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Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
NEL PIANO OPEL DI MARPIONNE SAREBBE PREVISTA LA CHIUSURA DI DUE STABILIMENTI IN ITALIA (E I SINDACATI? TUTTI ZITTI!) - CHRYSLER NON RISOLVE I PROBLEMI DEL LINGOTTO - E GLI AGNELLI? SU UN?OTTOVOLANTE CHE FA IL GIRO DELLA MORTE... 1 - LA STAMPA TEDESCA: "FIAT CHIUDE IN ITALIA" Da Il Giornale.it La stampa tedesca attacca il piano industriale, chiamato Project Phoenix, della Fiat: secondo il quotidiano online Handelsblattnelle nel piano di acquisizione della Opel presentato da Sergio Marchionne al Ministro dell'Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg sarebbe prevista la chiusura di due stabilimenti in Italia pi? altri due in Europa, uno al nord e uno al sud. L'articolo pubblicato online dall'Handelsblatt non fa i nomi dei due impianti italiani che verrebbero chiusi, ma sottolinea - sempre citando il piano - che la Fiat vuole entrare anche in Gm Sud America e Gm Sud Africa, oltre che in Gm Europa. 2 - IL "FONDO LOCUSTA" CHIAMATO FIAT Alessandro Penati per La Repubblica Tempo fa Marchionne derise la Porsche paragonandola a un hedge fund. Adesso per? vuole trasformare la Fiat in un fondo "locusta" di private equity, specializzato in attivit? in crisi. Punta su aziende sull?orlo del baratro per negoziare duro concessioni da creditori e dipendenti, rilevare le attivit? con zero capitali, finanziare la ristrutturazione con la leva fornita da altri, accorpare il tutto, e collocarlo in Borsa per sfruttare l?entusiasmo del mercato per le scommesse. Se va bene, profitti favolosi; se va male, i soldi sono degli altri. In un crescendo rossiniano, offerta per Chrysler, per Opel, scorporo Fiat Auto, trattativa per GM in SudAmerica e Saab: senza capitali, Marchionne dichiara di voler creare "il secondo gruppo mondiale". Chrysler non risolve i problemi della Fiat, perch? non ne utilizzer? mai la capacit? produttiva (quindi nessun impatto su costi e margini), e per anni non generer? liquidit?. Da dimostrare che Fiat possa risolvere quelli di Chrysler che per almeno due anni dovr? camminare sulle sue gambe continuando a vendere jeep e pickups, dovendo sussidiare pesantemente (4.000 dollari per auto nel 2009) una rete di vendita falcidiata, e mantenere l?assistenza a tutte le vetture in circolazione. Poi, fra due anni, dovr? vendere la 500 alla sua clientela, affezionata ai Suv, con margini risicati: dai 7000 dollari di profitto per un Suv a un massimo, penso, di 600 dollari per una Punto (la Ford vende a 17.000 dollari la stessa Focus che in Europa costa 30.000 dollari). Ma questi sono problemi dei sindacati, che hanno accettato forti concessioni in cambio del 55% della societ? conferita al loro fondo sanitario (se perderanno il lavoro, rischiano anche la copertura medica), dei creditori (quelli garantiti recuperano appena il 28%), e del governo americano che, tra aiuti concessi e finanziamenti promessi, entro il 2013 avr? riversato in Chrysler 20,8 miliardi. Fiat non ci mette una lira. ? questo il colpo di genio di Marchionne: essersi proposto come ultima spiaggia a un governo Usa disperato, dopo che Chrysler aveva ormai sondato tutte le alleanze possibili al mondo (? scritto proprio cos? nell?istanza di fallimento). L?operazione Chrysler ? per? essenziale per poter rendere attraente per la Borsa un futuro titolo Fiat Auto, scisso da Fiat Spa, da offrire come merce di scambio per comprare Opel; senza metterci capitali. Anche qui, facendo leva sui soldi pubblici da un governo tedesco deciso a salvare Opel, in cambio di una ristrutturazione soft. E poi, di fronte alla prospettiva che in Italia nasca "il secondo gruppo mondiale", come faranno le nostre banche (e, alla fine, anche il governo) a rifiutarsi di sostenere il progetto? Ma c?? anche GM sull?orlo del baratro: deve cedere attivit? per evitare la bancarotta. Marchionne si offre di rilevare le sue attivit? in SudAmerica, che permetterebbe a Fiat tagli di costi anche laggi?. Naturalmente, senza sborsare un soldo, ma offrendo a GM la carta della futura Fiat Auto con dentro Chrysler e Opel. Cos?, GM ha interesse affinch? il Governo tedesco ceda Opel (di GM) a Fiat. Che si prenderebbe pure Saab (sempre GM), altro caso disperato, ma sicuramente con una ricca dote offerta dal governo svedese. Fiat era in mezzo al guado, ancora troppo piccola in tutti i settori (auto, componenti, autocarri, macchinari). Doveva fare una scelta. Ha fatto quella pi? rischiosa, da private equity, a leva. E gli Agnelli? Si sono trovati su un?ottovolante che fa il giro della morte. Ora possono solo sperare di ritrovarsi in portafoglio il 10 per cento di un impero dell?auto. Altrimenti gli rester? solo la cara, vecchia Fiat che l?anno scorso ha bruciato 6 miliardi di cassa (altri 400 milioni nel primo trimestre 2009); che ha 23 miliardi di debiti lordi, 10 dei quali da rifinanziare quest?anno, e solo 5 in cassa. E che ha fatto il 70% degli utili del 2008 trasferendo il marchio Fiat a una controllata. [10-05-2009] Dagospia -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Elkann: vogliamo creare un'azienda europea dall'inviato Andrea Malan SAN GALLO - ?L'importante ? guardare al di l? dei confini nazionali e creare un gruppo automobilistico forte, con prospettive di lungo periodo?. John Elkann, vicepresidente della Fiat, spiega agli studenti dell'Universit? di San Gallo, in Svizzera, la logica