penale i dati devono essere conservati in strutture di massima sicurezza. Anche gli accessi ai dati da parte degli amministratori di sistema devono essere tracciati. In America c'? stato un adeguamento dopo l'11 settembre?. E in Italia? Le norme ci sono, ma sui controlli il dubbio ? pi? che lecito. Si ? disquisito sulla differenza sostanziale tra intercettazioni e il semplice tracciamento dei dati. In realt? un tabulato senza conversazioni pu? fornire un sacco di notizie private e per niente neutre, soprattutto se consideriamo l'intestatario delle utenze, i suoi contatti e i suoi spostamenti. Secondo Guerra, intercettazioni e traffico dati ?in sostanza sono equiparati: c'? una lesivit? maggiore nell'intercettazione, ma un'altrettanto grave lesione c'? quando si pongono sotto monitoraggio gli spostamenti telefonici. Esistono software in grado di ricostruire la tua posizione geografica mentre sei al telefono?. ? sicuro un paese dove i membri della Direzione nazionale antimafia possono essere localizzati quando e come si vuole? ? sicuro un paese dove il Parlamento e il governo sono sotto scacco telefonico? ? sicuro un paese dove il direttore del servizio segreto non ha pi? un segreto? Semplicemente: ? un paese? [30-01-2009] Dagospia
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Irregular Season 08/09... Sempre Da Annullare...
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Calcio e scommesse: 'L'Inter di Mancini perdeva per favorirle' L?ombra delle scommesse sull?ultimo scudetto dell?Inter. In un rapporto inviato dalla polizia giudiziaria alla Procura della Repubblica di Milano, e da questa depositato agli atti, viene ricostruito per filo e per segno l?andamento delle ultime giornate del campionato di serie A 2008-2009. Si avanzano esplicite riserve sulla trasparenza delle scelte tecniche dell?Inter in quelle fatidiche giornate, quando uno scudetto ormai praticamente vinto rischi? di sfuggire dalle mani dei nerazzurri. Si critica la scelta di non schierare Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic nelle partite cruciali. E si dice, nero su bianco, che il giro delle scommesse venne avvantaggiato dalle scelte della societ? milanese. Il rapporto ? stato ordinato alla polizia giudiziaria dal sostituto procuratore Stefano Civardi, che indaga sulla fuga di notizie che nel maggio scorso port? sulle pagine di Giornale e Corriere della sera le telefonate tra il pregiudicato Domenico Brescia - che di l? a pochi giorni sarebbe stato arrestato per traffico di droga - e alcuni uomini di punta della squadra Campione d?Italia: tra questi, l?allenatore Roberto Mancini, il capitano Javier Zanetti, il nazionale Marco Materazzi. Ma l?indagine non si ? fermata alla caccia dei presunti responsabili della fuga di notizie. Con delega alla polizia, il pubblico ministero ha dato ordine di ricostruire cosa accadde nelle ultime giornate del campionato scorso. Con quali obiettivi? Con quali risultati? L?unica certezza ? che gli accertamenti compiuti dalla polizia giudiziaria non sono stati ritenuti del tutto irrilevanti, tanto che il rapporto ? stato accluso agli atti conclusivi dell?inchiesta depositati nelle scorse settimane. Il rapporto di tre pagine ? basato prevalentemente su ?fonti aperte?, cio? pubbliche. ? centrato sulla corsa a due tra Inter e Roma per la conquista dello scudetto, sulle oscillazioni del distacco tra le due formazioni e sull?impatto che queste ebbero sul business delle scommesse. Il rapporto analizza come gli allibratori - che a partire dalla met? del girone di ritorno sembravano dare per cosa fatta lo scudetto all?Inter, tanto da non accettare pi? puntate sulla formazione di Mancini - riaprano le quotazioni quando il distacco si riduce, arrivando persino a fare per favorita la Roma. Dalla lettura del rapporto si intuisce che l?ipotesi investigativa - mai esplicitata a chiare lettere, ma inequivocabile nella sostanza - ? che l?Inter abbia rallentato deliberatamente la sua corsa al titolo, e che tra i motivi di questo comportamento autolesionista possano esserci rapporti di singoli tesserati nerazzurri con il mondo delle scommesse. E non ? un caso che a essere chiamati in causa con nome e cognome siano due tesserati dell?Inter che risultano in contatto telefonico con il pregiudicato Brescia. Il tecnico Roberto Mancini (?la strana scelta di Mancini?) e il difensore centrale Materazzi, che nell?incontro col Siena impedisce al rigorista titolare Julio Cruz di calciare un penalty, incaricandosi dell?esecuzione. E sbagliando. ? chiaro che non basta cos? poco per accusare Mancini, Materazzi o nessun altro di essersi messi al soldo degli allibratori. E infatti - almeno per quanto risulta ufficialmente - non vi sono procedimenti aperti a carico di nessuno. Ma del rapporto impressiona la minuzia con cui si addentra nelle scelte tecniche della panchina nerazzurra. E come le inserisce in una vicenda apparentemente inspiegabile, in cui in una situazione di classifica ?con un distacco totale di 10 punti, tale da far accreditare la vittoria del campionato sicura all?Inter da parte di tutti gli organi di stampa e media radiotelevisivi? fa irruzione un brusco cambiamento di scenario in cui ?vi ? la sensazione che la squadra dell?Inter una volta raggiunto un certo vantaggio abbia tenuto un comportamento atto a programmare un lento riavvicinamento degli avversari?. (Il Giornale) 12.01 Non ? stata aperta alcun inchiesta dalla Procura di Milano sull' andamento dell'ultimo campionato di calcio 2007/2008 e in particolare sull'Inter; la precisazione arriva, all'Ansa, da fonti della Procura di Milano, che ribadiscono che non c'? alcuna inchiesta. Secondo quanto si ? appreso, il rapporto di polizia sarebbe allegato ad un'altra indagine, quella sulla fuga di notizie relative all'inchiesta sul sarto Brescia, ma non ? stato utilizzato per aprire un'inchiesta autonoma sull'ultimo campionato. 13.54 "E' una buffonata". Il presidente dell'Inter Massimo Moratti commenta cos? l'articolo del quotidiano 'il Giornale' in cui viene riportato un rapporto della Polizia giudiziaria su un presunto legame tra le ultime partite dello scorso campionato giocate dall'Inter e le scommesse. "Ha gi? smentito la Procura - ha aggiunto Moratti - e quindi non c'? bisogno della mia smentita". 15:54 Dopo la decisa smentita di Massimo Moratti, arriva anche il comunicato ufficiale dell'Inter in risposta all'articolo pubblicato oggi da 'Il Giornale' sulle presunte scommesse che gettano ombra sullo scudetto della passata stagione. "In relazione al disinvolto e fuorviante titolo comparso oggi sulla prima pagina de 'Il Giornale' contenente una dichiarazione che non risulta essere mai stata resa - recita la nota pubblicata dal sito internet del club nerazzurro - F.C. Internazionale Milano ribadisce che, come precisato dalla Procura della Repubblica di Milano, non esiste presso tale Autorit? nessuna inchiesta sull'andamento del campionato 2007/2008, e in particolare sull'Inter. La societ? tuteler? la propria immagine in tutte le sedi competenti". 15.57 Il 'Giornale' replica al presidente dell'Inter che ha definito una "buffonata" l'articolo del quotidiano relativo ad un presunto legame tra le ultime partite dello scorso campionato giocate dall'Inter e le scommesse. "Massimo Moratti ? libero di definire 'una buffonata' il rapporto di polizia depositato agli atti dal sostituto procuratore Stefano Ciavardi, ma non pu? definire una 'buffonata' l'articolo del Giornale, che si ? limitato a riportare una notizia vera in termini corretti. Dare le notizie ? il lavoro dei giornalisti, piaccia o no al presidente Moratti". http://www.calciomercato.com/index.php?c=&a=110920 -