dell'alleanza con Chrysler e del progetto di matrimonio con la Gm Europe. ?La sfida ? quella di creare un'azienda veramente europea. Altri settori, come quello dell'acciaio, hanno dimostrato che si pu? fare?. La sfida ? assolutamente coerente con il tema scelto quest'anno per il Simposio di management organizzato dall'Universit? di San Gallo: la "Rinascita dei confini politici ed economici". Il convegno, organizzato dagli studenti della locale universit? e che vede la partecipazione di centinaia di studenti e manager da tutto il mondo, ? anche una tradizione per i vertici del gruppo Fiat: qui hanno gi? parlato, negli anni scorsi, Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne. John Elkann ha partecipato a una tavola rotonda dal titolo "Creare un futuro industriale". A conferma della caratteristica paneuropea del futuro gruppo, Elkann ha esplicitamente citato ?il grande impianto in Spagna di Gm? o ?le grandi capacit? ingegneristiche nella regione scandinava?, ma si ? rifiutato di fornire dettagli sulle trattative in corso; ?? troppo presto? per parlare di possibili tagli agli stabilimenti o di punti importanti di un eventuale accordo, come il peso che avr? l'azionista Exor in un futuro maxigruppo europeo. Stessa risposta alla questione di chi comander? nel nuovo gruppo. A chi gli chiedeva chiarimenti, in qualit? di presidente di Exor - la societ? della famiglia Agnelli che detiene la partecipazione pari a poco pi? del 30% in Fiat - sul possibile impegno finanziario che potrebbe derivare dal progetto di fusione tra il Lingotto e le attivit? europee di General Motors, Elkann ha risposto: ?Non abbiamo mai escluso la possibilit? di partecipare finanziariamente all'operazione. Nel caso si ponesse questa ipotesi, la valuteremo con attenzione?. Nel suo discorso agli studenti, Elkann ha ripercorso brevemente le tappe che dalla met? del 2008 hanno portato alla scelta strategica di conferire Fiat Auto a un gruppo pi? grande: partendo dal petrolio a 150 dollari dell'estate 2008 e dall'impennata dei prezzi delle materie prime, ?che hanno compresso i nostri margini, visto che non avevamo alcun potere sui prezzi?, per arrivare al crollo dei mercati, che ?ci ha imposto di adattarci?. La strada scelta dal Lingotto, ? noto, ? quella del consolidamento. Elkann la spiega cos?: ?? molto meglio lavorare su piani a lungo periodo che cercare soluzioni di autoconservazione nel breve termine?. Dopo la raffica di domande degli studenti, se ne va su uno dei 35 esemplari di 500 presenti quest'anno tra il parco delle navette, a fianco di berline ben pi? voluminose. Sulla fiancata della piccola Fiat ? riportata una citazione dell'ex segretario Onu Kofi Annan: ?Non serve essere grossi per essere grandi?. http://www.motori24.ilsole24ore.com -------------------------------------- FIAT: TRONCHETTI PROVERA, OPERAZIONE OPEL VA IN GIUSTA DIREZIONE Milano, 5 mag. (Adnkronos) - La possibile integrazione tra Fiat e Opel ''e' un'operazione che va nella giusta direzione. Mi auguro che possa andare in porto''. Ad affermarlo e' il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera, a margine di un incontro pubblico a Milano. ''Da anni - continua - i vertici Fiat dicono che e' necassario diminuire il numero dei player. Sappiamo tutti che il mercato ha bisogno di essere razionalizzato''. ''Quindi - prosegue il presidente della Pirelli - spero che poi prevalga l'interesse generale, che e' quello della combinazione tra le due societa'''.Per Tronchetti, la Germania non ha un atteggiamento nazionalistico sulla questione: ''No - risponde - penso che sia un tema che va trattato cosi' come lo sta trattando Fiat, in modo pragmatico, e che quindi alla fine sia possibile da un lato salvare la situazione di Opel e dall'altro trasformare una situzione di crisi in un'opportunita' di razionalizzazione''. http://www.libero-news.it/adnkronos/view/112792 --------------------------------------- Lapo Elkann: ?Presidente Juve? Un onore. Ma non decido io? Gli Elkann a San Siro, Lapo dice: ?Mi sento uno del popolo Juve? MILANO, 11 maggio - Laconico e deciso John Elkann: ha innescato la rivoluzione bianconera con il suo imperativo categorico.Lo ripete entrando a San Siro: ?Cosa mi aspettodalla Juve? Vincere?. Pi? complesso e interessante il discorso di Lapo: cappellino di paglia bianconero, ? tutta una mise da juventino vero, da curva, per lo stilista di casa Agnelli che molti vogliono presidente. ?Io presidente della Juventus ? Io amo la Juve, mi sento la Juve dentro, mi sento parte del popolodella Juve. Se accadr? di essere presidente, io ne sar? onorato. Non tocca a me dirlo, non tocca a me candidarmi, dipende dagli azionisti, dipende dai tifosi della Juventus. Io sono tifoso e azionista, ma uno dei tanti azionisti della Juventus. Da tifoso vi dico che amo questa gente e mi augurole vittorie della Juve sempre. Ma le decisioni su questioni come quelle della presidenza le prendono i dirigenti e gli azionisti e io sono solo uno di loro?. I VIP - In tribuna parata di vip, non c'? Berlusconi, bloccato a Roma dal solito mal di schiena. C'? Victoria Beckham che entra accompagnata da Dolce e Gabbana, c'? Eros Ramazzotti con un cappellino che fa tanto Fidel Castro. C'? anche Nesta, per ora solo vip, ma con annuncio speranzoso di un rientro in campo auspicato da tutti. Spunta e saluta il mondo Trapattoni. tuttosport -
Giovinco esiste fino a Giugno, poi mi sa che lo spediscono chiss? dove.
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Di certo una grande vittoria non sarebbe stata utile. Nessuna contestazione per John, ma giustificazione per l'esonero di Ranieri e l'arrivo di Spalletti. Il pareggio va bene per tutti meno che per noi.
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Non siamo pi? la Juve.
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Ranieri e Ancelotti se ne andranno. Ora cercheranno due nuovi yes-men.
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La Fiorentina mi fa paura, spero almeno nella uefa...
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Strana la vita in Borsa: TRE MESI FA LA FIAT ERA SULL'ORLO DELLA CRISI, OGGI ACCHIAPPATUTTO ? CHI PAGA IL CONTO DELl?AMBIZIOSO PIANO DI MARPI-OPEL? - COL MILIARDO CHIESTO IN PRESTITO, IL DEBITO FIAT ? SALITO A QUOTa 6 MLD ?? Vittorio Malagutti per "L'espresso" Strana la vita in Borsa. Neppure tre mesi fa investitori e analisti guardavano con grande preoccupazione ai conti della Fiat. Debiti in aumento, mercato in crisi, liquidit? ai livelli di guardia. E allora tutti a vendere le azioni del gruppo torinese, nel timore, tra l'altro, che di l? a poco il numero uno Sergio Marchionne fosse costretto a chiedere soldi ai soci per puntellare un edificio pericolante. La notizia degli ecoincentivi pubblici al mercato dell'auto ha solo frenato per qualche giorno la caduta del titolo che ha toccato il fondo (quota 3,47 euro) a fine febbraio. Da l? ? partita la rimonta. La quotazione ha messo il turbo ed ? pi? che raddoppiata nel giro di due mesi. "Effetto Chrysler", spiegavano gli analisti fino a quindici giorni fa. "Effetto Chrysler pi? Opel", dicono adesso. Lo stesso Marchionne che prima stentava a far quadrare i conti in casa propria, ora viene acclamato come il cavaliere bianco partito alla conquista di un impero. Tra molti punti esclamativi e pochi dati concreti, gli analisti lasciano spazio agli scommettitori e in Borsa tutti puntano sul 'Sergio's touch', il tocco magico di un manager che sin qui ha sempre vinto. E cos?, dietro la cortina di applausi, non resta che individuare qualche punto fermo. Il primo, il pi? importante, ? che Fiat vuol crescere a costo zero. Una scelta obbligata. Corrado Passera per Intesa e Alessandro Profumo per Unicredit hanno pi? volte ribadito il loro sostegno al gruppo automobilistico, ma in tempi di credit crunch Marchionne ha faticato non poco per ottenere a febbraio una nuova linea di credito da un miliardo erogata da un pool di istituti guidati proprio da Intesa e Unicredit con la partecipazione della francese Calyon. Nelle settimane precedenti si era parlato di un prestito di cinque miliardi, poi di tre miliardi per arrivare, infine, a quota un miliardo. Con quest'ultimo prestito l'indebitamento netto delle attivit? industriali di Fiat ? salito ai 6 miliardi circa indicati nella trimestrale di marzo. A fine 2007, quindici mesi prima, i conti indicavano una disponibilit? netta di 355 milioni. La differenza tra i due numeri rappresenta l'effetto della crisi di mercato sulle finanze aziendali. Bilanci alla mano, quindi, sarebbe impensabile lanciarsi in una dispendiosa campagna acquisti. Tanto pi? che l'azionista di riferimento, la famiglia Agnelli, non sembra disponibile a dirottare nuove risorse sull'auto. La holding Exor, guidata da John Elkann e dall'amministratore delegato Carlo Sant'Albano ha in cassa un miliardo, ma tutto lascia pensare che verr? investito in settori meno rischiosi dell'auto. E allora chi paga il conto dell'ambizioso piano di Marchionne? Uno dei pochi elementi chiari fin qui emersi nel tourbillon di dichiarazioni e uscite pubbliche del supermanager italocanadese ? che la Fiat conta sul sostegno pubblico per riportare a galla Opel e Chrysler. Il governo Usa ha gi? messo sul piatto finanziamenti per circa 10 miliardi di dollari. Mentre per la casa tedesca controllata dalla General Motors servirebbero circa 7 miliardi di euro di aiuti statali per pagare il conto della ristrutturazione. Non ? affatto detto che questi soldi arriveranno a destinazione. Su Chrysler gravano le incognite della procedura di bancarotta pilotata 'Chapter 11'. Mentre in Germania, dove sono in programma per settembre le elezioni federali, si ? gi? scatenata una battaglia politica sul destino dei quattro stabilimenti di Opel e dei suoi 25 mila dipendenti. Sta di fatto che, a detta di molti analisti, i prestiti miliardari garantiti dai governi serviranno pi? che altro a evitare il crack immediato delle due aziende. ? quindi molto probabile che negli anni a venire il nuovo polo automobilistico avr? bisogno di carburante supplementare per riprendere a marciare. La sola Chrysler, o quello che ne rester? dopo il Chapter 11, quest'anno dovrebbe chiudere in rosso per 4,7 