Procura, bufera intercettazioni indagini su regali e mazzette Marino Bisso e Rory Cappelli Regali e un soggiorno per la famiglia in un hotel sul litorale laziale. In questo modo alcune societ? che affittano le strumentazioni per effettuare le intercettazioni alla Procura di Roma si guadagnavano i favori di alcuni responsabili della sala d?ascolto. La vicenda ? stata scoperta dagli inquirenti di piazzale Clodio che hanno gi? rimosso un carabiniere addetto al servizio intercettazioni. Il provvedimento di sospensione ? stato deciso direttamente dal procuratore capo Giovanni Ferrara. Al centro degli accertamenti ? finito Ottavio D. C. appuntato dell?Arma, uno dei quindici responsabili della sala d?ascolto che effettua le intercettazioni su richiesta dei pm romani. E ora sul giro di regalie la procura potrebbe aprire anche una inchiesta ipotizzando il reato di corruzione. Il capo dei pubblici ministeri capitolini assieme al suo vice Filippo Laviani, nei mesi scorsi, ? corso ai ripari e ha gi? rivoluzionato l?organizzazione del funzionamento della sala intercettazioni. Il nome dell?appuntato dei carabinieri, recentemente rimosso, ? finito anche al centro di una delicata inchiesta della procura di Milano su un giro di presunte tangenti legate agli appalti nelle procure per i servizi di intercettazione. A chiamare in causa il carabiniere ? stato Vittorio Bosone, fondatore della Ies, specializzata in sistemi di sicurezza e telecomunicazioni. La Ies affitta alle procure di tutta Italia microspie, satellitari, gps, tutte le diavolerie che servono a realizzare intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo gli inquirenti la Ies avrebbe distribuito tangenti a ufficiali dell?Arma e agli investigatori della polizia giudiziaria. Ma non solo. Alcune agenzie avrebbero anche svolto bonifiche ambientali per conto di privati potenzialmente oggetto di intercettazione. Una realt? preoccupante che sarebbe stata fotografata in un dossier dal superconsulente della procura di Catanzaro Gioacchino Genchi. Il personaggio chiave dell?inchiesta su tangenti e intercettazioni ? appunto Vittorio Bosone che, nel corso dei suoi interrogatori, avrebbe anche fatto riferimenti agli appalti vinti nella capitale. In particolare avrebbe messo nei guai proprio l?appuntato dei carabinieri di recente rimosso. ?Ci sono pubblici ufficiali a libro paga, che ricavano somme da circa mille euro mensili in contanti a fronte della loro collaborazione illecita consistente nel procurare appalti alle societ? d?intercettazione grazie alla loro posizione lavorativa?. L?imprenditore della Ies racconta anche che l?appuntato dei carabinieri e responsabile della sala intercettazioni sarebbe stato ospitato ?con tutta la famiglia nel mese di agosto 2007 in un albergo di Santa Severa?. http://espresso.repubblica.it
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DE MAGISTRIS AMMETTE DI AVER AUTORIZZATO GENCHI A SPIARE 3 CELLULARI BOMBA: - PALAZZO CHIGI, IL ministero dell?Interno E Il comando calabrese della Finanza - L?EX PM: ?? logico che mI indicasse LE UTENZE: a questo servono i consulenti?? Riccardo Bocca e Paolo Orofino per l'Espresso, in edicola domani Era il pubblico ministero Luigi De Magistris, a suggerire a Gioacchino Genchi le utenze illustri da monitorare, o anche il consulente tecnico segnalava numeri per allargare il campo e incrociare i dati? La risposta si trova nella sequenza di comunicazioni che avviene nel marzo 2007, in piena indagine "Why not". Il 6 marzo, infatti, De Magistris firma un decreto di acquisizione di tabulati telefonici con cui incarica Genchi di lavorare sul traffico di 58 utenze telefoniche ?nel periodo antecedente ai 24 mesi dalla data di notifica del presente provvedimento?. Il giorno dopo, invece, ? la volta del consulente Genchi di sottoscrivere una relazione di 28 pagine nella quale segnala ?l'individuazione di talune utenze telefoniche e codici degli apparati cellulari (Inei) per i quali appare utile procedere all'acquisizione dei dati di traffico telefonico?. Si tratta di un elenco con 50 numeri dove, tra le utenze pi? delicate, spiccano tre cellulari: il primo intestato alla segreteria generale della presidenza del Consiglio, il secondo al Dipartimento della pubblica sicurezza presso il ministero dell'Interno e il terzo al comando regionale calabrese della Guardia di Finanza. Utenze per le quali, conferma lo stesso De Magistris, ha autorizzato il consulente a svolgere approfondimenti: ?? logico che fosse Gioacchino Genchi il dominus della scelta delle utenze?, dice l'ex pm oggi giudice a Napoli, ?e altrettanto naturale ? che me ne indicasse di nuove: a questo servono i consulenti...?. Meno logico, aggiunge invece De Magistris, ?? che non abbia potuto sapere, alla fine, chi fossero le persone intestatarie delle varie utenze. Com'? noto, infatti, mi ? stato avocato il fascicolo prima di averne la possibilit?, mentre a Genchi ? stato revocato l'incarico di consulenza. Risultato: non esiste una relazione finale?. 2 - 'PANORAMA' PUBBLICA ELENCO UTENZE DELL'ARCHIVIO GENCHI = TRA GLI ALTRI MASTELLA, PISANU, MINNITI, POLLARI, GRASSO (Adnkronos) - Il settimanale 'Panorama', sul numero in edicola domani, pubblica un elenco delle utenze "messe sotto controllo" da Gioacchino Genchi. "Ministero degli Esteri: due utenze sottoposte a monitoraggio del traffico. Attivita' produttive: un'utenza. Trasporti: un'utenza. Comunicazioni: un'utenza. Difesa: due utenze. Presidenza del Consiglio: sei utenze. Una decina per il ministero della Giustizia. Al Viminale addirittura decine le utenze controllate. Non si salvano la presidenza della Camera e quella del Senato", scrive 'Panorama'. Inoltre, "la Guardia di finanza e' sotto controllo in tutta Italia. Non sono sicuri i telefoni di Margherita, Udc, Ds, Forza Italia. L'elenco bipartisan dei parlamentari senza privacy, presenti e passati, va da Clemente Mastella (Udeur) a Beppe Pisanu e Gianni Pittelli (Fi), a Giovanni Kessler e Marco Minniti (Pd). E poi i servizi segreti: sei utenze del Sismi osservate speciali, tra cui quelle dell'ex direttore Nicolo' Pollari, del responsabile dei centroi Sismi del Nord Italia Marco Mancini e del genrale dei carabinieri, ora defunto, Gustavo Pignero". Infine, "non sfugge alla rete la Direzione nazionale antimafia: controllato il numero del procuratore nazionale Piero Grasso, come quelli dei magistrati Alberto Cisterna, Nicola Gratteri ed Emilio Ledonne. Tenuto d'occhio il sostituto procuratore Francesco Mollace. Ispezionato telefonicamente il capo degli ispettori del ministero della Giustizia Arcibaldo Miller. Nella categoria avvocati troviamo Massimo Dinoia. Non manca neppure -scrive 'Panorama'- l'Autorita' garante della privacy rappresentata dal vicepresidente Giuseppe Chiaravalloti. E infine ecco spuntare i nomi di Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza Telecom, e i numeri telefonici della Pirelli". 3 - CUFFARO, SU DI ME GENCHI HA FATTO 1,8 MILIONI DI CONTROLLI (AGI) - Palermo, 29 gen. - "Credo sia doveroso specificare che in 25 anni di incroci telefonici, sulle mie utenze telefoniche, negli anni che vanno dal 1980 al 2005, in un milione e 800 mila controlli effettuati dal dottor Genchi, cosi' come testimoniato dallo stesso nel corso del mio processo, non sia mai stato trovato alcun contatto, fra me o fra utenze a me riconducili e appartenenti a cosa nostra o ad persone in qualche modo riconducibili ad essa". Lo afferma in una nota il senatore Salvatore Cuffaro, vicesgretario dell'Udc. [29-01-2009] Dagospia Et voil?!