miliardi di dollari e, secondo le previsioni degli stessi manager del gruppo Usa, non torner? a produrre profitti prima del 2012. Nubi nerissime anche nel cielo di Opel. Le perdite del 2008 superano i 2 miliardi di euro e nel 2009 potrebbero anche raddoppiare. Per dare un futuro al nuovo supergruppo da sei milioni di auto l'anno, un colosso in grado di competere con Toyota e Volkswagen, Marchionne dovr? quindi bussare alla porta di nuovi finanziatori. Gli Agnelli ormai guardano altrove. E molte grandi banche, su cui ? gi? cominciato il pressing, potrebbero considerare troppo rischiosa la scommessa dei torinesi. Ecco allora la carta di riserva: la quotazione in Borsa. Fiat auto senza camion, trattori, Ferrari e Maserati, ma con Opel e il 35 per cento di Chrysler, andrebbe sul listino. Marchionne dovrebbe quindi convincere gli investitori a mettere i loro quattrini su un gruppo in perdita e in un settore dalle prospettive incerte come quello dell'auto. Se ce la far?, quello s? che sarebbe il suo capolavoro. [08-05-2009] dagospia -
Irregular Season 08/09... Sempre Da Annullare...
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
BLUFF SUI GIORNALI E SPECULAZIONI IN BORSA, FLICK E SOROS, CHI 'TRAFFICA" SULLA ROMA? - CONSOB: TRA FAMIGLIA SENSI E I SUOI CONSULENTI QUALCUNO NON L?HA RACCONTATA GIUSTA - FONTI LEGALI INTERPELLATE DA 'LA STAMPA' AVVISANO CHE IL MARCIO ? SALTATO FUORI Gianluca Paolucci per La Stampa "Una bufala?, dice Flick. Come quella di Soros, per la quale la parola fine arriver? tra qualche settimana con la chiusura dell'indagine Consob che chiarir? che tra i Sensi e i suoi consulenti qualcuno non l'ha raccontata giusta. Georg-Rudolf Flick, professione miliardario e storico dell'arte nel tempo libero, ha messo la parola fine all'ennesimo bluff sui compratori (presunti) dell'As Roma. Che ieri ha smentito, in un comunicato congiunto con Italpetroli, l'ultima voce: il contatto con Francesco Angelini, imprenditore del ramo farmaceutico. Il caso pi? clamoroso ? per? quello andato in scena nella primavera scorsa, tra il 25 di febbraio e la fine di maggio 2008. Il titolo sale da 0,55 euro a 1,51 euro per azione, guadagnando il 200% in tre mesi mentre ogni giorno sui giornali, sulle radio e sui blog impazzavano le ?notizie? su presunti compratori per l'As Roma. La vicenda, che chiameremo per brevit? ?caso Soros?, dal nome del finanziere americano lungamente indicato come prossimo proprietario della societ? calcistica, ha interessato Consob e magistratura. L'istruttoria ? ormai conclusa, alla Consob il riserbo ? massimo ma fonti legali interpellate da La Stampa avvisano che dopo quasi un anno di indagini, una lunga serie di audizioni e varie ispezioni dei funzionari dell'autorit? da intermediari e nella sede della societ? a Trigoria, ? saltato fuori che il comportamento della societ? ? stato quantomeno poco cristallino. E mentre la Roma e Italpetroli diffondevano una lunga fila di comunicati per dire che ?non c'erano trattative in corso?, da ambienti vicini alla stessa societ? si facevano trapelare indiscrezioni ai media circa interessamenti pi? o meno presunti di questo o di quel soggetto. Se venisse accertato, si tratterebbe quantomeno di false comunicazioni al mercato, ipotesi sanzionata dalla normativa che andrebbe ad aggiungere una rogna in pi? ai Sensi, alla ricerca, ora s?, di un compratore. La storia ? questa. Alla fine di febbraio dello scorso anno la Roma va forte, ma la famiglia Sensi, che pure si ? messa ?le mani in tasca? pi? volte negli anni, non ce la fa pi?. Deve rimborsare 370 milioni di euro di debiti nei confronti di Unicredit e altre banche a fronte del sostegno finanziario concesso alla holding Italpetroli. ? allora che inizia il tam tam mediatico: ?Arriva Soros?, ? il coro. Spuntano cifre, progetti, valutazioni. La societ? smentisce, il titolo vola lo stesso. Per non farsi mancare niente, quando le voci su Soros si affievoliscono spunta John J. Fisher, altro miliardario made in Usa, quello del marchio Gap. Poi arriva anche il fondo Blackstone, gli arabi di Dubai. L'unico a parlare in chiaro ? Joe Tacopina, che si autodefinisce ?l'avvocato pi? hot d'America?. In maggio si fa fotografare con la sciarpa giallorossa a Fiumicino, ma da New York Soros fa sapere di non essere cliente di Tacopina e anzi di ?non interessarsi pi?? all'affare. L'unica trattativa vera, se cos? si pu? chiamare, era stata in marzo, con la mediazione della Inner Cirle. Che di mestiere fa l'intermediario, ? specializzato nel business dello sport ma un compratore vero non ce l'aveva. Lo stesso copione va in scena due settimana fa. Fino al 20 aprile scorso il titolo viaggia intorno a 0,60 euro (0,58) per azione, il suo livello per cos? dire ?naturale? dove da due anni si posiziona quando si spengono le ventate speculative. Il giorno successivo ?parte? e per gioved? 23 arriva a 0,90 euro. Pi? 50% secco in tre giorni, che di questi tempi non ? affatto male. La Consob ha avviato l'ennesima attivit? ispettiva, sollecitato la societ? a chiarire al mercato la situazione (cinque comunicati in cinque giorni) e chiesto agli intermediari chi vende, chi compra e chi ci guadagna. Il precedente pi? singolare ? per? quello dell'estate 2007. In settembre il titolo prende il volo, passa dai ?soliti? 0,6 euro fino a 1,08 in meno di un mese, i volumi raggiungono picchi mai pi? toccati. Ma non c'? nessun compratore, la Roma va bene in campionato e in Champions League. Un mese dopo si scopre che i Sensi in quei giorni avevano altri pensieri. Il revisore dei conti aveva detto a luglio che la continuit? aziendale di Italpetroli era a rischio e i Sensi con Unicredit stavano cercando di far quadrare conti che presentavano pi? di una crepa. E allora, chi era che stava speculando su As Roma? [08-05-2009] dagospia -
ROS, IL PERICOLO SONO GLI APPARATI PARALLELI FUORI CONTROLLO... "All'interno dei ROS ci sono state e ci sono delle persone che entrano ed escono dagli apparati dei servizi segreti che hanno costituito, all'interno del ROS stesso, una cosiddetta 'genia'". Il funzionario di polizia, che ha visto il suo ufficio perquisito dai ROS su ordine della Procura di Roma, dice, a proposito della struttura anticrimine dei Carabinieri: "Il problema non sono le cellule impazzite, ma determinati apparati che sono all'interno del ROS e che potrebbero trovarsi anche in altre forze di polizia. Si tratta di soggetti che sono appartenuti ai Servizi di Sicurezza e che vengono prescelti in momenti politici particolari, ad esempio quando vengono chiamati ai vertici dei Servizi di Sicurezza uomini che portano con s? il proprio esercito. Succede poi che nel momento in cui questo esercito, o parte di esso, esce dai Servizi di Sicurezza, anche a causa dei mutati equilibri politici, i loro capi rientrano nei servizi istituzionali e paralleli ai Servizi di Sicurezza stessi. Nelle altre forze di polizia questo sicuramente non accade: non succede nella Polizia di Stato, dove vige un sistema assolutamente trasparente e democratico anche nella selezione e nella scelta dei dirigenti delle strutture interne. Nei ROS, purtroppo, esiste un corpo all'interno dello stesso e probabilmente non c'? un controllo politico da parte del comando generale dell'arma e questo determina, a volte, come ? purtroppo accaduto in questo caso, alcuni inconvenienti". E alla domanda di Klaus Davi se il comando generale controlla questi apparati paralleli la riposta ? stata: "probabilmente no". http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-5840.htm
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Diego Ribas Da Cunha: The Topic
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di Morpheus © in Archivio Calciomercato
A Studio Sport lo danno per certo. Complimenti alla dirigenza se ? cos?. Quando ce v? ce v?. Aldil? di ci? che sar?, almeno un giocatore di alto livello lo hanno preso. Un campioncino, non proprio ai livelli di Ronaldo ecc, per? mi sembra un buon colpo. Resta da vedere chi partir?. Forse se va via Ranieri Trezegol resta. Buffon sente le sirene del Milan, ma sono ancora solo voci. Speriamo che per comprare un paio forti non si vendono pure le mie mutande... Comunque Diego da solo non serve a niente, bisogna fare innesti potenti anche dietro... Serve ancora un bel p? di gente. -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
'FT': QUELLA DI MARPIONNE ? UNA TRUFFA CON PROMESSA DI MATRIMONIO - CHI C'? DIETRO MAGMA? - A RISCHIO LE FABRICHE FIAT IN ITALIA La Sacra Famiglia degli Agnelli non vede l'ora di alleggerire il peso dell'automobile. Anche per gli eredi dell'Avvocato e per Yaki Elkann ? difficile star dietro ai movimenti planetari di Sergio Marpionne che rischia di perdersi nello spazio come un meteorite impazzito. Se il manager italo-canadese dal pullover sgualcito riuscir? a chiudere il suo disegno globale la Sacra Famiglia potr? conservare un 10% e chiudersi nella cassaforte Exor, la holding lussemburghese dove sono riunite le partecipazioni dentro le banche, il turismo, le attivit? finanziarie e la Juventus. A Torino c'? la consapevolezza che il disegno di Marpionne non ? assolutamente facile e si teme soprattutto la barricata tedesca dove il sogno potrebbe infrangersi. I giornali sono in mano ai trombettieri che gridano al successo, ma qui ? in ballo qualcosa di pi? di una semplice sinergia industriale. Ieri sera Marcello De Cecco, l'economista abruzzese che insegna alla Normale di Pisa ed ? considerato il miglior cervello sulla piazza, ha spiegato a Sky che si tratta di una "fusione di scuola", una vera e propria "case history" dove si devono integrare tre culture del lavoro (italiana, americana, tedesca). Di fronte alla giornalista Sara Varetto (torinese e competente) il professor De Cecco ha esclamato: "se l'immagina i tedeschi che accettano i tagli?...? un momentaccio, adesso tireranno fuori le spade". Poi ha spiegato che la concorrente Magna, l'azienda di componentistica che si ? messa di traverso a Marpionne sta facendo semplicemente il gioco di qualche altro player dell'automobile. Le sorprese quindi non mancheranno e basta leggere i giornali stranieri per capire che la vicenda si trasciner? per parecchi mesi. Nell'edizione tedesca del "Financial Times" si parla a chiare lettere di una truffa con promessa di matrimonio, ma anche sulla "Stampa", il quotidiano della Fiat, spunta qualche dubbio. In un articolo che appare oggi sulle difficolt? di Marpionne in Germania si parla anche dei sindacati italiani che temono la chiusura di Pomigliano d'Arco e Termini Imerese. E la "Stampa" scrive testualmente: "quelle fabbriche sono oggettivamente a rischio". http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-5798.htm -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Quoto John, Jaki da davvero l'impressione del nome di un cagnolino... Meglio John. Cosi' si responsabilizza. -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
SONO JOHN E COMANDO IO ? IL ?GIOVANE? ELKANN ? CRESCIUTO E SI STA RITAGLIANDO (O ALMENO CI PROVA) IL RUOLO DEL LEADER ? A 33 ANNI, PENSA DI POTER ESSERE IL NUMERO UNO DELLA FAMIGLIA ? E FA IL GANZO: "E MARCHIONNE SE NE ANDASSE, LA PANCHINA ? LUNGA"? -DA "IL FOGLIO" A chiamarlo Jaki, le poche volte che ancora lo sente, ? rimasto Cesare Romiti, per lunghi anni presidente della Fiat che lo ha visto crescere. Tutti gli altri hanno smesso di usare quel diminutivo che l'interessato detesta e lo chiamano John (gli intimi) oppure, alternativamente, ingegnere in omaggio al titolo che si ? guadagnato al Politecnico di Torino, o presidente, in omaggio invece al suo ruolo di numero uno della Exor, la finanziaria-cassaforte della famiglia Agnelli. Qualsiasi cosa si pensi dell'accordo Fiat-Chrysler che si decider? oggi ("Non sappiamo ancora se andr? in porto ma lo speriamo", ha detto ieri il presidente Barack Obama, mentre Sergio Marchionne ha balenato l'ipotesi di una probabile bancarotta protetta, secondo le parole riferite da sindacati americani) va detto che ha segnato un fatto rilevante: John Elkann, esponente della quinta generazione dei discendenti del fondatore di quello che ? tuttora il primo gruppo industriale privato italiano, in questa vicenda si sta ritagliando (o almeno ci prova) il ruolo del leader, del decisore di ultima istanza, o del padrone. Quindi basta Jaki, per favore, un nomignolo buono per un ragazzino che aveva tutto da imparare: adesso John Elkann, a 33 anni, pensa di aver imparato e di esser in grado di esercitare il ruolo di numero uno della famiglia che fu di suo nonno. Lo confortano in questo suo convincimento un carattere solido sotto un'apparente fragile gentilezza e, quel che pi? conta, la maggioranza delle azioni dell'accomandita cui fanno capo a cascata tutte le partecipazioni del gruppo, Fiat inclusa. La conferma di questa sensazione, comunque gi? da tempo diffusa, si ? avuta leggendo sui quotidiani di ieri le cronache dell'assemblea degli azionisti Exor riuniti a Torino, appunto sotto la presidenza di Elkann. Finiti i lavori, ? stato avvicinato dai cronisti che, ovviamente, gli hanno posto domande sul grande deal che l'amministratore delegato della Fiat, Marchionne, sta concludendo a Detroit e che dovrebbe portare la casa torinese a controllare fino al 35 per cento della Chrysler, mentre la maggioranza assoluta (55 per cento) sarebbe nelle mani dei sindacati della Uaw (United Auto Workers). Elkann, che ? anche vicepresidente del Lingotto, ha assicurato il suo "massimo sostegno all'operazione di Marchionne", ma ha aggiunto altre considerazioni interessanti. La prima: gli affari di Exor stanno andando benissimo tanto che la finanziaria ha pi? di un miliardo di liquidit? da investire, ma di questa somma nemmeno un euro andr? al settore auto perch? "tutte le operazioni cui Fiat sta lavorando non richiederanno fondi almeno per il momento e non aumenteranno il peso del settore auto nel portafoglio Exor". La seconda: la partecipazione della finanziaria di famiglia nella casa torinese potrebbe addirittura in futuro ridursi se si dovesse arrivare a un'alleanza con scambi di quote azionarie: "Se dovremo essere pi? piccoli in un insieme pi? grande, ci va bene", sono state le parole usate da Elkann che hanno richiamato alla memoria, come ha notato il Sole 24 Ore, "espressioni gi? usate in passato" da alcuni membri della famiglia a proposito dei destini