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IL PERSONAGGIO. Nell'archivio del tecnico nessun dialogo, solo analisi Nel suo ufficio di Palermo da quindici anni lavora per le principali Procure Dalla mafia al fronte-De Magistris le ombre del "sistema" Genchi Quando la Boccassini, indagando su Capaci, disse: "O lui o io" di GIUSEPPE D'AVANZO Berlusconi ? pronto per il blitz (un decreto del governo in forma di legge?) che sottrarr? alle indagini giudiziarie l'ascolto telefonico e ai pubblici ministeri l conduzione delle inchieste (saranno "avvocati della polizia"). Per far ingoiare ai suoi alleati recalcitranti e all'opinione pubblica il provvedimento, intorbida le acque. Modifica i fatti. Capovolge la verit?. Grida di "intercettazioni". Annuncia "uno scandalo che sar? il pi? grande della Repubblica". Qual ? l'"inquietante" novit? che dovrebbe farci saltare sulla sedia? La vergogna sarebbe custodita nell'archivio di Gioacchino Genchi, un vicequestore della polizia di Stato (in aspettativa sindacale da un quindicennio), consulente di un rosario di procure e, per ultimo di Luigi De Magistris nelle inchieste Why not? e Poseidone. E' utile dunque, all'inizio di una settimana dove saranno raccontate rumorose "bufale", fissare qualche punto fermo, illuminare il lavoro di Genchi, avanzare infine qualche domanda. Punti fermi, tre. 1. Berlusconi mente. Nell'archivio di Genchi non c'? alcuna intercettazione telefonica, ma soltanto analisi di tabulati telefonici. Per le due inchieste di De Magistris, e su sua delega, Genchi ha messo insieme 1.042 tabulati, un milione di contatti, 578 mila schede anagrafiche. 2. Berlusconi ritrova troppo tardi la parola e la memoria senza mai perdere la sua malafede. Non ha battuto ciglio quando si sono scoperti gli archivi illegali della Telecom dell'amico Marco Tronchetti Provera (anche l?, si raccoglievano abusivamente tabulati e si intercettavano mail). Non ha emesso un fiato quando il suo nemico Romano Prodi ? stato indagato proprio alla luce dell'analisi dei "dati di traffico della sim gsm 320740... intestata alla Delta spa presso la Wind, volturata il 1 aprile 2004, all'"Associazione l'Ulivo i Democratici" di Bologna, contratto trasferito il 17 febbraio 2005 a Roma in piazza Santi Apostoli 73, sede dell'Ulivo, e due mesi dopo alla Presidenza del Consiglio, via della Mercede 96, Roma". Scritto nero su bianco in una consulenza di Genchi. Dov'era allora l'indignazione di Berlusconi? Non ce n'era traccia. Quell'indagine poteva azzoppare il governo di centrosinistra e tutto faceva brodo. Anche il lavoro di Gioacchino Genchi. 3. I rumorosi strepiti di Berlusconi non rivelano nulla di quanto gi? non si conoscesse per lo meno da sedici mesi. "De Magistris ha acquisito migliaia di tabulati telefonici di cittadini le cui utenze (cellulari e di rete fissa) erano emerse tra i contatti di diversi suoi indagati - scrive la Stampa, il 4 ottobre 2007 - . Nell'elenco ci sono tra gli altri, il presidente del Consiglio Prodi, l'ex-presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro dell'Interno Amato, e della Giustizia Mastella; il viceministro dell'Interno Minniti; il presidente del Senato Marini, l'ex-presidente della Camera Casini, il segretario dell'Udc, Cesa, il vecepresidente del Csm Mancino. I movimenti dei numeri telefonici acquisiti riguardano anche il capo della polizia De Gennaro, il vicecapo vicario De Sena, il direttore del Sisde Gabrielli, il direttore del Servizio di polizia postale e telecomunicazioni Vulpiani, il direttore della Dia, Sasso, il generale di corpo d'armata Piccirillo, il presidente dell'Anm Gennaro, il procuratore aggiunto di Milano Spataro, il pm antiterrorismo di Roma Saviotti, quattro sostituti della procura nazionale antimafia, diversi membri della commissione parlamentare antimafia, deputati, senatori, questori della Camera, presidenti di commissioni di Palazzo Madama". L'elenco (sempre smentito da De Magistris) mostra pi? di tante parole la strumentalit? della sortita allarmata di Berlusconi. Ma come c'? anche il suo nome in quella classifica abusiva e Berlusconi non dice una parola, non protesta, non chiede spiegazioni? E se non si preoccupava allora, perch? oggi parla di "scandalo storico"? Il Cavaliere oggi ha compreso che l'"affare Genchi" pu? essere la leva per scardinare le resistenze che An, Lega, Pd oppongono al suo progetto di cancellare le intercettazioni dagli strumenti di indagine e fare del pubblico ministero il "notaio" delle polizie. Se non si dice, dunque, di Genchi - chi ?, che cosa fa, come lo fa, grazie a chi - non si comprendono le ambiguit? possibili del suo lavoro. Il vice-questore in aspettativa Genchi, 49 anni, va su tutte le furie quando si parla di lui come di "un personaggio misterioso". Anche se cede al narcisismo quando lo si incontra nel sotterraneo di 500 metri quadrati, ipertecnologico, di piazza Principe di Camporeale, a Palermo (? un tormento riuscire a incontrarlo). A Genchi piace mostrarsi seduto al suo scrittoio, tra gli schermi di cinque grandi computer. Non ? parco di parole. Il suo ? un flusso verbale ininterrotto impastato di allusioni, suggerimenti, accenni, avvertimenti che risultano per lo pi? oscuri, indecifrabili. Si compiace del mistero che sollecita. Gli piace apparire un uomo che sa troppo cose indicibili, ma dicibilissime, se gli si sta troppo addosso. Se stimolato, Genchi racconta, ricorda, precisa a gola piena. Spiega di come sia stato lui il primo, nella polizia, "nonostante la forte vocazione umanistica", a darsi da fare con l'informatica, l'elettronica, la topografia applicata e i primi "teodoliti al laser", che solo Dio sa che cosa sono. E' un fatto che Vincenzo Parisi (capo della polizia) nel 1988 gli affida la Direzione della Zona Telecomunicazioni del ministero dell'Interno per la Sicilia occidentale. E' il suo trampolino di lancio, l'inizio di una parabola che lo porter? ad essere, prima con la divisa addosso poi da libero professionista, il ricercatissimo consulente delle procure, capace di "mappare" l'intera rete di relazioni telefoniche di un indagato. Controlla, per dire, quasi due miliardi di tracce telefoniche nell'indagine di via D'Amelio. Ricostruisce 1.651.584 contatti telefonici inseguendo una scheda utilizzata in 31 cellulari diversi per dimostrare i legami pericolosi di Tot? Cuffaro, allora presidente della Regione siciliana. "Oggi - racconta Genchi - non ? che facciamo pi? intercettazioni di un tempo, quelli che sono aumentati sono i telefoni. Anni fa c'era solo l'Etacs, il cellulare era uno solo. Ora per trovare un numero che interessa se ne cercano tanti, senza considerare il roaming degli Umts, con schede che si possono spostare da telefono in telefono e tanti gestori diversi dove si possono agganciare gli utenti con servizi telefonici diversi - messaggi, immagini, fax, video - ecco perch? le richieste si sono moltiplicate". Le richieste. E' questo lo snodo. Non c'? nulla di illegale nel lavoro di ricerca svolto da Genchi se ? il pubblico ministero a chiederle per una necessit? dell'indagine perch?, prima o poi, dinanzi ai giudici e agli avvocati della difesa, il pm dovr? rendere conto dei suoi passi. Decisivo ? allora il rapporto che Genchi crea con il pubblico ministero responsabile dell'inchiesta. O meglio, che il pm crea con il consulente. Genchi ha un'alta opinione di se stesso e del suo lavoro. Non tace che le sue perizie sono "gi? pezzi di sentenza". Gli piace, nei suoi resoconti alle procure, argomentare l'accusa, suggerire deduzioni, indicare nuove ipotesi investigative, chiedere il coinvolgimento nell'indagine di questo o di quello. Non tutti i pubblici ministero abboccano al suo amo. Nel 1993, Ilda Boccassini, quando indagava sulla strage di Capaci, non grad? che quel tecnico del pool investigativo si attardasse intorno ai contatti telefonici privati di Giovanni Falcone, che nulla avevano a che fare con l'inchiesta. E quando nel febbraio di quell'anno se lo trov? davanti che proponeva di "trattare" le carte di credito del magistrato ucciso, se ne liber? senza stare troppo a pensarci su. "O me o lui", disse. "Il fatto ? - racconta ancora un altro pubblico ministero - che Genchi arriva da te con un elenco di numeri di telefono che sono entrati in contatto con il cellulare o il telefono fisso del suo indagato. Ti chiede una delega per verificarli. E tu che diavolo ne puoi sapere se tra quei centinaia di numeri ce n'? uno che non ha nulla a che fare con il tuo "caso" e molto con le curiosit? di Genchi? Questo ? il motivo per cui preferisco non lavorare con lui, che ? certamente il solo in Italia a sapere fare quelle analisi dei dati". Conviene ripeterlo: tutto si decide nel rapporto tra il pm e Gioacchino Genchi. L'affare che Berlusconi vuole trasformare nel "pi? grande scandalo della storia della Repubblica" si riduce a queste domande: Genchi ha tradito la fiducia di Luigi De Magistris analizzando dati di traffico telefonico per cui non aveva ricevuto la delega del pubblico ministero? O ha tradito la sua fiducia facendogli firmare deleghe per numeri di telefono estranei all'inchiesta? O non ? avvenuto nulla di tutto questo e le deleghe erano legittime e legittimi l'analisi dei dati e gli scrutinati? Lo decider? ora la procura di Roma che, con ogni probabilit?, ha ricevuto le "carte" da Catanzaro perch? l'indagine coinvolge anche Luigi De Magistris, oggi giudice a Napoli (Roma ? competente per i giudici di Napoli). In attesa del can can spettacolare che Berlusconi organizzer? nei prossimi giorni, questa storia ci dice fin da ora una verit? che non dovrebbe piacere a Berlusconi. Ci indica quanto pericoloso sia separare il lavoro del pubblico ministero dall'attivit? della polizia giudiziaria. Una polizia, libera dal controllo della magistratura, potr? avere mano libera per ogni forma di spionaggio illegale. Naturalmente, nel caleidoscopio delle verit? rovesciate di Berlusconi, questo ? una ragione per privare il pm della responsabilit? delle inchieste. http://www.repubblica.it ------------------ GENCHI: CHI MI ACCUSA VUOL NASCONDERE SCHELETRI NELL'ARMADIO... (AGI) - "Il vero oggetto degli attacchi che si stanno verificando non sono io, io sono solo il mezzo per raggiungere un altro obiettivo". E' quanto ha detto ai giornalisti il consulente informatico Gioacchino Genchi, finito nella bufera a seguito dell'attivita' prestata nelle indagini "Why not", oggi a Catanzaro dove e' stato nella sua veste di consulente della Procura impegnato in un processo per duplice omicidio. Genchi ha lavorato per anni con tutte le procure d'Italia, alle indagini tra le piu' delicate. In Calabria, in particolare, ha dato il suo contributo anche in numerose inchieste antimafia. Fino a che, dopo l'avocazione dell'indagine "Why not" al suo titolare, l'ex sostituto procuratore Luigi de Magistris, il suo lavoro e' stato messo in discussione dai magistrati che hanno ereditato l'inchiesta, per via del presunto maxi archivio in cui avrebbe raccolto migliaia di dati relativi alle piu' importanti personalita' dello Stato. "Ma non e' stato il mio lavoro ad essere stato messo in discussione, e non penso neppure di essere io il bersaglio principale degli attacchi. Io, purtroppo, sono lo strumento. Posso fare un esempio: io sono come quel telefonino, in mano a quel signore un po' nervoso, che trovandosi nel box del proprio palazzo, non riuscendo a prendere la linea, prende il telefono e lo tira contro il muro rompendolo. Ecco, io sono l'innocente telefono che viene sbattuto al muro. E, purtroppo, essendo solo, non avendo dietro di me partiti, associazioni nazionali di magistrati, sindacati, giornali, gruppi editoriali, potentati, massonerie, opus dei, che mi difendano, purtroppo devo difendermi da me. Quindi, sono stato costretto, con grossa sofferenza, a dismettere quella riservatezza che ha accompagnato finora le mie funzioni. Voi non avete mai sentito la mia parola, se non nelle aule di Giustizia. Non avete mai visto la mia faccia, se non nelle aule di Giustizia. Ma ora - ha spiegato Genchi - sono stato costretto a scendere in campo per difendermi, e non accusare, ripeto difendermi, da una delle piu' grandi mistificazioni della storia d'Italia, che mi vede come protagonista in quanto strumento di tante verita' scomode, che riguardano anche la vostra terra, e che riguardano persone che hanno speculato sulla vostra terra. Persone che le provvidenze, i vantaggi, i benefici, che l'Europa, il Governo italiano, hanno dato alla Calabria, hanno pensato di distrarli a profitto di pochi, affamando ancora di piu' la Calabria, rendendo i giovani calabresi ancora piu' servi di un sistema clientelare che si perpetua parallelamente al sistema mafioso". Quanto alla presunta raccolta di dati di cui si parla, il consulente ha ribadito con decisione che "non esiste alcun archivio". "Voi vedete, anche qui oggi, come io faccio il mio lavoro al servizio della Giustizia - ha aggiunto -. Eseguo delle relazioni, ci sono i miei dati che anche gli avvocati hanno, e il tutto si utilizza nei processi. Dopo, per me, quei dati non servono piu' e vengono cancellati, non ho motivo di conservare nulla. l vero problema non e' il mio archivio che non esiste, il vero problema sono gli scheletri che alcuni hanno nei loro armadi, e vi assicuro che proprio quelli che mi accusano gli armadi con gli scheletri ce li hanno, e sono armadi per quattro stagioni". -------------------------- ARCHIVIO GENCHI: COSSIGA, CONSULENTE HA RISPETTATO LA LEGGE (ANSA) - 'Dopo aver ascoltato in tv Gioacchino Genchi ed avere letto tutto quanto e' stato scritto su di lui e sulla sua attivita' sia di funzionario della Polizia sia di consulente di numerosissime procure, mi sono convinto che egli ha agito sempre nel rispetto della legge e secondo il mandato conferitogli dai vari magistrati delle procure interessate'. Lo afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. 