degli Agnelli e delle quattro ruote non necessariamente ed eternamente coincidenti. LA PANCHINA LUNGA Ma ancora altre dichiarazioni di Elkann hanno fatto riflettere sul reale pensiero del capo degli Agnelli a proposito dell'avventura americana, dei suoi sviluppi e pi? in generale sui vertici Fiat. Si sa che Marchionne, grazie agli eccellenti risultati che ha ottenuto nei suoi cinque anni di guida del Lingotto, ? corteggiato da molti altri gruppi internazionali che lo vorrebbero avere come manager: primo fra tutti il colosso bancario svizzero Ubs del quale l'amministratore delegato Fiat ? vicepresidente non operativo; o magari un ruolo di guida della Chrysler italiana. Anche di questo si ? parlato, e il presidente Exor ha risposto alle domande dei cronisti in maniera distaccata. "Ne parliamo spesso con lui - ha detto - ma abbiamo la panchina lunga. Abbiamo persone in Fiat che sono in grado di assumere responsabilit? pi? importanti". Mettendo tutto insieme, si ha l'impressione che l'ultimo degli Agnelli, a nome della famiglia, abbia voluto dire: vediamo come si evolver? questa avventura americana. Se davvero porter? decisivi vantaggi alla Fiat, come ci assicura Marchionne, senza costarci un soldo e senza farci correre dei rischi, allora saremo tutti contenti. Se invece le cose non andranno cos?, troveremo altre strade. E se l'attuale numero uno vorr? percorrerle con noi, bene; altrimenti abbiamo la panchina. E gli azionisti hanno gi? in mente il nome di chi far scendere in campo. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-5681.htm -
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? 2009-04-30 19:22 OBAMA,C'E' ACCORDO FIAT-CHRYSLER MARCHIONNE: MOMENTO STORICO NEW YORK - Fiat e Chrysler "hanno raggiunto un accordo". Lo ha annunciato Barack Obama. "Oggi sono stati fatti i passi necessari per ridare a Chrysler una nuova vita", ha aggiunto il presidente, ''L'accordo con Fiat offriva a Chrysler una chance di un brillante futuro. Fiat si e' impegnata a lavorare con Chrysler per costruire nuove auto e motori verdi in America ". Come parte dell'accordo di oggi Fiat "si ? impegnata trasferire miliardi di dollari di tecnologie di avanguardia a Chrysler", ha aggiunto il presidente, ricordando come la casa torinese abbia "dimostrato di essere in grado di costruire le auto pulite che sono il futuro dell'industria automobilistica". Oltre al 20% iniziale, Fiat avra' il diritto di salire in Chrylser di un ulteriore 15% in tre tranche a blocchi del 5%. Il Tesoro americano controller? l'8% della nuova Chrysler a fronte del 2% che andr? nelle mani del Governo canadese. MARCHIONNE: MOMENTO STORICO "Credo che l'operazione appena conclusa rappresenti per la Fiat e per tutta l'industria italiana un momento storico. E' un importante passo avanti nell'impegno di gettare nuove e solide basi per il futuro". Lo afferma l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, commentando in una nota l'accordo con Chrysler. L'accordo tra Fiat e Chrysler far? nascere "una nuova forte casa automobilistica" e "aiuter? a preservare, insieme ai posti di lavoro, un'industria manifatturiera di importanza cruciale per le economie statunitense e canadese". Lo afferma l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, in una nota. "Quest'operazione - osserva - rappresenta una soluzione costruttiva importante ai problemi che da alcuni anni affliggono non soltanto Chrylser, ma l'intera industria automobilistica mondiale. L'alleanza permetter? di mettere insieme la tecnologia Fiat, che ? tra le pi? innovative e avanzate al mondo, le sue piattaforme e i suoi propulsori per vetture piccole e medie nonch? la sua vasta rete di distribuzione in America Latina e in Europa con il grande patrimonio della Chrysler, che ha una forte presenza in Nord America e lavoratori pieni di talento e di impegno". "Da quando abbiamo iniziato le trattative con Chrysler quasi un anno fa - spiega l'amministratore delegato del Lingotto - il nostro obiettivo ? sempre stato quello di valorizzare i punti forti di entrambe le aziende per ottenere i volumi, le efficienze e i risparmi necessari per creare due costruttori pi? forti, in grado di competere in modo pi? efficace a livello globale. Quest'operazione ? un passo importante verso il raggiungimento di questo traguardo. Il nostro lavoro ? appena iniziato. Insieme ai nostri nuovi partner della Chrysler lavoreremo per valorizzare l'enorme potenziale di quest'alleanza e per reintrodurre sul mercato nordamericano alcuni dei nostri marchi pi? famosi, inclusa l'Alfa Romeo e la Cinquecento, che ha vinto numerosi premi". BANCAROTTA CHIRURGICA PER CHRYSLER Chrysler far? ricorso a una "bancarotta chirurgica che durer? fra i 30 e i 60 giorni". Dal Chapter 11, cio? l'amministrazione controllata, Chrylser uscir? "pi? forte e in grado di competere". Lo afferma un rappresentante dell'amministrazione Obama, che aggiunge che Il governo americano fornira' alla casa automobilistica finanziamenti per 3-3,5 miliardi di dollari durante la bancarotta. Il governo americano non prevede ulteriori tagli all'occupazione oltre a quelli gi? annunciati n? la chiusura immediata di altri impianti Chrysler nonostante il ricorso alla bancarotta. Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh? Bancarotta chirurgica? Oba' ma hai bevuto? -