'Ancorche' si accertasse che egli ha avuto, analizzato, confrontato ed inter-relato tabulati di utenze telefoniche, fisse e mobili, intestate o comunque utilizzate da sedi centrali o periferiche dei servizi di informazione e sicurezza nazionali o di agenti di essi - rileva Cossiga - non vedo quali potrebbero essere i profili penali o anche soltanto di scorrettezza addebitabili non solo al perito ma anche al pubblico ministero che ha disposto l'acquisizione di detti tabulati, dato che sia la procura di Milano sia il giudice del dibattimento nel processo per la 'extraordinary rendition' di Abu Omar hanno dichiarato la perfetta legittimita' non soltanto dell'acquisizione dei tabulati delle conversazioni telefoniche, ambientali e telematico-informatiche, ma la intercettazione o l'acquisizione del contenuto delle stesse. E' vero che contro questa posizione i governi Prodi e Berlusconi hanno presentato ben quattro ricorsi alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzioni, e che ad essi e' stato replicato con altri contro-ricorsi da parte dei Pm e del giudice del dibattimento: ma fino a quando la Consulta non si pronunziera', ogni giudizio sia in sede giudiziaria, sia in sede di Copasir sia eventualmente in sede di Csm deve essere per lo meno sospeso o risolto a favore degli accusati. La classe politica dovrebbe tenere conto che e' ormai convinzione comune che la Corte Costituzionale dara' ragione alla procura ed al giudice di Milano, secondo la dotta relazione alla corte dell'attuale presidente di essa Flick, che ha sottilmente argomentato essere l'obbligatorieta' dell'azione penale e l'esercizio della giurisdizione garantiti dalla Costituzione e la tutela del segreto e le attivita' che ne derivano sono garantite soltanto da una legge ordinaria che non puo' 'non cedere' alla legge costituzionale. Che poi, se una qualche responsabilita' vi fosse - conclude - essa sarebbe del magistrato e dovrebbe comunque essere accertata dal giudice'. http://www.dagospia.com
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3 - DE MEO S'IMBARCA CON SABELLI? Quanta gente vola con la nuova Alitalia? Quanta gente vola con la nuova Alitalia? Nessuno ? in grado di dirlo perch? dall'azienda dei patrioti italiani non esce alcuna notizia. L'altro ieri il tandem Colaninno-Sabelli si ? presentato in Parlamento per un'audizione sull'operazione che ha portato al matrimonio con AirFrance e dai due comandanti sono uscite soltanto affermazioni generiche sul coefficiente di riempimento dei velivoli ancora molto basso (Sabelli) e sulla necessit? di riempire gli aerei (Colaninno). I due manager hanno assicurato per? i membri della commissione infrastrutture che nel 2011 la nuova Alitalia potrebbe raggiungere il pareggio, poi con un certo sollievo hanno preso atto che i parlamentari dovevano andare a votare e alle 15,30 l'audizione ? stata interrotta. Se ne riparler? mercoled? prossimo quando i membri della commissione, presieduta dal vivace sottosegretario Valducci, spareranno domande ficcanti sul AirFrance e sull'andamento della Compagnia. Intanto arriva la notizia che Luca De Meo, il giovane manager che dopo quattro anni di Fiat ha sbattuto la porta in faccia a Marpionne, avrebbe avuto colloqui con Colaninno e Sabelli per la carica di direttore generale. A scriverlo ? il quotidiano "MF" che conferma ci? che in Germania dicono tutti: il prestigioso incarico del milanese De Meo in Volkswagen non esiste e per adesso l'unica carica che ricopre ? quella di presidente onorario dell'Associazione ex-studenti "Galilei Abruzzo", il liceo scientifico di Pescara dove si ? diplomato nel 1986. 5 - DOPO TIZIO GALATERI, C'? CAIO Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che il consiglio di amministrazione di Telecom di oggi non dovrebbe portare a decisioni clamorose. Franchino Bernab? ? tornato dall'Argentina dove ha incontrato la presidentessa Cristina Kirchner, dimostrando ancora una volta che il suo mestiere preferito ? la politica estera e l'attivit? di lobbying. Intanto continuano a circolare i rumors sull'attivismo febbrile di Francesco Caio che ha incontrato Franchino nei giorni scorsi per parlare del Rapporto sulla banda larga e per capire se c'? spazio per un suo ruolo al vertice di Telecom. L'ipotesi di un tandem Caio-Bernab? ? caldeggiata con forza da Value Partners, la societ? di consulenza che dopo aver lavorato per Tronchetti Provera e per la Kelyan di Bernab?, ha piantato salde radici dentro Telecom". [29-01-2009] Dagospia Su DeMeo alla W quindi erano tutte balle? -
Irregular Season 08/09... Sempre Da Annullare...
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29/1/2009 (12:35) - DOPING Un anno di stop a Mannini e a Possanzini I due giocatori si sono presentati in ritardo al test antidoping del dicembre 2007, ma poi non sono risultati positivi. Il commento di De Laurentis, del legale del Napoli e di Sonetti LOSANNA Daniele Mannini (ex Brescia, oggi al Napoli) e Davide Possanzini (Brescia), sono stati squalificati dal Tribunale amministrativo dello sport per essersi presentati in ritardo ad un test antidoping dopo la partita della squadra lombarda con il Chievo del dicembre 2007. La Federcalcio aveva assolto i due giocatori, il tribunale nazionale antidoping del Coni li aveva condannati a 15 giorni di squalifica (gi? scontati): la Wada, agenzia mondiale antidoping, aveva per? fatto ricorso. Avendo gi? scontato 15 giorni, la sospensione di Mannini e Possanzini si concluder? il 14 gennaio 2010. ?La squalifica di Mannini ci duole: dispiace soprattutto per il ragazzo che si ? dimostrato un gran professionista. Dico per? a Daniele di non abbattersi, un professionista deve saper reagire. Mannini rester? ovviamente nel Napoli a lungo, un anno passa in fretta?. Lo ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, intervenuto in diretta su Radio Marte, radio ufficiale della SSC Napoli. ?Temendo questa sentenza - ha detto a radio Marte - abbiamo accelerato la trattativa per Datolo, che ? un nostro giocatore a meno che non dirottino l?aereo. Scherzi a parte, Datolo ci dar? una mano, perch? sa giocare a sinistra e da mezzo sinistro, ma anche a destra?. Daniele Mannini ha appreso di essere stato squalificato questa mattina mentre in treno, insieme con i compagni di squadra ritornava da Firenze, dove ieri sera il Napoli ? stato sconfitto dai viola. Il giocatore ? sceso dal convoglio alla Stazione centrale di Napoli, scuro in volto e con lo sguardo rivolto verso il basso. Da lui nessun commento sulla vicenda. A dire poche parole sul caso ? stato invece Francesco Montervino che, rispondendo alle domande dei tifosi ha detto: ?Ci dispiace umanamente per il ragazzo?. ?Non si pu? trascurare il fatto che una decisione come questa ? stata presa quasi 14 mesi dopo i fatti. Dopo un iter che ha attraversato tre gradi di giudizio, il Tas ha dichiarato Mannini e Possanzini criminali conclamati squalificandoli per un anno?. Sono le parole del legale del Napoli, Mattia Grassani a Sky Sport 24, sulla squalifica di un anno a Daniele Mannini, attualmente in forza al Napoli, e Davide Possanzini del Brescia. ?I due giocatori sono stati ritenuti colpevoli di aver ritardato di 25 minuti il test antidoping, che ? risultato poi negativo, ed hanno subito una squalifica come, o per certi versi pi? pesante, di chi ha fatto uso di doping alterando le proprie prestazioni?, ha aggiunto l?avvocato del Napoli. Mannini in questo periodo ? stato schierato in campo, ma non rischia nulla da questo punto di vista. ?Per il nuovo regolamento credo non ci siano dubbi sulla liceit? del comportamento della societ?. La squalifica decorre dal 29 gennaio dice il Tas, ma questo caso non credo si possa concludere qua. La vera lotta al doping non si sconfigge in questo modo, il percorso ora non ? semplice, eventuali impugnazioni vanno rivolte al tribunale civile svizzero?, continua l?avvocato Grassani che spiega come ?l?udienza si ? svolta il 23 ottobre e la decisione ? arrivata dopo tre mesi e una settimana, sono stati lasciati a piede libero. Non sono stati sospesi. Da un punto di vista procedurale questo ? interessante per eventuali impugnazioni. C?? un aspetto di certezza delle regole, non ? possibile che ci siano tre gradi di giudizio con risultati cos? diversi tra di loro?. L?allenatore del Brescia Nedo Sonetti giudica vergognosa la squalifica di un anno inflitta a Daniele Mannini (ex Brescia), oggi al Napoli e Davide Possanzini (Brescia). ?Se dovessi dire quello che in questo momento ho nella testa e nel cuore, direi delle cose piuttosto gravi nei confronti di tutti: ? una vergogna?, ha spiegato all?agenzia radiofonica Grt. ?Ci hanno portato per un anno in giro e poi ci hanno dato questa sentenza - prosegue Sonetti - devo ancora parlare con il presidente e con il giocatore per vedere cosa fare. ? incredibile una condanna di un anno per un ritardo ad un test antidoping. Possanzini ? andato in ritardo di una ventina di minuti, al massimo trenta, perch? il presidente doveva parlare con la squadra dopo la sconfitta con il Chievo. Ma come si fa a dare un anno di squalifica per questo motivo? Si ? trattato di un ritardo - conclude Sonetti a Grt - non di un rifiuto di sottoporsi ai test antidoping?. La stampa -
Il Match Della Settimana: (vol.2)
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edit. avevo sbagliato topic... e voi manco mi avete avvertito... ma che gente siete? -
Intercettazioni, Berlusconi: "presto Un Enorme
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"Il vero oggetto degli attacchi che si stanno verificando non sono io, io sono solo il mezzo per raggiungere un altro obiettivo". E' quanto ha detto ai giornalisti il consulente informatico Gioacchino Genchi -
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FIAT VOLUNTAS MEA ? LA VENDETTA DI SILVIO A CHI LO HA SEMPRE SCHIZZATO COME UN ARRICCHITO BLING BLING: PER LA ROTTAMAZIONE L?ELEMOSINA DI 300 MLN AL MARPIONNE INGINOCCHIATO (QUELLO CHE AMAVA BERTINOTTI E DETESTAVA I PALAZZI ROMANI)? Paolo Griseri per "la Repubblica" Consulto al vertice sui mali dell?auto. A sorpresa, ieri sera il presidente, il vicepresidente e l?ad della Fiat sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dai ministri che oggi dovranno varare, insieme alle associazioni degli imprenditori del settore, gli incentivi per fronteggiare il calo degli ordini sul mercato. Montezemolo, Elkann e Marchionne hanno ascoltato da Gianni Letta e dai titolari dell?economia, dell?industria e del welfare, Tremonti, Scajola e Sacconi, il piano governativo. Secondo indiscrezioni che circolavano nella serata di ieri, si tratterebbe di un pacchetto di proposte per incentivare l?acquisto di auto ecologiche in sostituzione di quelle pi? inquinanti (euro zero e euro uno). Il bonus per l?acquisito dovrebbe essere comunque molto inferiore ai 2.500 euro concessi dal governo tedesco: si parla di 600 euro per un totale di 300 milioni, un ventesimo dei 6 miliardi messi a disposizione dalla Francia. Ieri in Inghilterra il governo ha annunciato un piano da 2,3 miliardi di sterline per favorire gli investimenti e il credito agli acquirenti di automobili, sbloccando le linee di prestito provenienti dalla Bei, la banca europea degli investimenti. La cifra che il governo italiano sembra disposto a spendere non ? nemmeno lontanamente paragonabile e ha creato delusione a Torino. Perch?, al di l? della gara con gli altri paesi europei, finisce per penalizzare l?auto italiana rispetto ai diretti concorrenti sul mercato continentale che ? ormai quello domestico. Allargare la platea della rottamazione anche agli euro due vorrebbe dire coinvolgere il 46 per cento del parco circolante in Italia. Ma con 300 milioni non si potrebbe certo dare un incentivo significativo ai clienti. Ieri sera il Lingotto non commentava ufficialmente ma era chiaro che ci si attendeva un provvedimento simile a quelli presi Oltralpe. Come peraltro aveva promesso lo stesso governo nelle scorse settimane. Una soluzione di compromesso dentro il centrodestra potrebbe essere quella di un piano in pi? fasi: ai 300 milioni di oggi se ne aggiungerebbero altri nei prossimi mesi. Ancora ieri i sindacati hanno invitato il governo ad abbandonare ?la strada delle soluzioni tampone? ricordando che cos? facendo si mette a rischio l?occupazione e la sopravvivenza stessa di alcuni stabilimenti italiani. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ha chiesto ?al governo a rompere gli indugi, aprire gli occhi e intervenire perch? potrebbero essere a rischio migliaia di posti di lavoro?. A Mirafiori, dove l?attivit? produttiva ? ripresa dieci giorni fa dopo sei settimane di cassa integrazione, l?attesa per i provvedimenti di oggi si accompagna a qualche scetticismo: ?Non vorremmo - dice un operaio delle carrozzerie - che venissero dati i soldi alla Fiat e poi l?azienda continuasse a portare il lavoro all?estero?. La crisi e la cassa stanno tagliando la busta paga (?oggi, giorno di paga, ho ricevuto 880 euro, ma alcuni miei colleghi hanno preso anche 500?) e il pensiero va alla Polonia ?dove si producono le auto piccole, quelle che costano poco e che potremmo comperarci anche noi. Adesso che possiamo permetterci solo quelle, finiamo per dare lavoro ai polacchi mentre noi facciamo le auto da ricchi?. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-3088.htm -
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CALCIO, PLUSVALENZE JUVENTUS: CHIESTA AUDIZIONE ZAVAGLIA Nell'ambito dell'udienza preliminare per i conti della gestione della Juventus dal 2001 al 2005, Franco Zavaglia, ex amministratore delegato della Gea, ? stato chiamato dalla difesa a sostenere un audizione. Zavaglia, assolto lo scorso 8 gennaio al processo sulla societ? di procuratori sportivi celebrato dal tribunale di Roma, dovr? spiegare l'irregolarit? di bilancio, ovvero le plusvalenze, legate alla compravendita di calciatori. Ad essere chiamati in causa sono Antonio Giraudo, Luciano Moggi, Roberto Bettega e, nella veste di persona giuridica, la stessa Juventus, che ha chiesto di patteggiare una pena pecuniaria. http://www.repubblica.it -