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Porca vacca! http://www.ju29ro.com/terzo-anello/38-terz...orca-vacca.html -
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Io lo metterei anche al posto di Cobolli Gigli 21 Aprile 2009 John Elkann ha scelto Mario Calabresi per dirigere la Stampa. Scelta ottima, non solo per il ricambio generazionale, ma soprattutto perch? Mario ? serio e bravo e amerikano. Dopo Alessio Vinci e Mario Calabresi 23 Aprile 2009 Qualcos'altro si muove. Barbara Stefanelli sar? vicedirettrice del Corriere della Sera. E' stata la prima caporedattrice donna di Via Solferino, sar? la prima ragazza a vicedirigere il corriererone. Christian Rocca -
Irregular Season 08/09... Sempre Da Annullare...
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Sai mai che si possa vincere anche questa a tavolino 20 Aprile 2009 ?Se fossi stato allo stadio, a un certo punto avrei lasciato il mio posto in tribuna, sarei sceso in campo e avrei ritirato la squadra. Perch? c'? un limite a tutto?. (Massimo Moratti, 20 aprile 2009, dopo che i tifosi della Juve hanno urlato cori razzisti contro Balotelli) ?In questo caso il razzismo non c' entra, ? stata soltanto una manifestazione di stupidit? da parte di un gruppo che pensa di essere stato ingiustamente danneggiato per quello che accadde nella gara di andata. Per questo motivo non temo assolutamente la squalifica del campo. Gli ultr? ce l' avevano con la persona?. (Massimo Moratti, 2 aprile 2006, quando i tifosi degli indossatori di scudetti altrui hanno urlato cori razzisti contro Zoro del Messina) Christian Rocca -
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Questo ? da vedersi. -
Irregular Season 08/09... Sempre Da Annullare...
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La curva Nord dell'Inter ha a sua volta mostrato uno striscione offensivo contro l'ex giocatore di colore del Messina Marc Zoro. "Juve-Lecce a porte aperte" recita uno striscione degli ultras nerazzurri durante la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Sampdoria. Poco distante ne ? stato appeso un altro con scritto: "Non ? una questione di pelle: Balotelli uno di noi, Zoro uomo di m***a". -
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Comunicato Ufficiale J1897.com
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Sono due anni che dico queste cose. E nonostante gradualmente ci sia un malessere crescente, invece di dire "Avete visto che i rancorosi avevano ragione?", l'unica cosa che mi rimane ? tanto amaro in bocca. Da questa cosa non mi riprender? mai. Mai niente sar? pi? come prima... Non vedo l'ora di poter abbandonare tutti i forum e le associazioni. -
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Per tenerci anche sulla triste attualit?: ?C'? sicuramente delusione perch? volevamo questo obiettivo e non siamo riusciti a raggiungerlo?. Ecco le prime parole di Giovanni Cobolli Gigli dopo l'eliminazione della Juventus dalla Coppa Italia. ?La Lazio ha giocato meglio?, ha detto il presidente bianconero che, per quasi tutta la partita ? stato oggetto insieme agli altri dirigenti e al tecnico della dura contestazione da parte dei tifosi. ?Cercheremo di sfruttarla per ripartire da qui con pi? grinta, la useremo come stimolo - ha detto - adesso cerchiamo di fare del nostro meglio fino al termine del campionato e arrivare con pi? punti possibili. Poi a fine stagione faremo gli acquisti necessari e indispensabili per far s? che queste delusioni non si ripetano?. Sugli insulti a Cannavaro, etichettato dai tifosi come "mercenario": ?A pare che l'operazione non si ? ancora conclusa, ma se dovesse arrivare sicuramente far? ricredere i tifosi sul campo?. E poi sui cori contro Ranieri: ?Sono moltopi? pesanti e gravi perch? non gli si pu? non riconoscere che in questi due anni ha fatto un grandissimo lavoro portandoci in Champions e conquistando il secondo posto, al momento, in campionato?. Dunque nessuna novit?, Ranieri resta?: ?Inutile ripeterci, l'ha gi? confermato Blanc qualche giorno fa. Sar? ancora lui il nostro allenatore fino al 2010. ? il momento di restare uniti, per? i risultati devono arrivare?, ha ammonito Cobolli Gigli. -
Tutto il mio schifo nei confronti di chi ci ha ridotto in questo stato.