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MONTEZEMOLO: BENE APPOGGIO UNICREDIT-INTESA SU PRESTITO... (Ansa) - 'Quello che ci fa piacere e' che le due piu' grandi banche italiane siano vicine a Fiat in un'ottica di assoluta collaborazione per lo sviluppo dell'azienda. E' un fatto molto positivo'. Cosi', a margine della presentazione del libro 'Il diritto del mercato finanziario', il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, ha commentato il lavoro congiunto che Unicredit e Intesa-SanPaolo stanno compiendo sul prestito allo studio per Fiat. TRENI PRIVATIi, CON MONTEZEMOLO ANCHE SERAGNOLI... Gabriele Dossena per il "Corriere della Sera" - ?Un'altra famiglia di imprenditori puri e privati, dopo Bombassei, entra in Ntv?. Cos? Luca Montezemolo, fondatore assieme a Diego Della Valle della Nuovo trasporto viaggiatori che dal 2011 entrer? in concorrenza con le Fs nell'alta velocit? ferroviaria, ha annunciato l'ingresso di Isabella Seragnoli, che con la sua Mais si ? assicurata il 5% del capitale della nuova societ?. Obiettivo della Ntv ? catturare passeggeri sui collegamenti pi? redditizi, come la Milano-Roma (dove per inciso gi? punta la nuova Alitalia, formata anch'essa da una cordata di imprenditori privati), in vista della liberalizzazione del trasporto ferroviario passeggeri. La carta in pi? che intende giocare Montezemolo con i suoi soci ? l'offerta di servizi di alta qualit?, che saranno garantiti dai nuovissimi treni realizzati apposta dalla francese Alstom (che nove anni fa ha rilevato la Fiat industrie ferroviarie) e su cui sta lavorando anche Giugiaro per la personalizzazione degli allestimenti interni: l'ordine di 25 Agv, i Tgv dell'ultima generazione, del valore di 600 milioni, ? gi? stato firmato. L'avvio dell'attivit? di Ntv ? previsto per il 2011. E per il 2015 dovrebbe far viaggiare oltre 10 milioni di passeggeri. Dopo l'ingresso di Seragnoli, l'azionariato di Ntv risulta cos? ripartito: 33,55% Mdp holding (con quote paritetiche ripartite tra Montezemolo, Della Valle, Punzo); 20% Imi Investimenti (Intesa Sanpaolo); 20% Sncf (ferrovie francesi); 15% Generali Financial Holding; 5% Nuova Fourb (Bombassei); 5% Mais (Seragnoli); 1,5% Reset 2000 (Sciarrone). http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-3116.htm -
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UNO, DUE, RCS! ? ROTELLI IN MOVIMENTO: lista di minoranza in vista del rinnovo del CDA (AD aprile) - ? FUORI DAL PATTO MA ? il secondo azionista alle spalle di Mediobanca e davanti a Fiat ? LUCA-LUCA: RCS? ME NE OCCUPO COME PRESIDENTE FIAT? Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore" Giuseppe Rotelli fa i conti con le perdite dell'investimento per il 4,95% in Rcs e valuta la presentazione di una lista di minoranza in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione della societ? editoriale, in agenda con l'assemblea di aprile. Sistemato il capitolo relativo al contratto con il Banco Popolare sulla quota del 5,95% di Rcs, il patron del Gruppo San Donato ha dovuto prendere atto del "costo" dell'avventura editoriale. Una diversificazione che la holding Eurocotec ha pagato caro: la societ?, costretta a svalutare Pandette finanziaria, dove ? custodito il pacchetto del 4,95% di Rcs, ha chiuso il bilancio a fine 2008 in perdita per 107 milioni di euro. Il rosso, prevedibile data la caduta delle quotazioni Rcs, si ? tradotto in un patrimonio netto negativo di 100 milioni, imponendo cos? la ricapitalizzazione della societ?. Il ripianamento delle perdite ? avvenuto attraverso un aumento di capitale di 150 milioni che ? servito per 107 milioni a ripagare il rosso e per l'eccedenza, circa 42 milioni, alla creazione di un apposita "riserva sovrappezzo azioni". Rotelli, per mezzo della finanziaria Velcafin, di sua propriet?, ha sottoscritto l'intera ricapitalizzazione con mezzi propri. Ma baster?? La posizione di Rotelli nella societ? del Corriere ? destinata a salire ancora e i prezzi del rafforzamento sono molto lontani dalla soglia di 0,81 euro a cui viaggia il titolo Rcs (ieri- 2,99%). La scorsa settimana il patron del gruppo di San Donato ha trovato un accordo con il Banco Popolare sul 5,95% di Rcs Mediagroup che l'imprenditore della sanit? aveva acquistato nel novembre 2006 con due diversi contratti legati ciascuno a un'opzione call al prezzo di 4,2 e 4,45 euro. Il passaggio della partecipazione - ? stato deciso - avverr? ora in due tranche: il 2,6% circa subito e il 3,35% che resta tra due anni. In questo modo Rotelli arriver? al 7,55% del capitale Rcs pur esercitando i diritti sull'intera quota del 10,9% che ne fa il secondo azionista alle spalle di Mediobanca e davanti a Fiat. Il nuovo rafforzamento, riferito al pacchetto del 2,6%, non ? certo contemplato nella svalutazione effettuata nel 2008 dal gruppo Eurocotec. E questa nuova quota, comprata per circa 85 milioni, esprime gi? una minusvalenza di 69 milioni (sul mercato vale 16 milioni). Il tema del bilancio non ? per? l'unico sul tavolo di Rotelli. Con una quota del 7,55% del capitale (ma diritti sul 10,9%), il secondo azionista di Rcs fuori dal patto di sindacato starebbe valutando a questo punto la presentazione di una lista di minoranza per il consiglio di amministrazione e per il collegio sindacale della societ? editoriale. Dagli ambienti vicini all'imprenditore si preferisce non commentare, ma fonti ben informate riferiscono che la mossa ? quasi scontata. Probabilmente il rappresentante che sar? designato ? la stessa Anna Strazzera che ha curato il debutto di Rotelli nell'assemblea Rcs dello scorso aprile. Si vedr?. Di certo le grandi manovre intorno a Rcs sono ormai ben avviate. Come riportato ieri dal Sole 24 Ore, Massimo Pini, che nel patto di sindacato della societ? milanese rappresenta il gruppo Ligresti, ha formalmente chiesto la convocazione di una riunione dei membri dell'accordo parasociale per affrontare lo stato del brand ?Corriere della Sera? e i contenuti editoriali. Toccher? ora al presidente del patto, Giampiero Pesenti, indicare la data di convocazione. MONTEZEMOLO: ?RCS? ME NE OCCUPO COME PRESIDENTE FIAT? Da "Il Giornale" - ?Faccio il presidente della Fiat e, come tale, mi occupo di Rcs?. La precisazione ? di Luca di Montezemolo, presidente del gruppo industriale di Torino, secondo azionista di Rcs attraverso una quota superiore al 10% del capitale. Montezemolo ha parlato ieri a margine del consiglio di amministrazione del Lingotto a proposito delle voci su un imminente riassetto all'interno del gruppo editoriale milanese, pronto a varare un drastico piano di tagli per fronteggiare la crisi del settore. Sono le stesse voci che darebbero Montezemolo pronto a occupare la poltrona di presidente di Rcs Mediagroup su cui ? ora seduto Pier Gaetano Marchetti, in scadenza a marzo. Fiat ha recentemente arrotondato al 10,497% la propria quota complessiva in Rcs MediaGroup, rispetto al 10,291% in cui figurava dal maggio dei 2005. L'operazione risale al 29 dicembre, data in cui ? diventata efficace la scissione di Fiat Partecipazioni con il passaggio, tra le altre, anche della quota Rcs alla Fiat Spa. La quota del Lingotto conferita al patto di sindacato Rcs resta del 10,291%/. Ieri, a Piazza Affari, le azioni Rcs Mediagroup hanno chiuso in calo del 3% a 0,81 euro, ai minimi. In un mese la perdita del titolo ? di oltre il 19 percento. http://www.dagospia.com --------------------- PRESTO O TARDI GLI AGNELLI DOVRANNO METTERE MANO AL PORTAFOGLIO ? molto probabile che ieri a New York il salvatore della Fiat, Sergio Marpionne, si sia fatto due risate. La prima ha origine dalla lettura delle dichiarazioni del ministro Calderoli che ha annunciato una rivolta di popolo se la Fiat dovesse ricevere ancora una volta gli aiuti di Stato. Troppe volte la Lega ha minacciato insurrezioni popolari che poi sono evaporate dopo pochi giorni. "La Fiat - ha detto il rubizzo ministro - l'abbiamo pagata gi? tante volte e non si possono condividere i debiti e tenersi gli utili". C'? della verit? dentro queste parole, ma non sar? certo la Lega a frenare il governo sulla crisi del Lingotto. Un'altra grassa risata Marpionne deve averla fatta leggendo il lungo editoriale pubblicato su "MilanoFinanza" di sabato a firma del direttore Paolo Panerai. Pi? che di un articolo si tratta di una edizione aggiornata dell'"Inno alla Gioia", il motivo finale della Nona Sinfonia di Beethoven del 1823. Il tono ? smisuratamente lirico come si capisce dalle prime parole: "solo la fantasia, la genialit?, la capacit? negoziale di Sergio Marchionne poteva permettere alla Fiat di annettersi a costo zero Chrysler...straordinario risultato in una mossa sola", cos? scrive il direttore che coltiva in Toscana vino pregiato e conclude: "da qualunque lato l'operazione americana la si guardi ha solo aspetti positivi...questa Fiat merita davvero fiducia". Il troppo stroppia e stride di fronte a un'operazione dai contorni ancora incerti che gli stessi manager di Chrysler si preoccupano di spiegare a Washington con argomentazioni industriali. Ben pi? serio e interessante ? l'articolo di Mario Platero, il corrispondente da New York del "Sole 24 Ore" che ? riuscito a mettere le mani su un documento riservato con il quale Chrysler si preoccupa di spiegare che nessun dollaro erogato dai contribuenti americani andr? alla Fiat. Le lobbies di Washington sono in azione e tutti i giornali si preoccupano di spiegare che quella di Marpionne ? soltanto una prima mossa non sufficiente per risolvere la crisi del Lingotto. Tra le banche italiane cominciano a profilarsi alcuni distinguo. Alessandro Profumo, il banchiere McKinsey che cammina sul trapezio, si ? dichiarato entusiasta dell'operazione Marpionne e ha ripetuto quasi alla lettera ci? che disse nell'aprile 2005: "accompagneremo la Fiat nel rilancio". Il consenso del banchiere ? motivato forse dalla preoccupazione di veder crollare una pedina importante del sistema-Italia, preludio di una frana che potrebbe travolgere le banche e altre realt?. Pi? fredda sembra essere a prima vista la reazione di BancaIntesa e dei suoi vertici. Finora Abramo-Bazoli e Corradino Passera non hanno esternato, ma per loro ha scritto qualcosa di saggio Massimo Mucchetti, l'editorialista del "Corriere" che ieri ha elencato le cinque incognite dell'operazione americana. E tra queste ha indicato la necessit? per Fiat e per la Sacra Famiglia degli Agnelli di dovere "presto o tardi mettere mano al portafoglio". Oggi Marpionne lascia l'America con destinazione Zurigo. Un salto a casa per lavare il pullover sgualcito, e poi a Davos dove lo aspettano i big dell'economia per qualche spiegazione. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-3007.htm -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
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IN AMERICA CONTESTANO FIAT-CHRYSLER: MOSSA PER TIRARE FUORI DAI GUAI LA CADA DI DETROIT E IL FONDO CERBERUS CHE LA CONTROLLA - IL MARIPIONNE CHE HA SEMPRE DISPREZZATO LA POLITICA ROMANA, DOVRA' VENIRE IN GINOCCHIO NELLA CAPITALE E SPORCARSI LE MANI CON IL PALAZZO Nessuno ? in grado di dire se nel letto Sergio Marpionne si toglie il pullover blu che porta addosso dalla nascita, ma chi l'ha visto partire ieri sera per Detroit ha notato che la faccia del manager italo-canadese era pi? scura del suo abbigliamento. Il capo della Fiat non ha certo molte ragioni per sorridere e basta vedere come sta reagendo la Borsa anche oggi per capire che la strada della salvezza ? una scalata di settimo grado. La prova pi? eloquente ? data dalle difficolt? della Fiat di trovare al pi? presto 5 miliardi di euro per rifinanziare i bond e le linee di credito che scadranno nelle prossime settimane. Sulle casse torinesi pesano 16 miliardi di debiti netti che impressionano gli istituti italiani e stranieri chiamati a dare nuovo ossigeno, e finora la risposta ? stata molto tiepida perch? al Lingotto ? stato garantito soltanto un fido da 1,5 miliardi che dimostra come il sistema del credito non abbia voglia di aggiungere le ferite profonde della Fiat a quelle delle banche. Ed ? sorprendente che a tagliare la corda sia stata nelle ultime ore quella Ubs svizzera dove Marpionne siede come vicepresidente e che ha svolto il ruolo di advisor nella strombazzata operazione Chrysler - (strombazzata da tutti ma un giornale l'ha bucata: "La Stampa". S?, il quotidiano della Fiat, curioso, no?). Appena sceso dall'aereo Marpionne incontrer? Bob Nardelli, il 61enne manager nato in Pennsylvania che dal 2007 ha preso la guida di Chrysler e l'ha portata nel precipizio. Con lui sar? messa a punto la fumosa joint-venture che in America cominciano a contestare duramente perch? la ritengono uno stratagemma che servirebbe soltanto a tirare fuori dai guai la casa di Detroit e il fondo Cerberus che la controlla. Le lobbies di Washington che rappresentano le altre aziende americane non vedono l'ora che Chrysler fallisca in modo da spartirsi i prestiti di Obama e mettere un argine protezionistico al blitz dei torinesi. Con l'amico Bob, Marpionne cercher? di capire soprattutto se ? possibile fare una marcia di avvicinamento all'uomo che sar? designato dal governo Usa come "zar dell'automobile". Nei circoli di Washington gira il nome di Steven Rattner (per gli amici "Steve"), un finanziere dall'aria simpatica che ha sposato Maureen White, una donna importante che ha svolto il ruolo di Tesoriera del Partito Democratico. Mentre Marpionne si muove tra i grattacieli della decrepita capitale dell'automobile, il governo di Berlusconi ha avuto ieri un sussulto di orgoglio e finalmente si ? reso conto che il dossier della Fiat ? pi? caldo e importante di quello dell'Alitalia. Il copione ? gi? pronto e se ne parler? marted?, ma i capitoli ripetono una sequenza gi? vista durante altre crisi storiche della Fiat, e mette in pista tre fattori: cassintegrazione, rottamazione, incentivi. Questa volta non c'? spazio per colpi di ingegno e non ci sono nemmeno i soldi. ? questo il messaggio secco e preciso che Giulietto Tremonti ha inviato al Cavaliere di Arcore e sul quale Luchino di Montezemolo sta lavorando per recuperare un ruolo politico di mediazione tra Torino e Roma. Il Marpionne che ha sempre disprezzato la politica romana, dovr? venire in ginocchio nella Capitale e sporcarsi le mani con il Palazzo. Qui sbatter? la faccia contro il ministro dell'Economia che parla di Marx, Keynes e Ratzinger, ma ha dimostrato di non avere nessuna idea di politica industriale. Cos? ? avvenuto per l'Alitalia dalla quale ha preso sempre le distanze, e cos? si sta comportando sul dossier Fiat. Le casse sono vuote e c'? posto pi? per la paura che per la speranza. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2952.htm